Un orologio Vostok Komandirskie degli anni ’80 con quadrante a tema militare: al centro spicca la silhouette di un carro armato sovietico sormontato da una stella rossa. Il quesito verte sull’identificazione di questo carro armato disegnato sul quadrante. Prodotto in Unione Sovietica negli anni ’80, l’orologio Komandirskie con stella rossa e carro armato richiama intenzionalmente l’iconografia bellica sovietica della Seconda Guerra Mondiale (la Grande Guerra Patriottica). Il disegno appare stilizzato e semplificato, ma sembra ispirarsi a un carro sovietico classico. Di seguito analizziamo dettagliatamente la sagoma e i particolari del carro raffigurato – confrontandoli con i principali carri armati sovietici del periodo bellico (T-34, KV-1, KV-2, IS-1, IS-2) – per stabilire se si tratti di un modello specifico o di una rappresentazione simbolica generica.
Sagoma generale e proporzioni del carro disegnato

Osservando la sagoma del carro sul quadrante, notiamo proporzioni complessive più vicine a quelle di un carro medio che di un pesante. La silhouette è relativamente bassa e snella: la torretta è profilata e non sproporzionatamente grande rispetto allo scafo, mentre il cannone è lungo e sporgente. Questa configurazione ricorda da vicino il profilo del celebre T-34, il carro medio sovietico per eccellenza della Seconda Guerra Mondiale. Il T-34 vantava infatti un profilo relativamente basso, con torretta compatta e scafo lungo ma non troppo alto, caratteristiche funzionali ad un buon equilibrio tra protezione, mobilità e potenza di fuoco.
Al contrario, i carri pesanti sovietici coevi (come KV-1 e IS-2) presentavano generalmente sagome più massicce: scafi più alti e larghi e torrette di maggior volume. Ad esempio, il KV-1 (Kliment Voroshilov) era un carro pesante con corazze spesse e un aspetto tozzo; la sua silhouette appariva meno filante, con turretta relativamente grande e un grosso scafo rettangolare. Anche l’IS-2 (Iosif Stalin) – evoluzione del KV – pur avendo linee più moderne, manteneva proporzioni robuste con una torretta ampia per alloggiare il possente cannone da 122 mm. Nulla di tutto ciò sembra emergere dal piccolo disegno sul quadrante: il carro raffigurato non mostra la voluminosità tipica di un KV-1 o di un IS-2, bensì proporzioni più equilibrate, compatibili con un mezzo medio tipo T-34 o simili.
Un carro medio T-34/76 conservato in museo. Notare la silhouette generale: scafo basso con piastre frontali fortemente inclinate, torretta compatta (in questo caso un modello T-34/76 con torretta a due uomini) e cinque grandi ruote nel cingolo. Questa forma rivoluzionaria conferì al T-34 un profilo slanciato e ben proporzionato. Il T-34, definito leggendario per il suo equilibrio di mobilità, corazzatura inclinata e potenza di fuoco, presentava uno scafo ben modellato con corazze inclinate e una torretta semicircolare fusa. La sua altezza totale era di circa 2,4 m, inferiore rispetto ai carri pesanti contemporanei, contribuendo a una sagoma meno imponente. Il disegno del quadrante sembra riflettere proprio questa impostazione: profilo basso, torretta contenuta, cannone lungo – tutti elementi che richiamano un carro medio agile più che un mastodonte blindato.
In sintesi, dal punto di vista delle proporzioni generali, il carro stilizzato sull’orologio somiglia più a un T-34 (o a un altro carro medio) che a un KV o IS pesante. La sagoma non mostra l’altezza e la mole di un carro pesante sovietico, suggerendo che l’intento fosse quello di raffigurare un tank iconico e riconoscibile, senza appesantire il disegno con dimensioni sproporzionate. Il T-34, in effetti, divenne un simbolo della vittoria sovietica ed è plausibile che i designer del quadrante abbiano scelto la sua silhouette – o una sua versione semplificata – per evocare immediatamente l’immaginario bellico patriottico.
