L’Eredità Duratura del Raketa Big Zero: Una Guida Completa alla Sua Storia, ai Modelli e all’Autenticazione

L’Eredità Duratura del Raketa Big Zero: Una Guida Completa alla Sua Storia, ai Modelli e all’Autenticazione

Introduzione: L’Icona Sovietica del Tempo

Il Raketa Big Zero è molto più di un semplice segnatempo; rappresenta un simbolo iconico del design sovietico e un frammento tangibile di storia. La sua estetica distintiva e minimalista, caratterizzata da numeri sovradimensionati e da un prominente “0” in posizione delle ore 12, ha catturato l’attenzione dei collezionisti di tutto il mondo. Questo design, inizialmente concepito per ragioni pratiche, ha trasceso il suo scopo originale per diventare un punto di riferimento culturale, in particolare durante l’era della Perestroika.  

Il presente rapporto si propone di approfondire il Raketa Big Zero, esplorandone la complessa storia, i diversi modelli e le specifiche tecniche. Si intendono rivelare fatti meno noti, verificare le informazioni esistenti e fornire un’analisi comparativa completa tra le iterazioni vintage e quelle moderne. Inoltre, questa guida mira a fornire ai collezionisti consigli essenziali per l’autenticazione, utili a navigare nel complesso mercato degli orologi dell’era sovietica.

Raketa Big Zero

I. La Fabbrica di Orologi Petrodvorets: Dalle Origini Imperiali alla Nascita di Raketa

Fondazione e legame con Pietro il Grande (1721)

La Fabbrica di Orologi Petrodvorets, luogo di nascita degli orologi Raketa, vanta una storia notevolmente lunga e illustre, le cui origini risalgono al 1721. Fu fondata per decreto dell’Imperatore Pietro il Grande, inizialmente come fabbrica lapidaria specializzata nella lavorazione di pietre preziose e gioielli. Questa eredità imperiale sottolinea le profonde radici della fabbrica nell’artigianato russo e la sua importanza storica, che precede molti rinomati produttori di orologi svizzeri. La fabbrica è ancora ospitata nel suo edificio originale a Peterhof (San Pietroburgo).  

La fondazione della fabbrica da parte di Pietro il Grande nel 1721 e la sua continua operatività nello storico edificio di Peterhof indicano una forte enfasi sulla continuità storica e sull’orgoglio nazionale. Questa realtà non è semplicemente una fabbrica di orologi; è un’istituzione profondamente intrecciata con la storia e i successi della Russia. Questa lunga e ininterrotta discendenza, che ha attraversato anche il periodo sovietico, conferisce un livello di prestigio e autenticità che molti marchi più recenti non possiedono. Tale caratteristica rappresenta un potente strumento di posizionamento per il moderno marchio Raketa , suggerendo inoltre un profondo accumulo di competenze e conoscenze generazionali, un fattore distintivo in un settore dove molte aziende esternalizzano la produzione.  

Il battesimo del nome “Raketa” in onore di Yuri Gagarin (1961)

Il nome del marchio “Raketa” fu istituito molto più tardi, nel 1961, per commemorare un momento cruciale nella storia umana: il primo volo spaziale con equipaggio di Yuri Gagarin a bordo del Vostok 1. Questa decisione di denominazione, che significa “Razzo” in russo, collegò direttamente gli orologi all’innovazione e alla potenza industriale sovietica, posizionandoli come simboli di successo nazionale.  

La scelta di denominare il marchio “Raketa” nel 1961, in seguito al volo di Gagarin, si rivelò una mossa di branding strategica durante la Guerra Fredda. Questa decisione associò immediatamente gli orologi ai trionfi tecnologici e all’orgoglio nazionale sovietico. Tuttavia, tale associazione generò anche una percezione negativa in Occidente, dove il termine “Raketa” era collegato ai missili balistici intercontinentali. Questa duplice percezione evidenzia quanto il marchio fosse profondamente intrecciato con il contesto geopolitico dell’epoca, trasformando un bene di consumo in un sottile strumento di propaganda. Questo contesto storico aggiunge una profondità significativa alla narrazione del marchio per i collezionisti.  

Il ruolo di Raketa nell’era sovietica: produzione per militari, esploratori e civili

Durante l’era sovietica, gli orologi Raketa non erano semplici beni di consumo; essi svolgevano funzioni critiche per varie entità statali. Furono prodotti per l’Armata Rossa, la Marina Sovietica e per le spedizioni al Polo Nord, indicando un’attenzione alla robustezza e all’affidabilità in ambienti estremi. Modelli specializzati come il “Polar” (1969), con un movimento a 24 ore, furono specificamente progettati per gli esploratori artici al fine di distinguere il giorno dalla notte. La fabbrica possiede inoltre la più grande collezione di archivi di design di orologi al mondo. Il modello “Baikonur”, progettato in collaborazione con il cosmonauta Sergey Krikalev, presentava funzioni speciali necessarie per i viaggi spaziali. Raketa collaborò anche con importanti costruttori aeronautici come Sukhoi e Tupolev per sviluppare orologi per piloti. Al suo culmine negli anni ’70, Raketa era tra i più grandi produttori di orologi al mondo, con una produzione di circa cinque milioni di orologi meccanici all’anno.  

L’ampia produzione di orologi per militari, marina ed esploratori , unitamente allo sviluppo di modelli specializzati come il “Polar” e il “Baikonur” , dimostra che la funzionalità e la durabilità erano priorità assolute nel design sovietico, spesso prevalendo sul lusso o sugli ornamenti estetici. Questo approccio si distingue nettamente dall’orologeria occidentale, che tendeva a enfatizzare il prestigio e le complicazioni elaborate. Questa filosofia del “funzione prima dell’ornamento”, nata dalla necessità e dalla produzione statale, costituisce un forte richiamo per molti collezionisti moderni di orologi sovietici , offrendo una combinazione unica di storia e ingegneria robusta. Ciò implica anche un elevato standard di controllo qualità interno, data la natura critica delle applicazioni di questi orologi.  

La rinascita post-sovietica (2010) e l’impegno nella produzione in-house

In seguito alla dissoluzione dell’Unione Sovietica, Raketa affrontò sfide significative nell’adattamento a un’economia di mercato. Tuttavia, le sue fortune iniziarono a cambiare nel 2010 con la rinascita guidata dall’imprenditore inglese David Henderson-Stewart. Sotto la nuova gestione, Raketa ha adottato metodi di produzione moderni, preservando al contempo la sua eredità, in particolare continuando a produrre i suoi movimenti meccanici interamente in-house, “dalla A alla Z”. Questo impegno per l’integrazione verticale, inclusa la produzione di spirali e scappamenti , è un’impresa rara nell’industria orologiera globale, che distingue Raketa dalla maggior parte dei marchi che si affidano a fornitori esterni come Nivarox. La fabbrica ha persino attirato ex orologiai di Rolex e Breguet per modernizzare la sua produzione.  

La rinascita post-sovietica guidata da David Henderson-Stewart e il rinnovato focus sulla produzione di movimenti in-house rappresentano una mossa strategica per riposizionare Raketa nel mercato globale del lusso. In un settore dove lo status di “manifattura” è altamente apprezzato, la capacità di Raketa di produrre le proprie spirali e scappamenti fornisce una solida narrazione di autenticità e un vantaggio competitivo rispetto ai marchi che si limitano ad assemblare componenti esterni. Questo impegno verso l’orologeria tradizionale, combinato con un approccio di marketing moderno, consente a Raketa di attrarre sia gli appassionati di orologi vintage sia i nuovi collezionisti alla ricerca di un autentico valore orologiero.  

II. Il “Big Zero”: Genesi del Design e la Leggenda di Gorbaciov

Il design originale degli anni ’70 e la sua estetica minimalista

Il design originale del Raketa “Big Zero” risale agli anni ’70. La sua estetica è distintamente minimalista, caratterizzata da un quadrante pulito e ordinato con numeri sovradimensionati per il 3, il 6, il 9 e un prominente “0” in posizione delle ore 12. Gli altri indici orari sono tipicamente rappresentati da lunghi e stretti triangoli. Questo design audace, quasi “brutale” ma funzionale, con la sua combinazione di colori bianco e nero ad alto contrasto, assicurava un’eccellente leggibilità.  

Il design del “Big Zero”, originario degli anni ’70 , con i suoi numeri sovradimensionati e lo “0” a ore 12, fu inizialmente concepito per scopi pratici, come facilitare la lettura dell’ora a persone con problemi di vista o garantire una chiara indicazione del tempo in condizioni difficili. Questa enfasi sulla leggibilità e sulla funzionalità si allinea con la più ampia filosofia di design sovietica, dove l’utilità spesso prevaleva sull’estetica ornamentale. L’attrattiva duratura del design risiede proprio in questa radicale semplicità, che, ironicamente, lo ha reso un classico senza tempo.  

La filosofia dietro il “0” al posto del “12”: funzionalità e simbolismo

La caratteristica più sorprendente, il “0” al posto del “12”, non è semplicemente una peculiarità di design. Secondo esperti esperti della fabbrica Raketa, essa è radicata in un principio logico: “è semplicemente più logico iniziare a contare il tempo da zero. Dopotutto, il tempo, come molti aspetti della nostra vita, inizia invariabilmente da zero”. Questo “concetto ribelle” sfida le norme tradizionali della misurazione del tempo, esprimendo una dichiarazione filosofica sui nuovi inizi.  

Sebbene possa sembrare una semplice scelta di design, lo “0” a ore 12 possiede una utilità più profonda, quasi sovversiva. Si tratta di un approccio pragmatico alla lettura dell’ora che incarna anche una dichiarazione filosofica sul ricominciare da capo. Questo concetto di “zero”, unito alla successiva associazione dell’orologio con la Perestroika, conferisce al “Big Zero” un peso simbolico che va ben oltre la sua funzione meccanica, rendendolo particolarmente attraente per i collezionisti interessati alle narrazioni culturali e storiche incorporate negli oggetti. È un orologio che, letteralmente e figurativamente, ha segnato un nuovo inizio.  

soviet watch Raketa Big Zero
Raketa Big Zero

L’aneddoto di Mikhail Gorbaciov e la “Perestroika”: analisi della leggenda e del suo impatto sulla popolarità

Il Raketa “Big Zero” ha acquisito una notevole fama internazionale grazie a un aneddoto che coinvolge Mikhail Gorbaciov, il Segretario Generale dell’URSS. Durante una visita ufficiale in Italia negli anni ’80 , quando gli fu chiesto di spiegare il significato di “Perestroika” (ristrutturazione), Gorbaciov avrebbe indicato il suo orologio Raketa Big Zero e affermato: “È come il mio orologio: il popolo sovietico aspira a ricominciare tutto da zero” o “Esprime la determinazione dei russi a iniziare la loro vita da ‘zero'”. Questo gesto diretto fece notizia in Italia e consolidò lo status dell’orologio come design leggendario. Sebbene l’origine esatta del design preceda l’uso da parte di Gorbaciov, l’aneddoto ne ha innegabilmente aumentato la popolarità.  

L’aneddoto di Gorbaciov ha trasformato il “Big Zero” da orologio funzionale a icona culturale. Questo legame diretto con una figura storica centrale e un movimento politico trasformativo (“Perestroika”) ha notevolmente aumentato la sua collezionabilità e il suo valore di mercato. La storia, indipendentemente dalla sua esatta accuratezza storica riguardo all’intento del design, è diventata parte integrante dell’identità dell’orologio, dimostrando come le narrazioni storiche e le figure pubbliche possano influenzare profondamente la percezione e la desiderabilità dei beni di consumo.  

Contesto storico della Perestroika e Glasnost e la loro influenza sul design sovietico

Perestroika (ristrutturazione) e Glasnost (apertura) furono le riforme di Mikhail Gorbaciov volte a rivitalizzare l’economia sovietica stagnante e ad aumentare l’apertura politica. Queste riforme introdussero elementi di economia di mercato, incoraggiarono l’impresa privata e ridussero la pianificazione centrale, portando a maggiori libertà politiche e culturali e a un maggiore accesso alle idee e ai beni di consumo occidentali. Tuttavia, esse portarono anche a sfide economiche come carenze e inflazione. Il “Big Zero” emerse durante questo periodo di significativa trasformazione sociale , simboleggiando il desiderio di un nuovo inizio.  

Il design del “Big Zero”, con il suo simbolismo di “partire da zero”, ha incarnato perfettamente lo spirito della Perestroika e della Glasnost. Questa connessione va oltre un semplice aneddoto; suggerisce che persino beni di consumo come gli orologi potevano riflettere i profondi cambiamenti sociali e politici in atto nell’URSS. L’orologio divenne una rappresentazione sottile ma potente di una nazione che affrontava il cambiamento e aspirava a un nuovo inizio, rendendolo un manufatto avvincente per comprendere la tarda era sovietica.  

III. Modelli e Varianti Storiche del Raketa Big Zero (Era Sovietica)

Caratteristiche Distintive: Dettagli su casse, quadranti e lancette

Gli orologi Raketa Big Zero vintage sono più comunemente caratterizzati da una cassa a cuscino, in particolare il riferimento #51. Questa cassa misura circa 39 mm di larghezza (senza corona), 40,5 mm da ansa ad ansa e 11 mm di spessore. Presenta una lunetta liscia a pressione con una leggera smussatura verso il cristallo e una sottile curvatura verso l’alto nel suo profilo se vista di lato. Le anse sono relativamente piccole, il che a volte può rendere difficile l’abbinamento del cinturino. Alcuni modelli vintage erano disponibili anche con cassa a barile in acciaio inossidabile. Il materiale della cassa era spesso ottone cromato.  

I quadranti sono tipicamente in bianco e nero, offrendo un contrasto elevato. L’iconico “0” a ore 12, insieme ai numeri 3, 6 e 9, sono sovradimensionati. I restanti indici orari sono generalmente rappresentati da lunghi e stretti triangoli. Un aspetto cruciale per l’autenticazione è che questi numeri e triangoli sono marcatori applicati, che appaiono come un tipo di resina lucida o metallo sottile, piuttosto che essere semplicemente stampati. Le punte di questi indici a cuneo dovrebbero essere leggermente arrotondate nelle varianti con cassa a cuscino, sebbene alcuni quadranti autentici dei cataloghi degli anni ’80 possano presentare punte più affilate. Lo “0” stesso è spesso descritto come “quadrato” piuttosto che un ovale perfetto.  

Le lancette delle ore e dei minuti sono caratteristicamente spesse e audaci, spesso descritte come “tozze”, con una leggera punta o curva alle estremità. La lancetta dei secondi è sottile ma si allarga leggermente all’estremità posteriore. Queste forme specifiche sono importanti per l’autenticazione, poiché lancette non corrette sono un segno comune di “franken-watches” (orologi assemblati con parti non originali).  

I Big Zero vintage presentavano tipicamente un cristallo acrilico (plexiglas) fortemente bombato. Un cristallo autentico del Raketa Big Zero è descritto come a forma di “disco da hockey”, con bordi netti che si inclinano di 90 gradi verso una superficie piana. Questo contrasta con i moderni cristalli in zaffiro.  

La coerenza degli elementi di design nei modelli Big Zero vintage, come le specifiche forme delle casse (a cuscino/a barile), i numeri applicati con punte arrotondate e le forme distintive delle lancette , suggerisce un processo di produzione standardizzato all’interno del sistema sovietico. L’utilizzo di cristalli acrilici anziché zaffiro (comune nelle versioni moderne) indica le disponibilità di materiali e i vincoli tecnologici dell’epoca. Tuttavia, questa coerenza rende anche le deviazioni da tali norme indicatori critici per l’identificazione di falsi o “franken-watches”, sottolineando l’importanza di comprendere le specifiche di produzione originali per i collezionisti.  

Il Movimento 2609.HA: Specifiche tecniche dettagliate, reputazione di affidabilità e problemi comuni

Il Raketa Big Zero dell’era sovietica montava tipicamente il movimento meccanico a carica manuale Calibro 2609.HA.  

Specifiche Tecniche:

CaratteristicaDettaglio
Nome CalibroRaketa 2609.HA

Reputazione di Affidabilità: Il movimento 2609.HA è ampiamente riconosciuto per la sua durabilità e robustezza. È descritto come un movimento “utilitario, ma molto robusto” che “può sopportare molto”. Fu persino considerato “il movimento più affidabile e robusto del mondo” a suo tempo, con orologi russi esportati in 38 paesi. Questa affidabilità era un segno distintivo dell’orologeria sovietica, che privilegiava la funzionalità e la longevità rispetto all’obsolescenza programmata.  

