Scopri i principali marchi di orologirussi moderni con un’analisi approfondita di ciascun brand. Che tu sia un collezionista esperto o un neofita, questa guida ti fornirà tutte le informazioni necessarie per orientarti nel mondo affascinante dell’orologeria russa.
Raketa è uno dei marchi più iconici dell’orologeria russa, con una storia che risale al 1961, in onore del volo spaziale di Yuri Gagarin. Raketa è noto per i suoi movimenti interamente realizzati in casa, un’impresa rara nell’orologeria moderna. I modelli come il “Big Zero” e il “Kopernik” sono distintivi e innovativi, rendendo Raketa un marchio di riferimento per chi cerca orologi unici nel panorama orologiero. Questi orologi combinano design audaci con un’incredibile precisione tecnica.
Vostok è celebre per i suoi orologi robusti e affidabili, come le linee “Amphibia” e “Komandirskie”. Fondata nel 1942, Vostok ha una lunga tradizione di produzione di orologi resistenti, progettati originariamente per l’esercito sovietico. Questi orologi sono apprezzati per la loro durabilità e il design funzionale, ideali per gli appassionati di outdoor e sport acquatici. La linea Amphibia, in particolare, è famosa per la sua resistenza all’acqua e la costruzione robusta, rendendola una scelta popolare tra i subacquei.
Luch è noto per gli orologi eleganti e accessibili, con un ottimo rapporto qualità-prezzo. Fondata nel 1953 a Minsk, Luch offre una vasta gamma di design che spaziano dal classico al moderno. I loro orologi sono conosciuti per la loro semplicità e affidabilità, rendendoli adatti a una varietà di gusti e preferenze. Luch è apprezzato per la sua capacità di combinare design minimalista con alta precisione, rendendo i loro orologi una scelta eccellente per chi cerca eleganza e funzionalità a un prezzo accessibile.
Poljot International prosegue la tradizione del famoso marchio Poljot, noto per i suoi cronografi e orologi meccanici. I modelli spaziano dai classici a carica manuale ai sofisticati tourbillon, combinando design moderno e tradizione russa. L’attenzione ai dettagli e la qualità artigianale rendono questi orologi pezzi unici nel loro genere.
Parte della holding Poljot International, Basilika si distingue per i suoi design unici e riconoscibili. Gli orologi Basilika offrono una combinazione di eleganza e funzionalità, risultando in modelli che catturano l’attenzione per la loro estetica distintiva.
Sturmanskie è noto per il suo legame con l’aviazione sovietica e lo spazio. I modelli “Gagarin” commemorano il primo volo umano nello spazio, mentre la linea “Sputnik” celebra il lancio del primo satellite artificiale. Gli orologi Sturmanskie sono apprezzati per la loro durabilità e design storico, che li rendono ideali per gli appassionati di aviazione e spazio.
Strela, rinato sotto Volmax, è famoso per i suoi cronografi utilizzati in missioni spaziali sovietiche. I moderni orologi Strela mantengono il design vintage e utilizzano movimenti meccanici di alta precisione, rendendoli molto popolari tra i collezionisti per la loro storia e affidabilità.
Parte di Volmax, Aviator produce orologi ispirati all’aviazione. Questi orologi sono progettati per essere robusti e precisi, con design che evocano l’era d’oro del volo. Gli orologi Aviator sono ideali per chi cerca un orologio che unisca funzionalità e stile aeronautico.
Slava, ora associata a CCCP Time, produce orologi con temi sovietici utilizzando movimenti Slava restaurati o moderni movimenti giapponesi. I modelli Slava combinano design nostalgico e affidabilità, richiamando l’estetica degli orologi sovietici originali. Questi orologi sono perfetti per chi cerca un pezzo di storia con un tocco moderno.
Buyalov, venduto tramite Meranom, si distingue per i suoi orologi con design distintivi e artigianali. Questi modelli offrono una combinazione unica di estetica moderna e tradizione orologiera russa, risultando in orologi che sono sia eleganti che funzionali.
Attache è un altro marchio distribuito da Meranom, noto per i suoi orologi eleganti e professionali. Questi orologi sono progettati per il pubblico business, con un design sofisticato e una costruzione di alta qualità.
Amphibia è celebre per i suoi orologi subacquei robusti e affidabili, perfetti per gli appassionati di sport acquatici. Questi orologi sono noti per la loro resistenza all’acqua e la loro costruzione durevole, rendendoli ideali per le avventure subacquee.
AGAT, noto anche come Zlatoust Watch Factory, è famoso per i suoi orologi da immersione robusti e i cronometri. I modelli “191-ChS” e “192-ChS” sono particolarmente apprezzati per la loro costruzione solida e il design iconico. Questi orologi sono stati originariamente progettati per i subacquei della Marina sovietica e continuano a essere popolari tra gli appassionati di orologi robusti e storici.
Conclusione
L’orologeria russa moderna offre una vasta gamma di opzioni per i collezionisti e gli appassionati. Che tu stia cercando un pezzo di storia o un design innovativo, c’è sicuramente un orologio russo che soddisferà le tue esigenze. Esplora i marchi sopra elencati per trovare l’orologio perfetto per te.
Certo che NO, ci sono anche altri orologi russi e sovietici bellissimi e inattesi…
La produzione di orologisovietici non è caratterizzata solo dagli orologi da polso, ma anche da una immensa produzione di orologi da tavolo, da parete, cucù e sveglie. Dalle forme particolari e molto spesso leggere e aggraziate. Premetto che non sono un esperto in materia, ma vorrei parlarvi per quanto possibile, di una mia interessante esperienza personale, che mi ha fatto apprezzare moltissimo questa produzione di orologi.
Il contesto storico
Credo che sia necessario contestualizzare la realtà dell’Europa e dell’Unione Sovietica principalmente nel dopoguerra. Una sveglia meccanica o un orologio da parete non erano uno sfizio come ai giorni nostri, ma una reale necessità della famiglia. Un affidabile orologio meccanico a muro o sul comodino era, insieme all’orologio del campanile o della piazza del comune, quella cosa che scandiva le giornate e sincronizzava la vita degli abitanti della comunità. Gli orologi da polso in qualche caso erano difficili e costosi da reperire, soprattutto nelle regioni più remote e meno industrializzate. Nell’economia pianificata anche questa esigenza era compresa e industrializzata.
La mia esperienza personale
Questo scritto nasce da un incontro casuale avvenuto nel mondo dei social. Rispetto alla data in cui scrivo ho da poco ripreso in mano con un piano un po’ più definito la gestione della mia pagina Facebook e Instagram. Durante l’esplorazione del feed giornaliero di Instagram mi sono imbattuto in alcune immagini di un bellissimo orologio da tavolo in riparazione. La cosa mi ha immediatamente colpito.
In un flusso continuo di immagini di orologi russi da polso, vedere questi grossi meccanismi così diversi da quelli a cui sono abituato, mi ha immediatamente colpito. Piacevolmente colpito.
Incuriosito mi sono messo in contatto con la persona che sta dietro l’account e dopo qualche messaggio ho scoperto un vero appassionato capace di ridare vita a questi gioielli di un’epoca passata.
Chi è old_clock_ussr?
Il suo nome è Roman e mi sembra giusto, visto che stiamo parlando di lui e della sua passione, lasciargli lo spazio per presentarsi in autonomia:
Posso parlarvi un po’ di me e di come è iniziato il mio hobby. Tutto iniziò nella mia prima infanzia, probabilmente da qualche parte nel subconscio mi sono ricordato di come mio padre era impegnato nella riparazione degli orologi. Ho vissuto e vivo tutt’ora nella città di Samara (Kuibyshev), in questa città si trovava una delle più grandi fabbriche di orologi, la ZIM, dove lavorava mio padre. Dopo il crollo dell’Unione Sovietica, tutte le industrie hanno iniziato a saccheggiare e chiudere, è stato doloroso vedere come le persone, un tempo grandiose e il paese iniziarono a sprofondare nella povertà e nell’ingiustizia. Bene, ma non parliamone qui. Passarono gli anni e sono cresciuto, sono diventato un capo famiglia e io e mia moglie abbiamo avuto un figlio. Ora ha 3 anni. Durante questo periodo, ho studiato ingegneria civile e sono salito alla posizione di responsabile. Proprio l’anno scorso, il 25 agosto, mentre passeggiavo per il mercato delle pulci con la mia famiglia, un sabato mattina presto ho visto un orologio in un banchetto di un signore anziano che giaceva in un mucchio di cianfrusaglie, era magnifico, le condizioni erano stupende, il design degli anni ’70 mi ha colpito immediatamente. Ho preso questo orologio da scrivania e sono rimasto piacevolmente sorpreso dal fatto che funzionasse non con una batteria, ma con l’aiuto della meccanica. Dopo 2 mesi ho avuto purtroppo un attacco di cuore, ero in terapia intensiva e ho pensato a quanto ero fortunato a rimanere in vita e che sarei stato presto con la mia famiglia: mio figlio, mia moglie e i genitori. Durante il tempo trascorso in ospedale, mi è mancato davvero il molto mio hobby. Prima della mia malattia, avevo solo tre orologi nella mia collezione. Ma in pochi mesi, più precisamente in tre, è cresciuto fino a 30 pezzi. Mi piace il mio hobby e in questo la mia famiglia mi supporta in tutto. Compro orologi che necessitano di riparazioni, abbandonati, rotti, li porto a casa mia e gli do una seconda vita. Spero tanto che mio figlio sarà interessato a questo quando crescerà, perché alcuni di questi orologi avranno 100 anni e più ? !!!
Sul suo profilo Instagram facilmente trovabile è possibile vedere molti dei suoi orologi e seguirlo nelle varie riparazioni. Nello smontaggio, pulizia, ri-assemblaggio dei vari orologi. Vi assicuro che sono uno spettacolo!
Gli orologi sovietici non da polso.
Le tipologie sono talmente tante che diventa veramente difficile trovare un titolo per rappresentarle tutte. Iniziamo col dire che possono essere riunite in diverse macro-categorie, che a loro volta potrebbero essere declinate in categorie più piccole:
Orologi da tavolo
Orologi da parete
Orologi a pendolo
Sveglie da comodino
Sveglie da viaggio
Orologi da strada
Orologi per municipi e campanili
Nella industria pianificata sovietica vi erano interi reparti di fabbrica destinati alla progettazione e alla realizzazione di questi orologi. Qui sotto un elenco NON esaustivo delle marche di orologi:
L’elenco credo si possa allungare non da poco e se consideriamo anche alcuni orologi da scrivania che utilizzano calibri di orologi da polso (quelli ad esempio utilizzati dai maestri a scuola) possiamo aggiungere anche marche come Raketa e Zim.
I calibri degli orologi
Qui devo ammettere la mia ignoranza in materia. Li guardo, posso intuirne le parti e il funzionamento, ma finisce lì. Chiaramente i calibri di questa tipologia di orologi sono molto diversi da quelli da polso, potendosi permettere dimensioni maggiori e di conseguenza anche una semplicità costruttiva maggiore. Le maggiori dimensioni e la staticità intrinseca dell’orologio permettono anche di avere una buona precisione. I movimenti hanno diversi rubini che ne garantiscono la marcia, spesso il numero è inferiore a quelli da polso.
Qui è possibile vedere alcuni esempi di calibri:
Un’altra delle caratteristiche che rendono, a mio parere, questi orologi bellissimi è la presenza spesso della suoneria delle ore e delle sveglie, spesso con 3 o 4 note musicali. Il calibro si complica quindi nella gestione della suoneria e del jingle musicale proposto.
SCORRETE FINO IN FONDO PER VEDERE ALCUNI ESEMPI
Sono presenti anche orologi a cucù con delle caratteristiche estetiche molto peculiari che li rendono facilmente distinguibili da quelli più comuni di produzione tedesca ad esempio
E io?
La mia personale collezione di orologi da tavolo e sveglie sovietica non è lontanamente paragonabile a quella di old_clock_ussr. Reperire questa tipologia di orologi in Italia è abbastanza complesso sia per via delle dimensioni che del peso. Le poche che ho però fanno bella mostra di sé in casa in quanto le ritengo pezzi decisamente interessanti. Non escludo in futuro di cercare di entrare in possesso di qualche orologio da tavolo.
A partire dalla fotografia dell’orologio VostokKomandirskie che allego, cercherò di spiegare le due possibili teorie emerse finora per dare un senso al misterioso simbolo sul quadrante.
Vostok Komandirskie
Teoria 1: La Centrale Idroelettrica di Volkhov
La Connessione con la Centrale Idroelettrica
L’immagine al centro del quadrante sembra proprio una turbina Francis, che è stata utilizzata nella centrale idroelettrica di Volkhov. Queste turbine a bassa pressione erano ideali per la tecnologia dell’epoca del 1917, caratterizzate da pale curve che consentivano di convertire l’energia cinetica e potenziale dell’acqua in energia meccanica.
La scritta rossa “70 лет” (70 anni), presente in tutte le foto dell’orologio, suggerisce che l’orologio è sovietico e celebra i 70 anni di qualcosa. Poiché l’URSS è nata nel 1917 e si è sciolta nel 1991, gli anni di ricerca si restringono tra il 1917 e il 1921.
Celebrazioni e Compatibilità Temporale
Considerando che i 90 anni della centrale idroelettrica di Volkhov sono stati festeggiati nel 2016, i 70 anni sarebbero stati celebrati nel 1986. Questa data è compatibile con il modello di orologio e la scritta “сделано в СССР” (fatto in URSS). La centrale idroelettrica di Volkhov è stata la prima grande centrale idroelettrica costruita in Russia, un progetto significativo nell’ambito del piano GOELRO, il primo piano economico sovietico per l’elettrificazione del paese.
