Come leggere l’ora su un orologio Raketa 24h: una guida completa

russian watch Raketa 24h Marine

Come leggere l’ora su un orologio Raketa 24h

Gli orologi Raketa 24h sono un tipo di orologio meccanico prodotto dalla fabbrica Raketa di San Pietroburgo, in Russia. Questi orologi sono caratterizzati da un quadrante con l’indicazione delle 24 ore al posto delle normali 12.

russian watch Raketa 24h Marine
Raketa 24h Marine

Come funziona la lancetta delle ore

La lancetta delle ore di un orologio Raketa 24h è la lancetta più lunga e si trova al centro del quadrante. La lancetta delle ore compie un giro completo in 24 ore, da mezzanotte a mezzanotte.

Per leggere l’ora su un orologio Raketa 24h, è necessario individuare l’indice sul quadrante che corrisponde alla posizione della lancetta delle ore. L’indice indica l’ora del giorno.

Ad esempio, se la lancetta delle ore è all’indice delle 12, è mezzanotte. Se la lancetta delle ore è all’indice delle 6, sono le 6 del mattino. Se la lancetta delle ore è all’indice delle 18, sono le 6 del pomeriggio.

Come funziona la lancetta dei minuti

La lancetta dei minuti di un orologio Raketa 24h è la lancetta più corta e si trova al centro del quadrante, accanto alla lancetta delle ore. La lancetta dei minuti compie un giro completo in 60 minuti.

Per leggere i minuti su un orologio Raketa 24h, è necessario individuare il numero sul quadrante che corrisponde alla posizione della lancetta dei minuti. Il numero indica i minuti del giorno.

Ad esempio, se la lancetta dei minuti è all’indice delle 12, sono le 00:00. Se la lancetta dei minuti è all’indice delle 6, sono le 00:30. Se la lancetta dei minuti è all’indice delle 18, sono le 06:00.

russian watch Raketa 24h Zestril
Raketa 24h Zestril

Orologi Raketa 24h sovietici e russi

Gli orologi Raketa 24h venivano utilizzati spesso in ambienti chiusi oppure al di sopra del circolo polare artico, quando non è possibile comprendere correttamente l’orario del giorno basandosi sull’osservazione del sole.

Infatti, al di sopra del circolo polare artico, il sole non tramonta mai durante l’estate e non sorge mai durante l’inverno. In questi casi, un orologio Raketa 24h è l’unico modo per conoscere l’ora corretta.

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Raketa 24h Soviet navy

Raketa Big Zero Geiger: L’orologio Sovietico con una Storia Segreta

Raketa Caution Contact Gaigher

Gli orologi Raketa sono stati per lungo tempo una parte significativa della storia dell’orologeria russa, con un’eredità che si estende per decenni. Ma tra tutte le variazioni prodotte da Raketa, il Raketa Big Zero Geiger spicca come un esemplare straordinario e misterioso. In questo articolo, esploreremo la storia di questo orologio unico, la sua connessione con l’Italia e il curioso errore nel nome “Geigher”. Scopriremo anche perché il Raketa Big Zero Geiger è diventato un oggetto tanto ricercato dai collezionisti.

Raketa Caution Contact Gaigher

La Storia di Raketa Big Zero Geiger

L’Orologio Sovietico Raketa Big Zero

Per capire appieno la storia del Raketa Big Zero Geiger, dobbiamo prima esaminare il modello di base: il Raketa Big Zero. Questo orologio fu prodotto nell’Unione Sovietica dall’azienda Raketa (che significa “cometa” in russo) e divenne molto popolare negli anni ’80. Era noto per il suo design pulito, la robustezza e l’affidabilità del movimento meccanico.

Il nome “Big Zero” deriva dalla posizione della cifra “12” nell’orologio, che è stata sostituita con uno zero di dimensioni notevoli, conferendo all’orologio un aspetto distintivo. Questo stile minimalista era tipico dell’era sovietica, dove la forma doveva seguire la funzione, ma senza fronzoli.

L’Arrivo in Italia

La storia del Raketa Big Zero Geiger si intreccia con l’importazione di questi orologi in Italia. Alla fine degli anni ’80, un’azienda italiana di importazione di orologi, nota come “Mirabilia”, iniziò a importare orologi Raketa in Italia. Tuttavia, si dice che abbiano fatto qualcosa di inusuale. Mirabilia sembra aver assemblato questi orologi in Italia utilizzando pezzi originali dei Raketa Big Zero, ma con un tocco locale molto particolare.

L’Errore nel Nome: “Geigher” invece di “Geiger”

Il punto più interessante di questa storia è il nome “Geigher” anziché “Geiger”. L’errore sembra essere deliberato e potrebbe essere stato fatto per evitare potenziali problemi legati al nome “Geiger”. Il nome “Geiger” è strettamente associato a un contatore Geiger, un dispositivo utilizzato per misurare la radioattività. In un periodo in cui la sensibilità alla radioattività era elevata a causa di eventi come l’incidente di Chernobyl nel 1986, potrebbe essere stato prudente evitare qualsiasi associazione potenzialmente negativa.

Le Due Varianti del Raketa Big Zero Geiger

Il Raketa Big Zero Geiger è disponibile in due varianti principali. La prima presenta una combinazione di colori nero e ocra, mentre la seconda ha una combinazione nero e grigia. Entrambe le versioni sono estremamente rare e ricercate dai collezionisti di orologi d’epoca.

russian watch Raketa Caution Contact Gaigher
Raketa Caution Contact Gaigher

Il Fascino del Raketa Big Zero Geiger per i Collezionisti

L’orologio Raketa Big Zero Geiger ha acquisito una notevole fama tra i collezionisti per diversi motivi. In primo luogo, la sua rarità lo rende un oggetto di desiderio per coloro che cercano pezzi unici e introvabili. La combinazione di un orologio Raketa originale con l’aggiunta di un tocco italiano crea una storia affascinante.

Inoltre, il mistero legato all’errore nel nome “Geigher” aggiunge ulteriore interesse. La teoria secondo cui l’errore potrebbe essere stato intenzionale per evitare associazioni indesiderate aggiunge un elemento di intrigante speculazione.

Aneddoti e Curiosità sul Raketa Big Zero Geiger

Per completare la nostra esplorazione del Raketa Big Zero Geiger, vogliamo condividere alcune curiosità e aneddoti interessanti legati a questo orologio:

  1. L’Identità di Mirabilia: L’azienda Mirabilia, che importò questi orologi in Italia e li assemblò, ha mantenuto una relativa segretezza sulla sua operazione. La loro identità e le motivazioni dietro la produzione di questi orologi rimangono un mistero.
  2. Il Mercato del Collezionismo: Nel mercato del collezionismo degli orologi, un Raketa Big Zero Geiger ben conservato può raggiungere prezzi notevoli. I collezionisti cercano non solo la versione nera e ocra ma anche la rara variante nera e grigia.
  3. L’Errore “Geigher”: L’errore nel nome è diventato una caratteristica distintiva di questi orologi. La teoria secondo cui potrebbe essere stato fatto intenzionalmente per evitare controversie è solo una delle molte speculazioni circolanti.

