In questo video vi porto alla scoperta di un recente progetto di restauro. Ho messo le mani su due orologi sovietici, un Raketa acquistato su Vinted e un Pobeda scambiato alla fiera Orologiko di Gorgonzola 2024. Entrambi erano in condizioni accettabili, ma nascondevano un problema comune agli orologi vintage: la gommapiuma delle scatole originali si era deteriorata nel tempo, incollandosi agli orologi e creando uno strato di sporco tenace.
Un tuffo nella storia con qualche intoppo
Gli orologi sovietici rappresentano un pezzo di storia. Tuttavia, la loro conservazione nel tempo può riservare delle sorprese. La gommapiuma, un materiale comunemente utilizzato per proteggere gli orologi durante il trasporto e la conservazione, può diventare un vero e proprio nemico nel lungo periodo. A contatto con l’umidità e l’aria, si deteriora rilasciando sostanze corrosive che possono danneggiare la cassa, il quadrante e il cinturino dell’orologio.
La mia esperienza di restauro
Ho deciso di affrontare questa sfida e di ridare vita a questi piccoli gioielli dell’orologeria sovietica. La prima fase del restauro è stata la pulizia profonda per rimuovere tutti i residui di gommapiuma. Ho utilizzato prodotti specifici e molta pazienza per evitare di danneggiare i materiali delicati. Successivamente, ho proceduto alla pulizia generale dell’orologio, riportandolo al suo antico splendore.
Come affrontare il problema della gommapiuma
Se vi trovate di fronte a un orologio sovietico con residui di gommapiuma, ecco alcuni consigli utili:
Pazienza: La rimozione della gommapiuma può richiedere tempo e delicatezza.
Prodotti specifici: Utilizzate detergenti delicati e non abrasivi.
Protezione: Indossate guanti per proteggere le mani e lavorare con precisione.
Professionista: In caso di dubbi o difficoltà, rivolgetevi a un orologiaio esperto.
Conclusione
Restaurare un orologio sovietico è un’esperienza gratificante, ma richiede dedizione e competenze specifiche. Spero che questo video vi abbia ispirato a prendervi cura dei vostri orologi vintage e a scoprirne la storia.
L’orologio radio room è un particolare orologio di bordo utilizzato nelle sale radio delle navi. Il suo scopo è quello di indicare i periodi di silenzio radio, durante i quali è vietato trasmettere o ricevere segnali radio.
Perché è necessario il silenzio radio?
Il silenzio radio è necessario per evitare interferenze con le trasmissioni di altre navi o stazioni radio. Queste interferenze possono causare problemi di comunicazione, di navigazione o di sicurezza.
Come funziona l’orologio radio room?
Il quadrante dell’orologio radio room è diviso in due settori colorati: rosso per il silenzio telegrafico e verde (oppure rosso di una tonalità diversa) per il silenzio radio.
Il silenzio telegrafico dura tre minuti e inizia 15 e 45 minuti dopo ogni ora.
Il silenzio radio dura tre minuti e inizia 0 e 30 minuti dopo ogni ora.
Un curiosità
Un’antica leggenda marinara narra che, in passato, i marinai utilizzavano un’altra tecnica per indicare i periodi di silenzio radio. Questa tecnica consisteva nel far suonare una campana tre volte, a intervalli di tre minuti.
Conclusione
L’orologio radio room è uno strumento importante per garantire la sicurezza e l’efficienza delle comunicazioni radio in mare.
Altri dettagli
Oltre alla funzione principale di indicare i periodi di silenzio radio, l’orologio radio room può anche essere utilizzato per indicare l’ora corrente, la data e la posizione della nave.
Alcuni orologi radio room sono anche dotati di funzioni aggiuntive, come un cronografo o un timer.
L’orologio radio room è un oggetto iconico della cultura marinara. È un simbolo di tradizione e di innovazione, e rappresenta l’importanza delle comunicazioni radio per la navigazione.
Gli orologi Raketa 24h sono un tipo di orologio meccanico prodotto dalla fabbrica Raketa di San Pietroburgo, in Russia. Questi orologi sono caratterizzati da un quadrante con l’indicazione delle 24 ore al posto delle normali 12.
Come funziona la lancetta delle ore
La lancetta delle ore di un orologio Raketa 24h è la lancetta più lunga e si trova al centro del quadrante. La lancetta delle ore compie un giro completo in 24 ore, da mezzanotte a mezzanotte.
Per leggere l’ora su un orologio Raketa 24h, è necessario individuare l’indice sul quadrante che corrisponde alla posizione della lancetta delle ore. L’indice indica l’ora del giorno.
Ad esempio, se la lancetta delle ore è all’indice delle 12, è mezzanotte. Se la lancetta delle ore è all’indice delle 6, sono le 6 del mattino. Se la lancetta delle ore è all’indice delle 18, sono le 6 del pomeriggio.
Come funziona la lancetta dei minuti
La lancetta dei minuti di un orologio Raketa 24h è la lancetta più corta e si trova al centro del quadrante, accanto alla lancetta delle ore. La lancetta dei minuti compie un giro completo in 60 minuti.
Per leggere i minuti su un orologio Raketa 24h, è necessario individuare il numero sul quadrante che corrisponde alla posizione della lancetta dei minuti. Il numero indica i minuti del giorno.
Ad esempio, se la lancetta dei minuti è all’indice delle 12, sono le 00:00. Se la lancetta dei minuti è all’indice delle 6, sono le 00:30. Se la lancetta dei minuti è all’indice delle 18, sono le 06:00.
Orologi Raketa 24h sovietici e russi
Gli orologi Raketa 24h venivano utilizzati spesso in ambienti chiusi oppure al di sopra del circolo polare artico, quando non è possibile comprendere correttamente l’orario del giorno basandosi sull’osservazione del sole.
Infatti, al di sopra del circolo polare artico, il sole non tramonta mai durante l’estate e non sorge mai durante l’inverno. In questi casi, un orologio Raketa 24h è l’unico modo per conoscere l’ora corretta.
Gli orologi Raketa sono stati per lungo tempo una parte significativa della storia dell’orologeria russa, con un’eredità che si estende per decenni. Ma tra tutte le variazioni prodotte da Raketa, il Raketa Big Zero Geiger spicca come un esemplare straordinario e misterioso. In questo articolo, esploreremo la storia di questo orologio unico, la sua connessione con l’Italia e il curioso errore nel nome “Geigher”. Scopriremo anche perché il Raketa Big Zero Geiger è diventato un oggetto tanto ricercato dai collezionisti.
