In questo video vi porto alla scoperta di un recente progetto di restauro. Ho messo le mani su due orologi sovietici, un Raketa acquistato su Vinted e un Pobeda scambiato alla fiera Orologiko di Gorgonzola 2024. Entrambi erano in condizioni accettabili, ma nascondevano un problema comune agli orologi vintage: la gommapiuma delle scatole originali si era deteriorata nel tempo, incollandosi agli orologi e creando uno strato di sporco tenace.
Un tuffo nella storia con qualche intoppo
Gli orologi sovietici rappresentano un pezzo di storia. Tuttavia, la loro conservazione nel tempo può riservare delle sorprese. La gommapiuma, un materiale comunemente utilizzato per proteggere gli orologi durante il trasporto e la conservazione, può diventare un vero e proprio nemico nel lungo periodo. A contatto con l’umidità e l’aria, si deteriora rilasciando sostanze corrosive che possono danneggiare la cassa, il quadrante e il cinturino dell’orologio.
La mia esperienza di restauro
Ho deciso di affrontare questa sfida e di ridare vita a questi piccoli gioielli dell’orologeria sovietica. La prima fase del restauro è stata la pulizia profonda per rimuovere tutti i residui di gommapiuma. Ho utilizzato prodotti specifici e molta pazienza per evitare di danneggiare i materiali delicati. Successivamente, ho proceduto alla pulizia generale dell’orologio, riportandolo al suo antico splendore.
Come affrontare il problema della gommapiuma
Se vi trovate di fronte a un orologio sovietico con residui di gommapiuma, ecco alcuni consigli utili:
Pazienza: La rimozione della gommapiuma può richiedere tempo e delicatezza.
Prodotti specifici: Utilizzate detergenti delicati e non abrasivi.
Protezione: Indossate guanti per proteggere le mani e lavorare con precisione.
Professionista: In caso di dubbi o difficoltà, rivolgetevi a un orologiaio esperto.
Conclusione
Restaurare un orologio sovietico è un’esperienza gratificante, ma richiede dedizione e competenze specifiche. Spero che questo video vi abbia ispirato a prendervi cura dei vostri orologi vintage e a scoprirne la storia.
Il marchio Ostwok rappresenta un capitolo affascinante nella storia dell’orologeria, mescolando l’affidabilità degli orologi militari sovietici con il prestigio e la precisione svizzera. Fondata nel 1993, Ostwok SA aveva sede a Fehraltorf, Svizzera, e si specializzava nell’importazione e nella distribuzione di orologi russi Vostok sotto un marchio che suggeriva un’origine svizzera. Questo articolo esplora la storia della società, i dettagli dei suoi prodotti e il misterioso concorso del 1994, offrendo un quadro completo di questo interessante fenomeno.
La Fondazione di Ostwok SA
Ostwok SA è stata fondata nel 1993 a Fehraltorf, Svizzera, con l’indirizzo Wingertstrasse 50, 8308 Illnau, Illnau-Effretikon, Svizzera. La società importava orologi Vostok dall’Unione Sovietica, noti per la loro robustezza e affidabilità, e li distribuiva in Europa sotto il marchio Ostwok. Con un capitale sociale di 800.000 CHF distribuito in 800 azioni nominali da 1.000 CHF ciascuna, la società è stata operativa fino al 2002, quando è stata liquidata (kompany – global company intelligence) (kompany – global company intelligence).
Aggiornamento dei valori in Euro:
800.000 CHF nel 1993: Ipotizzando un tasso di cambio medio di 1,50 franchi per euro e un’inflazione annuale del 2%, oggi questo valore sarebbe di circa 800.000 CHF x 0,66 = 528.000 EUR (valore approssimato).
1.000 CHF per azione nel 1993: Seguendo lo stesso calcolo, oggi ogni azione varrebbe circa 1.000 CHF x 0,66 = 660 EUR (valore approssimato).
Ostwok è un anagramma di Wostok, il nome tedesco di Vostok, scelto per facilitare la pronuncia corretta nei paesi di lingua tedesca. Il logo di Ostwok, che sostituiva la “B” cirillica di Vostok con una “W”, era un elemento distintivo e spesso includeva simboli grafici come stelle o emblemi militari. Questo cambio di branding mirava a creare un’immagine di orologi svizzeri, sfruttando la reputazione della Svizzera nell’orologeria (WatchUSeek Watch Forums) (SOVIETALY™).
Gli Orologi Ostwok
Gli orologi venduti sotto il marchio Ostwok erano in realtà modelli Vostok Komandirskie e Amphibia, noti per la loro robustezza e resistenza. Questi orologi, prodotti originariamente per l’Armata Rossa, erano dotati di calibri meccanici e spesso presentavano casse rifinite in nitruro di titanio. Erano venduti con un corredo che includeva una scatola in cartone e un foglio con istruzioni e garanzia (TrademarkRegistrationOnline) (SOVIETALY™).
Registrazione in Canada
Ostwok SA ha registrato diversi marchi in Canada a partire dal 1994, inclusi marchi per strumenti orologici e cronometrici e relativi accessori. Tuttavia, le procedure di registrazione sono state interrotte e i marchi sono stati abbandonati entro il 1998. Questa registrazione faceva parte di una strategia per espandere la presenza internazionale del marchio e proteggerlo nei mercati globali (TrademarkRegistrationOnline) (WatchUSeek Watch Forums).
Il Concorso del 1994
Nel 1994, Ostwok SA ha lanciato un concorso per promuovere i suoi orologi. Il concorso offriva premi significativi, tra cui somme di denaro (SFr. 10.000 per il primo premio e SFr. 5.000 per il secondo premio) e orologi Ostwok. I partecipanti dovevano rispondere correttamente a tre domande relative alla sede della Ostwok SA, alla necessità di batterie per gli orologi e alla presenza di un certificato di qualità. La scadenza per l’invio delle risposte era il 31 maggio 1994, e i vincitori sarebbero stati selezionati sotto supervisione notarile. Non sono state trovate ulteriori informazioni specifiche sull’esito del concorso o su eventuali vincitori (SOVIETALY™) (SOVIETALY™) (WatchUSeek Watch Forums).
Jetzt schlägt’s OSTWOK
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Bitte einsenden an: Ostwok SA, Postfach 200, CH-8320 Fehraltorf
Adesso è arrivato il momento dell’OSTWOK
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Telefono per ordini: 0130 815 888 (numero gratuito) Telefax per ordini: 004119 551 313
Certificato di prenotazione/ordine
Quantità
Cinturino marrone
Cinturino nero
KGB (automatico)
DM 215.-
[ ]
DM 220.-
[ ]
Generale
DM 195.-
[ ]
DM 200.-
[ ]
Ammiraglio
DM 195.-
[ ]
DM 200.-
[ ]
Marinai
DM 195.-
[ ]
DM 200.-
[ ]
Cosmonauta
DM 89.-
[ ]
DM 94.-
[ ]
Metodo di pagamento preferito: [ ] Contanti/Assegno [ ] Fattura [ ] Contrassegno
Prezzi più IVA, costi di imballaggio e spedizione
Nome/Cognome: Via/Nr.: CAP/Città: Numero di telefono: Data di nascita: Data, Firma:
Invia a: Ostwok SA, Postfach 200, CH-8320 Fehraltorf
Concorso
1° Premio: SFr. 10.000 2° Premio: SFr. 5.000 3° Premio: tutti gli orologi illustrati 4° – 15° Premio: 1 orologio KGB ciascuno
Domande del quiz:
La sede principale della Ostwok SA è in Svizzera? [ ] Sì [ ] No
Questi orologi necessitano di una batteria? [ ] Sì [ ] No
Includono un certificato di qualità? [ ] Sì [ ] No
Condizioni del concorso:
La scadenza per l’invio è il 31 maggio 1994. I vincitori saranno estratti sotto supervisione notarile tra tutte le risposte corrette pervenute. È escluso il ricorso alle vie legali.
Valori attuali in Euro
Per dare un’idea del valore attuale (2024) dei premi offerti nel concorso del 1994, possiamo fare alcune stime basate sul tasso di cambio medio storico e sull’inflazione. I prezzi in franchi svizzeri e marchi tedeschi dell’epoca possono essere convertiti in euro odierni.
SFr. 10.000 (primo premio):
Ipotizzando un tasso di cambio medio di 1,50 franchi per euro e un’inflazione annuale del 2%, oggi questo premio varrebbe circa 10.000 SFr x 0,66 = 6.600 EUR (valore approssimato).
SFr. 5.000 (secondo premio):
Con lo stesso tasso di cambio e inflazione, oggi questo premio varrebbe circa 5.000 SFr x 0,66 = 3.300 EUR (valore approssimato).
Prezzi degli orologi in DM:
DM 215 nel 1994 potrebbe essere stimato in euro odierni considerando il tasso di cambio di circa 1,95583 DM per euro.
Inoltre, con un’inflazione media annua del 2%, DM 215 nel 1994 sarebbe oggi circa 110 EUR x 1,60 (stima per inflazione) = 176 EUR (valore approssimato).
Contratto con la Svizzera
Un articolo di giornale del periodo descrive il contratto tra una società svizzera, BN, e la fabbrica di orologi Vostok. Questo contratto prevedeva la fornitura di 1,5 milioni di orologi “Commandant” e la distribuzione esclusiva in Occidente. Il direttore amministrativo di Vostok, Vladimir Irnjiev, ha confermato i dettagli senza rivelare informazioni specifiche sul partner svizzero o sull’importo del contratto (WatchUSeek Watch Forums).
Articolo di giornale Immagine di proprietà di Mchap, un utente di vari forum.
Testo dell’articolo:
Massiccio, inelegante, ma affidabile, l’orologio russo “Commandant” era un tempo riservato agli ufficiali dell’Armata Rossa. Da tre anni, ha fatto la sua apparizione in Occidente, con un certo successo. Al punto che una società svizzera, BN, ha appena firmato un contratto con la fabbrica d’orologeria “Vostok”, che fornirà 1,5 milioni di “Commandant” nei prossimi anni.
La ditta elvetica ha inoltre acquisito i diritti esclusivi di vendita in Occidente. Disponibili sul mercato russo per circa 5000 rubli (circa 45 franchi), questi orologi massicci sono ora distribuiti a livello internazionale.
Contattato a Chistopol, nella regione del Tatarstan (centro della Russia), il direttore amministrativo di “Vostok”, Vladimir Irnjiev, resta molto evasivo.
Conferma i dati pubblicati dall’agenzia russa Interfax, ma non dice altro, né sul partner svizzero, né sull’importo del contratto, “un segreto commerciale”.
Quanto alla società BN, essa è sconosciuta alla Fédération horlogère suisse che tiene un registro di tutte le aziende svizzere che producono e commercializzano orologi.
Con una produzione annuale di circa 70 milioni di orologi, la Russia è uno dei “grandi” dell’orologeria, insieme a Giappone, Hong Kong e Svizzera.
Aggiornamento dei valori in Euro:
45 franchi svizzeri nel 1994: Con lo stesso tasso di cambio e inflazione, oggi questo valore sarebbe di circa 45 CHF x 0,66 = 29,7 EUR (valore approssimato).
Con queste informazioni, possiamo comprendere meglio la storia e l’unicità degli orologi Ostwok, un interessante mix di affidabilità sovietica e stile europeo. Ostwok rappresenta un esempio affascinante di come l’orologeria possa unire diverse tradizioni culturali e tecniche, creando prodotti unici e ricercati dai collezionisti.
Gli appassionati di orologi russi e sovietici spesso incontrano abbreviazioni in cirillico per i giorni della settimana e i mesi. Questa guida offre una chiara schematizzazione delle corrispondenze delle abbreviazioni in cirillico, italiano, inglese, francese, spagnolo, giapponese, cinese e arabo. Inoltre, esploreremo il calendario utilizzato nell’Unione Sovietica e alcune curiosità storiche. Infine, spiegheremo perché i giorni della settimana in francese sono talvolta utilizzati sugli orologi giapponesi.
Giorni della Settimana
Ecco uno schema che mostra la corrispondenza delle abbreviazioni dei giorni della settimana:
Lingua
Lunedì
Martedì
Mercoledì
Giovedì
Venerdì
Sabato
Domenica
Russo
ПНД (PND)
ВТР (VTR)
СРД (SRD)
ЧТВ (ChTV)
ПТН (PTN)
СБТ (SBT)
ВСК (VSK)
Italiano
LUN
MAR
MER
GIO
VEN
SAB
DOM
Inglese
MON
TUE
WED
THU
FRI
SAT
SUN
Francese
LUN
MAR
MER
JEU
VEN
SAM
DIM
Spagnolo
LUN
MAR
MIÉ
JUE
VIE
SÁB
DOM
Giapponese
月 (Getsu)
火 (Ka)
水 (Sui)
木 (Moku)
金 (Kin)
土 (Do)
日 (Nichi)
Cinese
一 (Yī)
二 (Èr)
三 (Sān)
四 (Sì)
五 (Wǔ)
六 (Liù)
日 (Rì)
Arabo
اث (ITH)
ثل (THL)
أر (AR)
خم (KHM)
جم (JM)
سب (SB)
أحد (AHD)
Corrispondenza delle abbreviazioni dei giorni della settimana in cirillico, italiano, inglese, francese, spagnolo, giapponese, cinese e arabo.