In conclusione, il Raketa Big Zero Geiger è un pezzo unico di storia dell’orologeria. La sua storia complessa, la connessione tra l’Unione Sovietica e l’Italia, l’errore nel nome e la sua rarità lo rendono un oggetto di culto per i collezionisti di tutto il mondo. Quindi, se hai la fortuna di trovare uno di questi orologi, tienilo stretto – hai tra le mani un pezzo di storia orologiera con una storia tutta sua.

Orologi russi e le cooperative della Petrodvorets Watch Factory

russian watch Raketa PM - ВМФ СССР

Perchè ci sono orologi Raketa senza la scritta Raketa?

In alcuni casi è possibile trovare orologi senza la scritta Raketa, ma prodotti dalle cooperative della PWF (Petrodvorets Watch Factory). Anche io ho avuto occasione di incontrarli e ho alcuni esemplari nella mia collezione. Questi orologi sono autentici Raketa, a volte molto particolari grazie a quadranti realizzati in pietra o a disegni attentamente curati.

Le cooperative della Petrodvorets Watch Factory

Durante la Perestroika furono create tre cooperative:

  1. Ренессанс (Renaissance)
  2. Престиж (Prestige)
  3. Петергофские Мастера (Peterhof Masters (PM))
Nei modelli di orologi di queste cooperative, non compare il marchio Raketa, nonostante siano effettivamente orologi Raketa. I quadranti sono sempre di grande qualità e presentano una lavorazione impeccabile.

La Conferma di Alexander Brodnikovsky

Alexander Brodnikovsky

Come conferma di ciò che già sapevamo, all’inizio del 2021 ho trovato un post di Александр Бродниковский (Alexander Brodnikovsky) che riportava quanto segue:

“Часы «Атомный Ледокол Ямал» с одинарным календарем на базе механизма «Плоская Россия» 2614.Н кооператива «Петергофские Мастера».”

Во второй половине 1980-х годов в Советском Союзе Михаил Сергеевич Горбачев провозгласил перестройку и объявил, что можно организовывать кооперативы. На базе Петродворцового Часового Завода образовалось 3 кооператива: Ренессанс, Престиж и Петергофские Мастера.
1-й кооператив-«Ренессанс». Специализировался на наручных (механические и кварцевые) и карманных часах с каменными циферблатами из нефрита, яшмы и малахита.
2-й кооператив-«Престиж». Специализировался на часах с необычной зеркальной накладкой.
3-й кооператив-«Петергофские Мастера». Специализировался на часах с печатными циферблатами на разные темы.

Il testo tradotto

Watch “Atomic Icebreaker Yamal” with a single calendar based on the mechanism “Flat Russia” 2614.N of the Peterhof Masters cooperative

“Orologio ‘Atomic Icebreaker Yamal’ con calendario singolo basato sul meccanismo ‘Flat Russia’ 2614.N della cooperativa ‘Peterhof Masters’.”

Nella seconda metà degli anni ’80, nell’Unione Sovietica, Mikhail Sergeevich Gorbachev proclamò la perestroika e annunciò che era possibile organizzare cooperative. Sulla base della Petrodvorets Watch Factory, furono create 3 cooperative: Renaissance, Prestige e Peterhof Masters. La prima cooperativa, ‘Renaissance’, si specializzava in orologi da polso (meccanici e al quarzo) e da tasca, con quadranti in pietre come giada, diaspro e malachite. La seconda cooperativa, ‘Prestige’, si specializzava in orologi con una speciale sovrapposizione a specchio. La terza cooperativa, ‘Peterhof Masters’, si specializzava in orologi con quadranti stampati su vari temi.

Puoi trovare ulteriori informazioni su questo orologio nel seguente video: https://www.youtube.com/watch?v=-dH2pJeUPIk&t=1s

Come evidenziato nel testo, e comprensibile per coloro che comprendono il russo, durante la Perestroika fu permessa la creazione di cooperative di lavoro.

Le cooperative

Parliamo quindi di orologi creati alla fine degli anni ’80 e all’inizio degli anni ’90. Come si può dedurre dal testo, ogni cooperativa aveva la propria specializzazione.

La cooperativa Renaissance

Specializzata in orologi da polso e da tasca, sia meccanici che al quarzo, con quadranti realizzati con pietre semipreziose come giada, diaspro e malachite. Personalmente, aggiungerei anche la nefrite alle pietre lavorate dalla cooperativa.

soviet watch Raketa Big Zero Nephrite
Raketa Big Zero Nephrite

La cooperativa Prestige

Specializzata in orologi con un insolito quadrante a specchio. Sono particolari e molto belli.

Prestige raketa atch cooperative
Prestige raketa atch cooperative

La cooperativa Peterhof Masters (PM)

Specializzata in orologi con quadranti stampati di alta qualità su diversi temi.

Peterhof Masters Raketa cooperative 2609 VMF front
Peterhof Masters Raketa cooperative 2609 VMF front

Il contesto

Spero che ora sia più chiaro perché ci sono alcuni orologi Raketa con altri marchi. Non sono orologi estremamente rari, ma neanche così comuni da trovarli ogni giorno su siti di aste. Personalmente, credo che valga la pena cercare di avere almeno uno di questi orologi nella propria collezione. Raccontano di un momento storico molto particolare e della transizione da un’economia centralizzata come quella sovietica a una più liberale.

Orologio russo Raketa Muromets

russian watch Raketa Muromets
russian watch Raketa Muromets
Raketa Muromets

Muromets è un eroe leggendario della cultura slava, conosciuto anche come Illya Muromets. La sua figura è stata celebrata in poesie epiche e racconti popolari, che hanno reso Muromets uno dei personaggi più iconici della tradizione russa. In questo articolo, esploreremo la figura di Muromets e la sua leggenda, cercando di approfondire la sua importanza nella cultura russa.

La leggenda di Muromets ha le sue radici nel XII secolo, quando la Rus’ di Kiev era minacciata dalle incursioni dei nomadi della steppa. Secondo la leggenda, Illya Muromets era un giovane contadino che, dopo essere stato paralizzato da una malattia, si trovò costretto a vivere da eremita in una foresta. Un giorno, mentre pregava in una chiesa abbandonata, incontrò un vecchio eremita che gli predisse un grande destino come guerriero. Il vecchio gli disse di mangiare l’erba che cresceva sulla tomba di un guerriero, il cui spirito avrebbe infuso in lui la forza e il coraggio necessari per affrontare le sfide della vita.