La Storia di Raketa Big Zero Geiger
L’Orologio Sovietico Raketa Big Zero
Per capire appieno la storia del Raketa Big Zero Geiger, dobbiamo prima esaminare il modello di base: il Raketa Big Zero. Questo orologio fu prodotto nell’Unione Sovietica dall’azienda Raketa (che significa “cometa” in russo) e divenne molto popolare negli anni ’80. Era noto per il suo design pulito, la robustezza e l’affidabilità del movimento meccanico.
Il nome “Big Zero” deriva dalla posizione della cifra “12” nell’orologio, che è stata sostituita con uno zero di dimensioni notevoli, conferendo all’orologio un aspetto distintivo. Questo stile minimalista era tipico dell’era sovietica, dove la forma doveva seguire la funzione, ma senza fronzoli.
L’Arrivo in Italia
La storia del Raketa Big Zero Geiger si intreccia con l’importazione di questi orologi in Italia. Alla fine degli anni ’80, un’azienda italiana di importazione di orologi, nota come “Mirabilia”, iniziò a importare orologi Raketa in Italia. Tuttavia, si dice che abbiano fatto qualcosa di inusuale. Mirabilia sembra aver assemblato questi orologi in Italia utilizzando pezzi originali dei Raketa Big Zero, ma con un tocco locale molto particolare.
L’Errore nel Nome: “Geigher” invece di “Geiger”
Il punto più interessante di questa storia è il nome “Geigher” anziché “Geiger”. L’errore sembra essere deliberato e potrebbe essere stato fatto per evitare potenziali problemi legati al nome “Geiger”. Il nome “Geiger” è strettamente associato a un contatore Geiger, un dispositivo utilizzato per misurare la radioattività. In un periodo in cui la sensibilità alla radioattività era elevata a causa di eventi come l’incidente di Chernobyl nel 1986, potrebbe essere stato prudente evitare qualsiasi associazione potenzialmente negativa.
Le Due Varianti del Raketa Big Zero Geiger
Il Raketa Big Zero Geiger è disponibile in due varianti principali. La prima presenta una combinazione di colori nero e ocra, mentre la seconda ha una combinazione nero e grigia. Entrambe le versioni sono estremamente rare e ricercate dai collezionisti di orologi d’epoca.
Il Fascino del Raketa Big Zero Geiger per i Collezionisti
L’orologio Raketa Big Zero Geiger ha acquisito una notevole fama tra i collezionisti per diversi motivi. In primo luogo, la sua rarità lo rende un oggetto di desiderio per coloro che cercano pezzi unici e introvabili. La combinazione di un orologio Raketa originale con l’aggiunta di un tocco italiano crea una storia affascinante.
Inoltre, il mistero legato all’errore nel nome “Geigher” aggiunge ulteriore interesse. La teoria secondo cui l’errore potrebbe essere stato intenzionale per evitare associazioni indesiderate aggiunge un elemento di intrigante speculazione.
Aneddoti e Curiosità sul Raketa Big Zero Geiger
Per completare la nostra esplorazione del Raketa Big Zero Geiger, vogliamo condividere alcune curiosità e aneddoti interessanti legati a questo orologio:
L’Identità di Mirabilia: L’azienda Mirabilia, che importò questi orologi in Italia e li assemblò, ha mantenuto una relativa segretezza sulla sua operazione. La loro identità e le motivazioni dietro la produzione di questi orologi rimangono un mistero.
Il Mercato del Collezionismo: Nel mercato del collezionismo degli orologi, un Raketa Big Zero Geiger ben conservato può raggiungere prezzi notevoli. I collezionisti cercano non solo la versione nera e ocra ma anche la rara variante nera e grigia.
L’Errore “Geigher”: L’errore nel nome è diventato una caratteristica distintiva di questi orologi. La teoria secondo cui potrebbe essere stato fatto intenzionalmente per evitare controversie è solo una delle molte speculazioni circolanti.
In conclusione, il Raketa Big Zero Geiger è un pezzo unico di storia dell’orologeria. La sua storia complessa, la connessione tra l’Unione Sovietica e l’Italia, l’errore nel nome e la sua rarità lo rendono un oggetto di culto per i collezionisti di tutto il mondo. Quindi, se hai la fortuna di trovare uno di questi orologi, tienilo stretto – hai tra le mani un pezzo di storia orologiera con una storia tutta sua.
Diamo inizio con questo video ad una serie di chiacchierate informali con diversi collezionisti di orologi russi e sovietici italiani e in questa prima intervista abbiamo la possibilità di vedere l’incredibile collezione di Marco Lucchini (A questo LINK il sito dell’attività di Marco).
Una collezione eccezionale
La collezione di Marco Lucchini non è fatta solo di pezzi rari ma anche da un’incredibile varietà di corredi originali.
Scatole in legno, in cartone, incise, pirografate, stampate.
Scatole in legno con placche in rame e custodie in legno per orologi da tasca. Krasnikoff e Molnija in edizione limitata dipinti a mano da artisti russi.
Pezzi più che rari, unici.
Molti dei pezzi in possesso, dagli anni ’90, sono pezzi più unici che rari. Anche io personalmente in più di 25 anni di collezionismo ho visto corredi particolari come quelli di Marco.
L’intervista a Marco Lucchini:
Fatta il 15 maggio 2020 via internet, a causa delle restrizioni di movimento sul territorio nazionale dovute alla Pandemia in atto.
Vostok Cosmopolis, uno degli orologi che ho cercato per più tempo.
Ho spesso visto questo orologio associato al Cosmodromo di Baikonur. Leggendo i vari forum sia nazionali che internazionali mi ero fatto l’idea fosse un orologio a tema spaziale e quindi assolutamente di mio interesse.
Si tratta di un Amphibia con cassa tonda con un particolare quadrante che mostra un grosso occhio, o così sempra, colorato di blu e di rosso su di un rettangolo con delle righe di diversi spessori verde.
In alto sulla destra del rettangolo è riportata la scritta in cirillico: КОСМОПОЛИС e in basso sulla sinistra la scritta in caratteri latini COSMOPOLIS. Da qui il nome Vostok Cosmopolis.
Si tratta di un Vostok di periodo sovietico con le classiche lancette degli Amphibia, quella delle ore a forma di freccia, metre quella dei minuti lineare e la lancetta dei secondi rossa con pallino fluorescente. La ghiera girevole bidirezionale esterna con il classico dot luminescente.
LE ATTUALI TEORIE
1) IL COSMODROMO DI BAIKONUR
Quella più semplice fa riferimento al Cosmodromo di Baikonur in Kazakistan. La scritta in cirillico e in latino fa spaziare la fantasia ponendo l’occhio come uno sguardo al futuro e via dicendo, però rimane la teoria più debole in assoluto in quanto credo che sarebbero stati più espliciti in periodo sovietico nei riferimenti all’avventura spaziale.
