Gli orologi sovietici – noti anche come orologi russi d’epoca – esercitano un fascino particolare sui collezionisti di oggi. Questi segnatempo prodotti nell’ex Unione Sovietica sono pezzi di storia alla portata di tutti: uniscono robustezza meccanica, design vintage originale e un’aura di mistero legata alla Guerra Fredda. In un’epoca dominata dagli smartwatch, iniziare una collezione di orologi sovietici permette di riscoprire il piacere dell’ingegneria tradizionale e di possedere oggetti unici. Ma perché iniziare oggi? Negli ultimi anni c’è un rinnovato interesse per gli orologi vintage, e i modelli sovietici rappresentano ancora un segmento accessibile: con un budget modesto si può acquistare un orologio russo autentico, con la soddisfazione di avere al polso un pezzo vintage con una storia da raccontare. In questa guida troverai consigli pratici per muovere i primi passi in questo hobby affascinante.
Modelli consigliati per principianti
Una delle prime domande che un principiante si pone è: quali orologi sovietici dovrei collezionare per iniziare? Ecco tre modelli (o marchi) iconici consigliati, apprezzati per la loro reperibilità e valore storico, ideali come primi pezzi in collezione:
Raketa(in russo significa “razzo”) è uno dei marchi sovietici più adatti ai neofiti. Fondata a San Pietroburgo, ha prodotto orologi dal 1961 con enorme varietà di modelli. Le caratteristiche principali dei Raketa includono movimenti meccanici semplici ma affidabili (spesso a carica manuale) e design molto diversi tra loro – dal classico stile elegante ai modelli con quadrante a 24 ore pensati per l’uso nelle regioni polari. Un esempio famoso è il Raketa “Big Zero”, così chiamato per lo 0 gigante al posto del 12 sul quadrante: un orologio dal look minimalista ma iconico, simbolo del design sovietico anni ‘70. I prezzi dei Raketa vintage sono generalmente contenuti: un modello di base in buone condizioni si può trovare indicativamente tra 50€ e 100€. Questo li rende perfetti per iniziare, perché con una spesa ridotta si ottiene un pezzo storico funzionante. Il punto di forza dei Raketa sta nella varietà: puoi divertirti a cercare diverse varianti (dai modelli da uomo più sobri a quelli più eccentrici) restando in una fascia di prezzo entry-level.
Vostok è un altro pilastro dell’orologeria sovietica, noto per la sua robustezza. La fabbrica Vostok forniva orologi all’esercito sovietico, quindi molti suoi modelli nascono per essere resistenti e funzionali. I più celebri tra i collezionisti sono il Vostok Komandirskie (orologio “del comandante”, dall’aspetto militare) e il Vostok Amphibia (un segnatempo subacqueo progettato negli anni ’60 per l’esercito, famoso per la sua impermeabilità e durata). Questi orologi Vostok hanno casse robuste in metallo, movimenti meccanici automatici o manuali affidabili, e un’estetica grintosa: quadranti con stelle rosse, simboli militari o temi subacquei che li rendono subito riconoscibili. Per un principiante, Vostok è attraente perché si trovano facilmente pezzi a buon mercato: un Komandirskie o un Amphibia vintage in condizioni decorose spesso rientra nella fascia 60€ – 120€ (anche meno se ci si accontenta di qualche segno d’usura). In alcuni casi si trovano Amphibia nuove di produzione russa attuale intorno a 80-100€. Il punto di forza di Vostok è senz’altro l’affidabilità: sono orologi fatti per durare, con meccanismi semplici che continuano a ticchettare anche in condizioni difficili. Ideali per chi vuole un orologio da indossare senza troppe preoccupazioni, oltre che da collezionare.
Poljot è considerato il marchio più prestigioso dell’orologeria sovietica. Il nome significa “volo” ed evoca subito conquiste aeree e spaziali: non a caso fu la Prima Fabbrica di Orologi di Mosca (poi rinominata Poljot) a produrre l’orologio indossato dal cosmonauta Yuri Gagarin nel 1961. Le caratteristiche di molti orologi Poljot li distinguono come eleganti e di alta qualità per gli standard sovietici: finiture più raffinate, calibri robusti e precisi (famoso il calibro 3133 dei cronografi Poljot, derivato da progettazione svizzera, impiegato in molti modelli degli anni ‘70 e ‘80). Poljot ha realizzato sia orologi di lusso per l’élite sovietica, sia modelli militari e da parata. Un principiante può puntare magari a un classico Poljot stile “dress watch” anni ‘60-‘70, o a un semplice orologio da polso manuale con cassa placcata oro, spesso reperibile a prezzi accessibili. Le fasce di prezzo per Poljot sono un po’ più alte rispetto a Raketa e Vostok, ma ancora abbordabili: pezzi semplici senza complicazioni possono trovarsi attorno a 80€ – 150€, mentre i modelli cronografi o particolarmente ricercati (come il Poljot Sturmanskie o i cronografi “Strela”) possono superare i 200€ a seconda delle condizioni. Il punto di forza di Poljot sta nell’eleganza e nel valore storico: aggiungere un Poljot alla propria collezione significa avere un orologio dal design classico, magari con una bella storia (alcuni modelli furono regalati a funzionari o militari di alto rango) e una qualità costruttiva superiore alla media sovietica.
Poljot chronograph
Ecco una tabella riepilogativa dei tre marchi per confrontarne a colpo d’occhio caratteristiche, prezzi e punti di forza:
Marca
Caratteristiche principali
Fascia di prezzo (circa)
Punti di forza
Raketa
Grande varietà di modelli (anche 24h); movimenti meccanici semplici e affidabili; design iconici come il “Big Zero”.
80€ – 160€ (modelli base vintage)
Economico, facile da trovare; molti stili diversi tra cui scegliere.
Vostok
Orologi robusti di ispirazione militare; modelli celebri: Komandirskie (militare) e Amphibia (subacqueo); spesso automatici o carica manuale duraturi.
80€ – 180€ (Komandirskie/Amphibia comuni)
Altamente affidabile e resistente; ideale per uso quotidiano; impermeabilità (nei modelli Amphibia).
Poljot
Marca prestigiosa sovietica; orologi eleganti e cronografi di qualità; movimenti precisi (es. cronografo cal.3133); finiture curate.
80€ – 150€ (basici) fino a 300€+ (cronografi o pezzi ricercati)
Eleganza e qualità costruttiva superiore; valore storico (cronografi celebri, legami con imprese spaziali).
Dove acquistare (in sicurezza) in Italia
Trovare orologi sovietici non è difficile, ma è importante sapere dove cercare, soprattutto se vuoi evitare brutte sorprese. Ecco alcuni luoghi e piattaforme consigliati per acquistare in sicurezza in Italia:
Mercatini dell’usato e dell’antiquariato: I mercatini locali possono essere una miniera d’oro per scovare orologi vintage. In grandi città come Milano e Roma, ad esempio, ci sono appuntamenti fissi dove può capitare di trovare orologi sovietici a buon prezzo. A Milano uno dei più noti è il Mercatone dell’Antiquariato sul Naviglio Grande (l’ultima domenica di ogni mese), dove tra bancarelle di oggetti d’epoca a volte spuntano fuori vecchi orologi russi. A Roma, uno storico mercato delle pulci è Porta Portese (ogni domenica mattina), dove con un po’ di fortuna e occhio attento potresti scoprire un Poljot o un Vostok dimenticato su un banchetto. Anche nelle fiere dell’antiquariato di altre città o nei mercatini minori si trovano occasionalmente pezzi sovietici: il bello di questi luoghi è che puoi vedere e toccare con mano l’orologio prima di acquistarlo, magari anche contrattare sul prezzo. Porta sempre con te un po’ di contante e, se possibile, informati sui venditori abituali di orologi in quei mercati.
Piattaforme online affidabili: Internet offre accesso a un mercato enorme di orologi vintage, ma bisogna sapersi muovere. In Italia, Subito.it è molto utilizzato per le vendite tra privati: cercando parole chiave come “orologio sovietico” o specifici modelli (“Vostok Komandirskie”, “Raketa anni 80”, etc.) potresti trovare inserzioni interessanti. Su Subito è consigliabile cercare inserzioni nella tua regione, così da poter eventualmente incontrare il venditore di persona per vedere l’orologio (e magari evitare spedizioni). Un’altra piattaforma popolare oggi è Vinted, inizialmente nata per abiti usati ma ormai ricca anche di oggetti da collezione: su Vinted molti venditori propongono orologi russi e sovietici a prezzi competitivi. La comodità di queste piattaforme è la presenza di sistemi di messaggistica interna e profili con feedback: controlla sempre le valutazioni del venditore e le foto dell’oggetto. Infine, eBay rimane un canale fondamentale per i collezionisti di tutto il mondo: su eBay trovi di tutto, dai Vostok nuovi spediti direttamente dalla Russia, ai pezzi vintage venduti da collezionisti italiani. eBay offre una garanzia acquirenti che tutela dalle truffe o oggetti non conformi alla descrizione, quindi per iniziare può dare maggiore sicurezza. Ricorda però che su eBay alcuni prezzi possono essere gonfiati (specialmente da venditori internazionali che puntano ai collezionisti occidentali); confronta sempre le offerte e considera anche le spese di spedizione e eventuali dazi se acquisti da Paesi extra-UE.
Altri luoghi e canali: Oltre ai mercatini e ai siti generalisti, se la passione cresce potresti esplorare canali più specializzati. Ad esempio, esistono gruppi Facebook o forum di appassionati di orologi (anche forum italiani come Orologi & Passioni) dove gli utenti vendono/scambiano tra loro pezzi di collezione: lì spesso trovi venditori esperti e oggetti già controllati, anche se all’inizio può intimorire comprare da sconosciuti sui social. In alternativa, negozi di antiquariato o bancarelle di orologiai nei mercati rionali a volte hanno angolini dedicati agli orologi vintage – mai dare per scontato, chiedere non costa nulla!
In sintesi, per acquistare in sicurezza: privilegia canali dove hai possibilità di verificare l’orologio o la reputazione del venditore. Se compri di persona, esamina bene l’oggetto; se compri online, assicurati che la piattaforma offra qualche garanzia e che il venditore abbia buone recensioni.
Fasce di prezzo e qualità: cosa aspettarsi
Uno dei motivi per cui gli orologi sovietici sono perfetti per i neofiti è la loro accessibilità economica. Ma cosa si intende per “fasce di prezzo accessibili” in questo campo?