Problemi Comuni e Serviziabilità: Sebbene robusti, i movimenti 2609.HA vintage possono presentare problemi dovuti all’età e alla mancanza di manutenzione. Problemi comuni includono bassa ampiezza e precisione inconsistente, specialmente quando indossati, il che potrebbe indicare una spirale allentata. Problemi di impostazione, dove il perno si muove liberamente senza interagire con le lancette, possono verificarsi se il pignone del cannone si blocca, causando la rottura dei denti della ruota dei minuti. Le riparazioni possono essere costose a causa della necessità di parti non standard. La manutenzione di questi movimenti richiede tecniche specifiche, in particolare per parti delicate come i rubini della ruota di scappamento. Si consiglia ai collezionisti che gli orologi antichi non sono generalmente impermeabili e devono essere protetti dall’umidità, e le lancette devono essere regolate solo in senso orario per prevenire danni.  

La reputazione del calibro 2609.HA come movimento “robusto” e “durevole” è una diretta conseguenza delle priorità di produzione dell’era sovietica. In un’economia pianificata, l’enfasi era posta sulla produzione di beni affidabili e duraturi per le masse e per funzioni statali critiche (militari, esplorazione). Questo si contrappone alle economie di mercato dove l’obsolescenza programmata potrebbe essere un fattore. I problemi comuni segnalati oggi (bassa ampiezza, problemi di impostazione) sono principalmente legati all’età, non a difetti di progettazione intrinseci, il che sottolinea la durabilità fondamentale del movimento. La difficoltà nel trovare parti non standard per le riparazioni è una diretta implicazione del passaggio da un sistema di produzione centralizzato a un mercato globale, dove le parti per le industrie sovietiche dismesse sono scarse.  

Varianti di Quadrante e Marcature: Analisi delle iscrizioni “Paketa” (cirillico) vs “Raketa” (inglese) e “Made in USSR” vs “Made in Russia” come indicatori temporali e di mercato

Le marcature sul quadrante degli orologi Raketa Big Zero vintage forniscono indicatori cruciali per l’autenticazione e la datazione.

Logo: Il logo del marchio può apparire in due modi: “Paketa” (РАКЕТА in cirillico) o “Raketa” (in caratteri latini). “Paketa” è caratteristico dei modelli precedenti dell’era sovietica destinati al mercato interno, mentre “Raketa” in caratteri latini indica pezzi più moderni o quelli prodotti più vicino al crollo dell’URSS (intorno al 1992) per l’esportazione.  

Designazione del Paese: I quadranti autentici dell’era sovietica presentano tipicamente “Сделано в CCCP” (Made in USSR in cirillico) per i modelli destinati al mercato interno o “Made in USSR” per i modelli da esportazione. Un segnale di allarme per l’autenticità è un quadrante con “Paketa” (cirillico) e “Made in Russia” (inglese) contemporaneamente, o un quadrante senza alcuna designazione del paese. I modelli più recenti (post-sovietici) possono recare “Сделано в России” o “Made in Russia”.  

Marchio di Qualità: Alcuni modelli Big Zero vintage, in particolare quelli dei cataloghi del 1986, potrebbero mostrare il sigillo di qualità statale dell’URSS.  

Le variazioni nelle marcature del quadrante, come il “Paketa” in cirillico rispetto al “Raketa” in latino, e “Made in USSR” rispetto a “Made in Russia” , fungono da marcatori linguistici e storici fondamentali. Esse riflettono l’evoluzione del rapporto dell’Unione Sovietica con il mercato globale e la sua successiva dissoluzione. Il passaggio alla scrittura latina e all’indicazione “Made in Russia” segnala un’era post-sovietica di crescente internazionalizzazione e un allontanamento dall’identità sovietica più insulare. Per i collezionisti, questi sottili cambiamenti testuali sono vitali per datare un orologio e valutarne l’autenticità e l’origine di mercato.  

Edizioni Speciali e Rari

Il Raketa Big Zero non è esistito solo nella sua forma più comune, ma ha anche visto la produzione di varianti rare e speciali che aggiungono complessità e fascino al suo lignaggio.

Il “Big Zero Geiger”: Questa è una variante particolarmente unica e misteriosa. Si dice sia stata assemblata in Italia da una società di importazione denominata “Mirabilia” alla fine degli anni ’80, utilizzando parti originali del Raketa Big Zero ma aggiungendo un “tocco locale unico”. L’aspetto più intrigante è l’errore di ortografia intenzionale “Geigher” invece di “Geiger”. La teoria suggerisce che ciò sia stato fatto per evitare associazioni negative con i contatori Geiger e la radioattività, specialmente dopo l’incidente di Chernobyl nel 1986, quando la sensibilità pubblica alla radioattività era elevata. Il Big Zero Geiger esiste in due varianti principali: nero e ocra, e nero e grigio. Ambedue sono estremamente rare e molto ricercate dai collezionisti per la loro rarità, il collegamento sovietico-italiano e il mistero che circonda l’errore nel nome.  

Raketa Caution Contact Gaigher
Raketa Caution Contact Gaigher

I quadranti in pietra (es. giada) e la loro rarità: Raketa ha anche prodotto modelli Big Zero con quadranti realizzati in pietra naturale, come la giada. Questi quadranti, tipicamente spessi 0,5 mm, vantano texture uniche e irripetibili, rendendo ogni orologio un pezzo unico. Furono prodotti in quantità limitate, spesso su ordinazione, e destinati principalmente al mercato italiano. Le casse per questi modelli potevano essere in ottone cromato o in nitruro di titanio (per i quadranti gialli). Questi orologi con quadrante in pietra sono oggi considerati oggetti da collezione rari.  

russian watch Raketa big zero Nefritis dial
Raketa big zero Nefrite dial

La versione orologio da tasca: Esisteva anche una variante di orologio da tasca che corrispondeva al design del “Big Zero”, con immagini di catalogo risalenti al 1986. Questi orologi da tasca “Big Zero” presentano tipicamente un quadrante bianco con numeri neri sovradimensionati e sono animati dal movimento meccanico a carica manuale Raketa 2609.HA.  

soviet watch Raketa Big Zero Pocket
Raketa Big Zero Pocket

L’esistenza del “Big Zero Geiger” e delle varianti con quadrante in pietra , in particolare il loro orientamento verso il mercato italiano, rivela gli sforzi di Raketa per adattarsi alle specifiche richieste del mercato e creare prodotti di nicchia anche durante l’era sovietica. L’errore di ortografia “Geigher” è un esempio affascinante di come eventi geopolitici esterni (Chernobyl) potessero influenzare direttamente la denominazione e il marketing dei prodotti, evidenziando un approccio reattivo e forse cauto alle vendite internazionali. Queste varianti rare dimostrano che la produzione sovietica non era del tutto monolitica e poteva rispondere alle opportunità di mercato percepite, aggiungendo strati di complessità alla storia del marchio.  

Orologi da Tasca Raketa: Finiture e Incisioni a Veliero

Oltre alla versione da polso, Raketa ha prodotto anche orologi da tasca con caratteristiche distintive. Questi orologi da tasca erano generalmente animati dal movimento a carica manuale Raketa 2609.HA e presentavano dimensioni tipiche di circa 44 mm di diametro complessivo con la corona e 11.1 mm di spessore. Le casse erano spesso realizzate in ottone con placcatura in cromo o, in alcuni casi, placcate in oro.  

Un elemento estetico notevole su alcuni orologi da tasca Raketa è il “fondello con un basso rilievo a forma di veliero”. Questo motivo, variamente descritto come “Raketa SHIP” o “Brigantino della Marina” , era spesso abbinato a quadranti bianchi con superficie opaca e sottili numeri romani neri, completati da lancette nere, dritte e sottili. Il veliero simboleggiava probabilmente l’eredità marittima della Russia e la sua potenza navale, data la storica connessione di Raketa con la Marina Sovietica e la sua ubicazione a San Pietroburgo.  

È importante notare che, sebbene Raketa abbia prodotto sia orologi da tasca con il design “Big Zero” sia orologi da tasca con incisioni a veliero , la ricerca attuale non indica l’esistenza di un orologio da tasca Raketa “Big Zero” originale di fabbrica che combini entrambe le caratteristiche (quadrante “Big Zero” e incisione a veliero sul fondello). Le descrizioni degli orologi da tasca con veliero fanno costantemente riferimento a quadranti con numeri romani , suggerendo che si trattasse di linee di design distinte. Pertanto, un orologio da tasca che pretenda di combinare il quadrante “Big Zero” con un’incisione a veliero dovrebbe essere esaminato con estrema cautela, poiché potrebbe trattarsi di un “frankenwatch” o di un assemblaggio non originale.  

Tabella 1: Specifiche Tecniche del Movimento Raketa 2609.HA

La seguente tabella fornisce un riferimento consolidato per il cuore meccanico dei Big Zero vintage. Per i collezionisti, la verifica delle specifiche del movimento è fondamentale per l’autenticazione e per comprendere le caratteristiche prestazionali dell’orologio. L’inclusione delle variazioni (ad esempio, 17 o 19 rubini, discrepanze nella riserva di carica) evidenzia le sfumature della produzione sovietica e aiuta a gestire le aspettative riguardo alle prestazioni dei pezzi vintage. Serve anche come punto di confronto diretto per i moderni movimenti automatici, illustrando l’evoluzione tecnica del Big Zero.

CaratteristicaDettaglio
Nome CalibroRaketa 2609.HA
TipoMeccanico (a carica manuale)
Anno di LancioCirca 1975
Rubini19 (alcune varianti 17)
Frequenza18.000 alternanze/ora (2.5 Hz)
Riserva di Carica45 ore (Nota: alcune fonti indicano 36 ore o 24 ore )
FunzioniOre, Minuti, Secondi Centrali
Bilanciere Antiurto
Dimensioni (Diametro Complessivo)26.65 mm
Altezza4.4 mm
ReputazioneAffidabile, Robusto, Durevole

Tabella 2: Varianti di Quadrante e Marcature Storiche del Big Zero

Questa tabella è uno strumento di autenticazione essenziale. Categorizza sistematicamente gli indizi visivi chiave sul quadrante, le lancette e la cassa che distinguono i Big Zero vintage autentici dai falsi o dai “franken-watches”. Presentando queste variazioni e le loro implicazioni (ad esempio, indicatori temporali, origine di mercato), consente ai collezionisti di prendere decisioni di acquisto informate e di apprezzare la sottile evoluzione storica dell’estetica dell’orologio.

CaratteristicaCaratteristiche AutenticheImplicazioniSegnali di Allarme
Logo del Quadrante“Paketa” (РАКЕТА in cirillico) o “Raketa” (latino)Cirillico per il mercato sovietico domestico precedente; Latino per modelli sovietici successivi o da esportazione Mix di logo cirillico e “Made in Russia” (inglese)
Designazione del Paese“Сделано в CCCP” (cirillico) o “Made in USSR” (inglese)Cirillico per il mercato sovietico domestico; Inglese per i modelli da esportazione. “Made in Russia” per l’era post-sovietica Nessuna designazione del paese; Mix di logo cirillico e “Made in Russia” (inglese)
Forma degli Indici Orari (Triangoli)Punte arrotondate (per cassa a cuscino); alcuni cataloghi anni ’80 mostrano punte più affilate Dettaglio chiave per l’autenticazione dei modelli con cassa a cuscino Punte appuntite/affilate sui modelli con cassa a cuscino
Applicazione dei NumeriMarcatori applicati (resina lucida o metallo sottile, leggermente in rilievo) Indica maggiore qualità e produzione originale Numeri piatti/stampati
LancetteLancette ore/minuti spesse, audaci, “tozze” con leggera punta/curva; lancetta secondi sottile con leggera svasatura sul retro Proporzioni e forme specifiche sono cruciali per l’originalità Lancette con forme o proporzioni non corrette
CristalloAcrilico, forma a “disco da hockey” (bordi netti a 90 gradi verso la parte superiore piatta) Riflette i materiali originali dell’era sovietica Cristallo bombato o eccessivamente arrotondato

IV. Il Raketa Big Zero nell’Era Moderna: Continuità e Innovazione

La riedizione contemporanea del Big Zero: modelli 0283 (bianco), 0296 (nero), 0297 (grigio) e l’edizione “Arabic”

Raketa ha rieditato con successo l’iconico Big Zero nelle collezioni contemporanee, mantenendo il suo design distintivo e incorporando materiali e movimenti moderni.  

Modelli Attuali:

  • Big Zero 0283 (Bianco): Presenta un quadrante bianco opaco con numeri e indici neri laccati a più strati, abbinato a un cinturino in pelle nera. È stato lanciato nel 2022.  
  • Big Zero 0296 (Nero): Una variante con quadrante nero e numeri bianchi, lanciata alla fine del 2023, caratterizzata da numeri e indici molto luminescenti.  
  • Big Zero 0297 (Grigio): Introdotto per la prima volta con un bracciale in acciaio inossidabile, presenta un quadrante grigio che cambia tonalità dal tortora al metallizzato a seconda della luce. Vanta anche lancette e grandi numeri rivestiti con Superluminova brillante per una leggibilità ottimale. Questa è stata una produzione limitata di 200 pezzi nel suo anno di lancio.  
  • Big Zero Arabic: Reimmaginato specificamente per il Medio Oriente, questa edizione limitata (inizialmente 100 pezzi) presenta numeri arabi orientali su un quadrante bianco e nero, con il logo Raketa in scrittura araba disegnato dal rinomato calligrafo Mohammad Sharaf. Questa collaborazione riflette un crescente interesse per i marchi di orologi stranieri in Medio Oriente e la strategia di Raketa di combinare la storia dell’orologeria russa con elementi culturali regionali.  

Specifiche Tecniche Comuni (Modelli Moderni):

  • Movimento: Calibro Raketa 2615 automatico in-house.
    • Rubini: 24 rubini (alcune fonti indicano 27, potenzialmente una variante precedente del 2615).  
    • Frequenza: 18.000 alternanze/ora (2.5 Hz).  
    • Riserva di Carica: 40 ore.  
    • Carica: Carica automatica bidirezionale con un sistema di arresto per la carica manuale.  
    • Precisione: -10/+20 secondi al giorno.  
    • Decorazione: Incisione laser, onde della Neva, e spesso un rotore rosso visibile attraverso il fondello trasparente.  
    • Origine dei Materiali: Tutto il metallo e i 24 rubini del movimento provengono dalla Russia, con la spirale fusa da una lega segreta sovietica, contribuendo a una firma acustica distintiva.  
  • Cassa: Acciaio inossidabile, forma a cuscino, 40 mm di diametro, 14,05 mm di spessore, 43 mm da ansa ad ansa. Corona con rubino sottostante.  
  • Cristallo: Zaffiro sul fronte, minerale sul fondello trasparente.  
  • Resistenza all’Acqua: 10 ATM / 100 metri.  
  • Luminosità: Lancette e indici con rivestimento Superluminova.  

Le riedizioni moderne del Big Zero (0283, 0296, 0297, Arabic) dimostrano la strategia di successo di Raketa nel modernizzare il proprio marchio mantenendo la sua identità di design fondamentale. Il passaggio dal movimento manuale 2609.HA al movimento automatico 2615 , l’aggiornamento al cristallo zaffiro e l’aumentata resistenza all’acqua riflettono le aspettative del mercato contemporaneo per gli orologi di lusso. Tuttavia, il mantenimento dell’iconico quadrante “Big Zero” e l’impegno nella produzione di movimenti in-house (anche con materiali russi) evidenziano uno sforzo deliberato per mantenere l’autenticità e attrarre sia i nuovi collezionisti che quelli tradizionali. Le edizioni limitate e le varianti regionali (come il quadrante arabo) mostrano inoltre un approccio di marketing sofisticato per soddisfare diversi mercati globali.  

Confronto tra i modelli vintage e moderni: Evoluzione tecnica e filosofica

Il confronto tra i modelli Raketa Big Zero vintage e moderni rivela un’evoluzione significativa sia a livello tecnico che filosofico, pur mantenendo un forte legame con l’identità originale del design.

Movimento: La transizione più significativa è il passaggio dal calibro manuale 2609.HA (vintage) al calibro automatico 2615 (moderno). Mentre il 2609.HA era noto per la sua robustezza e semplicità in un’epoca di produzione di massa , il 2615 offre la comodità dell’avvolgimento automatico, una riserva di carica di 40 ore e una decorazione più elaborata visibile attraverso il fondello trasparente.  

Materiali e Finiture: I modelli moderni utilizzano acciaio inossidabile per la cassa e cristallo zaffiro per la parte anteriore, migliorando durata e resistenza ai graffi rispetto all’ottone cromato e al cristallo acrilico dei vintage. L’aggiunta di un rubino nella corona sui modelli moderni aggiunge un tocco di lusso.  

Resistenza all’Acqua: I modelli vintage non erano generalmente impermeabili , mentre i moderni offrono una resistenza di 10 ATM / 100 metri, rendendoli adatti all’uso quotidiano e a brevi immersioni.  