Mesi dell’Anno
Ecco uno schema che mostra la corrispondenza delle abbreviazioni dei mesi dell’anno:
Lingua
Gennaio
Febbraio
Marzo
Aprile
Maggio
Giugno
Luglio
Agosto
Settembre
Ottobre
Novembre
Dicembre
Russo
ЯНВ (YAnV)
ФЕВ (FEV)
МАР (MAR)
АПР (APR)
МАЙ (MAY)
ИЮН (IYuN)
ИЮЛ (IYuL)
АВГ (AVG)
СЕН (SEN)
ОКТ (OKT)
НОЯ (NOYa)
ДЕК (DEK)
Italiano
GEN
FEB
MAR
APR
MAG
GIU
LUG
AGO
SET
OTT
NOV
DIC
Inglese
JAN
FEB
MAR
APR
MAY
JUN
JUL
AUG
SEP
OCT
NOV
DEC
Francese
JAN
FÉV
MAR
AVR
MAI
JUN
JUI
AOÛ
SEP
OCT
NOV
DÉC
Spagnolo
ENE
FEB
MAR
ABR
MAY
JUN
JUL
AGO
SEP
OCT
NOV
DIC
Giapponese
1月 (Ichigatsu)
2月 (Nigatsu)
3月 (Sangatsu)
4月 (Shigatsu)
5月 (Gogatsu)
6月 (Rokugatsu)
7月 (Shichigatsu)
8月 (Hachigatsu)
9月 (Kugatsu)
10月 (Jūgatsu)
11月 (Jūichigatsu)
12月 (Jūnigatsu)
Cinese
一月 (Yīyuè)
二月 (Èryuè)
三月 (Sānyuè)
四月 (Sìyuè)
五月 (Wǔyuè)
六月 (Liùyuè)
七月 (Qīyuè)
八月 (Bāyuè)
九月 (Jiǔyuè)
十月 (Shíyuè)
十一月 (Shíyīyuè)
十二月 (Shí’èryuè)
Arabo
ينا (YNA)
فبر (FBR)
مار (MAR)
أبر (ABR)
ماي (MAY)
ينو (YNU)
يول (YUL)
أغس (AGS)
سبم (SPM)
أكت (AKT)
نوڤ (NOV)
ديس (DIS)
Corrispondenza delle abbreviazioni dei mesi dell’anno in cirillico, italiano, inglese, francese, spagnolo, giapponese, cinese e arabo.
Il Calendario dell’Unione Sovietica
Il calendario utilizzato nell’Unione Sovietica dopo la Rivoluzione d’Ottobre ha subito diverse modifiche. Inizialmente, la Russia utilizzava il calendario giuliano, che differiva dal calendario gregoriano adottato dalla maggior parte del mondo occidentale. Dopo la Rivoluzione d’Ottobre del 1917, il governo sovietico decise di adottare il calendario gregoriano nel 1918 per allinearsi meglio con il resto del mondo.
La Rivoluzione d’Ottobre
Un punto interessante è che la Rivoluzione d’Ottobre non è avvenuta effettivamente in ottobre secondo il calendario gregoriano. La rivoluzione iniziò il 25 ottobre 1917 secondo il calendario giuliano, ma questa data corrisponde al 7 novembre 1917 nel calendario gregoriano. Pertanto, nonostante venga chiamata “Rivoluzione d’Ottobre”, l’evento si è verificato nel mese di novembre secondo il calendario attuale.
Abbreviazioni sugli Orologi Sovietici per il Mercato Interno
Su alcuni orologi sovietici destinati al mercato interno con scritte in cirillico, il giorno della settimana era abbreviato a due lettere e preceduto da un numero. Questo sistema utilizzava il numero del giorno della settimana seguito dalle prime due lettere del giorno in maiuscolo. Ad esempio, la domenica era “7 ВС”. Questo metodo aiutava a distinguere i giorni della settimana, specialmente nelle regioni dove non era comune l’uso del cirillico, rendendo più facile per le persone identificare i giorni.
Ecco la tabella che illustra questo sistema:
Giorno
Abbreviazione
Lunedì
1 ПН
Martedì
2 ВТ
Mercoledì
3 СР
Giovedì
4 ЧТ
Venerdì
5 ПТ
Sabato
6 СБ
Domenica
7 ВС
Abbreviazioni dei giorni della settimana sugli orologi sovietici per il mercato interno, utilizzando numeri seguiti dalle prime due lettere in cirillico maiuscolo.
Giorni della Settimana in Giapponese
Un aspetto curioso è che in Giappone i giorni della settimana sono talvolta indicati con le iniziali dei giorni in francese sugli orologi. Questo deriva da un’influenza culturale e linguistica che ha visto l’introduzione della lingua francese in vari settori giapponesi durante il periodo Meiji, quando il Giappone si stava modernizzando e cercava di emulare vari aspetti delle culture occidentali.
Conclusioni
Capire le abbreviazioni dei giorni della settimana e dei mesi sugli orologi in diverse lingue è essenziale per un uso corretto e per evitare confusione. Speriamo che questa guida vi sia utile per comprendere meglio queste corrispondenze e per esplorare un po’ della storia dei calendari sovietici.
Il marchio di orologi CARDI Vostok rappresenta una collaborazione unica tra il design occidentale e la precisione meccanica russa. Nato all’inizio degli anni ’90, questo marchio ha saputo distinguersi per i suoi design particolari e l’uso di movimenti di alta qualità prodotti dalla famosa fabbrica di orologi Vostok.
Origini e Storia
La storia di CARDI Vostok inizia nel 1991, subito dopo il crollo dell’Unione Sovietica. Il nome “Cardi” deriva dall’abbreviazione di “Car Design Studio,” un’azienda russa specializzata nella personalizzazione di automobili. Nel tentativo di diversificare le proprie attività, Cardi ha iniziato a collaborare con la fabbrica di orologi Vostok per produrre orologi con un’estetica più “occidentale” (WatchUSeek Watch Forums) (WatchUSeek Watch Forums).
Fondata negli anni ’90, subito dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, Car Design Studio (abbreviato in Cardi) inizialmente si concentrava sulla personalizzazione di automobili sovietiche e straniere. La loro attività principale consisteva nel miglioramento estetico e funzionale delle automobili, rendendole più attraenti per un mercato che stava rapidamente cambiando e occidentalizzandosi.
I primi modelli di CARDI Vostok erano noti per il loro design innovativo e l’uso di materiali come l’ottone e leghe economiche, prodotti principalmente dalla Fabbrica di Orologi di Minsk. Questi orologi erano considerati di alta qualità, ma nel tempo la qualità dei materiali è diminuita, portando il marchio a perdere popolarità e a cessare la produzione intorno al 2009 (Sovietaly).
Design e Movimenti
I modelli CARDI Vostok combinano il design creativo di Cardi con i robusti movimenti meccanici Vostok. I design erano spesso ispirati al mondo automobilistico, con nomi come “Capitan,” “MVM Sport,” “GP,” “Racing Time,” e “Radar” (WatchUSeek Watch Forums).
Gli orologi utilizzavano movimenti meccanici di alta qualità, come il calibro 2409 prodotto dalla fabbrica Vostok. Alcuni modelli successivi hanno utilizzato movimenti della 1a Fabbrica di Orologi di Mosca (Poljot) e della fabbrica Slava, oltre a quelli originali Vostok. Tuttavia, dopo l’acquisizione da parte di Interex-Orion nel 2000, il marchio ha iniziato a utilizzare movimenti cinesi per ridurre i costi, cosa che ha ulteriormente impattato sulla qualità complessiva degli orologi (WatchCrunch) (WatchUSeek Watch Forums).
Declino e Fine della Produzione
Nonostante l’iniziale successo, vari fattori hanno portato al declino del marchio. La qualità dei materiali utilizzati è diminuita nel tempo e l’introduzione di movimenti cinesi ha compromesso la reputazione di qualità del marchio. Questi cambiamenti hanno portato a una diminuzione delle vendite e, infine, alla cessazione della produzione intorno al 2009. Oggi, Cardi si è ritirata dal mercato degli orologi e si è concentrata nuovamente sul design automobilistico (Sovietaly) (WatchUSeek Watch Forums).
Conclusione
Gli orologi CARDI Vostok rappresentano un interessante capitolo nella storia dell’orologeria russa, caratterizzato da un mix di design occidentale e meccanica russa. Sebbene la produzione sia cessata, questi orologi rimangono oggetti da collezione per gli appassionati di orologi vintage e rappresentano un’epoca di transizione e innovazione.
Gli orologi Vostok, prodotti in Russia, rappresentano un’icona di affidabilità e robustezza nel panorama degli orologi da polso. Conosciuti per la loro capacità di resistere a condizioni estreme, questi orologi sono apprezzati sia dai collezionisti che dagli appassionati. La loro storia affonda le radici nell’era sovietica, periodo durante il quale vennero sviluppati per soddisfare le esigenze dell’esercito e dei civili. In questo saggio, esploreremo in dettaglio i codici identificativi utilizzati per descrivere i movimenti e le casse degli orologi Vostok. Per comodità, la notazione ABCDE/FGHIJKH è presa dal sito: russian-codes (netgrafik.ch)
Come leggere i codici delle casse e dei movimenti
I codici dei movimenti e delle casse russe/sovietiche seguono un formato specifico: ABCDE/FGHIJKH.
ABCDE
AB: Diametro del movimento in mm.
CD, CDE: Specifica del movimento sovietico.
FGH
FGH: Variazione della cassa. Ogni combinazione di numeri rappresenta un diverso design o stile di cassa.
I
I: Materiale della cassa. Ecco alcuni esempi dai modelli Vostok:
0: Acciaio inossidabile e altri metalli senza placcatura.
1: Cromato.
2: Placcato oro.
3: Dorato (almeno 5 micron).
4: Rivestito a colori.
5: Sintetico, polimero, gomma.
7: Lega di titanio.
9: Vetro, cristallo, ceramica, marmo.
JKH
JKH: Set di lancette. Ogni combinazione rappresenta uno specifico tipo di lancette usato sull’orologio.
Classificazione delle Casse Vostok
La tabella seguente categorizza le diverse casse utilizzate nei modelli di orologi Vostok. Le informazioni sono organizzate in base al codice della cassa (FGH), il materiale della cassa (I), il modello dell’orologio e la forma della cassa.
Tabella delle Casse Vostok
Codice FGH
Materiale I
Codice JKH
Modello
Materiale Cassa
Forma Cassa
35
0
XXX
Amphibia
Acciaio
Tonneau
119
0
XXX
Amphibia
Acciaio
Ottagonale
71
0
XXX
Amphibia
Acciaio
Ottagonale
47
0
XXX
Amphibia
Acciaio
Carre
32
0
XXX
Amphibia
Acciaio
Tonneau
937
0
XXX
Amphibia
Acciaio
Rotonda
96
0
XXX
Amphibia
Acciaio
Big Lug
25
0
XXX
Amphibia
Acciaio
Ministry
02
0
XXX
Amphibia
Acciaio
Rotonda
42
0
XXX
Amphibia
Acciaio
Rotonda
627
7
XXX
Amphibia
Lega di titanio
Tonneau
38
1
XXX
Komandirskie
Cromato
Rotonda
38
3
XXX
Komandirskie
Placcato Oro
Rotonda
78
1
XXX
Komandirskie
Cromato
Rotonda
78
3
XXX
Komandirskie
Placcato Oro
Rotonda
44
1
XXX
Komandirskie
Cromato
Carre
44
3
XXX
Komandirskie
Placcato Oro
Carre
79
1
XXX
Komandirskie
Cromato
Rotonda
79
3
XXX
Komandirskie
Placcato Oro
Rotonda
139
1
XXX
Komandirskie
Cromato
Rotonda
139
3
XXX
Komandirskie
Placcato Oro
Rotonda
29
1
XXX
Komandirskie
Cromato
Rotonda
29
3
XXX
Komandirskie
Placcato Oro
Rotonda
34
1
XXX
Komandirskie
Cromato
Carre
34
9
XXX
Komandirskie
TiN
Carre
33
1
XXX
Komandirskie
Cromato
Tonneau
33
9
XXX
Komandirskie
TiN
Tonneau
09
1
XXX
Generalskie
Cromato
Rotonda
Materiali delle Casse
Le casse degli orologi Vostok sono realizzate con vari materiali, ciascuno con le proprie caratteristiche di durabilità e estetica:
Acciaio Inossidabile (0): Offre una resistenza eccezionale alla corrosione e una lunga durata. È il materiale predominante per i modelli Amphibia, noti per la loro robustezza.
Cromato (1): Utilizzato principalmente nei modelli Komandirskie, offre una finitura lucida e una buona resistenza alla corrosione.
Placcato Oro (3): Presente in alcuni modelli Komandirskie, conferisce un aspetto lussuoso e raffinato.
Lega di Titanio (7): Leggero e altamente resistente, è utilizzato per modelli come l’Amphibia per una maggiore durevolezza.
TiN (Titanium Nitride) (9): Utilizzato per la sua estrema durezza e resistenza ai graffi, oltre a fornire una distintiva finitura dorata.
Forme delle Casse
Le casse degli orologi Vostok sono disponibili in diverse forme, ciascuna con un design unico per soddisfare vari gusti e preferenze estetiche:
Tonneau: Una forma a botte elegante e distintiva.
