Il Mistero Svelato: L’Orologio Commemorativo della Centrale Nucleare di Zaporizhzhia

Il Mistero Svelato: L’Orologio Commemorativo della Centrale Nucleare di Zaporizhzhia

Zaporizhzhia è la risposta al quesito che ha appassionato molte persone per parecchio tempo. Il 31 dicembre 2020, sul gruppo Facebook “Orologi Russi che Passione”, l’utente Gianfranco ha postato una foto di un orologio chiedendo informazioni su di esso:

Ipotesi iniziali

Le risposte dei membri del gruppo e di altri collezionisti sono state molteplici. Riassumo alcune ipotesi per curiosità:

  • Osservatorio astronomico
  • Strumento di precisione
  • Obiettivo fotografico
  • Telaio per tessuti
  • Microcircuito

Nessuna di queste ipotesi si è però rivelata esatta.

La scoperta casuale

La soluzione è emersa per caso mentre stavo scrivendo in questo stesso blog la descrizione di un orologio commemorativo dei 10 anni di attività della centrale nucleare di Zaporizhzhia.

La storia della centrale nucleare di Zaporizhzhia

La centrale nucleare di Zaporizhzhia è la più grande centrale nucleare d’Europa e una delle dieci più grandi al mondo. Situata vicino alla città di Enerhodar, in Ucraina, la sua costruzione è iniziata nel 1980, e il primo reattore è stato messo in funzione nel 1984. La centrale è composta da sei reattori VVER-1000, ciascuno con una capacità di produzione di 1.000 megawatt, rendendo la capacità totale della centrale di 6.000 megawatt.

La centrale è stata un simbolo di progresso tecnologico e industriale per l’Unione Sovietica e, successivamente, per l’Ucraina indipendente. Negli anni, ha svolto un ruolo cruciale nella fornitura di energia elettrica per il paese e per la regione circostante.

Il significato del quadrante

Grazie a questa scoperta, il quadrante misterioso ha ora una soluzione. Si tratta di uno dei Raketa commemorativi dei 10 anni di attività dell’impianto nucleare di Zaporizhzhia.

La sagoma nera rappresenta gli edifici contenenti i reattori nucleari. Nella foto sottostante è possibile vedere come abbiano una cupola sulla sommità e, a lato, un edificio più basso, probabilmente sede delle turbine a vapore. Anche l’edificio che contiene il reattore ha una forma particolare che ricalca la sagoma presente sul quadrante dell’orologio.

I raggi gialli e neri verticali che attraversano la sagoma nera probabilmente rappresentano l’energia nucleare o l’energia in senso generale.

La timeline della centrale

Come si evince dalla timeline presente sul sito ufficiale della centrale nucleare di Zaporizhzhia, il primo reattore nucleare è entrato in funzione nel 1984, e successivamente, nel 1994, sono stati completati ulteriori reattori.

La situazione attuale nel 2024

Nel 2024, la centrale nucleare di Zaporizhzhia rimane un punto focale non solo per l’Ucraina ma anche per la comunità internazionale, in particolare a causa della situazione geopolitica nella regione. Per informazioni aggiornate, puoi visitare il sito dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA), che monitora la sicurezza e l’operatività delle centrali nucleari a livello globale.

Il quadrante misterioso è dunque un omaggio alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, un dettaglio che arricchisce la storia di questo particolare modello di orologio Raketa. Questo pezzo rappresenta un esempio affascinante di come oggetti di uso quotidiano possano racchiudere storie e significati profondi, legati a momenti importanti della storia industriale e tecnologica.

Raketa ЗАЭС- 10 anni centrale nucleare Zaporizhzhia: Energia atomica, orologi russi e diaspro rosso

russian watch Raketa 10 years Zaporizhzhia

Tra gli orologi russi e sovietici che preferisco ci sono i Raketa con quadrante in pietra. Ne posseggo diversi e ognuno è unico proprio per la particolare trama della pietra. Le due pietre più usate sono il Diaspro (Jasper in inglese) e la Nefrite (Nephrite in inglese).

Storia e Maestria dei Quadranti in Pietra Raketa

In prima battuta ci si potrebbe chiedere come mai vengano prodotti dalla Raketa orologi con il quadrante in pietra. La motivazione è decisamente semplice e nasce dalle origine della fabbrica di orologi di Petrodvorets. La fabbrica in origine era denominata Officina imperiale per la lavorazione di pietre preziose e venne realizzata per volontà dello zar Pietro il Grande alla fine del 1721. È quindi normale che la capacità di lavorazione delle pietre preziose e semi-preziose venga applicata anche agli orologi. Nella pagina del sito dedicata al marchio Raketa è possibile trovare diversi esempi sia in Nefrite che in Diaspro.

Raketa 10 Anni Zaporizhzhia Commemorativo

Di questo orologio ne esistono almeno due versioni conosciute: una generica e un’altra commemorativa per i 10 anni della centrale nucleare di Zaporizhzhia. L’orologio in mio possesso è la versione commemorativa dei 10 anni, in quanto è presente un “10” in numeri romani (X) sul quadrante in bianco. Nella versione standard tale “X” non è presente. Dalle informazioni che si possono ricavare dalla pagina ABOUT US del sito ufficiale della centrale nucleare, la partenza del primo reattore è avvenuta nel 1984, di conseguenza l’orologio Raketa ЗАЭС commemorativo dei 10 anni è del 1994, in periodo post-sovietico.

Caratteristiche Uniche del Raketa ЗАЭС

Sul quadrante in pietra sono presenti due sovrastampe (la tipica tecnica usata per i quadranti in pietra). La prima, dorata, con l’indicazione dei minuti nella parte esterna del quadrante, il simbolo dell’atomo e la scritta “ЗАЭС” sovrapposta a delle righe orizzontali. La seconda di colore bianco riporta gli indici delle ore in numeri arabi tranne ad ore 6 e 12, dove viene riportato una sorta di ingranaggio/sole. In bianco anche il 10 in numeri romani (X) ad indicare i 10 anni di attività della centrale nucleare.

Centrale Nucleare di Zaporizhzhia

Questo è il nome della Zaporizhzhia Nuclear Power Plant, ossia della centrale nucleare di Zaporizhzhia nell’attuale Ucraina. La centrale è di origine sovietica e la sua costruzione è stata decisa nel 1977. Attualmente (2021) è ancora in funzione ed è previsto il suo spegnimento in varie fasi tra il 2030 e il 2041. La centrale nucleare di Zaporizhzhia è la più grande centrale d’Europa e una delle 10 più grandi al mondo.

Questi i tre link principali che forniscono le informazioni sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia:

L’orologio Raketa ЗАЭС

Inconfondibile la sagoma della cassa Raketa Zero dorata usata per impreziosire questo orologio. Le forme semplici della cassa ben si sposano con la complessità del quadrante. Le lancette sono di conseguenza dorate e sottili. Il retro dell’orologio è semplice, con il fondello in acciaio inossidabile e il seriale n° 885 inciso sul fondello.

Specifiche Tecniche

Il calibro è un Raketa R2609 19 rubini con scritte in inglese pensato per l’esportazione. Uno degli stone dial più belli presenti nella mia collezione e un orologio abbastanza difficile da trovare, soprattutto in versione commemorativa del 1994. Probabilmente un omaggio agli azionisti o al personale della centrale nucleare.

Raketa Zero KGB: Un Orologio Tra Storia e Simbologia Hindu

russian watch Raketa KGB Cosmogony

L’orologio Raketa Zero KGB non è solo un oggetto funzionale ma anche un veicolo di significati simbolici profondi. Esaminiamo prima le sue caratteristiche tecniche e poi i simboli presenti sul quadrante e il loro significato.

Caratteristiche dell’Orologio

Il Raketa Zero KGB è un esempio di orologio sovietico con una cassa in ottone cromato. Ecco alcune delle sue specifiche principali:

  • Cassa: Ottone cromato, che conferisce un aspetto robusto e allo stesso tempo elegante.
  • Movimento: Il Raketa Zero KGB è alimentato dal calibro 2609, un movimento meccanico manuale. Questo calibro è noto per la sua affidabilità e semplicità.
  • Quadrante: Il quadrante presenta tre elefanti che sorreggono una piattaforma erbosa con una stilizzazione del Cremlino di Mosca e la scritta “KGB” in cirillico sotto di essi.
  • Funzioni: Solo tempo, senza complicazioni aggiuntive.

Link di approfondimento sul calibro 2609:

russian watch Raketa KGB Cosmogony
Raketa KGB Cosmogony

Il Quadrante del Raketa Zero KGB

Il quadrante del Raketa Zero KGB è ricco di simboli che raccontano una storia complessa e affascinante.

Gli Elefanti

Nella mitologia indiana, così come in altre culture, gli elefanti sono spesso raffigurati come creature di grande forza e stabilità. Sono associati a saggezza, potere e longevità. Nella cosmologia induista, il mito di Akupāra descrive una tartaruga che sorregge quattro elefanti, i quali a loro volta sostengono il mondo. Questo simbolismo è ricco di significati:

  • Stabilità e Forza: Gli elefanti rappresentano la base solida su cui poggia il mondo, simboleggiando la stabilità e la forza necessarie per sostenere grandi strutture o concetti.
  • Sostenibilità e Supporto: La presenza degli elefanti suggerisce un supporto robusto e affidabile, qualità che si riflettono nelle funzioni vitali delle istituzioni o delle nazioni.

Link di approfondimento:

Il Cremlino

Il Cremlino di Mosca è un simbolo potente della Russia. Non solo rappresenta il centro del potere politico e militare, ma è anche un simbolo culturale e storico:

  • Potere Politico: Essendo la sede del governo russo, il Cremlino simboleggia l’autorità e il controllo.
  • Identità Nazionale: Rappresenta la continuità e la storia della Russia, evocando immagini di grandezza e orgoglio nazionale.

Link di approfondimento:

La Scritta “KGB”

Il KGB (Комитет государственной безопасности) era il principale servizio di sicurezza dell’Unione Sovietica. La sua presenza sul quadrante dell’orologio può essere interpretata in vari modi:

  • Fondamento del Potere: Il KGB è spesso visto come il guardiano dello stato sovietico, fondamentale per la sicurezza e la stabilità interna. La sua rappresentazione come base degli elefanti sottolinea il suo ruolo come fondamento su cui si basa la nazione.
  • Simbolo di Controllo e Sorveglianza: Rappresenta anche il controllo e la sorveglianza che il KGB esercitava sulla popolazione, mantenendo l’ordine e il potere del governo.

Link di approfondimento:

La Visione del Mondo a Tartarughe

La frase “Ogni tartaruga poggia su un’altra tartaruga” si riferisce alla regressione infinita nella cosmologia. Questa metafora proviene da un antico mito sulla creazione del mondo, presente nelle mitologie indiana, cinese e nativa americana. Secondo il mito, il mondo è un disco piatto sostenuto da una serie infinita di tartarughe, una sopra l’altra. Questa visione è stata citata da Stephen Hawking per illustrare il concetto di regressione infinita nelle spiegazioni cosmologiche.

Link di approfondimento:

World turtle indian cosmogony Raketa KGB

Interpretazione del Simbolismo Combinato

Quando questi simboli vengono combinati, si crea un quadro complesso che può essere interpretato in diversi modi:

  • Il KGB come Fondamento della Russia: La tartaruga della mitologia induista viene sostituita dal KGB, suggerendo che la potenza e la stabilità della Russia moderna (rappresentata dal Cremlino) sono sostenute dalle fondamenta create dal KGB.
  • Il Potere e il Controllo: Gli elefanti e il Cremlino sopra la scritta KGB possono rappresentare l’immenso potere e controllo che il KGB aveva e, per estensione, come questo controllo abbia contribuito a sostenere la struttura e la stabilità dello stato russo.
  • Unione di Opposti: Analogamente alla rappresentazione dello yin e yang nella cosmologia induista, questo orologio potrebbe simboleggiare l’unione di opposti – il potere e la stabilità (elefanti e Cremlino) supportati dalla forza nascosta e dalla sorveglianza del KGB.

Link di approfondimento:

Riflessioni Finali

Questo orologio Raketa Zero KGB, con il suo quadrante ricco di simboli, rappresenta più di un semplice strumento per misurare il tempo. È un artefatto culturale che racconta una storia di potere, controllo e stabilità. Ogni dettaglio del quadrante è carico di significati storici e culturali, rendendo questo orologio non solo un oggetto di curiosità ma anche un pezzo di dialogo sulla storia e la politica della Russia.

Esplorare questi simboli offre un’opportunità per riflettere su come la storia e la cultura influenzano gli oggetti di uso quotidiano e su come questi oggetti, a loro volta, possono raccontare storie complesse e affascinanti.

Ancora una volta, sono riusciti a stupirmi. Un orologio inaspettato che ancora una volta è riuscito a far scattare in me la curiosità. Un Raketa Zero KGB diverso dagli altri e sicuramente unico!

Conclusione

Esplorare questi simboli offre un’opportunità per riflettere su come la storia e la cultura influenzano gli oggetti di uso quotidiano e su come questi oggetti, a loro volta, possono raccontare storie complesse e affascinanti. Il Raketa Zero KGB è più di un semplice orologio; è un pezzo di storia e di cultura che merita di essere compreso e apprezzato.

Orologio Zim – Monumento alla Gloria di Samara

russian watch Zim 400 years Kuibyshev monument of Glory

Uno degli aspetti più affascinanti del collezionare orologi è scoprire cosa commemorino o rappresentino. Questa passione mi ha portato a novembre del 2020 a scoprire un orologio sovietico Zim con un quadrante color champagne e un monumento rappresentato che, all’epoca, mi era sconosciuto.