In generale, con un budget sotto i 100€ si riesce già ad acquistare diversi modelli vintage sovietici funzionanti. Nella fascia 50-100 euro rientrano molti Raketa standard, Vostok Komandirskie e alcuni Vostok Amphibia usati, nonché orologi di altri marchi minori dell’URSS (ad esempio Luch, Slava, Zim, etc., che potresti incontrare durante la caccia). Salendo un po’ di prezzo, nella fascia 100-200€, si aprono ulteriori possibilità: Poljot più particolari o in ottime condizioni, cronografi sovietici basici (magari non i modelli top di gamma, ma qualcosa si trova), oppure lotti di più orologi messi in vendita insieme. Oltre i 200€ si entra nel terreno dei pezzi collezionisticamente più pregiati: cronografi Poljot 3133 in buono stato, edizioni rare o con quadranti commemorativi, orologi sovietici nuovi fondo di magazzino (new old stock) mai usati, etc. Pero, come principiante, non è affatto necessario spendere tanto: il bello è iniziare con pezzi semplici e poco costosi, imparando a conoscerli.
Dal punto di vista della qualità, è importante avere le giuste aspettative. Gli orologi sovietici degli anni d’oro (diciamo dagli anni ’50 agli ’80) erano prodotti in gran quantità per l’uso quotidiano e per l’esportazione nei paesi alleati: non hanno la finitura lussuosa di uno Swatch svizzero o di un orologio giapponese di alta gamma dello stesso periodo. Spesso le casse erano in ottone cromato (che con il tempo può perdere la cromatura in alcuni punti), i vetri in plastica o acrilico facilmente lucidabili ma anche graffiabili, e i bracciali metallici originali di qualità non eccelsa. Tuttavia, a livello di meccanica, molti di questi orologi montano movimenti solidi e ben progettati, in grado di durare decenni se ben mantenuti. Aspettati quindi di ricevere orologi che magari mostrano i segni del tempo nell’aspetto esterno, ma che possono funzionare bene una volta revisionati. Un piccolo investimento che dovresti considerare nel budget è infatti la revisione: se compri un orologio sovietico fermo da anni, portarlo da un orologiaio per pulizia e lubrificazione (costa circa 50-100€ a seconda del modello e dell’artigiano) ti assicurerà un funzionamento accurato e ne prolungherà la vita. In ogni caso, con un modello vintage da 70€ non si cerca la precisione cronometrica assoluta: una deriva di qualche minuto al giorno può essere normale finché non viene tarato. L’importante è che il rapporto qualità-prezzo resti vantaggioso: con cifre modeste avrai orologi meccanici originali con decenni di storia, un valore impagabile per un collezionista in erba.
Come evitare fregature
Nel mondo del collezionismo, purtroppo, esiste sempre il rischio di imbattersi in truffe o oggetti non originali – e gli orologi sovietici non fanno eccezione. Ecco alcuni suggerimenti pratici per evitare le fregature e acquistare in tutta tranquillità:
Verifica l’autenticità: Prima di comprare un orologio sovietico, cerca di informarti sul modello. Osserva bene le foto (o l’oggetto dal vivo) controllando che il quadrante, le lancette e il movimento siano coerenti con quelli ufficiali di quel modello. Ad esempio, molti orologi sovietici autentici hanno scritte in cirillico sul quadrante o sul movimento (come “CCCP” o il nome della fabbrica in russo). Se vedi un “Raketa” con la parola Raketa scritta in caratteri latini moderni, potrebbe essere un quadrante ristampato o non originale. Online esistono guide e comunità di appassionati dove confrontare le foto del modello originale con quello che vorresti comprare: fallo, ti aiuterà a smascherare eventuali parti non originali. Col tempo imparerai a riconoscere i dettagli genuini (loghi, simboli, numero di rubini nel movimento, ecc.). In dubbio, chiedi consiglio su forum o gruppi specializzati postando le foto dell’orologio: i collezionisti più esperti spesso aiutano volentieri a identificare un pezzo.
Diffida dei prezzi troppo bassi: È normale voler fare un affare, ma se un orologio sovietico viene offerto a un prezzo stracciato, bisogna chiedersi il perché. Un Vostok Amphibia in ottime condizioni proposto a 20€ spedito, ad esempio, è sospetto: potrebbe nascondere difetti gravi (magari non funziona, o ha parti interne rotte), oppure essere un falso remake moderno. Il mercato degli orologi vintage ha delle quotazioni abbastanza consolidate: prima di comprare, confronta il prezzo dell’annuncio con quello medio di oggetti simili su altre piattaforme. Se la differenza è abissale, meglio stare all’erta. In generale, meglio spendere qualcosa in più per un venditore affidabile o un orologio garantito, che buttare soldi in un “affare” che poi si rivela una fregatura.
Scegli venditori affidabili e paga in modo sicuro: Come accennato prima, controlla sempre la reputazione del venditore. Su eBay, ad esempio, leggi i feedback lasciati da altri acquirenti. Su Subito o Vinted, preferisci venditori che hanno già concluso molte vendite con recensioni positive. Se stai acquistando di persona a un mercatino, fai due chiacchiere con il venditore: chiedi informazioni sull’orologio, sulla sua provenienza; un venditore onesto di solito conosce ciò che vende e non avrà problemi a rispondere. Evita pagamenti non tracciati (come ricariche di carte prepagate inviati a sconosciuti): meglio incontrarsi di persona, pagare in contanti dopo aver visionato l’oggetto, oppure usare metodi come PayPal “beni e servizi” che includono una protezione acquirente. In caso di spedizione, fatti dare sempre un numero di tracciamento. Queste precauzioni rendono molto più difficile venire truffati.
Condizioni e resi: Chiedi sempre delucidazioni sulle condizioni dell’orologio. Funziona? Tiene il tempo? È stato revisionato di recente? Ha parti non originali? Un venditore serio lo specifica nell’annuncio, ma se non trovi queste informazioni non aver timore di chiedere direttamente. Meglio chiarire tutto prima dell’acquisto. Inoltre, verifica se c’è possibilità di reso: su eBay per gli oggetti usati venduti da privati spesso non c’è, ma su Vinted ad esempio hai 2 giorni per segnalare un problema all’oggetto e ottenere rimborso. Conoscere le regole della piattaforma ti aiuta a sapere come agire se qualcosa va storto.
Seguendo questi consigli, ridurrai di molto il rischio di incappare in esperienze negative. Ricorda: la stragrande maggioranza dei collezionisti e venditori è onesta e appassionata quanto te; fare affari nel modo giusto tutela sia te che loro e mantiene l’hobby piacevole per tutti.
Conclusione: curiosità e pazienza
Iniziare a collezionare orologi sovietici è un’avventura entusiasmante, fatta di scoperte continue e oggetti che aggiungeranno carattere alla tua collezione. All’inizio può sembrare un mondo vasto (tanti modelli, marchi sconosciuti, dettagli tecnici da imparare), ma con curiosità e pazienza ogni appassionato ben presto si orienta e inizia a cogliere le differenze tra un Raketa anni ‘80 e un Poljot anni ‘60. Il bello di questo hobby è anche la comunità: condividere le proprie scoperte, chiedere consigli e raccontare la storia dietro ogni orologio russo/sovietico che aggiungi alla collezione rende il tutto ancora più gratificante.
In conclusione, armati di passione e non avere fretta di accumulare pezzi costosi: parti con calma, goditi la ricerca del tuo prossimo orologio nei mercatini o online, e impara qualcosa da ogni acquisto. Ogni orologio sovietico che troverai ti insegnerà qualcosa (sulla meccanica, sulla storia o su come negoziare un prezzo!). Non ti resta che iniziare questa nuova avventura con lo spirito giusto – curiosità e pazienza – e vedrai che pian piano costruirai una collezione unica, dal sapore storico e personale. Buona collezione!
Il Raketa Big Zero è molto più di un semplice segnatempo; rappresenta un simbolo iconico del design sovietico e un frammento tangibile di storia. La sua estetica distintiva e minimalista, caratterizzata da numeri sovradimensionati e da un prominente “0” in posizione delle ore 12, ha catturato l’attenzione dei collezionisti di tutto il mondo. Questo design, inizialmente concepito per ragioni pratiche, ha trasceso il suo scopo originale per diventare un punto di riferimento culturale, in particolare durante l’era della Perestroika.
Il presente rapporto si propone di approfondire il Raketa Big Zero, esplorandone la complessa storia, i diversi modelli e le specifiche tecniche. Si intendono rivelare fatti meno noti, verificare le informazioni esistenti e fornire un’analisi comparativa completa tra le iterazioni vintage e quelle moderne. Inoltre, questa guida mira a fornire ai collezionisti consigli essenziali per l’autenticazione, utili a navigare nel complesso mercato degli orologi dell’era sovietica.
Raketa Big Zero
I. La Fabbrica di Orologi Petrodvorets: Dalle Origini Imperiali alla Nascita di Raketa
Fondazione e legame con Pietro il Grande (1721)
La Fabbrica di Orologi Petrodvorets, luogo di nascita degli orologi Raketa, vanta una storia notevolmente lunga e illustre, le cui origini risalgono al 1721. Fu fondata per decreto dell’Imperatore Pietro il Grande, inizialmente come fabbrica lapidaria specializzata nella lavorazione di pietre preziose e gioielli. Questa eredità imperiale sottolinea le profonde radici della fabbrica nell’artigianato russo e la sua importanza storica, che precede molti rinomati produttori di orologi svizzeri. La fabbrica è ancora ospitata nel suo edificio originale a Peterhof (San Pietroburgo).
La fondazione della fabbrica da parte di Pietro il Grande nel 1721 e la sua continua operatività nello storico edificio di Peterhof indicano una forte enfasi sulla continuità storica e sull’orgoglio nazionale. Questa realtà non è semplicemente una fabbrica di orologi; è un’istituzione profondamente intrecciata con la storia e i successi della Russia. Questa lunga e ininterrotta discendenza, che ha attraversato anche il periodo sovietico, conferisce un livello di prestigio e autenticità che molti marchi più recenti non possiedono. Tale caratteristica rappresenta un potente strumento di posizionamento per il moderno marchio Raketa , suggerendo inoltre un profondo accumulo di competenze e conoscenze generazionali, un fattore distintivo in un settore dove molte aziende esternalizzano la produzione.