2) LE CITTA’ DELLO SPAZIO
Un’altra teoria la si può trovare sul forum WUS con un thread lanciato nel 2006 da Mark gordon e che è possibile trovare qui: https://forums.watchuseek.com/f10/you-say-cosmopolis-i-say-kosmopolis-31272.html Nei vari scambi si parla di una città dello spazio e si fanno ipotesi fantasiose che anche in questo caso riportano in qualche modo al Cosmodromo di Baikonur.
3) IL COSMISMO
Un altra interessante spiegazione la si può trovare nel forum italiano OROLOGIKO nel thread dedicato agli orologi spaziali. Tra i vari partecipanti l’utente “Mchap” lancia la teoria del “Cosmismo” il 22 giugno 2010:
Il “cosmismo”, finalmente ho ricordato, ha avuto tar i suoi sostenitori molti grandi scienziati russi tra i quali Konstantin Ziolkovsky, riconosciuto come il padre dell’astronautica russa. A partire dalle indicazioni su wikipedia si possono trovare molte informazioni. Lo stesso “Yuri Gagarin, il primo uomo lanciato nello spazio, nel corso del suo primo volo intorno alla Terra trasmise un imbarazzante (per le autorità sovietiche del tempo) messaggio di saluto a Nikolai Kostantinovic Rerikh (1874 -1947), pittore ed occultista russo che aveva vissuto nella regione dell’ Himalaya (5). Rerikh era un teosofo e membro dell’ A.M.O.R.C. (un’organizzazione rosacruciana), studioso di Yoga e vicino al cosmismo.” (http://www.estropico.com/id209.htm)
Konstantin Ziolkovsky viene considerato il fondatore dell’ilozoismo, cosa che mi pare errata, basta leggere cosa ne dice wikipedia:
Il termine ilozoismo (composto dal greco hýlē, “materia”, e zōé “vita”) riguarda la dottrina che concepisce la materia come una forza dinamica vivente che ha in se stessa animazione, movimento e sensibilità senza alcun intervento di principi animatori esterni. Il termine fu coniato dal filosofo inglese di impostazione platonica Ralph Cudworth (1617-1688)[1] che lo riferì al pensiero materialista di Stratone di Lampsaco e di Spinoza. Il termine fu usato anche da Kant, a proposito del giudizio teleologico, che lo intese come la dottrina che «fonda i fini della natura sull’analogo di una facoltà che agisce con intenzione, la vita della materia» Questa dottrina filosofica è presente nei filosofi presocratici, per i quali la sostanza primordiale è materiale e vivente, e negli stoici che teorizzano l’esistenza di un fuoco originario come principio animatore dell’universo. All’ilozoismo possono riportarsi i filosofi della natura rinascimentali quali Bernardino Telesio, Giordano Bruno e Tommaso Campanella i quali condividono l’idea che vi sia un sostrato materiale, di per sè inerte, che riceve vita e movimento da due forze materiali: il caldo e il freddo. Nel XIX secolo l’ilozoismo ricomparve in alcuni autori materialisti che ritenevano animati gli atomi e l’etere.
Detto questo mi sono letto il seguente pezzo da qui:
In understanding of the dialectical “One Love” we begin with an understanding of hylozoism. Hyle serves as the first principle out of which the objective Universe was formed. Hylozoism leads to pantheism, with its different forms, and finally to a philosophy called Dialectical Incarnation where “God is love and the totality of reality.” Inorganic and organic, inanimate and animate, matter and spirit, immanent and transcendent, many of our western philosophies have succumbed to dualism since philosophy’s written origin. The philosophy of hylozoism, like that of the Aum and the Tao, breaks down major elements of this dualistic understanding when it states that all material things possess life. The inanimate/animate, inorganic/organic separation is over. Most simply explained, hylozoism states that there is no such thing as inorganic matter, and everything has life. For too long humanity has believed that there is a separation between matter, as “void oflife,” and that which is “living.” This inorganic/ organic separation has been a major factor in the way modern humanity views existence. Some ancient philosophies understand that there is only One Life in all of creation, and that the universe (and all that it contains) is the outward expression of that One Life. In our western framework we call this universal entity God. It is not God and creation but God as creation that is at the root of this thought. We can see why it is, therefore, that the inorganic/organic duality is illusionary. For if there is only One Life manifesting as, and through, the cosmos, then nothing can escape the livingness of that One Life, not even “inorganic” matter.
If God is supposed to be unlike human beings with respect to his (outward) form, then Xenophanes’s detractors no doubt would ask, What then is God’s form? In the surviving fragments nothing is said about the issue, but later writers say that Xenophanes teaches that the outward form of God is spherical. Simplicius reports that Xenophanes’ view about God was that “Being homogeneous throughout he is a sphere in form”. Later Diogenes Laertius writes that for Xenophanes, “The substance of God is spherical, in no way resembling man” (Lives IX. 19). Likewise, Hippolytus comments, “He [Xenophanes] says that the God is eternal and one and similar in all directions and spherical and sentient” (Refut. 1. 12) (see also MXG, 977b 1 [A 28]; Sextus, A 35; Theodoret, A 36). As spherical, God is finite, because a sphere needs boundaries or limits (i.e., finitude) in order to be a sphere. Xenophanes’s assertion that God is spherical is puzzling, until one realizes that for him God is actually identical to the cosmos, which is a sphere; in other words, God and the cosmos are synonyms. Xenophanes’s conception of God, therefore, is pantheistic and his conception of the cosmos is monistic. Aristotle explains, “While Xenophanes, the first of these partisans of the One (for Parmenides is said to have been his pupil), gave no clear statement, nor does he seem to have grasped the nature of either of these causes, but with reference to the whole material universe he says the One is God” (Metaphysics, 986b 21-25). Aristotle does not say much about Xenophanes’ views because he considers him to be an inferior thinker, yet what he does says indicates that he knew Xenophanes to be a “partisan of the One,” as understanding the cosmos as one entity. Moreover, according to Aristotle, for Xenophanes the one cosmos is God; the all is divine. Similarly, Theodoret says about Xenophanes, “He said that the all was one, spherical and finite, not generated but eternal, and altogether unmoved” (A 36). Since the attributes of the all are the attributes of God, it follows that the all is another name for God. As God, the cosmos is sentient (as Hippolytus reports); in a sense, the cosmos is alive, aware of itself as the cosmos in all its diversity, and capable of volition. In other words, Xenophanes espouses another form of hylozoism, that matter is alive. The identification of the cosmos with God, by the way, explains why God is motionless: if God is the all, where could God go?