L’Orologio Zim

Questo Zim sovietico è ben conservato, con il quadrante color champagne che è ricco di dettagli ma esteticamente molto piacevole. Gli elementi principali sono ben distinti e sul quadrante è rappresentato il Monumento alla Gloria di Kuibyshev, oggi conosciuta come Samara. Il quadrante riporta anche la scritta “Kuybyshev”, il nome che la città di Samara ebbe dal 1935 al 1991 in onore del leader bolscevico Valerian Kuybyshev.

russian watch Zim 400 years Kuibyshev monument of Glory
Zim 400 years Kuibyshev monument of Glory

Dettagli dell’Orologio

Le lancette, inclusa quella dei secondi piccoli, sembrano essere originali. Il quadrante è in ottime condizioni, anche se l’orologio sembra essere stato usato. Il vetro in plexiglass potrebbe essere stato sostituito. Sul quadrante, tra le ore tre e le ore nove, sono visibili le onde del fiume Volga, un dettaglio che aggiunge un tocco di eleganza e contestualizzazione geografica all’orologio.

La Parte Posteriore dell’Orologio

La cassa presenta segni di usura che hanno tolto la cromatura, rivelando l’ottone sottostante. Il fondello in acciaio inox è fissato con un anello a vite, anch’esso in acciaio. Sul fondello è presente un numero seriale: 524715. Anche se i numeri seriali degli orologi sovietici non hanno significato particolare, essi sono utili per l’identificazione tramite i passaporti degli orologi.

Il Movimento dell’Orologio

Il cuore dell’orologio è un calibro Pobeda 2602 senza antishock, semplice ma efficace.

Caratteristiche del calibro Pobeda 2602

Il Monumento alla Gloria di Kuybyshev

Monument of Glory Samara

Storia e Realizzazione del Monumento

Situato nella città di Samara, il Monumento alla Gloria è dedicato ai lavoratori dell’industria aeronautica che contribuirono significativamente durante la Grande Guerra Patriottica. Realizzato tra il 1968 e il 1971, il monumento è opera dello scultore Pavel Bondarenko, dell’artista Oleg Kiryuhin e dell’architetto A. Samsonov. La struttura, alta oltre trenta metri, è realizzata in una lega di acciaio inossidabile. L’inaugurazione avvenne il 5 novembre 1971.

Maggiori informazioni sulla storia del monumento

Immagini Storiche del Monumento

Una selezione di immagini storiche permette di apprezzare il monumento in vari periodi, a partire probabilmente dalla sua costruzione nel 1971.

Samara Monumento alla Gloria 1971
Samara Monumento alla Gloria 1971

Il Monumento alla Gloria Oggi

Il monumento è situato nella Piazza Slavy, con il fiume Volga sullo sfondo. Questo particolare viene rappresentato anche sul quadrante dell’orologio. Il monumento, realizzato in una lega aeronautica, presenta linee verticali sulla base e acciaio lucido che simboleggiano raggi di luce diretti verso il cielo. La statua sulla sommità, alta 13 metri, rappresenta una figura con ali spiegate.

Samara monumento alla gloria dettaglio
Samara monumento alla gloria dettaglio

Video del Monumento

In rete sono disponibili vari video che mostrano la maestosità del Monumento alla Gloria e della piazza adiacente. Ecco uno dei migliori del 2019:

La Città di Samara

Il quadrante dell’orologio riporta la data di fondazione della città di Samara, il 1586. È interessante notare che una delle prime rappresentazioni della città è su una cartina italiana del XIV secolo, quando Samara era considerata un covo di pirati.

Le due date sul quadrante fanno riferimento ai 400 anni della città (1586-1986).

Storia di Samara

Questo orologio rappresenta perfettamente il motivo per cui amo collezionare orologi russi e sovietici: ogni pezzo è un viaggio nel tempo e nello spazio, permettendo di visitare momenti storici e luoghi affascinanti semplicemente guardando il quadrante.

Forze Militari Spaziali Russe, un nuovo Vostok in collezione.

russian watch Vostok Generalskie Russian Space Forces

INTRODUZIONE

Un orologio che rientra a pieno diritto nella sub-collezione di orologi dedicati allo spazio. Tema principale sono infatti le Forze Spaziali Militari Russe.

Arrivato questa mattina tramite Deutsche Post è frutto di una asta poco combattuta su eBay.de. La descrizione era abbastanza povera e questo ha permesso di non finire nelle normali ricerche dei collezionisti.

L’OROLOGIO VOSTOK FORZE MILITARI SPAZIALI RUSSE

  • Marca: VOSTOK – KOMANDIRSKIE
  • Categoria: SPAZIO – MILITARI
  • Calibro: MECCANICO AUTOMATICO
  • Diffusione: RARO

QUADRANTE

Il quadrante è sicuramente la parte più interessante dell’orologio.  Il quadrante è abbastanza complesso e pieno. Possiamo distinguere due parti concentriche ben distinte di forma rotonda.

russian watch Vostok Generalskie Russian Space Forces
Vostok Generalskie Russian Space Forces

LA PARTE ESTERNA

Di colore marrone chiaro con indici bianchi a numeri arabi, privi del numero 3, per via della finestrella della data, dei numeri 6, 9 e del numero 12. Questi indici sono sostituiti da una stella a quattro punte di colore bianco con una parte interna di colore marrone. L’altezza della stella è la medesima dei numeri.

Sono presenti gli indici piccoli dei minuti e le ore hanno un punto luminoso in luminova di colore giallo/verde. Ad ore 12 sono presenti due punti luminosi.

Non è presente nessuna scritta il che fa pensare ad un orologio di epoca transizionale.

LA PARTE INTERNA

Di colore azzurro carta da zucchero ha al suo interno molte informazioni.

Nella parte alta è presente la scritta in cirillico: Военно Космические Силы che significa: Forze Spaziali Militari

Nella parte più interna le abbreviazioni: МО РФ che significa: del Ministero della difesa della Federazione Russa

Immediatamente sotto è presente uno degli stemmi alati delle Forze Aerospaziali Militari.

Nella parte inferiore è presente il simbolo della Vostok e la scritta Komandirskie, anche se vedremo che la cassa è chiaramente Generalskie.

E’ probabile che il quadrante sia virato nel corso del tempo in quanto la parte centrale dello stemma dovrebbe essere di colore azzurro. E? quindi probabile che la parte esterna fosse di un colore più vicino all’azzurro che al marrone.

Non sono presenti ulteriori particolari sul quadrante.

LANCETTE

Le lancette delle ore e dei minuti sono di colore dorato e con la classica forma degli orologi Komandirskie. La pasta luminosa è, coerentemente con il quadrante di colore giallo/verde.

La lancetta dei secondi è di colore rosso senza pallino.

CASSA e CORONA

La cassa è di tipo 097XXX quindi Generalskie rifinita al TiN.

La corona è a vite rifinita anch’essa al TiN con la parte esterna bombata.

Non presenta particolarità di rilievo.

GHIERA

La Ghiera, di colore dorato come la cassa, rifinita quindi al TiN, è una ghiera standard con 5 pallini rossi di cui uno più grosso e i rimanenti 7 di colore nero. Bidirezionale senza scatti.

FONDELLO

Il fondello di questo specifico orologio è stato sostituito con uno in vetro minerale trasparente. Non è quindi possibile sapere quale fosse il fondello originale dell’orologio. Probabile che si trattasse di un fondello standard.

 

CALIBRO

Il calibro è un Vostok 2416Б  meccanico automatico con la possibilità di carica manuale.

Sul bilancere il simbolo della Vostok.

Rubini: 31 jewels
Alternanze: 19800 A/h
riserva di carica: 40h

NOTE STORICHE SULLE FORZE MILITARI SPAZIALI RUSSE

Le Forze Militari Spaziali Russe (in russo: Космические войска: воздушно-космические силы; translitterato: Vozdušno-Kosmičeskie Sily Rossii) erano una branca delle forze armate della Federazione Russa incaricate delle operazioni militari che riguardano lo spazio. Il comando militare ha base a Mosca.

Le Forze Militari Spaziali sono state fondate il 10 agosto 1982, come una branca separata delle forze armate sovietiche. Il corpo entrò ufficialmente nelle forze militari della neonata Federazione Russa il 7 maggio 1992. Successivamente, nel 1997 le VKS furono incorporate nelle Forze Missilistiche Strategiche.
Nel giugno del 2001 vennero ufficialmente ricostituite come sezione indipendente delle forze armate russe.

Il 1º agosto 2015 sono state assorbite, assieme all’Aeronautica, nelle Forze Aerospaziali Militari.

CURIOSITA’ SULLE FORZE SPAZIALI MILITARI RUSSE

Lo stemma delle Forze Militari spaziali, presente sul quadrante dell’orologio e comune a molti orologi di produzione sovietica, russa e moderna, è abbastanza particolare e non è semplicissimo trovare un riscontro credibile con delle semplici ricerche sui consueti motori di ricerca. Dopo qualche approfondimento però ho trovato un forum in russo di antiquariato in cui se ne parlava in maniera credibile: https://forum.ww2.ru/index.php?showtopic=46257

In un post del 2007 un utente riportava quanto segue:

Приложение к Приказу Министра обороны СССР 1989 г. №160
ОПИСАНИЕ нагрудного знака для классных специалистов из числа лиц офицерского состава, прапорщиков и мичманов, проходящих службу в соединениях, частях и учреждениях Управления начальника космических средств Министрерства обороны СССР.
Нагрудный знак представляет собой развернутые крылья золотистого цвета. В центре знака на фоне вселенной темно-синего цвета – изображение земного шара светло-голубого цвета. Земной шар опоясан золотистой орбитой спутника. Контур вселенной обрамлен лавровыми ветвями, на крайнюю часть которых наложена пятиконечная звезда, покрытая красной эмалью, на нижнюю часть – ромб, в центре которого соответственно классу расположены цифры – 1, 2, 3 или буква “М”, покрытые белой эмалью.

Qui tradotto con un traduttore automatico:

Appendice all’Ordine del Ministro
della Difesa dell’URSS 1989 N. 160 DESCRIZIONE della corazza per specialisti di classe tra gli ufficiali, warrant ufficiali e guardiamarino in servizio nei composti, parti e istituzioni dell’Ufficio del Capo del Personale Spaziale del Ministero della Difesa dell’URSS.
La corazza è un’ala estesa color oro. Al centro del segno sullo sfondo dell’universo del blu scuro – l’immagine del globo azzurro. Il globo è cinturato dall’orbita dorata del satellite. Il contorno dell’universo è incorniciato da rami di alloro, sulla cui parte estrema è sovrapposta una stella a cinque punte, ricoperta di smalto rosso, nella parte inferiore – un diamante, al centro del quale rispettivamente la classe sono numeri – 1, 2, 3 o la lettera “M” ricoperta di smalto bianco.

Aerospace Military force
Space Military Force

COLLEZIONE

L’orologio si inserisce nelle sub-collezioni di orologi sia a tema spaziale che a tema militare.

GLI ARTICOLI: Al polo Nord con lo Yamal – qui Touring n° 113 – Novembre 2007 –

GLI ARTICOLI: Al polo Nord con lo Yamal – qui Touring n° 113 – Novembre 2007 –

ESCLUSIVO: Al polo Nord con lo Yamal

Una rivista recuperata ad un mercatino qualche mese fa.

Si tratta della rivista “qui TOURING” n° 113 di novembre 2007.

 

All’interno della rivista è presente un articolo da Jacopo Pasotti ( che ha quindi tutti i diritti su quanto scritto). Il diario di viaggio presente sulla rivista dal titolo “Polo d’attrazione” ha una forte correlazione con gli orologi russi e sovietici.

La Raketa e la Vostok hanno più volte realizzato orologi commemorativi correlati ai rompighiaccio atomici della Atomflot tra cui spicca lo Yamal.

Qui è possibile trovare qualche informazione sui rompighiaccio atomici: https://it.wikipedia.org/wiki/Rompighiaccio_a_propulsione_nucleare

Qui è possibile trovare qualche informazione relativa allo Yamal ( o Jamal): https://en.wikipedia.org/wiki/Yamal_%28icebreaker%29

L’articolo è sostanzialmente un diario di viaggio in cui l’autore descrive l’esperienza relativa al viaggio sul rompighiaccio a propulsione nucleare Yamal.

Ad oggi è ancora possibile effettuare un viaggio turistico sul rompighiaccio a propulsione nucleare Yamal ma la cifra ad oggi si aggira intorno ai 25.000€.

Qui di seguito alcuni esempi di orologi russi e sovietici commemorativi del rompighiaccio a propulsione nucleare Yamal ( o Jamal). Esattamente quello di cui si parla nel diario di viaggio di Pasotti.

Qui di seguito la trascrizione dell’articolo e le scannerizzazioni delle pagine della rivista (tutti i diritti intellettuali appartengono chiaramente all’autore, l’articolo viene qui riportato per soli fini informativi):

ARTICO

Polo d’attrazione

 

TESTO E FOTO DI JACOPO PASOTTI

Esclusivo: nell’Anno internazionale dei poli, un inviato di Qui Touring raggiunge l’estremo Nord a bordo dell’unico rompighiaccio autorizzato al trasporto dei turisti. Ecco il suo diario di viaggio

 

Lascio Murmansk e i suoi palazzi grigi per imbarcarmi sullo Yamal, la mia casa per le prossime due settimane. Non c’è rompighiaccio più potente, al mondo. Ma anche il comfort non è da meno

 

21 luglio

Chi avrebbe detto che il sogno di raggiungere il polo, che per secoli ha sedotto scienziati ed esploratori, sarebbe diventato accessibile a tutti? Incredibile: andrò al polo Nord. E ci andrò con un rompighiaccio nucleare russo.