Filosofia di Design: Sebbene il design iconico “Big Zero” rimanga fedele all’originale, la transizione da un orologio funzionale e di massa dell’era sovietica a un pezzo da collezione e di lusso nell’era moderna è evidente. I modelli moderni sono posizionati per un pubblico che apprezza sia la storia che l’artigianato in-house, con un prezzo medio di circa €1.200. La produzione limitata di alcune edizioni moderne (es. 200 pezzi per il grigio, 100 per l’arabo) ne sottolinea l’esclusività.  

Il confronto rivela una chiara evoluzione da un oggetto utilitaristico e prodotto in massa (il Big Zero vintage) a un articolo di lusso da collezione (il Big Zero moderno). Questa trasformazione è guidata dai progressi tecnologici (movimento automatico, zaffiro, resistenza all’acqua) e da un riposizionamento strategico del marchio in un mercato globale. Il moderno Raketa sfrutta la sua autenticità storica e le sue capacità di produzione in-house per giustificare un prezzo più elevato e attrarre collezionisti esigenti. Questo cambiamento riflette tendenze più ampie nell’industria orologiera, dove i marchi storici si adattano alle nuove aspettative dei consumatori pur preservando la loro eredità unica.

Tabella 3: Confronto tra Modelli Vintage e Moderni del Raketa Big Zero

La seguente tabella offre un confronto conciso e diretto che evidenzia le principali differenze e i miglioramenti tra i modelli Big Zero vintage e moderni. Aiuta i lettori a comprendere rapidamente l’evoluzione dell’orologio e fornisce informazioni pratiche per i collezionisti interessati a entrambe le epoche. Rafforza inoltre la narrazione della modernizzazione pur preservando l’eredità.

CaratteristicaModelli VintageModelli Moderni
EraSovietica (anni ’70 – primi anni ’90)Post-Sovietica (Rinascita dal 2010 in poi)
MovimentoCalibro 2609.HA (a carica manuale) Calibro 2615 (Automatico, in-house)
Materiale CassaOttone cromato Acciaio inossidabile
Materiale CristalloAcrilico (Plexiglas) Zaffiro (fronte), Minerale (fondello)
Resistenza all’AcquaGeneralmente non impermeabile 10 ATM / 100 metri
Numeri/Indici QuadranteApplicati, punte dei triangoli tipicamente arrotondate (cassa a cuscino) Laccati a più strati, rivestimento Superluminova
Fascia di Prezzo (Approssimativa)$80 – $400+ (a seconda delle condizioni, rarità, stato di “franken”) €1.200 – €2.200+ (basato su modelli come 0283, 0297, Amphibia)

V. Guida all’Autenticazione e al Collezionismo

Identificazione dei falsi e dei “Franken-watches”: Segnali di allarme su quadranti, lancette, casse e movimenti

Il mercato degli orologi sovietici vintage, incluso il Raketa Big Zero, contiene un numero significativo di falsi e “franken-watches” (pezzi assemblati con parti non originali). I collezionisti devono essere vigili.  

Quadranti: Questo è il componente più comunemente falsificato.  

  • Forma degli Indici: I Big Zero autentici (specialmente con cassa a cuscino) presentano indici orari triangolari con punte leggermente arrotondate. I falsi spesso hanno cunei appuntiti o affilati. Tuttavia, alcuni cataloghi autentici degli anni ’80 mostrano punte più affilate, quindi questo non è un criterio definitivo isolato.  
  • Forma dei Numeri: Lo “0” e gli altri numeri (3, 6, 9) dovrebbero apparire “quadrati” piuttosto che perfettamente ovali, con sottili variazioni di spessore.  
  • Applicazione: I numeri e i triangoli autentici sono marcatori applicati (resina lucida o metallo sottile, leggermente in rilievo), non semplicemente stampati in modo piatto. Una stampa piatta è un importante segnale di allarme.  
  • Qualità di Stampa: I falsi spesso presentano una stampa di bassa qualità, con bordi “pelosi” o irregolari sui numeri.  
  • Logo e Designazione del Paese:
    • “Paketa” (cirillico) è per il mercato sovietico domestico; “Raketa” (latino) per i modelli sovietici successivi o da esportazione.  
    • Le designazioni autentiche del paese sono “Сделано в CCCP” (cirillico) o “Made in USSR” (inglese).  
    • Un mix di logo cirillico e “Made in Russia” (inglese) sullo stesso quadrante, o l’assenza di qualsiasi designazione del paese, sono forti segnali di allarme.  

Lancette: Le lancette non corrette sono un problema comune per i “franken-watches”. Le lancette autentiche delle ore e dei minuti sono spesse e “tozze” con una leggera punta/curva, mentre la lancetta dei secondi è sottile ma si allarga leggermente sul retro. Le deviazioni da queste forme specifiche sono segnali di avvertimento.  

Casse: La cassa autentica del Big Zero (a cuscino) presenta una lunetta liscia a pressione con una leggera smussatura e una curva continua dal punto medio della cassa alle punte delle anse. Molti “franken-watches” presentano forme o anse della cassa non corrette. Le casse vintage erano spesso in ottone cromato, che può mostrare segni di usura nel tempo.  

Cristallo: Un cristallo autentico del Big Zero vintage è acrilico e a forma di “disco da hockey” (bordi netti a 90 gradi verso una parte superiore piatta), non una cupola.  

Orologi da Tasca: Per gli orologi da tasca, è fondamentale verificare la coerenza tra il quadrante e il fondello. Sebbene esistano orologi da tasca Raketa “Big Zero” e orologi da tasca Raketa con incisioni a veliero (tipicamente con quadranti a numeri romani) , la combinazione di un quadrante “Big Zero” con un fondello a veliero non è documentata come originale di fabbrica. Pertanto, un orologio da tasca che presenti entrambe queste caratteristiche dovrebbe essere considerato un “frankenwatch” o un assemblaggio non originale.  

Movimento: Sebbene il 2609.HA sia robusto, è importante assicurarsi che sia il movimento corretto per il modello. Alcuni quadranti a 24 ore potrebbero essere abbinati a un 2609.HA, il che rende l’orologio un “falso” per un orologio a 24 ore, a meno che non si tratti di una conversione di terze parti.  

La proliferazione di falsi e “franken-watches” nel mercato degli orologi sovietici è una diretta conseguenza della loro crescente popolarità e accessibilità economica. I dettagliati punti di autenticazione (marcature del quadrante, forme delle lancette, contorni della cassa) diventano strumenti critici per i collezionisti. Questa situazione riflette le sfide della raccolta di oggetti provenienti da un sistema politico-economico defunto, dove la documentazione originale potrebbe essere scarsa e la fornitura di parti irregolare, creando un mercato fertile per pratiche ingannevoli. Comprendere queste sfumature è essenziale per preservare l’integrità storica della collezione.  

Consigli per i collezionisti: Cosa cercare, dove acquistare, importanza della condizione e della documentazione

Per i collezionisti interessati al Raketa Big Zero, è fondamentale adottare un approccio informato per garantire l’autenticità e il valore dei pezzi acquisiti.

Autenticità: Verificare sempre l’autenticità controllando i numeri di serie corrispondenti, le incisioni corrette sul fondello e i quadranti originali. Diffidare dei pezzi eccessivamente lucidati o alterati.  

Condizione: Sebbene la patina possa aggiungere carattere, gli orologi con modifiche minime e parti originali sono più desiderabili. Quadranti eccessivamente restaurati o ridipinti possono diminuire la collezionabilità.  

Dove Acquistare: Piattaforme online come eBay e Chrono24 sono fonti comuni, ma si consiglia cautela a causa della presenza di falsi. I forum di orologi russi affidabili (ad esempio, il Russian Watch Forum di Watchuseek.com) sono eccellenti risorse per informazioni e consigli dalla comunità. Gli acquisti diretti dai negozi ufficiali Raketa (fisici o online) garantiscono l’autenticità dei modelli moderni.  

Prezzi: I Big Zero vintage da polso possono variare da meno di $105 a oltre $160, con alcune varianti rare che raggiungono prezzi più elevati (ad esempio, “Big Zero” Peterhof CCCP full set NOS a $370, o “Salmon Dial” a $416). Gli orologi da tasca Raketa con incisioni a veliero possono essere trovati in un intervallo di prezzo di circa $55-$70 , mentre gli orologi da tasca Raketa “Big Zero” sono quotati tra circa $89 e $176. Le riedizioni moderne hanno prezzi significativamente più alti, circa €1.200 – €2.200. Il valore degli orologi sovietici è in aumento a causa della loro profondità storica, del fascino unico e della crescente rarità dei pezzi ben conservati.  

Serviziabilità: È importante essere consapevoli che gli orologi meccanici vintage spesso richiedono manutenzione. Sebbene il 2609.HA sia robusto, le riparazioni possono essere costose a causa delle parti non standard. È consigliabile rivolgersi a hobbisti competenti o orologiai specializzati per la manutenzione.  

I consigli per i collezionisti, che includono controlli di autenticità, valutazione delle condizioni e ricerca di fonti affidabili, evidenziano la natura in evoluzione del mercato degli orologi sovietici. Quello che un tempo era un segmento di nicchia e accessibile sta ottenendo un’attenzione crescente, portando a un aumento dei valori e a una maggiore presenza di falsi. L’aspetto comunitario, attraverso i forum, gioca un ruolo cruciale nella condivisione delle conoscenze e nella lotta contro le frodi. Questa dinamica di mercato sottolinea la trasformazione degli orologi sovietici da semplici oggetti utilitari a manufatti storici molto ricercati, il cui valore è sempre più legato alla loro originalità verificabile e alla loro narrazione storica.

Conclusioni

Il Raketa Big Zero si erge come una testimonianza convincente dell’ingegno orologiero e della filosofia di design sovietica. Il suo percorso da segnatempo funzionale nato negli anni ’70 a icona culturale globale, profondamente intrecciato con l’era della Perestroika, ne sottolinea il significato storico unico. Il design originale, che privilegia la leggibilità e la praticità, ha risuonato attraverso i decenni, influenzando sia il collezionismo vintage che le riedizioni moderne.

L’eredità duratura della Fabbrica di Orologi Petrodvorets, dalla sua fondazione imperiale al suo impegno nella produzione di movimenti in-house oggi, fornisce una solida base per l’autenticità del marchio Raketa. La robustezza tecnica di movimenti come il 2609.HA nei modelli vintage, in contrasto con il modernizzato automatico 2615 nelle versioni contemporanee, mostra un marchio che rispetta la sua eredità pur abbracciando l’innovazione.

Per i collezionisti, il Raketa Big Zero offre una ricerca ricca e gratificante, sebbene richieda un’attenta attenzione ai dettagli di autenticazione. La proliferazione di “franken-watches” rende necessaria una comprensione approfondita delle marcature storiche del quadrante, delle forme delle lancette e delle caratteristiche della cassa, inclusa la distinzione tra le varianti da polso e da tasca. La consapevolezza che gli orologi da tasca “Big Zero” e quelli con incisioni a veliero sono linee di design separate è cruciale per evitare pezzi non autentici. L’apprezzamento del mercato per questi orologi continua a crescere, spinto dalla loro combinazione unica di storia, design e integrità meccanica.

In definitiva, il Raketa Big Zero è più di un dispositivo per misurare il tempo; è una narrazione tangibile della storia russa, dell’ambizione tecnologica e del cambiamento sociale, rendendolo un pezzo davvero distintivo nel mondo dell’orologeria.

Fonti usate nel reportlibrary.fiveable.meEuropean History – 1945 to Present Unit 18 – Gorbachev, Perestroika, and Glasnost – FiveableSi apre in una nuova finestraen.wikipedia.orgen.wikipedia.orgSi apre in una nuova finestrawilsonquarterly.comThe Hesitant U.S. Rescue of the Soviet Economy – The Wilson QuarterlySi apre in una nuova finestraetsy.comRaketa Big Zero – EtsySi apre in una nuova finestrareddit.com[Raketa] Big Zero crystal replacement? : r/Watches – RedditSi apre in una nuova finestrareddit.com[Identify Raketa Big Zero Dial] Applied numerals or printed? : r/Watches – RedditSi apre in una nuova finestraraketa.comRaketaSi apre in una nuova finestrathelimitededition.co.ukRaketa Big Zero 0283 – the limited editionSi apre in una nuova finestraetsy.comRaketa Big Zero Pocket Watch, Vintage Watch, Mechanical Watch, White Dial Rocket 2609 HA Soviet Vintage, Men’s Wrist Watch, Great Gift – EtsySi apre in una nuova finestraebay.comRaketa 2609.HA naval submarine forces USSR vintage mechanical Soviet wristwatch | eBaySi apre in una nuova finestrawww2.uis.edu.coWatch Raketa 2609.HA Submarine Forces 19 Jewels Vintage USSR Soviet SERVICED – Universidad Industrial de SantanderSi apre in una nuova finestraraketa.comraketa.comSi apre in una nuova finestrawatchcrunch.comThe phenomenal story of Raketa Big Zero – WatchCrunchSi apre in una nuova finestrasovietaly.itRaketa Big Zero Geiger: The Soviet Watch with a Secret History – SOVIETALY™Si apre in una nuova finestraebay.comRAKETA 2609.HA rare model mechanical USSR Soviet vintage men’s wristwatch blackSi apre in una nuova finestrawaqt.comRaketa Unveils the New Big Zero Grey – WAQTSi apre in una nuova finestraebay.comRaketa Big Zero Wristwatches for sale – eBaySi apre in una nuova finestraakulawatch.comRaketa Big Zero Glasnost USSR 1980s – Russian 24-Hours WatchesSi apre in una nuova finestraebay.comBIG ZERO PETERHOF Wrist watch USSR Glasnost, Soviet , Mechanical USSR Vintage | eBaySi apre in una nuova finestraraketa.comRussian made mechanical movement – Ракета (World) – RaketaSi apre in una nuova finestraraketa.comBrand Raketa – Ракета (World)Si apre in una nuova finestradcvintagewatches.comNear NOS Cold War-Era 1980’s Raketa “Big Zero” Mechanical Watch Cyrillic VariantSi apre in una nuova finestraen.wikipedia.orgRaketa – WikipediaSi apre in una nuova finestraraketa.comRaketa “BIG ZERO” Black 0296 – Ракета (World)Si apre in una nuova finestrawatchlords.comCollecting Affordable Watches – Russian Brands – WatchlordsSi apre in una nuova finestraclockworksynergy.comRaketa “Big Zero” Vintage Watch Giveaway (Past Timepieces)Si apre in una nuova finestrafreret-roy.comRaketa – Fréret-RoySi apre in una nuova finestrawornandwound.comAn Introduction to Russian Watches – Worn & WoundSi apre in una nuova finestraraketa.comRaketa “BIG ZERO” Arabic – Ракета (World)Si apre in una nuova finestraoracleoftime.comRaketa Amphibia Shows the Strengths of Hyper Legible Dive Watch Design – Oracle TimeSi apre in una nuova finestratimeandtidewatches.comINTRODUCING: The Raketa Copernic – Time+Tide WatchesSi apre in una nuova finestravintagewatchinc.comRaketa Big Zero: The Ultimate Buying Guide – Vintage Watch IncSi apre in una nuova finestraharlemworldmagazine.comSponsored Love: Value Of Soviet Watches, Why Collectors Are Paying AttentionSi apre in una nuova finestradumarko.comThe Rising Value of Soviet Watches: Why Collectors Are Paying Attentio – DuMarkoSi apre in una nuova finestrascottishwatches.co.ukWatch Review : Raketa “Big Zero” – A Design That Crossed FrontiersSi apre in una nuova finestrareddit.com[Raketa] Big Zero – how to spot the fakes : r/Watches – RedditSi apre in una nuova finestrareddit.comRaketa 2609HA low amplitude and loses a lot of time after service : r/watchrepair – RedditSi apre in una nuova finestrasovietwatchstore.comSoviet mechanical RAKETA watch “big zero” – SovietWatchStore.comSi apre in una nuova finestrasovietwatchstore.comMechanical RAKETA “big zero” – the smaller version! – SovietWatchStore.comSi apre in una nuova finestrathewatchpages.comRaketa Classic “BIG ZERO” 0283 – The Watch PagesSi apre in una nuova finestraranfft.orgRaketa 2609.HA – Ranfft DBSi apre in una nuova finestrasovietaly.itDmitry Brodnikovskiy – The Unique Rare Raketa-Big Zero Jade …Si apre in una nuova finestrareddit.comNeed advice on 2609.HA : r/watchrepair – RedditSi apre in una nuova finestrareddit.com[Raketa] Just bought this one – what are your thoughts on russian watches? 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– DuMarkoSi apre in una nuova finestrawatchmender.wordpress.comSekonda 19 Jewels (Raketa 2609.HA) – The Watch Mender – WordPress.com

Vostok Titanio: Analisi Tecnica e ipotesi sulle Casse in Titanio dei Vostok Amphibia (1992–1995)

russian watch Vostok Amphibia titan

Introduzione: Il Caso delle Casse Vostok Titanio

Il termine “Vostok titanio” identifica una delle produzioni più particolari e ricercate dell’orologeria russa degli anni Novanta. In particolare, le versioni Amphibia titanio si distinguono per casse rotonde di diametro superiore rispetto agli standard dell’epoca, abbinate a un peso sensibilmente ridotto e a proprietà fisiche nettamente diverse da quelle degli esemplari in acciaio inox. L’obiettivo di questo approfondimento è analizzare quale lega di titanio sia stata impiegata nelle casse Vostok titanio, partendo da dati storici, considerazioni metallurgiche e analisi comparativa con le opzioni disponibili sul mercato sovietico e russo del periodo.

russian watch Vostok Amphibia titan
Vostok Amphibia titan

1. Contesto Storico-Industriale: Perché una Serie di Vostok Titanio?

Nel triennio 1992–1995, la Chistopol Watch Factory (Vostok) sperimentò la realizzazione di una limitata serie di orologi “titanio”. Questo fu possibile grazie a particolari condizioni del mercato post-sovietico:

  • Smobilitazione degli stock militari e aerospaziali: numerose aziende metallurgiche e aeronautiche russe svendevano titanio commerciale VT1-0 in barre, lastre e tubi.
  • Necessità di innovazione: per differenziare la gamma e puntare sull’export, Vostok introdusse il “titanio” su alcuni modelli Amphibia e su referenze Komandirskie dedicate.
  • Vincoli di budget: la crisi economica impediva investimenti in nuove linee di produzione o l’utilizzo di leghe pregiate ad alto costo.