Fotografia della serata di gala dedicata al 70° anniversario della centrale idroelettrica di Volkhov. Una lettera di ringraziamento viene presentata a un dipendente della centrale dal sindaco della città di Volkhov, Volchkova N.M. Fonte: union.lenoblmus.ru.
Monumento Commemorativo
Nel 2016, per il 90º anniversario della centrale, è stato inaugurato un monumento proprio fuori dalla centrale che utilizza una turbina come parte del monumento.
Monument in honor of the builders and power engineers of the Volkhov Hydroelectric Power Plant. The plaque reads: “Monumento in onore dei costruttori e degli ingegneri energetici della centrale idroelettrica di Volkhov. Volkhovskaya HPP – la prima centrale idroelettrica costruita secondo il piano GOELRO, messa in funzione nel 1926.
Detail of the plaque on the monument honoring the builders and power engineers of the Volkhov Hydroelectric Power Plant. The plaque reads: “Монумент в честь строителей и энергетиков Волховской ГЭС. Волховская ГЭС – первая гидроэлектростанция, построенная по плану ГОЭЛРО, введена в эксплуатацию в 1926 году.
Traduzione del testo riportato sulla targa: “Monumento in onore dei costruttori e degli ingegneri energetici della centrale idroelettrica di Volkhov. Volkhovskaya HPP – la prima centrale idroelettrica costruita secondo il piano GOELRO, messa in funzione nel 1926.”
Teoria 2: Industria Petrolifera (Discussa su cccp-forum.it)
Discussione sul Forum
Sul cccp-forum.it, alcuni utenti hanno ipotizzato che il simbolo possa riferirsi a un’azienda dell’industria petrolifera. Questa teoria è stata discussa dai seguenti utenti: cuoccimix, zvezda, DaniLao, fiurdesoca, Cane, Trash e robyvintage. LINK ALLA DISCUSSIONE: Questa volta chiedo io un consulto… – cccp-forum.it
Dettagli dell’Ipotesi
cuoccimix ha suggerito che l’orologio potrebbe riferirsi a un’azienda fondata tra il 1917 e il 1921.
fiurdesoca ha postato una foto di un orologio con una turbina simile. Questo orologio commemorativo riporta sul quadrante una torre di trivellazione stilizzata e le date 1985-1995, insieme al nome della città Langepas, che suggerisce un collegamento con l’industria petrolifera.
Traduzione del testo riportato sull’orologio:
Sopra la torre di trivellazione: ЦБПО ЭПУ (Central Production Service Bureau of Electro-Submersible Units)
Sotto la torre di trivellazione: 1985-1995
In basso: г. Лангепас (città di Langepas)
Cane e Trash hanno scoperto che “ЦБПО ЭПУ” si riferisce a una società di riparazione di pompe centrifughe elettriche, parte del gruppo OJSC “Surgutneftgas”.
robyvintage ha trovato un orologio che il venditore ha attribuito al 70º anniversario di un’azienda di lenti per macchine fotografiche, ma senza certezze.
zvezda ha suggerito un collegamento con l’azienda petrolifera Azneft di Baku e l’invenzione del Turbodrill nel 1922.
Close-up of a commemorative watch celebrating 10 years (1985-1995) of ЦБПО ЭПУ in Лангепас. Image property of fiurdesoca.
Dettagli sulla ЦБПО ЭПУ
Il Центральное Бюро Производственного Обслуживания Электро-Погружных Установок (ЦБПО ЭПУ) è un’azienda situata a Surgut, parte del gruppo OJSC “Surgutneftgas”, una delle maggiori compagnie petrolifere russe. La società è specializzata nella manutenzione e riparazione di pompe centrifughe elettriche utilizzate principalmente nell’industria petrolifera.
Fondata per fornire servizi tecnici e supporto alle operazioni di estrazione, ЦБПО ЭПУ si occupa di una vasta gamma di attività, tra cui il montaggio e lo smontaggio di installazioni elettropompe, la gestione delle stazioni di controllo e la riparazione delle apparecchiature elettriche. Questo tipo di apparecchiature è cruciale per il funzionamento delle operazioni di estrazione e gestione delle risorse naturali, come petrolio e gas.
L’azienda ha partecipato a vari incontri e conferenze con altre società del settore, concentrandosi su tematiche come la sicurezza industriale, la manutenzione delle apparecchiature e l’efficienza operativa delle installazioni. Ad esempio, in un recente incontro a Neftekumsk, sono stati discussi temi come la sicurezza sul lavoro, la manutenzione delle pompe e la gestione delle risorse (ООО «ЦГК Холдинг») (StudFiles).
Le recensioni dei dipendenti di ЦБПО ЭПУ sono miste, con alcune critiche riguardanti la gestione interna e le condizioni di lavoro. Tuttavia, l’azienda continua a essere un attore chiave nel settore dei servizi per l’industria petrolifera, contribuendo significativamente alla manutenzione e al funzionamento delle infrastrutture critiche in Russia (Retwork) (AtlasWork).
Conclusione
Al momento, nessuna delle teorie ha trovato una conferma definitiva. Se qualcuno ha ulteriori informazioni o una teoria diversa, sono benvenute. Continuerò le ricerche per svelare questo mistero.
Il marchio Ostwok rappresenta un capitolo affascinante nella storia dell’orologeria, mescolando l’affidabilità degli orologimilitari sovietici con il prestigio e la precisione svizzera. Fondata nel 1993, Ostwok SA aveva sede a Fehraltorf, Svizzera, e si specializzava nell’importazione e nella distribuzione di orologi russi Vostok sotto un marchio che suggeriva un’origine svizzera. Questo articolo esplora la storia della società, i dettagli dei suoi prodotti e il misterioso concorso del 1994, offrendo un quadro completo di questo interessante fenomeno.
La Fondazione di Ostwok SA
Ostwok SA è stata fondata nel 1993 a Fehraltorf, Svizzera, con l’indirizzo Wingertstrasse 50, 8308 Illnau, Illnau-Effretikon, Svizzera. La società importava orologi Vostok dall’Unione Sovietica, noti per la loro robustezza e affidabilità, e li distribuiva in Europa sotto il marchio Ostwok. Con un capitale sociale di 800.000 CHF distribuito in 800 azioni nominali da 1.000 CHF ciascuna, la società è stata operativa fino al 2002, quando è stata liquidata (kompany – global company intelligence) (kompany – global company intelligence).
Aggiornamento dei valori in Euro:
800.000 CHF nel 1993: Ipotizzando un tasso di cambio medio di 1,50 franchi per euro e un’inflazione annuale del 2%, oggi questo valore sarebbe di circa 800.000 CHF x 0,66 = 528.000 EUR (valore approssimato).
1.000 CHF per azione nel 1993: Seguendo lo stesso calcolo, oggi ogni azione varrebbe circa 1.000 CHF x 0,66 = 660 EUR (valore approssimato).
Ostwok è un anagramma di Wostok, il nome tedesco di Vostok, scelto per facilitare la pronuncia corretta nei paesi di lingua tedesca. Il logo di Ostwok, che sostituiva la “B” cirillica di Vostok con una “W”, era un elemento distintivo e spesso includeva simboli grafici come stelle o emblemi militari. Questo cambio di branding mirava a creare un’immagine di orologi svizzeri, sfruttando la reputazione della Svizzera nell’orologeria (WatchUSeek Watch Forums) (SOVIETALY™).
Gli Orologi Ostwok
Gli orologi venduti sotto il marchio Ostwok erano in realtà modelli Vostok Komandirskie e Amphibia, noti per la loro robustezza e resistenza. Questi orologi, prodotti originariamente per l’Armata Rossa, erano dotati di calibri meccanici e spesso presentavano casse rifinite in nitruro di titanio. Erano venduti con un corredo che includeva una scatola in cartone e un foglio con istruzioni e garanzia (TrademarkRegistrationOnline) (SOVIETALY™).
Ostwok Kosmonauten-Uhr
Ostwok Paratrooper
Ostwok Generals-Uhr
Registrazione in Canada
Ostwok SA ha registrato diversi marchi in Canada a partire dal 1994, inclusi marchi per strumenti orologici e cronometrici e relativi accessori. Tuttavia, le procedure di registrazione sono state interrotte e i marchi sono stati abbandonati entro il 1998. Questa registrazione faceva parte di una strategia per espandere la presenza internazionale del marchio e proteggerlo nei mercati globali (TrademarkRegistrationOnline) (WatchUSeek Watch Forums).
Il Concorso del 1994
Nel 1994, Ostwok SA ha lanciato un concorso per promuovere i suoi orologi. Il concorso offriva premi significativi, tra cui somme di denaro (SFr. 10.000 per il primo premio e SFr. 5.000 per il secondo premio) e orologi Ostwok. I partecipanti dovevano rispondere correttamente a tre domande relative alla sede della Ostwok SA, alla necessità di batterie per gli orologi e alla presenza di un certificato di qualità. La scadenza per l’invio delle risposte era il 31 maggio 1994, e i vincitori sarebbero stati selezionati sotto supervisione notarile. Non sono state trovate ulteriori informazioni specifiche sull’esito del concorso o su eventuali vincitori (SOVIETALY™) (SOVIETALY™) (WatchUSeek Watch Forums).
Pubblicità in tedesco che promuove orologi militari russi Ostwok con diversi modelli visibili. Immagine di proprietà di Mchap.
Jetzt schlägt’s OSTWOK
OSTWOK, die russische Original-Militäruhr
Jetzt sind sie da! Die einzig echten Original-Kommandirskie-Militäruhren aus der ehemaligen Sowjetunion. Diese weitgehendst handgefertigten, mechanischen und robusten Spezialuhren sind bereits im härtesten Testmarkt Schweiz der absolute Renner. Nun ist die erste Kollektion, die eigens für die ehemalige sowjetische Armee-Elite kreiert wurde, auch in Deutschland eingetroffen. Weitere Serien werden folgen!
Die schweizerische Handelsfirma OSTWOK SA hat den alleinigen weltweiten Vertrieb exklusiv in Händen und bietet sie im Direktverkauf unter der Marke OSTWOK mit Lederarmband, Qualitätszertifikat vom Werk und 1 Jahr Garantie an. Sichern Sie sich dieses batteriefreie, wasserdichte und stoßfeste Liebhaberstück. Es besteht ein Ansichts- bzw. Rückgaberecht innerhalb 5 Tagen. Die Uhren bleiben bis zur vollständigen Bezahlung im Eigentum der Lieferfirma.
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Ora sono qui! Gli unici veri orologi militari originali Komandirskie dell’ex Unione Sovietica. Questi speciali orologi meccanici, fatti a mano e robusti, sono già i più venduti sul mercato svizzero. Ora è arrivata la prima collezione, creata esclusivamente per l’élite militare sovietica, ed è disponibile anche in Germania. Altre serie seguiranno!
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Telefono per ordini: 0130 815 888 (numero gratuito) Telefax per ordini: 004119 551 313
Certificato di prenotazione/ordine
Quantità
Cinturino marrone
Cinturino nero
KGB (automatico)
DM 215.-
[ ]
DM 220.-
[ ]
Generale
DM 195.-
[ ]
DM 200.-
[ ]
Ammiraglio
DM 195.-
[ ]
DM 200.-
[ ]
Marinai
DM 195.-
[ ]
DM 200.-
[ ]
Cosmonauta
DM 89.-
[ ]
DM 94.-
[ ]
Metodo di pagamento preferito: [ ] Contanti/Assegno [ ] Fattura [ ] Contrassegno
Prezzi più IVA, costi di imballaggio e spedizione
Nome/Cognome: Via/Nr.: CAP/Città: Numero di telefono: Data di nascita: Data, Firma:
Invia a: Ostwok SA, Postfach 200, CH-8320 Fehraltorf
Concorso
1° Premio: SFr. 10.000 2° Premio: SFr. 5.000 3° Premio: tutti gli orologi illustrati 4° – 15° Premio: 1 orologio KGB ciascuno
Domande del quiz:
La sede principale della Ostwok SA è in Svizzera? [ ] Sì [ ] No
Questi orologi necessitano di una batteria? [ ] Sì [ ] No
Includono un certificato di qualità? [ ] Sì [ ] No
Condizioni del concorso:
La scadenza per l’invio è il 31 maggio 1994. I vincitori saranno estratti sotto supervisione notarile tra tutte le risposte corrette pervenute. È escluso il ricorso alle vie legali.
Valori attuali in Euro
Per dare un’idea del valore attuale (2024) dei premi offerti nel concorso del 1994, possiamo fare alcune stime basate sul tasso di cambio medio storico e sull’inflazione. I prezzi in franchi svizzeri e marchi tedeschi dell’epoca possono essere convertiti in euro odierni.
SFr. 10.000 (primo premio):
Ipotizzando un tasso di cambio medio di 1,50 franchi per euro e un’inflazione annuale del 2%, oggi questo premio varrebbe circa 10.000 SFr x 0,66 = 6.600 EUR (valore approssimato).
SFr. 5.000 (secondo premio):
Con lo stesso tasso di cambio e inflazione, oggi questo premio varrebbe circa 5.000 SFr x 0,66 = 3.300 EUR (valore approssimato).