Allora la scritta “Cosmopolis”, città del cosmo, potrebbe essere collegata all’ilozoismo e non a Baikonur e l’occhio potrebbe essere veramente quello “cosmico”, cioè quello di Dio, dato che Cosmo e Dio sono la stessa cosa…
Citazione forum Orologiko “mat939” venerdì 16 gennaio 2009, 8:36
In rete non ho trovato molto a riguardo, almeno in inglese e in italiano.
Le informazioni riportate si possono quindi trovare a questi link:
Queste erano le uniche informazioni che fino ad oggi mi permettevano di dare un senso al quadrante dell’orologio.
LA NUOVA TEORIA
Questa mattina come al solito ho condiviso l’orologio da poco arrivato in un gruppo di collezionisti su VK chiedendo se qualcuno avesse qualche informazione riguardo al Vostok Cosmopolis in questione nonostante non avessi molte speranze a riguardo.
Mi ha invece risposto l’utente “Boshdan Boshomolov” dandomi una risposta interessante che ha scatenato una serie di ricerche che hanno portato ad una nuova teoria decisamente plausibile.
La risposta al mio Post in VK è stata la seguente:
Скорее всего на цифере логотип книжного издательства “Космополис” (примерно 1990-1991 годов). На закате СССР любили громкие названия. Вот пример изданной ими книги: “Коммерческие банки / Э. Рид, Р. Коттер, Э. Гилл, Р. Смит ; пер. с англ. А. А. Кандаурова и др.; под ред. В. М. Усоскина. – 2-е изд. – Москва : Космополис, 1991. – 480 с. : ил., табл. – Библиогр.: с. 469. – Указ. имен., предм.: с. 470-473. – Пер. изд.: Commercial banking / E. W. Reed. – ISBN 5-7008-0012-8”
citazione Boshdan Boshomolov VK 27/11/2019
Che tradotto con Google translator in italiano suona più o meno così:
Molto probabilmente, il logo della casa editrice di libri Cosmopolis (circa 1990-1991) è su un numero digitale. Al tramonto, l’URSS adorava i grandi nomi. Ecco un esempio di un libro che hanno pubblicato: “Commercial Banks / E. Reed, R. Cotter, E. Gill, R. Smith; tradotto dall’inglese di A. A. Kandaurov e altri; a cura di V. M. Usoskin. – 2a edizione – Mosca: Cosmopolis, 1991. – 480 p .: Ill., Tab. – Bibliografia: p. 469. – Nomi indicati, soggetto: pp. 470-473. – Per. : Commercial banking / EW Reed. – ISBN 5-7008-0012-8 “
Anche a questo sito è possibile vedere che la casa editrice del libro è la russa Cosmopolis: https://www.soyuz.ru/literature/1087004
L’occhio sul quadrante credo sia semplicemente il logo della casa editrice. Ben si sposa con il concetto di lettura per chi di lavoro vende libri. I colori bianco, rosso e blu all’interno dell’occhio potremmo in maniera un po’ azzardata ricondurli alla bandiera degli USA ( un po’ debole come richiamo ma non si sa mai)
In quegli anni non credo che fosse necessario depositare o registrare un logo presso qualche istituto e i metodi di stampa di allora non è detto permettessero riproduzioni di loghi in maniera semplice. La ricerca continua, ma al momento non ho la conferma che la casa editrice avesse un proprio logo.
Non quindi un omaggio al cosmodromo di Baikonur o a qualche religione esoterica ma il Vostok Cosmopolis commemora più semplicemente una casa editrice dalla vita molto breve a Mosca, all’inizio degli anni ’90.
Chiaramente non è possibile avere la certezza di quanto affermato, servirebbe la testimonianza di qualcuno che abbia avuto a che fare con la casa editrice Cosmopolis all’epoca o chi ha realizzato la bozza per l’orologio Vostok Cosmopolis. Rimane comunque per me uno degli orologi più misteriosi e affascinanti della produzione sovietica Vostok.
E’ iniziata quindi una ricerca approfondita su diversi motori di ricerca anche russi per venire a capo di questa affermazione e comprendere se rappresentasse una teoria valida.
Le informazioni riguardanti questo libro è possibile averle a QUESTO LINK
Questo libro mi ha permesso di trovare, dopo svariate ricerche, questo sito:
123308, Москва, Мневники, 7 — 1, Космополис тел. 946-45-51 факс 411253 MOTUR SU
fantlab.ru
Estratto dal sito web della Camera del libro russo: 978-5-7008 – Cosmopolis – Impresa congiunta sovietico-americana. – (M .: Cosmopolis) 123308, Mosca, Mnevniki, 7 – 1, Cosmopolis tel. 946-45-51 fax 411253 MOTUR SU
Ulteriori informazioni riguardo alla casa editrice Cosmopolis si possono trovare a questo link: https://okpo.ru/egrul_492392255b.html
Sul sito https://fantlab.ru, verificando cosa sia presente per editore, si possono vedere quattro libri.
Non posso che constatare inoltre che si tratta di quattro libri di fantascienza. Il nome Cosmopolis é quindi in un certo qual senso azzeccato.
L’ultimo “В то время я гостила на земле” del 1991 è in assoluto quello che mi ha convinto di più relativamente alla teoria di un orologio commemorativo della casa editrice Cosmopolis.
Il dettaglio riguarda una delle pagine visibili dal sito e che riporta le scritte in cirillico e latino relative alla scritta Cosmopolis molto, ma molto simili a quelle riportate sul quadrante dell’orologio
Un facile confronto permette di vedere come le scritte si assomiglino e la presenza di entrambi i caratteri, dovuti probabilmente alla doppia anima dell’editore, che ricordiamo essere una società americano/sovietica, unito alla presenza della data: 1991 compatibile con il periodo dell’orologio su cui è presente la scritta in cirillico “Made in USSR”, mi fa pensare che il Vostok Cosmopolis sia in realtà un orologio commemorativo della Casa Editrice Cosmopolis di Mosca.
Anche a questo sito è possibile vedere che la casa editrice del libro è la russa Cosmopolis: https://www.soyuz.ru/literature/1087004
L’occhio sul quadrante credo sia semplicemente il logo della casa editrice. Ben si sposa con il concetto di lettura per chi di lavoro vende libri. I colori bianco, rosso e blu all’interno dell’occhio potremmo in maniera un po’ azzardata ricondurli alla bandiera degli USA ( un po’ debole come richiamo ma non si sa mai)
In quegli anni non credo che fosse necessario depositare o registrare un logo presso qualche istituto e i metodi di stampa di allora non è detto permettessero riproduzioni di loghi in maniera semplice. La ricerca continua, ma al momento non ho la conferma che la casa editrice avesse un proprio logo.