Non si trattò di una produzione di massa, ma di una serie ristretta, probabilmente commissionata a officine esterne capaci di lavorare il titanio secondo specifiche dettate dalla fabbrica.


2. Analisi Metallurgica: Quale Lega per il Vostok Titanio?

A) Titanio Commerciale VT1-0 (Grade 1–2 ASTM): L’Opzione Più Plausibile

Dati tecnici principali:

  • Composizione chimica (GOST 19807-91):
    • Titanio (Ti): 98,6–99,7%
    • Ferro (Fe): ≤0,3%
    • Silicio (Si): ≤0,1%
    • Ossigeno (O): ≤0,3%
    • Carbonio (C): ≤0,07%
  • Densità: 4,5 g/cm³ (contro 7,9 dell’acciaio inox 12X18H10T)
  • Durezza HB: 131–163
  • Proprietà meccaniche:
    • Carico di rottura: 240–350 MPa
    • Modulo elastico: 105–120 GPa
  • Resistenza alla corrosione: eccezionale, sia in acqua dolce che salata
  • Comportamento magnetico: completamente amagnetico
  • Lavorabilità: buona con macchinari standard, soprattutto rispetto alle leghe di titanio ad alta resistenza

Perché plausibile per il Vostok titanio?

  • Ampia disponibilità storica negli anni ’90 in Russia (fonti: Wikipedia RU – VT1-0, MatWeb VT1-0)
  • Costo contenuto rispetto a leghe più avanzate (es. VT6, Ti-6Al-4V)
  • Lavorazione compatibile con linee produttive già in uso per acciaio (bassa curva di adattamento)
  • Proprietà fisiche (peso ridotto, colore opaco, assenza di magnetismo) perfettamente coerenti con i Vostok Amphibia titanio originali osservati dai collezionisti

B) Altre Leghe Possibili (ipotesi residuali)

VT6 (Ti-6Al-4V, Grade 5 ASTM)

  • Composizione: Ti ≈ 90%, Al ≈ 6%, V ≈ 4%
  • Densità: 4,43 g/cm³
  • Durezza: 300–350 HB
  • Impiego: settore aerospaziale, non tipico per l’orologeria civile
  • Criticità: lavorazione molto più difficile, costi superiori, poco verosimile per una produzione destinata al mercato consumer anni ’90 in Russia

Acciai Inossidabili Stabilizzati (es. 12X18H10T)

  • Densità: 7,9 g/cm³
  • Note: impiegati su larga scala per modelli in acciaio, ma non nelle versioni dichiarate “titanio”; le differenze di peso e comportamento magnetico sono inequivocabili.

3. Tabella Comparativa: Vostok Titanio, Amphibia Acciaio

MaterialeDensità (g/cm³)Durezza (HB)MagnetismoCorrosioneLavorabilitàColoreComposizione
VT1-0 (Vostok titanio)4,50131–163NessunoEccellenteBuona (su macchine standard)Grigio opacoTi ≥98,6%, Fe, Si, O, C
VT6 (Ti-6Al-4V)4,43300–350NessunoEccellenteDifficileGrigio pallidoTi+Al+V
12X18H10T (acciaio inox)7,90150DeboleOttimaOttimaArgento lucidoFe+Cr+Ni+Ti

4. Metodi di Verifica per le Casse Vostok Titanio

Prossimamente, con l’aiuto di alcuni amici proveremo a gestire dei test per arrivare ad una ipotesi più vicina alla realtà.

Test pratici non distruttivi

  • Peso e densità:
    • Calcolare la densità misurando il peso e stimando il volume della cassa.
    • Se la densità è ≈4,5 g/cm³, si tratta di titanio; ≈7,9 g/cm³ indica acciaio.
  • Test del magnetismo:
    • Il titanio puro (VT1-0) è completamente amagnetico.
  • Aspetto visivo:
    • Le casse Vostok titanio sviluppano nel tempo una patina opaca caratteristica, diversa dalla lucentezza persistente dell’acciaio inox.

Analisi di laboratorio

  • Spettrometria XRF:
    • Analisi chimica precisa, identifica la percentuale di Ti, Fe, Al, V, ecc.
    • Info tecnica: Olympus XRF Analysis
  • Microscopia elettronica (SEM/EDS):
    • Analisi microstrutturale e chimica puntuale, usata nei laboratori metallurgici.

soviet watch Vostok Amphibia Titan Modded
Vostok Amphibia Titan Modded

5. Perché VT1-0 è la scelta più probabile per Vostok Titanio

  • Disponibilità: ampia diffusione di titanio commerciale in Russia post-sovietica.
  • Compatibilità produttiva: nessuna necessità di riconvertire macchinari, lavorabile come un acciaio “duro”.
  • Costi: inferiore rispetto alle leghe ad alte prestazioni.
  • Riscontri empirici: tutte le caratteristiche fisiche rilevate nei Vostok Amphibia titanio corrispondono ai dati tecnici del VT1-0.

6. Fonti, Riferimenti Tecnici e Bibliografia


Conclusione: Il Valore Tecnico e Storico del Vostok Titanio

Alla luce di dati storici, proprietà fisiche, documentazione metallurgica e analisi empiriche, la lega più plausibile delle casse “Vostok titanio” e degli “Amphibia titanio” prodotti tra 1992 e 1995 è il titanio commerciale VT1-0 (Grade 1–2 ASTM). Questa scelta era l’unica davvero sostenibile nel contesto russo del periodo: garantiva leggerezza, resistenza e costi contenuti, mantenendo la possibilità di utilizzare attrezzature convenzionali.

Hai un Vostok Amphibia titanio e vuoi contribuire con test tecnici o dati? Contattaci o lascia la tua esperienza nei commenti.

Vympel: Storia di un marchio di orologi sovietico

russian watch Vympel Vostok Operation Desert Shield

Origini e periodo sovietico (1961-1964)

Dopo la Seconda Guerra Mondiale la Prima Fabbrica Statale di Orologi (1° MChZ) si concentrò sui segnatempo da polso, lanciando negli anni ’50 numerosi marchi dedicati a specifiche linee di prodotto (ad es. Antarktida, Kirovskie, Sputnik, ecc.) alimentati da movimenti di propria manifattura (mroatman.wixsite.com). In questo contesto nacque Vympel (in russo Вымпел, lett. “vessillo” o “bandierina”), presentato nel 1961 come orologio da polso elegante e ultrapiatto (mroatman.wixsite.com). Il nome era ispirato alle imprese spaziali sovietiche: “Vympel” richiamava infatti le piccole bandiere lasciate sulla Luna dalla sonda Luna 2, e il logo del marchio raffigurava la traiettoria dal pianeta Terra al nostro satellite (safonagastrocrono.club).

Il modello Vympel impiegava il nuovo calibro 2209 a carica manuale, uno straordinario movimento ultrapiatto spesso appena 2,9 mm nonostante avesse il secondi al centro e un dispositivo antiurto – caratteristiche tecniche all’avanguardia all’epoca (mroatman.wixsite.com). Dotato di 23 rubini, il 2209 era uno dei movimenti a tre lancette più sottili al mondo, tanto da ottenere la medaglia d’oro alla fiera di Lipsia del 1963 (mroatman.wixsite.com). L’orologio completo misurava circa 6,5 mm di spessore (vetro compreso), un risultato eccezionale che collocava il Vympel tra i più eleganti e piatti segnatempo dell’epoca (mroatman.wixsite.com). Il governo sovietico intendeva infatti offrire un orologio di alta qualità tecnica ed estetica paragonabile a quelli occidentali, ma a un prezzo accessibile alla popolazione (il Vympel costava circa 50 rubli, relativamente abbordabile per un orologio di tale prestigio) (safonagastrocrono.club). Sin dalla presentazione, il modello fu certificato come orologio di 1ª classe secondo gli standard di precisione sovietici GOST 6519-58 – una certificazione immediata rara nell’industria orologiera URSS – ed era rifinito e confezionato con cura superiore alla norma dell’epoca (safonagastrocrono.club). Per la cassa venne adottato un design extra-piatto da 35 mm di diametro (circa 42 mm “lug-to-lug”), prodotto in versioni placcate in oro 20 micron o, per alcune serie celebrative, in oro massiccio (safonagastrocrono.club) (safonagastrocrono.club).

Durante la breve produzione (1961-1964) furono realizzate tre varianti di quadrante, tutte con le medesime sottili lancette in stile dress. In ogni versione il contatore dei secondi era insolitamente corto per evitare di toccare il vetro piatto, date le tolleranze ridottissime imposte dallo spessore minimo (safonagastrocrono.club). Il Vympel riscosse subito grande successo e ottenne anche riscontri positivi all’estero: fonti dell’epoca lo citano come “di gran lunga l’orologio da polso da uomo più elegante e sottile al mondo prodotto in serie” (safonagastrocrono.club), rilevando anche l’ottimo rapporto precisione/prezzo. Nonostante ciò, il marchio ebbe vita effimera. Nel 1964 la 1ª Fabbrica di Mosca fu riorganizzata e adottò il nuovo nome commerciale Poljot (“volo”), sotto il quale confluirono tutti i modelli successivi (mroatman.wixsite.com). Il Vympel dunque uscì di scena dopo circa tre anni, lasciando però un’importante eredità tecnica e industriale: il calibro 2209 continuò a essere prodotto in grandi quantità (principalmente presso lo stabilimento Luch di Minsk) fino alla fine dell’URSS (mroatman.wixsite.com) (safonagastrocrono.club), diventando la base di una lunga serie di orologi da dress ultrapiatti sovietici (noti marchi come Poljot, Luch e anche Sekonda all’estero proposero in seguito modelli simili, spesso derivati direttamente dal progetto Vympel) (mroatman.wixsite.com).

Gli esemplari originali Vympel degli anni ’60 sono oggi estremamente rari e ricercati dai collezionisti. Si stima che ne siano rimasti pochi, vista la produzione limitata e la breve durata del marchio (relojesrelojes.com).

Il marchio Vympel nel periodo post-sovietico: declino e riutilizzo

Dopo la caduta dell’Unione Sovietica, il nome Vympel conobbe una sorta di rinascita commerciale, sebbene su prodotti di tutt’altro livello qualitativo. Negli anni ’90, infatti, l’ex stabilimento di Vitebsk in Bielorussia – che in epoca sovietica fabbricava casse per Luch, Zaria, Raketa ed era parte del gruppo della fabbrica di Minsk – divenne indipendente e iniziò a produrre orologi completi con un proprio marchio “Vympel” (truefork.org) (truefork.org). Questi segnatempo utilizzavano casse di produzione Vitebsk abbinate a movimenti forniti da terzi: inizialmente calibri meccanici Luch rimasti in produzione dopo l’URSS, e in seguito prevalentemente movimenti standard cinesi (Tongji) per contenere i costi (truefork.org). Un documento di settore riporta che “negli anni ’90 (Vitebsk) montò per lo più movimenti Luch, mentre in seguito prevalentemente movimenti cinesi” (truefork.org). La scelta di adottare calibri Tongji – movimenti meccanici cinesi a 17 rubini largamente diffusi all’epoca – segnò il decadimento tecnico del marchio rispetto al passato: si passò infatti dal sofisticato 2209 sovietico ad economici meccanismi esteri di bassa gamma. Un esemplare Vympel di questo periodo è risultato equipaggiato proprio con un movimento cinese Tongji, recante persino il logo “doppio pennant” Vympel punzonato sul ponte (truefork.org).

Le specifiche degli orologi Vympel post-sovietici erano molto più modeste rispetto a quelle del predecessore degli anni ’60. Ad esempio, un modello Vympel prodotto a Vitebsk nel 2002 impiegava un calibro meccanico 2409 da 17 rubini (diametro 24 mm) di fabbricazione russa, con cassa placcata oro e quadrante semplice con indici numerici arabi (chasi-sssr.ru). Entro la metà degli anni 2000 la produzione della fabbrica di Vitebsk andò però in crisi; nel corso dei primi anni 2010 l’attività venne quasi del tutto dismessa, sia per gli orologi completi sia per i componenti di ricambio (truefork.org).

Va aggiunto infine che molti orologi riportanti la scritta Vympel reperibili sul mercato collezionistico non sono esemplari originali del 1961-64. Forum specializzati segnalano infatti numerosi casi di falsi o di orologi “Frankenstein” creati assemblando parti di altre produzioni e spacciati per Vympel d’epoca (relojesrelojes.com). Inoltre alcuni venditori tendono a chiamare “Vympel” in senso lato qualsiasi orologio ultrasottile con calibro 2209, anche se prodotto successivamente sotto altri marchi (come Poljot o Luch), il che può generare confusione (safonagastrocrono.club). Si raccomanda dunque prudenza: il vero Vympel sovietico rimane un pezzo raro e di grande valore storico-tecnico, mentre gli orologi omonimi post-sovietici rappresentano un capitolo distinto, legato alla decadenza del marchio dopo la fine dell’URSS.

Fonti: Orologi di epoca sovietica – collezione online Watches of the USSR (mroatman.wixsite.com) (mroatman.wixsite.com); forum specializzati (Watchuseek, Watch.ru) e ricerche storiche degli appassionati (safonagastrocrono.club) (truefork.org). Le informazioni sono state integrate e approfondite a partire dal materiale introduttivo presente in Watches of the USSR – Vympel (mroatman.wixsite.com) (mroatman.wixsite.com), con contributi e dibattiti tratti da discussioni su forum americani, inglesi e russi.

Analisi del marchio Sekonda nell’epoca sovietica e russa

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Il contesto storico e il ruolo delle fabbriche sovietiche nel marchio Sekonda

Il marchio Sekonda nacque nel 1966 su iniziativa dell’ente sovietico ChasProm (Istituto Scientifico dell’Industria Orologiera) in collaborazione con un’azienda britannicamroatman.wixsite.com. L’idea era di esportare in Occidente (soprattutto nel Regno Unito) i migliori orologi prodotti in URSS, riunendoli sotto un unico marchio di facile pronuncia internazionalemroatman.wixsite.com. Sekonda divenne così il brand ombrello per una vasta gamma di orologi sovietici, realizzati da tutte le principali fabbriche dell’URSS e semplicemente re-marcati per l’exporten.wikipedia.org. In particolare, contribuirono alla produzione di Sekonda le seguenti manifatture (con i rispettivi marchi originali tra parentesi): Prima Fabbrica di Orologi di Mosca (Poljot), Seconda Fabbrica di Orologi di Mosca (Slava), Fabbrica di Orologi di Uglich (Chaika), Fabbrica di Orologi di Petrodvorec (Raketa), Fabbrica di Orologi di Minsk (Luch), Fabbrica di Orologi di Chelyabinsk (Molnija), Fabbrica di Orologi di Penza (Zarja), Fabbrica di Orologi di Chistopol (Vostok), Fabbrica Maslennikov di Samara (ZIM, inclusi modelli Pobeda ed Elektronika) e Stabilimento di elettronica Integral (produttrice di orologi Elektronika-5)en.wikipedia.org.