Muromets seguì il consiglio del vecchio e, dopo aver mangiato l’erba, si riprese miracolosamente. Decise quindi di mettersi al servizio del principe Vladimir di Kiev, e iniziò a distinguersi per la sua forza e abilità nella battaglia. Durante la sua carriera militare, Muromets affrontò numerosi nemici della Rus’, tra cui i tartari e i mongoli, diventando una leggenda vivente per il suo coraggio e la sua abilità.

La figura di Muromets ha ispirato numerosi artisti e poeti russi nel corso dei secoli, dando vita a una vasta produzione culturale che ancora oggi influenza la cultura russa. Il personaggio di Muromets è spesso associato alla forza e alla resistenza, e viene spesso evocato come un simbolo della resistenza del popolo russo contro le invasioni straniere.

Nella cultura popolare russa, Muromets è stato rappresentato in numerosi modi. In alcune versioni della leggenda, viene descritto come un gigante dalle gambe lunghe e dal corpo massiccio, capace di sollevare enormi massi e di affrontare interi eserciti da solo. In altre versioni, Muromets è rappresentato come un guerriero scaltro e astuto, in grado di sconfiggere i nemici grazie alla sua abilità e al suo coraggio.

La figura di Muromets è stata oggetto di numerose interpretazioni nel corso dei secoli. Alcuni studiosi hanno suggerito che la sua leggenda potrebbe essere stata ispirata da figure storiche come il principe Vladimir di Kiev o il guerriero vichingo Rurik, mentre altri hanno sostenuto che il personaggio di Muromets rappresenti un simbolo del popolo russo e della sua lotta per l’indipendenza.

Oltre alla sua importanza nella cultura russa, la figura di Muromets ha influenzato anche la cultura di altre nazioni slave, come la Serbia e su quella di altre nazioni slave. La sua leggenda è stata trasmessa oralmente da generazioni e ha influenzato la produzione letteraria, artistica e culturale della Serbia.

In Serbia, Muromets è noto come “Ilija Bircanin”, e la sua leggenda è stata tramandata attraverso ballate popolari e racconti epici. Come nella cultura russa, anche in Serbia la figura di Ilija Bircanin è stata associata alla forza e al coraggio, ed è stata spesso evocata come un simbolo della resistenza del popolo serbo contro l’oppressione straniera.

Inoltre, la leggenda di Ilija Bircanin ha ispirato numerose opere artistiche e letterarie in Serbia. Una delle più famose è la ballata popolare “Ilija Bircanin”, che racconta la storia di come il protagonista, dopo essere stato ferito in battaglia, viene portato in un villaggio serbo dove riceve le cure e la protezione degli abitanti locali. La ballata celebra la solidarietà e la generosità del popolo serbo, che è capace di proteggere e curare un guerriero straniero.

La figura di Ilija Bircanin è stata anche rappresentata in opere d’arte, come dipinti e sculture, e ha ispirato numerose produzioni cinematografiche e televisive. Inoltre, il suo nome è stato associato a diverse organizzazioni e istituzioni serbe, come ad esempio la Scuola di Ilija Bircanin a Belgrado, che ha come obiettivo la formazione di giovani leader serbi.

In altre nazioni slave, come la Bulgaria e la Polonia, la figura di Muromets ha avuto un impatto simile sulla cultura e sulla produzione letteraria. In Bulgaria, Muromets è conosciuto come “Krali Marko”, e la sua leggenda è stata tramandata attraverso ballate popolari e racconti epici. Anche in Polonia, la figura di Muromets è stata adottata nella cultura popolare, e la sua leggenda è stata trasmessa attraverso ballate e racconti.

In conclusione, la figura di Muromets è un simbolo della cultura slava e della resistenza dei popoli slavi contro le forze straniere. La sua leggenda ha influenzato la produzione letteraria e artistica di numerose nazioni slave, come la Russia, la Serbia, la Bulgaria e la Polonia, e ha contribuito a plasmare l’immaginario collettivo di queste culture. La sua importanza nella cultura russa e in quella di altre nazioni slave è testimoniata dalla sua presenza costante nella letteratura, nell’arte e nella cultura popolare di questi paesi.

Zaporizhzhia NPP, un Raketa dal quadrante misterioso?

Zaporizhzhia NPP, un Raketa dal quadrante misterioso?

 

Il quadrante misterioso

Zaporizhzhia, questa sarà la risposta al quesito che ha appassionato più di una persona per parecchio tempo. Il giorno 31 dicembre 2020 sul Gruppo Facebook: “Orologi Russi che passione” l’utente Gianfranco ha postato il seguente orologio chiedendo informazioni:

 

Russian watch Raketa 10 years Nuclear Power Plant Zaporizhzhia

Il quadrante non riporta informazioni esplicite riguardo a cosa sia riferita la grafica del quadrante ma solo le date 1984 – 1994. Ad un primo sguardo si nota immediatamente una sagoma nera al centro del quadrante con una specie di cupola trasparente, in seconda battuta delle linee gialle e nere verticali.

Svariate sono state le risposte dei membri del gruppo e di altri collezionisti interpellati. Ne riassumo alcune per curiosità:

 

  1. Osservatorio astronomico
  2. Uno strumento di precisione
  3. Un obiettivo fotografico
  4. Telaio per i tessuti
  5. Microcircuito

Nessuno di queste ipotesi si è però rivelata esatta.

La soluzione si è presentata per caso mentre stavo scrivendo in questo stesso Blog la descrizione di un orologio commemorativo dei 10 anni di attività della centrale nucleare di Zaporizhzhia (LINK all’articolo)

 

russian watch Raketa 10 years Zaporizhzhia
Raketa 10 years Zaporizhzhia

 

La scoperta dell’anello mancante e l’arrivo alla centrale di Zaporizhzhia

Le ricerche mi hanno portato a questa pagina del noto forum WUS dove l’utente “phd” chiede informazioni, nel lontano 2008 su di un orologio Raketa:

 

Anyone recognize this logo on a Raketa?

L’orologio su cui chiedeva informazioni è questo:

 

10 years Zaporizhzhia Nuclear Power Plant
Orologio commemorativo 10 anni della NPP Zaporizhzhia

Grazie a questo anello mancante il quadrante misterioso ha ora una soluzione. si tratta di uno dei Raketa commemorativi dei 10 anni di attività dell’impianto nucleare di Zaporizhzhia.