Sono a Murmansk, il più grande scalo marittimo dell’Artico: qui convergono il gas, il carbone e il petrolio siberiani, che vengono stivatí su possenti navi cisterna e spediti in tutto il mondo. I palazzi della città sono aggrediti dal tempo e mostrano i segni di una costruzione frettolosa, dettata dalla necessità; la città è stata rasa al suolo dall’aviazione tedesca durante la seconda guerra mondiale. In seguito il regime sovietico l’ha ricostruita. “E ha chiamato forza lavoro promettendo uno stipendio doppio”, spiega Katrina, la nostra guida locale. La proposta salariale è più che meritata, vista la durezza dell’ambiente. In inverno il sole non si vede per quasi due mesi.

Quando arriviamo al porto siamo sottoposti a un minuzioso controllo dei passaporti. Il molo a cui sono attraccate tre delle cinque navi nucleari della Compagnia navale di Murmansk è zona militare. È proibito fotografare. Il nostro rompighiaccio, lo Yamal (o Jamal, con una traslitterazione più corretta), è lì, ci attende con le fauci spalancate pitturate sulla chiglia nera e i ponti colorati di rosso. Alla luce di un tramonto che non avviene mai, visto che qui il sole non scenderà sotto l’orizzonte per ancora due settimane, la nave ha un aspetto accogliente. Salgo a bordo. “Quella in fondo al molo è l’Arktika, il primo rompighiaccio ad aver raggiunto il polo” indica Harald, un compagno di viaggio che ha già partecipato a spedizioni di questo tipo. “Sono passati trent’anni dalla sua impresa”.

 

22 luglio

Superare il circolo Polare artico significa entrare nel mondo del giorno perpetuo. Dormire è una decisione che devo impormi razionalmente: l’istinto mi farebbe attendere il crepuscolo e poi l’oscurità della notte. Così, dopo una cena a base di pesce preparata dai cuochi austriaci, salgo sul ponte di comando. Vorrei dare un ultimo sguardo serale a questo mare, per secoli territorio di pesca di balenieri britannici e olandesi, ma mi scopro ancora sveglio alle tre di notte, il sole alto sull’orizzonte. Gli ufficiali russi controllano la rotta sulla carta nautica distesa su un piano. Il cirillico non facilita la comprensione, ma la forma della penisola di Kola, delle isole Svalbard, dell’arcipelago di Francesco Giuseppe e le linee dei meridiani disegnano profili noti. Insieme agli ufficiali faccio scorrere l’indice sulla carta, dalle coste fino alla meta: il polo Nord geografico, il punto che è sotto la Stella Polare e attraverso cui passano gli oltre dodicimila chilometri di asse di rotazione del nostro pianeta.

 

23 luglio

Abbiamo appena superato gli 80 gradi di latitudine quando Laurie Dexter, il capo della spedizione, annuncia al microfono: “A ore nove stiamo per incrociare un iceberg!”. La montagna di ghiaccio alla deriva è il primo autentico incontro con l’alto Artico da quando abbiamo lasciato la Russia. In pochi istanti i ponti della nave si riempiono. Siamo tutti in ammirazione del megalitico blocco di ghiaccio celeste.

 

25 luglio

Cinquecento chilometri dal polo. Ormai siamo totalmente circondati dalla banchisa. La nave avanza a dieci, al massimo quindici nodi, meno di trenta chilometri all’ora. É come se si aprisse la strada a spallate. Ogni tanto rimane incastrata in uno spesso strato di ghiaccio, fa marcia indietro, e poi balza con la prua sulla lastra, sfondandola. Si ode un grande tonfo, la superficie va in pezzi, e si procede tra due muri di ghiaccio azzurro sollevati dallo scafo. A poppa della nave la cicatrice della banchisa si richiude. In un paio di giorni, dicono, scompare traccia della ferita. 

A mezzogiorno, l’ingegnere capo mi mostra, da una finestrella schermata, i due reattori nucleari della nave. Due chili di uranio sono sufficienti per frantumare per quindici giorni lastre di ghiaccio grandi come un campo di calcio e spesse tre metri. “Lo Yamal è tra le navi più potenti al mondo” spiega. “Le sue eliche sprigionano una potenza di 75mila cavalli”. Verso sera una nuova sorpresa richiama sul ponte tutti i viaggiatori, capitano compreso. Un orso bianco, per nulla intimorito dal gigante rosso e nero che si avvicina fragorosamente, continua la sua caccia quotidiana. Il capitano ferma la nave. L’orso ci osserva curioso. Anche per lui, si capisce, questo incontro é una sorpresa. Poi si gira, attraversa a nuoto un’apertura nel ghiaccio, e se ne va. Intorno a noi c’è una monotona distesa di ghiaccio, acqua e cielo, dominati dalle sfumature di grigio e dalle delicate tinte di ciano marino.

27 luglio

 

Mi accorgo di passare ore, e poi giorni, a prua della nave, osservando la distesa irregolare di pozze e laghetti che si aprono sulla banchisa. Quando infine raggiungiamo il polo è come se stessi celebrando un punto qualunque di questo mondo ghiacciato. Non c’è nulla di diverso rispetto alle centinaia di chilometri che abbiamo percorso. Ma il Gps mostra un eloquente 90°00’00” N. Questo è il punto preciso attorno al quale ruota il mappamondo di casa. È il tetto dell’emisfero boreale. Non conta in quale direzione mi volti, il mio sguardo volge sempre a meridione. In fondo, penso, è giusto che il polo Nord abbia un aspetto così dimesso. E un gesto di umiltà planetario.

 

È solo un punto qualsiasi in una distesa di ghiaccio, il polo Nord. Ma che bello sotto la stella Polare. Girarsi e guardare sempre a sud. E poi, fare il giro del mondo in quattro balzi

 

Quale futuro per L’Artico?

Chiedere a uno scienziato quale futuro si prospetta per l’Artico significa metterlo in imbarazzo. Non ci sono risposte certe. Anzi gli ultimi due anni di ricerche mostrano che agli scenari ipotizzati, già poco rassicuranti, erano frutto di un ingiustificato ottimismo. I primi rapporti dell Intergovernmental Panel on Climate Change prospettavano un Artico privo di banchisa nel periodo estivo intorno a 2070. Verso il 1996 la cifra è stata corretta al 2050. E l’anno scorso gli scienziati della Agenzia Spaziale europea hanno detto che forse si potrà navigare fino al polo già nel 2035. Le immagini satellitari mostrano che l’estensione del ghiaccio artico si è ridotta di più del 7% in dieci anni. Fatto che attira sempre più le compagnie petrolifere, cui interessano le riserve di idrocarburi: il 25% dei giacimenti mondiali di gas e petrolio si trovrebbe infatti sotto la coltre di ghiaccio. I Paesi circumpolari iniziano ad accampare le loro pretese. Ma la riduzione della banchisa comporta anche il collasso dall’habitat di molti pesci e invertebrati, di cui si cibano uccelli e foche, che sono a loro volta prede di orsi bianchi. Ciò cui assisteremo sarà un aggiustamento della catena alimentare e della distribuzione delle specie.

 

Incrociamo le isole Francesco giuseppe, ultimo arcipelago a essere stato esplorato. Brevi sprazzi di sole tingono dei colori del crepuscolo la terra e i ghiacciai, persi tra i banchi di nebbia

28 luglio

Con il procedere del viaggio approfondisco la conoscenza con Laurie Dexter. II polo non solo e l’habitat naturale dell’orso bianco, ma anche di questo gentleman canadese. Scozzese di origine, è un personaggio incredibile: ha vissuto una quindicina d’anni in una comunità inuit, imparandone la lingua e il modo di vita; è capace di inseguire e cacciare le foche, nutrendosi del corpo ancora caldo della preda; membro onorario della Royal Geographic Society, tra le sue imprese c’è anche l’attraversamento con gli sci del polo Nord. Novantun giorni nel gelo artico, dalla Siberia, fino al Canada.

 

29 luglio

Dopo una settimana di navigazione, lo Yamal fa nuovamente rotta verso la terraferma. Ancora due giorni nel ghiaccio e poi incrociamo le isole di Francesco Giuseppe, l’ultimo arcipelago del pianeta a essere stato esplorato. Intorno a questi frammenti di terra persi nel mar Glaciale artico si sono arenate decine di spedizioni, tra il Settecento e i primi del Novecento, incapaci di penetrare nel mondo congelato che sigillava le coste siberiane. II rompighiaccio naviga silenziosamente tra le isole piatte e allungate all’orizzonte. Alcuni sprazzi di sole tingono dei colori del crepuscolo la terra e i ghiacciai, persi tra i banchi di nebbia. “Le isole sono praticamente disabitate”, spiega Laurie. L’arcipelago è coperto da gigantesche calotte glaciali, alcune delle quali raggiungono la costa e liberano iceberg trascinati alla deriva dalle correnti. Le 190 isole sono il rifugio estivo di una quindicina di specie di uccelli che nidificano tra gli anfratti di scogliere basaltiche grigio-nere. “Troveresti più specie di uccelli nel tuo giardino di casa!” dice Laurie ridendo, “la differenza è che queste sono colonie di milioni di individui!”. Sceso a terra a Cape Flora, risalgo il pendio muschioso alla base di una parete verticale da cui arriva lo stridio di una infinità di gazze marine minori, uccelli bianchi e neri di piccole dimensioni, parenti dei più noti pulcinella di mare. Alla fine sono respinto da un gabbiano glauco, che compie su di me picchiate aggressive per difendere il suo nido. Mi siedo. Ascolto l’attivissima colonia di uccelli: è un chiacchiericcio vivace, ricorda il vociare dei bambini nel cortile di un asilo.

 

2 agosto

Dopo due settimane di navigazione nell’oceano polare il rompighiaccio attracca nuovamente nel porto di Murmansk. E difficile credere di essere stato al polo Nord, dopo anni di sogni e fantasie. Prima di partire era un “altro mondo” remoto e ostile. Ora, grazie allo Yamal, è diventato quasi familiare.

 

Da sapere

Documenti: passaporto con validità di sei mesi; visto russo.

Clima: anche se il sole non tramonta mai in giugno e luglio al polo Nord fa freddo. Ma non freddissimo: la temperatura si aggira sui -2 gradi centigradi. Se c’è vento, può arrivare a -15. 

 

Arrivare

Non esistono voli diretti pe Murmansk dall’Italia; è necissario passare per Helsinki o San Pietroburgo. Al polo Nord si giunge unicamente con il rompighiaccio russo Yamal

 

Altre info

La spedizione sullo Yamal è organizzata da Quark Expeditions, società americana specializzata in Artico e Antartide tel. 001.203.6560499;

www.quarkexpeditions.com. Tre le date già programmate per il 2008: 23/6-8/7; 6/-21/7; 19/7-4/8. Costo tutto compreso, con partenza e arrivo a Helsinki, a partire da 16mila euro. tra i tour operator italiani che hanno in catalogo il tour, Antartica – tel. 011.6696581; www.antartica.it – e Kuoni Discovery – tel 010.5968350; www.kuoni.it

Copertina qui touring 113 novembre 2007 Yamal
Copertina qui Touring 113

 

Qui touring pagina 82 rompighiaccio Yamal
Polo d’attrazione – pagina 82

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Qui Touring 133 indice
Qui Touring 133 indice

L’avventura artica a bordo del rompighiaccio Yamal

Partenza da Murmansk

21 luglio: Lascio Murmansk, una città dalle strutture grigie e segnate dal tempo, per imbarcarmi sul rompighiaccio nucleare Yamal. Qui, tra il gas, il carbone e il petrolio siberiani, mi attende una nave imponente con la prua dipinta a forma di fauci spalancate. Nonostante il rigore invernale della città, l’atmosfera è vivace e piena di aspettative.

Inizio del viaggio

22 luglio: Superato il Circolo Polare Artico, entriamo nel regno del giorno perpetuo. Dormire diventa una sfida in questo mondo senza crepuscolo. Dopo una cena deliziosa a base di pesce, esploro il ponte di comando. Gli ufficiali russi tracciano la rotta verso il Polo Nord geografico, un punto misterioso sotto la Stella Polare.

Primo incontro con un iceberg

23 luglio: A latitudine 80 gradi nord, Laurie Dexter, il capo della spedizione, annuncia l’avvistamento di un iceberg. Il primo autentico incontro con l’Alto Artico riempie di meraviglia tutti noi passeggeri.

Attraverso la banchisa

25 luglio: A cinquecento chilometri dal Polo, ci troviamo circondati da un’immensa distesa di ghiaccio. La nave avanza con fatica, sfondando lastre di ghiaccio spesse. I due reattori nucleari dello Yamal, alimentati da pochi chili di uranio, ci permettono di navigare attraverso questa barriera ghiacciata. L’apparizione di un orso bianco suscita sorpresa e ammirazione tra noi, mentre il capitano ferma la nave per osservarlo.

Raggiungiamo il Polo Nord

27 luglio: Finalmente raggiungiamo il Polo Nord, un punto indistinguibile nel vasto ghiaccio. Il GPS conferma il raggiungimento del 90°00’00” N, il tetto del mondo boreale. È un momento di riflessione e umiltà, con solo il ghiaccio e il cielo a farci compagnia.

Esplorazione delle isole Francesco Giuseppe

29 luglio: Lo Yamal inizia il viaggio di ritorno, fermandosi presso le isole Francesco Giuseppe. Questo arcipelago disabitato è avvolto da nebbia e ghiacciai, rifugio estivo per diverse specie di uccelli marini. La colonia di gazze marine minori, con il loro chiacchiericcio incessante, anima questa terra remota e selvaggia.