Torretta e cannone: confronto dei dettagli

Passando ai particolari di torretta e cannone, il disegno mostra una torretta di forma arrotondata (quasi una cupola) sormontata da un cannone lungo e relativamente sottile, privo di evidenti dispositivi sulla volata. Questa torretta tondeggiante è coerente con quelle torrette fuse introdotte sui carri sovietici a partire dal 1941-42: il T-34/76 inizialmente aveva torrette più piccole, ma col modello T-34/85 venne adottata una torretta di maggior diametro, a tre uomini, con pareti arrotondate. Anche certi KV-1 di produzione 1942 montavano torrette fuse tondeggianti (in alternativa a quelle saldate) per migliorare la resistenza balistica. Dunque la forma curvilinea potrebbe corrispondere sia a un T-34/85 sia a un KV-1 modello tardo, sia ancora alla famiglia successiva dei carri IS (che avevano anch’essi torrette larghe e semi-ovaleggianti). In ogni caso, è poco compatibile con la sagoma squadrata del KV-2: quest’ultimo infatti aveva una torretta enorme a forma di scatola rettangolare, molto alta e spigolosa, armata con un obice da 152 mm. Se il disegno avesse voluto rappresentare un KV-2, la torretta sarebbe stata immediatamente riconoscibile per la sua forma cubica sproporzionata – cosa che chiaramente non avviene, data la torretta arrotondata sul quadrante.
Un altro elemento importante è il cannone. Il cannone raffigurato è lungo e diritto, senza un evidente freno di bocca all’estremità. Ciò è indicativo: i carri pesanti IS-2 impiegavano un cannone da 122 mm spesso dotato, nelle versioni 1944, di un caratteristico freno di bocca a due feritoie sulla volata (per smorzare il rinculo). Un esempio reale è visibile nell’immagine seguente, dove un IS-2 mostra il grande freno di bocca sulla volata del cannone D-25T da 122 mm.
Un IS-2 (carro pesante Iosif Stalin, modello 1944) esibito in parata storica. Si noti la torretta ampia e arrotondata, e soprattutto il lungo cannone da 122 mm munito di un vistoso freno di bocca a doppia feritoia sulla volata (la “cuffia” forata in punta). Questa caratteristica distingue gli IS-2 e i carri postbellici dai carri medi WWII che in genere ne erano privi. Nel disegno Komandirskie, invece, il cannone è raffigurato senza alcun rigonfiamento in punta, suggerendo l’assenza di freno di bocca. Ciò si accorderebbe con i cannoni dei T-34 (sia il 76 mm F-34 che l’85 mm ZiS-S-53) e dei KV-1 (76 mm) che erano privi di freni di bocca evidenti. Anche l’IS-1 – versione iniziale del carro Stalin, armata con un cannone da 85 mm – non aveva freno di bocca; tuttavia l’IS-1 ebbe vita breve, presto rimpiazzato dall’IS-2 col 122 mm. In generale, un cannone liscio e lungo senza spegnifiamma punta più verso l’armamento di un carro medio della Seconda Guerra Mondiale.
Un dettaglio curioso: alcuni osservatori hanno notato che il disegno presenta quella che potrebbe essere una sezione più spessa a metà canna, forse a indicare un estrattore di fumo. Questo particolare, se realmente presente, non appartiene ai carri della Seconda Guerra Mondiale come il T-34 (che non avevano evacuatori sulla canna), bensì ai carri post-bellici come il T-54/55 e T-62 che introdussero tale dispositivo. In effetti, un appassionato ha identificato il carro stilizzato come “un T-62 molto stilizzato, riconoscibile principalmente dalla posizione dell’estrattore di fumo sulla canna”. Il T-62, entrato in servizio nel 1961, era un successore dei T-55 e montava un cannone con evacuatore a metà canna (non in volata). Se davvero nel disegno compare un rigonfiamento a metà del tubo, ciò potrebbe indicare che l’illustratore abbia inconsapevolmente fuso caratteristiche di epoche diverse, oppure semplicemente aggiunto un dettaglio estetico. In ogni caso, sul piano della torretta e del cannone, il quadrante non corrisponde perfettamente al 100% a nessun modello storico, ma tende verso l’aspetto di un carro medio classico: torretta tondeggiante “alla T-34/85” e cannone lungo privo di freno di bocca, con qualche licenza artistica.