Ottagonale: Un design a otto lati, spesso associato a robustezza.
Carre: Una forma quadrata o rettangolare che offre un aspetto classico.
Rotonda: La forma più comune e versatile, adatta a qualsiasi stile.
Modelli Principali
Amphibia: Famosi per la loro resistenza all’acqua e costruzione robusta, questi orologi sono equipaggiati con casse in acciaio inossidabile o lega di titanio. Progettati originariamente per le forze navali sovietiche, sono diventati popolari tra i subacquei e gli avventurieri.
Komandirskie: Questi orologi, benché ispirati all’ambiente militare, non sono stati ufficialmente utilizzati dalle forze armate. Sono disponibili in versioni cromate, placcate in oro e TiN e sono noti per il loro design classico e l’affidabilità.
Generalskie: Anche questi orologi hanno uno stile militareggiante, ma non ci sono prove del loro uso ufficiale in ambito militare. Spesso includono modelli con casse cromate.
Conclusione
Gli orologi Vostok rappresentano un connubio perfetto tra storia, ingegneria e design. La diversità delle casse, sia in termini di materiali che di modelli e forme, offre agli appassionati una vasta gamma di scelte. Che tu sia un collezionista o semplicemente un amante degli orologi, i modelli Vostok con le loro caratteristiche uniche e la loro affidabilità rappresentano una scelta eccellente. La loro storia e la continua evoluzione delle loro caratteristiche li rendono un argomento affascinante per chiunque sia interessato all’orologeria.
“Il tempo nello spazio” di Anna Pegna è un libro che ha catturato l’interesse di molti collezionisti e appassionati di orologeria russa e sovietica. Pubblicato da Effequ nel 2010, questo testo offre una dettagliata esplorazione degli orologi e delle imprese astronautiche nella Russia del Novecento, rendendolo un’opera imprescindibile per chi desidera comprendere meglio l’interconnessione tra tecnologia, storia e avventure spaziali sovietiche.
Un Capolavoro Ricercato dai Collezionisti
“Il tempo nello spazio” è un libro fuori catalogo, che si può trovare solo usato. Anche l’autrice, Anna Pegna, non possiede più i file originali del libro, rendendo impossibile una ristampa. Questo fattore ha aumentato il valore del libro tra i collezionisti, rendendolo un pezzo molto ambito.
Un’Analisi Dettagliata e Avvincente
Capitolo 1: Gli Inizi
Il primo capitolo, intitolato “Gli inizi”, traccia la storia dell’orologeria russa dall’epoca zarista fino alla Rivoluzione d’Ottobre. La Russia del XIX secolo è descritta come un paese prevalentemente agricolo, con poche industrie e una scarsa tradizione orologiera. La narrazione si sofferma sulle prime esperienze di costruzione di orologi, come quella di Pavel Bure, che fondò una fabbrica nel 1815 utilizzando movimenti svizzeri. Viene raccontato anche il contributo di pionieri come Piotr Vasil’evich Khautskij e Konstantin Tsiolkovskij, che posero le basi per la futura meccanica di precisione e la cosmonautica russa.
Capitolo 2: Le Prime Fabbriche del Nuovo Regime
Il secondo capitolo esamina le trasformazioni avvenute dopo la Rivoluzione d’Ottobre, quando il governo sovietico riconobbe l’importanza della produzione di precisione. Viene descritta l’acquisizione della fabbrica americana Dueber-Hampden e il suo trasferimento in Russia. La fondazione della Prima Fabbrica di Orologi di Stato a Mosca segna l’inizio della produzione di orologi sovietici, con i primi modelli come il Tipo-1. Questo capitolo illustra anche le difficoltà iniziali e la necessità di sviluppare una produzione autonoma e indipendente dalla tecnologia straniera.
Capitolo 3: Le Fabbriche di Orologi di Guerra
Il terzo capitolo, “Le fabbriche di orologi di guerra”, descrive il ruolo cruciale dell’orologeria durante la Seconda Guerra Mondiale. Le fabbriche sovietiche furono trasferite verso est per proteggerle dagli attacchi tedeschi, e la produzione si concentrò su orologi militari e strumenti di precisione per l’aviazione e la marina. Viene raccontata la storia della fabbrica di Zlatoust, che continuò a produrre munizioni e parti per razzi Katiusha, e della Seconda Fabbrica di Mosca, trasferita a Chistopol. Il capitolo evidenzia l’importanza strategica degli orologi di precisione nelle operazioni belliche.
Capitolo 4: Le Fabbriche di Orologi nel Sistema Sovietico
Il quarto capitolo si concentra sull’organizzazione e gestione delle fabbriche di orologi nel sistema sovietico. Le fabbriche non erano entità autonome, ma parte di un unico sistema statale. Ogni fabbrica aveva i propri marchi distintivi, ma spesso condividevano tecnologie e movimenti. Questo capitolo esplora come le fabbriche collaboravano tra loro e come erano integrate nel più ampio contesto dell’economia pianificata sovietica.
Capitolo 5: Il Dopoguerra
Il quinto capitolo, “Il dopoguerra”, descrive la ripresa della produzione di orologi dopo la guerra. Viene descritto come le fabbriche, una volta tornate alla normalità, ripresero la produzione di massa e introdussero nuovi modelli come il Pobeda. Questo capitolo esamina anche l’influenza della tecnologia tedesca sui cronografi sovietici e il ruolo delle riparazioni di guerra nella ricostruzione dell’industria orologiera. Si approfondisce la storia dei movimenti su licenza LIP e l’evoluzione delle fabbriche principali, come la Kirova e la Raketa.
Capitolo 6: Uomini (e Donne) Nello Spazio
Questo capitolo offre una panoramica sulle imprese spaziali sovietiche e il ruolo cruciale degli orologi in queste missioni. Viene narrata la storia di Yuri Gagarin, il primo uomo nello spazio, e dell’orologio Shturmanskie che indossava. Altri personaggi chiave come Valentina Tereskova, la prima donna nello spazio, e Alexey Leonov, il primo uomo a effettuare una passeggiata spaziale, vengono descritti insieme agli orologi che li accompagnarono.
Capitolo 7: Oltre la Cortina di Ferro
Il settimo capitolo esplora la diffusione e l’influenza degli orologi sovietici oltre i confini dell’URSS. Viene descritto come questi orologi divennero popolari nei paesi del blocco orientale e come furono percepiti in Occidente. Il capitolo evidenzia le strategie di esportazione e la reputazione internazionale degli orologi sovietici.
Capitolo 8: Altre Fabbriche Sovietiche
Questo capitolo si concentra su altre fabbriche di orologi sovietiche meno conosciute ma comunque significative. Viene descritta la storia di fabbriche come la Raketa, la Chaika, la Zarja e la Molnija, e i loro contributi unici all’orologeria sovietica. Il capitolo esplora anche le peculiarità di ciascuna fabbrica e i modelli distintivi che produssero.
Capitolo 9: Dopo Kruscev
Il nono capitolo analizza le trasformazioni nell’industria orologiera sovietica dopo la caduta di Kruscev. Viene esaminato come le politiche di Brezhnev influenzarono la produzione e lo sviluppo tecnologico. Questo capitolo descrive anche i nuovi modelli introdotti durante questo periodo e le sfide affrontate dall’industria.
Capitolo 10: Orologi degli Anni ’70
Il decimo capitolo si concentra sugli orologi prodotti negli anni ’70, un periodo di innovazione e diversificazione. Vengono descritti modelli iconici come il Raketa Copernicus e il Poljot Okean. Il capitolo esamina anche le tendenze di design e le tecnologie emergenti di questo decennio.
Capitolo 11: Orologi degli Anni ’80
Questo capitolo esplora gli sviluppi nell’orologeria sovietica durante gli anni ’80. Viene descritta l’influenza delle Olimpiadi di Mosca del 1980 sugli orologi prodotti e come gli eventi politici e sociali di questo periodo influenzarono l’industria. Modelli come il Poljot e il Vostok sono discussi in dettaglio.
Capitolo 12: Navicelle e Stazioni Spaziali
Il dodicesimo capitolo offre una panoramica sulle missioni spaziali sovietiche e sugli orologi utilizzati a bordo delle navicelle e delle stazioni spaziali. Viene descritto il ruolo degli orologi nella cronometrazione e nel coordinamento delle missioni spaziali, evidenziando l’importanza della precisione e affidabilità.
Capitolo 13: Epilogo
L’ultimo capitolo, “Epilogo”, riassume le principali tematiche trattate nel libro e riflette sull’eredità dell’orologeria sovietica. Viene discussa la rilevanza storica e culturale degli orologi sovietici e il loro posto nel collezionismo moderno. Il capitolo conclude con considerazioni sull’importanza di preservare questa eredità storica.
Un Libro Essenziale per gli Appassionati
La recensione del libro è decisamente positiva. “Il tempo nello spazio” è considerato ben scritto e coinvolgente, fornendo non solo dettagli tecnici sugli orologi, ma anche una ricca narrazione storica che contestualizza l’evoluzione tecnologica nell’ambito delle avventure spaziali sovietiche. Questo libro non dovrebbe mancare nella libreria di un appassionato di orologeria russa e sovietica, specialmente per chi ha un interesse specifico nelle storie di avventure e nella corsa allo spazio.
Gli Orologi Sovietici: Un Fascino Unico
Uno degli aspetti più affascinanti del libro è la descrizione degli orologi russi, noti per la loro robustezza e precisione. Questi orologi, offerti a prezzi accessibili, sono stati i primi a uscire dall’atmosfera terrestre, accompagnando astronauti come Gagarin e Leonov nelle loro storiche missioni.
Conclusione
“Il tempo nello spazio” di Anna Pegna è un’opera che offre una prospettiva unica sull’orologeria sovietica e sulle imprese spaziali del Novecento. Anche se fuori catalogo, questo libro rimane un tesoro per collezionisti e appassionati, rappresentando un pezzo di storia che combina ingegneria, avventura e storia militare. Se non hai ancora letto questo libro, la sua ricerca e acquisizione sono un investimento che arricchirà sicuramente la tua comprensione e apprezzamento per l’orologeria russa e sovietica.
Gli orologi Vremia, conosciuti anche come Vremja (in cirillico время), sono un esempio affascinante di come la collaborazione internazionale possa dare vita a prodotti unici e di alta qualità. Questi orologi nacquero alla fine degli anni ’80, grazie all’azienda italiana Binda, con l’obiettivo di sfruttare la crescente popolarità della cultura sovietica in Occidente.
La Nascita del Marchio Vremia
Il marchio BPEMR (BPEMA) CCCP venne ufficialmente registrato il 24 marzo 1989, durante un periodo di apertura commerciale dell’URSS sotto la guida di Gorbaciov. Questa apertura permise l’esportazione di vari prodotti sovietici nei mercati occidentali, dove trovarono un’accoglienza entusiastica grazie al loro fascino esotico e alla qualità robusta.
Caratteristiche degli Orologi Vremia
Gli orologi Vremia si distinguono per una gamma di modelli con movimenti meccanici affidabili, come lo Slava 2414, il Poljot 2612.1 e il Poljot 3133. I loro quadranti, essenziali e puliti, incarnano lo stile sovietico dell’epoca. Alcuni modelli presentano simboli distintivi, come la Stella Rossa, mentre altri sono più sobri, con una piccola scritta “cccp” al centro del quadrante.
Binda: Il Cuore Italiano degli Orologi Vremia
Fondata nel 1906 da Innocente Binda, l’azienda Binda ha giocato un ruolo cruciale nel settore degli orologi per oltre un secolo. Sotto la guida dei nipoti Simone e Marcello Binda, l’azienda continua a produrre e distribuire orologi di alta qualità. Binda Italia è conosciuta per la sua capacità di combinare design innovativo e tecnologie avanzate, presidiando diverse fasce di mercato con prodotti che spaziano dai modelli fashion a quelli più classici e tecnici, inclusi orologi “Swiss Made”.
L’Unicità degli Orologi Vremia
Gli orologi Vremia rappresentano una perfetta fusione tra la tradizione russa e l’artigianato occidentale. Il modello “zerone rosso” è un esempio emblematico di questo mix, con un design che avrebbe potuto essere tranquillamente prodotto da Poljot. Anche i modelli solo tempo e svegliarini sono molto apprezzati per la loro qualità e design.
Questi orologi sono un vero e proprio ibrido: costruzione italiana con meccanica russa. Pur essendo adattati al mercato italiano, conservano un fascino unico che li distingue dai tradizionali orologi russi. Nonostante le critiche dei puristi, gli orologi Vremia offrono un valore eccezionale, con prezzi accessibili che si aggirano tra i 100 e i 150 euro.
Dettagli Unici sul Fondello
Un dettaglio distintivo degli orologi Vremia è la scritta incisa sul fondello, che recita:
“Часы собранные в Швейцарии, двигатель механический подлинный русского производства. Movimento meccanico originale prodotto in Russia, orologio assemblato in Svizzera.”
Questa dicitura evidenzia la combinazione di meccanica russa e assemblaggio svizzero, garantendo l’autenticità e l’alta qualità di questi orologi.
Conclusione
Gli orologi Vremia sono un capitolo affascinante nella storia dell’orologeria, caratterizzati da un mix unico di estetica sovietica e qualità europea. Grazie all’iniziativa dell’azienda Binda, questi orologi riflettono il meglio di due mondi, combinando design accattivante con elevati standard qualitativi. Un vero tesoro per gli appassionati di orologeria che cercano qualcosa di unico e significativo.