Ritorno a Murmansk

2 agosto: Dopo due settimane, ritorniamo a Murmansk. Il Polo Nord, un tempo luogo di sogni e fantasie, è diventato una realtà tangibile grazie al viaggio a bordo dello Yamal. È stato un viaggio incredibile, un’esperienza che ha trasformato un mondo remoto in qualcosa di quasi familiare.

MDW 2020 (Milano Digital Week) – Orologi Russi che passione

MDW 2020 (Milano Digital Week) – Orologi Russi che passione

Come tutti gli anni si svolge a Milano la MDW ( Milano Digital Week), quest’anno in una eccezionale versione completamente online per via delle restrizioni sanitarie dovute al COVID-19.

Prevista inizialmente per il mese di aprile all’interno di un palinsesto organizzato per conto della piattaforma digitale Facebook l’intervento, incentrato sull’importanza delle Community nel mondo di oggi, ha visto realizzarsi in formato completamente digitale la presentazione della Communty “Orologi Russi che passione”

Questo il link dell’intervento all’interno del palinsesto della MDW 2020:

https://milanodigitalweek.com/orologi-russi-che-passione-orologi-russi-passione-e-community

L’intervento LIVE è stato da me registrato direttamente dal PC in maniera tale da potervelo riproporre

GLI ARTICOLI: Orologi da polso – 1989 anno III n°9 – Il Tempo del Cremlino

Rivista orologi da polso marzo aprile 1989 n9 anno 3 pagina 1

Ho da poco recuperato una rivista di orologi risalente alla fine degli anni ’80.

Si tratta di “Orologi da Polso” Anno III – N° 9 risalente a Marzo – Aprile del 1989 della Edizioni Studio Zeta di Monza.

In questa uscita è presente un interessante articolo, di seguito trascritto per permetterne la traduzione in diverse lingue, sull’orologeria sovietica e le relazioni con alcuni paesi europei tra cui l’Italia.

La cosa interessante è il punto di vista dell’epoca e alcune informazioni sui grossisti e rivenditori italiani.

Qui di seguito la trascrizione dell’articolo e le scannerizzazioni delle pagine della rivista (tutti i diritti intellettuali appartengono all’autore Arturo Chiti):

Anche se il Congresso sovietico del ’25 proclamava per l’URSS l’obiettivo dell’autosufficienza economica, la trasformazione da paese importatore di macchine e attrezzature a paese che voleva produrre in proprio, sino a qualche anno fa sarebbe stato impensabile che un orologio sovietico diventasse non solo di moda, ma quasi fenomeno di costume.

Pure la storia dell’orologeria russa ha antenati illustri. Gli orologi da torre del Cremlino furono costruiti agli inizi del Quattrocento da Lazar Serbin, mentre per i carillon della torre del Salvatore, restaurati nel secolo scorso, lo Zar si rivolse a due fratelli russi, gli orologiai Butenop. E ancora sotto uno Zar, Pietro il Grande, che aveva chiamato famosi artigiani francesi, si sviluppò una scuola di orologeria, anche se i francesi sembra avessero maggiori privilegi degli artigiani locali. Preziosi orologi di Ivan Kulihin, che visse nel ‘700, sono all’Hermitage di Leningrado e musei moscoviti e di altre città hanno sezioni dedicate all’orologeria. Nello scorso autunno ci fu un’esposizione a Firenze di alcuni splendidi pezzi delle collezioni dei Romanoff e sfogliando antichi libri si apprende che nella storia dell’orologio russo la famiglia dei Bronnikov era famosa per i suoi orologi in legno (filie molle erano in metallo) e che rivestirono un ruolo importante per i miglioramenti apportati alla meccanica, gli orologiai Tolstoj e Nosov.

Prima della rivoluzione si importavano parti e meccanismi dalla Svizzera provvedendo poi al loro assemblaggio. A cavallo del secolo la Francia fece diversi investimenti nei domini dello Zar e dopo la prima Guerra mondiale, per recuperare parte dei capitali, pretese che l’Italia acquistasse orologi russi da tasca che furono poi dati in dotazione al personale delle Ferrovie. 

«Le prime industrie sovietiche di orologi risalgono solo agli anni Trenta» dice Jacopo Marchi, P.R. dell’Artime, che è andato a Mosca nello scorso dicembre dopo che l’azienda napoletana aveva sottoscritto un accordo di collaborazione con la Boctok (ma si legge Vostok). Dal viaggio in Russia Marchi ha riportato molte notizie, tanto che per il lancio dei «Komandirskie» ha realizzato per Time Trend, distributore del prodotto, un tabloide sulla storia dell’Armata rossa e dei suoi orologi.

Due industrie (una di orologi preziosi e l’altra di orologi con casse di legno) vennero convertite in aziende belliche negli anni ’40, per tornare poi alle funzioni originali. L’industria principale di Mosca diede vita nel ’42 alla Boctok, una delle più importanti e tra le poche di cui per le strade moscovite si possono vedere cartelloni pubblicitari. Dopo la fine della guerra altre industrie furono aperte a Serdobsk, Yerevan, Petrodvoretes e Uglich. Venne creato un istituto per la ricerca e il design nelle lavorazioni meccaniche. Nel 1962 furono anche prodotti i primi orologi a diapason.

Oggi in URSS operano oltre quindici fabbriche di orologi, molte delle quali specializzate in produzioni particolari. Tra le più note ricordiamo Chaika, Poljot, Zaria, Paketa, Slava e Penza, quest’ultima destinata alla produzione di orologi da polso femminili. Il quantitativo di orologi prodotti è imponente. Intorno agli anni Cinquanta iniziò anche l’esportazione destinata per lo più a nazioni aderenti al patto di Varsavia. Erano orologi di buon livello con prezzi politicamente differenziati. È di quegli anni il Mark che pubblichiamo e il cui quadrante è simile a quello del Poljot. È un orologio con una storia romantica. Fu donato a un nostro collega, allora bambino, da una signora italiana che aveva sposato un russo che, per le leggi staliniane, non poteva venire a vivere in Italia e i due erano costretti così a vedersi di tanto in tanto solo come turisti. La prima importazione di orologi russi in Italia è stata fatta da Orazio Occhipinti della Mirabilia di Milano che nella seconda metà del 1988 ha iniziato sul territorio nazionale la distribuzione dei Paketa fabbricati a Pietrogrado. Paketa in russo significa «razzo» e si legge «raketa», La bontà dell’idea, complice anche l’apertura generale verso Gorbaciov, è stata ampiamente confermata dalla vera e propria corsa all’orologio russo che si è scatenata in seguito. Vien da pensare a questo proposito che solo pochi anni or sono un dirigente di una grande azienda europea, dopo un viaggio in Unione Sovietica durante il quale era rimasto colpito dagli orologi, ne propose l’importazione ma si sentì chiedere dai suoi se aveva voglía di scherzare. Dunque i primi russi che hanno rotto il ghiaccio sul nostro mercato sono stati i Paketa. Oggi sono disponibili nove versioni che si differenziano sia per il design del quadrante per le funzioni. Sono meccanici a carica manuale e cassa antishock. Alla fiera di Vicenza Mirabilia ha presentato anche i Poljot prodotti a Leningrado, un cronografo e uno svegliarino, a carica manuale, proposti in quattro versioni. Gli orologi dell’Armata rossa, i Boctok, sono disponibili in cinque modelli con quadranti realizzati per le specializzazioni dell’esercito al quale sono destinati. Sono orologi meccanici a carica manuale, impermeabili a 10 atmosfere, hanno la ghiera girevole con indici e lancette fosforescenti.

Ci sono poi orologi con meccanismo di fabbricazione russa e cassa e quadrante costruiti in Italia per accostare un «cuore» russo al design italiano, come il Soviet, disponibile in vari colori di cassa e quadrante. È un orologio quarzo impermeabile a 3 atm. E ancora i sei modelli della collezione Perestrojka (quattro al quarzo e due cronografi meccanici) che la Elmitex ha presentato sia a Vicenza sia a Mosca come un prodotto «italorusso».

Il sesto orologio con la stella rossa è quello proposto dalla I. Binda S.p.A. Il marchio BREMA, con la A che è una R rovesciata, si legge Vremia e significa Tempo. Sono orologi meccanici disponibili in tre modelli (normale, con suoneria e un cronografo) proposti in 17 versioni. I quadranti sono di ispirazione anni ’30 seguendo la tendenza culturale in voga in Russia e battezzata «strutturalista».

L’articolo è distribuito su 4 pagine in cui spicca il vostok rising sun distribuito dalla time Trend in Italia.

Rivista orologi da polso marzo aprile 1989 n9 anno 3 copertina
Orologi da polso 1989 Copertina

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Rivista orologi da polso marzo aprile 1989 n9 anno 3 indice
Orologi da polso 1989 indice

La collezione di orologi russi di Marco Lucchini

video intervista con Marco Lucchini di Sovietaly

Le collezioni di orologi russi dei collezionisti

Diamo inizio con questo video ad una serie di chiacchierate informali con diversi collezionisti di orologi russi e sovietici italiani e in questa prima intervista abbiamo la possibilità di vedere l’incredibile collezione di Marco Lucchini (A questo LINK il sito dell’attività di Marco).

Una collezione eccezionale

La collezione di Marco Lucchini non è fatta solo di pezzi rari ma anche da un’incredibile varietà di corredi originali.

Scatole in legno, in cartone, incise, pirografate, stampate.

Scatole in legno con placche in rame e custodie in legno per orologi da tasca. Krasnikoff e Molnija in edizione limitata dipinti a mano da artisti russi.

Pezzi più che rari, unici.

Molti dei pezzi in possesso, dagli anni ’90, sono pezzi più unici che rari. Anche io personalmente in più di 25 anni di collezionismo ho visto corredi particolari come quelli di Marco.

L’intervista a Marco Lucchini:

Fatta il 15 maggio 2020 via internet, a causa delle restrizioni di movimento sul territorio nazionale dovute alla Pandemia in atto.

Questo il LINK diretto all’intervista

Sovietaly - Le interviste: Marco Lucchini

Pobeda Sputnik 1: Un’Orologeria Spaziale Commemorativa

russian watch Pobeda 45 years Baikonur

Introduzione all’Orologio

Il Pobeda Zim commemorativo per i 45 anni dal lancio dello Sputnik I è un orologio di grande significato storico e tecnico. Questo pezzo unico non solo celebra un’importante pietra miliare nella storia dell’esplorazione spaziale, ma incarna anche l’abilità e l’innovazione dell’orologeria sovietica.

Il Quadrante e i Suoi Simboli

Il quadrante blu dell’orologio presenta una serie di simboli e immagini strettamente legati alla missione Sputnik I. In alto, sotto l’indice delle ore 12, troviamo il simbolo dell’aquila bicipite coronata, un emblema significativo che rappresenta il potere e l’autorità della nazione sovietica. A ore 10, la scritta in cirillico “45 лет” (45 anni) segna l’anniversario della missione​ (Wikipedia)​​ (VintageDuMarko)​.

Proseguendo, a ore 2, è rappresentato lo Sputnik I, il primo satellite artificiale lanciato nello spazio. Questo simbolo centrale celebra l’inizio dell’era spaziale e l’ingegnosità sovietica che ha reso possibile questo storico evento.

russian watch Pobeda 45 years Baikonur
Pobeda 45 years Baikonur

Approfondimento Storico: Sputnik I

Lo Sputnik I, lanciato il 4 ottobre 1957, è stato il primo satellite artificiale a orbitare intorno alla Terra. Il suo successo ha segnato l’inizio della corsa allo spazio, una competizione tecnologica tra l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti durante la Guerra Fredda. Il satellite rimase in orbita per tre settimane prima che le batterie si esaurissero, e poi per altri due mesi prima di rientrare nell’atmosfera terrestre​ (Wikipedia)​​ (VintageDuMarko)​​ (WatchUSeek Watch Forums)​.

Il Vettore R-7 Semërka

Sul quadrante, oltre allo Sputnik, troviamo un’immagine stilizzata del vettore R-7 Semërka, il razzo che ha portato lo Sputnik I in orbita. L’R-7 è stato il primo missile balistico intercontinentale (ICBM) e un’importante conquista tecnologica per l’Unione Sovietica. Successivamente, questo razzo fu utilizzato per mettere in orbita anche lo Sputnik 2, che trasportava il primo essere vivente nello spazio, la cagnetta Laika​ (Wikipedia)​​ (VintageDuMarko)​.

Il Calibro dell’Orologio

Il Pobeda Zim 2602, il calibro che alimenta questo orologio commemorativo, è noto per la sua semplicità e affidabilità. Questo movimento meccanico, con pitone fisso e rubino dell’asse del bilanciere privo di antishock, riflette la robustezza e la praticità dell’ingegneria sovietica​ (Wix site)​​ (Soviet Watch Gallery)​.

Conclusione

Questo orologio Pobeda Zim non è solo un segnatempo, ma un pezzo di storia che celebra un evento fondamentale nell’esplorazione spaziale e nella storia mondiale. La combinazione di simboli e dettagli tecnici sul quadrante offre una narrazione visiva del trionfo tecnologico dell’Unione Sovietica e del loro impatto duraturo sul mondo.