Scafo e cingoli: configurazione del treno di rotolamento

Analizzando lo scafo e la configurazione dei cingoli stilizzati, emergono ulteriori indizi. Lo scafo disegnato sul quadrante è basso e presenta linee semplici; dal lato si intravede la parte superiore relativamente piatta e la parte inferiore occupata dai cingoli. Non sono chiaramente distinguibili dettagli come portelli, parafanghi o piastre frontali (dato lo stile semplificato), ma l’andamento generale suggerisce uno scafo con profilo rettilineo e probabilmente inclinato sul frontale. Ciò si allinea bene con il design del T-34, il quale possedeva piastre frontali fortemente inclinate e fianchi rastremati. Come riportato da fonti storiche, “aveva uno scafo ben modellato con corazza a piastre inclinate” che offrivano un’eccellente protezione relativa. Al contrario, il KV-1 iniziale presentava fronti più verticali (corazza frontale spessa ma quasi dritta) e solo lievi inclinazioni; nei modelli successivi anche i KV adottarono corazze più inclinate per migliorare la deflessione dei colpi, ma rimanevano mezzi più “squadrati” rispetto al T-34.
Un elemento distinguibile nei cingoli è il numero di ruote portanti visibili. Sebbene il disegno sia piccolo, pare che sui cingoli siano accennati alcuni rulli o sezioni. I carri sovietici del periodo avevano schemi di sospensione differenti:
- Il T-34 utilizzava sospensioni Christie con 5 grandi ruote portanti per lato (e nessun rullo superiore di rinvio, la catena cingolata ricadeva direttamente sulle ruote). Le ruote erano distanziate, con un intervallo caratteristico tra la prima e la seconda ruota.
- Il KV-1 aveva un treno di rotolamento più lungo, con 6 grandi ruote portanti per lato su barra di torsione (più piccoli rulli di rinvio superiori). La presenza della sesta ruota denotava il telaio allungato necessario a sostenere il peso maggiore (circa 45 tonnellate contro le ~30 del T-34).
- L’IS-2 adottava anch’esso 6 ruote di grande diametro per lato, dato che derivava in parte dall’architettura KV; tuttavia le ruote dell’IS erano ridisegnate e meglio distanziate. In foto di IS-2 si notano chiaramente sei ruote massicce per cingolo【68†】.
- Il KV-2, basato sullo chassis del KV-1, manteneva le 6 ruote grandi per lato.
Se il disegno fosse dettagliato, potremmo contare i rulli stilizzati; purtroppo non è nitido a tal punto. Tuttavia, a giudicare dallo spazio, sembra che siano rappresentati circa 4 segmenti nel cingolo visibile. Questo numero è più prossimo alle 5 ruote di un T-34 (sottintendendo magari che non tutte siano visibili nettamente) che non alle 6 di un KV/IS (che avrebbero occupato più spazio lungo lo scafo). È vero che potrebbe trattarsi di una semplificazione e non un conteggio preciso; tuttavia, considerando la lunghezza relativa del cingolo rispetto alla torretta disegnata, l’impressione è di un carro di lunghezza media, coerente con il T-34. Un KV-1/2 o IS-2 avrebbe richiesto proporzionalmente un cingolo più esteso dietro e avanti la torretta. Nel quadrante invece il cannone sporge decisamente in avanti oltre la sagoma, segno che il baricentro visivo è la torretta con il motore e vano di combattimento concentrati attorno (caratteristica da carro medio), non una lunga estensione di scafo.
Riassumendo la parte inferiore: nulla nel disegno contraddice le proporzioni del T-34 in termini di scafo e cingoli, mentre un KV-1 o IS-2 avrebbero probabilmente mostrato un andamento dei cingoli più lungo e piatto. Va detto però che il livello di dettaglio è basso: i cingolati sono raffigurati con tratti molto semplici, e la funzione primaria è evocativa. L’illustratore ha disegnato giusto quel che basta – qualche maglia di cingolo e accenno di ruote – per far capire “questo è un carro armato” senza appesantire il quadrante. Questa stilizzazione intenzionale tende a sfumare le differenze tecniche: ad esempio non si vedono ruote di ritorno, denti dei cingoli o rulli di sostegno, dettagli che distinguerebbero i vari modelli reali. Pertanto, l’analisi dei cingoli suggerisce al più una compatibilità con un carro medio a 5 ruote, ma resta un indizio non decisivo.