Il battesimo del nome “Raketa” in onore di Yuri Gagarin (1961)
Il nome del marchio “Raketa” fu istituito molto più tardi, nel 1961, per commemorare un momento cruciale nella storia umana: il primo volo spaziale con equipaggio di Yuri Gagarin a bordo del Vostok 1. Questa decisione di denominazione, che significa “Razzo” in russo, collegò direttamente gli orologi all’innovazione e alla potenza industriale sovietica, posizionandoli come simboli di successo nazionale.
La scelta di denominare il marchio “Raketa” nel 1961, in seguito al volo di Gagarin, si rivelò una mossa di branding strategica durante la Guerra Fredda. Questa decisione associò immediatamente gli orologi ai trionfi tecnologici e all’orgoglio nazionale sovietico. Tuttavia, tale associazione generò anche una percezione negativa in Occidente, dove il termine “Raketa” era collegato ai missili balistici intercontinentali. Questa duplice percezione evidenzia quanto il marchio fosse profondamente intrecciato con il contesto geopolitico dell’epoca, trasformando un bene di consumo in un sottile strumento di propaganda. Questo contesto storico aggiunge una profondità significativa alla narrazione del marchio per i collezionisti.
Il ruolo di Raketa nell’era sovietica: produzione per militari, esploratori e civili
Durante l’era sovietica, gli orologi Raketa non erano semplici beni di consumo; essi svolgevano funzioni critiche per varie entità statali. Furono prodotti per l’Armata Rossa, la Marina Sovietica e per le spedizioni al Polo Nord, indicando un’attenzione alla robustezza e all’affidabilità in ambienti estremi. Modelli specializzati come il “Polar” (1969), con un movimento a 24 ore, furono specificamente progettati per gli esploratori artici al fine di distinguere il giorno dalla notte. La fabbrica possiede inoltre la più grande collezione di archivi di design di orologi al mondo. Il modello “Baikonur”, progettato in collaborazione con il cosmonauta Sergey Krikalev, presentava funzioni speciali necessarie per i viaggi spaziali. Raketa collaborò anche con importanti costruttori aeronautici come Sukhoi e Tupolev per sviluppare orologi per piloti. Al suo culmine negli anni ’70, Raketa era tra i più grandi produttori di orologi al mondo, con una produzione di circa cinque milioni di orologi meccanici all’anno.
L’ampia produzione di orologi per militari, marina ed esploratori , unitamente allo sviluppo di modelli specializzati come il “Polar” e il “Baikonur” , dimostra che la funzionalità e la durabilità erano priorità assolute nel design sovietico, spesso prevalendo sul lusso o sugli ornamenti estetici. Questo approccio si distingue nettamente dall’orologeria occidentale, che tendeva a enfatizzare il prestigio e le complicazioni elaborate. Questa filosofia del “funzione prima dell’ornamento”, nata dalla necessità e dalla produzione statale, costituisce un forte richiamo per molti collezionisti moderni di orologi sovietici , offrendo una combinazione unica di storia e ingegneria robusta. Ciò implica anche un elevato standard di controllo qualità interno, data la natura critica delle applicazioni di questi orologi.
La rinascita post-sovietica (2010) e l’impegno nella produzione in-house
In seguito alla dissoluzione dell’Unione Sovietica, Raketa affrontò sfide significative nell’adattamento a un’economia di mercato. Tuttavia, le sue fortune iniziarono a cambiare nel 2010 con la rinascita guidata dall’imprenditore inglese David Henderson-Stewart. Sotto la nuova gestione, Raketa ha adottato metodi di produzione moderni, preservando al contempo la sua eredità, in particolare continuando a produrre i suoi movimenti meccanici interamente in-house, “dalla A alla Z”. Questo impegno per l’integrazione verticale, inclusa la produzione di spirali e scappamenti , è un’impresa rara nell’industria orologiera globale, che distingue Raketa dalla maggior parte dei marchi che si affidano a fornitori esterni come Nivarox. La fabbrica ha persino attirato ex orologiai di Rolex e Breguet per modernizzare la sua produzione.
La rinascita post-sovietica guidata da David Henderson-Stewart e il rinnovato focus sulla produzione di movimenti in-house rappresentano una mossa strategica per riposizionare Raketa nel mercato globale del lusso. In un settore dove lo status di “manifattura” è altamente apprezzato, la capacità di Raketa di produrre le proprie spirali e scappamenti fornisce una solida narrazione di autenticità e un vantaggio competitivo rispetto ai marchi che si limitano ad assemblare componenti esterni. Questo impegno verso l’orologeria tradizionale, combinato con un approccio di marketing moderno, consente a Raketa di attrarre sia gli appassionati di orologi vintage sia i nuovi collezionisti alla ricerca di un autentico valore orologiero.
II. Il “Big Zero”: Genesi del Design e la Leggenda di Gorbaciov
Il design originale degli anni ’70 e la sua estetica minimalista
Il design originale del Raketa “Big Zero” risale agli anni ’70. La sua estetica è distintamente minimalista, caratterizzata da un quadrante pulito e ordinato con numeri sovradimensionati per il 3, il 6, il 9 e un prominente “0” in posizione delle ore 12. Gli altri indici orari sono tipicamente rappresentati da lunghi e stretti triangoli. Questo design audace, quasi “brutale” ma funzionale, con la sua combinazione di colori bianco e nero ad alto contrasto, assicurava un’eccellente leggibilità.
Il design del “Big Zero”, originario degli anni ’70 , con i suoi numeri sovradimensionati e lo “0” a ore 12, fu inizialmente concepito per scopi pratici, come facilitare la lettura dell’ora a persone con problemi di vista o garantire una chiara indicazione del tempo in condizioni difficili. Questa enfasi sulla leggibilità e sulla funzionalità si allinea con la più ampia filosofia di design sovietica, dove l’utilità spesso prevaleva sull’estetica ornamentale. L’attrattiva duratura del design risiede proprio in questa radicale semplicità, che, ironicamente, lo ha reso un classico senza tempo.
La filosofia dietro il “0” al posto del “12”: funzionalità e simbolismo
La caratteristica più sorprendente, il “0” al posto del “12”, non è semplicemente una peculiarità di design. Secondo esperti esperti della fabbrica Raketa, essa è radicata in un principio logico: “è semplicemente più logico iniziare a contare il tempo da zero. Dopotutto, il tempo, come molti aspetti della nostra vita, inizia invariabilmente da zero”. Questo “concetto ribelle” sfida le norme tradizionali della misurazione del tempo, esprimendo una dichiarazione filosofica sui nuovi inizi.
Sebbene possa sembrare una semplice scelta di design, lo “0” a ore 12 possiede una utilità più profonda, quasi sovversiva. Si tratta di un approccio pragmatico alla lettura dell’ora che incarna anche una dichiarazione filosofica sul ricominciare da capo. Questo concetto di “zero”, unito alla successiva associazione dell’orologio con la Perestroika, conferisce al “Big Zero” un peso simbolico che va ben oltre la sua funzione meccanica, rendendolo particolarmente attraente per i collezionisti interessati alle narrazioni culturali e storiche incorporate negli oggetti. È un orologio che, letteralmente e figurativamente, ha segnato un nuovo inizio.
Raketa Big Zero
L’aneddoto di Mikhail Gorbaciov e la “Perestroika”: analisi della leggenda e del suo impatto sulla popolarità
Il Raketa “Big Zero” ha acquisito una notevole fama internazionale grazie a un aneddoto che coinvolge Mikhail Gorbaciov, il Segretario Generale dell’URSS. Durante una visita ufficiale in Italia negli anni ’80 , quando gli fu chiesto di spiegare il significato di “Perestroika” (ristrutturazione), Gorbaciov avrebbe indicato il suo orologio Raketa Big Zero e affermato: “È come il mio orologio: il popolo sovietico aspira a ricominciare tutto da zero” o “Esprime la determinazione dei russi a iniziare la loro vita da ‘zero'”. Questo gesto diretto fece notizia in Italia e consolidò lo status dell’orologio come design leggendario. Sebbene l’origine esatta del design preceda l’uso da parte di Gorbaciov, l’aneddoto ne ha innegabilmente aumentato la popolarità.
L’aneddoto di Gorbaciov ha trasformato il “Big Zero” da orologio funzionale a icona culturale. Questo legame diretto con una figura storica centrale e un movimento politico trasformativo (“Perestroika”) ha notevolmente aumentato la sua collezionabilità e il suo valore di mercato. La storia, indipendentemente dalla sua esatta accuratezza storica riguardo all’intento del design, è diventata parte integrante dell’identità dell’orologio, dimostrando come le narrazioni storiche e le figure pubbliche possano influenzare profondamente la percezione e la desiderabilità dei beni di consumo.
Contesto storico della Perestroika e Glasnost e la loro influenza sul design sovietico
Perestroika (ristrutturazione) e Glasnost (apertura) furono le riforme di Mikhail Gorbaciov volte a rivitalizzare l’economia sovietica stagnante e ad aumentare l’apertura politica. Queste riforme introdussero elementi di economia di mercato, incoraggiarono l’impresa privata e ridussero la pianificazione centrale, portando a maggiori libertà politiche e culturali e a un maggiore accesso alle idee e ai beni di consumo occidentali. Tuttavia, esse portarono anche a sfide economiche come carenze e inflazione. Il “Big Zero” emerse durante questo periodo di significativa trasformazione sociale , simboleggiando il desiderio di un nuovo inizio.
Il design del “Big Zero”, con il suo simbolismo di “partire da zero”, ha incarnato perfettamente lo spirito della Perestroika e della Glasnost. Questa connessione va oltre un semplice aneddoto; suggerisce che persino beni di consumo come gli orologi potevano riflettere i profondi cambiamenti sociali e politici in atto nell’URSS. L’orologio divenne una rappresentazione sottile ma potente di una nazione che affrontava il cambiamento e aspirava a un nuovo inizio, rendendolo un manufatto avvincente per comprendere la tarda era sovietica.
III. Modelli e Varianti Storiche del Raketa Big Zero (Era Sovietica)
Caratteristiche Distintive: Dettagli su casse, quadranti e lancette
Gli orologi Raketa Big Zero vintage sono più comunemente caratterizzati da una cassa a cuscino, in particolare il riferimento #51. Questa cassa misura circa 39 mm di larghezza (senza corona), 40,5 mm da ansa ad ansa e 11 mm di spessore. Presenta una lunetta liscia a pressione con una leggera smussatura verso il cristallo e una sottile curvatura verso l’alto nel suo profilo se vista di lato. Le anse sono relativamente piccole, il che a volte può rendere difficile l’abbinamento del cinturino. Alcuni modelli vintage erano disponibili anche con cassa a barile in acciaio inossidabile. Il materiale della cassa era spesso ottone cromato.