Prezzi degli orologi in DM:
DM 215 nel 1994 potrebbe essere stimato in euro odierni considerando il tasso di cambio di circa 1,95583 DM per euro.
Inoltre, con un’inflazione media annua del 2%, DM 215 nel 1994 sarebbe oggi circa 110 EUR x 1,60 (stima per inflazione) = 176 EUR (valore approssimato).
Contratto con la Svizzera
Un articolo di giornale del periodo descrive il contratto tra una società svizzera, BN, e la fabbrica di orologi Vostok. Questo contratto prevedeva la fornitura di 1,5 milioni di orologi “Commandant” e la distribuzione esclusiva in Occidente. Il direttore amministrativo di Vostok, Vladimir Irnjiev, ha confermato i dettagli senza rivelare informazioni specifiche sul partner svizzero o sull’importo del contratto (WatchUSeek Watch Forums).
Articolo di giornale Immagine di proprietà di Mchap, un utente di vari forum.
Articolo di giornale francese che annuncia il contratto tra la fabbrica di orologi russa Ostwok e una società svizzera per la fornitura di 1,5 milioni di orologi Commandant. Immagine di proprietà di Mchap.
Testo dell’articolo:
Massiccio, inelegante, ma affidabile, l’orologio russo “Commandant” era un tempo riservato agli ufficiali dell’Armata Rossa. Da tre anni, ha fatto la sua apparizione in Occidente, con un certo successo. Al punto che una società svizzera, BN, ha appena firmato un contratto con la fabbrica d’orologeria “Vostok”, che fornirà 1,5 milioni di “Commandant” nei prossimi anni.
La ditta elvetica ha inoltre acquisito i diritti esclusivi di vendita in Occidente. Disponibili sul mercato russo per circa 5000 rubli (circa 45 franchi), questi orologi massicci sono ora distribuiti a livello internazionale.
Contattato a Chistopol, nella regione del Tatarstan (centro della Russia), il direttore amministrativo di “Vostok”, Vladimir Irnjiev, resta molto evasivo.
Conferma i dati pubblicati dall’agenzia russa Interfax, ma non dice altro, né sul partner svizzero, né sull’importo del contratto, “un segreto commerciale”.
Quanto alla società BN, essa è sconosciuta alla Fédération horlogère suisse che tiene un registro di tutte le aziende svizzere che producono e commercializzano orologi.
Con una produzione annuale di circa 70 milioni di orologi, la Russia è uno dei “grandi” dell’orologeria, insieme a Giappone, Hong Kong e Svizzera.
Aggiornamento dei valori in Euro:
45 franchi svizzeri nel 1994: Con lo stesso tasso di cambio e inflazione, oggi questo valore sarebbe di circa 45 CHF x 0,66 = 29,7 EUR (valore approssimato).
Con queste informazioni, possiamo comprendere meglio la storia e l’unicità degli orologi Ostwok, un interessante mix di affidabilità sovietica e stile europeo. Ostwok rappresenta un esempio affascinante di come l’orologeria possa unire diverse tradizioni culturali e tecniche, creando prodotti unici e ricercati dai collezionisti.
Rapporto su Ostwok SA (1993-2002)
Fondazione e Struttura Aziendale
Ostwok SA fu fondata nel 1993 a Fehraltorf, nel Canton Zurigo (Svizzera), con sede legale in Wingertstrasse 50, 8308 Illnau-Effretikonsovietaly.it. La forma giuridica era quella di una società anonima (Aktiengesellschaft), con un capitale sociale di 800.000 CHF, suddiviso in 800 azioni da 1.000 CHF ciascunasovietaly.it. La società aveva per oggetto l’importazione e commercializzazione di orologi sovietici Vostok con il proprio marchio registrato “Ostwok” (marchio depositato in Svizzera il 24 febbraio 1994)finestraweb.net. L’indirizzo operativo indicato sul materiale di vendita era Postfach 200, Allmendstr. 30, CH-8320 Fehraltorf, presso cui avveniva la corrispondenza e la gestione ordinisovietaly.it. La compagine sociale e i fondatori non sono esplicitamente noti dai registri pubblici disponibili; tuttavia, un annuncio pubblicitario internazionale del 1993 cita come riferimento Mr. J.P. Hösser in qualità di Product Marketing Manager di Ostwok SAarchive.org, suggerendo il coinvolgimento di questa persona nel management. La società rimase operativa per circa nove anni, fino al 2002, quando venne posta in liquidazione e cessò le attivitàsovietaly.it.
Valore del capitale sociale: Per contestualizzare, 800.000 CHF nel 1993 corrisponderebbero approssimativamente a 528.000 EUR attuali (calcolati assumendo un cambio storico medio di 1,50 CHF per 1 EUR e un’inflazione annua di ~2%)sovietaly.it.
Il Marchio Ostwok e la Strategia di Branding
Il nome Ostwok è un astuto anagramma di “Wostok” – la traslitterazione tedesca di Восток (Vostok) – scelta deliberatamente per favorirne la pronuncia corretta nei paesi di lingua tedescasovietaly.it. In pratica, il logo Ostwok riprendeva quello originale Vostok sostituendo la lettera cirillica “B” (che in russo si legge “V”) con una “W”, creando così un marchio che suonasse occidentale mantenendo al contempo il richiamo al nome originariosovietaly.it. Spesso il logo era accompagnato da simboli grafici di ispirazione militare (stelle, stemmi, ecc.), sottolineando l’associazione al mondo degli orologi militari. Questa operazione di re-branding mirava a conferire ai prodotti un’aura di qualità e prestigio “svizzeri”, sfruttando la reputazione elvetica nell’orologeria, pur commercializzando orologi fabbricati in Russiasovietaly.it.
Dal punto di vista societario, Ostwok SA ottenne dalla fabbrica russa Vostok i diritti esclusivi a livello mondiale di produzione, distribuzione e marketing degli “orologi militari sovietici originali” (cioè i modelli Vostok destinati all’Armata Rossa)archive.org. Nei propri materiali pubblicitari l’azienda enfatizzava questo legame privilegiato, sottolineando che Vostok era il fornitore ufficiale dell’esercito sovietico e creatore della linea Komandirskie (in russo “del comandante”) per ufficiali e truppe di varie unità – aviazione, marina, fanteria, artiglieria, carristi, paracadutisti, sommergibilisti, ecc.archive.org. Ostwok presentava dunque i suoi orologi come “autentici orologi militari sovietici”, ma li vendeva sotto il marchio svizzero Ostwok, cercando di unire l’affidabilità sovietica alla precisione e prestigio svizzerisovietaly.it.
Prodotti e Modelli Commercializzati
Gli orologi venduti con il marchio Ostwok erano, nella sostanza, normali modelli Vostok delle linee Komandirskie (orologi da campo per ufficiali) e Amphibia (orologi subacquei), personalizzati unicamente nel quadrante con il logo “Ostwok” al posto del marchio originalefinestraweb.net. Dal punto di vista tecnico, montavano movimenti meccanici Vostok (tipicamente calibro 2414 a carica manuale da 17 rubini per molti Komandirskie, o movimenti automatici 2416 per alcune varianti) e conservavano le caratteristiche di robustezza tipiche di questi orologi: resistenti agli urti, impermeabili (i modelli Amphibia avevano cassa stagna fino a ~200m) e del tutto privi di componenti elettroniche (nessuna batteria richiesta)sovietaly.itsovietaly.it.
Molti esemplari Ostwok furono realizzati con casse placcate in oro mediante rivestimento in nitruro di titanio (TiN) – una finitura dorata molto in voga negli anni ’90finestraweb.net. Ciò li rendeva esteticamente più “lussuosi” agli occhi del pubblico occidentale dell’epoca, sebbene la stessa Vostok producesse versioni analoghe per altri mercati. Le referenze Ostwok note oggi ai collezionisti comprendono varianti tematiche denominate in base alle grafiche del quadrante e al pubblico di destinazione, tra cui:
Ostwok “KGB” – modello automatico dedicato al tema KGB, con logo e stemma dell’ex servizio segreto sovietico (movimento automatico, prezzo più elevato);
Ostwok “Generale” – modello con grafica da generale dell’Armata Rossa;
Ostwok “Ammiraglio” – con emblemi navali (in alcuni contesti chiamato Admiralskie);
Ostwok “Marineflieger” – dedicato alle forze aeronavali (letteralmente “aviatore di marina” – indicato anche come modello “Marinaio” nelle brochure italiane);
Ostwok “Cosmonauta” – orologio dedicato ai cosmonauti, graficamente ispirato alle imprese spaziali sovietiche (quest’ultimo di gamma più economica rispetto agli altri)sovietaly.itsovietaly.it.
Queste denominazioni rispecchiavano i soggetti raffigurati sui quadranti e sottolineavano ulteriormente l’appeal militare/collezionistico. Tutti gli orologi venivano forniti in una confezione dedicata (scatola in cartoncino con logo) e accompagnati da un certificato di qualità emesso dalla fabbrica Vostok, oltre a istruzioni e garanzia di 1 annosovietaly.it. Ostwok evidenziava con orgoglio che i propri segnatempo erano prodotti su macchinari svizzeri (in parte vero, poiché la Vostok di Chistopol’ negli anni ‘90 utilizzava anche macchine di produzione elvetiche) e che si trattava di orologi “riservati all’élite militare sovietica” ora finalmente disponibili al pubblico occidentalefinestraweb.netsovietaly.it.
Nota: Gli orologi Ostwok, essendo in sostanza dei Vostok marchiati ad hoc, non erano certificati “Swiss Made” (né avrebbero potuto esserlo, essendo fabbricati in Russia). Tuttavia il marchio e la strategia di marketing inducevano l’acquirente a percepirli come prodotti con standard elevati, quasi un ponte tra due tradizioni orologiere. Col senno di poi, molti di questi esemplari sono rimasti invenduti nei magazzini: ancora oggi si possono reperire orologi Ostwok New Old Stock (fondi di magazzino) a prezzi contenuti, soprattutto in versione placcata oro, prevalentemente sul mercato tedescofinestraweb.net.
Accordi con la Fabbrica Vostok e Contratti Internazionali
Il lancio di Ostwok fu reso possibile da un importante accordo commerciale con la Chistopolsky Zavod Vostok (la fabbrica Vostok di Čistopol’, in Russia). Secondo un articolo dell’epoca (apparso sulla stampa francofona nel 1994), una misteriosa società svizzera denominata “BN” firmò con Vostok un contratto per la fornitura di 1,5 milioni di orologi “Commandant” (cioè Komandirskie) nei successivi tre annisovietaly.it. Nell’accordo BN avrebbe ottenuto anche i diritti esclusivi di vendita in Occidente per questi segnatemposovietaly.it. La notizia venne confermata dal direttore amministrativo di Vostok, Vladimir Irnjiev, che attraverso l’agenzia Interfax comunicò i dati generali dell’intesa, rifiutandosi però di rivelare il nome completo del partner svizzero né l’ammontare del contratto (definito “un segreto commerciale”)sovietaly.it. Un dettaglio curioso è che la Fédération de l’industrie horlogère suisse – l’organo federale che registra tutte le aziende orologiere in Svizzera – dichiarò di non conoscere alcuna società dal nome BN operante nel settoresovietaly.it. Ciò fa pensare che BN fosse una società veicolo o un’entità poco nota, forse creata ad hoc per questo affare. È plausibile che dietro BN vi fossero i fondatori stessi di Ostwok SA o loro partner finanziari; infatti Ostwok SA nacque formalmente pochi mesi dopo l’accordo (estate 1993) proprio per implementarne i termini. In mancanza di dati ufficiali sul nome esteso di “BN”, tale sigla resta avvolta nel mistero, non essendo mai più ricomparsa in altre cronache del settore.
Va sottolineato che l’accordo con Vostok diede a Ostwok un vantaggio competitivo notevole: poté vantare di commercializzare in esclusiva mondiale gli orologi del principale fornitore dell’esercito ex-sovietico. Già a fine 1993, a poche settimane dal lancio, la prima collezione Ostwok Komandirskie stava ottenendo successo persino in Svizzera, notoriamente il mercato più difficile e competitivo per gli orologiarchive.org. Nei primi mesi di attività, l’azienda riuscì a costruire una rete di distribuzione in ben 14 paesiarchive.org, grazie a contratti di esclusiva nazionale offerti a partner locali (la stessa Ostwok pubblicò annunci su testate internazionali cercando distributori esclusivi in vari paesi)archive.org. Un’inserzione sull’International Herald Tribune del dicembre 1993, ad esempio, promuoveva la collezione Ostwok agli importatori mondiali enfatizzando che “nel giro di un solo mese, 14 paesi [erano stati] conquistati per la distribuzione del marchio OSTWOK”archive.org.
Non risultano altri contratti internazionali di rilievo oltre quello con Vostok. Ostwok SA era essenzialmente il braccio commerciale di quell’accordo, incaricato di coordinare produzione (in Russia) e distribuzione (in Occidente). L’assemblaggio degli orologi avveniva molto probabilmente a Čistopol’, presso lo stabilimento Vostok, da cui gli orologi finiti venivano poi esportati; l’ipotesi che Ostwok assemblasse in Svizzera è smentita dal fatto che l’azienda non risulta nei registri come produttrice (nessuna infrastruttura industriale propria)finestraweb.net. Quindi il ruolo di Ostwok SA/BN era di committente e importatore: finanziava la produzione, applicava il proprio marchio sui quadranti, curava il packaging multilingue e provvedeva a distribuire i prodotti nei paesi target.