Benvenuti nel mondo affascinante degli orologi russi! In un’intervista esclusiva condotta da Andrea, conosciuto come Sovietaly, ci addentriamo nella collezione di Vittorio, un appassionato di orologi russi con una storia coinvolgente da condividere.
Se siete curiosi di esplorare il mondo degli orologi dal tocco russo, preparatevi a un viaggio avvincente che ci porterà attraverso la storia, la tecnologia e l’unicità di questi pezzi.
Il video di questa intervista offre uno sguardo privilegiato sulla passione di Vittorio per gli orologi russi e sulle storie affascinanti dietro a ogni singolo pezzo della sua collezione.
Introduzione:
Benvenuti nel mondo affascinante degli orologi russi! In un’intervista esclusiva condotta da Andrea, conosciuto come Sovietaly, ci addentriamo nella collezione di Vittorio, un appassionato di orologi russi con una storia coinvolgente da condividere.
Se siete curiosi di esplorare il mondo degli orologi dal tocco russo, preparatevi a un viaggio avvincente che ci porterà attraverso la storia, la tecnologia e l’unicità di questi pezzi.
Il video di questa intervista offre uno sguardo privilegiato sulla passione di Vittorio per gli orologi russi e sulle storie affascinanti dietro a ogni singolo pezzo della sua collezione.
Introduzione: Benvenuti! Se siete appassionati di orologi o semplicemente curiosi di esplorare un mondo unico, siete nel posto giusto. Questo video di Andrea, conosciuto come Sovietaly nel mondo degli orologi, ci porta in un viaggio coinvolgente attraverso la collezione di Vittorio, un amante degli orologi russi con una passione travolgente per la storia e la tecnologia dietro questi incredibili pezzi.
Sommario: L’intervista di Andrea a Vittorio ci offre uno sguardo ravvicinato sulla passione di Vittorio per gli orologi russi. Prima di diventare collezionista, Vittorio si è appassionato alla lingua e alla cultura russa, imparando la lingua e visitando il paese. Originario di Frosinone ma residente a Varsavia, Vittorio racconta come la sua passione per gli orologi russi sia cresciuta negli anni, iniziando con il ritrovamento casuale di un orologio da tasca Molnija degli anni ’90 in un mercatino. La sua collezione, sebbene non vasta, include pezzi significativi come il Canfie Dia, il suo orologio preferito per la storia che racchiude.
Conclusioni: L’intervista di Andrea a Vittorio è stata un’esperienza avvincente che ci ha portato nel mondo degli orologi russi attraverso gli occhi di un appassionato. Con storie affascinanti, curiosità tecniche e una passione palpabile, Vittorio ci ha introdotti in un universo in cui storia e tecnologia si fondono in modo unico.
Gli orologi Raketa 24h sono un tipo di orologio meccanico prodotto dalla fabbrica Raketa di San Pietroburgo, in Russia. Questi orologi sono caratterizzati da un quadrante con l’indicazione delle 24 ore al posto delle normali 12.
Come funziona la lancetta delle ore
La lancetta delle ore di un orologio Raketa 24h è la lancetta più lunga e si trova al centro del quadrante. La lancetta delle ore compie un giro completo in 24 ore, da mezzanotte a mezzanotte.
Per leggere l’ora su un orologio Raketa 24h, è necessario individuare l’indice sul quadrante che corrisponde alla posizione della lancetta delle ore. L’indice indica l’ora del giorno.
Ad esempio, se la lancetta delle ore è all’indice delle 12, è mezzanotte. Se la lancetta delle ore è all’indice delle 6, sono le 6 del mattino. Se la lancetta delle ore è all’indice delle 18, sono le 6 del pomeriggio.
Come funziona la lancetta dei minuti
La lancetta dei minuti di un orologio Raketa 24h è la lancetta più corta e si trova al centro del quadrante, accanto alla lancetta delle ore. La lancetta dei minuti compie un giro completo in 60 minuti.
Per leggere i minuti su un orologio Raketa 24h, è necessario individuare il numero sul quadrante che corrisponde alla posizione della lancetta dei minuti. Il numero indica i minuti del giorno.
Ad esempio, se la lancetta dei minuti è all’indice delle 12, sono le 00:00. Se la lancetta dei minuti è all’indice delle 6, sono le 00:30. Se la lancetta dei minuti è all’indice delle 18, sono le 06:00.
Orologi Raketa 24h sovietici e russi
Gli orologi Raketa 24h venivano utilizzati spesso in ambienti chiusi oppure al di sopra del circolo polare artico, quando non è possibile comprendere correttamente l’orario del giorno basandosi sull’osservazione del sole.
Infatti, al di sopra del circolo polare artico, il sole non tramonta mai durante l’estate e non sorge mai durante l’inverno. In questi casi, un orologio Raketa 24h è l’unico modo per conoscere l’ora corretta.
Gli orologi commemorativi sovietici sono molto ricercati dai collezionisti, ma spesso si trovano falsi venduti a prezzi elevati. Questo articolo ha l’obiettivo di aiutare i collezionisti a verificare l’autenticità di un orologio Pobeda Lunochod 1 con quadrante nero, utilizzando metodi di analisi dettagliata come la microscopia.
Dettagli Tecnici dell’Orologio Pobeda Lunochod 1
L’orologio Pobeda Lunochod 1, equipaggiato con un movimento meccanico Pobeda 2602, è noto per la sua affidabilità e semplicità. La cassa, solitamente in ottone cromato, ospita lancette argentate per ore, minuti e secondi. Il quadrante nero, che celebra la missione Lunochod 1 del 1970, è decorato con l’immagine del rover sovietico e altre iscrizioni in cirillico.
Autenticità del Quadrante: Vero o Falso?
Molti collezionisti si chiedono se il quadrante commemorativo del Pobeda Lunochod 1 sia autentico o un falso. Per rispondere a questa domanda, è necessario analizzare il quadrante con strumenti adeguati, come un microscopio.
Analisi al Microscopio
Le immagini al microscopio del quadrante nero rivelano dettagli importanti che aiutano a determinare l’autenticità:
Stampa Moderna: Le immagini mostrano chiaramente che il quadrante è stato stampato con tecniche moderne. Le scritte non sono concentriche e presentano una qualità di stampa a inchiostro, con una mescola dei colori visibile soprattutto sugli indici.
Assenza di Documentazione: Nei cataloghi sovietici dell’epoca, non vi è traccia di orologi da polso dedicati ai rover Lunochod. Questo suggerisce fortemente che tali quadranti siano stati prodotti successivamente per ingannare i collezionisti.
Dettagli Sospetti
Oltre alla qualità della stampa, ci sono altri indizi che suggeriscono la non autenticità del quadrante:
Condizioni Perfette: Troppi esemplari in vendita si trovano in condizioni quasi perfette, una caratteristica insolita per orologi prodotti negli anni ’70.
Disposizione e Colori: Il design del quadrante, con scritte non allineate e colori non tipici dei modelli sovietici autentici, è un ulteriore indizio di falsità.
Orologi Commemorativi Lunochod: Una Rarità
Ad oggi, non sono noti orologi da polso autentici commemorativi dei rover Lunochod. Alcuni orologi da tasca sovietici sembrano riprendere questo nome, ma non esistono prove concrete che colleghino questi modelli alle missioni spaziali Lunochod.
Conclusioni
Dopo un’attenta analisi, è chiaro che il quadrante commemorativo del Pobeda Lunochod 1 è un falso. Questa conclusione si basa sull’analisi microscopica della stampa, l’assenza di documentazione ufficiale e altre caratteristiche sospette. Si consiglia ai collezionisti di essere prudenti e di approfondire sempre la verifica dell’autenticità prima di effettuare un acquisto.
Un’Odissea Spaziale: Le Missioni Lunochod
Lunochod 1
Il Lunochod 1 fu il primo rover lunare automatizzato, lanciato dall’Unione Sovietica nel 1970. Questa missione storica esplorò il suolo lunare, inviando dati cruciali sulla composizione del terreno e l’ambiente lunare alla Terra. Alimentato da pannelli solari e dotato di otto ruote motrici indipendenti, il rover percorse una distanza di 10,5 km sulla superficie lunare, contribuendo significativamente alla nostra comprensione della geologia lunare.
Lunochod 2
Lunochod 2, lanciato l’8 gennaio 1973, fu il successore del Lunochod 1. Questo rover era dotato di un sistema di telecontrollo avanzato e di una serie di strumenti scientifici migliorati, tra cui un analizzatore di raggi X, un magnetometro e un sistema di rilevamento delle particelle alfa. Durante la sua missione di quasi cinque mesi, il Lunochod 2 percorse una distanza di 37 km sulla superficie lunare, fornendo dati preziosi sulla composizione del suolo lunare e la resistenza dei materiali alle temperature estreme della Luna.
Scoperte e Contributi del Lunochod 2
Una delle scoperte più significative del Lunochod 2 fu un piccolo cratere che fu successivamente battezzato in suo onore. Le informazioni raccolte dal rover hanno contribuito a una comprensione più approfondita della geologia lunare, influenzando la pianificazione di future missioni spaziali.
Lunochod 3 e Oltre: I Piani Incompiuti
Il Lunochod 3 era stato pianificato per una missione lunare, ma non fu mai lanciato. Il rover è attualmente esposto in un museo a Mosca. Questo rover avrebbe dovuto beneficiare delle lezioni apprese dalle missioni precedenti, ma la sua missione fu annullata a causa di tagli al budget e cambiamenti nelle priorità della politica spaziale sovietica.
Il Quarto Rover: Un Fallimento Precoce
Il primo tentativo di lanciare un rover Lunochod fallì nel 1969 quando il razzo vettore si distrusse poco dopo il decollo. Questo incidente evidenziò le difficoltà tecniche e i rischi associati all’esplorazione spaziale, ma non fermò i successi delle missioni successive.
Risorse per Approfondire
Per chi desidera approfondire la conoscenza sugli orologi sovietici e russi, ecco alcuni link pertinenti e specifici:
Tra gli orologi russi e sovietici che preferisco ci sono i Raketa con quadrante in pietra. Ne posseggo diversi e ognuno è unico proprio per la particolare trama della pietra. Le due pietre più usate sono il Diaspro (Jasper in inglese) e la Nefrite (Nephrite in inglese).
Storia e Maestria dei Quadranti in Pietra Raketa
In prima battuta ci si potrebbe chiedere come mai vengano prodotti dalla Raketa orologi con il quadrante in pietra. La motivazione è decisamente semplice e nasce dalle origine della fabbrica di orologi di Petrodvorets. La fabbrica in origine era denominata Officina imperiale per la lavorazione di pietre preziose e venne realizzata per volontà dello zar Pietro il Grande alla fine del 1721. È quindi normale che la capacità di lavorazione delle pietre preziose e semi-preziose venga applicata anche agli orologi. Nella pagina del sito dedicata al marchio Raketa è possibile trovare diversi esempi sia in Nefrite che in Diaspro.
Raketa 10 Anni Zaporizhzhia Commemorativo
Di questo orologio ne esistono almeno due versioni conosciute: una generica e un’altra commemorativa per i 10 anni della centrale nucleare di Zaporizhzhia. L’orologio in mio possesso è la versione commemorativa dei 10 anni, in quanto è presente un “10” in numeri romani (X) sul quadrante in bianco. Nella versione standard tale “X” non è presente. Dalle informazioni che si possono ricavare dalla pagina ABOUT US del sito ufficiale della centrale nucleare, la partenza del primo reattore è avvenuta nel 1984, di conseguenza l’orologio Raketa ЗАЭС commemorativo dei 10 anni è del 1994, in periodo post-sovietico.
Caratteristiche Uniche del Raketa ЗАЭС
Sul quadrante in pietra sono presenti due sovrastampe (la tipica tecnica usata per i quadranti in pietra). La prima, dorata, con l’indicazione dei minuti nella parte esterna del quadrante, il simbolo dell’atomo e la scritta “ЗАЭС” sovrapposta a delle righe orizzontali. La seconda di colore bianco riporta gli indici delle ore in numeri arabi tranne ad ore 6 e 12, dove viene riportato una sorta di ingranaggio/sole. In bianco anche il 10 in numeri romani (X) ad indicare i 10 anni di attività della centrale nucleare.
Centrale Nucleare di Zaporizhzhia
Questo è il nome della Zaporizhzhia Nuclear Power Plant, ossia della centrale nucleare di Zaporizhzhia nell’attuale Ucraina. La centrale è di origine sovietica e la sua costruzione è stata decisa nel 1977. Attualmente (2021) è ancora in funzione ed è previsto il suo spegnimento in varie fasi tra il 2030 e il 2041. La centrale nucleare di Zaporizhzhia è la più grande centrale d’Europa e una delle 10 più grandi al mondo.
Questi i tre link principali che forniscono le informazioni sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia:
Inconfondibile la sagoma della cassa Raketa Zero dorata usata per impreziosire questo orologio. Le forme semplici della cassa ben si sposano con la complessità del quadrante. Le lancette sono di conseguenza dorate e sottili. Il retro dell’orologio è semplice, con il fondello in acciaio inossidabile e il seriale n° 885 inciso sul fondello.