Di seguito, una tabella riassume i confronti chiave tra i possibili modelli e il disegno:
Modello Sovietico WWII | Sagoma & Proporzioni | Torretta & Cannone | Scafo & Cingoli |
---|---|---|---|
T-34/85 (carro medio) | Profilo basso, ben proporzionato (h ~2,4 m). | Torretta fusa arrotondata a 3 uomini; cannone 85 mm lungo senza freno di bocca. | 5 grandi ruote; scafo con corazze fortemente inclinate. |
KV-1 (carro pesante) | Sagoma massiccia, alta e tozza. | Torretta iniziale squadrata (mod. 1941) o fusa ampliata (mod. 1942); cannone 76 mm senza freno. | 6 grandi ruote; scafo lungo corazzato (75–90 mm) quasi verticale sul frontale (poi leggermente inclinato). |
KV-2 (carro pesante) | Sagoma sbilanciata: torretta enorme e altissima. | Torretta a prisma rettangolare, molto alta; obice 152 mm corto (M-10) con grosso volato (nessun freno di bocca). | 6 grandi ruote; scafo identico al KV-1, lento e goffo. |
IS-2 (carro pesante) | Sagoma poderosa ma più slanciata dei KV: scafo leggermente più basso del KV, torretta ampia. | Torretta fusa semi-ovale, grande; cannone 122 mm con freno di bocca caratteristico (nelle versioni 1944)【68†】. | 6 ruote grandi distanziate; scafo con piastre frontali inclinate (mod. 1944 “naso a punta”), corazzatura molto spessa (fino 120 mm). |
Nella tabella sono confrontati i tratti distintivi dei principali carri sovietici del periodo bellico con le caratteristiche osservabili (o deducibili) nel disegno del quadrante. Si nota come il T-34/85 corrisponda meglio alla maggior parte dei criteri (proporzioni equilibrate, torretta tonda senza freno, cingoli compatibili), mentre il KV-2 risulta del tutto incompatibile e i KV-1/IS-2 mostrano discrepanze in sagoma e dettagli (torrette/freni di bocca).
Dettagli stilizzati e semplificazioni artistiche

Va sottolineato che il disegno sul quadrante è altamente stilizzato. Trattandosi di un elemento grafico su un orologio, l’artista ha dovuto bilanciare riconoscibilità e pulizia estetica. Molti dettagli fini dei carri reali sono stati omessi o appena suggeriti:
- Non si distinguono mitragliatrici coassiali o scafo (presenti su tutti i carri veri citati), né particolari come visori, portelli o faretti: la grafica è ridotta a sagome elementari (cannone, contorno della torretta, contorno dello scafo, cingoli).
- Gli angoli e curve sono semplificati: ad esempio, la torretta appare come un semicupolone uniforme, senza indicazione del mantello del cannone né dei bordi della piastra frontale. Ciò rende difficile capire se avesse la caratteristica “gobba” posteriore della torretta T-34/85 o la forma “a ferro di cavallo” di una torretta T-54/55, ecc. Semplicemente è una cupola generica che comunica “torretta di carro armato”.
- Il cannone è tracciato con una linea singola leggermente allargata, forse con un tenue rigonfiamento intermedio (l’ipotetico evacuatore di fumo). Non è disegnata la volata aperta né il foro della canna. Questo è chiaramente per mantenere il disegno iconico: troppo dettaglio su una scala così piccola l’avrebbe reso confuso. L’assenza di freno di bocca potrebbe quindi non essere una scelta “storica” ma pratica (più facile disegnare un semplice tubo).
- I cingoli sono resi con un’area rettangolare zigrinata da poche linee verticali che evocano i segmenti. Non si vede il profilo dei denti o il dettaglio dei pattern, né gli organi di sospensione (molto importanti per identificare un carro, ma qui completamente nascosti). Ciò conferma che l’intenzione era mostrare un generico carro armato sovietico, non fornire un identikit tecnico.