Promozione, Pubblicità e Materiale Marketing
Per penetrare i mercati europei, Ostwok mise in campo una vigorosa campagna promozionale e di marketing internazionale tra il 1993 e il 1995. Oltre ai già citati annunci per reclutare distributori, l’azienda pubblicizzò direttamente i propri orologi al pubblico finale, specialmente in Svizzera e Germania (dove si concentravano molti appassionati di orologi militari russi).
Una brochure/ordine pubblicata in tedesco – presumibilmente apparsa su riviste di settore o inviata per corrispondenza – presentava la gamma di orologi Ostwok definendoli “die russische Original-Militäruhr” (l’originale orologio militare russo) e annunciando al lettore tedesco: “Jetzt sind sie da! Die einzig echten original-Kommandirskie-Militäruhren aus der ehemaligen Sowjetunion…” cioè “Ora sono qui! Gli unici veri orologi militari Komandirskie originali dell’ex Unione Sovietica”sovietaly.itsovietaly.it. Nel testo promozionale si enfatizzava come questi segnatempo, “largamente fatti a mano, meccanici e robusti”, fossero già “un assoluto successo nel difficilissimo mercato test della Svizzera” e che “la prima collezione, creata espressamente per l’élite militare sovietica, [fosse] ora arrivata anche in Germania”, con la promessa di “ulteriori serie a seguire”sovietaly.itsovietaly.it. La Ostwok SA veniva presentata come “società commerciale svizzera” detentrice della “distribuzione mondiale esclusiva”, e gli orologi venivano offerti in vendita diretta (per corrispondenza) con cinturino in pelle, certificato di qualità e 1 anno di garanziasovietaly.itsovietaly.it. Si rassicuravano i clienti sull’assenza di batterie (“Liebhaberstück batteriefrei”), sulla resistenza all’acqua e agli urti, e si offriva un diritto di recesso entro 5 giorni dalla consegnasovietaly.itsovietaly.it.
In calce all’annuncio era presente un modulo d’ordine con elenco dei modelli disponibili (KGB, Generale, Ammiraglio, Marineflieger, Cosmonauta) e relativi prezzi in marchi tedeschi (DM), differenziati a seconda del colore del cinturino scelto (nero o marrone)sovietaly.itsovietaly.it. Ad esempio, il modello di punta “KGB” automatico era offerto a DM 215 (cinturino marrone) o DM 220 (nero), mentre i modelli Generale/Ammiraglio/Marineflieger costavano DM 195 (marrone) o DM 200 (nero); il più economico, “Kosmonaut”, era prezzato DM 89 o 94sovietaly.itsovietaly.it. I prezzi erano al netto di IVA e spese di spedizionesovietaly.itsovietaly.it. Il cliente poteva scegliere il metodo di pagamento (contanti/assegno, fattura o contrassegno)sovietaly.it e inviare l’ordine all’indirizzo di Fehraltorf. Questo tipo di marketing diretto suggerisce che Ostwok puntasse molto sulle vendite per corrispondenza, sfruttando listini e annunci su riviste per raggiungere collezionisti e appassionati.
È noto anche che Ostwok realizzò materiale pubblicitario cartaceo aggiuntivo: ad esempio, si fa riferimento a un “prospectus” (opuscolo) più dettagliato, che gli interessati potevano richiedere gratuitamente (“Verlangen Sie unseren Prospekt für weitere Kommandirskie-Uhren!” – “Richiedete il nostro dépliant per altri orologi Komandirskie”)sovietaly.itsovietaly.it. Questo lascia intendere l’esistenza di brochure illustrate con l’intera gamma Ostwok, oggi oggetti da collezione piuttosto rari.
Il Concorso Promozionale del 1994
Nel 1994, per stimolare ulteriormente le vendite e la notorietà del marchio, Ostwok SA lanciò un concorso a premi rivolto ai clienti. L’iniziativa, annunciata all’interno delle brochure pubblicitarie, metteva in palio sostanziosi premi in denaro e orologi, a fronte della semplice risposta ad alcune domande di un quizsovietaly.it. In particolare, i premi annunciati furono: 1º premio 10.000 franchi svizzeri, 2º premio 5.000 CHF, 3º premio l’intera collezione di orologi Ostwok mostrati nell’opuscolo (tutti i 5 modelli), e dal 4º al 15º premio un orologio Ostwok modello KGB ciascunosovietaly.it.
Per partecipare bisognava rispondere correttamente a tre domande molto semplici, chiaramente pensate per promuovere i punti di forza del prodotto. Le domande erano: «La sede principale della Ostwok SA è in Svizzera?» (risposta prevista: Sì, lo scopo era ribadire l’origine svizzera dell’azienda); «Questi orologi necessitano di una batteria?» (risposta: No, sottolineando che sono meccanici); «Includono un certificato di qualità?» (risposta: Sì, a garanzia dell’autenticità)sovietaly.it. I partecipanti dovevano barrare le caselle Sì/No e inviare il modulo – lo stesso tagliando d’ordine fungeva anche da cedola per il concorso – all’indirizzo di Ostwok SA entro la data di scadenza del 31 maggio 1994sovietaly.itsovietaly.it. Era inoltre specificato che l’estrazione dei vincitori sarebbe avvenuta alla presenza di un notaio, scegliendo a sorte tra tutte le schede con risposte esatte, e che il ricorso per vie legali era escluso, come da prassi per i concorsi a premiosovietaly.itsovietaly.it.
Questo concorso dimostra l’aggressività della campagna marketing di Ostwok nella sua fase iniziale: i premi in denaro (10.000 CHF nel 1994 equivalevano a circa 6.600 € odierni, e 5.000 CHF a 3.300 € in valore attuale, tenendo conto di cambio e inflazione) erano decisamente alti per un concorso di orologisovietaly.it. Ciò fa pensare che l’azienda disponesse di un budget marketing significativo, probabilmente alimentato dall’ottimismo sulle vendite future. Purtroppo, non sono state trovate informazioni su quanti partecipanti aderirono né sui vincitori effettivi del concorsosovietaly.it. È possibile che l’iniziativa non abbia riscosso il successo sperato, oppure che semplicemente non vi sia traccia pubblica della premiazione.
Registrazioni di Marchi a Livello Internazionale
Parallelamente alle attività commerciali, Ostwok SA cercò di tutelare il proprio brand e i nomi di alcuni modelli chiave depositando marchi registrati in vari paesi. Dalla documentazione disponibile risulta che nel gennaio 1994 la società presentò domanda di registrazione per il marchio “OSTWOK” presso l’USPTO (ufficio marchi degli Stati Uniti) e depositò nello stesso periodo anche il marchio “KGB” per orologitrademarks.justia.comtrademarks.justia.com. A fine marzo 1994 depositò ulteriori domande negli USA per i marchi denominativi “Командирские” (in caratteri cirillici, cioè Komandirskie), “General’skie” (traslitterato come Generalirskie) e “Admiral’skie” (serie che richiamano i gradi militari di generale e ammiraglio)trademarks.justia.comtrademarks.justia.com. Inoltre venne depositato un marchio figurativo e una nuova domanda per “KGB” (probabilmente in forma grafica)trademarks.justia.com. Più tardi, nel giugno 1994, Ostwok tentò persino di registrare un marchio bizzarro: “SWISS ARMY PEN” (penna dell’esercito svizzero), per articoli di cartoleriatrademarks.justia.com – forse un progetto secondario di gadget promozionali, che però non ebbe seguito.
Questa strategia aggressiva di branding internazionale mirava a coprire non solo il nome aziendale ma anche i nomi di fantasia legati ai propri orologi, prevenendo potenziali concorrenti dall’usare denominazioni simili. Tuttavia, molti di questi marchi non arrivarono a registrazione definitiva. Negli Stati Uniti, ad esempio, le domande furono abbandonate già nel 1995 per mancata risposta alle obiezioni dell’ufficio marchitrademarks.justia.com. Il marchio OSTWOK depositato in USA il 27 gennaio 1994 venne ufficialmente abbandonato il 3 marzo 1995 per “Failure to respond”, cioè mancata risposta entro i termini a una richiesta dell’esaminatoretrademarks.justia.comtrademarks.justia.com. Similmente, i marchi KGB e gli altri risultano Dead/Abandoned nelle banche dati americane, segno che la società potrebbe non aver perseguito oltre la tutela legale negli USA una volta valutati i costi o l’andamento del business.
Anche in Canada si registra un epilogo analogo: Ostwok SA depositò diversi marchi in Canada a partire dal 1994, coprendo strumenti orologieri e accessori, ma le procedure furono interrotte e tutti i marchi abbandonati entro il 1998sovietaly.it. È probabile che inizialmente l’azienda volesse espandersi in Nord America e altri mercati, salvo poi rinunciare – forse a causa di vendite inferiori alle aspettative o per il costo del mantenimento dei marchi. Non risultano cause di opposizione legale di rilievo: ad esempio, il tentativo di registrare “Swiss Army Pen” avrebbe potuto scontrarsi con il marchio “Swiss Army” (notoriamente usato da Victorinox), ma dato che la domanda non venne portata a termine, non consta un’opposizione formale, solo l’abbandono.
In Europa, Ostwok SA si mosse prima dell’istituzione del marchio comunitario UE (introdotto solo nel 1996): il marchio fu registrato in Svizzera (come detto, ad agosto 1993 la domanda e a febbraio 1994 l’iscrizione nei registri elvetici)trademarks.justia.com, e probabilmente esteso via convenzione di Madrid ad alcuni paesi chiave. Non abbiamo però dettagli su registrazioni attive in paesi europei specifici (potrebbero esserci state domande in Germania o altrove, ma senza riscontro pubblico attuale). In sintesi, la tutela del marchio Ostwok fuori dalla Svizzera rimase incompiuta, complice il successivo declino dell’azienda.
Declino, Liquidazione e Retaggio
Dopo il boom iniziale del 1993-94, la presenza di Ostwok sul mercato andò diminuendo nella seconda metà degli anni ’90. È probabile che l’entusiasmo per gli “orologi sovietici” in Occidente si fosse in parte affievolito rispetto all’inizio del decennio (quando, subito dopo la caduta dell’URSS, vi fu una moda del collezionismo di cimeli sovietici)finestraweb.net. Inoltre, la concorrenza di altri importatori e l’assenza di reale innovazione di prodotto possono aver inciso. Alcune fonti forumistiche indicano che molti orologi Ostwok rimasero invenduti sugli scaffali, specialmente dopo il 1995, finendo poi liquidati come stock a basso prezzo negli anni successivi.
Formalmente, Ostwok SA fu liquidata nel 2002, con chiusura definitiva delle attivitàsovietaly.it. Non risultano cronache di dispute legali pubbliche o cause contro la società; la fine sembra dovuta più che altro a ragioni commerciali e finanziarie interne (forse il mancato raggiungimento dei volumi di vendita previsti dall’accordo con Vostok, o costi non più sostenibili). La denominazione sociale non è stata riutilizzata né compaiono passaggi di proprietà noti: semplicemente l’azienda è stata dissolta. Anche il misterioso partner BN sparisce dalla scena con la fine di Ostwok, senza tracce di coinvolgimenti in altri progetti orologieri noti.
In retrospettiva, l’esperienza Ostwok rappresenta un interessante capitolo di cross-over industriale: un tentativo di far convivere il mondo dell’orologeria russa (robusta, economica, militare) con quello svizzero (prestigioso, commerciale, orientato al collezionismo). Sebbene l’operazione non abbia avuto successo duraturo, ha lasciato ai collezionisti alcune varianti uniche di orologi Vostok. Questi esemplari Ostwok, prodotti in quantità limitate rispetto alle enormi tirature Vostok, sono oggi ricercati da alcuni appassionati per la loro particolarità storica. Si tratta infatti di orologi “russi travestiti da svizzeri”, come sono stati definiti in tono scherzosofinestraweb.net, che testimoniano un’epoca (gli anni ’90) in cui l’Est e l’Ovest sperimentavano insolite collaborazioni commerciali.
Collegamenti con Altre Aziende e Persone Coinvolte
Ostwok SA non operava in un vuoto: sin dall’inizio abbiamo visto il coinvolgimento della società BN come contraente con Vostok. Sebbene BN rimanga non identificata, è verosimile che fosse direttamente collegata ai fondatori di Ostwok SA. Non risultano però altre aziende svizzere note per il commercio di orologi russi strettamente legate a Ostwok, a parte BN stessa. La Finestraweb riporta che fu proprio “la società svizzera BN” a stipulare il contratto iniziale per 1,5 milioni di pezzifinestraweb.net, confermando che BN fu parte integrante dell’operazione Ostwok sin dal principio.
In Svizzera, negli stessi anni, vi furono altri importatori di orologi dell’Est, ma spesso su scala minore o focalizzati su marchi diversi (ad esempio alcuni distributori indipendenti di Poljot, Raketa, ecc., talora tramite Germania o Italia). Un nome che talvolta compare in ambito di orologi russi in Svizzera è Cosmodrome / Cosmonaut (legato a Raketa), oppure iniziative individuali di imprenditori svizzeri/russi, ma nessuna ha avuto la visibilità di Ostwok. Un possibile parallelo è con la tedesca “Poljot International” (fondata a Francoforte nel 1992), che assemblava orologi russi per venderli in Occidente con finiture migliorate: quella operazione però fu distinta e focalizzata sul marchio Poljot, non legata a Ostwok.