I quadranti sono tipicamente in bianco e nero, offrendo un contrasto elevato. L’iconico “0” a ore 12, insieme ai numeri 3, 6 e 9, sono sovradimensionati. I restanti indici orari sono generalmente rappresentati da lunghi e stretti triangoli. Un aspetto cruciale per l’autenticazione è che questi numeri e triangoli sono marcatori applicati, che appaiono come un tipo di resina lucida o metallo sottile, piuttosto che essere semplicemente stampati. Le punte di questi indici a cuneo dovrebbero essere leggermente arrotondate nelle varianti con cassa a cuscino, sebbene alcuni quadranti autentici dei cataloghi degli anni ’80 possano presentare punte più affilate. Lo “0” stesso è spesso descritto come “quadrato” piuttosto che un ovale perfetto.
Le lancette delle ore e dei minuti sono caratteristicamente spesse e audaci, spesso descritte come “tozze”, con una leggera punta o curva alle estremità. La lancetta dei secondi è sottile ma si allarga leggermente all’estremità posteriore. Queste forme specifiche sono importanti per l’autenticazione, poiché lancette non corrette sono un segno comune di “franken-watches” (orologi assemblati con parti non originali).
I Big Zero vintage presentavano tipicamente un cristallo acrilico (plexiglas) fortemente bombato. Un cristallo autentico del Raketa Big Zero è descritto come a forma di “disco da hockey”, con bordi netti che si inclinano di 90 gradi verso una superficie piana. Questo contrasta con i moderni cristalli in zaffiro.
La coerenza degli elementi di design nei modelli Big Zero vintage, come le specifiche forme delle casse (a cuscino/a barile), i numeri applicati con punte arrotondate e le forme distintive delle lancette , suggerisce un processo di produzione standardizzato all’interno del sistema sovietico. L’utilizzo di cristalli acrilici anziché zaffiro (comune nelle versioni moderne) indica le disponibilità di materiali e i vincoli tecnologici dell’epoca. Tuttavia, questa coerenza rende anche le deviazioni da tali norme indicatori critici per l’identificazione di falsi o “franken-watches”, sottolineando l’importanza di comprendere le specifiche di produzione originali per i collezionisti.
Il Movimento 2609.HA: Specifiche tecniche dettagliate, reputazione di affidabilità e problemi comuni
Il Raketa Big Zero dell’era sovietica montava tipicamente il movimento meccanico a carica manuale Calibro 2609.HA.
Specifiche Tecniche:
Caratteristica
Dettaglio
Nome Calibro
Raketa 2609.HA
Reputazione di Affidabilità: Il movimento 2609.HA è ampiamente riconosciuto per la sua durabilità e robustezza. È descritto come un movimento “utilitario, ma molto robusto” che “può sopportare molto”. Fu persino considerato “il movimento più affidabile e robusto del mondo” a suo tempo, con orologi russi esportati in 38 paesi. Questa affidabilità era un segno distintivo dell’orologeria sovietica, che privilegiava la funzionalità e la longevità rispetto all’obsolescenza programmata.
Problemi Comuni e Serviziabilità: Sebbene robusti, i movimenti 2609.HA vintage possono presentare problemi dovuti all’età e alla mancanza di manutenzione. Problemi comuni includono bassa ampiezza e precisione inconsistente, specialmente quando indossati, il che potrebbe indicare una spirale allentata. Problemi di impostazione, dove il perno si muove liberamente senza interagire con le lancette, possono verificarsi se il pignone del cannone si blocca, causando la rottura dei denti della ruota dei minuti. Le riparazioni possono essere costose a causa della necessità di parti non standard. La manutenzione di questi movimenti richiede tecniche specifiche, in particolare per parti delicate come i rubini della ruota di scappamento. Si consiglia ai collezionisti che gli orologi antichi non sono generalmente impermeabili e devono essere protetti dall’umidità, e le lancette devono essere regolate solo in senso orario per prevenire danni.
La reputazione del calibro 2609.HA come movimento “robusto” e “durevole” è una diretta conseguenza delle priorità di produzione dell’era sovietica. In un’economia pianificata, l’enfasi era posta sulla produzione di beni affidabili e duraturi per le masse e per funzioni statali critiche (militari, esplorazione). Questo si contrappone alle economie di mercato dove l’obsolescenza programmata potrebbe essere un fattore. I problemi comuni segnalati oggi (bassa ampiezza, problemi di impostazione) sono principalmente legati all’età, non a difetti di progettazione intrinseci, il che sottolinea la durabilità fondamentale del movimento. La difficoltà nel trovare parti non standard per le riparazioni è una diretta implicazione del passaggio da un sistema di produzione centralizzato a un mercato globale, dove le parti per le industrie sovietiche dismesse sono scarse.
Varianti di Quadrante e Marcature: Analisi delle iscrizioni “Paketa” (cirillico) vs “Raketa” (inglese) e “Made in USSR” vs “Made in Russia” come indicatori temporali e di mercato
Le marcature sul quadrante degli orologi Raketa Big Zero vintage forniscono indicatori cruciali per l’autenticazione e la datazione.
Logo: Il logo del marchio può apparire in due modi: “Paketa” (РАКЕТА in cirillico) o “Raketa” (in caratteri latini). “Paketa” è caratteristico dei modelli precedenti dell’era sovietica destinati al mercato interno, mentre “Raketa” in caratteri latini indica pezzi più moderni o quelli prodotti più vicino al crollo dell’URSS (intorno al 1992) per l’esportazione.
Designazione del Paese: I quadranti autentici dell’era sovietica presentano tipicamente “Сделано в CCCP” (Made in USSR in cirillico) per i modelli destinati al mercato interno o “Made in USSR” per i modelli da esportazione. Un segnale di allarme per l’autenticità è un quadrante con “Paketa” (cirillico) e “Made in Russia” (inglese) contemporaneamente, o un quadrante senza alcuna designazione del paese. I modelli più recenti (post-sovietici) possono recare “Сделано в России” o “Made in Russia”.
Marchio di Qualità: Alcuni modelli Big Zero vintage, in particolare quelli dei cataloghi del 1986, potrebbero mostrare il sigillo di qualità statale dell’URSS.
Le variazioni nelle marcature del quadrante, come il “Paketa” in cirillico rispetto al “Raketa” in latino, e “Made in USSR” rispetto a “Made in Russia” , fungono da marcatori linguistici e storici fondamentali. Esse riflettono l’evoluzione del rapporto dell’Unione Sovietica con il mercato globale e la sua successiva dissoluzione. Il passaggio alla scrittura latina e all’indicazione “Made in Russia” segnala un’era post-sovietica di crescente internazionalizzazione e un allontanamento dall’identità sovietica più insulare. Per i collezionisti, questi sottili cambiamenti testuali sono vitali per datare un orologio e valutarne l’autenticità e l’origine di mercato.
Edizioni Speciali e Rari
Il Raketa Big Zero non è esistito solo nella sua forma più comune, ma ha anche visto la produzione di varianti rare e speciali che aggiungono complessità e fascino al suo lignaggio.
Il “Big Zero Geiger”: Questa è una variante particolarmente unica e misteriosa. Si dice sia stata assemblata in Italia da una società di importazione denominata “Mirabilia” alla fine degli anni ’80, utilizzando parti originali del Raketa Big Zero ma aggiungendo un “tocco locale unico”. L’aspetto più intrigante è l’errore di ortografia intenzionale “Geigher” invece di “Geiger”. La teoria suggerisce che ciò sia stato fatto per evitare associazioni negative con i contatori Geiger e la radioattività, specialmente dopo l’incidente di Chernobyl nel 1986, quando la sensibilità pubblica alla radioattività era elevata. Il Big Zero Geiger esiste in due varianti principali: nero e ocra, e nero e grigio. Ambedue sono estremamente rare e molto ricercate dai collezionisti per la loro rarità, il collegamento sovietico-italiano e il mistero che circonda l’errore nel nome.
Raketa Caution Contact Gaigher
I quadranti in pietra (es. giada) e la loro rarità: Raketa ha anche prodotto modelli Big Zero con quadranti realizzati in pietra naturale, come la giada. Questi quadranti, tipicamente spessi 0,5 mm, vantano texture uniche e irripetibili, rendendo ogni orologio un pezzo unico. Furono prodotti in quantità limitate, spesso su ordinazione, e destinati principalmente al mercato italiano. Le casse per questi modelli potevano essere in ottone cromato o in nitruro di titanio (per i quadranti gialli). Questi orologi con quadrante in pietra sono oggi considerati oggetti da collezione rari.
Raketa big zero Nefrite dial
La versione orologio da tasca: Esisteva anche una variante di orologio da tasca che corrispondeva al design del “Big Zero”, con immagini di catalogo risalenti al 1986. Questi orologi da tasca “Big Zero” presentano tipicamente un quadrante bianco con numeri neri sovradimensionati e sono animati dal movimento meccanico a carica manuale Raketa 2609.HA.
Raketa Big Zero Pocket
L’esistenza del “Big Zero Geiger” e delle varianti con quadrante in pietra , in particolare il loro orientamento verso il mercato italiano, rivela gli sforzi di Raketa per adattarsi alle specifiche richieste del mercato e creare prodotti di nicchia anche durante l’era sovietica. L’errore di ortografia “Geigher” è un esempio affascinante di come eventi geopolitici esterni (Chernobyl) potessero influenzare direttamente la denominazione e il marketing dei prodotti, evidenziando un approccio reattivo e forse cauto alle vendite internazionali. Queste varianti rare dimostrano che la produzione sovietica non era del tutto monolitica e poteva rispondere alle opportunità di mercato percepite, aggiungendo strati di complessità alla storia del marchio.
Orologi da Tasca Raketa: Finiture e Incisioni a Veliero
Oltre alla versione da polso, Raketa ha prodotto anche orologi da tasca con caratteristiche distintive. Questi orologi da tasca erano generalmente animati dal movimento a carica manuale Raketa 2609.HA e presentavano dimensioni tipiche di circa 44 mm di diametro complessivo con la corona e 11.1 mm di spessore. Le casse erano spesso realizzate in ottone con placcatura in cromo o, in alcuni casi, placcate in oro.