Tutti questi stabilimenti fornivano a Sekonda modelli basati sui propri marchi, mantenendo le caratteristiche di robustezza e qualità tipiche dell’orologeria sovietica. Il punto di forza di Sekonda sul mercato occidentale era infatti l’ottimo rapporto qualità-prezzo: movimenti meccanici con rubini, robusti e precisi, venduti a un costo sensibilmente inferiore ai concorrenti svizzerimroatman.wixsite.com. L’operazione ebbe grande successo: entro la fine degli anni ’80 Sekonda divenne il marchio di orologi più venduto nel Regno Unitomroatman.wixsite.com. Dopo la dissoluzione dell’URSS (1991) la collaborazione si interruppe e, a partire dal 1993, Sekonda spostò la produzione su modelli di moda assemblati a Hong Kongmroatman.wixsite.com. Di seguito analizziamo in dettaglio ciascuna delle fabbriche sovietiche coinvolte durante il periodo d’oro di Sekonda, evidenziandone la storia, i tipi di orologi prodotti e le principali caratteristiche tecniche dei movimenti.

Le fabbriche sovietiche partner di Sekonda

Fabbrica di Orologi di Chelyabinsk (Molnija)

Fondata nel 1947 nella regione degli Urali, a seguito dell’evacuazione bellica di impianti industriali da Mosca, la Fabbrica di Chelyabinsk fu progettata sin dall’inizio per la produzione di orologi da tascamroatman.wixsite.com. Nel dopoguerra, oltre 100 tecnici e macchinari pesanti provenienti da altri stabilimenti (come Zlatoust) furono trasferiti a Chelyabinsk, e già nel novembre 1947 lo stabilimento iniziò l’attivitàmroatman.wixsite.com. Il marchio principale divenne Molnija (in cirillico Молния, significa “fulmine”), utilizzato per identificare i robusti orologi da tasca prodotti qui. Il calibro meccanico impiegato, inizialmente denominato ČK-6, era derivato da un design svizzero (Cortébert 620) adattato alla produzione localemroatman.wixsite.com. Dal 1960, in linea con le riorganizzazioni generali dell’industria, la fabbrica adottò ufficialmente il nome Molnija e standardizzò il suo movimento base col codice 3602 (o 3603 nella versione con antiurto)mroatman.wixsite.com. Questo movimento da 15 rubini divenne uno dei più longevi dell’orologeria sovietica, rimanendo praticamente invariato per decenni. La Fabbrica di Chelyabinsk si specializzò dunque in orologi da tasca di vari formati e finiture, inclusi esemplari particolari destinati a categorie specifiche: ad esempio versioni speciali per minatori, ferrovieri e persino modelli Braille per non vedentimroatman.wixsite.com. In Occidente, Sekonda commercializzò molti di questi orologi da tasca Molnija col proprio marchio, apprezzati per la loro estetica vintage (spesso con cassa incisa o raffigurazioni storiche) e per la grande affidabilità del movimento a carica manuale.

Fabbrica di Orologi di Chistopol (Vostok)

Lo stabilimento di Chistopol, nella Repubblica Tatara, nacque nel pieno della Seconda Guerra Mondiale: nel 1942 una sezione della Prima Fabbrica di Mosca fu evacuata lontano dal fronte e ricostruita a Chistopol, sulle rive del fiume Kamaen.wikipedia.org. Durante la guerra, l’impianto produsse equipaggiamento bellico, ma dal 1945 iniziò a realizzare orologi da polso meccanici per uso civile e militare. Negli anni ’50-’60 la fabbrica di Chistopol conobbe un rapido sviluppo, fino a diventare fornitrice ufficiale del Ministero della Difesa sovietico nel 1965. In quell’anno adottò il marchio “Vostok” (Восток, “Oriente”), ispirato all’era spaziale, e introdusse un nuovo logo internazionalemroatman.wixsite.commroatman.wixsite.com. Chistopol si specializzò in orologi robusti e funzionali, in particolare i celebri modelli militari Komandirskie (orologi da campo per l’Armata Rossa) e gli orologi subacquei Amphibia. Nel 1967 venne perfezionato il progetto Amphibia, un segnatempo impermeabile fino a 200 metri di profondità, dotato di cassa sigillata e fondello a vitemroatman.wixsite.com. Una versione speciale per uso militare arrivò persino a 300 m di profondità, fornita ad alcuni reparti della Marina sovieticamroatman.wixsite.com. Sul finire degli anni ’60, una quota importante della produzione di Chistopol era destinata all’export: i modelli destinati all’estero recavano diciture in caratteri latini (talvolta il marchio “Wostok”, con la W per facilitare la pronuncia)mroatman.wixsite.com. Attraverso Sekonda, molti Vostok da esportazione raggiunsero il mercato occidentale: orologi meccanici a 17 rubini, precisi e duraturi, che si affermarono come solida alternativa economica agli orologi svizzeri. Ancora oggi i Vostok vintage (come i Komandirskie e gli Amphibia anni ’70 venduti come Sekonda) sono apprezzati dai collezionisti per la loro robustezza meccanica e il design funzionale, frutto dell’esperienza militare sovietica.

Prima Fabbrica di Orologi di Mosca (Poljot)

La Prima Fabbrica di Mosca, fondata nel 1930, fu la prima industria orologiera su larga scala in Unione Sovietica. Dotata di macchinari acquistati negli USA (dalle ditte Ansonia e Dueber-Hampden)storiediorologeriameccanica.wordpress.comstoriediorologeriameccanica.wordpress.com, iniziò producendo orologi da tasca e da polso semplici per l’esercito e il popolo. Nel dopoguerra divenne il fiore all’occhiello dell’industria sovietica: nel 1961 realizzò l’orologio indossato da Yuri Gagarin durante il primo volo nello spazio (un modello da aviatore “Sturmanskie” fornito all’Aeronautica)dumarko.com. Proprio per celebrare tali successi aerospaziali, nel 1964 la fabbrica adottò il nuovo marchio Poljot (Полёт, “Volo”)en.wikipedia.org. Poljot divenne la marca di punta dell’URSS, sinonimo di qualità e prestigio, producendo orologi impiegati in missioni spaziali e in altri eventi storicien.wikipedia.org. La Prima Fabbrica fu anche all’avanguardia nella tecnologia: fu la sola in URSS a produrre cronografi da polso negli anni ’60. Il suo calibro cronografico 3017 (19 rubini, con ruota a colonne, derivato dallo svizzero Venus 150) fu introdotto nel 1959storiediorologeriameccanica.wordpress.com. Questo movimento equipaggiò il celebre cronografo “Strela” (“freccia”), inizialmente distribuito solo ai piloti di alto rango e ai cosmonauti sovietici come strumento di precisionestoriediorologeriameccanica.wordpress.com. Negli anni ’70 Poljot sviluppò un nuovo cronografo, il calibro 3133 a 23 rubini, basato sul progetto Valjoux 7734: tale movimento equipaggiò l’orologio Poljot “Okean”, fornito ai cosmonauti della missione congiunta Apollo-Soyuz del 1975dumarko.com. Oltre ai cronografi, la Prima Fabbrica produceva una vasta gamma di orologi da polso di alta qualità: dai modelli di lusso ultra-sottili da 23-29 rubini (Poljot de luxe) a robusti segnatempo militari e perfino cronometri da marina. Nel contesto Sekonda, la fabbrica di Mosca forniva i modelli di fascia più alta: eleganti orologi da uomo e cronografi con marchio Sekonda, che offrivano al pubblico occidentale le prestazioni di Poljot a un prezzo competitivo. La reputazione di precisione e affidabilità (molti di questi orologi sono stati letteralmente “testati nello spazio”) fa sì che i Sekonda/Poljot vintage siano tra i più ricercati dai collezionisti di tutto il mondoen.wikipedia.org.

Stabilimento Integral (Elektronika-5) – Minsk

Negli anni ’70 l’industria sovietica abbracciò anche la tecnologia quarzo e digitale attraverso il marchio Elektronika (Электроника). Diversi stabilimenti elettronici, coordinati dal Ministero dell’Industria Elettronica, iniziarono a produrre orologi digitali a LED e LCD destinati sia al mercato interno che all’exportmroatman.wixsite.com. Uno dei principali era lo stabilimento “Integral” di Minsk (Bielorussia), specializzato in microelettronica. I primi orologi elettronici sovietici apparvero nei primi anni ’70 ed erano basati su tecnologie occidentali (ad esempio circuiti derivati dai Pulsar americani)mroatman.wixsite.com. Integral di Minsk divenne il capofila di questa produzione: realizzò in particolare gli orologi al quarzo della serie Elektronika-5, destinati anche all’esportazionemroatman.wixsite.commroatman.wixsite.com. Alcuni modelli digitali furono infatti venduti fuori dall’URSS con il marchio Sekonda (in alternativa ad altri nomi come “Elorg”)mroatman.wixsite.com. Gli Elektronika-5, spesso con display LCD e funzioni di base (ora, calendario e talvolta cronografo digitale), rappresentavano l’offerta Sekonda nel settore degli orologi elettronici. Tecnicamente, questi segnatempo usavano moduli al quarzo sviluppati in URSS: Integral forniva i circuiti e assemblava molti di essi, affiancata da altri impianti come “Angstrem” di Zelenograd o “Sojuz” di Novosibirskmroatman.wixsite.com. Un traguardo significativo fu raggiunto alla fine degli anni ’70 quando, presso la Fabbrica Maslennikov (ZIM) ma con la collaborazione di Integral, venne prodotto il primo orologio digitale a LED sovietico (Elektronika B6-02)mroatman.wixsite.com. Integral stessa continuò negli anni ’80 a produrre vari moduli LCD (come la serie Elektronika-5 cal. 29367) e l’industria degli orologi al quarzo sovietici divenne abbastanza competitiva. In sintesi, Integral Electronics portò il marchio Sekonda nell’era digitale, offrendo orologi al quarzo “Made in USSR” affidabili ed economici, oggi oggetti di nicchia per i collezionisti appassionati di elettronica vintage.

Fabbrica Maslennikov di Samara (ZIM)

La Fabbrica Maslennikov di Kuibyshev/Samara (nota anche con la sigla ZIM, Zavod Imeni Maslennikova) ha una storia particolare: fondata nel 1911 come industria bellica (produceva spolette e componenti per munizioni), convertì parte della produzione a beni civili nel dopoguerrarussian.watch. Negli anni ’40, a guerra finita, lo stabilimento iniziò a produrre orologi prendendo in carico la realizzazione di modelli semplici ed economici destinati al grande pubblico sovietico. Il marchio principale divenne ZIM, e la fabbrica fu anche uno dei siti dove vennero realizzati gli orologi Pobeda (in russo “Vittoria”) – segnatempo creati su direttiva di Stalin nel 1945 per celebrare la vittoria nella Seconda Guerra Mondialerussian.watch. La ZIM produsse per decenni milioni di orologi meccanici a carica manuale, con movimenti semplici (spesso 15 o 17 rubini) ma estremamente robusti. Un esempio è il calibro ZIM 2602 (derivato dal francese Lip T18/Pobeda), che rimase in produzione continuativa per oltre 50 anni, diventando il movimento sovietico più longevo di sempre. Questi orologi, dal design sobrio e funzionale, costituivano l’offerta “popolare” dell’industria: modelli da uomo e donna affidabili e poco costosi, molti dei quali vennero esportati tramite Sekonda con grande successo commerciale in Occidente. La Fabbrica Maslennikov non si limitò però ai soli orologi meccanici tradizionali: negli anni ’70 partecipò anche al progetto di realizzazione di orologi elettronici. Il primo orologio digitale sovietico a LED, l’Elektronika B6-02 del 1978, fu assemblato proprio alla ZIM di Samaramroatman.wixsite.com, utilizzando un modulo progettato in collaborazione con gli altri istituti elettronici. Inoltre la ZIM produsse alcuni modelli al quarzo (es. Elektronika 1) e orologi da polso meccanici con funzione di calendario e altri “complicazioni” di base. Nel contesto Sekonda, la fabbrica Maslennikov fornì orologi meccanici economici (spesso marchiati Pobeda o ZIM) destinati alla fascia bassa del mercato export, garantendo però elevata robustezza. Ancora oggi gli orologi ZIM/Pobeda anni ’50-’70 a marchio Sekonda attirano i collezionisti per il loro fascino rétro e per essere testimonianze dell’orologeria sovietica popolare.

Fabbrica di Orologi di Minsk (Luch)

Negli anni ’50, per far fronte alla crescente domanda di orologi sia in patria che all’estero, l’URSS decise di creare uno stabilimento orologiero anche nella Repubblica Bielorussa. Nacque così la Fabbrica di Minsk, i cui lavori di costruzione iniziarono nel 1953 e che venne inaugurata nel 1955mroatman.wixsite.commroatman.wixsite.com. La produzione esordì a fine 1955 con piccoli orologi da donna denominati “Minsk” o “Zaria” (Заря, “alba”), dotati di movimenti di soli 18 mm di diametro – i più piccoli mai realizzati in URSS fino a quel momentomroatman.wixsite.com. Tali calibri erano stati inizialmente sviluppati dalla fabbrica di Penza e poi miniaturizzati a Minsk. Nel 1960 la fabbrica progettò un orologio ancora più minuto (13 mm di diametro), che fu il primo a portare il nome Luch (Луч, “raggio”)mroatman.wixsite.commroatman.wixsite.com. Da allora Luch divenne il marchio di fabbrica della produzione di Minsk, sinonimo di segnatempo eleganti e spesso di piccole dimensioni. La Fabbrica di Minsk, pur nascendo come stabilimento “ancillare”, conobbe un grande successo e diversificò presto la produzione: negli anni ’60-’70 fabbricava non solo orologi da polso (da uomo, donna e bambino), ma anche sveglie, orologi da tavolo e perfino orologi da cruscotto per automobilimroatman.wixsite.commroatman.wixsite.com. Tecnologicamente, uno dei contributi più importanti di Luch fu lo sviluppo e la produzione in massa del calibro ultrapiatto 2209 (manuale, 22 mm di diametro per soli 2,9 mm di spessore). Questo movimento – originariamente ideato nel 1961 a Mosca come “Vympel” – entrò in produzione a Minsk nel 1963 e divenne la base di raffinati orologi da dress a 23 rubinimroatman.wixsite.com. Grazie a queste eccellenze, Luch raccolse riconoscimenti internazionali: ad esempio nel 1974 un calibro elettromeccanico della fabbrica (il 1816, con bilanciere controllato elettronicamente) vinse la medaglia d’oro alla Fiera di Lipsiamroatman.wixsite.com. Nel 1980, al suo 25° anniversario, la Fabbrica di Minsk aveva prodotto oltre 56 milioni di orologi, esportandone in media un terzo in 13 paesi diversimroatman.wixsite.com. Per Sekonda, lo stabilimento di Minsk forniva soprattutto orologi da polso classici: sottili modelli da uomo a carica manuale (spesso con il citato calibro 2209) e una vasta gamma di orologi femminili eleganti. Questi orologi Luch a marchio Sekonda, raffinati e precisi, erano molto apprezzati in Occidente come orologi da dress economici ma di qualità, e ancor oggi sono ricercati per la finezza dei loro movimenti.

Fabbrica di Orologi di Penza (Zarja)

La città di Penza ospitò, già dal 1935, la cosiddetta Terza Fabbrica di Orologi di Stato. Questo impianto venne creato con il supporto tecnico dell’azienda francese LIP, nell’ambito di un accordo per trasferire know-how e attrezzature in URSSmroatman.wixsite.com. Prima della guerra, Penza si concentrò principalmente sulla produzione di movimenti di piccole dimensioni (da donna) e sulla fabbricazione di utensili e macchine per l’industria orologiera sovieticamroatman.wixsite.com. Con l’avvento del conflitto mondiale, la fabbrica fu convertita a produzione militare (mine, mortai, strumenti di artiglieria) e rinominata “Fabbrica n.807” durante gli anni bellicimroatman.wixsite.com. Nel 1945 tornò alla produzione civile e fu ufficialmente ribattezzata Fabbrica di Orologi di Penza, con l’ordine di dedicarsi unicamente a orologi e strumenti di misura del tempomroatman.wixsite.com. In quel periodo, Penza riprese la realizzazione dei suoi piccoli orologi “Zvezda” (Звезда, “stella”) da donna – la cui produzione era stata interrotta durante la guerra – e avviò anche la produzione di un orologio da polso maschile molto importante: il Pobedamroatman.wixsite.com. Il Pobeda (15 rubini, derivato da un calibro Lip) fu inizialmente prodotto qui a Penza subito dopo la guerra, prima che la produzione venisse estesa anche ad altre fabbriche. Nel 1949, però, una direttiva centrale impose a Penza di specializzarsi esclusivamente in orologi da donna: tutte le linee di produzione di calibri da uomo (incluso il Pobeda) vennero trasferite ad altre fabbriche, come Petrodvorec, Chistopol e Samaramroatman.wixsite.com. I progettisti di Penza si dedicarono dunque a perfezionare movimenti femminili sempre più piccoli. Dalla loro esperienza nacque un nuovo calibro miniaturizzato, circa la metà del precedente Zvezda, che fu poi utilizzato per lanciare il marchio Zarja (Заря, “aurora”). Dal 1950 in poi comparvero dunque gli orologi da donna Zarja, inizialmente affiancati da molti altri marchi minori. Verso il 1964 la Fabbrica di Penza consolidò tutte le sue produzioni sotto il solo brand “Zarja”, dismettendo le vecchie denominazioni (Aurora, Junost, Kometa, ecc.)mroatman.wixsite.com. Penza divenne negli anni ’60-’80 un vero colosso degli orologi femminili: produceva milioni di segnatempo economici ma di buona qualità, e fungeva anche da centro di formazione per tecnici destinati ad altri stabilimenti (fu di aiuto, ad esempio, nell’avviamento delle nuove fabbriche di Uglich nel 1950-51 e di Minsk nel 1954-55)mroatman.wixsite.com. Una parte consistente di questa enorme produzione veniva esportata: già nel 1968 un terzo degli orologi prodotti a Penza era destinato all’estero, raggiungendo 52 paesi diversimroatman.wixsite.com. Nel 1980 la fabbrica festeggiò il traguardo di 100 milioni di orologi fabbricati, di cui oltre 50 milioni erano stati esportati oltre cortinamroatman.wixsite.com. Attraverso Sekonda, i piccoli orologi Zarja di Penza (solitamente con movimenti 15-17 rubini e cassa placcata oro o cromata) furono venduti in Occidente come orologi da donna economici. Oggi molti di questi pezzi sopravvivono ancora e, pur essendo meno quotati rispetto ad altri (dato l’enorme volume produttivo), rappresentano un interessante campo di collezione per chi è appassionato di orologeria vintage femminile.