Un’altra considerazione riguarda il contesto propagandistico e simbolico: negli anni ’80, l’URSS celebrava ancora con orgoglio la vittoria del 1945. Il T-34 era (ed è tuttora) celebrato come il carro leggendario che contribuì in modo determinante alla sconfitta dei nazisti. È quindi del tutto plausibile che la Vostok abbia scelto il T-34 come simbolo per il suo orologio Komandirskie destinato ai militari o agli appassionati patriottici. Diverse fonti commerciali e collezionistiche, infatti, si riferiscono a questo quadrante chiamandolo esplicitamente “Tank T-34” – ad esempio, un catalogo russo lo descrive come quadrante nero con carro armato T-34 alle ore 12 e stella rossa, e un negozio online lo presenta come orologio con “immagine del leggendario carro sovietico T-34”. Questo indica che, almeno a livello di marketing e percezione generale, il carro sul quadrante è inteso come un T-34. D’altronde, il T-34 è immediatamente riconoscibile al pubblico sovietico e internazionale come “il” carro sovietico della Seconda Guerra Mondiale, mentre modelli come KV o IS erano meno noti al grande pubblico.
È importante notare che l’interpretazione artistica può aver mescolato lievemente le carte: il designer grafico potrebbe aver guardato qualche illustrazione generica di carro sovietico o una sagoma d’epoca e l’abbia adattata. Ad esempio, la possibile aggiunta dell’estrattore di fumo (elemento postbellico) suggerisce che il disegnatore potesse non essere uno storico rigoroso ma volesse semplicemente rappresentare un “carro moderno sovietico”. Tuttavia, l’estrattore nel disegno non è certo netto; potrebbe anche essere un semplice effetto ottico o un’irregolarità nella stampa. Nel complesso, la quantità di licenze artistiche è alta: proporzioni leggermente idealizzate, assenza di dettagli distintivi minori, combinazione di caratteristiche “tipiche” per creare un archetipo di carro armato sovietico.
Conclusioni: modello specifico o illustrazione simbolica?
Alla luce della comparazione, possiamo concludere che il carro armato raffigurato sul quadrante del Vostok Komandirskie è principalmente un’illustrazione generica e simbolica, anche se ispirata a modelli reali noti (in primo luogo il T-34). I vari elementi combaciano in gran parte col profilo di un T-34/85, iconico carro medio della Grande Guerra Patriottica: sagoma equilibrata, torretta arrotondata senza freno di bocca, cingoli compatibili. Le discrepanze (come l’eventuale estrattore di fumo a metà canna) sembrano derivare da semplificazioni o aggiunte artistiche piuttosto che dall’intenzione di raffigurare un diverso carro specifico.
Non vi sono indizi chiari nel disegno che puntino univocamente a un KV-1, a un KV-2 o a un IS-2: anzi, le caratteristiche di quei carri – torrette enormi o con freno di bocca, scafi molto estesi con 6 ruote – non trovano riscontro nell’illustrazione. Al contrario, la scelta di non disegnare un freno di bocca e di mantenere la silhouette pulita suggerisce la volontà di richiamare un carro WWII “classico”. Considerando anche le denominazioni nei cataloghi (“T-34”) e l’immaginario storico sovietico, l’illustrazione può essere interpretata come un omaggio stilizzato al T-34, più che una rappresentazione tecnica accurata di esso. In sintesi, è un carro simbolico: fonde i tratti salienti riconoscibili di un carro sovietico vincitore (principalmente T-34) in una forma grafica semplice ed efficace, pensata per comunicare immediatamente l’idea di “forza corazzata sovietica” sul quadrante di un orologio.
Fonti:
Confronti generali sulle ruote e sospensioni (es.: T-34 con 5 ruote vs carri pesanti con 6 ruote)board-temporary.blogspot.ru. Le immagini allegate e i riferimenti storici supportano la valutazione complessiva.
Descrizione del quadrante “Tank T-34” in un catalogo Vostokvostok-watches24.com e in un annuncio GoldMoscow (che cita “immagine del leggendario carro sovietico T-34”)goldmoscow.net.
Analisi di un collezionista sull’ispirazione da un T-62 stilizzato (per via dell’estrattore di fumo)scarface3133.wordpress.com.
Caratteristiche storiche dei carri sovietici: profilo del T-34 con corazze inclinate e torretta fusacorazzati.it; evoluzione del KV-1 con torrette fuse più spesse nel 1942ww2-weapons.com; confronto visivo di torrette e bocche da fuoco (foto IS-2 con freno di bocca)【68†】.