 

La soluzione: la centrale nucleare di Zaporizhzhia

La sagoma nera rappresentano gli edifici contenenti i reattori nucleari. Nella foto sottostante è possibile vedere come abbiano una cupola sulla sommità e a lato un edificio più basso, probabilmente sede delle turbine a vapore. Anche l’edificio che contiene il reattore ha una forma particolare che ricalca la sagoma presente sul quadrante dell’orologio:

 

Zaporizhzhia Nuclear Power Plant

I raggi gialli e neri verticali che sembrano attraversare la sagoma nera probabilmente rappresentano l’energia nucleare o l’energia in senso generale.

Come si evince dalla timeline presente sul sito ufficiale della centrale nucleare di Zaporizhzhia il primo reattore nucleare è entrato in funzione nel 1994 che corrisponde alla prima delle date sul quadrante.

Raketa ЗАЭС- 10 anni centrale nucleare Zaporizhzhia

russian watch Raketa 10 years Zaporizhzhia

Energia atomica, orologi russi e diaspro rosso.

Tra gli orologi russi e sovietici che preferisco ci sono i Raketa con quadrante in pietra. Ne posseggo diversi e ognuno è unico proprio per la particolare trama della pietra. Le due pietre più usate sono il Diaspro (Jasper in inglese) e la Nefrite (Nephrite in inglese).

In prima battuta ci si potrebbe chiedere come mai vengano prodotti dalla Raketa orologi con il quadrante in pietra. La motivazione è decisamente semplice e nasce dalle origine della fabbrica di orologi di Petrodvorets. La fabbrica in origine era denominata Officina imperiale per la lavorazione di pietre preziose e venne realizzata per volontà dello zar Pietro il Grande alla fine del 1721.

E’ quindi normale che la capacità di lavorazione delle pietre preziose e semi-preziose venga applicata anche agli orologi. Nella pagina del sito dedicata al marchio Raketa è possibile trovare diversi esempi sia in Nefrite che in Diaspro (LINK DIRETTO).

russian watch Raketa 10 years Zaporizhzhia
Raketa 10 years Zaporizhzhia

Il quadrante del Raketa ЗАЭС stone dial

Di questo orologio ne esistono almeno due versioni conosciute. Una generica e un’altra commemorativa per i 10 anni della centrale nucleare di Zaporizhzhia. L’orologio in mio possesso è la versione commemorativa dei 10 anni in quanto è presente un 10 romani (X) sul quadrante in bianco. Nella versione standard tale X non è presente. Dalle informazioni che si possono ricavare dalla pagina ABOUT US dal sito ufficiale della centrale nucleare (Home page | ZNPP) la partenza del primo reattore è avvenuta nel 1984 di conseguenza l’orologio Raketa ЗАЭС commemorativo dei 10 anni è del 1994 in periodo post-sovietico.

Esistono almeno altri due quadranti commemorativi dei 10 anni della centrale atomica realizzati dalla Raketa con quadranti metallici che riportano chiaramente queste date a conferma.

Sul quadrante in pietra sono presenti due sovrastampe ( la tipica tecnica usata per i quadranti in pietra). La prima, dorata, con l’indicazione dei minuti nella parte esterna del quadrante, il simbolo dell’atomo e la scritta ЗАЭС sopvrapposta a delle righe orizzontali. La seconda di colore bianco che riporta gli indici delle ore in numeri arabi tranne ad ore 6 e 12 in cui viene riportato una sorta di ingranaggio/sole . In bianco anche il 10 in numeri romani (X) ad indicare i 10 anni di attività della centrale nucleare.

Запорожская АЭС

Questo il nome della Zaporizhzhia Nuclear Power Plant ossia della centrale nucleare di Zaporizhzia nella attuale Ucraina. La centrale è di origine sovietica e la sua costruzione è stata decisa nel 1977. Attualmente (2021) è ancora in funzione ed è previsto il suo spegnimento in varie fasi tra il 2030 e il 2041.

Запорожская АЭС

La centrale nucleare di Zaporizhzhia è la più grande centrale d’Europa e una della 10 più grandi al mondo.

Questi i tre link principali che forniscono le informazioni sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia:

L’orologio Raketa ЗАЭС

Inconfondibile la sagoma della cassa Raketa Zero odrata usata per impreziosire questo orologio. Le forme semplici della cassa ben si sposano con la complessità del quadrante. Le lancette sono di conseguenza dorate e sottili.

il retro dell’orologio è semplice con il fondello in acciaio inossidabile e il seriale n° 885 inciso sul fondello.

Zaporizhzhia Nuclear Power Plant
Zaporizhzhia Nuclear Power Plant

Il calibro è un Raketa R2609 19 rubini con scritte in inglese pensato per l’esportazione.

raketa stone dial zaporizhzhia nuclear power plant ЗАЭС R2609 claiber
raketa stone dial zaporizhzhia nuclear power plant ЗАЭС R2609 claiber

Uno degli stone dial più belli presenti nella mia collezione e un orologio abbastanza difficile da trovare, soprattutto in versione commemorativa del 1994. Probabilmente un omaggio agli azionisti o al personale della centrale nucleare

Raketa Zero – Un po’ di KGB nella cosmogonia indiana

russian watch Raketa KGB Cosmogony

Quale può essere il significato del Cremlino su quattro elefanti che poggiano sul KGB?

Ad un primo sguardo questo Raketa Zero postsovietico sembra pura follia.

 

russian watch Raketa KGB Cosmogony
Raketa KGB Cosmogony

La cosa che si nota per prima sono i tre elefanti grigi sul quadrante e già ci si inizia a chiedere a che cosa possano servire degli elefanti su di un quadrante di un orologio russo Raketa? In seconda battuta salta subito all’occhio la scritta in cirillico KGB che sembra in pietra grezza, sotto gli elefanti. Per ultimo salta all’occhio quello che c’è sopra gli elefanti, una specie di terra piatta erbosa con quella che è la rappresentazione stilizzata del Cremlino. In ultima analisi un insieme di cose che sembrano senza senso oppure una specie di scherzo giusto per infastidire chi lo vede. Il tutto sembra anche sostenuto dal fatto che le lancette nere e sottili, che sovrastano un disegno fitto e tendente ai colori scuri, diventino quasi invisibili.

In ogni caso mai demordere! Spesso è proprio nelle cose senza senso che si riesce a trovarne uno.

La ricerca tra la cosmologia, elefanti e tartarughe

Iniziamo da una rapida ricerca perchè nel mio retrocranio una vocina continuava a dirmi che la cosa aveva un senso. Gli elefanti sopra qualcosa è una immagine familiare, ma che non riuscivo esattamente ad identificare. La prima cosa che mi è venuta in mente è stato collegare gli elefanti con una qualche religione indiana (Indiana Jones e il Tempio Maledetto visto al cinema qualche annetto fa ha probabilmente contribuito a questi ricordi).