Link per Approfondimenti

  1. Wikipedia: Sputnik 1
  2. Wikipedia: R-7 (missile)
  3. YouTube: R-7 Rocket Launch

Vostok Komandirskie Apollo Soyuz

russian watch Vostok Komandirskie Apollo Soyuz

Uno degli orologi più ricercati dagli appassionati di orologi russi e sovietici a tema spaziale è il Vostok Komandirskie Apollo Soyuz (Восток Командирские Союз Аполлон). Questo orologio è un pezzo fondamentale per i collezionisti, ma non è facile da trovare e spesso ha un costo elevato. Dopo anni di ricerca, sono riuscito ad ottenere due versioni: una con cassa cromata e una rifinita al TiN (Nitruro di Titanio).

russian watch Vostok Komandirskie Apollo Soyuz
Vostok Komandirskie Apollo Soyuz
russian watch Vostok Komandirskie Apollo Soyuz
Vostok Komandirskie Apollo Soyuz

Il Mistero dell’Orologio

A prima vista, molti credono che questo orologio commemori la storica missione Apollo-Soyuz del 1975, dove astronauti americani e cosmonauti sovietici hanno condotto una missione congiunta nello spazio. Il quadrante presenta le navicelle spaziali che si agganciano, con i nomi “Soyuz” e “Apollo” in cirillico. Tuttavia, la vera storia dietro questo orologio è diversa.

Il Twist Pubblicitario

Il Vostok Komandirskie Apollo Soyuz è stato prodotto come orologio pubblicitario per le sigarette Apollo-Soyuz, un marchio lanciato per commemorare la missione spaziale. Queste sigarette erano prodotte dalla Java Tobacco Factory a Mosca per il mercato sovietico e dalla Philip Morris per quello americano, con confezioni adattate per ogni regione.

Per ulteriori dettagli sul marchio di sigarette, visita Wikipedia e il Smithsonian National Air and Space Museum.

Il Fondello Unico

Una delle caratteristiche più distintive di questo orologio è il suo fondello. A differenza dei modelli standard Vostok Komandirskie, presenta incisioni uniche che sottolineano la sua esclusività:

  • Una stella a cinque punte
  • La scritta in cirillico “эксклюзивный” (esclusivo)
  • La scritta in cirillico “выуск” (edizione)
  • Un numero seriale a sei cifre
  • Un’altra stella a cinque punte

Questo marchio indica un’edizione speciale, anche se il numero esatto prodotto rimane sconosciuto.

I Dettagli del Quadrante

Il quadrante nero con elementi stampati è la caratteristica principale di questo orologio. Le caratteristiche chiave includono:

  • Indici dei minuti e delle ore in bianco
  • Indici circolari delle ore in bianco, eccetto quelli rossi a ore 12, 6 e 9
  • Una finestra per la data a ore 3
  • Le navicelle Soyuz e Apollo in azzurro e bianco, con linee curve che indicano i loro percorsi di aggancio

Le Lancette e il Movimento

Le lancette sono tipiche dei modelli Vostok Komandirskie: in acciaio con vernice luminescente per le ore e i minuti, mentre la lancetta dei secondi è rossa. All’interno, ospita il movimento meccanico Vostok 2414, noto per la sua affidabilità.

La Missione Apollo-Soyuz

Il Programma Test Apollo-Soyuz (ASTP) ha segnato la prima missione spaziale internazionale con equipaggio umano, aprendo la strada alla futura cooperazione nello spazio. Lanciata nel luglio 1975, la missione ha dimostrato la possibilità di operazioni congiunte tra USA e URSS, nonostante le tensioni della Guerra Fredda. Per ulteriori dettagli sulla missione, visita la pagina ufficiale della NASA.

Le Sigarette Apollo-Soyuz

Le sigarette Apollo-Soyuz erano un brand commemorativo dell’evento spaziale del 1975. Queste sigarette erano vendute sia negli USA che in URSS, con il marchio che variava tra “Apollo Soyuz” per il mercato americano e “Союз Аполлон” per quello sovietico. Questo brand simboleggiava la collaborazione internazionale nello spazio e rappresentava un elemento unico della cultura popolare di quel periodo.

Conclusione

Il Vostok Komandirskie Apollo Soyuz è più di un semplice orologio; è un pezzo di storia che unisce l’esplorazione spaziale e una campagna pubblicitaria unica. I collezionisti lo apprezzano per la sua storia e il mistero che lo circonda.

Per ulteriori letture e immagini dettagliate, visita la galleria Apollo-Soyuz su Wikipedia e un approfondimento sulla storia delle sigarette su Artefact.

Orologio Poljot Khrunichev Space Center: Un Tributo alla Storia Spaziale Russa

Poljot Russian Watch Space Center Khrunichev

Introduzione

Negli anni ’90, durante il periodo di transizione politica ed economica dall’Unione Sovietica alla Comunità degli Stati Indipendenti (CSI), la rinomata azienda orologiera Poljot ha prodotto una serie di orologi commemorativi. Tra questi, l’orologio Poljot Khrunichev Space Center spicca come un tributo all’importanza del centro spaziale Khrunichev nella storia aerospaziale russa. Questo articolo esplorerà in dettaglio le caratteristiche di questo orologio, il calibro che lo alimenta e il ruolo cruciale del Khrunichev Space Center.

Poljot Russian Watch Space Center Khrunichev
Poljot Space Center Khrunichev

Caratteristiche dell’Orologio

L’orologio Poljot Khrunichev Space Center è un esempio perfetto di design e funzione, combinando estetica e storia in un unico pezzo.

  • Quadrante: Il quadrante è dominato da una rappresentazione stilizzata dell’emisfero boreale, completa di paralleli e meridiani, e da una rappresentazione artistica dello spazio interstellare con stelle. Al centro del quadrante, la stazione orbitante MIR, attiva al momento della produzione dell’orologio, si distingue chiaramente. La scritta “SPACE CENTER KHRUNISHEV” in inglese sottolinea l’importanza internazionale del centro. Gli indici metallici a rilievo e le lancette dorate aggiungono un tocco di eleganza.
  • Cassa: La cassa tonda è realizzata in acciaio con una doppia finitura satinata e dorata, conferendo all’orologio un aspetto raffinato. Il quadrante bicolore, bianco e azzurro, crea un contrasto visivo accattivante.
  • Retro: Il retro dell’orologio è semplice, con un numero seriale (118218) inciso. Sono visibili segni di apertura, probabilmente dovuti a tentativi di sostituzione della batteria da parte di mani inesperte.

Il Calibro

L’orologio è alimentato dal calibro al quarzo Poljot, noto per la sua semplicità e affidabilità. Questo movimento utilizza una batteria a bottone AG1 e non contiene rubini, una scelta che riflette un’attenzione ai costi senza compromettere la funzionalità. Il movimento è fissato all’interno della cassa da un componente in plastica bianca, una soluzione comune per gli orologi di questo periodo.

russian poljot watch Khrunichev
Poljot Khrunichev Space Center
russian poljot watch Khrunichev
Poljot Khrunichev Space Center

Khrunichev Space Center: Un Faro della Tecnologia Spaziale Russa

Il Khrunichev Space Center, fondato nel 1916 vicino a Mosca, è una delle istituzioni più influenti nella storia dell’esplorazione spaziale russa. Originariamente impegnata nella produzione di automobili “Russo-Baltique”, l’azienda si è rapidamente evoluta, contribuendo significativamente alla produzione di aerei militari come l’Ilyushin Il-4 e il Tupolev Tu-2 durante la Seconda Guerra Mondiale.

Negli anni ’60, il centro ha ampliato la sua portata per includere la produzione di missili e moduli spaziali, diventando un attore chiave nell’era spaziale sovietica. Tra le sue realizzazioni più note, si annoverano i moduli per le stazioni spaziali MIR, SALYUT e l’attuale ISS, nonché i vettori Proton, ancora oggi utilizzati per missioni spaziali.

Approfondimenti sulla Storia e le Produzioni del Khrunichev Space Center

Per saperne di più sulla storia e le innovazioni del Khrunichev Space Center, visita i seguenti link:

Collezionare Orologi Russi: Un Aggiunta Preziosa

L’orologio Poljot Khrunichev Space Center è una gemma per i collezionisti di orologi a tema spaziale. Acquistato per circa 20€, rappresenta non solo un pezzo di precisione meccanica, ma anche un tributo alla storia spaziale russa. Nonostante alcuni segni d’uso sul fondello, l’orologio è in buone condizioni e offre un’ottima combinazione di storia e funzionalità.

Datazione dell’Orologio

La presenza della stazione MIR sul quadrante facilita la datazione dell’orologio tra il 1992 e il 1998. La stazione MIR, operativa dal 1986 al 2001, è un indicatore chiave. L’assenza di riferimenti all’Unione Sovietica suggerisce una produzione post-1992, mentre la messa in orbita della ISS nel 1998 segna il termine del periodo di produzione di questo modello specifico.

Conclusione

L’orologio Poljot Khrunichev Space Center non è solo un orologio, ma un pezzo di storia. Per i collezionisti, rappresenta un’opportunità unica di possedere un oggetto che celebra le straordinarie conquiste del Khrunichev Space Center e la storia spaziale russa. Questo orologio è perfetto per arricchire qualsiasi collezione con un pezzo di storia tecnologica e culturale.

Vostok Cosmopolis, il mistero svelato…

russian watch Vostok Amphibia Cosmopolis

UNA NUOVA TEORIA PER L’AMPHIBIA VOSTOK COSMOPOLIS

 

Vostok Cosmopolis, uno degli orologi che ho cercato per più tempo.

Ho spesso visto questo orologio associato al Cosmodromo di Baikonur. Leggendo i vari forum sia nazionali che internazionali mi ero fatto l’idea fosse un orologio a tema spaziale e quindi assolutamente di mio interesse.

Si tratta di un Amphibia con cassa tonda con un particolare quadrante che mostra un grosso occhio, o così sempra, colorato di blu e di rosso su di un rettangolo con delle righe di diversi spessori verde.

In alto sulla destra del rettangolo è riportata la scritta in cirillico: КОСМОПОЛИС e in basso sulla sinistra la scritta in caratteri latini COSMOPOLIS. Da qui il nome Vostok Cosmopolis.

 

Si tratta di un Vostok di periodo sovietico con le classiche lancette degli Amphibia, quella delle ore a forma di freccia, metre quella dei minuti lineare e la lancetta dei secondi rossa con pallino fluorescente. La ghiera girevole bidirezionale esterna con il classico dot luminescente.

russian watch Vostok Amphibia Cosmopolis
Vostok Amphibia Cosmopolis

 

LE ATTUALI TEORIE

1) IL COSMODROMO DI BAIKONUR

Quella più semplice fa riferimento al Cosmodromo di Baikonur in Kazakistan. La scritta in cirillico e in latino fa spaziare la fantasia ponendo l’occhio come uno sguardo al futuro e via dicendo, però rimane la teoria più debole in assoluto in quanto credo che sarebbero stati più espliciti in periodo sovietico nei riferimenti all’avventura spaziale.

2) LE CITTA’ DELLO SPAZIO

Un’altra teoria la si può trovare sul forum WUS con un thread lanciato nel 2006 da Mark gordon e che è possibile trovare qui: https://forums.watchuseek.com/f10/you-say-cosmopolis-i-say-kosmopolis-31272.html
Nei vari scambi si parla di una città dello spazio e si fanno ipotesi fantasiose che anche in questo caso riportano in qualche modo al Cosmodromo di Baikonur.

3) IL COSMISMO

Un altra interessante spiegazione la si può trovare nel forum italiano OROLOGIKO nel thread dedicato agli orologi spaziali. Tra i vari partecipanti l’utente “Mchap” lancia la teoria del “Cosmismo” il 22 giugno 2010:

 

Il “cosmismo”, finalmente ho ricordato, ha avuto tar i suoi sostenitori molti grandi scienziati russi tra i quali Konstantin Ziolkovsky, riconosciuto come il padre dell’astronautica russa.
A partire dalle indicazioni su wikipedia si possono trovare molte informazioni.
Lo stesso “Yuri Gagarin, il primo uomo lanciato nello spazio, nel corso del suo primo volo intorno alla Terra trasmise un imbarazzante (per le autorità sovietiche del tempo) messaggio di saluto a Nikolai Kostantinovic Rerikh (1874 -1947), pittore ed occultista russo che aveva vissuto nella regione dell’ Himalaya (5). Rerikh era un teosofo e membro dell’ A.M.O.R.C. (un’organizzazione rosacruciana), studioso di Yoga e vicino al cosmismo.” (http://www.estropico.com/id209.htm)

Interessanti anche:
http://www.ariannaeditrice.it/articolo. … colo=27966
… no%201.htm
http://saj.matf.bg.ac.rs/159/pdf/105-109.pdf
Insomma è una traccia da non trascurare, qualcosa poteva essere presente nell’immaginario o, addirittura, nelle convizioni di chi ha disegnato quell’orologio.

