Chaika / Чайка

Chaika: L’iconico marchio sovietico tra innovazione e prestigio

Nel dicembre del 1937, il Consiglio dei Commissari del Popolo ordinò la costruzione di una fabbrica nella città di Uglich, 120 km a nord di Mosca. La Seconda Fabbrica Statale di Pietre di Precisione (ТТК-2) fu completata tra il 1938 e il 1942, inizialmente dedicata alla produzione di pietre preziose e semipreziose per l’industria tecnica, come i rubini per i movimenti degli orologi.

Nel 1950, lo stabilimento venne rinominato Fabbrica di Orologi di Uglich e avviò la produzione di orologi da polso, dapprima con il marchio Zvezda e, dal 1959, con Volga. Tuttavia, fino agli anni ’50, la produzione rimase limitata a calibri femminili.

Nel frattempo, nella Fabbrica di Orologi di Chistopol, il focus era sulla produzione di orologi da uomo. Intorno al 1960, nacque il marchio Chaika (Чайка, “gabbiano”), che identificava orologi con il calibro 2605 a 17 rubini e funzione data. Tuttavia, nel 1964, la fabbrica cessò la produzione del marchio Chaika a seguito di una riorganizzazione interna.

Nel 1963, in seguito all’impresa della cosmonauta Valentina Tereshkova, prima donna nello spazio, la Fabbrica di Orologi di Uglich fu ribattezzata Fabbrica di Orologi Chaika, in onore del suo nome in codice radiofonico durante la missione Vostok 6. Lo stesso anno, venne lanciato il calibro più piccolo mai prodotto in URSS, il Chaika 1200 (6×9 mm), che ottenne la medaglia d’oro alla Fiera di Lipsia nel 1966.

Negli anni successivi, la fabbrica ampliò la gamma produttiva con orologi da uomo e da donna, movimenti automatici, modelli subacquei e il primo orologio al quarzo sovietico. La produzione raggiunse il massimo successo negli anni ’80, con 5 milioni di pezzi annui, di cui il 59% esportato in oltre 50 paesi, tra cui Regno Unito, Canada, Francia e Germania.

Negli anni ’90, durante la crisi economica, la fabbrica riuscì a mantenere la produzione e il know-how tecnico, adattandosi ai nuovi mercati. Tuttavia, nel 2006, la produzione di orologi fu sospesa e, nel 2009, l’azienda dichiarò bancarotta.