Per quanto concerne le persone fisiche, oltre al citato J.P. Hösser, non sono di dominio pubblico i nominativi dei fondatori o amministratori di Ostwok SA. La mancanza di tali informazioni nei registri facilmente accessibili è dovuta anche al fatto che la società è stata sciolta prima dell’era internet e le visure camerali d’epoca non sono online. È lecito supporre che vi fossero di mezzo investitori svizzeri intraprendenti, forse con contatti nell’ex URSS. Alcune teorie tra collezionisti suggeriscono il coinvolgimento di persone legate all’import-export generico (dato che l’oggetto sociale di Ostwok SA era registrato come “commercio di ogni tipo”aisor.it, quindi non solo orologi). Tuttavia, senza fonti ufficiali, tali nomi rimangono nell’ombra.
In sintesi, Ostwok SA fu un’operazione isolata nel suo genere. Non generò spin-off né evoluzioni in altre aziende dopo la sua chiusura. L’unico “collegamento” postumo che si può menzionare è il fatto che nel 2004 nacque Vostok-Europe, joint-venture lituano-russa che anch’essa mirava a distribuire orologi Vostok in Occidente (con design aggiornati): ma questa iniziativa non aveva alcun legame con Ostwok ed avvenne dopo che Ostwok era già sparita. Possiamo quindi considerare Ostwok un esperimento unico, frutto del contesto storico degli anni ’90. Le sue tracce restano nei documenti dell’epoca e negli orologi marchiati Ostwok che ogni tanto affiorano sul mercato collezionistico, a memoria di un curioso incontro tra orologeria sovietica e marketing svizzero.
Timeline Cronologica degli Eventi Principali (1993-2002)
Anno
Evento chiave
1993
Fondazione di Ostwok SA a Fehraltorf (CH) il 13 agosto 1993. Sigla di un accordo con la fabbrica Vostok: la società (tramite la misteriosa BN) ottiene la produzione di 1,5 milioni di Komandirskie in 3 anni e l’esclusiva per l’Occidentesovietaly.itsovietaly.it. Lanciata la prima collezione Ostwok (Komandirskie) sul mercato europeo; entro fine anno attivati distributori in 14 paesiarchive.org.
1994
Deposito e registrazione dei marchi: il brand Ostwok e vari nomi di modelli (KGB, Komandirskie, ecc.) vengono registrati in Svizzera (febbraio)finestraweb.net e depositati in USA/Canada (gennaio-marzo). Campagna pubblicitaria intensiva in Svizzera e Germania: brochure, annunci su stampa, vendita per corrispondenza. Concorso a premi 1994 con 10.000 CHF di primo premio, scadenza 31/5/94, per promuovere gli orologisovietaly.itsovietaly.it.
1995
Ritiro dal mercato USA: le domande di marchio OSTWOK, KGB ecc. negli Stati Uniti vengono abbandonate (marzo 1995) per mancata risposta alle obiezioni dell’USPTOtrademarks.justia.com. Prosegue la vendita in Europa, ma l’espansione rallenta.
1996-1998
Contrazione attività: diminuisce l’eco pubblicitaria di Ostwok; presumibilmente calano le vendite. Le registrazioni di marchi in Canada vengono lasciate decadere: entro il 1998 risultano abbandonate tutte le procedure avviatesovietaly.it.
2002
Chiusura e liquidazione: Ostwok SA termina le operazioni e viene ufficialmente liquidata. La società viene cancellata dal registro di commercio svizzero nel corso del 2002sovietaly.it.
I quadranti virati degli orologisovietici, come i famosi Vostok, rappresentano un fenomeno affascinante sia per i collezionisti che per gli appassionati di orologi. Questo articolo esplora le cause chimiche e fisiche dietro i cambiamenti di colore dei quadranti e approfondisce l’effetto craquelé, noto anche come spider, oltre a fornire un focus specifico sui pigmenti rossi e la loro instabilità.
Che Cos’è un Quadrante Virato?
Un quadrante virato è un quadrante che ha subito una variazione di colore nel tempo. Questo fenomeno è particolarmente evidente nei quadranti degli orologi vintage, inclusi i modelli sovietici come i Vostok. I quadranti virati sono apprezzati per il loro aspetto unico e il fascino storico, spesso considerati segni di autenticità e carattere.
La Nitrocellulosa e i Cambiamenti di Colore
Composizione Chimica della Nitrocellulosa
La nitrocellulosa è un polimero ottenuto dalla nitratazione della cellulosa, processo che coinvolge l’uso di acido nitrico e acido solforico. La reazione chimica sostituisce i gruppi idrossilici della cellulosa con gruppi nitro, creando un composto altamente infiammabile e versatile, utilizzato storicamente in vernici e lacche per quadranti.
Proprietà della Nitrocellulosa
La nitrocellulosa è porosa, il che permette a ossigeno e umidità di penetrare il film applicato, causando l’ossidazione del metallo sottostante. Questo è uno dei motivi principali per cui i quadranti degli orologi possono cambiare colore nel tempo, sviluppando quella che è comunemente chiamata “patina” (BEYOND THE DIAL).
Uso nei Quadranti degli Orologi
Nei quadranti degli orologi, la nitrocellulosa è stata utilizzata per creare rivestimenti lucidi e protettivi. Tuttavia, con il tempo, l’esposizione a luce UV, ossigeno e umidità porta all’ossidazione dei materiali sottostanti e alla degradazione della vernice stessa. Questo processo può far ingiallire la vernice e creare un aspetto invecchiato molto apprezzato dai collezionisti (BEYOND THE DIAL) (WatchUSeek Watch Forums).
Il Fenomeno del Craquelé o Spider Effect
Un altro difetto comune nei quadranti degli orologi vintage è il cosiddetto effetto craquelé o spider. Questo fenomeno si manifesta con crepe che ricordano una ragnatela e si verifica principalmente a causa di difetti nei rivestimenti lucidi applicati ai quadranti. Le crepe si formano a seguito di sollecitazioni ambientali come variazioni di temperatura e umidità, rendendo ogni quadrante unico (SwissWatchExpo).
La Scomparsa del Colore Rosso
Un fenomeno specifico osservato nei quadranti degli orologi Vostok è la scomparsa del colore rosso. Questo avviene perché i pigmenti rossi organici utilizzati nelle vernici non erano molto resistenti ai raggi UV. Le vernici rosse erano spesso composte da “lake pigments”, cioè pigmenti formati da un colorante organico fissato su una base inorganica, come il sale di calcio. Questi pigmenti non erano stabili e tendevano a svanire più rapidamente rispetto ad altri colori quando esposti alla luce solare (WatchUSeek Watch Forums).
Esempi di Quadranti Virati nei Vostok
Vostok Komandirskie e Amphibia
I modelli Vostok Komandirskie e Amphibia sono esempi classici di orologi sovietici che presentano quadranti virati. Il Komandirskie, noto per la sua durabilità e resistenza all’acqua, e l’Amphibia, il primo orologio subacqueo affidabile della Russia, sono entrambi celebri per i loro quadranti unici e variabili. Questi orologi, prodotti dal Chistopol Watch Factory, sono apprezzati per la loro robustezza e il design iconico (Vintage Watch Inc) (Hodinkee).
Conclusione
I quadranti virati degli orologi Vostok rappresentano un affascinante esempio di come i materiali e le condizioni ambientali possano interagire per creare pezzi unici e storicamente significativi. La nitrocellulosa, con la sua porosità e suscettibilità all’ossidazione, gioca un ruolo cruciale in questi cambiamenti, mentre i difetti come il craquelé aggiungono ulteriore carattere e valore. Nonostante i pigmenti rossi siano i primi a scomparire, lasciando segni evidenti del passare del tempo, questi difetti sono oggi celebrati come testimonianze di autenticità e fascino.
Per ulteriori approfondimenti e per scoprire altri modelli di orologi sovietici con quadranti virati, visita i forum specializzati e le risorse online dedicate al collezionismo di orologi vintage.
Vostok e Raketa sono due marchi di orologirussi noti per i loro innovativi orologi olografici. Questi orologi, particolarmente quelli con temi militari e commemorativi, hanno suscitato un grande interesse tra i collezionisti. Inoltre, alcuni modelli rari di Vostok presentano il calibro Poljot 2609 invece del tipico Vostok 2414A, aumentando ulteriormente la loro rarità e desiderabilità.
Punti Chiave
Orologi Olografici Vostok
Temi Militari: Gli orologi olografici Vostok spesso mostrano immagini di veicoli militari come carri armati e aerei, riflettendo il legame storico del marchio con l’esercito russo.
Edizioni Commemorative: Questi orologi celebrano eventi significativi e anniversari, rendendoli popolari tra i collezionisti.
Varianti Rare: Alcuni modelli Vostok sono equipaggiati con il calibro Poljot 2609, una deviazione dal tipico Vostok 2414A, rendendo questi modelli particolarmente rari e preziosi.
Vostok Aphibia Double-headed eagle
Orologi Olografici Raketa e Collaborazione con Starcke Oy
Design Olografici: Raketa ha sperimentato design olografici negli anni ’80, producendo modelli limitati con elementi olografici come immagini di Lenin e altri simboli sovietici. Questi modelli furono creati nel laboratorio sperimentale della Fabbrica di Orologi Petrodvorets e spesso venivano distrutti se non soddisfacevano standard specifici (WatchUSeek Watch Forums).
Collaborazione con Starcke Oy: Negli anni ’90, Raketa ha collaborato con Starcke Oy, un’azienda finlandese specializzata in film olografici, per produrre orologi olografici. Questa collaborazione mirava a migliorare l’appeal visivo degli orologi Raketa integrando tecnologia olografica avanzata nei loro design (WatchUSeek Watch Forums) (Raketa).
Holographic Raketa
Informazioni su Starcke Oy
Starcke Oy è un’azienda finlandese fondata nel 1983, specializzata nella protezione dei marchi e nelle soluzioni di imballaggio uniche. L’azienda è riconosciuta per i suoi film olografici di alta qualità, utilizzati non solo negli orologi Raketa ma anche in varie applicazioni di sicurezza e branding. L’esperienza di Starcke nell’olografia li ha resi un partner prezioso per Raketa durante la loro collaborazione negli anni ’90 (Wikipedia, vapaa tietosanakirja).
Altri Marchi Sovietici
Design Sperimentali: Oltre a Vostok e Raketa, altri marchi di orologi sovietici hanno sperimentato quadranti olografici, sebbene questi modelli siano più rari. Questi orologi sono molto ricercati dai collezionisti a causa dei loro design unici e delle produzioni limitate.
Collezionabilità e Valore di Mercato
Questi orologi olografici sono molto ricercati nel mercato dei collezionisti a causa dei loro design unici, del loro significato storico e delle varianti rare dotate di diversi calibri. La collaborazione tra Raketa e Starcke Oy, in particolare, rappresenta un capitolo significativo nella storia dell’orologeria russa, mescolando l’artigianato tradizionale con la tecnologia innovativa.
Ulteriori Informazioni
Per discussioni dettagliate ed esempi di questi orologi, visita forum come Watch.ru e Faleristika.info. Questi forum forniscono approfondimenti estesi dai collezionisti, mostrando vari modelli e i loro contesti storici.
Conclusione
Gli orologi olografici di Vostok e Raketa rappresentano una fusione affascinante di tecnologia e orologeria tradizionale. I loro temi militari, design commemorativi e collaborazioni con aziende come Starcke Oy li rendono pezzi altamente collezionabili e preziosi della storia orologiera.
Vostok Komandirskie: Simboli di Storia e Identità Russa
Gli orologiVostok Komandirskie rappresentano un’icona dell’orologeria russa, unendo tradizione, robustezza e simbologia militare. Nati negli anni ’80 e ancora oggi prodotti nella storica fabbrica di Chistopol, questi segnatempo incarnano lo spirito della Russia attraverso gli stemmi delle principali istituzioni militari e governative.
Caratteristiche
Sono celebri per la loro affidabilità e design distintivo. Alcune caratteristiche comuni includono:
Questi orologi sono apprezzati non solo per il loro valore storico, ma anche per la loro durata nel tempo, rendendoli perfetti per collezionisti e appassionati di orologi militari.
Gli Stemmi
Ogni modello di Vostok Komandirskie porta sul quadrante un emblema che rappresenta un’istituzione russa. Ecco tre esemplari attualmente disponibili:
Vostok Komandirskie 819630 – Forze Aerotrasportate (ВДВ)
Il Vostok 819630 sfoggia lo stemma delle ВДВ (Воздушно-десантные войска), ovvero le forze aerotrasportate russe, note per il loro ruolo strategico e le operazioni speciali.
Vostok Komandirskie 819633 – Guardia di Frontiera (ПВРФ)
Questo modello presenta il simbolo della ПВРФ (Пограничная служба ФСБ РФ), il servizio di guardia di frontiera della Federazione Russa, parte del Federal’naya sluzhba bezopasnosti (FSB).
Vostok Komandirskie 819639 – Ministero delle Emergenze (МЧС РФ)
Il Vostok 819639 mostra il distintivo del МЧС РФ (Министерство по делам гражданской обороны), il Ministero per la gestione delle emergenze della Federazione Russa, responsabile della protezione civile.
L’orologio radio room è un particolare orologio di bordo utilizzato nelle sale radio delle navi. Il suo scopo è quello di indicare i periodi di silenzio radio, durante i quali è vietato trasmettere o ricevere segnali radio.
Perché è necessario il silenzio radio?
Il silenzio radio è necessario per evitare interferenze con le trasmissioni di altre navi o stazioni radio. Queste interferenze possono causare problemi di comunicazione, di navigazione o di sicurezza.