Fabbrica di Orologi di Petrodvorec (Raketa)

La Fabbrica di Petrodvorec, situata a Peterhof nei pressi di Leningrado (oggi San Pietroburgo), vanta origini antichissime: venne fondata addirittura nel 1721 dallo zar Pietro il Grande come laboratorio imperiale per la lavorazione di pietre preziose e semiprezioseen.wikipedia.org. Per oltre due secoli produsse oggetti di lusso (gioielli, intarsi, manufatti di pietra dura) per la corte imperiale. Durante la Seconda Guerra Mondiale lo stabilimento subì gravi distruzioni nel corso dell’assedio di Leningrado, ma fu ricostruito già dal 1944. Terminata la guerra, nell’ambito dello sforzo di ricostruzione e di sostituzione delle importazioni, Stalin in persona ordinò che la fabbrica riconvertisse la sua attività alla produzione di orologien.wikipedia.org. Già nel 1945 Petrodvorec avviò la produzione dei suoi primi orologi meccanici, utilizzando due marchi: Pobeda (in coordinamento con Penza e altre fabbriche) e Zvezda (per modelli da donna)en.wikipedia.org. Negli anni successivi la fabbrica crebbe fino ad impiegare 8.000 operai, con una capacità produttiva enorme (fino a 4,5 milioni di orologi all’anno negli anni ’60)en.wikipedia.org. Nel 1961, dopo il volo di Gagarin, Petrodvorec lanciò un nuovo marchio di prestigio, Raketa (Ракета, “razzo”), in onore dell’impresa spaziale sovieticaen.wikipedia.org. I segnatempo Raketa divennero presto noti per la loro qualità e per le soluzioni tecniche innovative. La fabbrica di Petrodvorec fu infatti una delle pochissime al mondo a produrre in casa tutti i componenti degli orologi, movimenti compresi (vantaggio evidenziato anche in epoca moderna)en.wikipedia.org. I Raketa erano considerati orologi “di alta gamma” nell’ambito sovietico: celebri i modelli progettati per usi speciali, come il Raketa Polar a 24 ore (pensato per gli esploratori polari, con quadrante a 24 ore per distinguere il giorno dalla notte nelle regioni artiche)dumarko.com, oppure gli orologi per piloti e cosmonauti (diversi cosmonauti negli anni ’70 indossavano cronografi e orologi Raketa durante le missioni). Al tempo stesso, Petrodvorec continuò a produrre anche orologi popolari come i Pobeda, coprendo tutte le fasce di mercato. Nel contesto di Sekonda, la fabbrica di Petrodvorec ebbe un ruolo chiave: molti Sekonda esportati erano in realtà modelli Raketa rimarchiati, dati gli elevati standard qualitativi di questi ultimien.wikipedia.org. Tra i modelli Raketa/Sekonda più diffusi in Occidente ricordiamo gli orologi da polso classici a 19 o 21 rubini (spesso con secondi centrali, movimento Raketa 2609), i modelli con calendario completo e quelli con funzioni particolari come il già citato 24 ore. Oggi gli orologi vintage Raketa – e in particolare alcune referenze iconiche come il “Big Zero” (con grandi numeri arabi, prodotto negli anni ’80) o i Raketa per spedizioni polari – sono molto apprezzati dai collezionisti, sia russi che internazionali, per la loro storia prestigiosa e la costruzione in-house.

Seconda Fabbrica di Orologi di Mosca (Slava)

La Seconda Fabbrica di Mosca affonda le sue radici nei primi decenni sovietici (venne menzionata per la prima volta già nel 1924 come piccola unità produttiva), ma assunse un ruolo di primo piano solo nel dopoguerra. Durante la Seconda Guerra Mondiale, parte delle sue attrezzature e personale furono evacuati a Chistopol per garantire la continuità produttivaen.wikipedia.org. Nel 1946-47 la fabbrica fu ricostruita a Mosca e riprese la produzione di orologi, inizialmente concentrandosi su calibri da donna e orologi semplici. Nel 1958 lo stabilimento assunse formalmente il nome di Seconda Fabbrica di Orologi di Mosca, adottando un nuovo logomroatman.wixsite.com. Pochi anni dopo, nel 1964, arrivò il rebranding definitivo: il marchio Slava (Слава, “gloria”) venne scelto per tutti i prodotti, e da allora ogni orologio uscito da questa fabbrica portò tale dicitura sul quadrantemroatman.wixsite.com. La Slava si distinse dalle altre manifatture sovietiche per un aspetto: i suoi orologi erano destinati unicamente al mercato civile. A differenza di Poljot o Vostok, Slava non ebbe mai commesse dirette per esercito o aeronautica, e poté quindi focalizzarsi su prodotti per il pubblico generalemroatman.wixsite.com. Ciò non significa che mancassero innovazioni tecniche: già nei primi anni ’60 la Seconda Fabbrica sperimentò orologi elettrici. Nel 1964 presentò il “Slava Transistor”, un orologio da polso con movimento elettromeccanico (a diapason/tuning fork) che ottenne una medaglia d’oro alla Fiera di Lipsia per la sua modernitàmroatman.wixsite.com. Tuttavia, fino alla metà degli anni ’60, Slava non disponeva di un proprio calibro da uomo di dimensioni standard. Per soddisfare la domanda di orologi maschili, la fabbrica adottò una soluzione ingegnosa: montare movimenti da donna in casse più grandi da uomo, utilizzando un anello adattatore come supportomroatman.wixsite.com. Questi orologi ibridi permisero di coprire temporaneamente il mercato maschile in attesa di sviluppare movimenti dedicati. Finalmente nel 1966 Slava introdusse la sua nuova famiglia di calibri da uomo, siglati 24xx, tutti caratterizzati da un’architettura originale a doppio bariletto (due molle di carica collegate da un ingranaggio intermedio)mroatman.wixsite.com. Questo design consentiva di erogare la forza in modo più uniforme e aumentare la riserva di carica. Nel 1973 la gamma si ampliò con calibri automatici completi di datario e giorno della settimana (serie 2427 e 2428 a 26 rubini)mroatman.wixsite.com, mentre nel 1980 circa apparvero versioni con piccoli secondi e in seguito (1989) un ultimo calibro automatico semplificato, il 2416mroatman.wixsite.com. I movimenti Slava 24xx ebbero un buon successo commerciale e furono prodotti in grande quantità, anche se la loro affidabilità nel lungo periodo si rivelò inferiore a quella di altri calibri sovietici (soffrivano di usura precoce in alcuni componenti)mroatman.wixsite.com. Ciò spinse la fabbrica, negli ultimi anni sovietici, a orientarsi rapidamente sui movimenti al quarzo di nuova generazione. Molti orologi Slava a quarant’anni di distanza funzionano ancora, ma richiedono cure più attente rispetto, ad esempio, ai coevi Vostok o Poljot. Per il marchio Sekonda, la Seconda Fabbrica di Mosca fornì un’ampia varietà di modelli civili: dagli orologi automatici da uomo (21-26 rubini, con o senza datario) fino a eleganti orologi femminili. Particolarmente degni di nota furono alcuni Sekonda con sveglia meccanica incorporata, basati sul calibro Slava 828 (uno dei pochi orologi da polso al mondo con funzione di allarme acustico all’epoca). Questi orologi-sveglia a doppio bariletto univano la tradizione Slava di movimenti a molla multipla con un’utilità pratica, e oggi rappresentano pezzi ambiti nel collezionismo vintage sovietico.

Fabbrica di Orologi di Uglich (Chaika)

La città di Uglich, a circa 200 km a nord di Mosca, divenne sede nel 1938 di un particolare impianto industriale: il Secondo Stabilimento Statale di Gioielleria di Precisionemroatman.wixsite.com. Costruito tra il 1938 e il 1942, inizialmente non produceva orologi finiti, bensì rubini e componenti in pietra dura per i movimenti destinati alle altre fabbriche sovietichemroatman.wixsite.com. Nel 1950 lo stabilimento cambiò nome in Fabbrica di Orologi di Uglich e cominciò a focalizzarsi sull’assemblaggio di orologi da polso, inizialmente con marchi trasferiti da altri impianti. Nei primi anni ’50 produsse orologi da donna a marchio Zvezda e verso la fine del decennio introdusse un nuovo marchio, Volga, ma si trattava comunque di soli movimenti di piccole dimensioni (calibri femminili) e design semplicimroatman.wixsite.com. Una curiosità storica: attorno al 1960, la Fabbrica di Chistopol utilizzò il nome Chaika (Чайка, “gabbiano”) per una linea di orologi femminili dotati di datario (calibro 2605, 17 rubini) destinati al mercato internomroatman.wixsite.com. Quando però Chistopol nel 1964 cambiò tutti i marchi in “Vostok”, abbandonò la denominazione Chaika. Nel frattempo ad Uglich avvenne un fatto epocale: nel giugno 1963 la cosmonauta Valentina Tereshkova divenne la prima donna nello spazio, utilizzando come nome in codice radio proprio Chaika. In onore di quell’evento, l’anno seguente (1964) la Fabbrica di Uglich venne ribattezzata Chaika e adottò il gabbiano come simbolomroatman.wixsite.com. Sotto questa insegna, la piccola fabbrica si specializzò in orologi gioiello da donna, spingendosi a livelli di miniaturizzazione eccezionali: realizzò il calibro Chaika 1200, grande appena 6×9 mm, il più piccolo movimento mai costruito in URSS, che vinse la medaglia d’oro alla Fiera Mondiale di Lipsia nel 1966mroatman.wixsite.com. Oltre ai minuscoli orologi femminili (spesso montati in casse in oro o argento e venduti come gioielli), Uglich negli anni ’70 diversificò la produzione. Furono sviluppati anche movimenti automatici da uomo (es. il calibro 2627.H a 23 rubini, usato in modelli “Stadium” di forma ovale)mroatman.wixsite.commroatman.wixsite.com, orologi subacquei (Chaika produsse alcune referenze impermeabili per il nuoto e piccoli diver da 5 ATM) e persino i primi orologi al quarzo sovietici analogici: infatti nel 1978, in collaborazione con l’istituto di ricerca di Uglich, venne presentato un prototipo di orologio al quarzo con indicatore digitale del giorno (a LED), considerato il primo esempio di utilizzo di un resonatore al quarzo nell’orologeria sovieticamroatman.wixsite.com. Negli anni ’80 la Chaika continuò a esportare una parte significativa dei suoi prodotti: i suoi orologi erano venduti in circa 50 paesi nel mondo ed erano ben accolti per l’eleganza e il costo abbordabilemroatman.wixsite.com. All’estero, tramite Sekonda, arrivarono soprattutto i segnatempo da donna Chaika (spesso con quadranti decorati in madreperla o con elementi artistici) e alcuni modelli da uomo di piccola taglia. Purtroppo la fabbrica di Uglich non superò le difficoltà dell’era post-sovietica: dopo aver cessato la produzione di massa nel 2006, fu dichiarata fallita nel 2009mroatman.wixsite.com. I suoi orologi però restano come preziosa testimonianza: i Sekonda-Chaika vintage sono oggi apprezzati in particolare dai collezionisti di orologi femminili d’epoca, sia per la bellezza dei movimenti in miniatura sia per il legame storico con la figura di Tereshkova e le conquiste spaziali sovietiche.

Modelli Sekonda sovietici più ricercati dai collezionisti

Di seguito presentiamo alcuni dei principali modelli di epoca sovietica venduti sotto il marchio Sekonda che, ancora oggi, godono di grande domanda nel mercato del collezionismo. Per ciascun modello si evidenziano il meccanismo degno di nota, il valore medio attuale (orientativo) e le caratteristiche che lo rendono interessante per i collezionisti.