Non quindi un omaggio al cosmodromo di Baikonur o a qualche religione esoterica ma il Vostok Cosmopolis commemora più semplicemente una casa editrice dalla vita molto breve a Mosca, all’inizio degli anni ’90.
Chiaramente non è possibile avere la certezza di quanto affermato, servirebbe la testimonianza di qualcuno che abbia avuto a che fare con la casa editrice Cosmopolis all’epoca o chi ha realizzato la bozza per l’orologio Vostok Cosmopolis. Rimane comunque per me uno degli orologi più misteriosi e affascinanti della produzione sovietica Vostok.
L’orologio Vostok Komandirskie Tank è uno degli orologi russi più iconici e diffusi. Con il suo design robusto e militare, ha catturato l’immaginazione di collezionisti e appassionati di tutto il mondo. Un particolare dettaglio del quadrante, ovvero la stilizzazione di un carro armato, ha suscitato numerose speculazioni: quale modello specifico di carro armato è rappresentato?
Caratteristiche del Vostok Komandirskie
Prodotto dal Chistopol Watch Factory, il Vostok Komandirskie è sinonimo di qualità e robustezza. È noto per essere stato progettato per resistere a condizioni estreme, e il suo design riflette l’orgoglio militare sovietico.
Vostok Komandirskie Tank
Quale Carro Armato è Raffigurato?
T-34/85: Questo è uno dei carri armati più famosi della Seconda Guerra Mondiale. Celebrato per la sua efficacia sul campo di battaglia, il T-34/85 è spesso considerato il simbolo della potenza militare sovietica. La sua forma distintiva e il suo ruolo cruciale nella guerra fanno di questo modello un candidato probabile per la stilizzazione sul quadrante.
T-62: Un altro modello suggerito dagli esperti è il T-62. Questo carro armato rappresenta un’evoluzione tecnologica rispetto ai suoi predecessori e possiede caratteristiche stilistiche che potrebbero corrispondere alla stilizzazione presente sull’orologio.
IS-2: Il carro armato pesante IS-2, noto per il suo potente cannone e la sua armatura spessa, è stato fondamentale durante le battaglie della Seconda Guerra Mondiale. Anche questo modello è stato considerato come possibile ispirazione.
Cenni al Film T-34
Il film russo “T-34”, uscito nel 2019, offre uno sguardo emozionante e avvincente su questo leggendario carro armato. Ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale, il film segue un giovane comandante di carri armati sovietico, interpretato da Alexander Petrov, che viene catturato dai tedeschi. Utilizzando un T-34, riesce a orchestrare una fuga audace. La trama mette in luce l’ingegnosità e il coraggio dei soldati sovietici, rendendo omaggio al T-34 come simbolo di resistenza e vittoria. Questa rappresentazione cinematografica ha riacceso l’interesse per il carro armato e potrebbe rafforzare l’ipotesi che il modello raffigurato sul quadrante del Vostok Komandirskie sia proprio il T-34/85. https://en.wikipedia.org/wiki/T-34_(film)
Discussioni e Fonti
Le discussioni su quale carro armato sia rappresentato continuano su vari forum e siti specializzati. Ad esempio, Wikipedia e meshok.net offrono approfondimenti e speculazioni sulla questione. Inoltre, i gruppi di appassionati su piattaforme come VK e forum dedicati agli orologi sovietici forniscono ulteriori suggerimenti e teorie.
Conclusioni
Identificare con precisione il modello di carro armato rappresentato sul quadrante del Vostok Komandirskie Tank rimane un mistero, ma le ipotesi più accreditate sono il T-34/85 e il T-62. La stilizzazione rende difficile una conferma definitiva, ma queste due ipotesi rimangono le più probabili.
Per ulteriori dettagli e discussioni, ti consiglio di visitare i link alle fonti e ai forum sopra menzionati, dove la comunità degli appassionati continua a condividere informazioni e opinioni su questo affascinante dettaglio storico.
Il Raketa Marine, un classico tra gli orologi russi con un piccolo segreto…
Il Raketa Marine è uno dei miei classici preferiti, uno degli orologi Raketa 24h più famosi e più ricercati. Prodotto sia durante il periodo sovietico che russo. Spesso elencato dai collezionisti come un “must have” per iniziare o completare una collezione. Uno degli orologi russi dal punto di vista estetico più gradevoli.
Se guardiamo con attenzione il quadrante possiamo distinguere facilmente tre funzioni principali.
1) Raketa Marine – Orario 24h
L’orologio monta un calibro Raketa 2623.H ( quindi 26mm di diametro, carica solo manuale, 24h con antishock). QUI una piccola guida sui calibri russi. E’ quindi un tipico, se non il tipico orologio russo 24h. La lettura dell’ora non è così complessa come si possa credere, basta considerare semplicemente che la lancetta delle ore effettua un giro in un giorno completo e non due volte come negli orologi a cui siamo abituati. Questo comporta uno sfasamanto tra gli indici delle ore e quelli dei minuti che approfondiremo successivamente. L’orologio nelle sue varie versioni, russa, sovietica e con marchio di qualità GOST, differisce veramente di poco. Il Raketa Marine risulta sempre ben visibile e ben leggibile.
2) Raketa Marine – Turni di guardia
Una delle caratteristiche distintive di quest’orologio è la ghiera girevole interna, regolabile da una apposita corona posta sotto quella di carica ad ore “8”. La ghiera ha un utilizzo molto semplice e serve ad identificare gli orari dei turni di guardia. Questi ultimi in marina sono fatti da 4 ore di guardia e 4 ore di riposo. I tre turni di guardia e i tre turni di riposo compongono quindi nella loro totalità le 24 ore. La ghiera è girevole per impostare comodamente l’inizio del primo turno. A questo punto iniziano però i misteri del Raketa Marine… Il fatto che uno dei turni di 4 ore sia in rosso e gli altri due in blu ha un qualche significato, o serve solo per evidenziare quello che è il primo turno? L’ esperienza mi insegna che i russi sono molto precisi e non fanno mai le cose a caso. Su quest’aspetto devo ancora indagare, anche se probabilmente l’ipotesi di indicazione del primo turno rimane la più plausibile.
[EDIT: 05/03/2022] E’ presente in internet anche un’altra teoria che riguarda le linee tratteggiate sul quadrante. Secondo alcuni indicano ai marinai l’orario delle docce. Da quanto mi è stato detto la questione è stata trattata su alcuni forum russi, sembra watch.ru, ma personalmente non riesco a trovarne traccia.