Un elemento estetico notevole su alcuni orologi da tasca Raketa è il “fondello con un basso rilievo a forma di veliero”. Questo motivo, variamente descritto come “Raketa SHIP” o “Brigantino della Marina” , era spesso abbinato a quadranti bianchi con superficie opaca e sottili numeri romani neri, completati da lancette nere, dritte e sottili. Il veliero simboleggiava probabilmente l’eredità marittima della Russia e la sua potenza navale, data la storica connessione di Raketa con la Marina Sovietica e la sua ubicazione a San Pietroburgo.
È importante notare che, sebbene Raketa abbia prodotto sia orologi da tasca con il design “Big Zero” sia orologi da tasca con incisioni a veliero , la ricerca attuale non indica l’esistenza di un orologio da tasca Raketa “Big Zero” originale di fabbrica che combini entrambe le caratteristiche (quadrante “Big Zero” e incisione a veliero sul fondello). Le descrizioni degli orologi da tasca con veliero fanno costantemente riferimento a quadranti con numeri romani , suggerendo che si trattasse di linee di design distinte. Pertanto, un orologio da tasca che pretenda di combinare il quadrante “Big Zero” con un’incisione a veliero dovrebbe essere esaminato con estrema cautela, poiché potrebbe trattarsi di un “frankenwatch” o di un assemblaggio non originale.
Tabella 1: Specifiche Tecniche del Movimento Raketa 2609.HA
La seguente tabella fornisce un riferimento consolidato per il cuore meccanico dei Big Zero vintage. Per i collezionisti, la verifica delle specifiche del movimento è fondamentale per l’autenticazione e per comprendere le caratteristiche prestazionali dell’orologio. L’inclusione delle variazioni (ad esempio, 17 o 19 rubini, discrepanze nella riserva di carica) evidenzia le sfumature della produzione sovietica e aiuta a gestire le aspettative riguardo alle prestazioni dei pezzi vintage. Serve anche come punto di confronto diretto per i moderni movimenti automatici, illustrando l’evoluzione tecnica del Big Zero.
Caratteristica
Dettaglio
Nome Calibro
Raketa 2609.HA
Tipo
Meccanico (a carica manuale)
Anno di Lancio
Circa 1975
Rubini
19 (alcune varianti 17)
Frequenza
18.000 alternanze/ora (2.5 Hz)
Riserva di Carica
45 ore (Nota: alcune fonti indicano 36 ore o 24 ore )
Funzioni
Ore, Minuti, Secondi Centrali
Bilanciere Antiurto
Sì
Dimensioni (Diametro Complessivo)
26.65 mm
Altezza
4.4 mm
Reputazione
Affidabile, Robusto, Durevole
Tabella 2: Varianti di Quadrante e Marcature Storiche del Big Zero
Questa tabella è uno strumento di autenticazione essenziale. Categorizza sistematicamente gli indizi visivi chiave sul quadrante, le lancette e la cassa che distinguono i Big Zero vintage autentici dai falsi o dai “franken-watches”. Presentando queste variazioni e le loro implicazioni (ad esempio, indicatori temporali, origine di mercato), consente ai collezionisti di prendere decisioni di acquisto informate e di apprezzare la sottile evoluzione storica dell’estetica dell’orologio.
Caratteristica
Caratteristiche Autentiche
Implicazioni
Segnali di Allarme
Logo del Quadrante
“Paketa” (РАКЕТА in cirillico) o “Raketa” (latino)
Cirillico per il mercato sovietico domestico precedente; Latino per modelli sovietici successivi o da esportazione
Mix di logo cirillico e “Made in Russia” (inglese)
Designazione del Paese
“Сделано в CCCP” (cirillico) o “Made in USSR” (inglese)
Cirillico per il mercato sovietico domestico; Inglese per i modelli da esportazione. “Made in Russia” per l’era post-sovietica
Nessuna designazione del paese; Mix di logo cirillico e “Made in Russia” (inglese)
Forma degli Indici Orari (Triangoli)
Punte arrotondate (per cassa a cuscino); alcuni cataloghi anni ’80 mostrano punte più affilate
Dettaglio chiave per l’autenticazione dei modelli con cassa a cuscino
Punte appuntite/affilate sui modelli con cassa a cuscino
Applicazione dei Numeri
Marcatori applicati (resina lucida o metallo sottile, leggermente in rilievo)
Indica maggiore qualità e produzione originale
Numeri piatti/stampati
Lancette
Lancette ore/minuti spesse, audaci, “tozze” con leggera punta/curva; lancetta secondi sottile con leggera svasatura sul retro
Proporzioni e forme specifiche sono cruciali per l’originalità
Lancette con forme o proporzioni non corrette
Cristallo
Acrilico, forma a “disco da hockey” (bordi netti a 90 gradi verso la parte superiore piatta)
Riflette i materiali originali dell’era sovietica
Cristallo bombato o eccessivamente arrotondato
IV. Il Raketa Big Zero nell’Era Moderna: Continuità e Innovazione
La riedizione contemporanea del Big Zero: modelli 0283 (bianco), 0296 (nero), 0297 (grigio) e l’edizione “Arabic”
Raketa ha rieditato con successo l’iconico Big Zero nelle collezioni contemporanee, mantenendo il suo design distintivo e incorporando materiali e movimenti moderni.
Modelli Attuali:
Big Zero 0283 (Bianco): Presenta un quadrante bianco opaco con numeri e indici neri laccati a più strati, abbinato a un cinturino in pelle nera. È stato lanciato nel 2022.
Big Zero 0296 (Nero): Una variante con quadrante nero e numeri bianchi, lanciata alla fine del 2023, caratterizzata da numeri e indici molto luminescenti.
Big Zero 0297 (Grigio): Introdotto per la prima volta con un bracciale in acciaio inossidabile, presenta un quadrante grigio che cambia tonalità dal tortora al metallizzato a seconda della luce. Vanta anche lancette e grandi numeri rivestiti con Superluminova brillante per una leggibilità ottimale. Questa è stata una produzione limitata di 200 pezzi nel suo anno di lancio.
Big Zero Arabic: Reimmaginato specificamente per il Medio Oriente, questa edizione limitata (inizialmente 100 pezzi) presenta numeri arabi orientali su un quadrante bianco e nero, con il logo Raketa in scrittura araba disegnato dal rinomato calligrafo Mohammad Sharaf. Questa collaborazione riflette un crescente interesse per i marchi di orologi stranieri in Medio Oriente e la strategia di Raketa di combinare la storia dell’orologeria russa con elementi culturali regionali.
Specifiche Tecniche Comuni (Modelli Moderni):
Movimento: Calibro Raketa 2615 automatico in-house.
Rubini: 24 rubini (alcune fonti indicano 27, potenzialmente una variante precedente del 2615).
Frequenza: 18.000 alternanze/ora (2.5 Hz).
Riserva di Carica: 40 ore.
Carica: Carica automatica bidirezionale con un sistema di arresto per la carica manuale.
Precisione: -10/+20 secondi al giorno.
Decorazione: Incisione laser, onde della Neva, e spesso un rotore rosso visibile attraverso il fondello trasparente.
Origine dei Materiali: Tutto il metallo e i 24 rubini del movimento provengono dalla Russia, con la spirale fusa da una lega segreta sovietica, contribuendo a una firma acustica distintiva.
Cassa: Acciaio inossidabile, forma a cuscino, 40 mm di diametro, 14,05 mm di spessore, 43 mm da ansa ad ansa. Corona con rubino sottostante.
Cristallo: Zaffiro sul fronte, minerale sul fondello trasparente.
Resistenza all’Acqua: 10 ATM / 100 metri.
Luminosità: Lancette e indici con rivestimento Superluminova.
Le riedizioni moderne del Big Zero (0283, 0296, 0297, Arabic) dimostrano la strategia di successo di Raketa nel modernizzare il proprio marchio mantenendo la sua identità di design fondamentale. Il passaggio dal movimento manuale 2609.HA al movimento automatico 2615 , l’aggiornamento al cristallo zaffiro e l’aumentata resistenza all’acqua riflettono le aspettative del mercato contemporaneo per gli orologi di lusso. Tuttavia, il mantenimento dell’iconico quadrante “Big Zero” e l’impegno nella produzione di movimenti in-house (anche con materiali russi) evidenziano uno sforzo deliberato per mantenere l’autenticità e attrarre sia i nuovi collezionisti che quelli tradizionali. Le edizioni limitate e le varianti regionali (come il quadrante arabo) mostrano inoltre un approccio di marketing sofisticato per soddisfare diversi mercati globali.
Confronto tra i modelli vintage e moderni: Evoluzione tecnica e filosofica
Il confronto tra i modelli Raketa Big Zero vintage e moderni rivela un’evoluzione significativa sia a livello tecnico che filosofico, pur mantenendo un forte legame con l’identità originale del design.
Movimento: La transizione più significativa è il passaggio dal calibro manuale 2609.HA (vintage) al calibro automatico 2615 (moderno). Mentre il 2609.HA era noto per la sua robustezza e semplicità in un’epoca di produzione di massa , il 2615 offre la comodità dell’avvolgimento automatico, una riserva di carica di 40 ore e una decorazione più elaborata visibile attraverso il fondello trasparente.
Materiali e Finiture: I modelli moderni utilizzano acciaio inossidabile per la cassa e cristallo zaffiro per la parte anteriore, migliorando durata e resistenza ai graffi rispetto all’ottone cromato e al cristallo acrilico dei vintage. L’aggiunta di un rubino nella corona sui modelli moderni aggiunge un tocco di lusso.
Resistenza all’Acqua: I modelli vintage non erano generalmente impermeabili , mentre i moderni offrono una resistenza di 10 ATM / 100 metri, rendendoli adatti all’uso quotidiano e a brevi immersioni.
Filosofia di Design: Sebbene il design iconico “Big Zero” rimanga fedele all’originale, la transizione da un orologio funzionale e di massa dell’era sovietica a un pezzo da collezione e di lusso nell’era moderna è evidente. I modelli moderni sono posizionati per un pubblico che apprezza sia la storia che l’artigianato in-house, con un prezzo medio di circa €1.200. La produzione limitata di alcune edizioni moderne (es. 200 pezzi per il grigio, 100 per l’arabo) ne sottolinea l’esclusività.