  • Sekonda “Strela” – cronografo manuale (calibro 3017, 19 rubini): È forse il modello Sekonda sovietico più iconico. Lo “Strela” era originariamente il primo cronografo da polso prodotto in URSS dalla 1ª Fabbrica di Mosca (Poljot) a partire dal 1959storiediorologeriameccanica.wordpress.com. Monta il calibro 3017 a ruota a colonne (derivato dal Venus 150 svizzero)storiediorologeriameccanica.wordpress.com, con due contatori (45 minuti e piccoli secondi) e finiture di alto livello per l’epoca. Veniva fornito negli anni ’60 solo a piloti militari e cosmonauti e successivamente fu commercializzato per l’export con marchio Sekondamroatman.wixsite.com. Un Sekonda Strela autentico si riconosce dal quadrante pulito in caratteri latini con la scritta “Sekonda 19 Jewels” (come in foto) e la dicitura “Made in USSR” in basso. Grazie al suo prestigio storico – fu indossato, ad esempio, dai cosmonauti Alexei Leonov e Pavel Belyaev durante la prima passeggiata spaziale del 1965 – e alla qualità meccanica, questo cronografo è altamente collezionabile. Gli esemplari ben conservati spuntano oggi prezzi elevati, facilmente oltre 700-1000 € sul mercato internazionale, a seconda dello stato e della presenza di parti originali. I collezionisti ne apprezzano il valore storico (il “Moonwatch” sovietico), la rarità (produzione relativamente limitata) e la bellezza tecnica del movimento a colonne.
  • Sekonda cronografo (calibro Poljot 3133, 23 rubini): Si tratta di cronografi prodotti dalla metà degli anni ’70 sino alla fine dell’era sovietica, equipaggiati con il calibro 3133 di manifattura Poljot. Questo movimento nacque dall’acquisizione sovietica dei macchinari Valjoux e infatti è sviluppato sulla base del Valjoux 7734 svizzero, opportunamente modificato (ad esempio, porta la frequenza a 21.600 alternanze/ora). I cronografi Sekonda 3133 presentano due contatori (30 minuti e secondi continui) più l’indicazione centrale dei secondi cronografici. Un modello di riferimento è l’edizione “Sekonda” del cronografo Poljot Okean, derivata dall’orologio fornito ai cosmonauti della missione Sojuz-Apollo del 1975dumarko.com. Questi orologi, pur non avendo volato nello spazio come gli Strela, vantano un’ottima reputazione per la robustezza e la precisione. Essendo stati prodotti in quantità maggiori, sono leggermente meno rari: il loro valore medio oggi si attesta tipicamente tra 250 e 500 € per esemplari in buone condizioni (anche di più per versioni particolarmente rare o con documentazione). Restano comunque ambiti dai collezionisti perché rappresentano l’ultima evoluzione del cronografo meccanico sovietico, nonché un esempio di cooperazione tecnica internazionale (movimento svizzero “clonato” in URSS). Inoltre, molti Sekonda 3133 hanno design affascinanti anni ’80, con casse cromate o placcate oro dal gusto vintage oggi molto apprezzato.
  • Sekonda “Amphibia” – orologio subacqueo (calibro Vostok 24xx): Sotto il marchio Sekonda sono stati venduti anche diver sovietici prodotti dalla Fabbrica di Chistopol (Vostok). In particolare, i modelli noti come Amphibia – lanciati nel 1967 – comparvero in versioni per esportazione con marchio Sekonda. L’Amphibia è un orologio leggendario: progettato con cassa monoblocco impermeabile e fondello a vite, garantiva un’impermeabilità fino a 200 metrimroatman.wixsite.com, un traguardo notevole per l’epoca (lo rende paragonabile ai contemporanei Rolex Submariner, ma ad un costo assai inferiore). Le Amphibia/Sekonda montavano movimenti meccanici automatici 2416 (o manuali 2415 nelle prime serie), a 21 rubini, con il caratteristico bilanciere anti-shock e una riserva di carica di circa 36 ore. Esteticamente presentano quadranti variopinti, spesso con tematiche marine o militari, e robuste casse in acciaio inox. Sul mercato collezionistico, gli esemplari vintage originali (anni ’70) possono raggiungere valutazioni intorno ai 100-200 € se in ottime condizioni e funzionanti, con punte superiori per varianti particolari (ad esempio quadranti commemorativi o versioni fornite all’esercito con la scritta “ЗАКАЗ МО СССР” – “ordinato dal Ministero della Difesa dell’URSS”). I collezionisti apprezzano questi Sekonda subacquei sia per la qualità tecnica – l’Amphibia vanta soluzioni progettuali uniche, come il fondello e il vetro plexi che si sigillano più saldamente con la pressione – sia per il fascino storico: rappresentano infatti l’orologio da immersione sovietico per eccellenza, protagonista anche in molti aneddoti della Guerra Fredda.
  • Sekonda “Polar” 24 ore – orologio per spedizioni artiche (calibro Raketa 2623): Tra i pezzi più particolari legati al marchio Sekonda vi sono gli orologi con quadrante a 24 ore, prodotti dalla Fabbrica di Petrodvorec (Raketa). Uno di questi modelli, noto come Raketa Polar, fu creato negli anni ’70 appositamente per gli esploratori polari sovieticidumarko.com. Il suo quadrante suddivide il giorno in 24 ore invece delle solite 12, permettendo così di leggere l’ora correttamente anche nei lunghi periodi di luce o buio continui delle regioni polari. Monta il calibro manuale 2623.H a 19 rubini, derivato dal classico Raketa 2609 ma con ingranaggi adattati per il formato 24h. Diversi di questi orologi Polar vennero esportati con marchio Sekonda (talvolta mantenendo la scritta “Made in USSR” e il logo Raketa sul movimento). Oltre al modello Polar classico con quadrante bianco e indici neri, esistono versioni 24h dedicate a cosmonauti e piloti (ad esempio modelli con mappa del emisfero terrestre, chiamati “World Time” o “Baikal”). Nel mercato collezionistico, i Sekonda/Raketa 24 ore sono abbastanza ricercati per la loro unicità funzionale e il collegamento con le esplorazioni estreme. Un esemplare autentico degli anni ’70-’80 può valere in media 150-300 €, ma i prezzi variano molto in base alla rarità della variante e alle condizioni. Ciò che attrae i collezionisti è soprattutto la particolarità del quadrante 24h – che rende questi orologi conversazioni da polso – unita alla robustezza tipica dei movimenti Raketa, pensati per durare in condizioni proibitive.
  • Sekonda Molnija – orologi da tasca sovietici (calibro 3602): Oltre ai modelli da polso, Sekonda commercializzò anche orologi da tasca prodotti in URSS, in particolare quelli della Fabbrica di Chelyabinsk (Molnija). Negli anni ’70-’80 era possibile acquistare in Occidente raffinati pocket watch Sekonda a carica manuale, spesso placcati oro, con coperchio anteriore (caccia) decorato. Questi segnatempo utilizzano il classico calibro Molnija 3602 a 18.000 alternanze/ora, un movimento derivato da design svizzeri e noto per la sua coppia robusta e precisione semplice. Alcuni modelli presentavano quadranti con motivi celebrativi (ad esempio locomotive a vapore, stemma dell’URSS, scene storiche) che oggi li rendono affascinanti pezzi di memorabilia sovietica. Il loro valore da collezione è generalmente inferiore rispetto ai cronografi o ai subacquei – un tipico orologio da tasca Sekonda/Molnija in buono stato si aggira sui 50-150 € – ma sta crescendo con il passare del tempo, man mano che questi oggetti diventano testimonianze sempre più rare di un’epoca passata. I collezionisti apprezzano in particolare la qualità costruttiva (casse spesso incise, cerniere solide e movimenti ben rifiniti) e il legame storico-culturale: avere in mano un Sekonda da tasca significa toccare con mano un prodotto dell’industria sovietica pensato per l’esportazione, un piccolo simbolo di quel periodo di competizione e scambio culturale sotterraneo tra Est e Ovest.

In conclusione, il marchio Sekonda rappresenta un capitolo unico nella storia dell’orologeria: fu il ponte commerciale tra l’URSS e l’Occidente, attraverso cui transitarono orologi di ogni tipo – dai semplici Pobeda ai sofisticati cronografi Strela – offrendo al mondo un assaggio dell’ingegnosità sovietica. Oggi quei segnatempo vivono una seconda giovinezza nel mercato vintage, dove raccontano storie di fabbriche leggendarie, di conquiste spaziali e di design del passato, mantenendo vivo l’interesse di collezionisti e appassionati di tutto il mondoen.wikipedia.orgdumarko.com.

Fonti principali: abbiamo fatto riferimento a dati storici e tecnici documentati in articoli specializzati e archivi online, tra cui il progetto Watches of the USSRmroatman.wixsite.commroatman.wixsite.com, le pagine Wikipedia delle fabbriche e dei marchi sovieticien.wikipedia.orgen.wikipedia.org, nonché contributi della comunità di appassionati (blog e forum dedicati all’orologeria vintage sovietica)storiediorologeriameccanica.wordpress.comdumarko.com. Le citazioni puntuali in testo rimandano alle specifiche fonti di riferimento utilizzate per ogni informazione. Vi invitiamo ad approfondire tramite i riferimenti indicati per ulteriori dettagli sulla ricca storia degli orologi Sekonda e delle fabbriche sovietiche coinvolte.

Orologio Luch commemorativo: storia, caratteristiche e dettagli tecnici

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Gli orologi Luch commemorativi sono un’affascinante serie di orologi prodotti negli anni ’90 dalla Minsk Watch Factory (Минский Часовой Завод). Questi orologi al quarzo sono caratterizzati da quadranti decorati con ritratti di importanti figure storiche lituane, rendendoli pezzi da collezione particolarmente apprezzati dagli appassionati di storia e orologeria.

In questo articolo approfondiremo le figure storiche rappresentate, le caratteristiche tecniche dell’orologio e il movimento utilizzato, il Luch 1656A.

Le figure storiche sugli orologi Luch commemorativi

Mindaugas (1236-1263): il primo e unico re della Lituania

Mindaugas fu il fondatore dello Stato lituano e l’unico sovrano ad essere incoronato re. Durante il suo regno, riuscì a unificare le tribù baltiche e ad ottenere il riconoscimento della Lituania come stato indipendente da parte della Chiesa cattolica. Nel 1253 ricevette la corona reale, ma il suo potere fu instabile, e venne assassinato nel 1263. La sua figura è oggi celebrata come simbolo dell’unità nazionale.

Mindaugas – Wikipedia

Algirdas (1345-1377): l’espansione del Granducato di Lituania

Algirdas, insieme al fratello Kęstutis, espanse notevolmente il territorio lituano, portandolo a diventare uno dei più grandi stati d’Europa dell’epoca. Durante il suo regno, il Granducato di Lituania si espanse fino a comprendere vaste aree dell’odierna Bielorussia, Ucraina e Russia occidentale. Grazie alle sue abilità strategiche, riuscì a respingere ripetuti attacchi dell’Ordine Teutonico e dei Mongoli.

Algirdas – Wikipedia

Vytautas il Grande (1392-1430): il sovrano più potente della Lituania

Vytautas è considerato uno dei più grandi sovrani della Lituania. Guidò l’esercito lituano nella celebre Battaglia di Grunwald (1410), sconfiggendo i Cavalieri Teutonici. Durante il suo governo, la Lituania raggiunse l’apice del suo potere, divenendo una delle più importanti potenze dell’Europa orientale.

Gli orologi Luch commemorativi rendono omaggio a queste figure, trasformando ogni modello in un pezzo di storia indossabile.

Vitoldo – Wikipedia

L’orologio Luch commemorativo: caratteristiche e specifiche

Questi orologi furono prodotti nei primi anni ’90, dopo l’indipendenza della Lituania nel 1991. Presentano quadranti colorati con illustrazioni dettagliate dei sovrani, accompagnate da elementi decorativi e iscrizioni storiche. La cassa è in acciaio cromato e il design richiama lo stile classico degli orologi sovietici.

Le specifiche tecniche principali includono:

  • Marchio: Luch
  • Fabbrica: Minsk Watch Factory (Беларусь)
  • Movimento: Quarzo Luch 1656A
  • Diametro cassa: Circa 36 mm
  • Alimentazione: Batteria (diametro 7,9 mm, altezza 2,06 mm)
  • Durata della batteria: Almeno 18 mesi
  • Precisione: ±10 secondi al giorno a 25°C

Il movimento Luch 1656A: un calibro al quarzo affidabile

Il Luch 1656A è un movimento al quarzo sviluppato dalla Minsk Watch Factory. Questo calibro fu progettato per garantire un’ottima precisione e una lunga durata della batteria, caratteristiche essenziali negli orologi commemorativi di quel periodo.

Caratteristiche principali del calibro Luch 1656A:

  • Tipologia: Quarzo
  • Alimentazione: Batteria
  • Durata media della batteria: Circa 18 mesi
  • Precisione: ±10 secondi al giorno
  • Funzioni: Ore, minuti, secondi

Luch ha sviluppato movimenti al quarzo sin dagli anni ’70, ma il 1656A rappresenta una delle versioni più affidabili degli anni ’90, utilizzata in numerosi modelli prodotti in Bielorussia.

Conclusione

Gli orologi Luch commemorativi sono molto più di semplici segnatempo: rappresentano un tributo alla storia della Lituania e alle sue figure più iconiche. Con il loro movimento al quarzo affidabile, il design ricercato e le illustrazioni dettagliate, sono un ottimo acquisto per i collezionisti e gli appassionati di orologi storici.

Se sei interessato a collezionare orologi sovietici e post-sovietici, questi modelli Luch sono un pezzo imperdibile che coniuga valore storico e qualità tecnica.

Komandirskie truppe missilistiche e artiglieria: tra storia, simboli e identità militare

russian watch Vostok Komandirskie Missile Troops

La scoperta dell’orologio

Trovare un Vostok Komandirskie truppe missilistiche può sembrare un evento ordinario per un collezionista, ma questo modello racchiude molti più significati di quanto appaia a prima vista. Il mio incontro con questo orologio è stato casuale: l’ho acquistato per pochi euro, attratto più dalla sua presenza inusuale che dal suo stato di conservazione. Da subito mi ha incuriosito il quadrante, che sembrava raccontare una storia militare ben precisa e tutt’altro che generica.

Vostok Komandirskie Truppe missilistiche e artiglieria
Vostok Komandirskie Missile Troops

Simboli del quadrante: tra cannoni, missile e corona d’alloro

Analizzando con attenzione il quadrante del Komandirskie truppe missilistiche, si nota subito la presenza di uno stemma complesso a ore sei. È composto da tre elementi principali:

  • Una corona di alloro: simbolo universale di vittoria e gloria militare.
  • Due cannoni incrociati: rappresentano la tradizione dell’artiglieria, sottolineando la forza distruttiva e la potenza di fuoco.
  • Un missile verticale: elemento centrale che rivela la specializzazione moderna delle truppe, ossia la capacità missilistica avanzata della Russia.

Questa combinazione iconografica rende l’orologio non solo uno strumento, ma un vero emblema d’identità militare.


Ricerca del significato e connessione con le forze armate russe

L’enigma del quadrante si è chiarito quando, grazie al supporto di un collezionista olandese e a una lunga ricerca online, ho rintracciato una toppa militare identica allo stemma presente sull’orologio. La scritta “ракетные войска и артиллерия” (raketnye voyska i artilleriya) significa proprio “Forze Missilistiche e Artiglieria”.

Day of Rocket Forces and Artillery – Progress of Primorye (progressprim.ru)

Queste truppe sono una delle componenti più strategiche delle Forze Armate della Federazione Russa, con responsabilità che vanno dalla difesa strategica alla superiorità tattica nei conflitti moderni. Il 19 novembre viene celebrato il “Giorno delle forze missilistiche e dell’artiglieria”, testimonianza della rilevanza di questa specialità all’interno della dottrina militare russa.

Le Truppe Missilistiche e Artiglieria: struttura e compiti

Approfondendo, si scopre che le truppe missilistiche e l’artiglieria russe si suddividono in due grandi categorie:

  • Truppe delle forze terrestri: impegnate nei conflitti convenzionali, con un ruolo chiave nell’offensiva e nella difesa.
  • Truppe costiere: deputate alla difesa delle coste e al supporto delle operazioni navali, spesso dotate di missili antinave e artiglieria pesante.

I compiti affidati a queste unità sono molteplici e complessi, tra cui:

  • Ottenere e mantenere la superiorità di fuoco sul campo di battaglia.
  • Distruggere mezzi di attacco nucleare, uomini, armi e tecnologie nemiche.
  • Disorganizzare i sistemi di comando e controllo, impedendo al nemico di coordinarsi efficacemente.
  • Colpire e distruggere infrastrutture difensive e logistico-militari di grande rilevanza.
  • Isolare retrovie e riserve, rendendo inefficace il contrattacco avversario.
  • Contrastare l’avanzata di carri armati e mezzi corazzati penetrati nel territorio amico.
  • Coprire i fianchi delle proprie truppe e proteggere i punti vulnerabili.
  • Ostacolare le operazioni di forze d’assalto aviotrasportate o marittime nemiche.
  • Eseguire operazioni di minamento remoto e altre azioni di supporto strategico.
  • Facilitare operazioni notturne, accecando e disorientando le forze nemiche con fumo e altri strumenti.
  • Diffondere materiale di propaganda, funzione spesso sottovalutata ma ancora oggi utilizzata.

Questa ampiezza di compiti testimonia l’importanza vitale delle truppe missilistiche e dell’artiglieria nella moderna dottrina militare russa.


Origini e significato celebrativo dell’orologio

Non è sempre facile distinguere tra le innumerevoli varianti di Komandirskie truppe missilistiche presenti sul mercato: spesso questi orologi vengono realizzati per commemorare anniversari, celebrazioni specifiche o come omaggi all’orgoglio di corpo. È probabile che il modello descritto sia stato prodotto in occasione di una ricorrenza ufficiale oppure come tipico prodotto commemorativo destinato a soldati, ufficiali o appassionati di storia militare russa.

Ciò che è certo è che anche un oggetto “popolare” come un Komandirskie può rivelarsi, una volta analizzato a fondo, una finestra sulla storia, la cultura militare e i valori di un’intera nazione.
[FOTO CONCLUSIVA – orologio indossato o dettaglio quadrante]


Conclusioni

Il viaggio alla scoperta del Komandirskie truppe missilistiche dimostra come anche un orologio apparentemente ordinario possa svelare storie di simboli, organizzazione militare e strategie di difesa. L’analisi dei dettagli, dalle icone del quadrante al contesto storico e celebrativo, restituisce tutto il valore di questi piccoli oggetti, capaci di trasmettere identità, memoria e orgoglio militare. Un vero must per chiunque voglia comprendere a fondo l’affascinante mondo degli orologi militari russi.

Aquila Bicipite: Simbologia e Storia di un’Icona Millenaria

Aquila Bicipite: Simbologia e Storia di un’Icona Millenaria

L’aquila bicipite è uno dei simboli più antichi e affascinanti della storia europea e mondiale. Caratterizzata dalla presenza di due teste rivolte in direzioni opposte, questa figura ha attraversato epoche e culture, rappresentando potere, unità e dominio universale. La sua immagine è ancora oggi protagonista di stemmi, bandiere e decorazioni ufficiali.

Origini dell’Aquila Bicipite

Le prime raffigurazioni di aquile bicipiti risalgono all’antica Mesopotamia, dove simboleggiavano la forza e la protezione divina. Il simbolo venne poi adottato dagli Ittiti e da altri popoli dell’Asia Minore. Tuttavia, è con l’Impero Bizantino che l’aquila bicipite assume un ruolo centrale: rappresentava l’unione tra potere spirituale e temporale, e la capacità dell’imperatore di governare sia in Oriente che in Occidente.


L’Aquila Bicipite nell’Impero Bizantino e Russo

Con la caduta di Costantinopoli, il simbolo venne ripreso dalla Russia zarista, diventando emblema ufficiale della dinastia Romanov e poi dell’intero Impero Russo. L’aquila bicipite nera su fondo dorato è tuttora presente nel stemma della Federazione Russa, a testimonianza della continuità storica tra Bisanzio e Russia.