Specifiche Tecniche
Il calibro è un Raketa R2609 19 rubini con scritte in inglese pensato per l’esportazione. Uno degli stone dial più belli presenti nella mia collezione e un orologio abbastanza difficile da trovare, soprattutto in versione commemorativa del 1994. Probabilmente un omaggio agli azionisti o al personale della centrale nucleare.
Una rivista recuperata ad un mercatino qualche mese fa.
Si tratta della rivista “qui TOURING” n° 113 di novembre 2007.
All’interno della rivista è presente un articolo da Jacopo Pasotti ( che ha quindi tutti i diritti su quanto scritto). Il diario di viaggio presente sulla rivista dal titolo “Polo d’attrazione” ha una forte correlazione con gli orologi russi e sovietici.
La Raketa e la Vostok hanno più volte realizzato orologi commemorativi correlati ai rompighiaccio atomici della Atomflot tra cui spicca lo Yamal.
L’articolo è sostanzialmente un diario di viaggio in cui l’autore descrive l’esperienza relativa al viaggio sul rompighiaccio a propulsione nucleare Yamal.
Ad oggi è ancora possibile effettuare un viaggio turistico sul rompighiaccio a propulsione nucleare Yamal ma la cifra ad oggi si aggira intorno ai 25.000€.
Qui di seguito alcuni esempi di orologi russi e sovietici commemorativi del rompighiaccio a propulsione nucleare Yamal ( o Jamal). Esattamente quello di cui si parla nel diario di viaggio di Pasotti.
Qui di seguito la trascrizione dell’articolo e le scannerizzazioni delle pagine della rivista (tutti i diritti intellettuali appartengono chiaramente all’autore, l’articolo viene qui riportato per soli fini informativi):
ARTICO
Polo d’attrazione
TESTO E FOTO DI JACOPO PASOTTI
Esclusivo: nell’Anno internazionale dei poli, un inviato di Qui Touring raggiunge l’estremo Nord a bordo dell’unico rompighiaccio autorizzato al trasporto dei turisti. Ecco il suo diario di viaggio
Lascio Murmansk e i suoi palazzi grigi per imbarcarmi sullo Yamal, la mia casa per le prossime due settimane. Non c’è rompighiaccio più potente, al mondo. Ma anche il comfort non è da meno
21 luglio
Chi avrebbe detto che il sogno di raggiungere il polo, che per secoli ha sedotto scienziati ed esploratori, sarebbe diventato accessibile a tutti? Incredibile: andrò al polo Nord. E ci andrò con un rompighiaccio nucleare russo.
Sono a Murmansk, il più grande scalo marittimo dell’Artico: qui convergono il gas, il carbone e il petrolio siberiani, che vengono stivatí su possenti navi cisterna e spediti in tutto il mondo. I palazzi della città sono aggrediti dal tempo e mostrano i segni di una costruzione frettolosa, dettata dalla necessità; la città è stata rasa al suolo dall’aviazione tedesca durante la seconda guerra mondiale. In seguito il regime sovietico l’ha ricostruita. “E ha chiamato forza lavoro promettendo uno stipendio doppio”, spiega Katrina, la nostra guida locale. La proposta salariale è più che meritata, vista la durezza dell’ambiente. In inverno il sole non si vede per quasi due mesi.
Quando arriviamo al porto siamo sottoposti a un minuzioso controllo dei passaporti. Il molo a cui sono attraccate tre delle cinque navi nucleari della Compagnia navale di Murmansk è zona militare. È proibito fotografare. Il nostro rompighiaccio, lo Yamal (o Jamal, con una traslitterazione più corretta), è lì, ci attende con le fauci spalancate pitturate sulla chiglia nera e i ponti colorati di rosso. Alla luce di un tramonto che non avviene mai, visto che qui il sole non scenderà sotto l’orizzonte per ancora due settimane, la nave ha un aspetto accogliente. Salgo a bordo. “Quella in fondo al molo è l’Arktika, il primo rompighiaccio ad aver raggiunto il polo” indica Harald, un compagno di viaggio che ha già partecipato a spedizioni di questo tipo. “Sono passati trent’anni dalla sua impresa”.
22 luglio
Superare il circolo Polare artico significa entrare nel mondo del giorno perpetuo. Dormire è una decisione che devo impormi razionalmente: l’istinto mi farebbe attendere il crepuscolo e poi l’oscurità della notte. Così, dopo una cena a base di pesce preparata dai cuochi austriaci, salgo sul ponte di comando. Vorrei dare un ultimo sguardo serale a questo mare, per secoli territorio di pesca di balenieri britannici e olandesi, ma mi scopro ancora sveglio alle tre di notte, il sole alto sull’orizzonte. Gli ufficiali russi controllano la rotta sulla carta nautica distesa su un piano. Il cirillico non facilita la comprensione, ma la forma della penisola di Kola, delle isole Svalbard, dell’arcipelago di Francesco Giuseppe e le linee dei meridiani disegnano profili noti. Insieme agli ufficiali faccio scorrere l’indice sulla carta, dalle coste fino alla meta: il polo Nord geografico, il punto che è sotto la Stella Polare e attraverso cui passano gli oltre dodicimila chilometri di asse di rotazione del nostro pianeta.
23 luglio
Abbiamo appena superato gli 80 gradi di latitudine quando Laurie Dexter, il capo della spedizione, annuncia al microfono: “A ore nove stiamo per incrociare un iceberg!”. La montagna di ghiaccio alla deriva è il primo autentico incontro con l’alto Artico da quando abbiamo lasciato la Russia. In pochi istanti i ponti della nave si riempiono. Siamo tutti in ammirazione del megalitico blocco di ghiaccio celeste.
25 luglio
Cinquecento chilometri dal polo. Ormai siamo totalmente circondati dalla banchisa. La nave avanza a dieci, al massimo quindici nodi, meno di trenta chilometri all’ora. É come se si aprisse la strada a spallate. Ogni tanto rimane incastrata in uno spesso strato di ghiaccio, fa marcia indietro, e poi balza con la prua sulla lastra, sfondandola. Si ode un grande tonfo, la superficie va in pezzi, e si procede tra due muri di ghiaccio azzurro sollevati dallo scafo. A poppa della nave la cicatrice della banchisa si richiude. In un paio di giorni, dicono, scompare traccia della ferita.
A mezzogiorno, l’ingegnere capo mi mostra, da una finestrella schermata, i due reattori nucleari della nave. Due chili di uranio sono sufficienti per frantumare per quindici giorni lastre di ghiaccio grandi come un campo di calcio e spesse tre metri. “Lo Yamal è tra le navi più potenti al mondo” spiega. “Le sue eliche sprigionano una potenza di 75mila cavalli”. Verso sera una nuova sorpresa richiama sul ponte tutti i viaggiatori, capitano compreso. Un orso bianco, per nulla intimorito dal gigante rosso e nero che si avvicina fragorosamente, continua la sua caccia quotidiana. Il capitano ferma la nave. L’orso ci osserva curioso. Anche per lui, si capisce, questo incontro é una sorpresa. Poi si gira, attraversa a nuoto un’apertura nel ghiaccio, e se ne va. Intorno a noi c’è una monotona distesa di ghiaccio, acqua e cielo, dominati dalle sfumature di grigio e dalle delicate tinte di ciano marino.
27 luglio
Mi accorgo di passare ore, e poi giorni, a prua della nave, osservando la distesa irregolare di pozze e laghetti che si aprono sulla banchisa. Quando infine raggiungiamo il polo è come se stessi celebrando un punto qualunque di questo mondo ghiacciato. Non c’è nulla di diverso rispetto alle centinaia di chilometri che abbiamo percorso. Ma il Gps mostra un eloquente 90°00’00” N. Questo è il punto preciso attorno al quale ruota il mappamondo di casa. È il tetto dell’emisfero boreale. Non conta in quale direzione mi volti, il mio sguardo volge sempre a meridione. In fondo, penso, è giusto che il polo Nord abbia un aspetto così dimesso. E un gesto di umiltà planetario.
È solo un punto qualsiasi in una distesa di ghiaccio, il polo Nord. Ma che bello sotto la stella Polare. Girarsi e guardare sempre a sud. E poi, fare il giro del mondo in quattro balzi
Quale futuro per L’Artico?
Chiedere a uno scienziato quale futuro si prospetta per l’Artico significa metterlo in imbarazzo. Non ci sono risposte certe. Anzi gli ultimi due anni di ricerche mostrano che agli scenari ipotizzati, già poco rassicuranti, erano frutto di un ingiustificato ottimismo. I primi rapporti dell Intergovernmental Panel on Climate Change prospettavano un Artico privo di banchisa nel periodo estivo intorno a 2070. Verso il 1996 la cifra è stata corretta al 2050. E l’anno scorso gli scienziati della Agenzia Spaziale europea hanno detto che forse si potrà navigare fino al polo già nel 2035. Le immagini satellitari mostrano che l’estensione del ghiaccio artico si è ridotta di più del 7% in dieci anni. Fatto che attira sempre più le compagnie petrolifere, cui interessano le riserve di idrocarburi: il 25% dei giacimenti mondiali di gas e petrolio si trovrebbe infatti sotto la coltre di ghiaccio. I Paesi circumpolari iniziano ad accampare le loro pretese. Ma la riduzione della banchisa comporta anche il collasso dall’habitat di molti pesci e invertebrati, di cui si cibano uccelli e foche, che sono a loro volta prede di orsi bianchi. Ciò cui assisteremo sarà un aggiustamento della catena alimentare e della distribuzione delle specie.
Incrociamo le isole Francesco giuseppe, ultimo arcipelago a essere stato esplorato. Brevi sprazzi di sole tingono dei colori del crepuscolo la terra e i ghiacciai, persi tra i banchi di nebbia
28 luglio
Con il procedere del viaggio approfondisco la conoscenza con Laurie Dexter. II polo non solo e l’habitat naturale dell’orso bianco, ma anche di questo gentleman canadese. Scozzese di origine, è un personaggio incredibile: ha vissuto una quindicina d’anni in una comunità inuit, imparandone la lingua e il modo di vita; è capace di inseguire e cacciare le foche, nutrendosi del corpo ancora caldo della preda; membro onorario della Royal Geographic Society, tra le sue imprese c’è anche l’attraversamento con gli sci del polo Nord. Novantun giorni nel gelo artico, dalla Siberia, fino al Canada.
29 luglio
Dopo una settimana di navigazione, lo Yamal fa nuovamente rotta verso la terraferma. Ancora due giorni nel ghiaccio e poi incrociamo le isole di Francesco Giuseppe, l’ultimo arcipelago del pianeta a essere stato esplorato. Intorno a questi frammenti di terra persi nel mar Glaciale artico si sono arenate decine di spedizioni, tra il Settecento e i primi del Novecento, incapaci di penetrare nel mondo congelato che sigillava le coste siberiane. II rompighiaccio naviga silenziosamente tra le isole piatte e allungate all’orizzonte. Alcuni sprazzi di sole tingono dei colori del crepuscolo la terra e i ghiacciai, persi tra i banchi di nebbia. “Le isole sono praticamente disabitate”, spiega Laurie. L’arcipelago è coperto da gigantesche calotte glaciali, alcune delle quali raggiungono la costa e liberano iceberg trascinati alla deriva dalle correnti. Le 190 isole sono il rifugio estivo di una quindicina di specie di uccelli che nidificano tra gli anfratti di scogliere basaltiche grigio-nere. “Troveresti più specie di uccelli nel tuo giardino di casa!” dice Laurie ridendo, “la differenza è che queste sono colonie di milioni di individui!”. Sceso a terra a Cape Flora, risalgo il pendio muschioso alla base di una parete verticale da cui arriva lo stridio di una infinità di gazze marine minori, uccelli bianchi e neri di piccole dimensioni, parenti dei più noti pulcinella di mare. Alla fine sono respinto da un gabbiano glauco, che compie su di me picchiate aggressive per difendere il suo nido. Mi siedo. Ascolto l’attivissima colonia di uccelli: è un chiacchiericcio vivace, ricorda il vociare dei bambini nel cortile di un asilo.
2 agosto
Dopo due settimane di navigazione nell’oceano polare il rompighiaccio attracca nuovamente nel porto di Murmansk. E difficile credere di essere stato al polo Nord, dopo anni di sogni e fantasie. Prima di partire era un “altro mondo” remoto e ostile. Ora, grazie allo Yamal, è diventato quasi familiare.
Da sapere
Documenti: passaporto con validità di sei mesi; visto russo.
Clima: anche se il sole non tramonta mai in giugno e luglio al polo Nord fa freddo. Ma non freddissimo: la temperatura si aggira sui -2 gradi centigradi. Se c’è vento, può arrivare a -15.
Arrivare
Non esistono voli diretti pe Murmansk dall’Italia; è necissario passare per Helsinki o San Pietroburgo. Al polo Nord si giunge unicamente con il rompighiaccio russo Yamal
Altre info
La spedizione sullo Yamal è organizzata da Quark Expeditions, società americana specializzata in Artico e Antartide tel. 001.203.6560499;
www.quarkexpeditions.com. Tre le date già programmate per il 2008: 23/6-8/7; 6/-21/7; 19/7-4/8. Costo tutto compreso, con partenza e arrivo a Helsinki, a partire da 16mila euro. tra i tour operator italiani che hanno in catalogo il tour, Antartica – tel. 011.6696581; www.antartica.it – e Kuoni Discovery – tel 010.5968350; www.kuoni.it
L’avventura artica a bordo del rompighiaccio Yamal
Partenza da Murmansk
21 luglio: Lascio Murmansk, una città dalle strutture grigie e segnate dal tempo, per imbarcarmi sul rompighiaccio nucleare Yamal. Qui, tra il gas, il carbone e il petrolio siberiani, mi attende una nave imponente con la prua dipinta a forma di fauci spalancate. Nonostante il rigore invernale della città, l’atmosfera è vivace e piena di aspettative.