3) Raketa Marine – Silenzio Radio
Ma il mistero più fitto che circonda da tempo il Raketa Marine, che spero di aver risolto una volta per tutte (magari per qualcuno era chiaro, ma molte persone, se interpellate non hanno saputo dare risposta ), riguarda le linee blu presenti sul quadrante tra le ore 6:00 e 7:00 e tra le 18:00 e le 19:00. Si tratta di questi simboli grafici a cui risulta non molto intuitivo dare uno scopo all’interno del giorno. Il “mistero” del Raketa Marine si risolve come al solito con una attenta osservazione e una ricerca un po’ approfondita.
Come dicevo prima i russi sono decisamente precisi e osservando bene il quadrante di questo orologio russo si può osservare come le linee siano di colore blu, come gli indici dei minuti e non come quelli delle ore, che sono neri.
Se si pone ancora più attenzione si vede che le righe sono allineate con gli indici dei minuti e non con quelli delle ore. Fatta quest’osservazione e raccolte informazioni relative a cosa possa succedere per tre minuti ogni mezz’ora e non per due ore ogni 24 si trova riscontro in una pratica ben conosciuta all’interno delle navi (su di un Raketa Marine tutto prende senso) e cioè il “periodo di silenzio radio“.
L’animazione aiuta a comprendere correttamente quanto sopra esplicitato.
Cosa è il “Radio Silence”?
In maniera molto semplicistica si tratta di alcuni minuti ( precisamente i minuti 15-16-17 e 45-46 e 47 di ogni ora ) in cui si chiede agli operatori radio di non effettuare trasmissioni ma di mettersi in ascolto per permettere di captare eventuali SOS lanciati da navi in pericolo. Questo periodo riguarda solo la frequenza di ascolto telegrafica di 500 mHz. Esiste anche un altro periodo di acolto di una frequenza diversa per captare eventuali messaggi radio di MAYDAY.
L’argomento può essere approfondito a questa pagina in inglese: RADIO SILENCE
GLI OROLOGI RADIO ROOM OLTRE AL RAKETA MARINE
In rete si trovano molti esempi e due spesso usati sono di famosi orologi sovietici:
Probabilmente per questioni legate alla leggibilità del quadrante dell’orologio è stato evidenziato solo il periodo relativo alle tramissioni telegrafiche da 500 kHz.
La pratica di ascolto sulle onde medie alla frequenza di 500 kHz è andata in disuso nel 1999 dopo circa 90 anni, sostituita da sistemi decisamente più moderni e affidabili. All’epoca di progettazione del Raketa Marine quindi la pratica era ancora in uso.
QUI interessanti approfondimenti su l’utilizzo di questa frequenza.
Spero che con questo ragionamento si possano considerare dissipati tutti i dubbi che hanno circondato quelle piccole linee blu presenti sul quadrante del Raketa Marine.
A ben vedere però esistono molti “Radio Room Clock” che riportano solo questa fascia. Sono probabilmente di periodo precedente all’introduzione di quello completo con le 4 fasce di ascolto orarie.
Qui sotto ne vediamo un esempio storico.
La recensione di Russian Watches Review su Youtube
Mi permetto qui sotto di evidenziare la videorecensione dell’amico Karl ( QUI IL SUO CANALE YOUTUBE) che spero in qualche modo di aver aiutato a risolvere il mistero. 😉
Una delle caratteristiche principali degli orologi sovietici è che contengono solo ed esclusivamente calibri sovietici, prodotti in URSS. La qualità può variare a seconda delle fabbriche, con momenti di eccellenza e altri più difficili.
I codici sui passaporti degli orologi sovietici
I codici usati per identificare i calibri sovietici sono stati sviluppati e standardizzati negli anni ’60. Questi codici si trovano sui passaporti che accompagnavano ogni orologio prodotto in epoca sovietica. Per una guida completa sul passaporto di un orologio sovietico, puoi consultare questo articolo.
Passaporto sovietico Vostok 2609A
Decifrazione dei codici
Il codice del calibro è composto di quattro cifre e una o due lettere. Dopo la caduta dell’Unione Sovietica, sono stati aggiunti più codici e le due cifre finali in molti casi sono diventate tre. La struttura del codice è la seguente:
Le prime due cifre: rappresentano il diametro del calibro in millimetri.
Le seconde due/tre cifre: rappresentano le caratteristiche peculiari del calibro.
Le lettere: a seguire rappresentano le varianti avvenute nel corso del tempo.
Calibri con le medesime caratteristiche prodotti da ditte diverse hanno lo stesso codice, ma ciò non significa che siano identici. Normalmente, il calibro viene identificato attraverso la ditta produttrice seguita dal codice identificativo del calibro.
Esempio di calibri con stesso codice:
Slava 2416
Vostok 2416
Poljot 2416
Tutti e tre i calibri hanno un diametro di 24mm e il 16 li identifica come automatici, con secondi centrali, data e shockproof.
Vostok 2409: Un calibro manuale con 17 rubini, noto per la sua affidabilità.
Vostok 2414A: Un calibro manuale con 17 rubini, dotato di protezione antiurto, con una frequenza di 19.800 alternanze all’ora e una riserva di carica di circa 36 ore (Watches You Can Afford) (Vostok-Watches24).
Vostok 2416b: Un calibro automatico con 31 rubini, conosciuto per la sua durata e precisione.
Poljot:
Poljot 2609h: Un calibro sveglia meccanico molto apprezzato per la sua precisione.
Poljot 3133: Un calibro cronografo manuale con 23 rubini, noto per la sua robustezza e precisione, utilizzato in molti orologi da pilota.
Slava:
Slava 2414: Un calibro manuale con 21 rubini, conosciuto per la sua affidabilità e semplicità.
Slava 2427: Un calibro automatico con 26 rubini, apprezzato per la sua durata e precisione.
Raketa:
Raketa 2609.HA: Un calibro manuale con 19 rubini, famoso per la sua semplicità e durata.
Raketa 2627.H: Un calibro automatico, noto per la sua robustezza e precisione.
Risorse online
Per identificare i calibri e ottenere ulteriori informazioni, una risorsa utile, dopo la modifica del sito è 17jewels.info.
Queste informazioni e risorse sono fondamentali per iniziare a comprendere la complessità del mondo dell’orologeria russo/sovietica e per verificare l’originalità e la coerenza degli orologi che si possiedono o si intendono acquistare.
Considerazioni finali
La conoscenza dei calibri russo/sovietici permette di capire al volo quando si è in presenza di orologi assemblati o non coevi. Il riconoscimento accurato dei calibri è essenziale per collezionisti e appassionati di orologi sovietici. Tutte le immagini dei calibri provengono dai siti: Ranfft Watches e da 17jewels.info.