Raketa two Heads Eagle
Raketa two Heads Eagle

Simbologia dell’Aquila Bicipite nella Storia e nelle Bandiere

Bandiere Nazionali

  1. Albania: La bandiera albanese presenta un’aquila bicipite nera su sfondo rosso. Questo simbolo rappresenta il coraggio, la libertà e l’eroismo del popolo albanese. L’aquila bicipite è associata a Skanderbeg, un eroe nazionale che combatté contro l’Impero Ottomano.
  2. Serbia: La bandiera serba incorpora l’aquila bicipite bianca, un simbolo che rappresenta la sovranità e l’unità del paese. L’aquila è sormontata da una corona e tiene nelle zampe un globo crucigero e uno scettro, simboli di potere e autorità.
  3. Montenegro: La bandiera montenegrina mostra un’aquila bicipite dorata con uno scudo rosso al centro. Le due teste simboleggiano l’unione della chiesa e dello stato, mentre lo scudo rappresenta la dinastia regnante Petrović-Njegoš.

Stemmi Cittadini

  1. Belgrado, Serbia: Lo stemma di Belgrado presenta un’aquila bicipite che simboleggia la protezione e la difesa della città.
  2. Essen, Germania: Il simbolo dell’aquila bicipite appare anche nello stemma di Essen, rappresentando la storica importanza e l’influenza della città.
  3. Velletri, Italia: Anche Velletri utilizza l’aquila bicipite nel proprio stemma, simboleggiando la sua antica origine e la continuità storica.
  4. Fiume, Croazia: Un’eccezione interessante è la città di Fiume, il cui stemma presenta un’aquila bicipite con entrambe le teste rivolte verso destra, invece che in direzioni opposte come nella maggior parte degli altri esempi.

L’Aquila Bicipite nello Stemma Russo

Il simbolo dell’aquila bicipite della Russia ha una storia complessa e affascinante. Attualmente, lo stemma ufficiale russo mostra un’aquila bicipite dorata su sfondo rosso, con lo stemma di Mosca (raffigurante San Giorgio) sovrapposto. Nel corso del tempo, l’aquila ha cambiato colore da oro a nero e viceversa, e le corone sono apparse e scomparse per poi riapparire. Oggi, le due teste dell’aquila sono sormontate da una corona comune e da un’ulteriore corona al centro, simbolizzando ulteriormente l’unione.

Gli Oggetti nelle Zampe dell’Aquila

L’aquila bicipite russa tiene nelle zampe due simboli di potere:

  1. Scettro: Nella zampa sinistra, l’aquila stringe uno scettro, che rappresenta l’autorità e il potere sovrano. Lo scettro è un antico simbolo regale, utilizzato dai monarchi per indicare la loro suprema autorità.
  2. Globo Crucigero: Nella zampa destra, l’aquila tiene un globo crucigero, che simboleggia il dominio universale della cristianità e l’autorità divina del sovrano. Il globo è sormontato da una croce, rappresentando la sovranità di Dio sulla Terra.
Raketa Renaissance

Analisi degli Scudi sull’Aquila Bicipite

Le immagini degli orologi russi Zim mostrano vari design con l’aquila bicipite e diversi elementi simbolici. Uno degli orologi presenta un’aquila con 8 scudetti sulle ali, rappresentando territori dell’Impero Russo. Ecco un’analisi dettagliata di ciascuno scudo presente sulle ali dell’aquila:

Ala Destra (dall’alto verso il basso):

  1. Kazan: Rappresenta il Khanato di Kazan, un importante regno tataro che fu annesso alla Russia nel XVI secolo. Il simbolo di Kazan è il drago Zilant, che rappresenta la forza e la protezione.
  2. Polonia: Simboleggia il Regno di Polonia, che fu parte dell’Impero Russo dopo le spartizioni della Polonia nel XVIII secolo. Lo stemma polacco è l’aquila bianca, un simbolo di libertà e sovranità.
  3. Chersoneso Taurico: Rappresenta la regione storica della Crimea, annessa all’Impero Russo nel XVIII secolo. Lo scudo di Crimea include il grifone, un simbolo di vigilanza e potere.
  4. Kiev, Vladimir e Novgorod: Questi tre scudi sono combinati in uno solo e rappresentano le antiche città russe che hanno avuto un ruolo centrale nella formazione della Russia medievale. Kiev è rappresentata da San Michele Arcangelo, Vladimir dal leone rampante, e Novgorod dal tridente di Rurik.

Ala Sinistra (dall’alto verso il basso):

  1. Astrakhan: Rappresenta il Khanato di Astrakhan, annesso alla Russia nel XVI secolo. Il simbolo di Astrakhan è una corona con una spada, rappresentando la protezione e la regalità.
  2. Siberia: Simboleggia l’immensa regione della Siberia, esplorata e colonizzata dalla Russia a partire dal XVI secolo. Lo scudo siberiano include due zibellini, rappresentando la ricchezza delle risorse naturali.
  3. Georgia: Rappresenta il Regno di Georgia, che divenne parte dell’Impero Russo nel XIX secolo. Il simbolo georgiano è San Giorgio che uccide il drago, simbolo di protezione e coraggio.
  4. Finlandia: Simboleggia il Granducato di Finlandia, che fu un territorio autonomo all’interno dell’Impero Russo dal 1809 al 1917. Lo stemma finlandese mostra un leone con una spada, rappresentando la forza e la sovranità.

Al centro dell’aquila dovrebbe esserci lo scudo di Mosca, circondato dal Collare dell’Ordine di Sant’Andrea Protocleto. Tuttavia, questo elemento è probabilmente assente nel quadrante dell’orologio a causa della presenza dei pignoni delle lancette.

russian watch Zim two headed eagle
Zim two headed eagle

Conclusione

Gli orologi russi, come i modelli Zim degli anni ’90, rappresentano un classico esempio di simbolismo e propaganda. Essi offrono l’opportunità di esplorare una serie di argomenti storici e simbolici affascinanti. La simbologia dell’aquila bicipite, presente su molte bandiere e stemmi, rappresenta un legame profondo con la storia e la cultura di molte nazioni. L’orologeria russa e sovietica continua a offrire spunti interessanti per apprendere qualcosa di nuovo, e questi orologi ne sono un perfetto esempio.

Pobeda Pocket watch - dial
Pobeda Pocket watch – dial

La Collezione di Orologi Sovietici/Russi: Un Tesoro Apprezzato Anche dai Non Addetti ai Lavori

Ritaglio schermata pagina Lancette Sovietiche Collezionare Sovietaly intervista

Non è frequente, ma ogni tanto anche una collezione di orologi sovietici o russi riesce a conquistare l’attenzione di chi, pur non essendo esperto del settore, rimane affascinato da una passione autentica e originale.

È il caso della mia collezione personale, che ha trovato spazio sulle pagine della prestigiosa rivista Collezionare, un punto di riferimento per gli appassionati di oggetti vintage, memorabilia e collezionismo d’epoca. L’intervista, disponibile sia in versione cartacea che digitale, è stata pubblicata nel 2018 e rappresenta un momento importante del mio percorso di collezionista.

📖 Leggi l’articolo completo su Collezionare:
L’orologeria russa nella collezione di Andrea Manini – Collezionare


La Rivista Collezionare: Un Riferimento per gli Appassionati

Collezionare è una rivista specializzata che offre approfondimenti, notizie e interviste su una vasta gamma di oggetti da collezione. Copre tematiche che spaziano dal modernariato all’antiquariato, fino al collezionismo tematico come quello numismatico, pubblicitario o, appunto, orologiero.

Nel mio caso, il primo contatto con la redazione è nato grazie alla promozione di una collezione di pubblicità storiche della Pirelli, appartenuta a mio padre. Visto il buon rapporto instaurato con la giornalista, ho deciso di proporle anche la mia collezione di orologi sovietici e russi, ottenendo un entusiasta riscontro e una nuova intervista.


L’Intervista: L’Orologeria Russa Raccontata da un Collezionista

Di seguito il testo integrale pubblicato dalla rivista “Collezionare” il 14 aprile 2018:

Il 14 aprile 2018 è stata pubblicata la versione online dell’intervista, che è possibile leggere a qui: L’orologeria russa nella collezione di Andrea Manini – Collezionare

Lancette Sovietiche

L’orologeria russa nella collezione di Andrea Manini, quarantaquattrenne milanese che dal 1992 ha raccolto oltre 400 esemplari. “La cosa che mi diverte molto è che, diversamente dagli orologi svizzeri, quelli russi celano sempre una storia da raccontare”.

Le Storie dietro gli Orologi Sovietici

Molte sono le storie che ruotano intorno all’orologeria sovietica. Tra tutte, quelle che riguardano Jurij Gagarin, il primo uomo a conquistare lo spazio, sono le più controverse. Infatti, quale fosse l’orologio indossato dal cosmonauta russo durante quella celebre missione del 1961, nessuno lo può dire con precisione. C’è chi sostiene che indossasse un orologio della Poljot – in cirillico Полет – modello Sturmanskie, prodotto dalla Prima Fabbrica di Orologi di Mosca e passato alla storia come il corrispettivo russo dello Speedmaster portato in missione lunare prima da Armstrong, poi da Buzz Aldrin. Altri invece, sostengono che fosse il Tipe One fabbricato dalla Sturmanskie – Штурманские –, citando come prova schiacciante la fotografia in cui l’astronauta indossa sopra la tuta rossa proprio questo modello. “Ma chi può dirlo con certezza? Magari si tratta di uno scatto rubato durante una semplice esercitazione?”. Con questo interrogativo il collezionista Andrea Manini, quarantaquattrenne milanese, ci sottolinea quanto a volte siano misteriose le storie di questi famosi segnatempo.

L’Influenza della Storia sull’Orologeria Sovietica

La fine dell’Unione Sovietica nei primi anni Novanta ha segnato l’inizio di una nuova era per l’orologeria russa in Italia. Andrea, come molti altri appassionati, ha iniziato la sua collezione nel 1992, l’anno successivo alla dissoluzione dell’URSS. “Il 1992 è per me l’anno zero, quello in cui inizio ad avvicinarmi a questi bellissimi orologi. In quell’anno, il primo dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, tutte le merci particolari provenienti dall’ex URSS diventano molto ricercate e anche gli orologi russi cominciano ad entrare nelle nostre gioiellerie. Nel corso degli anni ho incrementato la mia raccolta, raggiungendo circa quattrocento esemplari.”

Le Prime Scoperte

Il primo acquisto di Andrea è stato un orologio da polso Vostok – in cirillico Восток – chiamato Komandirskie. “L’aspetto militare e il razzo disegnato sul quadrante mi hanno attratto e solo in un secondo momento ho scoperto che quell’orologio era un modello della Vostok chiamato Komandirskie e che il razzo vettore disegnato era il celebre Vostok 1 con il quale Gagarin nel 1961 ha orbitato intorno alla terra.”

Categorie di Collezione

Gli orologi russi sono suddivisi in diverse categorie di raccolta. Andrea si concentra principalmente sulle avventure spaziali russe e sugli orologi sovietici creati per il mercato italiano. Esistono anche altri filoni come quello delle esplorazioni polari sovietiche e quello dedicato alle ferrovie russe, in particolare la linea BAM.

La Storia dell’Orologeria Russa

L’orologeria russa ha una storia complessa che si interseca con la storia sociale, politica e militare del Paese. Durante il periodo degli Zar, gli orologi erano prodotti principalmente da botteghe artigianali. Con l’avvento dell’Unione Sovietica, la produzione di orologi è diventata una necessità per fornire sia i civili che i militari. I primi esemplari erano da tasca, ma gradualmente si è passati alla fabbricazione di orologi da polso.

Le Fabbriche di Orologi

Le numerose aziende sorte in Unione Sovietica avevano nomi ispirati alla guerra o alle avventure nello spazio. “La Prima Fabbrica Moscovita di Orologi, diventata in un secondo momento la Poljot – Полет – che tra le tante cose vuol dire volo, la Raketa – Pакета – significa razzo, la Pobeda – Победа – vuol dire vittoria, dedicata alla Seconda Guerra Mondiale.”

Esportazione e Marketing

Negli anni Sessanta e Settanta, gli orologi sovietici erano esportati a prezzi bassi per favorire l’export. Questo era una strategia imposta dallo Stato. In Italia, l’orologeria russa è stata spesso sottovalutata a causa della vicinanza con la Svizzera. Tuttavia, i russi avevano capito l’importanza del marketing e crearono orologi con loghi adatti all’export o modelli ad hoc per determinati mercati.

Modelli Rari

Tra i modelli più rari della collezione di Andrea vi è un Raketa Big Zero con il quadrante in Nefrite, una pietra dura di colore verde simile alla Giada. Trovare i modelli più rari non è facile, soprattutto online dove spesso si trovano pezzi falsi o assemblati.

Consigli per i Collezionisti

Per evitare di acquistare falsi, Andrea consiglia di consultare collezionisti più esperti e affidabili. “Oggi esistono numerosi forum e gruppi in cui è possibile scambiare pareri e consigli.”

Conclusione: Un Patrimonio da Valorizzare

Questa collezione di orologi sovietici e russi rappresenta un viaggio nella storia, nella tecnica e nella cultura dell’ex URSS. Il riconoscimento ricevuto da una rivista come Collezionare è un segno che anche le passioni di nicchia possono trovare visibilità, se curate con autenticità, rigore e amore per i dettagli.

Vostok Cosmonaut: l’orologio dell’era spaziale sovietica

soviet watch Vostok Generalskie Cosmonaut

Il Vostok Cosmonaut è uno degli orologi sovietici più affascinanti e ambiti dai collezionisti, spesso chiamato erroneamente anche Vostok Astronaut. Il suo design iconico è dominato dal profilo di un cosmonauta con casco spaziale, simbolo di un’epoca in cui l’Unione Sovietica guidava la corsa allo spazio. Ma chi è davvero il personaggio raffigurato? Tra teorie e leggende, scopriamo tutte le versioni e curiosità di questo orologio unico.

Le versioni del Vostok Cosmonaut

Tre sono le principali varianti di questo modello:

  • Due sovietiche, prodotte negli anni ’80.
  • Una transizionale post-sovietica, legata al periodo immediatamente successivo alla dissoluzione dell’URSS.

1. Versione sovietica con quadrante nero
Caratterizzata da una cassa Generalskie cromata (ref. 091xxx) e movimento Vostok automatico 2416b, è stata pensata principalmente per i mercati italiani e tedeschi. La ghiera unidirezionale con piccoli pallini è il suo segno distintivo.

2. Versione sovietica con quadrante blu
Molto più rara, utilizza la cassa Neptune con lo stesso movimento automatico Vostok. Il design del quadrante rimane pressoché invariato, ma il blu dona una nota ancora più “spaziale”.

3. Versione transizionale (post-sovietica)
Questa variante, spesso commercializzata come Amphibia, riprende lo stile delle versioni storiche ma si differenzia per cassa e ghiera. Il quadrante resta fedele all’originale con piccoli dettagli grafici aggiornati.
Discussione su Watchuseek

Il quadrante: il mistero del cosmonauta

Il fascino principale del Vostok Cosmonaut sta nel suo quadrante: un profilo stilizzato di cosmonauta con casco, su sfondo stellato. Analizzando attentamente i dettagli – riflessi su visiera, posizione della “P” sul casco – è possibile distinguere tra le versioni sovietiche e post-sovietiche.

Confronto tra i quadranti del Vostok Astronaut

Chi è il cosmonauta raffigurato?
Tre le ipotesi più diffuse:

  • Yuri Gagarin – il primo uomo nello spazio, figura iconica in tutto il mondo.
  • Anna Lee Fisher – proposta insolita, per via della sorprendente somiglianza, anche se improbabile per un orologio sovietico.
  • Valentina Tereskova – la prima donna nello spazio, la teoria forse più affascinante e plausibile.
    Articolo su Tereskova
    Biografia di Gagarin

Esistono cloni del Vostok Cosmonaut?

Sì, esiste un modello simile prodotto da Slava: manuale, calibro 2428, quadrante chiaro e profilo meno definito. Curiosamente, su questi modelli compare il nome “Ю. А. ГАГАРИН” (Yuri Gagarin) in cirillico, rafforzando l’ipotesi che il volto del Vostok sia proprio quello di Gagarin.

russian watch Slava Gagarin
Slava Gagarin

Differenza tra cosmonauta e astronauta

Cosmonauta: termine usato per gli esploratori spaziali formati dall’agenzia sovietica o russa; deriva dal greco “kosmos” (universo) e “nautes” (marinaio), cioè “marinaio dell’universo”.
Astronauta: si riferisce invece a quelli addestrati da USA, Europa, Canada e Giappone. Dal greco “astron” (stella), quindi “marinaio delle stelle”.
Approfondimento su StarLust


Approfondimenti su Gagarin, Tereskova e Anna Lee Fisher

  • Yuri Gagarin: primo uomo nello spazio il 12 aprile 1961, missione Vostok 1.
  • Valentina Tereskova: prima donna nello spazio il 16 giugno 1963, missione Vostok 6.
  • Anna Lee Fisher: prima madre nello spazio, chimica e astronauta NASA, protagonista di molte curiosità storiche.
    Articolo su Fisher