Citazione forum Orologiko Mchap martedì 22 giugno 2010, 2:44

 

4) L’ ILOZOISMO

Sempre nello stesso thread di Orologiko l’utente “mat939” il 16 gennaio 2009 riporta la seguente ipotesi:

 

Avrei una nuova ipotesi per l’occhio cosmico.
Non ha a che fare con la conquista dello spazio se non indirettamente.
Intanto c’è da dire che qui:

http://www.estropico.com/id209.htm

Konstantin Ziolkovsky viene considerato il fondatore dell’ilozoismo, cosa che mi pare errata, basta leggere cosa ne dice wikipedia:

Il termine ilozoismo (composto dal greco hýlē, “materia”, e zōé “vita”) riguarda la dottrina che concepisce la materia come una forza dinamica vivente che ha in se stessa animazione, movimento e sensibilità senza alcun intervento di principi animatori esterni.
Il termine fu coniato dal filosofo inglese di impostazione platonica Ralph Cudworth (1617-1688)[1] che lo riferì al pensiero materialista di Stratone di Lampsaco e di Spinoza.
Il termine fu usato anche da Kant, a proposito del giudizio teleologico, che lo intese come la dottrina che «fonda i fini della natura sull’analogo di una facoltà che agisce con intenzione, la vita della materia»
Questa dottrina filosofica è presente nei filosofi presocratici, per i quali la sostanza primordiale è materiale e vivente, e negli stoici che teorizzano l’esistenza di un fuoco originario come principio animatore dell’universo.
All’ilozoismo possono riportarsi i filosofi della natura rinascimentali quali Bernardino Telesio, Giordano Bruno e Tommaso Campanella i quali condividono l’idea che vi sia un sostrato materiale, di per sè inerte, che riceve vita e movimento da due forze materiali: il caldo e il freddo.
Nel XIX secolo l’ilozoismo ricomparve in alcuni autori materialisti che ritenevano animati gli atomi e l’etere.

Detto questo mi sono letto il seguente pezzo da qui:

www.cavehill.uwi.edu/fhe/histphil/Philo … schade

Hylozoism

In understanding of the dialectical “One Love” we begin with an understanding of hylozoism. Hyle serves as the first principle out of which the objective Universe was formed. Hylozoism leads to pantheism, with its different forms, and finally to a philosophy called Dialectical Incarnation where “God is love and the totality of reality.”
Inorganic and organic, inanimate and animate, matter and spirit, immanent and transcendent, many of our western philosophies have succumbed to dualism since philosophy’s written origin. The philosophy of hylozoism, like that of the Aum and the Tao, breaks down major elements of this dualistic understanding when it states that all material things possess life. The inanimate/animate, inorganic/organic separation is over. Most simply explained, hylozoism states that there is no such thing as inorganic matter, and everything has life.
For too long humanity has believed that there is a separation between matter, as “void oflife,” and that which is “living.” This inorganic/ organic separation has been a major factor in the way modern humanity views existence.
Some ancient philosophies understand that there is only One Life in all of creation, and that the universe (and all that it contains) is the outward expression of that One Life. In our western framework we call this universal entity God. It is not God and creation but God as creation that is at the root of this thought. We can see why it is, therefore, that the inorganic/organic duality is illusionary. For if there is only One Life manifesting as, and through, the cosmos, then nothing can escape the livingness of that One Life, not even “inorganic” matter.

E poi quest’altro da qui:

http://www.crandallu.ca/courses/grphil/Xenophanes.htm

3.3. God as Spherical and the Cosmos

If God is supposed to be unlike human beings with respect to his (outward) form, then Xenophanes’s detractors no doubt would ask, What then is God’s form? In the surviving fragments nothing is said about the issue, but later writers say that Xenophanes teaches that the outward form of God is spherical. Simplicius reports that Xenophanes’ view about God was that “Being homogeneous throughout he is a sphere in form”. Later Diogenes Laertius writes that for Xenophanes, “The substance of God is spherical, in no way resembling man” (Lives IX. 19). Likewise, Hippolytus comments, “He [Xenophanes] says that the God is eternal and one and similar in all directions and spherical and sentient” (Refut. 1. 12) (see also MXG, 977b 1 [A 28]; Sextus, A 35; Theodoret, A 36). As spherical, God is finite, because a sphere needs boundaries or limits (i.e., finitude) in order to be a sphere.
Xenophanes’s assertion that God is spherical is puzzling, until one realizes that for him God is actually identical to the cosmos, which is a sphere; in other words, God and the cosmos are synonyms. Xenophanes’s conception of God, therefore, is pantheistic and his conception of the cosmos is monistic. Aristotle explains, “While Xenophanes, the first of these partisans of the One (for Parmenides is said to have been his pupil), gave no clear statement, nor does he seem to have grasped the nature of either of these causes, but with reference to the whole material universe he says the One is God” (Metaphysics, 986b 21-25). Aristotle does not say much about Xenophanes’ views because he considers him to be an inferior thinker, yet what he does says indicates that he knew Xenophanes to be a “partisan of the One,” as understanding the cosmos as one entity. Moreover, according to Aristotle, for Xenophanes the one cosmos is God; the all is divine. Similarly, Theodoret says about Xenophanes, “He said that the all was one, spherical and finite, not generated but eternal, and altogether unmoved” (A 36). Since the attributes of the all are the attributes of God, it follows that the all is another name for God. As God, the cosmos is sentient (as Hippolytus reports); in a sense, the cosmos is alive, aware of itself as the cosmos in all its diversity, and capable of volition. In other words, Xenophanes espouses another form of hylozoism, that matter is alive. The identification of the cosmos with God, by the way, explains why God is motionless: if God is the all, where could God go?

Allora la scritta “Cosmopolis”, città del cosmo, potrebbe essere collegata all’ilozoismo e non a Baikonur e l’occhio potrebbe essere veramente quello “cosmico”, cioè quello di Dio, dato che Cosmo e Dio sono la stessa cosa…

Citazione forum Orologiko “mat939” venerdì 16 gennaio 2009, 8:36

In rete non ho trovato molto a riguardo, almeno in inglese e in italiano.

Le informazioni riportate si possono quindi trovare a questi link:

OROLOGIKO: http://www.orologiko.it/forum/viewtopic.php?f=131&t=10772
WUS: https://forums.watchuseek.com/f10/you-say-cosmopolis-i-say-kosmopolis-31272.html

Queste erano le uniche informazioni che fino ad oggi mi permettevano di dare un senso al quadrante dell’orologio.

LA NUOVA TEORIA 

Questa mattina come al solito ho condiviso l’orologio da poco arrivato in un gruppo di collezionisti su VK chiedendo se qualcuno avesse qualche informazione riguardo al Vostok Cosmopolis in questione nonostante non avessi molte speranze a riguardo.

Mi ha invece risposto l’utente “Boshdan Boshomolov” dandomi una risposta interessante che ha scatenato una serie di ricerche che hanno portato ad una nuova teoria decisamente plausibile.

La risposta al mio Post in VK è stata la seguente:

 

Скорее всего на цифере логотип книжного издательства “Космополис” (примерно 1990-1991 годов). На закате СССР любили громкие названия. Вот пример изданной ими книги: “Коммерческие банки / Э. Рид, Р. Коттер, Э. Гилл, Р. Смит ; пер. с англ. А. А. Кандаурова и др.; под ред. В. М. Усоскина. – 2-е изд. – Москва : Космополис, 1991. – 480 с. : ил., табл. – Библиогр.: с. 469. – Указ. имен., предм.: с. 470-473. – Пер. изд.: Commercial banking / E. W. Reed. – ISBN 5-7008-0012-8”

citazione Boshdan Boshomolov VK 27/11/2019

Che tradotto con Google translator in italiano suona più o meno così:

Molto probabilmente, il logo della casa editrice di libri Cosmopolis (circa 1990-1991) è su un numero digitale.  Al tramonto, l’URSS adorava i grandi nomi.  Ecco un esempio di un libro che hanno pubblicato: “Commercial Banks / E. Reed, R. Cotter, E. Gill, R. Smith; tradotto dall’inglese di A. A. Kandaurov e altri; a cura di V. M. Usoskin. –  2a edizione – Mosca: Cosmopolis, 1991. – 480 p .: Ill., Tab. – Bibliografia: p. 469. – Nomi indicati, soggetto: pp. 470-473. – Per.  : Commercial banking / EW Reed. – ISBN 5-7008-0012-8 “

confronto scritte editore cosmopolis vostok amphibia sovietaly mister
Anche a questo sito è possibile vedere che la casa editrice del libro è la russa Cosmopolis: https://www.soyuz.ru/literature/1087004

L’occhio sul quadrante credo sia semplicemente il logo della casa editrice. Ben si sposa con il concetto di lettura per chi di lavoro vende libri.
I colori bianco, rosso e blu all’interno dell’occhio potremmo in maniera un po’ azzardata ricondurli alla bandiera degli USA ( un po’ debole come richiamo ma non si sa mai)

In quegli anni non credo che fosse necessario depositare o registrare un logo presso qualche istituto e i metodi di stampa di allora non è detto permettessero riproduzioni di loghi in maniera semplice. La ricerca continua, ma al momento non ho la conferma che la casa editrice avesse un proprio logo.

Non quindi un omaggio al cosmodromo di Baikonur o a qualche religione esoterica ma il Vostok Cosmopolis commemora più semplicemente una casa editrice dalla vita molto breve a Mosca, all’inizio degli anni ’90.

 

Chiaramente non è possibile avere la certezza di quanto affermato, servirebbe la testimonianza di qualcuno che abbia avuto a che fare con la casa editrice Cosmopolis all’epoca o chi ha realizzato la bozza per l’orologio Vostok Cosmopolis.
Rimane comunque per me uno degli orologi più misteriosi e affascinanti della produzione sovietica Vostok.

 

E’ iniziata quindi una ricerca approfondita su diversi motori di ricerca anche russi per venire a capo di questa affermazione e comprendere se rappresentasse una teoria valida.

Le informazioni riguardanti questo libro è possibile averle a QUESTO LINK

Questo libro mi ha permesso di trovare, dopo svariate ricerche, questo sito:

https://fantlab.ru/publisher1390

Al suo interno alcune interessanti informazioni riguardo alla casa editrice “Cosmopolis” di Mosca.
Sembra essere una società sovietico/americana:

 

Выписка с сайта Российской книжной палаты:

978-5-7008 — Космополис — Совместное советско-американское предприятие. — (М.: Космополис)

123308, Москва, Мневники, 7 — 1, Космополис тел. 946-45-51 факс 411253 MOTUR SU

fantlab.ru

Estratto dal sito web della Camera del libro russo: 978-5-7008 – Cosmopolis – Impresa congiunta sovietico-americana. – (M .: Cosmopolis) 123308, Mosca, Mnevniki, 7 – 1, Cosmopolis tel. 946-45-51 fax 411253 MOTUR SU

Ulteriori informazioni riguardo alla casa editrice Cosmopolis si possono trovare a questo link: https://okpo.ru/egrul_492392255b.html

Sul sito https://fantlab.ru, verificando cosa sia presente per editore, si possono vedere quattro libri.

Non posso che constatare inoltre che si tratta di quattro libri di fantascienza. Il nome Cosmopolis é quindi in un certo qual senso azzeccato.

 

 

L’ultimo “В то время я гостила на земле” del 1991 è in assoluto quello che mi ha convinto di più relativamente alla teoria di un orologio commemorativo della casa editrice Cosmopolis.

Il dettaglio riguarda una delle pagine visibili dal sito e che riporta le scritte in cirillico e latino relative alla scritta Cosmopolis molto, ma molto simili a quelle riportate sul quadrante dell’orologio

 

Анна Ахматова В то время я гостила на земле
Анна Ахматова В то время я гостила на земле
Casa editrice Cosmopolis Mosca 1991
Cosmopolis 1991

 

 


Un facile confronto permette di vedere come le scritte si assomiglino e la presenza di entrambi i caratteri, dovuti probabilmente alla doppia anima dell’editore, che ricordiamo essere una società americano/sovietica, unito alla presenza della data: 1991 compatibile con il periodo dell’orologio su cui è presente la scritta in cirillico “Made in USSR”, mi fa pensare che il Vostok Cosmopolis sia in realtà un orologio commemorativo della Casa Editrice Cosmopolis di Mosca.

 

confronto scritte editore cosmopolis vostok amphibia sovietaly mister
Anche a questo sito è possibile vedere che la casa editrice del libro è la russa Cosmopolis: https://www.soyuz.ru/literature/1087004

L’occhio sul quadrante credo sia semplicemente il logo della casa editrice. Ben si sposa con il concetto di lettura per chi di lavoro vende libri.
I colori bianco, rosso e blu all’interno dell’occhio potremmo in maniera un po’ azzardata ricondurli alla bandiera degli USA ( un po’ debole come richiamo ma non si sa mai)

In quegli anni non credo che fosse necessario depositare o registrare un logo presso qualche istituto e i metodi di stampa di allora non è detto permettessero riproduzioni di loghi in maniera semplice. La ricerca continua, ma al momento non ho la conferma che la casa editrice avesse un proprio logo.


Non quindi un omaggio al cosmodromo di Baikonur o a qualche religione esoterica ma il Vostok Cosmopolis commemora più semplicemente una casa editrice dalla vita molto breve a Mosca, all’inizio degli anni ’90.

 

Chiaramente non è possibile avere la certezza di quanto affermato, servirebbe la testimonianza di qualcuno che abbia avuto a che fare con la casa editrice Cosmopolis all’epoca o chi ha realizzato la bozza per l’orologio Vostok Cosmopolis.
Rimane comunque per me uno degli orologi più misteriosi e affascinanti della produzione sovietica Vostok.

 

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Vostok Komandirskie: Analisi dell’Orologio e Storia dell’Unità Militare 3375

Vostok Komandirskie 45 anni unità militare 3375 di protezione MPSR, VGO e SG

L’orologio Vostok Komandirskie in esame è un modello commemorativo che celebra i 45 anni di attività dell’unità militare 3375, con una cassa cromata e un calibro 2414A. Questo particolare orologio ha attirato l’attenzione per tre motivi principali:

  1. Il quadrante azzurro olografico: Non comunemente presente nei Vostok, è invece più diffuso su alcuni modelli di orologi russi Raketa. Questo quadrante, tipico dei primi anni ’90, rappresenta un elemento curioso e caratteristico, sebbene di dubbio gusto estetico.
  2. La forma della cassa: Anche questa non comune, a differenza della ghiera, che invece è piuttosto comune nei modelli Vostok.
  3. Le scritte in cirillico: Di primo acchito difficilmente comprensibili, ma che svelano una storia affascinante e complessa.