Nota: L’argomento è lungo e complesso oltre che avere al suo interno molte sfaccettature. Questa è solo una piccola introduzione per iniziare a comprendere la complessità del mondo dell’orologeria russo/sovietica.
Spero che questa guida ti sia stata utile. Per ulteriori approfondimenti, continua a seguire il nostro blog e visita le risorse consigliate.
Non è frequente, ma ogni tanto anche una collezione di orologi sovietici o russi può guadagnare l’attenzione e l’apprezzamento di chi non è esperto del settore. Questa affascinante nicchia del collezionismo è stata recentemente portata sotto i riflettori grazie a un’intervista pubblicata dalla testata “Collezionare”, disponibile sia in formato cartaceo che digitale (www.collezionare.com).
La Rivista “Collezionare”
La rivista “Collezionare” è una testata specializzata nel mondo del collezionismo, offrendo approfondimenti, notizie e interviste su una vasta gamma di oggetti da collezione. Dal vintage all’antiquariato, passando per il collezionismo moderno, la rivista rappresenta una fonte autorevole e aggiornata per gli appassionati. Disponibile sia in versione cartacea che online, “Collezionare” si distingue per la qualità dei suoi contenuti e per la passione con cui racconta storie di collezionisti e delle loro raccolte uniche.
Due anni fa, ho contattato diverse testate giornalistiche legate al collezionismo per promuovere la collezione di pubblicità Pirelli di mio padre, tra cui la testata “Collezionare”. L’intervista fatta a mio padre è possibile trovarla a questo link. Visto il contatto già presente in rubrica, un paio di mesi fa ho deciso di ricontattare la giornalista che ha realizzato l’intervista, proponendole di parlare anche della mia collezione di orologi russo/sovietici. Dopo qualche giorno, la giornalista mi ha ricontattato per fissare una intervista telefonica.
Il 14 aprile 2018 è stata pubblicata la versione online dell’intervista, che è possibile leggere a questo link.
Lancette Sovietiche
L’orologeria russa nella collezione di Andrea Manini, quarantaquattrenne milanese che dal 1992 ha raccolto oltre 400 esemplari. “La cosa che mi diverte molto è che, diversamente dagli orologi svizzeri, quelli russi celano sempre una storia da raccontare”.
Le Storie dietro gli Orologi Sovietici
Molte sono le storie che ruotano intorno all’orologeria sovietica. Tra tutte, quelle che riguardano Jurij Gagarin, il primo uomo a conquistare lo spazio, sono le più controverse. Infatti, quale fosse l’orologio indossato dal cosmonauta russo durante quella celebre missione del 1961, nessuno lo può dire con precisione. C’è chi sostiene che indossasse un orologio della Poljot – in cirillico Полет – modello Sturmanskie, prodotto dalla Prima Fabbrica di Orologi di Mosca e passato alla storia come il corrispettivo russo dello Speedmaster portato in missione lunare prima da Armstrong, poi da Buzz Aldrin. Altri invece, sostengono che fosse il Tipe One fabbricato dalla Sturmanskie – Штурманские –, citando come prova schiacciante la fotografia in cui l’astronauta indossa sopra la tuta rossa proprio questo modello. “Ma chi può dirlo con certezza? Magari si tratta di uno scatto rubato durante una semplice esercitazione?”. Con questo interrogativo il collezionista Andrea Manini, quarantaquattrenne milanese, ci sottolinea quanto a volte siano misteriose le storie di questi famosi segnatempo.
L’Influenza della Storia sull’Orologeria Sovietica
La fine dell’Unione Sovietica nei primi anni Novanta ha segnato l’inizio di una nuova era per l’orologeria russa in Italia. Andrea, come molti altri appassionati, ha iniziato la sua collezione nel 1992, l’anno successivo alla dissoluzione dell’URSS. “Il 1992 è per me l’anno zero, quello in cui inizio ad avvicinarmi a questi bellissimi orologi. In quell’anno, il primo dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, tutte le merci particolari provenienti dall’ex URSS diventano molto ricercate e anche gli orologi russi cominciano ad entrare nelle nostre gioiellerie. Nel corso degli anni ho incrementato la mia raccolta, raggiungendo circa quattrocento esemplari.”
Le Prime Scoperte
Il primo acquisto di Andrea è stato un orologio da polso Vostok – in cirillico Восток – chiamato Komandirskie. “L’aspetto militare e il razzo disegnato sul quadrante mi hanno attratto e solo in un secondo momento ho scoperto che quell’orologio era un modello della Vostok chiamato Komandirskie e che il razzo vettore disegnato era il celebre Vostok 1 con il quale Gagarin nel 1961 ha orbitato intorno alla terra.”
Categorie di Collezione
Gli orologi russi sono suddivisi in diverse categorie di raccolta. Andrea si concentra principalmente sulle avventure spaziali russe e sugli orologi sovietici creati per il mercato italiano. Esistono anche altri filoni come quello delle esplorazioni polari sovietiche e quello dedicato alle ferrovie russe, in particolare la linea BAM.
La Storia dell’Orologeria Russa
L’orologeria russa ha una storia complessa che si interseca con la storia sociale, politica e militare del Paese. Durante il periodo degli Zar, gli orologi erano prodotti principalmente da botteghe artigianali. Con l’avvento dell’Unione Sovietica, la produzione di orologi è diventata una necessità per fornire sia i civili che i militari. I primi esemplari erano da tasca, ma gradualmente si è passati alla fabbricazione di orologi da polso.
Le Fabbriche di Orologi
Le numerose aziende sorte in Unione Sovietica avevano nomi ispirati alla guerra o alle avventure nello spazio. “La Prima Fabbrica Moscovita di Orologi, diventata in un secondo momento la Poljot – Полет – che tra le tante cose vuol dire volo, la Raketa – Pакета – significa razzo, la Pobeda – Победа – vuol dire vittoria, dedicata alla Seconda Guerra Mondiale.”
Esportazione e Marketing
Negli anni Sessanta e Settanta, gli orologi sovietici erano esportati a prezzi bassi per favorire l’export. Questo era una strategia imposta dallo Stato. In Italia, l’orologeria russa è stata spesso sottovalutata a causa della vicinanza con la Svizzera. Tuttavia, i russi avevano capito l’importanza del marketing e crearono orologi con loghi adatti all’export o modelli ad hoc per determinati mercati.
Modelli Rari
Tra i modelli più rari della collezione di Andrea vi è un Raketa Big Zero con il quadrante in Nefrite, una pietra dura di colore verde simile alla Giada. Trovare i modelli più rari non è facile, soprattutto online dove spesso si trovano pezzi falsi o assemblati.