Il confronto rivela una chiara evoluzione da un oggetto utilitaristico e prodotto in massa (il Big Zero vintage) a un articolo di lusso da collezione (il Big Zero moderno). Questa trasformazione è guidata dai progressi tecnologici (movimento automatico, zaffiro, resistenza all’acqua) e da un riposizionamento strategico del marchio in un mercato globale. Il moderno Raketa sfrutta la sua autenticità storica e le sue capacità di produzione in-house per giustificare un prezzo più elevato e attrarre collezionisti esigenti. Questo cambiamento riflette tendenze più ampie nell’industria orologiera, dove i marchi storici si adattano alle nuove aspettative dei consumatori pur preservando la loro eredità unica.
Tabella 3: Confronto tra Modelli Vintage e Moderni del Raketa Big Zero
La seguente tabella offre un confronto conciso e diretto che evidenzia le principali differenze e i miglioramenti tra i modelli Big Zero vintage e moderni. Aiuta i lettori a comprendere rapidamente l’evoluzione dell’orologio e fornisce informazioni pratiche per i collezionisti interessati a entrambe le epoche. Rafforza inoltre la narrazione della modernizzazione pur preservando l’eredità.
Caratteristica
Modelli Vintage
Modelli Moderni
Era
Sovietica (anni ’70 – primi anni ’90)
Post-Sovietica (Rinascita dal 2010 in poi)
Movimento
Calibro 2609.HA (a carica manuale)
Calibro 2615 (Automatico, in-house)
Materiale Cassa
Ottone cromato
Acciaio inossidabile
Materiale Cristallo
Acrilico (Plexiglas)
Zaffiro (fronte), Minerale (fondello)
Resistenza all’Acqua
Generalmente non impermeabile
10 ATM / 100 metri
Numeri/Indici Quadrante
Applicati, punte dei triangoli tipicamente arrotondate (cassa a cuscino)
Laccati a più strati, rivestimento Superluminova
Fascia di Prezzo (Approssimativa)
$80 – $400+ (a seconda delle condizioni, rarità, stato di “franken”)
€1.200 – €2.200+ (basato su modelli come 0283, 0297, Amphibia)
V. Guida all’Autenticazione e al Collezionismo
Identificazione dei falsi e dei “Franken-watches”: Segnali di allarme su quadranti, lancette, casse e movimenti
Il mercato degli orologi sovietici vintage, incluso il Raketa Big Zero, contiene un numero significativo di falsi e “franken-watches” (pezzi assemblati con parti non originali). I collezionisti devono essere vigili.
Quadranti: Questo è il componente più comunemente falsificato.
Forma degli Indici: I Big Zero autentici (specialmente con cassa a cuscino) presentano indici orari triangolari con punte leggermente arrotondate. I falsi spesso hanno cunei appuntiti o affilati. Tuttavia, alcuni cataloghi autentici degli anni ’80 mostrano punte più affilate, quindi questo non è un criterio definitivo isolato.
Forma dei Numeri: Lo “0” e gli altri numeri (3, 6, 9) dovrebbero apparire “quadrati” piuttosto che perfettamente ovali, con sottili variazioni di spessore.
Applicazione: I numeri e i triangoli autentici sono marcatori applicati (resina lucida o metallo sottile, leggermente in rilievo), non semplicemente stampati in modo piatto. Una stampa piatta è un importante segnale di allarme.
Qualità di Stampa: I falsi spesso presentano una stampa di bassa qualità, con bordi “pelosi” o irregolari sui numeri.
Logo e Designazione del Paese:
“Paketa” (cirillico) è per il mercato sovietico domestico; “Raketa” (latino) per i modelli sovietici successivi o da esportazione.
Le designazioni autentiche del paese sono “Сделано в CCCP” (cirillico) o “Made in USSR” (inglese).
Un mix di logo cirillico e “Made in Russia” (inglese) sullo stesso quadrante, o l’assenza di qualsiasi designazione del paese, sono forti segnali di allarme.
Lancette: Le lancette non corrette sono un problema comune per i “franken-watches”. Le lancette autentiche delle ore e dei minuti sono spesse e “tozze” con una leggera punta/curva, mentre la lancetta dei secondi è sottile ma si allarga leggermente sul retro. Le deviazioni da queste forme specifiche sono segnali di avvertimento.
Casse: La cassa autentica del Big Zero (a cuscino) presenta una lunetta liscia a pressione con una leggera smussatura e una curva continua dal punto medio della cassa alle punte delle anse. Molti “franken-watches” presentano forme o anse della cassa non corrette. Le casse vintage erano spesso in ottone cromato, che può mostrare segni di usura nel tempo.
Cristallo: Un cristallo autentico del Big Zero vintage è acrilico e a forma di “disco da hockey” (bordi netti a 90 gradi verso una parte superiore piatta), non una cupola.
Orologi da Tasca: Per gli orologi da tasca, è fondamentale verificare la coerenza tra il quadrante e il fondello. Sebbene esistano orologi da tasca Raketa “Big Zero” e orologi da tasca Raketa con incisioni a veliero (tipicamente con quadranti a numeri romani) , la combinazione di un quadrante “Big Zero” con un fondello a veliero non è documentata come originale di fabbrica. Pertanto, un orologio da tasca che presenti entrambe queste caratteristiche dovrebbe essere considerato un “frankenwatch” o un assemblaggio non originale.
Movimento: Sebbene il 2609.HA sia robusto, è importante assicurarsi che sia il movimento corretto per il modello. Alcuni quadranti a 24 ore potrebbero essere abbinati a un 2609.HA, il che rende l’orologio un “falso” per un orologio a 24 ore, a meno che non si tratti di una conversione di terze parti.
La proliferazione di falsi e “franken-watches” nel mercato degli orologi sovietici è una diretta conseguenza della loro crescente popolarità e accessibilità economica. I dettagliati punti di autenticazione (marcature del quadrante, forme delle lancette, contorni della cassa) diventano strumenti critici per i collezionisti. Questa situazione riflette le sfide della raccolta di oggetti provenienti da un sistema politico-economico defunto, dove la documentazione originale potrebbe essere scarsa e la fornitura di parti irregolare, creando un mercato fertile per pratiche ingannevoli. Comprendere queste sfumature è essenziale per preservare l’integrità storica della collezione.
Consigli per i collezionisti: Cosa cercare, dove acquistare, importanza della condizione e della documentazione
Per i collezionisti interessati al Raketa Big Zero, è fondamentale adottare un approccio informato per garantire l’autenticità e il valore dei pezzi acquisiti.
Autenticità: Verificare sempre l’autenticità controllando i numeri di serie corrispondenti, le incisioni corrette sul fondello e i quadranti originali. Diffidare dei pezzi eccessivamente lucidati o alterati.
Condizione: Sebbene la patina possa aggiungere carattere, gli orologi con modifiche minime e parti originali sono più desiderabili. Quadranti eccessivamente restaurati o ridipinti possono diminuire la collezionabilità.
Dove Acquistare: Piattaforme online come eBay e Chrono24 sono fonti comuni, ma si consiglia cautela a causa della presenza di falsi. I forum di orologi russi affidabili (ad esempio, il Russian Watch Forum di Watchuseek.com) sono eccellenti risorse per informazioni e consigli dalla comunità. Gli acquisti diretti dai negozi ufficiali Raketa (fisici o online) garantiscono l’autenticità dei modelli moderni.
Prezzi: I Big Zero vintage da polso possono variare da meno di $105 a oltre $160, con alcune varianti rare che raggiungono prezzi più elevati (ad esempio, “Big Zero” Peterhof CCCP full set NOS a $370, o “Salmon Dial” a $416). Gli orologi da tasca Raketa con incisioni a veliero possono essere trovati in un intervallo di prezzo di circa $55-$70 , mentre gli orologi da tasca Raketa “Big Zero” sono quotati tra circa $89 e $176. Le riedizioni moderne hanno prezzi significativamente più alti, circa €1.200 – €2.200. Il valore degli orologi sovietici è in aumento a causa della loro profondità storica, del fascino unico e della crescente rarità dei pezzi ben conservati.
Serviziabilità: È importante essere consapevoli che gli orologi meccanici vintage spesso richiedono manutenzione. Sebbene il 2609.HA sia robusto, le riparazioni possono essere costose a causa delle parti non standard. È consigliabile rivolgersi a hobbisti competenti o orologiai specializzati per la manutenzione.
I consigli per i collezionisti, che includono controlli di autenticità, valutazione delle condizioni e ricerca di fonti affidabili, evidenziano la natura in evoluzione del mercato degli orologi sovietici. Quello che un tempo era un segmento di nicchia e accessibile sta ottenendo un’attenzione crescente, portando a un aumento dei valori e a una maggiore presenza di falsi. L’aspetto comunitario, attraverso i forum, gioca un ruolo cruciale nella condivisione delle conoscenze e nella lotta contro le frodi. Questa dinamica di mercato sottolinea la trasformazione degli orologi sovietici da semplici oggetti utilitari a manufatti storici molto ricercati, il cui valore è sempre più legato alla loro originalità verificabile e alla loro narrazione storica.
Conclusioni
Il Raketa Big Zero si erge come una testimonianza convincente dell’ingegno orologiero e della filosofia di design sovietica. Il suo percorso da segnatempo funzionale nato negli anni ’70 a icona culturale globale, profondamente intrecciato con l’era della Perestroika, ne sottolinea il significato storico unico. Il design originale, che privilegia la leggibilità e la praticità, ha risuonato attraverso i decenni, influenzando sia il collezionismo vintage che le riedizioni moderne.
L’eredità duratura della Fabbrica di Orologi Petrodvorets, dalla sua fondazione imperiale al suo impegno nella produzione di movimenti in-house oggi, fornisce una solida base per l’autenticità del marchio Raketa. La robustezza tecnica di movimenti come il 2609.HA nei modelli vintage, in contrasto con il modernizzato automatico 2615 nelle versioni contemporanee, mostra un marchio che rispetta la sua eredità pur abbracciando l’innovazione.
Per i collezionisti, il Raketa Big Zero offre una ricerca ricca e gratificante, sebbene richieda un’attenta attenzione ai dettagli di autenticazione. La proliferazione di “franken-watches” rende necessaria una comprensione approfondita delle marcature storiche del quadrante, delle forme delle lancette e delle caratteristiche della cassa, inclusa la distinzione tra le varianti da polso e da tasca. La consapevolezza che gli orologi da tasca “Big Zero” e quelli con incisioni a veliero sono linee di design separate è cruciale per evitare pezzi non autentici. L’apprezzamento del mercato per questi orologi continua a crescere, spinto dalla loro combinazione unica di storia, design e integrità meccanica.