Dettagli del Quadrante

Parte Superiore del Quadrante: La scritta in cirillico “ПО ОХРАНЕ МПСР ВГО И СГ” tradotta significa: “RIGUARDO ALLA PROTEZIONE DI MPSR, VGO E SG”.

  • MPSR (МПСР): “Luoghi speciali di lavoro”
  • VGO (ВГО): “Importanti strutture statali”
  • SG (СГ): “Merci speciali”

Simboli e Iconografia

  • Missile: Simbolo di sviluppo tecnologico e militare.
  • Simbolo dell’Atomo: Indicativo dell’energia nucleare.
  • Orso Polare: Animale presente nell’emisfero boreale, che suggerisce attività in terra siberiana. Questo simbolo è comunemente usato nei quadranti degli orologi russi. Per ulteriori esempi, puoi vedere QUI.

Parte Inferiore del Quadrante

La scritta “ВОИСКВАЯ ЧАСТЬ 3375” significa: “UNITÀ MILITARE 3375”. Questo orologio commemora i 45 anni di attività dell’unità militare, quindi risale al 1991.

Contestualizzazione Storica

L’unità militare 3375 è stata creata nell’aprile del 1946 come parte del Dipartimento per la protezione delle importanti imprese industriali, chiamata a proteggere istituti di ricerca e laboratori dell’Accademia delle Scienze impegnati nello sviluppo dell’energia nucleare. Questo periodo post-bellico fu caratterizzato da intense attività di spionaggio e ricerca segreta per lo sviluppo di armi nucleari, richiedendo la creazione di unità speciali a protezione delle installazioni e delle merci.

Ulteriori Riferimenti

Su VK è possibile trovare diversi riferimenti all’unità militare 3375, inclusa una community con 180 membri ancora attiva. Queste unità speciali furono anche tra i primi militari ad intervenire durante il disastro nucleare di Chernobyl, insieme ai vigili del fuoco.

Fonti e Link Utili

  • Topwar: Fonte principale di informazioni sull’unità militare e sulla sua storia.

Questa analisi offre una panoramica completa del Vostok Komandirskie, evidenziando l’importanza storica dell’unità militare 3375 e il contesto in cui operava, fornendo al contempo una descrizione dettagliata delle caratteristiche distintive dell’orologio.

 

Orologio Luch Minsk Chiesa Rossa: Un Pezzo Unico con Significato Storico

russian watch Luch Minsk Red Church

Introduzione all’Orologio Luch

L’orologio Luch Minsk Chiesa Rossa è un esempio notevole di produzione industriale bielorussa. Prodotto da Luch, un noto produttore di orologi con sede in Bielorussia, questo orologio presenta elementi di design unici e caratteristiche avanzate che lo distinguono dagli orologi russi tipici. Il quadrante è marchiato “Беларусь”, indicando la sua origine bielorussa.

Questo orologio NOS (New Old Stock) viene fornito completo del suo passaporto originale e dell’imballaggio, che include una scatola in cartone e plastica termoformata.

Caratteristiche Principali dell’Orologio

Una delle caratteristiche più sorprendenti di questo orologio è il design intricato del quadrante. Ecco alcuni degli elementi distintivi:

  • Quadrante Fustellato Complesso: Il perimetro del quadrante segue il contorno della chiesa rappresentata, rendendolo altamente distintivo.
  • 24-Hour Mechanism: Il calibro al quarzo 2370 alimenta la complicazione delle 24 ore, con una ruota rotante che mostra il Sole e la Luna, fornendo un’indicazione delle 24 ore.
  • Numeri Romani: Il quadrante bianco mostra i numeri romani, con il numero 4 rappresentato tradizionalmente (IV) invece che nello stile medievale (IIII).
  • Lancette Non Luminescenti: Le lancette delle ore e dei minuti sono dipinte di bianco, mentre la lancetta dei secondi centrale è cromata.
  • Marchi: Il quadrante presenta diverse iscrizioni in cirillico, tra cui “Минск” (Minsk), il marchio Luch, “Quartz” e “Беларусь”.

La Funzione 24 Ore: Indicatore di Giorno e Notte

Una delle funzioni affascinanti di questo orologio è la funzione delle 24 ore, che mostra un indicatore del Sole e della Luna che cambia nel corso della giornata. Questo aggiunge un elemento visivo dinamico all’orologio, rendendolo non solo un dispositivo per misurare il tempo, ma anche un argomento di conversazione.

Minsk Watch Plant: La Fabbrica degli Orologi Luch

La Minsk Watch Plant, conosciuta anche come Luch, è stata fondata nel 1953. Durante l’epoca sovietica, Luch è diventata uno dei principali produttori di orologi dell’URSS, producendo milioni di orologi ogni anno. La fabbrica ha continuato a operare dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, adattandosi alle nuove condizioni di mercato e modernizzando la propria produzione.

Luch produce una vasta gamma di orologi, dai modelli meccanici a quelli al quarzo, continuando a essere un marchio di riferimento in Bielorussia e nei paesi dell’ex blocco sovietico. L’azienda è nota per l’affidabilità e la precisione dei suoi prodotti, oltre che per l’innovazione nel design e nella funzionalità.

Luch è ancora attiva oggi, e continua a produrre orologi di alta qualità per un mercato globale.

Per ulteriori informazioni sulla Minsk Watch Plant, visita il sito ufficiale di Luch:

Il Calibro

L’orologio è mosso dal calibro al quarzo 2370, noto per la sua complicazione delle 24 ore utilizzata creativamente in vari modelli Luch. Questo calibro è celebrato per la sua affidabilità e per le applicazioni innovative nell’orologeria.

Per informazioni più dettagliate sul calibro, puoi consultare risorse orologiere affidabili come:

La Rappresentazione della Chiesa Rossa

Il quadrante dell’orologio raffigura in modo prominente l’immagine della Chiesa Rossa, ufficialmente conosciuta come la Chiesa dei Santi Simone e Elena. Questa chiesa cattolica romana è un importante punto di riferimento storico e architettonico a Minsk, Bielorussia. Costruita tra il 1905 e il 1910, la chiesa si trova in Piazza dell’Indipendenza.

Minsk: Il Cuore della Bielorussia

Minsk, la capitale della Bielorussia, è una città ricca di storia e cultura, situata nel cuore dell’Europa continentale. È nota per le sue ampie strade, l’architettura monumentale e una scena culturale vivace.

Conclusione

L’orologio Luch Minsk Chiesa Rossa è un pezzo notevole che combina la produzione industriale bielorussa con significato storico e culturale. Il suo design unico, che raffigura la Chiesa Rossa e la complicazione del Sole/Luna, lo rende un’aggiunta preziosa a qualsiasi collezione.

Questo orologio occupa un posto speciale nella storia dell’orologeria dell’era sovietica e post-sovietica, riflettendo sia l’arte che i progressi tecnologici del suo tempo. Che tu sia un collezionista esperto o un appassionato di storia, l’orologio Luch Minsk Chiesa Rossa saprà catturare il tuo interesse.

Per ulteriori letture, ecco i riferimenti utilizzati in questo articolo:

Orologio da Tasca Molnija: Simbolo della Guardia Sovietica

russian pocket watch molnija

Questo articolo è dedicato agli appassionati di orologeria sovietica e russa, con un focus su un particolare orologio da tasca Molnija. Esploreremo i dettagli tecnici, commemorativi e storici dell’orologio, arricchendo il contenuto con link a fonti affidabili per un approfondimento completo.

Dettagli Tecnici e Storia dell’Orologio Molnija

Recentemente, in un mercatino delle pulci in provincia di Milano, ho trovato un orologio da tasca Molnija che ha catturato la mia attenzione. Questo orologio presenta diverse caratteristiche distintive sia sulla cassa che sul coperchio.

russian pocket watch molnija
Molnija

Cassa dell’Orologio: Sulla cassa in metallo che protegge il quadrante, è presente il simbolo della “Guardia Sovietica”. Questo simbolo include una bandiera rossa con la scritta “Гвардия” (Guardia) sopra una stella rossa contornata da una corona di alloro. Questo emblema è un segno di distinzione e onore, riservato ai reparti e alle unità dell’Armata Rossa che si sono distinti per il loro coraggio e la loro efficienza durante la seconda guerra mondiale.

russian pocket watch molnija
Molnija

Coperchio Posteriore: Sul fondello dell’orologio, è inciso il simbolo della falce e martello all’interno di una stella a cinque punte. Intorno a questo simbolo, la scritta in cirillico “великая отечественная 1941-1945” (Grande Guerra Patriottica 1941-1945) celebra la vittoria dell’Unione Sovietica contro le forze naziste durante la seconda guerra mondiale.

russian pocket watch molnija
Molnija

L’orologio è dotato di un calibro Molnija 3602 a carica manuale. Questo meccanismo, noto per la sua affidabilità e precisione, era ampiamente utilizzato negli orologi da tasca sovietici dell’epoca.

Approfondimenti Storici

Guardia Sovietica: La Guardia Sovietica era un’unità d’élite dell’Armata Rossa, creata durante la seconda guerra mondiale per onorare le unità che avevano mostrato straordinario coraggio e abilità in battaglia. Questo orologio celebra tali unità, evidenziando l’importanza del loro contributo alla vittoria sovietica. Per ulteriori informazioni, puoi visitare la pagina Wikipedia della Guardia Sovietica.

Grande Guerra Patriottica: La scritta “великая отечественная 1941-1945” sul fondello dell’orologio si riferisce alla Grande Guerra Patriottica, un termine utilizzato nell’Unione Sovietica per descrivere la guerra contro la Germania nazista durante la seconda guerra mondiale. Questo periodo è caratterizzato da immense sofferenze e sacrifici, ma anche da un’incredibile determinazione e coraggio che hanno portato alla vittoria sovietica. Puoi approfondire questo tema visitando la pagina dedicata alla Grande Guerra Patriottica.

Link di Approfondimento

  1. Guardia Sovietica su Wikipedia
  2. Grande Guerra Patriottica
  3. Calibro Molnija 3602

Orologio russo Vostok Tank, ma quale Tank?

soviet watch Vostok Komandirskie Tank

L’orologio Vostok Komandirskie Tank è uno degli orologi russi più iconici e diffusi. Con il suo design robusto e militare, ha catturato l’immaginazione di collezionisti e appassionati di tutto il mondo. Un particolare dettaglio del quadrante, ovvero la stilizzazione di un carro armato, ha suscitato numerose speculazioni: quale modello specifico di carro armato è rappresentato?

Caratteristiche del Vostok Komandirskie

Prodotto dal Chistopol Watch Factory, il Vostok Komandirskie è sinonimo di qualità e robustezza. È noto per essere stato progettato per resistere a condizioni estreme, e il suo design riflette l’orgoglio militare sovietico.

soviet watch Vostok Komandirskie Tank
Vostok Komandirskie Tank

Quale Carro Armato è Raffigurato?

T-34/85: Questo è uno dei carri armati più famosi della Seconda Guerra Mondiale. Celebrato per la sua efficacia sul campo di battaglia, il T-34/85 è spesso considerato il simbolo della potenza militare sovietica. La sua forma distintiva e il suo ruolo cruciale nella guerra fanno di questo modello un candidato probabile per la stilizzazione sul quadrante.

T-62: Un altro modello suggerito dagli esperti è il T-62. Questo carro armato rappresenta un’evoluzione tecnologica rispetto ai suoi predecessori e possiede caratteristiche stilistiche che potrebbero corrispondere alla stilizzazione presente sull’orologio.

IS-2: Il carro armato pesante IS-2, noto per il suo potente cannone e la sua armatura spessa, è stato fondamentale durante le battaglie della Seconda Guerra Mondiale. Anche questo modello è stato considerato come possibile ispirazione.

Cenni al Film T-34

Il film russo “T-34”, uscito nel 2019, offre uno sguardo emozionante e avvincente su questo leggendario carro armato. Ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale, il film segue un giovane comandante di carri armati sovietico, interpretato da Alexander Petrov, che viene catturato dai tedeschi. Utilizzando un T-34, riesce a orchestrare una fuga audace. La trama mette in luce l’ingegnosità e il coraggio dei soldati sovietici, rendendo omaggio al T-34 come simbolo di resistenza e vittoria. Questa rappresentazione cinematografica ha riacceso l’interesse per il carro armato e potrebbe rafforzare l’ipotesi che il modello raffigurato sul quadrante del Vostok Komandirskie sia proprio il T-34/85. https://en.wikipedia.org/wiki/T-34_(film)

Discussioni e Fonti

Le discussioni su quale carro armato sia rappresentato continuano su vari forum e siti specializzati. Ad esempio, Wikipedia e meshok.net offrono approfondimenti e speculazioni sulla questione. Inoltre, i gruppi di appassionati su piattaforme come VK e forum dedicati agli orologi sovietici forniscono ulteriori suggerimenti e teorie.

Conclusioni

Identificare con precisione il modello di carro armato rappresentato sul quadrante del Vostok Komandirskie Tank rimane un mistero, ma le ipotesi più accreditate sono il T-34/85 e il T-62. La stilizzazione rende difficile una conferma definitiva, ma queste due ipotesi rimangono le più probabili.

Per ulteriori dettagli e discussioni, ti consiglio di visitare i link alle fonti e ai forum sopra menzionati, dove la comunità degli appassionati continua a condividere informazioni e opinioni su questo affascinante dettaglio storico.