Come funziona l’orologio radio room?
Il quadrante dell’orologio radio room è diviso in due settori colorati: rosso per il silenzio telegrafico e verde (oppure rosso di una tonalità diversa) per il silenzio radio.
Il silenzio telegrafico dura tre minuti e inizia 15 e 45 minuti dopo ogni ora.
Il silenzio radio dura tre minuti e inizia 0 e 30 minuti dopo ogni ora.
Un curiosità
Un’antica leggenda marinara narra che, in passato, i marinai utilizzavano un’altra tecnica per indicare i periodi di silenzio radio. Questa tecnica consisteva nel far suonare una campana tre volte, a intervalli di tre minuti.
Conclusione
L’orologio radio room è uno strumento importante per garantire la sicurezza e l’efficienza delle comunicazioni radio in mare.
Altri dettagli
Oltre alla funzione principale di indicare i periodi di silenzio radio, l’orologio radio room può anche essere utilizzato per indicare l’ora corrente, la data e la posizione della nave.
Alcuni orologi radio room sono anche dotati di funzioni aggiuntive, come un cronografo o un timer.
L’orologio radio room è un oggetto iconico della cultura marinara. È un simbolo di tradizione e di innovazione, e rappresenta l’importanza delle comunicazioni radio per la navigazione.
In questo articolo recensirò l’orologio Vostok Komandirskie 436942, un modello classico prodotto dalla fabbrica di Chistopol, in Russia. L’orologio è disponibile sul sito ecommerce Meranom.com, rivenditore autorizzato di Vostok.
Caratteristiche tecniche
L’orologio ha una cassa in ottone con un nuovo tipo di rivestimento in titanium oxocarbonitride che gli conferisce un piacevole aspetto grigio metallico opaco. Il quadrante è nero opaco con la sigla in cirillico “мчс России” che significa Ministero per le situazioni di emergenza e la scritta EMERCOM in inglese.
Vostok Komandirskie 436942 EMERCOM
Sul quadrante è presente una rosa dei venti. Il fondello in acciaio riporta l’acquila bicipite, simbolo del Ministero per le situazioni di emergenza russo.
Vostok Komandirskie 436942 EMERCOM
L’orologio è alimentato da un movimento Vostok 2414 a carica manuale con 17 rubini. La riserva di carica è di 36 ore e la revisione consigliata è ogni 10 anni. L’orologio ha un vetro in plexiglass termoformato e un’impermeabilità dichiarata di 20 metri.
Vostok Komandirskie 436942 EMERCOM
Relazione con il Ministero per le situazioni di emergenza
Il Ministero per le situazioni di emergenza russo è un’agenzia governativa che si occupa di affrontare le emergenze naturali e umane. L’orologio Vostok Komandirskie 436942 è un modello celebrativo del ministero.
mchs Emercom russian patch
Rapporto qualità-prezzo
L’orologio offre un ottimo rapporto qualità-prezzo. L’orologio è ben costruito e ha un design classico. Il prezzo di acquisto è inferiore ai 60$. Il prezzo può variare nel tempo.
E’ possibile acquistare questo orologio cliccando sull’immagine sottostante in maniera da supportare la creazione di contenuti :
E’ una scelta eccellente per chi cerca un orologio classico e affidabile a un prezzo accessibile.
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Un orologio che rientra a pieno diritto nella sub-collezione di orologi dedicati allo spazio. Tema principale sono infatti le Forze Spaziali Militari Russe.
Arrivato questa mattina tramite Deutsche Post è frutto di una asta poco combattuta su eBay.de. La descrizione era abbastanza povera e questo ha permesso di non finire nelle normali ricerche dei collezionisti.[/vc_column_text][vc_separator][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]
Il quadrante è sicuramente la parte più interessante dell’orologio. Il quadrante è abbastanza complesso e pieno. Possiamo distinguere due parti concentriche ben distinte di forma rotonda.
Vostok Generalskie Russian Space Forces
LA PARTE ESTERNA
Di colore marrone chiaro con indici bianchi a numeri arabi, privi del numero 3, per via della finestrella della data, dei numeri 6, 9 e del numero 12. Questi indici sono sostituiti da una stella a quattro punte di colore bianco con una parte interna di colore marrone. L’altezza della stella è la medesima dei numeri.
Sono presenti gli indici piccoli dei minuti e le ore hanno un punto luminoso in luminova di colore giallo/verde. Ad ore 12 sono presenti due punti luminosi.
Non è presente nessuna scritta il che fa pensare ad un orologio di epoca transizionale.
LA PARTE INTERNA
Di colore azzurro carta da zucchero ha al suo interno molte informazioni.
Nella parte alta è presente la scritta in cirillico: Военно Космические Силы che significa: Forze Spaziali Militari
Nella parte più interna le abbreviazioni: МО РФ che significa: del Ministero della difesa della Federazione Russa
Immediatamente sotto è presente uno degli stemmi alati delle Forze Aerospaziali Militari.
Nella parte inferiore è presente il simbolo della Vostok e la scritta Komandirskie, anche se vedremo che la cassa è chiaramente Generalskie.
E’ probabile che il quadrante sia virato nel corso del tempo in quanto la parte centrale dello stemma dovrebbe essere di colore azzurro. E? quindi probabile che la parte esterna fosse di un colore più vicino all’azzurro che al marrone.
Non sono presenti ulteriori particolari sul quadrante.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]
LANCETTE
Le lancette delle ore e dei minuti sono di colore dorato e con la classica forma degli orologi Komandirskie. La pasta luminosa è, coerentemente con il quadrante di colore giallo/verde.
La lancetta dei secondi è di colore rosso senza pallino.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]
CASSA e CORONA
La cassa è di tipo 097XXX quindi Generalskie rifinita al TiN.
La corona è a vite rifinita anch’essa al TiN con la parte esterna bombata.
Non presenta particolarità di rilievo.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]
GHIERA
La Ghiera, di colore dorato come la cassa, rifinita quindi al TiN, è una ghiera standard con 5 pallini rossi di cui uno più grosso e i rimanenti 7 di colore nero. Bidirezionale senza scatti.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]
FONDELLO
Il fondello di questo specifico orologio è stato sostituito con uno in vetro minerale trasparente. Non è quindi possibile sapere quale fosse il fondello originale dell’orologio. Probabile che si trattasse di un fondello standard.
Il calibro è un Vostok 2416Б meccanico automatico con la possibilità di carica manuale.
Sul bilancere il simbolo della Vostok.
Rubini: 31 jewels
Alternanze: 19800 A/h
riserva di carica: 40h[/vc_column_text][vc_separator][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]
NOTE STORICHE SULLE FORZE MILITARI SPAZIALI RUSSE
Le Forze Militari Spaziali Russe (in russo: Космические войска: воздушно-космические силы; translitterato: Vozdušno-Kosmičeskie Sily Rossii) erano una branca delle forze armate della Federazione Russa incaricate delle operazioni militari che riguardano lo spazio. Il comando militare ha base a Mosca.
Le Forze Militari Spaziali sono state fondate il 10 agosto 1982, come una branca separata delle forze armate sovietiche. Il corpo entrò ufficialmente nelle forze militari della neonata Federazione Russa il 7 maggio 1992. Successivamente, nel 1997 le VKS furono incorporate nelle Forze Missilistiche Strategiche.
Nel giugno del 2001 vennero ufficialmente ricostituite come sezione indipendente delle forze armate russe.
Il 1º agosto 2015 sono state assorbite, assieme all’Aeronautica, nelle Forze Aerospaziali Militari.[/vc_column_text][vc_separator][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]
CURIOSITA’ SULLE FORZE SPAZIALI MILITARI RUSSE
Lo stemma delle Forze Militari spaziali, presente sul quadrante dell’orologio e comune a molti orologi di produzione sovietica, russa e moderna, è abbastanza particolare e non è semplicissimo trovare un riscontro credibile con delle semplici ricerche sui consueti motori di ricerca. Dopo qualche approfondimento però ho trovato un forum in russo di antiquariato in cui se ne parlava in maniera credibile: https://forum.ww2.ru/index.php?showtopic=46257
In un post del 2007 un utente riportava quanto segue:
Приложение к Приказу Министра обороны СССР 1989 г. №160
ОПИСАНИЕ нагрудного знака для классных специалистов из числа лиц офицерского состава, прапорщиков и мичманов, проходящих службу в соединениях, частях и учреждениях Управления начальника космических средств Министрерства обороны СССР.
Нагрудный знак представляет собой развернутые крылья золотистого цвета. В центре знака на фоне вселенной темно-синего цвета – изображение земного шара светло-голубого цвета. Земной шар опоясан золотистой орбитой спутника. Контур вселенной обрамлен лавровыми ветвями, на крайнюю часть которых наложена пятиконечная звезда, покрытая красной эмалью, на нижнюю часть – ромб, в центре которого соответственно классу расположены цифры – 1, 2, 3 или буква “М”, покрытые белой эмалью.
Qui tradotto con un traduttore automatico:
Appendice all’Ordine del Ministro
della Difesa dell’URSS 1989 N. 160 DESCRIZIONE della corazza per specialisti di classe tra gli ufficiali, warrant ufficiali e guardiamarino in servizio nei composti, parti e istituzioni dell’Ufficio del Capo del Personale Spaziale del Ministero della Difesa dell’URSS.
La corazza è un’ala estesa color oro. Al centro del segno sullo sfondo dell’universo del blu scuro – l’immagine del globo azzurro. Il globo è cinturato dall’orbita dorata del satellite. Il contorno dell’universo è incorniciato da rami di alloro, sulla cui parte estrema è sovrapposta una stella a cinque punte, ricoperta di smalto rosso, nella parte inferiore – un diamante, al centro del quale rispettivamente la classe sono numeri – 1, 2, 3 o la lettera “M” ricoperta di smalto bianco.
L’orologio si inserisce nelle sub-collezioni di orologi sia a tema spaziale che a tema militare.[/vc_column_text][vc_zigzag][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_wp_posts number=”5″][vc_separator][/vc_column][/vc_row]
Una rivista recuperata ad un mercatino qualche mese fa.
Si tratta della rivista “qui TOURING” n° 113 di novembre 2007.
All’interno della rivista è presente un articolo da Jacopo Pasotti ( che ha quindi tutti i diritti su quanto scritto). Il diario di viaggio presente sulla rivista dal titolo “Polo d’attrazione” ha una forte correlazione con gli orologirussi e sovietici.
La Raketa e la Vostok hanno più volte realizzato orologi commemorativi correlati ai rompighiaccio atomici della Atomflot tra cui spicca lo Yamal.
L’articolo è sostanzialmente un diario di viaggio in cui l’autore descrive l’esperienza relativa al viaggio sul rompighiaccio a propulsione nucleare Yamal.
Ad oggi è ancora possibile effettuare un viaggio turistico sul rompighiaccio a propulsione nucleare Yamal ma la cifra ad oggi si aggira intorno ai 25.000€.[/vc_column_text][vc_separator][vc_column_text]Qui di seguito alcuni esempi di orologi russi e sovietici commemorativi del rompighiaccio a propulsione nucleare Yamal ( o Jamal). Esattamente quello di cui si parla nel diario di viaggio di Pasotti.[/vc_column_text][vc_separator][vc_gallery interval=”3″ images=”18482,18428,18345″ img_size=”large”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Qui di seguito la trascrizione dell’articolo e le scannerizzazioni delle pagine della rivista (tutti i diritti intellettuali appartengono chiaramente all’autore, l’articolo viene qui riportato per soli fini informativi):[/vc_column_text][vc_column_text]
ARTICO
Polo d’attrazione
TESTO E FOTO DI JACOPO PASOTTI
Esclusivo: nell’Anno internazionale dei poli, un inviato di Qui Touring raggiunge l’estremo Nord a bordo dell’unico rompighiaccio autorizzato al trasporto dei turisti. Ecco il suo diario di viaggio
Lascio Murmansk e i suoi palazzi grigi per imbarcarmi sullo Yamal, la mia casa per le prossime due settimane. Non c’è rompighiaccio più potente, al mondo. Ma anche il comfort non è da meno
21 luglio
Chi avrebbe detto che il sogno di raggiungere il polo, che per secoli ha sedotto scienziati ed esploratori, sarebbe diventato accessibile a tutti? Incredibile: andrò al polo Nord. E ci andrò con un rompighiaccio nucleare russo.
Sono a Murmansk, il più grande scalo marittimo dell’Artico: qui convergono il gas, il carbone e il petrolio siberiani, che vengono stivatí su possenti navi cisterna e spediti in tutto il mondo. I palazzi della città sono aggrediti dal tempo e mostrano i segni di una costruzione frettolosa, dettata dalla necessità; la città è stata rasa al suolo dall’aviazione tedesca durante la seconda guerra mondiale. In seguito il regime sovietico l’ha ricostruita. “E ha chiamato forza lavoro promettendo uno stipendio doppio”, spiega Katrina, la nostra guida locale. La proposta salariale è più che meritata, vista la durezza dell’ambiente. In inverno il sole non si vede per quasi due mesi.