In definitiva, il Raketa Big Zero è più di un dispositivo per misurare il tempo; è una narrazione tangibile della storia russa, dell’ambizione tecnologica e del cambiamento sociale, rendendolo un pezzo davvero distintivo nel mondo dell’orologeria.
Il termine “Vostok titanio” identifica una delle produzioni più particolari e ricercate dell’orologeria russa degli anni Novanta. In particolare, le versioni Amphibia titanio si distinguono per casse rotonde di diametro superiore rispetto agli standard dell’epoca, abbinate a un peso sensibilmente ridotto e a proprietà fisiche nettamente diverse da quelle degli esemplari in acciaio inox. L’obiettivo di questo approfondimento è analizzare quale lega di titanio sia stata impiegata nelle casse Vostok titanio, partendo da dati storici, considerazioni metallurgiche e analisi comparativa con le opzioni disponibili sul mercato sovietico e russo del periodo.
Vostok Amphibia titan
1. Contesto Storico-Industriale: Perché una Serie di Vostok Titanio?
Nel triennio 1992–1995, la Chistopol Watch Factory (Vostok) sperimentò la realizzazione di una limitata serie di orologi “titanio”. Questo fu possibile grazie a particolari condizioni del mercato post-sovietico:
Smobilitazione degli stock militari e aerospaziali: numerose aziende metallurgiche e aeronautiche russe svendevano titanio commerciale VT1-0 in barre, lastre e tubi.
Necessità di innovazione: per differenziare la gamma e puntare sull’export, Vostok introdusse il “titanio” su alcuni modelli Amphibia e su referenze Komandirskie dedicate.
Vincoli di budget: la crisi economica impediva investimenti in nuove linee di produzione o l’utilizzo di leghe pregiate ad alto costo.
Non si trattò di una produzione di massa, ma di una serie ristretta, probabilmente commissionata a officine esterne capaci di lavorare il titanio secondo specifiche dettate dalla fabbrica.
2. Analisi Metallurgica: Quale Lega per il Vostok Titanio?
A) Titanio Commerciale VT1-0 (Grade 1–2 ASTM): L’Opzione Più Plausibile
Costo contenuto rispetto a leghe più avanzate (es. VT6, Ti-6Al-4V)
Lavorazione compatibile con linee produttive già in uso per acciaio (bassa curva di adattamento)
Proprietà fisiche (peso ridotto, colore opaco, assenza di magnetismo) perfettamente coerenti con i Vostok Amphibia titanio originali osservati dai collezionisti
B) Altre Leghe Possibili (ipotesi residuali)
VT6 (Ti-6Al-4V, Grade 5 ASTM)
Composizione: Ti ≈ 90%, Al ≈ 6%, V ≈ 4%
Densità: 4,43 g/cm³
Durezza: 300–350 HB
Impiego: settore aerospaziale, non tipico per l’orologeria civile
Criticità: lavorazione molto più difficile, costi superiori, poco verosimile per una produzione destinata al mercato consumer anni ’90 in Russia
Acciai Inossidabili Stabilizzati (es. 12X18H10T)
Densità: 7,9 g/cm³
Note: impiegati su larga scala per modelli in acciaio, ma non nelle versioni dichiarate “titanio”; le differenze di peso e comportamento magnetico sono inequivocabili.
Conclusione: Il Valore Tecnico e Storico del Vostok Titanio
Alla luce di dati storici, proprietà fisiche, documentazione metallurgica e analisi empiriche, la lega più plausibile delle casse “Vostok titanio” e degli “Amphibia titanio” prodotti tra 1992 e 1995 è il titanio commerciale VT1-0 (Grade 1–2 ASTM). Questa scelta era l’unica davvero sostenibile nel contesto russo del periodo: garantiva leggerezza, resistenza e costi contenuti, mantenendo la possibilità di utilizzare attrezzature convenzionali.
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Dopo la Seconda Guerra Mondiale la Prima Fabbrica Statale di Orologi (1° MChZ) si concentrò sui segnatempo da polso, lanciando negli anni ’50 numerosi marchi dedicati a specifiche linee di prodotto (ad es. Antarktida, Kirovskie, Sputnik, ecc.) alimentati da movimenti di propria manifattura (mroatman.wixsite.com). In questo contesto nacque Vympel (in russo Вымпел, lett. “vessillo” o “bandierina”), presentato nel 1961 come orologio da polso elegante e ultrapiatto (mroatman.wixsite.com). Il nome era ispirato alle imprese spaziali sovietiche: “Vympel” richiamava infatti le piccole bandiere lasciate sulla Luna dalla sonda Luna 2, e il logo del marchio raffigurava la traiettoria dal pianeta Terra al nostro satellite (safonagastrocrono.club).
Il modello Vympel impiegava il nuovo calibro 2209 a carica manuale, uno straordinario movimento ultrapiatto spesso appena 2,9 mm nonostante avesse il secondi al centro e un dispositivo antiurto – caratteristiche tecniche all’avanguardia all’epoca (mroatman.wixsite.com). Dotato di 23 rubini, il 2209 era uno dei movimenti a tre lancette più sottili al mondo, tanto da ottenere la medaglia d’oro alla fiera di Lipsia del 1963 (mroatman.wixsite.com). L’orologio completo misurava circa 6,5 mm di spessore (vetro compreso), un risultato eccezionale che collocava il Vympel tra i più eleganti e piatti segnatempo dell’epoca (mroatman.wixsite.com). Il governo sovietico intendeva infatti offrire un orologio di alta qualità tecnica ed estetica paragonabile a quelli occidentali, ma a un prezzo accessibile alla popolazione (il Vympel costava circa 50 rubli, relativamente abbordabile per un orologio di tale prestigio) (safonagastrocrono.club). Sin dalla presentazione, il modello fu certificato come orologio di 1ª classe secondo gli standard di precisione sovietici GOST 6519-58 – una certificazione immediata rara nell’industria orologiera URSS – ed era rifinito e confezionato con cura superiore alla norma dell’epoca (safonagastrocrono.club). Per la cassa venne adottato un design extra-piatto da 35 mm di diametro (circa 42 mm “lug-to-lug”), prodotto in versioni placcate in oro 20 micron o, per alcune serie celebrative, in oro massiccio (safonagastrocrono.club) (safonagastrocrono.club).
Durante la breve produzione (1961-1964) furono realizzate tre varianti di quadrante, tutte con le medesime sottili lancette in stile dress. In ogni versione il contatore dei secondi era insolitamente corto per evitare di toccare il vetro piatto, date le tolleranze ridottissime imposte dallo spessore minimo (safonagastrocrono.club). Il Vympel riscosse subito grande successo e ottenne anche riscontri positivi all’estero: fonti dell’epoca lo citano come “di gran lunga l’orologio da polso da uomo più elegante e sottile al mondo prodotto in serie” (safonagastrocrono.club), rilevando anche l’ottimo rapporto precisione/prezzo. Nonostante ciò, il marchio ebbe vita effimera. Nel 1964 la 1ª Fabbrica di Mosca fu riorganizzata e adottò il nuovo nome commerciale Poljot (“volo”), sotto il quale confluirono tutti i modelli successivi (mroatman.wixsite.com). Il Vympel dunque uscì di scena dopo circa tre anni, lasciando però un’importante eredità tecnica e industriale: il calibro 2209 continuò a essere prodotto in grandi quantità (principalmente presso lo stabilimento Luch di Minsk) fino alla fine dell’URSS (mroatman.wixsite.com) (safonagastrocrono.club), diventando la base di una lunga serie di orologi da dress ultrapiatti sovietici (noti marchi come Poljot, Luch e anche Sekonda all’estero proposero in seguito modelli simili, spesso derivati direttamente dal progetto Vympel) (mroatman.wixsite.com).
Gli esemplari originali Vympel degli anni ’60 sono oggi estremamente rari e ricercati dai collezionisti. Si stima che ne siano rimasti pochi, vista la produzione limitata e la breve durata del marchio (relojesrelojes.com).
Il marchio Vympel nel periodo post-sovietico: declino e riutilizzo
Dopo la caduta dell’Unione Sovietica, il nome Vympel conobbe una sorta di rinascita commerciale, sebbene su prodotti di tutt’altro livello qualitativo. Negli anni ’90, infatti, l’ex stabilimento di Vitebsk in Bielorussia – che in epoca sovietica fabbricava casse per Luch, Zaria, Raketa ed era parte del gruppo della fabbrica di Minsk – divenne indipendente e iniziò a produrre orologi completi con un proprio marchio “Vympel” (truefork.org) (truefork.org). Questi segnatempo utilizzavano casse di produzione Vitebsk abbinate a movimenti forniti da terzi: inizialmente calibri meccanici Luch rimasti in produzione dopo l’URSS, e in seguito prevalentemente movimenti standard cinesi (Tongji) per contenere i costi (truefork.org). Un documento di settore riporta che “negli anni ’90 (Vitebsk) montò per lo più movimenti Luch, mentre in seguito prevalentemente movimenti cinesi” (truefork.org). La scelta di adottare calibri Tongji – movimenti meccanici cinesi a 17 rubini largamente diffusi all’epoca – segnò il decadimento tecnico del marchio rispetto al passato: si passò infatti dal sofisticato 2209 sovietico ad economici meccanismi esteri di bassa gamma. Un esemplare Vympel di questo periodo è risultato equipaggiato proprio con un movimento cinese Tongji, recante persino il logo “doppio pennant” Vympel punzonato sul ponte (truefork.org).
Le specifiche degli orologi Vympel post-sovietici erano molto più modeste rispetto a quelle del predecessore degli anni ’60. Ad esempio, un modello Vympel prodotto a Vitebsk nel 2002 impiegava un calibro meccanico 2409 da 17 rubini (diametro 24 mm) di fabbricazione russa, con cassa placcata oro e quadrante semplice con indici numerici arabi (chasi-sssr.ru). Entro la metà degli anni 2000 la produzione della fabbrica di Vitebsk andò però in crisi; nel corso dei primi anni 2010 l’attività venne quasi del tutto dismessa, sia per gli orologi completi sia per i componenti di ricambio (truefork.org).
Va aggiunto infine che molti orologi riportanti la scritta Vympel reperibili sul mercato collezionistico non sono esemplari originali del 1961-64. Forum specializzati segnalano infatti numerosi casi di falsi o di orologi “Frankenstein” creati assemblando parti di altre produzioni e spacciati per Vympel d’epoca (relojesrelojes.com). Inoltre alcuni venditori tendono a chiamare “Vympel” in senso lato qualsiasi orologio ultrasottile con calibro 2209, anche se prodotto successivamente sotto altri marchi (come Poljot o Luch), il che può generare confusione (safonagastrocrono.club). Si raccomanda dunque prudenza: il vero Vympel sovietico rimane un pezzo raro e di grande valore storico-tecnico, mentre gli orologi omonimi post-sovietici rappresentano un capitolo distinto, legato alla decadenza del marchio dopo la fine dell’URSS.