Consigli per i Collezionisti
Per evitare di acquistare falsi, Andrea consiglia di consultare collezionisti più esperti e affidabili. “Oggi esistono numerosi forum e gruppi in cui è possibile scambiare pareri e consigli.”
Questa collezione di orologi sovietici/russi, con la sua ricca storia e i suoi intriganti modelli, continua a catturare l’interesse non solo degli appassionati ma anche di chi è nuovo al mondo del collezionismo.
Tre pinguini e un orso polare sul quadrante di un Vostok Buran
Oggi al polso abbiamo un interessante orologio made in CCCP, a mio parere sottovalutato, specialmente in Italia, dato che non se ne conosce veramente il significato storico. Molte congetture si trovano nella rete ma ben poche hanno radici fondate. L’orologio in questione è il Vostok Buran dedicato all’Aviazione Polare sovietica, in cirillico Полярная авиация.
Vostok Polar aviation
Il quadrante dell’orologio Polar Aviation
Si possono distinguere due zone ben distinte.
Nella parte superiore, un semicerchio azzurro con la scritta in cirillico BURAN (Буран, che significa tempesta di neve) e all’interno un orso bianco, animale tipico dell’emisfero boreale e quindi del Polo Nord.
Nella parte inferiore, tre pinguini, animali tipici dell’emisfero australe e quindi del Polo Sud, e il logo che rappresenta oggi la Aeroflot.
Ad oggi bisogna considerare la Polar Aviation come una sussidiaria della Aeroflot i cui servizi sono svolti sotto un unico marchio.
Le testimonianze fotografiche della Polar Aviation
Istituzione e Funzionamento
L’Aviazione Polare Sovietica (Полярная авиация) è stata istituita nel 1934. Serviva tutte le rotte polari e collegava i paesi più remoti e le stazioni scientifiche nelle due regioni artiche del pianeta.
Collegamenti e Incidenti
Dai report indicati nel sito russianplanes.net, è possibile vedere come la storia della Polar Aviation sia stata purtroppo costellata di incidenti e in qualche caso anche di disastri. Serviva anche molte isole artiche, diventando un riferimento importante per gli abitanti per la posta, le medicine e i rifornimenti alimentari.
Vita nelle Isole Artiche
Interessante è il sito ponti59.narod.ru (in russo), che racconta la storia e la vita degli abitanti dell’isola di Dikson. In molte foto storiche si possono vedere aerei ed elicotteri della Polar Aviation Sovietica.
L’orologio Vostok Buran
L’orologio Vostok Buran monta un calibro Vostok 2409, è meccanico manuale e presenta una cassa cromata. Questo modello era stato realizzato specificamente per il mercato italiano, come evidenziato da un articolo della stampa italiana del 19 dicembre 1989. Secondo l’articolo, il Vostok Buran rappresentava un tentativo di entrare nel mercato occidentale con un prodotto di alta qualità e dal design unico, evocando il prestigio e l’affidabilità della tecnologia sovietica.
L’orologio è ben fatto e piacevole da portare. Rilasciato principalmente per il mercato italiano (si riconosce dal tipico fondello degli orologi realizzati per questo mercato e dal cinturino in pelle di discreta qualità marchiato in più punti), merita un posto di rilievo nella collezione di un appassionato di orologi russi.
Curiosità: Orso Polare e Pinguini
Un aspetto curioso di questo orologio è la rappresentazione di un orso polare e tre pinguini. Questa scelta iconografica riflette una verità biologica: gli orsi polari vivono esclusivamente nell’emisfero nord, mentre i pinguini si trovano solo nell’emisfero sud. Questo dettaglio aggiunge un ulteriore livello di significato e simbolismo all’orologio.
Conclusione
Per ulteriori dettagli sulla storia dell’Aviazione Polare Sovietica, ti invito a visitare i link indicati e a esplorare le affascinanti storie e immagini legate a questo importante capitolo dell’aviazione.
Oggi voglio parlarvi di un orologio speciale della mia collezione: un Vostok Komandirskie realizzato per il mercato italiano negli anni ’80. Questo modello è particolarmente interessante grazie a un badge distintivo sul quadrante, che richiama il mondo militare sovietico.
Caratteristiche del Vostok Komandirskie Aviazione
Il Vostok Komandirskie Aviazione appartiene a una serie di orologi con cassa Komandirskie 341XXX, calibro 2414A, ghiera in bachelite e un quadrante dal design pulito e ben realizzato. Il badge sul quadrante è un emblema usato sugli accessori degli ufficiali piloti di alto rango dell’aeronautica sovietica, rendendo questo orologio un pezzo di grande valore storico.
Vostok Komandirskie Soviet Air Force Emblem
Il Badge dell’Aeronautica Sovietica
Il badge presente sul quadrante è simbolo distintivo degli ufficiali piloti di alto rango. Questi emblemi erano usati per identificare i gradi e le qualifiche all’interno delle forze aeree. I badge erano spesso composti da ali dorate sormontate da una stella rossa, simbolo del comunismo sovietico. Questi distintivi erano indossati sugli uniformi e rappresentavano non solo il grado, ma anche l’unità di appartenenza e le qualifiche professionali ottenute.
Durante gli anni ’50 e ’60, vari distintivi di qualificazione furono introdotti per diverse specializzazioni, come piloti e tecnici aeronautici. Ad esempio, i distintivi di “Ottimo Pilota” e “Ottimo Aviatore” erano concessi a coloro che dimostravano eccellenti capacità e competenze nel loro campo. Questi badge erano fatti di metallo prezioso e spesso decorati con smalti colorati per renderli visivamente distintivi e prestigiosi (Я-коллекционер) (LiveJournal).
Distribuzione e Marchiatura
L’orologio, prodotto per il mercato italiano negli anni ’80, è marchiato CCCP e veniva distribuito in Italia dalla Time Trend. Nonostante la sua diffusione, rimane un pezzo fondamentale per i collezionisti di orologi sovietici, rappresentando un interessante mix di artigianato orologiero e storia militare.
Conclusione
Il Vostok Komandirskie Aviazione con il badge dell’aeronautica sovietica non è solo un orologio, ma un pezzo di storia. Questo modello rende omaggio agli ufficiali piloti di alto rango, rappresentando un simbolo di orgoglio e prestigio all’interno delle forze armate sovietiche. Se siete appassionati di storia o di orologi, questo modello è sicuramente un’aggiunta preziosa alla vostra collezione.
Nella sezione Vostok del mio sito, potete trovare la serie completa di orologi sovietici commemorativi destinati al mercato italiano, ognuno con una storia unica e affascinante.
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