La prima ricerca che mi fornisce indizi concreti è da questo sito:

Tra fede e Scienza

Questo il passaggio che mi permette di andare avanti nella ricerca:

La raffigurazione più comune nella cosmologia induista è quella che vede una tartaruga sorreggere sul suo guscio un elefante, il quale a sua volta regge il mondo. L’elefante è il principio maschile, la tartaruga quello femminile. Insieme rappresentano l’unione degli opposti, lo yin e lo yang.

Successivamente a quest’indizio le ricerche si sono fatte più mirate e ho subito individuato la pagina di Wikipedia che tratta l’argomento e che fa riferimento direttamente alla mitologia Hindu:

https://en.wikipedia.org/wiki/World_Turtle

World turtle indian cosmogony Raketa KGB

In realtà la stessa rappresentazione è possibile trovarla oltre che nella mitologia indiana anche in quella cinese e nativa americana. A questo punto è facile individuare decine di pagine che trattano l’argomento e che possono essere facilmente approfondite. Per chiudere il capitolo ricerce e passare successivamente al significato dell’immagine sul quadrante di questo raketa Zero KGB vi segnalo due link che esulano un po’ da una ricerca razionale:

  • Questo link per chi si chiedesse su cosa poggia la tartaruga:

https://it.wikipedia.org/wiki/Ogni_tartaruga_poggia_su_un%27altra_tartaruga

  • Questo link per gli appassionati di genere Fantasy:

https://en.wikipedia.org/wiki/Discworld

Discworld

 

Il quadrante del Raketa Zero KGB

Dopo aver raccolto tutte queste informazioni il significato del quadrante è decisamente più chiaro.

Il mito Hindu conosciuto come Akupāra parla di una tartaruga di incredibile potenza che sorregge 4 elefanti che sorreggono a loro volta un mondo piatto.

Se sostituiamo il mondo piatto con un mondo piatto rappresentato dal Cremlino e la tartaruga di indicibile forza con un simbolo del KGB il significato è presto detto.

Il messaggio che voleva dare chi ha  disegnato il quadrante di questo Raketa Zero KGB è probabilmente che il KGB sia la base portante il sostegno della Russia. In alternativa, trattandosi di cosmogonia che il KGB sia le fondamenta su cui è nata la Russia.

L’orologio – Raketa Zero KGB

Da un primo sguardo si riconosce subito la sagoma inconfondibile delle casse cromate del Raketa Zero. Dal quadrante si desume che la realizzazione sia stata fatta in periodo post-sovietico.

Il retro dell’orologio non ha particolari segni se non il seriale n° 108 sul fondello in acciaio.

raketa zero KGB elephant cremlin back
raketa zero KGB elephant cremlin back

Il calibro del Raketa Zero KGB

Il calibro è un Raketa 2609 HA con l’indicazione SU su uno dei ponti. E’ quindi stato usato un calibro costruito in periodo sovietico. La mancanza di indicazioni relative al “MADE IN…” fanno propendere per i primi anni ’90, momento storico in cui esisteva ancora l’apparato del KGB e in cui i magazzini della Raketa erano ancora pieni di calibri sovietici.

raketa zero KGB elephant cremlin 2609HA caliber
raketa zero KGB elephant cremlin 2609HA caliber

Ancora una volta sono riusciti a stupirmi. Un orologio inaspettato che ancora una volta è riuscito a far scattare in me la curiosità. Un Raketa Zero KGB diverso dagli altri e sicuramente unico!

Raketa Marine Navy 24h, il mistero svelato…

russian watch Raketa 24h Marine

Il Raketa Marine, un classico tra gli orologi russi con un piccolo segreto…

russian watch Raketa 24h Marine

Il Raketa Marine è uno dei miei classici preferiti, uno degli orologi Raketa 24h più famosi e più ricercati. Prodotto sia durante il periodo sovietico che russo. Spesso elencato dai collezionisti come un “must have” per iniziare o completare una collezione. Uno degli orologi russi dal punto di vista estetico più gradevoli.

Se guardiamo con attenzione il quadrante possiamo distinguere facilmente tre funzioni principali.

1) Raketa Marine – Orario 24h

L’orologio monta un calibro Raketa 2623.H ( quindi 26mm di diametro, carica solo manuale, 24h con antishock). QUI una piccola guida sui calibri russi. E’ quindi un tipico, se non il tipico orologio russo 24h. La lettura dell’ora non è così complessa come si possa credere, basta considerare semplicemente che la lancetta delle ore effettua un giro in un giorno completo e non due volte come negli orologi a cui siamo abituati. Questo comporta uno sfasamanto tra gli indici delle ore e quelli dei minuti che approfondiremo successivamente. L’orologio nelle sue varie versioni, russa, sovietica e con marchio di qualità GOST, differisce veramente di poco. Il Raketa Marine risulta sempre ben visibile e ben leggibile.

2) Raketa Marine – Turni di guardia

Una delle caratteristiche distintive di quest’orologio è la ghiera girevole interna, regolabile da una apposita corona posta sotto quella di carica ad ore “8”. La ghiera ha un utilizzo molto semplice e serve ad identificare gli orari dei turni di guardia. Questi ultimi in marina sono fatti da 4 ore di guardia e 4 ore di riposo. I tre turni di guardia e i tre turni di riposo compongono quindi nella loro totalità le 24 ore. La ghiera è girevole per impostare comodamente l’inizio del primo turno. A questo punto iniziano però i misteri del Raketa Marine… Il fatto che uno dei turni di 4 ore sia in rosso e gli altri due in blu ha un qualche significato, o serve solo per evidenziare quello che è il primo turno? L’ esperienza mi insegna che i russi sono molto precisi e non fanno mai le cose a caso. Su quest’aspetto devo ancora indagare, anche se probabilmente l’ipotesi di indicazione del primo turno rimane la più plausibile.

[EDIT: 05/03/2022] E’ presente in internet anche un’altra teoria che riguarda le linee tratteggiate sul quadrante. Secondo alcuni indicano ai marinai l’orario delle docce. Da quanto mi è stato detto la questione è stata trattata su alcuni forum russi, sembra watch.ru, ma personalmente non riesco a trovarne traccia.

raketa marine radio room mistery gif

3) Raketa Marine – Silenzio Radio

Ma il mistero più fitto che circonda da tempo il Raketa Marine, che spero di aver risolto una volta per tutte (magari per qualcuno era chiaro, ma molte persone, se interpellate non hanno saputo dare risposta ), riguarda le linee blu presenti sul quadrante tra le ore 6:00 e 7:00 e tra le 18:00 e le 19:00. Si tratta di questi simboli grafici a cui risulta non molto intuitivo dare uno scopo all’interno del giorno. Il “mistero” del Raketa Marine si risolve come al solito con una attenta osservazione e una ricerca un po’ approfondita.