Inizio del viaggio
22 luglio: Superato il Circolo Polare Artico, entriamo nel regno del giorno perpetuo. Dormire diventa una sfida in questo mondo senza crepuscolo. Dopo una cena deliziosa a base di pesce, esploro il ponte di comando. Gli ufficiali russi tracciano la rotta verso il Polo Nord geografico, un punto misterioso sotto la Stella Polare.
Primo incontro con un iceberg
23 luglio: A latitudine 80 gradi nord, Laurie Dexter, il capo della spedizione, annuncia l’avvistamento di un iceberg. Il primo autentico incontro con l’Alto Artico riempie di meraviglia tutti noi passeggeri.
Attraverso la banchisa
25 luglio: A cinquecento chilometri dal Polo, ci troviamo circondati da un’immensa distesa di ghiaccio. La nave avanza con fatica, sfondando lastre di ghiaccio spesse. I due reattori nucleari dello Yamal, alimentati da pochi chili di uranio, ci permettono di navigare attraverso questa barriera ghiacciata. L’apparizione di un orso bianco suscita sorpresa e ammirazione tra noi, mentre il capitano ferma la nave per osservarlo.
Raggiungiamo il Polo Nord
27 luglio: Finalmente raggiungiamo il Polo Nord, un punto indistinguibile nel vasto ghiaccio. Il GPS conferma il raggiungimento del 90°00’00” N, il tetto del mondo boreale. È un momento di riflessione e umiltà, con solo il ghiaccio e il cielo a farci compagnia.
Esplorazione delle isole Francesco Giuseppe
29 luglio: Lo Yamal inizia il viaggio di ritorno, fermandosi presso le isole Francesco Giuseppe. Questo arcipelago disabitato è avvolto da nebbia e ghiacciai, rifugio estivo per diverse specie di uccelli marini. La colonia di gazze marine minori, con il loro chiacchiericcio incessante, anima questa terra remota e selvaggia.
Ritorno a Murmansk
2 agosto: Dopo due settimane, ritorniamo a Murmansk. Il Polo Nord, un tempo luogo di sogni e fantasie, è diventato una realtà tangibile grazie al viaggio a bordo dello Yamal. È stato un viaggio incredibile, un’esperienza che ha trasformato un mondo remoto in qualcosa di quasi familiare.
Ho da poco recuperato una rivista di orologi risalente alla fine degli anni ’80.
Si tratta di “Orologi da Polso” Anno III – N° 9 risalente a Marzo – Aprile del 1989 della Edizioni Studio Zeta di Monza.
In questa uscita è presente un interessante articolo, di seguito trascritto per permetterne la traduzione in diverse lingue, sull’orologeria sovietica e le relazioni con alcuni paesi europei tra cui l’Italia.
La cosa interessante è il punto di vista dell’epoca e alcune informazioni sui grossisti e rivenditori italiani.
Qui di seguito la trascrizione dell’articolo e le scannerizzazioni delle pagine della rivista (tutti i diritti intellettuali appartengono all’autore Arturo Chiti):
Anche se il Congresso sovietico del ’25 proclamava per l’URSS l’obiettivo dell’autosufficienza economica, la trasformazione da paese importatore di macchine e attrezzature a paese che voleva produrre in proprio, sino a qualche anno fa sarebbe stato impensabile che un orologio sovietico diventasse non solo di moda, ma quasi fenomeno di costume.
Pure la storia dell’orologeria russa ha antenati illustri. Gli orologi da torre del Cremlino furono costruiti agli inizi del Quattrocento da Lazar Serbin, mentre per i carillon della torre del Salvatore, restaurati nel secolo scorso, lo Zar si rivolse a due fratelli russi, gli orologiai Butenop. E ancora sotto uno Zar, Pietro il Grande, che aveva chiamato famosi artigiani francesi, si sviluppò una scuola di orologeria, anche se i francesi sembra avessero maggiori privilegi degli artigiani locali. Preziosi orologi di Ivan Kulihin, che visse nel ‘700, sono all’Hermitage di Leningrado e musei moscoviti e di altre città hanno sezioni dedicate all’orologeria. Nello scorso autunno ci fu un’esposizione a Firenze di alcuni splendidi pezzi delle collezioni dei Romanoff e sfogliando antichi libri si apprende che nella storia dell’orologio russo la famiglia dei Bronnikov era famosa per i suoi orologi in legno (filie molle erano in metallo) e che rivestirono un ruolo importante per i miglioramenti apportati alla meccanica, gli orologiai Tolstoj e Nosov.
Prima della rivoluzione si importavano parti e meccanismi dalla Svizzera provvedendo poi al loro assemblaggio. A cavallo del secolo la Francia fece diversi investimenti nei domini dello Zar e dopo la prima Guerra mondiale, per recuperare parte dei capitali, pretese che l’Italia acquistasse orologi russi da tasca che furono poi dati in dotazione al personale delle Ferrovie.
«Le prime industrie sovietiche di orologi risalgono solo agli anni Trenta» dice Jacopo Marchi, P.R. dell’Artime, che è andato a Mosca nello scorso dicembre dopo che l’azienda napoletana aveva sottoscritto un accordo di collaborazione con la Boctok (ma si legge Vostok). Dal viaggio in Russia Marchi ha riportato molte notizie, tanto che per il lancio dei «Komandirskie» ha realizzato per Time Trend, distributore del prodotto, un tabloide sulla storia dell’Armata rossa e dei suoi orologi.
Due industrie (una di orologi preziosi e l’altra di orologi con casse di legno) vennero convertite in aziende belliche negli anni ’40, per tornare poi alle funzioni originali. L’industria principale di Mosca diede vita nel ’42 alla Boctok, una delle più importanti e tra le poche di cui per le strade moscovite si possono vedere cartelloni pubblicitari. Dopo la fine della guerra altre industrie furono aperte a Serdobsk, Yerevan, Petrodvoretes e Uglich. Venne creato un istituto per la ricerca e il design nelle lavorazioni meccaniche. Nel 1962 furono anche prodotti i primi orologi a diapason.
Oggi in URSS operano oltre quindici fabbriche di orologi, molte delle quali specializzate in produzioni particolari. Tra le più note ricordiamo Chaika, Poljot, Zaria, Paketa, Slava e Penza, quest’ultima destinata alla produzione di orologi da polso femminili. Il quantitativo di orologi prodotti è imponente. Intorno agli anni Cinquanta iniziò anche l’esportazione destinata per lo più a nazioni aderenti al patto di Varsavia. Erano orologi di buon livello con prezzi politicamente differenziati. È di quegli anni il Mark che pubblichiamo e il cui quadrante è simile a quello del Poljot. È un orologio con una storia romantica. Fu donato a un nostro collega, allora bambino, da una signora italiana che aveva sposato un russo che, per le leggi staliniane, non poteva venire a vivere in Italia e i due erano costretti così a vedersi di tanto in tanto solo come turisti. La prima importazione di orologi russi in Italia è stata fatta da Orazio Occhipinti della Mirabilia di Milano che nella seconda metà del 1988 ha iniziato sul territorio nazionale la distribuzione dei Paketa fabbricati a Pietrogrado. Paketa in russo significa «razzo» e si legge «raketa», La bontà dell’idea, complice anche l’apertura generale verso Gorbaciov, è stata ampiamente confermata dalla vera e propria corsa all’orologio russo che si è scatenata in seguito. Vien da pensare a questo proposito che solo pochi anni or sono un dirigente di una grande azienda europea, dopo un viaggio in Unione Sovietica durante il quale era rimasto colpito dagli orologi, ne propose l’importazione ma si sentì chiedere dai suoi se aveva voglía di scherzare. Dunque i primi russi che hanno rotto il ghiaccio sul nostro mercato sono stati i Paketa. Oggi sono disponibili nove versioni che si differenziano sia per il design del quadrante per le funzioni. Sono meccanici a carica manuale e cassa antishock. Alla fiera di Vicenza Mirabilia ha presentato anche i Poljot prodotti a Leningrado, un cronografo e uno svegliarino, a carica manuale, proposti in quattro versioni. Gli orologi dell’Armata rossa, i Boctok, sono disponibili in cinque modelli con quadranti realizzati per le specializzazioni dell’esercito al quale sono destinati. Sono orologi meccanici a carica manuale, impermeabili a 10 atmosfere, hanno la ghiera girevole con indici e lancette fosforescenti.
Ci sono poi orologi con meccanismo di fabbricazione russa e cassa e quadrante costruiti in Italia per accostare un «cuore» russo al design italiano, come il Soviet, disponibile in vari colori di cassa e quadrante. È un orologio quarzo impermeabile a 3 atm. E ancora i sei modelli della collezione Perestrojka (quattro al quarzo e due cronografi meccanici) che la Elmitex ha presentato sia a Vicenza sia a Mosca come un prodotto «italorusso».
Il sesto orologio con la stella rossa è quello proposto dalla I. Binda S.p.A. Il marchio BREMA, con la A che è una R rovesciata, si legge Vremia e significa Tempo. Sono orologi meccanici disponibili in tre modelli (normale, con suoneria e un cronografo) proposti in 17 versioni. I quadranti sono di ispirazione anni ’30 seguendo la tendenza culturale in voga in Russia e battezzata «strutturalista».
L’articolo è distribuito su 4 pagine in cui spicca il vostok rising sun distribuito dalla time Trend in Italia.
Negli anni ’90, durante il periodo di transizione politica ed economica dall’Unione Sovietica alla Comunità degli Stati Indipendenti (CSI), la rinomata azienda orologiera Poljot ha prodotto una serie di orologi commemorativi. Tra questi, l’orologio Poljot Khrunichev Space Center spicca come un tributo all’importanza del centro spaziale Khrunichev nella storia aerospaziale russa. Questo articolo esplorerà in dettaglio le caratteristiche di questo orologio, il calibro che lo alimenta e il ruolo cruciale del Khrunichev Space Center.
Caratteristiche dell’Orologio
L’orologio Poljot Khrunichev Space Center è un esempio perfetto di design e funzione, combinando estetica e storia in un unico pezzo.
Quadrante: Il quadrante è dominato da una rappresentazione stilizzata dell’emisfero boreale, completa di paralleli e meridiani, e da una rappresentazione artistica dello spazio interstellare con stelle. Al centro del quadrante, la stazione orbitante MIR, attiva al momento della produzione dell’orologio, si distingue chiaramente. La scritta “SPACE CENTER KHRUNISHEV” in inglese sottolinea l’importanza internazionale del centro. Gli indici metallici a rilievo e le lancette dorate aggiungono un tocco di eleganza.
Cassa: La cassa tonda è realizzata in acciaio con una doppia finitura satinata e dorata, conferendo all’orologio un aspetto raffinato. Il quadrante bicolore, bianco e azzurro, crea un contrasto visivo accattivante.
Retro: Il retro dell’orologio è semplice, con un numero seriale (118218) inciso. Sono visibili segni di apertura, probabilmente dovuti a tentativi di sostituzione della batteria da parte di mani inesperte.
Il Calibro
L’orologio è alimentato dal calibro al quarzo Poljot, noto per la sua semplicità e affidabilità. Questo movimento utilizza una batteria a bottone AG1 e non contiene rubini, una scelta che riflette un’attenzione ai costi senza compromettere la funzionalità. Il movimento è fissato all’interno della cassa da un componente in plastica bianca, una soluzione comune per gli orologi di questo periodo.
Khrunichev Space Center: Un Faro della Tecnologia Spaziale Russa
Il Khrunichev Space Center, fondato nel 1916 vicino a Mosca, è una delle istituzioni più influenti nella storia dell’esplorazione spaziale russa. Originariamente impegnata nella produzione di automobili “Russo-Baltique”, l’azienda si è rapidamente evoluta, contribuendo significativamente alla produzione di aerei militari come l’Ilyushin Il-4 e il Tupolev Tu-2 durante la Seconda Guerra Mondiale.
Negli anni ’60, il centro ha ampliato la sua portata per includere la produzione di missili e moduli spaziali, diventando un attore chiave nell’era spaziale sovietica. Tra le sue realizzazioni più note, si annoverano i moduli per le stazioni spaziali MIR, SALYUT e l’attuale ISS, nonché i vettori Proton, ancora oggi utilizzati per missioni spaziali.
Approfondimenti sulla Storia e le Produzioni del Khrunichev Space Center
Per saperne di più sulla storia e le innovazioni del Khrunichev Space Center, visita i seguenti link:
L’orologio Poljot Khrunichev Space Center è una gemma per i collezionisti di orologi a tema spaziale. Acquistato per circa 20€, rappresenta non solo un pezzo di precisione meccanica, ma anche un tributo alla storia spaziale russa. Nonostante alcuni segni d’uso sul fondello, l’orologio è in buone condizioni e offre un’ottima combinazione di storia e funzionalità.