Il Percorso Dietro il Logo e la Nascita di una Collezione di Orologi Unica

logo sovietaly TM sfondo bianco

Sovietaly™ Orologi Russi

Benvenuti nel racconto di Sovietaly, la mia collezione di orologi russi e sovietici che ha preso forma nel corso degli anni. La passione per gli orologi ha radici profonde nella mia vita, radici che affondano nei racconti e nelle storie degli orologi che mio nonno collezionava con cura e orgoglio. Crescendo, quei pezzi di storia mi hanno sempre affascinato e, nel 2017, ho iniziato a dare un senso e una struttura alla mia collezione personale, che andava espandendosi a un ritmo incalzante.

La Nascita del Sito Sovietaly

Nel tentativo di organizzare le informazioni e di condividere la passione per gli orologi russi e sovietici, ho deciso di creare un sito. Dopo aver esplorato diverse opzioni, ho scelto Google Sites per la sua semplicità e la familiarità che avevo già avuto con essa nel passato. Il risultato è il sito che potete visitare qui: Sovietaly. Questo spazio mi ha permesso non solo di mostrare la mia collezione, ma anche di affrontare una questione importante: come chiamare questa raccolta unica di orologi?

Il nome “Sovietaly” è nato da una suggestione di un caro amico collezionista, che ha saputo cogliere il legame profondo tra il concetto di “sovietico” e l’Italia. Questo nome è diventato il mio marchio distintivo, utilizzato anche come nickname nei gruppi e nei forum. Ho deciso di proteggere il marchio (™) dopo una consulenza legale, riconoscendo il valore e la protezione che la mia collezione meritava.

La Creazione del Primo Logo

Il secondo passo è stato trovare un logo che rappresentasse appieno l’essenza di Sovietaly. Ispirato a simboli iconici come l’orologio Raketa Big Zero, la falce e il martello dell’Unione Sovietica, e i colori della bandiera italiana, il logo è stato creato con la collaborazione di un professionista su Fiverr.com.

Va sottolineato che il logo con la falce e il martello è stato realizzato esclusivamente per richiamare la collezione di orologi sovietici, senza alcun riferimento all’ideologia comunista o a questioni politiche, che non mi interessano.

logo sovietaly TM sfondo bianco
Sovietaly (TM) logo

L’Evoluzione del Logo nel 2024: Una Nuova Identità

Nel maggio 2024, ho deciso di rinnovare il logo per eliminare qualsiasi riferimento politico e per evidenziare ancora di più il legame con l’Italia. Il nuovo logo mantiene la riconoscibilità del brand, aggiungendo un contorno con la bandiera italiana, riflettendo una nuova identità più aderente alla realtà vista la crescente divulgazione sui social.

Questo è attualmente il logo del sito e dei canali social, rappresentando in modo più accurato l’identità di Sovietaly e la sua evoluzione.

Logo di Sovietaly
Logo di Sovietaly

Un Viaggio di Passione e Condivisione

Il percorso di Sovietaly è stato un viaggio appassionante di crescita, apprendimento e condivisione. Da allora, il logo Sovietaly è diventato un elemento riconoscibile e originale, accompagnando la collezione con orgoglio. Nel corso del tempo, ho anche sperimentato con la sua presentazione, utilizzando solo la scritta come filigrana per le foto sui social.

Ogni orologio della mia collezione ha una storia da raccontare, una storia che non vedevo l’ora di condividere con altri appassionati. Ogni pezzo rappresenta un pezzo di storia, un frammento di tempo che porta con sé il fascino e il mistero di epoche passate.

Spero che questo racconto possa ispirare altri appassionati di orologi e collezionisti. Grazie per essere parte di questa avventura!

Raketa Marine Navy 24h, il mistero svelato…

russian watch Raketa 24h Marine

Il Raketa Marine, un classico tra gli orologi russi con un piccolo segreto…

russian watch Raketa 24h Marine

Il Raketa Marine è uno dei miei classici preferiti, uno degli orologi Raketa 24h più famosi e più ricercati. Prodotto sia durante il periodo sovietico che russo. Spesso elencato dai collezionisti come un “must have” per iniziare o completare una collezione. Uno degli orologi russi dal punto di vista estetico più gradevoli.

Se guardiamo con attenzione il quadrante possiamo distinguere facilmente tre funzioni principali.

1) Raketa Marine – Orario 24h

L’orologio monta un calibro Raketa 2623.H ( quindi 26mm di diametro, carica solo manuale, 24h con antishock). QUI una piccola guida sui calibri russi. E’ quindi un tipico, se non il tipico orologio russo 24h. La lettura dell’ora non è così complessa come si possa credere, basta considerare semplicemente che la lancetta delle ore effettua un giro in un giorno completo e non due volte come negli orologi a cui siamo abituati. Questo comporta uno sfasamanto tra gli indici delle ore e quelli dei minuti che approfondiremo successivamente. L’orologio nelle sue varie versioni, russa, sovietica e con marchio di qualità GOST, differisce veramente di poco. Il Raketa Marine risulta sempre ben visibile e ben leggibile.

2) Raketa Marine – Turni di guardia

Una delle caratteristiche distintive di quest’orologio è la ghiera girevole interna, regolabile da una apposita corona posta sotto quella di carica ad ore “8”. La ghiera ha un utilizzo molto semplice e serve ad identificare gli orari dei turni di guardia. Questi ultimi in marina sono fatti da 4 ore di guardia e 4 ore di riposo. I tre turni di guardia e i tre turni di riposo compongono quindi nella loro totalità le 24 ore. La ghiera è girevole per impostare comodamente l’inizio del primo turno. A questo punto iniziano però i misteri del Raketa Marine… Il fatto che uno dei turni di 4 ore sia in rosso e gli altri due in blu ha un qualche significato, o serve solo per evidenziare quello che è il primo turno? L’ esperienza mi insegna che i russi sono molto precisi e non fanno mai le cose a caso. Su quest’aspetto devo ancora indagare, anche se probabilmente l’ipotesi di indicazione del primo turno rimane la più plausibile.

[EDIT: 05/03/2022] E’ presente in internet anche un’altra teoria che riguarda le linee tratteggiate sul quadrante. Secondo alcuni indicano ai marinai l’orario delle docce. Da quanto mi è stato detto la questione è stata trattata su alcuni forum russi, sembra watch.ru, ma personalmente non riesco a trovarne traccia.

3) Raketa Marine – Silenzio Radio

Ma il mistero più fitto che circonda da tempo il Raketa Marine, che spero di aver risolto una volta per tutte (magari per qualcuno era chiaro, ma molte persone, se interpellate non hanno saputo dare risposta ), riguarda le linee blu presenti sul quadrante tra le ore 6:00 e 7:00 e tra le 18:00 e le 19:00. Si tratta di questi simboli grafici a cui risulta non molto intuitivo dare uno scopo all’interno del giorno. Il “mistero” del Raketa Marine si risolve come al solito con una attenta osservazione e una ricerca un po’ approfondita.

Come dicevo prima i russi sono decisamente precisi e osservando bene il quadrante di questo orologio russo si può osservare come le linee siano di colore blu, come gli indici dei minuti e non come quelli delle ore, che sono neri.

Se si pone ancora più attenzione si vede che le righe sono allineate con gli indici dei minuti e non con quelli delle ore. Fatta quest’osservazione e raccolte informazioni relative a cosa possa succedere per tre minuti ogni mezz’ora e non per due ore ogni 24 si trova riscontro in una pratica ben conosciuta all’interno delle navi (su di un Raketa Marine tutto prende senso) e cioè il “periodo di silenzio radio“.

L’animazione aiuta a comprendere correttamente quanto sopra esplicitato.

raketa marine radio room mistery gif

Cosa è il “Radio Silence”?

In maniera molto semplicistica si tratta di alcuni minuti ( precisamente i minuti 15-16-17 e 45-46 e 47 di ogni ora ) in cui si chiede agli operatori radio di non effettuare trasmissioni ma di mettersi in ascolto per permettere di captare eventuali SOS  lanciati da navi in pericolo. Questo periodo riguarda solo la frequenza di ascolto telegrafica di 500 mHz. Esiste anche un altro periodo di acolto di una frequenza diversa per captare eventuali messaggi radio di MAYDAY.

L’argomento può essere approfondito a questa pagina in inglese: RADIO SILENCE


GLI OROLOGI RADIO ROOM OLTRE AL RAKETA MARINE

In rete si trovano molti esempi e due spesso usati sono di famosi orologi sovietici:

La frequenza 500 kHz

Probabilmente per questioni legate alla leggibilità del quadrante dell’orologio è stato evidenziato solo il periodo relativo alle tramissioni telegrafiche da 500 kHz.

La pratica di ascolto sulle onde medie alla frequenza di 500 kHz è andata in disuso nel 1999 dopo circa 90 anni, sostituita da sistemi decisamente più moderni e affidabili. All’epoca di progettazione del Raketa Marine quindi la pratica era ancora in uso.

QUI interessanti approfondimenti su l’utilizzo di questa frequenza.


Spero che con questo ragionamento si possano considerare dissipati tutti i dubbi che hanno circondato quelle piccole linee blu presenti sul quadrante del Raketa Marine.

A ben vedere però esistono molti “Radio Room Clock” che riportano solo questa fascia. Sono probabilmente di periodo precedente all’introduzione di quello completo con le 4 fasce di ascolto orarie.

Qui sotto ne vediamo un esempio storico.


La recensione di Russian Watches Review su Youtube

Mi permetto qui sotto di evidenziare la videorecensione dell’amico Karl ( QUI IL SUO CANALE YOUTUBE) che spero in qualche modo di aver aiutato a risolvere il mistero. 😉


Articoli recenti

Semplice guida ai calibri sovietici e russi

Vostok 2416b Rannft (C)

Una delle caratteristiche principali degli orologi sovietici è che contengono solo ed esclusivamente calibri sovietici, prodotti in URSS. La qualità può variare a seconda delle fabbriche, con momenti di eccellenza e altri più difficili.

I codici sui passaporti degli orologi sovietici

I codici usati per identificare i calibri sovietici sono stati sviluppati e standardizzati negli anni ’60. Questi codici si trovano sui passaporti che accompagnavano ogni orologio prodotto in epoca sovietica. Per una guida completa sul passaporto di un orologio sovietico, puoi consultare questo articolo.

Passaporto sovietico Vostok 2609A
Passaporto sovietico Vostok 2609A

Decifrazione dei codici

Il codice del calibro è composto di quattro cifre e una o due lettere. Dopo la caduta dell’Unione Sovietica, sono stati aggiunti più codici e le due cifre finali in molti casi sono diventate tre. La struttura del codice è la seguente:

  • Le prime due cifre: rappresentano il diametro del calibro in millimetri.
  • Le seconde due/tre cifre: rappresentano le caratteristiche peculiari del calibro.
  • Le lettere: a seguire rappresentano le varianti avvenute nel corso del tempo.

Calibri con le medesime caratteristiche prodotti da ditte diverse hanno lo stesso codice, ma ciò non significa che siano identici. Normalmente, il calibro viene identificato attraverso la ditta produttrice seguita dal codice identificativo del calibro.

Esempio di calibri con stesso codice:

  • Slava 2416
  • Vostok 2416
  • Poljot 2416

Tutti e tre i calibri hanno un diametro di 24mm e il 16 li identifica come automatici, con secondi centrali, data e shockproof.

Per ulteriori informazioni sui codici, puoi consultare la guida ai calibri degli orologi sovietici.

Principali calibri delle principali marche

Vostok:

  • Vostok 2409: Un calibro manuale con 17 rubini, noto per la sua affidabilità.
  • Vostok 2414A: Un calibro manuale con 17 rubini, dotato di protezione antiurto, con una frequenza di 19.800 alternanze all’ora e una riserva di carica di circa 36 ore​ (Watches You Can Afford)​​ (Vostok-Watches24)​.
  • Vostok 2416b: Un calibro automatico con 31 rubini, conosciuto per la sua durata e precisione.

Poljot:

  • Poljot 2609h: Un calibro sveglia meccanico molto apprezzato per la sua precisione.
  • Poljot 3133: Un calibro cronografo manuale con 23 rubini, noto per la sua robustezza e precisione, utilizzato in molti orologi da pilota.

Slava:

  • Slava 2414: Un calibro manuale con 21 rubini, conosciuto per la sua affidabilità e semplicità.
  • Slava 2427: Un calibro automatico con 26 rubini, apprezzato per la sua durata e precisione.

Raketa:

  • Raketa 2609.HA: Un calibro manuale con 19 rubini, famoso per la sua semplicità e durata.
  • Raketa 2627.H: Un calibro automatico, noto per la sua robustezza e precisione.

Risorse online

Per identificare i calibri e ottenere ulteriori informazioni, una risorsa utile, dopo la modifica del sito è 17jewels.info.

Queste informazioni e risorse sono fondamentali per iniziare a comprendere la complessità del mondo dell’orologeria russo/sovietica e per verificare l’originalità e la coerenza degli orologi che si possiedono o si intendono acquistare.

Considerazioni finali

La conoscenza dei calibri russo/sovietici permette di capire al volo quando si è in presenza di orologi assemblati o non coevi. Il riconoscimento accurato dei calibri è essenziale per collezionisti e appassionati di orologi sovietici. Tutte le immagini dei calibri provengono dai siti: Ranfft Watches e da 17jewels.info.

Nota: L’argomento è lungo e complesso oltre che avere al suo interno molte sfaccettature. Questa è solo una piccola introduzione per iniziare a comprendere la complessità del mondo dell’orologeria russo/sovietica.

Spero che questa guida ti sia stata utile. Per ulteriori approfondimenti, continua a seguire il nostro blog e visita le risorse consigliate.

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