Come dicevo prima i russi sono decisamente precisi e osservando bene il quadrante di questo orologio russo si può osservare come le linee siano di colore blu, come gli indici dei minuti e non come quelli delle ore, che sono neri.

Se si pone ancora più attenzione si vede che le righe sono allineate con gli indici dei minuti e non con quelli delle ore. Fatta quest’osservazione e raccolte informazioni relative a cosa possa succedere per tre minuti ogni mezz’ora e non per due ore ogni 24 si trova riscontro in una pratica ben conosciuta all’interno delle navi (su di un Raketa Marine tutto prende senso) e cioè il “periodo di silenzio radio“.

L’animazione aiuta a comprendere correttamente quanto sopra esplicitato.


Cosa è il “Radio Silence”?

In maniera molto semplicistica si tratta di alcuni minuti ( precisamente i minuti 15-16-17 e 45-46 e 47 di ogni ora ) in cui si chiede agli operatori radio di non effettuare trasmissioni ma di mettersi in ascolto per permettere di captare eventuali SOS  lanciati da navi in pericolo. Questo periodo riguarda solo la frequenza di ascolto telegrafica di 500 mHz. Esiste anche un altro periodo di acolto di una frequenza diversa per captare eventuali messaggi radio di MAYDAY.

L’argomento può essere approfondito a questa pagina in inglese: RADIO SILENCE


GLI OROLOGI RADIO ROOM OLTRE AL RAKETA MARINE

In rete si trovano molti esempi e due spesso usati sono di famosi orologi sovietici:

La frequenza 500 kHz

Probabilmente per questioni legate alla leggibilità del quadrante dell’orologio è stato evidenziato solo il periodo relativo alle tramissioni telegrafiche da 500 kHz.

La pratica di ascolto sulle onde medie alla frequenza di 500 kHz è andata in disuso nel 1999 dopo circa 90 anni, sostituita da sistemi decisamente più moderni e affidabili. All’epoca di progettazione del Raketa Marine quindi la pratica era ancora in uso.

QUI interessanti approfondimenti su l’utilizzo di questa frequenza.


Spero che con questo ragionamento si possano considerare dissipati tutti i dubbi che hanno circondato quelle piccole linee blu presenti sul quadrante del Raketa Marine.

A ben vedere però esistono molti “Radio Room Clock” che riportano solo questa fascia. Sono probabilmente di periodo precedente all’introduzione di quello completo con le 4 fasce di ascolto orarie.

Qui sotto ne vediamo un esempio storico.


La recensione di Russian Watches Review su Youtube

Mi permetto qui sotto di evidenziare la videorecensione dell’amico Karl ( QUI IL SUO CANALE YOUTUBE) che spero in qualche modo di aver aiutato a risolvere il mistero. 😉


Articoli recenti

Semplice guida ai calibri sovietici e russi

Vostok 2416b Rannft (C)

Come riconoscere i calibri sovietici e russi?

Iniziamo col dire che una delle caratteristiche principali degli orologi sovietici è che questi contengono al loro interno solo ed esclusivamente calibri sovietici. Nulla di provenente dall’esterno ma solo ed sclusivamente calibri prodotti in URSS. Qualità spesso variabile anche a seconda delle fabbriche ma con momenti di eccellenza e momenti un po’ più difficili.

Ma veniamo a qualche informazione fondamentale ed anche curiosa.

I codici sui passaporti degli orologi sovietici.

I codici usati per identificare i calibri sovietici è stato sviluppato e standardizzato negli anni ’60. Questi codici sono quelli che si trovano sui passaporti che accompagnavano ogni orologio prodotto in epoca sovietica:

Passaporto sovietico Vostok 2609A
Passaporto sovietico Vostok 2609A

Passaporto sovietico Molnija 3602
Passaporto sovietico Molnija 3602

Cosa significano i codici?

La decifrazione del codice non è una cosa particolarmente complicata. Il codice del calibro è composto di 4 cifre e una o due lettere. In periodo successivo ( stiamo parlando dopo la caduta dell’unione sovietica ) sono stati aggiunti più codici e le due cifre in molti casi sono diventate tre

  • Le prime due cifre rappresentano il diametro del calibro in millimetri
  • Le seconde due/tre cifre rappresentano le caratteristiche peculiari del calibro
  • Le lettere a seguire rappresentano le varianti avvenute nel corso del tempo.

Calibri con le medesime caratteristiche prodotti da ditte diverse hanno lo stesso codice. non vuol dire però che siano identici, anzi… Normalmente viene infatti identificato il calibro attraverso la ditta produttrice e a seguire il codice identificativo del calibro.

Un classico esempio riportato in molti siti è il calibro

Tutti e tre i calibri hanno il diametro di 24mm e il 16 li identifica come:

  • Automatici
  • secondi centrali
  • data
  • shockproof

Una esauriente lista delle caratteristiche dei calibri ( quindi le ultime due/tre cifre è possibile trovarla QUI presso il sito Russian Times.

Lo schema con tutti i codici presenti lo trovate in fondo alla pagina.

Le risorse in internet.

Esiste anche un altra risorsa in internet che spesso utilizzo per identificare i calibri e avere una serie di informazioni legate ad essi: Ranfft Watches

Oltre a quella molto utile si sono rivelate: https://17jewels.info/

Una discreta conoscenza dei calibri russo/sovietici permette di capire spesso al volo quando siamo in presenza di orologi assemblati o non coevi.

Alcuni esempi di calibri.

Giusto per fare un esempio i calibri Vostok più comuni sono:

Tutte le caratteristiche sono verificabili tramite la tabella che potete trovare ( come già detto ) QUI

L’argomento è lungo e complesso oltre che avere al suo interno molte sfaccettature. Non è mia intenzione fare di questa una guida esaustiva, ma solo una piccola introduzione in maniera tale che sia possibile iniziare a comprendere la complessità del mondo dell’orologeria russo/sovietica.

Tutte le immagini dei calibri provengono dal sito: http://www.ranfft.de/

Lancette Sovietiche

Ritaglio schermata pagina Lancette Sovietiche Collezionare Sovietaly intervista

Strano a dirsi ma ogni tanto anche una collezione di orologi sovietici/russi può essere apprezzata e riconosciuta anche dai non addetti ai lavori.