Datazione dell’Orologio
La presenza della stazione MIR sul quadrante facilita la datazione dell’orologio tra il 1992 e il 1998. La stazione MIR, operativa dal 1986 al 2001, è un indicatore chiave. L’assenza di riferimenti all’Unione Sovietica suggerisce una produzione post-1992, mentre la messa in orbita della ISS nel 1998 segna il termine del periodo di produzione di questo modello specifico.
Conclusione
L’orologio Poljot Khrunichev Space Center non è solo un orologio, ma un pezzo di storia. Per i collezionisti, rappresenta un’opportunità unica di possedere un oggetto che celebra le straordinarie conquiste del Khrunichev Space Center e la storia spaziale russa. Questo orologio è perfetto per arricchire qualsiasi collezione con un pezzo di storia tecnologica e culturale.
L’orologio Vostok Komandirskie in esame è un modello commemorativo che celebra i 45 anni di attività dell’unità militare 3375, con una cassa cromata e un calibro 2414A. Questo particolare orologio ha attirato l’attenzione per tre motivi principali:
Il quadrante azzurro olografico: Non comunemente presente nei Vostok, è invece più diffuso su alcuni modelli di orologi russi Raketa. Questo quadrante, tipico dei primi anni ’90, rappresenta un elemento curioso e caratteristico, sebbene di dubbio gusto estetico.
La forma della cassa: Anche questa non comune, a differenza della ghiera, che invece è piuttosto comune nei modelli Vostok.
Le scritte in cirillico: Di primo acchito difficilmente comprensibili, ma che svelano una storia affascinante e complessa.
Dettagli del Quadrante
Parte Superiore del Quadrante: La scritta in cirillico “ПО ОХРАНЕ МПСР ВГО И СГ” tradotta significa: “RIGUARDO ALLA PROTEZIONE DI MPSR, VGO E SG”.
MPSR (МПСР): “Luoghi speciali di lavoro”
VGO (ВГО): “Importanti strutture statali”
SG (СГ): “Merci speciali”
Simboli e Iconografia
Missile: Simbolo di sviluppo tecnologico e militare.
Orso Polare: Animale presente nell’emisfero boreale, che suggerisce attività in terra siberiana. Questo simbolo è comunemente usato nei quadranti degli orologi russi. Per ulteriori esempi, puoi vedere QUI.
Parte Inferiore del Quadrante
La scritta “ВОИСКВАЯ ЧАСТЬ 3375” significa: “UNITÀ MILITARE 3375”. Questo orologio commemora i 45 anni di attività dell’unità militare, quindi risale al 1991.
Contestualizzazione Storica
L’unità militare 3375 è stata creata nell’aprile del 1946 come parte del Dipartimento per la protezione delle importanti imprese industriali, chiamata a proteggere istituti di ricerca e laboratori dell’Accademia delle Scienze impegnati nello sviluppo dell’energia nucleare. Questo periodo post-bellico fu caratterizzato da intense attività di spionaggio e ricerca segreta per lo sviluppo di armi nucleari, richiedendo la creazione di unità speciali a protezione delle installazioni e delle merci.
Ulteriori Riferimenti
Su VK è possibile trovare diversi riferimenti all’unità militare 3375, inclusa una community con 180 membri ancora attiva. Queste unità speciali furono anche tra i primi militari ad intervenire durante il disastro nucleare di Chernobyl, insieme ai vigili del fuoco.
Fonti e Link Utili
Topwar: Fonte principale di informazioni sull’unità militare e sulla sua storia.
Questa analisi offre una panoramica completa del Vostok Komandirskie, evidenziando l’importanza storica dell’unità militare 3375 e il contesto in cui operava, fornendo al contempo una descrizione dettagliata delle caratteristiche distintive dell’orologio.
Benvenuti nel racconto di Sovietaly, la mia collezione di orologi russi e sovietici che ha preso forma nel corso degli anni. La passione per gli orologi ha radici profonde nella mia vita, radici che affondano nei racconti e nelle storie degli orologi che mio nonno collezionava con cura e orgoglio. Crescendo, quei pezzi di storia mi hanno sempre affascinato e, nel 2017, ho iniziato a dare un senso e una struttura alla mia collezione personale, che andava espandendosi a un ritmo incalzante.
La Nascita del Sito Sovietaly
Nel tentativo di organizzare le informazioni e di condividere la passione per gli orologi russi e sovietici, ho deciso di creare un sito. Dopo aver esplorato diverse opzioni, ho scelto Google Sites per la sua semplicità e la familiarità che avevo già avuto con essa nel passato. Il risultato è il sito che potete visitare qui: Sovietaly. Questo spazio mi ha permesso non solo di mostrare la mia collezione, ma anche di affrontare una questione importante: come chiamare questa raccolta unica di orologi?
Il nome “Sovietaly” è nato da una suggestione di un caro amico collezionista, che ha saputo cogliere il legame profondo tra il concetto di “sovietico” e l’Italia. Questo nome è diventato il mio marchio distintivo, utilizzato anche come nickname nei gruppi e nei forum. Ho deciso di proteggere il marchio (™) dopo una consulenza legale, riconoscendo il valore e la protezione che la mia collezione meritava.
La Creazione del Primo Logo
Il secondo passo è stato trovare un logo che rappresentasse appieno l’essenza di Sovietaly. Ispirato a simboli iconici come l’orologio Raketa Big Zero, la falce e il martello dell’Unione Sovietica, e i colori della bandiera italiana, il logo è stato creato con la collaborazione di un professionista su Fiverr.com.
Va sottolineato che il logo con la falce e il martello è stato realizzato esclusivamente per richiamare la collezione di orologi sovietici, senza alcun riferimento all’ideologia comunista o a questioni politiche, che non mi interessano.
L’Evoluzione del Logo nel 2024: Una Nuova Identità
Nel maggio 2024, ho deciso di rinnovare il logo per eliminare qualsiasi riferimento politico e per evidenziare ancora di più il legame con l’Italia. Il nuovo logo mantiene la riconoscibilità del brand, aggiungendo un contorno con la bandiera italiana, riflettendo una nuova identità più aderente alla realtà vista la crescente divulgazione sui social.
Questo è attualmente il logo del sito e dei canali social, rappresentando in modo più accurato l’identità di Sovietaly e la sua evoluzione.
Un Viaggio di Passione e Condivisione
Il percorso di Sovietaly è stato un viaggio appassionante di crescita, apprendimento e condivisione. Da allora, il logo Sovietaly è diventato un elemento riconoscibile e originale, accompagnando la collezione con orgoglio. Nel corso del tempo, ho anche sperimentato con la sua presentazione, utilizzando solo la scritta come filigrana per le foto sui social.
Ogni orologio della mia collezione ha una storia da raccontare, una storia che non vedevo l’ora di condividere con altri appassionati. Ogni pezzo rappresenta un pezzo di storia, un frammento di tempo che porta con sé il fascino e il mistero di epoche passate.
Spero che questo racconto possa ispirare altri appassionati di orologi e collezionisti. Grazie per essere parte di questa avventura!
Il Raketa Marine, un classico tra gli orologi russi con un piccolo segreto…
Il Raketa Marine è uno dei miei classici preferiti, uno degli orologi Raketa 24h più famosi e più ricercati. Prodotto sia durante il periodo sovietico che russo. Spesso elencato dai collezionisti come un “must have” per iniziare o completare una collezione. Uno degli orologi russi dal punto di vista estetico più gradevoli.
Se guardiamo con attenzione il quadrante possiamo distinguere facilmente tre funzioni principali.
1) Raketa Marine – Orario 24h
L’orologio monta un calibro Raketa 2623.H ( quindi 26mm di diametro, carica solo manuale, 24h con antishock). QUI una piccola guida sui calibri russi. E’ quindi un tipico, se non il tipico orologio russo 24h. La lettura dell’ora non è così complessa come si possa credere, basta considerare semplicemente che la lancetta delle ore effettua un giro in un giorno completo e non due volte come negli orologi a cui siamo abituati. Questo comporta uno sfasamanto tra gli indici delle ore e quelli dei minuti che approfondiremo successivamente. L’orologio nelle sue varie versioni, russa, sovietica e con marchio di qualità GOST, differisce veramente di poco. Il Raketa Marine risulta sempre ben visibile e ben leggibile.
2) Raketa Marine – Turni di guardia
Una delle caratteristiche distintive di quest’orologio è la ghiera girevole interna, regolabile da una apposita corona posta sotto quella di carica ad ore “8”. La ghiera ha un utilizzo molto semplice e serve ad identificare gli orari dei turni di guardia. Questi ultimi in marina sono fatti da 4 ore di guardia e 4 ore di riposo. I tre turni di guardia e i tre turni di riposo compongono quindi nella loro totalità le 24 ore. La ghiera è girevole per impostare comodamente l’inizio del primo turno. A questo punto iniziano però i misteri del Raketa Marine… Il fatto che uno dei turni di 4 ore sia in rosso e gli altri due in blu ha un qualche significato, o serve solo per evidenziare quello che è il primo turno? L’ esperienza mi insegna che i russi sono molto precisi e non fanno mai le cose a caso. Su quest’aspetto devo ancora indagare, anche se probabilmente l’ipotesi di indicazione del primo turno rimane la più plausibile.
[EDIT: 05/03/2022] E’ presente in internet anche un’altra teoria che riguarda le linee tratteggiate sul quadrante. Secondo alcuni indicano ai marinai l’orario delle docce. Da quanto mi è stato detto la questione è stata trattata su alcuni forum russi, sembra watch.ru, ma personalmente non riesco a trovarne traccia.
3) Raketa Marine – Silenzio Radio
Ma il mistero più fitto che circonda da tempo il Raketa Marine, che spero di aver risolto una volta per tutte (magari per qualcuno era chiaro, ma molte persone, se interpellate non hanno saputo dare risposta ), riguarda le linee blu presenti sul quadrante tra le ore 6:00 e 7:00 e tra le 18:00 e le 19:00. Si tratta di questi simboli grafici a cui risulta non molto intuitivo dare uno scopo all’interno del giorno. Il “mistero” del Raketa Marine si risolve come al solito con una attenta osservazione e una ricerca un po’ approfondita.
Come dicevo prima i russi sono decisamente precisi e osservando bene il quadrante di questo orologio russo si può osservare come le linee siano di colore blu, come gli indici dei minuti e non come quelli delle ore, che sono neri.
Se si pone ancora più attenzione si vede che le righe sono allineate con gli indici dei minuti e non con quelli delle ore. Fatta quest’osservazione e raccolte informazioni relative a cosa possa succedere per tre minuti ogni mezz’ora e non per due ore ogni 24 si trova riscontro in una pratica ben conosciuta all’interno delle navi (su di un Raketa Marine tutto prende senso) e cioè il “periodo di silenzio radio“.
L’animazione aiuta a comprendere correttamente quanto sopra esplicitato.
Cosa è il “Radio Silence”?
In maniera molto semplicistica si tratta di alcuni minuti ( precisamente i minuti 15-16-17 e 45-46 e 47 di ogni ora ) in cui si chiede agli operatori radio di non effettuare trasmissioni ma di mettersi in ascolto per permettere di captare eventuali SOS lanciati da navi in pericolo. Questo periodo riguarda solo la frequenza di ascolto telegrafica di 500 mHz. Esiste anche un altro periodo di acolto di una frequenza diversa per captare eventuali messaggi radio di MAYDAY.
L’argomento può essere approfondito a questa pagina in inglese: RADIO SILENCE
GLI OROLOGI RADIO ROOM OLTRE AL RAKETA MARINE
In rete si trovano molti esempi e due spesso usati sono di famosi orologi sovietici:
La frequenza 500 kHz
Probabilmente per questioni legate alla leggibilità del quadrante dell’orologio è stato evidenziato solo il periodo relativo alle tramissioni telegrafiche da 500 kHz.
La pratica di ascolto sulle onde medie alla frequenza di 500 kHz è andata in disuso nel 1999 dopo circa 90 anni, sostituita da sistemi decisamente più moderni e affidabili. All’epoca di progettazione del Raketa Marine quindi la pratica era ancora in uso.
QUI interessanti approfondimenti su l’utilizzo di questa frequenza.
Spero che con questo ragionamento si possano considerare dissipati tutti i dubbi che hanno circondato quelle piccole linee blu presenti sul quadrante del Raketa Marine.
A ben vedere però esistono molti “Radio Room Clock” che riportano solo questa fascia. Sono probabilmente di periodo precedente all’introduzione di quello completo con le 4 fasce di ascolto orarie.
Qui sotto ne vediamo un esempio storico.
La recensione di Russian Watches Review su Youtube
Mi permetto qui sotto di evidenziare la videorecensione dell’amico Karl ( QUI IL SUO CANALE YOUTUBE) che spero in qualche modo di aver aiutato a risolvere il mistero. 😉
Truppe Missilistiche e Artiglieria: ecco svelato il vero significato di questo quadrante. Si tratta di un Vostok Komandirskie molto diffuso e spesso ci si chiede quali siano i significati nascosti dietro un quadrante così criptico. Bisogna ricercare con attenzione il significato dei vari simboli presenti sul quadrante per comprenderlo appieno.
La Scoperta dell’Orologio
Ho trovato questo orologio per pochi euro in un lotto e mi ha subito incuriosito. L’avevo visto molte volte, ma mai così particolare o così bello da giustificare un acquisto singolo. Dopo aver indagato un po’, la curiosità ha avuto il sopravvento e sono andato a cercare di cosa esattamente parlasse.