Quando arriviamo al porto siamo sottoposti a un minuzioso controllo dei passaporti. Il molo a cui sono attraccate tre delle cinque navi nucleari della Compagnia navale di Murmansk è zona militare. È proibito fotografare. Il nostro rompighiaccio, lo Yamal (o Jamal, con una traslitterazione più corretta), è lì, ci attende con le fauci spalancate pitturate sulla chiglia nera e i ponti colorati di rosso. Alla luce di un tramonto che non avviene mai, visto che qui il sole non scenderà sotto l’orizzonte per ancora due settimane, la nave ha un aspetto accogliente. Salgo a bordo. “Quella in fondo al molo è l’Arktika, il primo rompighiaccio ad aver raggiunto il polo” indica Harald, un compagno di viaggio che ha già partecipato a spedizioni di questo tipo. “Sono passati trent’anni dalla sua impresa”.
22 luglio
Superare il circolo Polare artico significa entrare nel mondo del giorno perpetuo. Dormire è una decisione che devo impormi razionalmente: l’istinto mi farebbe attendere il crepuscolo e poi l’oscurità della notte. Così, dopo una cena a base di pesce preparata dai cuochi austriaci, salgo sul ponte di comando. Vorrei dare un ultimo sguardo serale a questo mare, per secoli territorio di pesca di balenieri britannici e olandesi, ma mi scopro ancora sveglio alle tre di notte, il sole alto sull’orizzonte. Gli ufficiali russi controllano la rotta sulla carta nautica distesa su un piano. Il cirillico non facilita la comprensione, ma la forma della penisola di Kola, delle isole Svalbard, dell’arcipelago di Francesco Giuseppe e le linee dei meridiani disegnano profili noti. Insieme agli ufficiali faccio scorrere l’indice sulla carta, dalle coste fino alla meta: il polo Nord geografico, il punto che è sotto la Stella Polare e attraverso cui passano gli oltre dodicimila chilometri di asse di rotazione del nostro pianeta.
23 luglio
Abbiamo appena superato gli 80 gradi di latitudine quando Laurie Dexter, il capo della spedizione, annuncia al microfono: “A ore nove stiamo per incrociare un iceberg!”. La montagna di ghiaccio alla deriva è il primo autentico incontro con l’alto Artico da quando abbiamo lasciato la Russia. In pochi istanti i ponti della nave si riempiono. Siamo tutti in ammirazione del megalitico blocco di ghiaccio celeste.
25 luglio
Cinquecento chilometri dal polo. Ormai siamo totalmente circondati dalla banchisa. La nave avanza a dieci, al massimo quindici nodi, meno di trenta chilometri all’ora. É come se si aprisse la strada a spallate. Ogni tanto rimane incastrata in uno spesso strato di ghiaccio, fa marcia indietro, e poi balza con la prua sulla lastra, sfondandola. Si ode un grande tonfo, la superficie va in pezzi, e si procede tra due muri di ghiaccio azzurro sollevati dallo scafo. A poppa della nave la cicatrice della banchisa si richiude. In un paio di giorni, dicono, scompare traccia della ferita.
A mezzogiorno, l’ingegnere capo mi mostra, da una finestrella schermata, i due reattori nucleari della nave. Due chili di uranio sono sufficienti per frantumare per quindici giorni lastre di ghiaccio grandi come un campo di calcio e spesse tre metri. “Lo Yamal è tra le navi più potenti al mondo” spiega. “Le sue eliche sprigionano una potenza di 75mila cavalli”. Verso sera una nuova sorpresa richiama sul ponte tutti i viaggiatori, capitano compreso. Un orso bianco, per nulla intimorito dal gigante rosso e nero che si avvicina fragorosamente, continua la sua caccia quotidiana. Il capitano ferma la nave. L’orso ci osserva curioso. Anche per lui, si capisce, questo incontro é una sorpresa. Poi si gira, attraversa a nuoto un’apertura nel ghiaccio, e se ne va. Intorno a noi c’è una monotona distesa di ghiaccio, acqua e cielo, dominati dalle sfumature di grigio e dalle delicate tinte di ciano marino.
27 luglio
Mi accorgo di passare ore, e poi giorni, a prua della nave, osservando la distesa irregolare di pozze e laghetti che si aprono sulla banchisa. Quando infine raggiungiamo il polo è come se stessi celebrando un punto qualunque di questo mondo ghiacciato. Non c’è nulla di diverso rispetto alle centinaia di chilometri che abbiamo percorso. Ma il Gps mostra un eloquente 90°00’00” N. Questo è il punto preciso attorno al quale ruota il mappamondo di casa. È il tetto dell’emisfero boreale. Non conta in quale direzione mi volti, il mio sguardo volge sempre a meridione. In fondo, penso, è giusto che il polo Nord abbia un aspetto così dimesso. E un gesto di umiltà planetario.
È solo un punto qualsiasi in una distesa di ghiaccio, il polo Nord. Ma che bello sotto la stella Polare. Girarsi e guardare sempre a sud. E poi, fare il giro del mondo in quattro balzi
Quale futuro per L’Artico?
Chiedere a uno scienziato quale futuro si prospetta per l’Artico significa metterlo in imbarazzo. Non ci sono risposte certe. Anzi gli ultimi due anni di ricerche mostrano che agli scenari ipotizzati, già poco rassicuranti, erano frutto di un ingiustificato ottimismo. I primi rapporti dell Intergovernmental Panel on Climate Change prospettavano un Artico privo di banchisa nel periodo estivo intorno a 2070. Verso il 1996 la cifra è stata corretta al 2050. E l’anno scorso gli scienziati della Agenzia Spaziale europea hanno detto che forse si potrà navigare fino al polo già nel 2035. Le immagini satellitari mostrano che l’estensione del ghiaccio artico si è ridotta di più del 7% in dieci anni. Fatto che attira sempre più le compagnie petrolifere, cui interessano le riserve di idrocarburi: il 25% dei giacimenti mondiali di gas e petrolio si trovrebbe infatti sotto la coltre di ghiaccio. I Paesi circumpolari iniziano ad accampare le loro pretese. Ma la riduzione della banchisa comporta anche il collasso dall’habitat di molti pesci e invertebrati, di cui si cibano uccelli e foche, che sono a loro volta prede di orsi bianchi. Ciò cui assisteremo sarà un aggiustamento della catena alimentare e della distribuzione delle specie.
Incrociamo le isole Francesco giuseppe, ultimo arcipelago a essere stato esplorato. Brevi sprazzi di sole tingono dei colori del crepuscolo la terra e i ghiacciai, persi tra i banchi di nebbia
28 luglio
Con il procedere del viaggio approfondisco la conoscenza con Laurie Dexter. II polo non solo e l’habitat naturale dell’orso bianco, ma anche di questo gentleman canadese. Scozzese di origine, è un personaggio incredibile: ha vissuto una quindicina d’anni in una comunità inuit, imparandone la lingua e il modo di vita; è capace di inseguire e cacciare le foche, nutrendosi del corpo ancora caldo della preda; membro onorario della Royal Geographic Society, tra le sue imprese c’è anche l’attraversamento con gli sci del polo Nord. Novantun giorni nel gelo artico, dalla Siberia, fino al Canada.
29 luglio
Dopo una settimana di navigazione, lo Yamal fa nuovamente rotta verso la terraferma. Ancora due giorni nel ghiaccio e poi incrociamo le isole di Francesco Giuseppe, l’ultimo arcipelago del pianeta a essere stato esplorato. Intorno a questi frammenti di terra persi nel mar Glaciale artico si sono arenate decine di spedizioni, tra il Settecento e i primi del Novecento, incapaci di penetrare nel mondo congelato che sigillava le coste siberiane. II rompighiaccio naviga silenziosamente tra le isole piatte e allungate all’orizzonte. Alcuni sprazzi di sole tingono dei colori del crepuscolo la terra e i ghiacciai, persi tra i banchi di nebbia. “Le isole sono praticamente disabitate”, spiega Laurie. L’arcipelago è coperto da gigantesche calotte glaciali, alcune delle quali raggiungono la costa e liberano iceberg trascinati alla deriva dalle correnti. Le 190 isole sono il rifugio estivo di una quindicina di specie di uccelli che nidificano tra gli anfratti di scogliere basaltiche grigio-nere. “Troveresti più specie di uccelli nel tuo giardino di casa!” dice Laurie ridendo, “la differenza è che queste sono colonie di milioni di individui!”. Sceso a terra a Cape Flora, risalgo il pendio muschioso alla base di una parete verticale da cui arriva lo stridio di una infinità di gazze marine minori, uccelli bianchi e neri di piccole dimensioni, parenti dei più noti pulcinella di mare. Alla fine sono respinto da un gabbiano glauco, che compie su di me picchiate aggressive per difendere il suo nido. Mi siedo. Ascolto l’attivissima colonia di uccelli: è un chiacchiericcio vivace, ricorda il vociare dei bambini nel cortile di un asilo.
2 agosto
Dopo due settimane di navigazione nell’oceano polare il rompighiaccio attracca nuovamente nel porto di Murmansk. E difficile credere di essere stato al polo Nord, dopo anni di sogni e fantasie. Prima di partire era un “altro mondo” remoto e ostile. Ora, grazie allo Yamal, è diventato quasi familiare.
Da sapere
Documenti: passaporto con validità di sei mesi; visto russo.
Clima: anche se il sole non tramonta mai in giugno e luglio al polo Nord fa freddo. Ma non freddissimo: la temperatura si aggira sui -2 gradi centigradi. Se c’è vento, può arrivare a -15.
Arrivare
Non esistono voli diretti pe Murmansk dall’Italia; è necissario passare per Helsinki o San Pietroburgo. Al polo Nord si giunge unicamente con il rompighiaccio russo Yamal
Altre info
La spedizione sullo Yamal è organizzata da Quark Expeditions, società americana specializzata in Artico e Antartide tel. 001.203.6560499;
www.quarkexpeditions.com. Tre le date già programmate per il 2008: 23/6-8/7; 6/-21/7; 19/7-4/8. Costo tutto compreso, con partenza e arrivo a Helsinki, a partire da 16mila euro. tra i tour operator italiani che hanno in catalogo il tour, Antartica – tel. 011.6696581; www.antartica.it – e Kuoni Discovery – tel 010.5968350; www.kuoni.it
L’avventura artica a bordo del rompighiaccio Yamal
Partenza da Murmansk
21 luglio: Lascio Murmansk, una città dalle strutture grigie e segnate dal tempo, per imbarcarmi sul rompighiaccio nucleare Yamal. Qui, tra il gas, il carbone e il petrolio siberiani, mi attende una nave imponente con la prua dipinta a forma di fauci spalancate. Nonostante il rigore invernale della città, l’atmosfera è vivace e piena di aspettative.
Inizio del viaggio
22 luglio: Superato il Circolo Polare Artico, entriamo nel regno del giorno perpetuo. Dormire diventa una sfida in questo mondo senza crepuscolo. Dopo una cena deliziosa a base di pesce, esploro il ponte di comando. Gli ufficiali russi tracciano la rotta verso il Polo Nord geografico, un punto misterioso sotto la Stella Polare.
Primo incontro con un iceberg
23 luglio: A latitudine 80 gradi nord, Laurie Dexter, il capo della spedizione, annuncia l’avvistamento di un iceberg. Il primo autentico incontro con l’Alto Artico riempie di meraviglia tutti noi passeggeri.
Attraverso la banchisa
25 luglio: A cinquecento chilometri dal Polo, ci troviamo circondati da un’immensa distesa di ghiaccio. La nave avanza con fatica, sfondando lastre di ghiaccio spesse. I due reattori nucleari dello Yamal, alimentati da pochi chili di uranio, ci permettono di navigare attraverso questa barriera ghiacciata. L’apparizione di un orso bianco suscita sorpresa e ammirazione tra noi, mentre il capitano ferma la nave per osservarlo.
Raggiungiamo il Polo Nord
27 luglio: Finalmente raggiungiamo il Polo Nord, un punto indistinguibile nel vasto ghiaccio. Il GPS conferma il raggiungimento del 90°00’00” N, il tetto del mondo boreale. È un momento di riflessione e umiltà, con solo il ghiaccio e il cielo a farci compagnia.
Esplorazione delle isole Francesco Giuseppe
29 luglio: Lo Yamal inizia il viaggio di ritorno, fermandosi presso le isole Francesco Giuseppe. Questo arcipelago disabitato è avvolto da nebbia e ghiacciai, rifugio estivo per diverse specie di uccelli marini. La colonia di gazze marine minori, con il loro chiacchiericcio incessante, anima questa terra remota e selvaggia.
Ritorno a Murmansk
2 agosto: Dopo due settimane, ritorniamo a Murmansk. Il Polo Nord, un tempo luogo di sogni e fantasie, è diventato una realtà tangibile grazie al viaggio a bordo dello Yamal. È stato un viaggio incredibile, un’esperienza che ha trasformato un mondo remoto in qualcosa di quasi familiare.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]
Recentemente ho recuperato una copia storica di “Orologi da Polso” Anno III n. 9 (marzo-aprile 1989, Edizioni Studio Zeta, Monza), una delle poche riviste italiane dedicate all’orologeria durante il periodo di massimo interesse verso i prodotti sovietici e gli orologi da polso 1989. In questo numero si trova un articolo prezioso e ricco di informazioni su orologi russi, i rapporti commerciali tra URSS e Italia e i principali protagonisti della diffusione dei marchi dell’Est nel nostro Paese. Il pezzo, scritto da Arturo Chiti, offre uno spaccato d’epoca e svela dettagli inediti sulle prime importazioni, i rivenditori e i modelli che conquistarono la scena italiana a fine anni Ottanta.
Qui di seguito puoi leggere la trascrizione integrale dell’articolo, intervallata da approfondimenti, note storiche e collegamenti utili per i collezionisti di oggi.