Un paio di anni fa avevo contattato diverse testate giornalistiche legate al collezionismo per promuovere la collezione di pubblicità Pirelli di mio padre, tra cui la testata “Collezionare” presente sia in forma cartacea che digitale: www.collezionare.com

L’intervista fatta a mio padre è possibile trovarla a questo link:

Visto il contatto già presente in rubrica un paio di mesi fa mi sono permesso di ricontattare la giornalista che ha realizzato l’intervista e le ho chiesto se potesse interessarle anche avere qualche informazione sulla mia collezione di orologi russo/sovietici. Di lì a qualche giorno mi ha ricontattato per fissare una intervista telefonica.

Il 14 aprile 2018 è stata pubblicata la versione online dell’intervista che è possibile leggere a questo link:

Lancette sovietiche – Aprile 2018

Qui sotto è possibile trovare la trascrizione dell’intervista che mi è stata fatta:

Lancette Sovietiche

L’orologeria russa nella collezione di Andrea Manini, quarantaquattrenne milanese che dal 1992 ha raccolto oltre 400 esemplari. “La cosa che mi diverte molto è che, diversamente dagli orologi svizzeri, quelli russi celano sempre una storia da raccontare”

Molte sono le storie che ruotano intorno all’orologeria sovietica. Tra tutte, quelle che riguardano Jurij Gagarin, il primo uomo a conquistare lo spazio, sono le più controverse. Infatti, quale fosse l’orologio indossato dal cosmonauta russo durante quella celebre missione del 1961, nessuno lo può dire con precisione. C’è chi sostiene che indossasse un orologio dalla Poljot – in cirillico Полет – modello Sturmanskie, prodotto dalla Prima fabbrica di orologi di Mosca e passato alla storia come il corrispettivo russo dello Speedmaster portato in missione lunare prima da Armstrong, poi da Buzz Aldrin. Altri invece, sostengono che fosse il Tipe One fabbricato dalla Sturmanskie – Штурманские –, citando come prova schiacciante la fotografia in cui l’astronauta indossa sopra la tuta rossa, proprio questo modello. “Ma chi può dirlo con certezza? magari si tratta di uno scatto rubato durante una semplice esercitazione?”. Con questo interrogativo il collezionista Andrea Manini, quarantaquattrenne milanese, ci sottolinea quanto a volte siano misteriose le storie di questi famosi segnatempo. Conosciuti e apprezzati in diversi Paesi del mondo, in Italia hanno spesso subito il confronto con gli orologi svizzeri e per questo, da molti continuano ad essere considerati erroneamente come scarsi a prescindere. Cerchiamo attraverso la collezione Manini di capire anche i motivi di tanto snobismo.

Andrea, il vero boom dell’orologeria russa nel nostro Paese arriva nei primi anni Novanta, con la fine dell’URSS. Anche lei, come molti, incomincia in quel periodo ad appassionarsi a questi oggetti?
Il 1992 è per me l’anno zero, quello in cui inizio ad avvicinarmi a questi bellissimi orologi. In quell’anno, il primo dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, tutte le merci particolari provenienti dall’ex URSS diventano molto ricercate e anche gli orologi russi cominciano ad entrare nelle nostre gioiellerie. Nel corso degli anni ho incrementato la mia raccolta, raggiungendo circa quattrocento esemplari.

Ricorda ancora il suo primo acquisto?
Sono particolarmente affezionato al numero uno della mia collezione, un orologio da polso acquistato per poche lire in uno di quei banchi allestiti dai polacchi che a partire dalla fine del 1991 era consuetudine trovare sulle strade provinciali di tutta Italia. L’aspetto militare e il razzo disegnato sul quadrante mi hanno attratto e solo in un secondo momento ho scoperto che quell’orologio era un modello della Vostok – in cirillico Восток – chiamato Komandirskie e che il razzo vettore disegnato era il celebre Vostok 1 con il quale Gagarin nel 1961 ha orbitato intorno alla terra. La cosa che mi diverte molto è che, diversamente dagli orologi svizzeri, quelli russi celano sempre una storia da raccontare.

Ed è proprio in base a queste storie che i collezionisti degli orologi russi individuano le diverse categorie di raccolta…
Proprio così. Io mi concentro sia sulle avventure spaziali russe sia sugli orologi sovietici creati per il mercato italiano. Esistono però almeno altri due filoni: quello delle esplorazioni polari sovietiche – artiche o antartiche – e quello dedicato alle poche, ma lunghissime ferrovie russe e in particolar modo in riferimento alla linea BAM.

Immagino che gli orologi a tema spaziale siano numerosi, anche perché è stata la Russia a battere tutti i record in questo campo…
…in primis con lo Sputnik, il primo satellite nello spazio, poi con Laika il primo animale a raggiungere l’orbita spaziale, per non parlare di Gagarin e della Tereškova rispettivamente il primo uomo e la prima donna ad andare nello spazio. Il tema è quindi molto avvincente ed esistono modelli commemorativi per ogni evento importante. La curiosità è che non sono mai stati creati, se non di recente, modelli celebrativi di Laika.

L’evoluzione dell’orologeria russa è molto complessa e si interseca con la storia sociale, politica e militare del Paese…
Al tempo degli Zar i principali produttori di orologi erano le botteghe artigianali in grado di fabbricare esemplari molto rifiniti e particolari. Con la caduta dell’Impero e l’avvento dell’Unione Sovietica iniziarono il vero cambiamento stimolato dalla necessità di fornire orologi ai civili e ai militari senza doverli importare e pagarli in oro, data la debolezza della moneta di allora. Per rendersi autonomi e produrre gli orologi direttamente sul proprio territorio, i russi trovarono più conveniente acquistare dei macchinari provenienti da ditte americane in fallimento. I primi esemplari realizzati erano da tasca, ma gradualmente passarono alla fabbricazione di orologi da polso, massificandone la produzione. Le numerose aziende sorte, tutte statali, avevano nomi che prendevano spunto o dalla Guerra o dalle avventure nello Spazio.

Ci può fare qualche esempio?
La Prima fabbrica moscovita di orologi, diventata in un secondo momento la Poljot – Полет – che tra le tante cose vuol dire volo, la Raketa – Pакета – significa razzo, la Pobeda – Победа – vuol dire vittoria, dedicata alla Seconda Guerra Mondiale. Poi vi è la Chaika – Чайка – che vuol dire Gabbiano, ma in realtà Chaika era il nome in codice di Valentina Tereškova durante il suo volo nello spazio, e potremmo continuare.