L’Orologio
L’orologio, a ben guardare, è abbastanza standard. Si tratta di un Vostok Komandirskie russo con movimento 2414 e cassa 439xxx. Sia il vetro che la cassa sono purtroppo abbastanza rovinati, ma l’orologio è comunque funzionante, segno che i collaudati Vostok 2414 funzionano bene anche se hanno vita dura.
Vostok Komandirskie Missile Troops: Truppe Missilistiche e Artiglieria
Tutto è raggruppato nello stemma che è possibile trovare ad ora sei sul quadrante. Di cosa si tratta?
L’immagine è composta di tre elementi:
Una corona di alloro
Due cannoni
Un missile
La Ricerca del Significato
Dopo qualche ricerca e l’aiuto di un amico collezionista olandese, ho trovato in internet una toppa militare che ha chiarito il significato. La scritta: ракетные войска и артиллерия sulla toppa significa “Forze Missilistiche e Artiglieria”. Si tratta quindi di un Vostok commemorativo di queste forze armate, che fanno parte delle Vooružënnye Sily Rossijskoj Federacii, ossia delle Forze Armate della Federazione Russa.
Una curiosità: il 19 novembre, la Russia celebra il “Giorno delle forze missilistiche e dell’artiglieria della Federazione Russa”. Qui di seguito potete vedere un video a tal proposito:
Truppe Missilistiche e Artiglieria: Chi Sono?
Per chi si vuole impegnare, ecco il link della pagina di Wikipedia in russo: LINK.
Le informazioni interessanti che ho estrapolato riguardano l’esistenza di:
Forze missilistiche e artiglieria delle forze terrestri delle forze armate della Russia
Forze missilistiche e artiglieria delle truppe costiere delle forze armate russe
Compiti delle Truppe Missilistiche e Artiglieria
Le truppe missilistiche e l’artiglieria hanno il compito di svolgere i seguenti compiti:
Conquista e conservazione della superiorità del fuoco sul nemico
Sconfitta dei mezzi di attacco nucleare, manodopera, armi, equipaggiamento militare e speciale del nemico
Disorganizzazione dei sistemi di comando e controllo di truppe e armi, ricognizione e guerra elettronica
Distruzione di strutture difensive a lungo termine e altre infrastrutture
Interruzione della retroguardia operativa e militare
Indebolimento e isolamento dei secondi scudi e riserve del nemico
Distruzione di carri armati e altri veicoli corazzati penetrati nella profondità del nemico
Copertura dei fianchi e giunti aperti
Partecipazione alla distruzione delle forze nemiche d’assalto aereo e marittimo
Estrarazione remota di terreni e oggetti
Manutenzione leggera delle operazioni notturne delle truppe
Fumare e accecare oggetti nemici
Distribuzione di materiali di propaganda e altri
Conclusioni
È facile vedere come anche un semplice Vostok Komandirskie possa incuriosire e portare ad approfondimenti inaspettati. A volte, la difficoltà sta nel destreggiarsi tra gli innumerevoli reparti militari presenti in Russia. Probabilmente, l’orologio è stato commissionato in occasione di qualche celebrazione o semplicemente realizzato come molti altri per celebrare le forze armate.
Non è frequente, ma ogni tanto anche una collezione di orologi sovietici o russi può guadagnare l’attenzione e l’apprezzamento di chi non è esperto del settore. Questa affascinante nicchia del collezionismo è stata recentemente portata sotto i riflettori grazie a un’intervista pubblicata dalla testata “Collezionare”, disponibile sia in formato cartaceo che digitale (www.collezionare.com).
La Rivista “Collezionare”
La rivista “Collezionare” è una testata specializzata nel mondo del collezionismo, offrendo approfondimenti, notizie e interviste su una vasta gamma di oggetti da collezione. Dal vintage all’antiquariato, passando per il collezionismo moderno, la rivista rappresenta una fonte autorevole e aggiornata per gli appassionati. Disponibile sia in versione cartacea che online, “Collezionare” si distingue per la qualità dei suoi contenuti e per la passione con cui racconta storie di collezionisti e delle loro raccolte uniche.
Due anni fa, ho contattato diverse testate giornalistiche legate al collezionismo per promuovere la collezione di pubblicità Pirelli di mio padre, tra cui la testata “Collezionare”. L’intervista fatta a mio padre è possibile trovarla a questo link. Visto il contatto già presente in rubrica, un paio di mesi fa ho deciso di ricontattare la giornalista che ha realizzato l’intervista, proponendole di parlare anche della mia collezione di orologi russo/sovietici. Dopo qualche giorno, la giornalista mi ha ricontattato per fissare una intervista telefonica.
Il 14 aprile 2018 è stata pubblicata la versione online dell’intervista, che è possibile leggere a questo link.
Lancette Sovietiche
L’orologeria russa nella collezione di Andrea Manini, quarantaquattrenne milanese che dal 1992 ha raccolto oltre 400 esemplari. “La cosa che mi diverte molto è che, diversamente dagli orologi svizzeri, quelli russi celano sempre una storia da raccontare”.
Le Storie dietro gli Orologi Sovietici
Molte sono le storie che ruotano intorno all’orologeria sovietica. Tra tutte, quelle che riguardano Jurij Gagarin, il primo uomo a conquistare lo spazio, sono le più controverse. Infatti, quale fosse l’orologio indossato dal cosmonauta russo durante quella celebre missione del 1961, nessuno lo può dire con precisione. C’è chi sostiene che indossasse un orologio della Poljot – in cirillico Полет – modello Sturmanskie, prodotto dalla Prima Fabbrica di Orologi di Mosca e passato alla storia come il corrispettivo russo dello Speedmaster portato in missione lunare prima da Armstrong, poi da Buzz Aldrin. Altri invece, sostengono che fosse il Tipe One fabbricato dalla Sturmanskie – Штурманские –, citando come prova schiacciante la fotografia in cui l’astronauta indossa sopra la tuta rossa proprio questo modello. “Ma chi può dirlo con certezza? Magari si tratta di uno scatto rubato durante una semplice esercitazione?”. Con questo interrogativo il collezionista Andrea Manini, quarantaquattrenne milanese, ci sottolinea quanto a volte siano misteriose le storie di questi famosi segnatempo.
L’Influenza della Storia sull’Orologeria Sovietica
La fine dell’Unione Sovietica nei primi anni Novanta ha segnato l’inizio di una nuova era per l’orologeria russa in Italia. Andrea, come molti altri appassionati, ha iniziato la sua collezione nel 1992, l’anno successivo alla dissoluzione dell’URSS. “Il 1992 è per me l’anno zero, quello in cui inizio ad avvicinarmi a questi bellissimi orologi. In quell’anno, il primo dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, tutte le merci particolari provenienti dall’ex URSS diventano molto ricercate e anche gli orologi russi cominciano ad entrare nelle nostre gioiellerie. Nel corso degli anni ho incrementato la mia raccolta, raggiungendo circa quattrocento esemplari.”
Le Prime Scoperte
Il primo acquisto di Andrea è stato un orologio da polso Vostok – in cirillico Восток – chiamato Komandirskie. “L’aspetto militare e il razzo disegnato sul quadrante mi hanno attratto e solo in un secondo momento ho scoperto che quell’orologio era un modello della Vostok chiamato Komandirskie e che il razzo vettore disegnato era il celebre Vostok 1 con il quale Gagarin nel 1961 ha orbitato intorno alla terra.”
Categorie di Collezione
Gli orologi russi sono suddivisi in diverse categorie di raccolta. Andrea si concentra principalmente sulle avventure spaziali russe e sugli orologi sovietici creati per il mercato italiano. Esistono anche altri filoni come quello delle esplorazioni polari sovietiche e quello dedicato alle ferrovie russe, in particolare la linea BAM.
La Storia dell’Orologeria Russa
L’orologeria russa ha una storia complessa che si interseca con la storia sociale, politica e militare del Paese. Durante il periodo degli Zar, gli orologi erano prodotti principalmente da botteghe artigianali. Con l’avvento dell’Unione Sovietica, la produzione di orologi è diventata una necessità per fornire sia i civili che i militari. I primi esemplari erano da tasca, ma gradualmente si è passati alla fabbricazione di orologi da polso.
Le Fabbriche di Orologi
Le numerose aziende sorte in Unione Sovietica avevano nomi ispirati alla guerra o alle avventure nello spazio. “La Prima Fabbrica Moscovita di Orologi, diventata in un secondo momento la Poljot – Полет – che tra le tante cose vuol dire volo, la Raketa – Pакета – significa razzo, la Pobeda – Победа – vuol dire vittoria, dedicata alla Seconda Guerra Mondiale.”
Esportazione e Marketing
Negli anni Sessanta e Settanta, gli orologi sovietici erano esportati a prezzi bassi per favorire l’export. Questo era una strategia imposta dallo Stato. In Italia, l’orologeria russa è stata spesso sottovalutata a causa della vicinanza con la Svizzera. Tuttavia, i russi avevano capito l’importanza del marketing e crearono orologi con loghi adatti all’export o modelli ad hoc per determinati mercati.
Modelli Rari
Tra i modelli più rari della collezione di Andrea vi è un Raketa Big Zero con il quadrante in Nefrite, una pietra dura di colore verde simile alla Giada. Trovare i modelli più rari non è facile, soprattutto online dove spesso si trovano pezzi falsi o assemblati.
Consigli per i Collezionisti
Per evitare di acquistare falsi, Andrea consiglia di consultare collezionisti più esperti e affidabili. “Oggi esistono numerosi forum e gruppi in cui è possibile scambiare pareri e consigli.”
Questa collezione di orologi sovietici/russi, con la sua ricca storia e i suoi intriganti modelli, continua a catturare l’interesse non solo degli appassionati ma anche di chi è nuovo al mondo del collezionismo.
Il veliero Khersones è una nave imponente e affascinante, la cui immagine spicca con maestosità sul quadrante di un orologio che rappresenta un pezzo pregiato per i collezionisti. Tra i primi orologi russi della mia collezione, questo modello non è solo apprezzato per il suo aspetto estetico, ma anche per la storia intrigante legata al veliero raffigurato sul quadrante.
Raketa Khersones
L’orologio presenta un design accattivante con toni bianchi, metallici e azzurri che evocano un’atmosfera marinaresca. La ghiera girevole interna, caratteristica distintiva di questo modello, riporta i nomi delle città in inglese. La cassa cromata e la ghiera rifinita in nero si integrano armoniosamente con il quadrante, che è dominato dall’immagine del maestoso veliero Khersones.
La Nave Scuola Khersones
Il Khersones è un veliero trialbero costruito nel 1989 presso il cantiere navale di Danzica, in Polonia. Fa parte di una serie di sei navi gemelle, tra cui la più famosa è il veliero MIR. Progettato per addestrare cadetti navali, il Khersones è lungo 108,6 metri e largo 14 metri, con un’altezza dell’albero maestro di 49,5 metri. La nave ha una superficie velica totale di 2.771 metri quadrati, che le consente di raggiungere velocità notevoli solo con la forza del vento.
Curiosità e Storia
Varo e Carriera Iniziale: Il Khersones fu varato nel 1989 e destinato principalmente all’addestramento degli studenti dell’Accademia Statale di Navigazione del Mar Nero. Durante i primi anni di servizio, ha partecipato a numerose regate internazionali, guadagnandosi una reputazione di eccellenza.
Circumnavigazione del Globo: Tra il 1997 e il 1998, il Khersones ha completato una circumnavigazione del globo, diventando una delle poche navi a vela russe a compiere tale impresa. Durante questo viaggio, ha visitato porti in tutto il mondo, fungendo da ambasciatore flottante della marineria russa.
Fama Cinematografica: Il Khersones è apparso in diversi film e documentari, rafforzando la sua immagine iconica. La sua presenza in produzioni cinematografiche ha contribuito a diffondere la conoscenza della nave oltre i confini nautici.
Attualità: Al momento, il Khersones è ancora in servizio e batte bandiera russa. È spesso avvistato nel Mar Nero, vicino a Sebastopoli, e continua a servire come nave scuola per le nuove generazioni di marinai.
Per seguire la posizione attuale del Khersones, è possibile utilizzare il sito MarineTraffic.
Collezionare e Approfondire
Collezionare orologi spesso porta a un desiderio di esplorare e conoscere più a fondo gli oggetti che li ispirano. Personalmente, mi piace affiancare gli orologi a oggetti correlati come francobolli, spille o cartoline. Di recente, ho trovato una cartolina che raffigura il veliero Khersones in tutta la sua maestosità.
L’Orologio Raketa
Il Raketa Khersones è un orologio piacevolmente indossabile, una volta che si comprende come leggere correttamente l’ora su un quadrante 24h. La cassa è tipica degli orologi 24h, con rifinitura in TiN e lunetta rifinita in nero. Al suo interno, l’orologio ospita il calibro 2623.H 24h, un movimento affidabile utilizzato dalla Raketa.
Conclusione
L’orologio Raketa Khersones non è solo un oggetto di bellezza, ma anche un omaggio alla ricca storia del veliero che rappresenta. Collezionarlo significa anche apprezzare la storia navale e la maestria artigianale che si fondono in un pezzo unico e affascinante.
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