Negli orologi da polso 1989, si possono notare tendenze che hanno segnato un’epoca, evidenziando l’evoluzione del design e delle tecnologie impiegate nel settore. Questi orologi non solo rappresentano un pezzo di storia, ma anche un simbolo di stile e innovazione.
Le radici storiche dell’orologeria russa
Anche se il Congresso sovietico del ’25 proclamava per l’URSS l’obiettivo dell’autosufficienza economica, la trasformazione da paese importatore di macchine e attrezzature a paese che voleva produrre in proprio, sino a qualche anno fa sarebbe stato impensabile che un orologio sovietico diventasse non solo di moda, ma quasi fenomeno di costume.
Pure la storia dell’orologeria russa ha antenati illustri. Gli orologi da torre del Cremlino furono costruiti agli inizi del Quattrocento da Lazar Serbin, mentre per i carillon della torre del Salvatore, restaurati nel secolo scorso, lo Zar si rivolse a due fratelli russi, gli orologiai Butenop. E ancora sotto uno Zar, Pietro il Grande, che aveva chiamato famosi artigiani francesi, si sviluppò una scuola di orologeria, anche se i francesi sembra avessero maggiori privilegi degli artigiani locali. Preziosi orologi di Ivan Kulihin, che visse nel ‘700, sono all’Hermitage di Leningrado e musei moscoviti e di altre città hanno sezioni dedicate all’orologeria. Nello scorso autunno ci fu un’esposizione a Firenze di alcuni splendidi pezzi delle collezioni dei Romanoff e sfogliando antichi libri si apprende che nella storia dell’orologio russo la famiglia dei Bronnikov era famosa per i suoi orologi in legno (filie molle erano in metallo) e che rivestirono un ruolo importante per i miglioramenti apportati alla meccanica, gli orologiai Tolstoj e Nosov.
Prima della rivoluzione si importavano parti e meccanismi dalla Svizzera provvedendo poi al loro assemblaggio. A cavallo del secolo la Francia fece diversi investimenti nei domini dello Zar e dopo la prima Guerra mondiale, per recuperare parte dei capitali, pretese che l’Italia acquistasse orologi russi da tasca che furono poi dati in dotazione al personale delle Ferrovie.
«Le prime industrie sovietiche di orologi risalgono solo agli anni Trenta» dice Jacopo Marchi, P.R. dell’Artime, che è andato a Mosca nello scorso dicembre dopo che l’azienda napoletana aveva sottoscritto un accordo di collaborazione con la Boctok (ma si legge Vostok). Dal viaggio in Russia Marchi ha riportato molte notizie, tanto che per il lancio dei «Komandirskie» ha realizzato per Time Trend, distributore del prodotto, un tabloide sulla storia dell’Armata rossa e dei suoi orologi.
Due industrie (una di orologi preziosi e l’altra di orologi con casse di legno) vennero convertite in aziende belliche negli anni ’40, per tornare poi alle funzioni originali. L’industria principale di Mosca diede vita nel ’42 alla Boctok, una delle più importanti e tra le poche di cui per le strade moscovite si possono vedere cartelloni pubblicitari. Dopo la fine della guerra altre industrie furono aperte a Serdobsk, Yerevan, Petrodvoretes e Uglich. Venne creato un istituto per la ricerca e il design nelle lavorazioni meccaniche. Nel 1962 furono anche prodotti i primi orologi a diapason.
Oggi in URSS operano oltre quindici fabbriche di orologi, molte delle quali specializzate in produzioni particolari. Tra le più note ricordiamo Chaika, Poljot, Zaria, Paketa, Slava e Penza, quest’ultima destinata alla produzione di orologi da polso femminili. Il quantitativo di orologi prodotti è imponente. Intorno agli anni Cinquanta iniziò anche l’esportazione destinata per lo più a nazioni aderenti al patto di Varsavia. Erano orologi di buon livello con prezzi politicamente differenziati. È di quegli anni il Mark che pubblichiamo e il cui quadrante è simile a quello del Poljot. È un orologio con una storia romantica. Fu donato a un nostro collega, allora bambino, da una signora italiana che aveva sposato un russo che, per le leggi staliniane, non poteva venire a vivere in Italia e i due erano costretti così a vedersi di tanto in tanto solo come turisti. La prima importazione di orologi russi in Italia è stata fatta da Orazio Occhipinti della Mirabilia di Milano che nella seconda metà del 1988 ha iniziato sul territorio nazionale la distribuzione dei Paketa fabbricati a Pietrogrado. Paketa in russo significa «razzo» e si legge «raketa», La bontà dell’idea, complice anche l’apertura generale verso Gorbaciov, è stata ampiamente confermata dalla vera e propria corsa all’orologio russo che si è scatenata in seguito. Vien da pensare a questo proposito che solo pochi anni or sono un dirigente di una grande azienda europea, dopo un viaggio in Unione Sovietica durante il quale era rimasto colpito dagli orologi, ne propose l’importazione ma si sentì chiedere dai suoi se aveva voglía di scherzare. Dunque i primi russi che hanno rotto il ghiaccio sul nostro mercato sono stati i Paketa. Oggi sono disponibili nove versioni che si differenziano sia per il design del quadrante per le funzioni. Sono meccanici a carica manuale e cassa antishock. Alla fiera di Vicenza Mirabilia ha presentato anche i Poljot prodotti a Leningrado, un cronografo e uno svegliarino, a carica manuale, proposti in quattro versioni. Gli orologi dell’Armata rossa, i Boctok, sono disponibili in cinque modelli con quadranti realizzati per le specializzazioni dell’esercito al quale sono destinati. Sono orologi meccanici a carica manuale, impermeabili a 10 atmosfere, hanno la ghiera girevole con indici e lancette fosforescenti.
Ci sono poi orologi con meccanismo di fabbricazione russa e cassa e quadrante costruiti in Italia per accostare un «cuore» russo al design italiano, come il Soviet, disponibile in vari colori di cassa e quadrante. È un orologio quarzo impermeabile a 3 atm. E ancora i sei modelli della collezione Perestrojka (quattro al quarzo e due cronografi meccanici) che la Elmitex ha presentato sia a Vicenza sia a Mosca come un prodotto «italorusso».
Il sesto orologio con la stella rossa è quello proposto dalla I. Binda S.p.A. Il marchio BREMA, con la A che è una R rovesciata, si legge Vremia e significa Tempo. Sono orologi meccanici disponibili in tre modelli (normale, con suoneria e un cronografo) proposti in 17 versioni. I quadranti sono di ispirazione anni ’30 seguendo la tendenza culturale in voga in Russia e battezzata «strutturalista».
Anche se il Congresso sovietico del ’25 proclamava per l’URSS l’obiettivo dell’autosufficienza economica, la trasformazione da paese importatore di macchine e attrezzature a paese che voleva produrre in proprio, sino a qualche anno fa sarebbe stato impensabile che un orologio sovietico diventasse non solo di moda, ma quasi fenomeno di costume.
Pure la storia dell’orologeria russa ha antenati illustri. Gli orologi da torre del Cremlino furono costruiti agli inizi del Quattrocento da Lazar Serbin, mentre per i carillon della torre del Salvatore, restaurati nel secolo scorso, lo Zar si rivolse a due fratelli russi, gli orologiai Butenop. E ancora sotto uno Zar, Pietro il Grande, che aveva chiamato famosi artigiani francesi, si sviluppò una scuola di orologeria, anche se i francesi sembra avessero maggiori privilegi degli artigiani locali. Preziosi orologi di Ivan Kulihin, che visse nel ‘700, sono all’Hermitage di Leningrado e musei moscoviti e di altre città hanno sezioni dedicate all’orologeria. Nello scorso autunno ci fu un’esposizione a Firenze di alcuni splendidi pezzi delle collezioni dei Romanoff e sfogliando antichi libri si apprende che nella storia dell’orologio russo la famiglia dei Bronnikov era famosa per i suoi orologi in legno (filie molle erano in metallo) e che rivestirono un ruolo importante per i miglioramenti apportati alla meccanica, gli orologiai Tolstoj e Nosov.
Prima della rivoluzione si importavano parti e meccanismi dalla Svizzera provvedendo poi al loro assemblaggio. A cavallo del secolo la Francia fece diversi investimenti nei domini dello Zar e dopo la prima Guerra mondiale, per recuperare parte dei capitali, pretese che l’Italia acquistasse orologi russi da tasca che furono poi dati in dotazione al personale delle Ferrovie.
«Le prime industrie sovietiche di orologi risalgono solo agli anni Trenta» dice Jacopo Marchi, P.R. dell’Artime, che è andato a Mosca nello scorso dicembre dopo che l’azienda napoletana aveva sottoscritto un accordo di collaborazione con la Boctok (ma si legge Vostok). Dal viaggio in Russia Marchi ha riportato molte notizie, tanto che per il lancio dei «Komandirskie» ha realizzato per Time Trend, distributore del prodotto, un tabloide sulla storia dell’Armata rossa e dei suoi orologi.
Due industrie (una di orologi preziosi e l’altra di orologi con casse di legno) vennero convertite in aziende belliche negli anni ’40, per tornare poi alle funzioni originali. L’industria principale di Mosca diede vita nel ’42 alla Boctok, una delle più importanti e tra le poche di cui per le strade moscovite si possono vedere cartelloni pubblicitari. Dopo la fine della guerra altre industrie furono aperte a Serdobsk, Yerevan, Petrodvoretes e Uglich. Venne creato un istituto per la ricerca e il design nelle lavorazioni meccaniche. Nel 1962 furono anche prodotti i primi orologi a diapason.
Oggi in URSS operano oltre quindici fabbriche di orologi, molte delle quali specializzate in produzioni particolari. Tra le più note ricordiamo Chaika, Poljot, Zaria, Paketa, Slava e Penza, quest’ultima destinata alla produzione di orologi da polso femminili. Il quantitativo di orologi prodotti è imponente. Intorno agli anni Cinquanta iniziò anche l’esportazione destinata per lo più a nazioni aderenti al patto di Varsavia. Erano orologi di buon livello con prezzi politicamente differenziati. È di quegli anni il Mark che pubblichiamo e il cui quadrante è simile a quello del Poljot. È un orologio con una storia romantica. Fu donato a un nostro collega, allora bambino, da una signora italiana che aveva sposato un russo che, per le leggi staliniane, non poteva venire a vivere in Italia e i due erano costretti così a vedersi di tanto in tanto solo come turisti. La prima importazione di orologi russi in Italia è stata fatta da Orazio Occhipinti della Mirabilia di Milano che nella seconda metà del 1988 ha iniziato sul territorio nazionale la distribuzione dei Paketa fabbricati a Pietrogrado. Paketa in russo significa «razzo» e si legge «raketa», La bontà dell’idea, complice anche l’apertura generale verso Gorbaciov, è stata ampiamente confermata dalla vera e propria corsa all’orologio russo che si è scatenata in seguito. Vien da pensare a questo proposito che solo pochi anni or sono un dirigente di una grande azienda europea, dopo un viaggio in Unione Sovietica durante il quale era rimasto colpito dagli orologi, ne propose l’importazione ma si sentì chiedere dai suoi se aveva voglía di scherzare. Dunque i primi russi che hanno rotto il ghiaccio sul nostro mercato sono stati i Paketa. Oggi sono disponibili nove versioni che si differenziano sia per il design del quadrante per le funzioni. Sono meccanici a carica manuale e cassa antishock. Alla fiera di Vicenza Mirabilia ha presentato anche i Poljot prodotti a Leningrado, un cronografo e uno svegliarino, a carica manuale, proposti in quattro versioni. Gli orologi dell’Armata rossa, i Boctok, sono disponibili in cinque modelli con quadranti realizzati per le specializzazioni dell’esercito al quale sono destinati. Sono orologi meccanici a carica manuale, impermeabili a 10 atmosfere, hanno la ghiera girevole con indici e lancette fosforescenti.
Ci sono poi orologi con meccanismo di fabbricazione russa e cassa e quadrante costruiti in Italia per accostare un «cuore» russo al design italiano, come il Soviet, disponibile in vari colori di cassa e quadrante. È un orologio quarzo impermeabile a 3 atm. E ancora i sei modelli della collezione Perestrojka (quattro al quarzo e due cronografi meccanici) che la Elmitex ha presentato sia a Vicenza sia a Mosca come un prodotto «italorusso».
Il sesto orologio con la stella rossa è quello proposto dalla I. Binda S.p.A. Il marchio BREMA, con la A che è una R rovesciata, si legge Vremia e significa Tempo. Sono orologi meccanici disponibili in tre modelli (normale, con suoneria e un cronografo) proposti in 17 versioni. I quadranti sono di ispirazione anni ’30 seguendo la tendenza culturale in voga in Russia e battezzata «strutturalista».
Note per il collezionista moderno
Orologi da polso 1989 resta una testimonianza insostituibile sul boom degli orologi sovietici in Italia, sui protagonisti e sulle strategie commerciali che hanno portato questi esemplari nelle vetrine delle gioiellerie italiane. L’articolo fornisce anche uno spaccato unico sui gusti dell’epoca, sulle prime importazioni e sui marchi che ancora oggi sono alla base del collezionismo vintage russo: Vostok, Raketa, Poljot, Slava e le collaborazioni italo-sovietiche. Le pagine illustrate della rivista immortalano un periodo di fermento e innovazione che ha segnato in modo indelebile il panorama dell’orologeria da polso in Italia.
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