Abbiamo parlato di produzione di massa e i russi in questo sono stati degli antesignani, anche se la fabbricazione di migliaia di pezzi a volte ha tralasciato l’aspetto qualitativo. Gli orologi prodotti, però, tra gli anni Sessanta e Settanta, nonostante tutto, sono superiori poiché si riusciva ancora a prestare attenzione ai dettagli. In quegli anni venivano già esportati?
Sì. Tra l’altro con prezzi decisamente bassi rispetto al valore reale del prodotto. Questa era una precisa strategia imposta dallo Stato, allora l’unico proprietario delle aziende, per favorire l’esportazione. Quindi soprattutto per gli esemplari prodotti in quegli anni, il prezzo calmierato non indica una scarsa qualità. In Italia però, è ancora molto diffusa l’idea che questi orologi siano modesti e questo falso mito è dovuto in parte, alla vicinanza del nostro Paese con la Svizzera, patria indiscussa dell’orologeria mondiale e in parte, all’importazione di massa fatta principalmente da due società come la Time Trend e la Mirabilia. Un monopolio che ha fornito una visione ristretta del mondo dell’orologeria russa, che al contrario è vastissimo e articolato.

I Russi avevano capito l’importanza dell’esportazione e del marketing, tanto da creare orologi con loghi adatti all’export o modelli ad hoc per determinati mercati…
Per favorire l’esportazione con l’Inghilterra, per esempio, i marchi Raketa, Slava e Poljot venivano sostituiti con il brand SeKonda e la scritta made in URSS in caratteri latini.
Quindi logo diverso, ma orologi identici.

Invece per il mercato italiano?
L’Italia è diventato uno dei mercati principali per gli orologi russi ed esistono molti modelli creati ad hoc e come le dicevo, una parte della mia collezione si concentra proprio su questo. Tra i  tanti esemplari realizzati per il mercato italiano possiamo citare il Fri Fri prodotto dalla Slava – Cлава – con il quadrante completamente rosa e il modello California, con quadrante nero ed indici rosa. Una particolarità: per il nostro mercato sono stati creati anche due cronografi unici nel loro genere perché utilizzano la cassa dei Komandirskie della Vostok e il calibro della Poljot. Venivano poi impacchettati con una bellissima confezione di legno e venduti in gioielleria ad un prezzo importante.

La Vostok è famosa per essere l’azienda che ha prodotto gli orologi utilizzati dai militari e  forse anche quelli per l’armata russa…
In realtà la Vostok era un’azienda che ha prodotto orologi dall’aspetto militare. Forse il fraintendimento deriva dal fatto che in alcuni Komandirskie compare la scritta ЗAKA3 MO CCCP e per questo vengono erroneamente scambiati per orologi militari, ma in realtà significa solo che erano stati commissionati dallo Stato e dal Ministero della difesa dell’URSS. L’orologio dell’armata russa, invece è una splendida operazione di marketing della Time Trend per il nostro mercato.

E il modello Amphibia?
Prende il nome dalla particolare vite del fondello creata dalla Vostok, su richiesta della marina di progettare un orologio che potesse essere utilizzato dai sub. Questi modelli inoltre, utilizzano una calotta in vetro plastica e cassa in acciaio così da essere ancora più resistenti.

Tra i modelli più rari della sua collezione?
Sicuramente un Raketa, Big Zero con il quadrante in Nefrite, una pietra dura di color verde simile alla Giada.

Trovare i modelli più rari non è certo facile visto che il mercato, soprattutto online, spesso offre pezzi banali e spesso falsi…
Gli esemplari migliori della mia collezione sono stati recuperati solamente offline. Su internet si trova di tutto e per questo bisogna prestare attenzione ai falsi e soprattutto agli assemblati. Questi ultimi sono frequenti, poiché le aziende russe hanno sempre prodotto le varie componenti dell’orologio compatibili e questo facilita il fatto di poter assemblare pezzi di diverse aziende e creare orologi che non sono mai usciti da nessuna fabbrica, ma che funzionano perfettamente. Inoltre arrivano dall’Ucraina quadranti riprodotti che spesso sono acquistati da collezionisti non esperti e montati su orologi con meccanismi originali. Per questo consiglio di consultare collezionisti più preparati ed affidabili prima di avventurarsi nell’acquisto. Oggi esistono numerosi forum e gruppi in cui è possibile scambiare pareri e consigli.

Raketa 24h nave scuola Khersones

russian watch Raketa Kersones

Khersones: un maestoso veliero trialbero

Spicca subito l’immagine del maestoso veliero Khersones sul quadrante di questo orologio. Pensare che questo è uno dei primi orologi russi che ho trovato quando iniziai a collezionare orologi  e e anche uno dei miei 24h preferiti. Non tanto per l’aspetto estetico, seppur gradevole, ma soprattutto per la storia legata al veliero che compare sul quadrante.

russian watch Raketa Kersones
Raketa Kersones

L’aspetto dell’orologio è piacevole e i toni bianchi, metallico e azzurri gli danno un non so che di marinaro. Sulla ghiera girevole interna, tipica di questo modello di orologi i nomi delle città in inglese.

La cassa cromata e la ghiera rifinita in nero ben si sposa con il quadrante.

La nave scuola Khersones

Qui è possibile vedere la pagina dedicata su Wikipedia: WIKIPEDIA: Veliero Khersones

Come si può leggere il veliero trialbero è stato costruito nel 1989 presso un cantiere navale in Polonia insieme ad altre 5 navi sorelle (di cui la più famosa è il veliero MIR ).

L’orologio è del periodo transizionale quindi intorno alla metà degli anni ’90. Si evince facilmente mancando l’indicazione relativa alla produzione ( tipicamente CAEMANO B CCCP o MADE IN USSR).

Qui è possibile vedere il dettaglio della nave sul quadrante:

raketa khersones 24h detail
raketa khersones 24h detail

La storia della nave è interessante e ha effettuato diversi servizi battendo diverse bandiere.

La nave Khersones oggi

Attualmente è ancora in servizio e batte bandiera russa. Al momento in cui sto scrivendo è nel Mar Nero vicino a Sebastopoli.

Se siete curiosi di sapere dove sia in questo momento basta controllarlo su questo sito:

marinetraffic.com: Khersones

Come spesso accade approfondendo gli argomenti si diventa sempre più curiosi e a me capita di voler affiancare l’orologio con qualcosa che lo riguardi da vicino, sia esso un francobollo, un pin o una cartolina.

Proprio una cartolina ho trovato su cui è riprodotta in tutta la sua maestosità il veliero.

khersones ship postcard
Khersones Cartolina

khersones 24h postacard
khersones 24h postacard

L’orologio

L’orologio risulta a mio parere, come tutti i 24h, piacevolmente portabile una volta capito come leggere correttamente l’ora. La cassa è quella tipica degli orologi 24h con cassa rifinita al TiN e lunetta rifinita in nero.

Il calibro al suo interno è il consueto 2623.H 24h utilizzato dalla Raketa

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