Non è frequente, ma ogni tanto anche una collezione di orologi sovietici o russi riesce a conquistare l’attenzione di chi, pur non essendo esperto del settore, rimane affascinato da una passione autentica e originale.
È il caso della mia collezione personale, che ha trovato spazio sulle pagine della prestigiosa rivista Collezionare, un punto di riferimento per gli appassionati di oggetti vintage, memorabilia e collezionismo d’epoca. L’intervista, disponibile sia in versione cartacea che digitale, è stata pubblicata nel 2018 e rappresenta un momento importante del mio percorso di collezionista.
La Rivista Collezionare: Un Riferimento per gli Appassionati
Collezionare è una rivista specializzata che offre approfondimenti, notizie e interviste su una vasta gamma di oggetti da collezione. Copre tematiche che spaziano dal modernariato all’antiquariato, fino al collezionismo tematico come quello numismatico, pubblicitario o, appunto, orologiero.
Nel mio caso, il primo contatto con la redazione è nato grazie alla promozione di una collezione di pubblicità storiche della Pirelli, appartenuta a mio padre. Visto il buon rapporto instaurato con la giornalista, ho deciso di proporle anche la mia collezione di orologi sovietici e russi, ottenendo un entusiasta riscontro e una nuova intervista.
L’Intervista: L’Orologeria Russa Raccontata da un Collezionista
Di seguito il testo integrale pubblicato dalla rivista “Collezionare” il 14 aprile 2018:
L’orologeria russa nella collezione di Andrea Manini, quarantaquattrenne milanese che dal 1992 ha raccolto oltre 400 esemplari. “La cosa che mi diverte molto è che, diversamente dagli orologi svizzeri, quelli russi celano sempre una storia da raccontare”.
Le Storie dietro gli Orologi Sovietici
Molte sono le storie che ruotano intorno all’orologeria sovietica. Tra tutte, quelle che riguardano Jurij Gagarin, il primo uomo a conquistare lo spazio, sono le più controverse. Infatti, quale fosse l’orologio indossato dal cosmonauta russo durante quella celebre missione del 1961, nessuno lo può dire con precisione. C’è chi sostiene che indossasse un orologio della Poljot – in cirillico Полет – modello Sturmanskie, prodotto dalla Prima Fabbrica di Orologi di Mosca e passato alla storia come il corrispettivo russo dello Speedmaster portato in missione lunare prima da Armstrong, poi da Buzz Aldrin. Altri invece, sostengono che fosse il Tipe One fabbricato dalla Sturmanskie – Штурманские –, citando come prova schiacciante la fotografia in cui l’astronauta indossa sopra la tuta rossa proprio questo modello. “Ma chi può dirlo con certezza? Magari si tratta di uno scatto rubato durante una semplice esercitazione?”. Con questo interrogativo il collezionista Andrea Manini, quarantaquattrenne milanese, ci sottolinea quanto a volte siano misteriose le storie di questi famosi segnatempo.
L’Influenza della Storia sull’Orologeria Sovietica
La fine dell’Unione Sovietica nei primi anni Novanta ha segnato l’inizio di una nuova era per l’orologeria russa in Italia. Andrea, come molti altri appassionati, ha iniziato la sua collezione nel 1992, l’anno successivo alla dissoluzione dell’URSS. “Il 1992 è per me l’anno zero, quello in cui inizio ad avvicinarmi a questi bellissimi orologi. In quell’anno, il primo dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, tutte le merci particolari provenienti dall’ex URSS diventano molto ricercate e anche gli orologi russi cominciano ad entrare nelle nostre gioiellerie. Nel corso degli anni ho incrementato la mia raccolta, raggiungendo circa quattrocento esemplari.”
Le Prime Scoperte
Il primo acquisto di Andrea è stato un orologio da polso Vostok – in cirillico Восток – chiamato Komandirskie. “L’aspetto militare e il razzo disegnato sul quadrante mi hanno attratto e solo in un secondo momento ho scoperto che quell’orologio era un modello della Vostok chiamato Komandirskie e che il razzo vettore disegnato era il celebre Vostok 1 con il quale Gagarin nel 1961 ha orbitato intorno alla terra.”
Categorie di Collezione
Gli orologi russi sono suddivisi in diverse categorie di raccolta. Andrea si concentra principalmente sulle avventure spaziali russe e sugli orologi sovietici creati per il mercato italiano. Esistono anche altri filoni come quello delle esplorazioni polari sovietiche e quello dedicato alle ferrovie russe, in particolare la linea BAM.
La Storia dell’Orologeria Russa
L’orologeria russa ha una storia complessa che si interseca con la storia sociale, politica e militare del Paese. Durante il periodo degli Zar, gli orologi erano prodotti principalmente da botteghe artigianali. Con l’avvento dell’Unione Sovietica, la produzione di orologi è diventata una necessità per fornire sia i civili che i militari. I primi esemplari erano da tasca, ma gradualmente si è passati alla fabbricazione di orologi da polso.
Le Fabbriche di Orologi
Le numerose aziende sorte in Unione Sovietica avevano nomi ispirati alla guerra o alle avventure nello spazio. “La Prima Fabbrica Moscovita di Orologi, diventata in un secondo momento la Poljot – Полет – che tra le tante cose vuol dire volo, la Raketa – Pакета – significa razzo, la Pobeda – Победа – vuol dire vittoria, dedicata alla Seconda Guerra Mondiale.”
Esportazione e Marketing
Negli anni Sessanta e Settanta, gli orologi sovietici erano esportati a prezzi bassi per favorire l’export. Questo era una strategia imposta dallo Stato. In Italia, l’orologeria russa è stata spesso sottovalutata a causa della vicinanza con la Svizzera. Tuttavia, i russi avevano capito l’importanza del marketing e crearono orologi con loghi adatti all’export o modelli ad hoc per determinati mercati.
Modelli Rari
Tra i modelli più rari della collezione di Andrea vi è un Raketa Big Zero con il quadrante in Nefrite, una pietra dura di colore verde simile alla Giada. Trovare i modelli più rari non è facile, soprattutto online dove spesso si trovano pezzi falsi o assemblati.
Consigli per i Collezionisti
Per evitare di acquistare falsi, Andrea consiglia di consultare collezionisti più esperti e affidabili. “Oggi esistono numerosi forum e gruppi in cui è possibile scambiare pareri e consigli.”
Conclusione: Un Patrimonio da Valorizzare
Questa collezione di orologi sovietici e russi rappresenta un viaggio nella storia, nella tecnica e nella cultura dell’ex URSS. Il riconoscimento ricevuto da una rivista come Collezionare è un segno che anche le passioni di nicchia possono trovare visibilità, se curate con autenticità, rigore e amore per i dettagli.
Il Vostok Cosmonaut è uno degli orologi sovietici più affascinanti e ambiti dai collezionisti, spesso chiamato erroneamente anche Vostok Astronaut. Il suo design iconico è dominato dal profilo di un cosmonauta con casco spaziale, simbolo di un’epoca in cui l’Unione Sovietica guidava la corsa allo spazio. Ma chi è davvero il personaggio raffigurato? Tra teorie e leggende, scopriamo tutte le versioni e curiosità di questo orologio unico.
Le versioni del Vostok Cosmonaut
Tre sono le principali varianti di questo modello:
Due sovietiche, prodotte negli anni ’80.
Una transizionale post-sovietica, legata al periodo immediatamente successivo alla dissoluzione dell’URSS.
1. Versione sovietica con quadrante nero Caratterizzata da una cassa Generalskie cromata (ref. 091xxx) e movimento Vostok automatico 2416b, è stata pensata principalmente per i mercati italiani e tedeschi. La ghiera unidirezionale con piccoli pallini è il suo segno distintivo.
2. Versione sovietica con quadrante blu Molto più rara, utilizza la cassa Neptune con lo stesso movimento automatico Vostok. Il design del quadrante rimane pressoché invariato, ma il blu dona una nota ancora più “spaziale”.
3. Versione transizionale (post-sovietica) Questa variante, spesso commercializzata come Amphibia, riprende lo stile delle versioni storiche ma si differenzia per cassa e ghiera. Il quadrante resta fedele all’originale con piccoli dettagli grafici aggiornati. Discussione su Watchuseek
Il fascino principale del Vostok Cosmonaut sta nel suo quadrante: un profilo stilizzato di cosmonauta con casco, su sfondo stellato. Analizzando attentamente i dettagli – riflessi su visiera, posizione della “P” sul casco – è possibile distinguere tra le versioni sovietiche e post-sovietiche.
Confronto tra i quadranti del Vostok Astronaut
Chi è il cosmonauta raffigurato? Tre le ipotesi più diffuse:
Yuri Gagarin – il primo uomo nello spazio, figura iconica in tutto il mondo.
Anna Lee Fisher – proposta insolita, per via della sorprendente somiglianza, anche se improbabile per un orologio sovietico.
Sì, esiste un modello simile prodotto da Slava: manuale, calibro 2428, quadrante chiaro e profilo meno definito. Curiosamente, su questi modelli compare il nome “Ю. А. ГАГАРИН” (Yuri Gagarin) in cirillico, rafforzando l’ipotesi che il volto del Vostok sia proprio quello di Gagarin.
Slava Gagarin
Differenza tra cosmonauta e astronauta
Cosmonauta: termine usato per gli esploratori spaziali formati dall’agenzia sovietica o russa; deriva dal greco “kosmos” (universo) e “nautes” (marinaio), cioè “marinaio dell’universo”. Astronauta: si riferisce invece a quelli addestrati da USA, Europa, Canada e Giappone. Dal greco “astron” (stella), quindi “marinaio delle stelle”. Approfondimento su StarLust
Approfondimenti su Gagarin, Tereskova e Anna Lee Fisher
Yuri Gagarin: primo uomo nello spazio il 12 aprile 1961, missione Vostok 1.
Valentina Tereskova: prima donna nello spazio il 16 giugno 1963, missione Vostok 6.
Anna Lee Fisher: prima madre nello spazio, chimica e astronauta NASA, protagonista di molte curiosità storiche. Articolo su Fisher
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