Dall’ascesa industriale al declino e oltre
L’India vanta una ricca tradizione nell’ambito dell’orologeria, che spazia dagli orologi introdotti durante l’era coloniale alle manifatture nazionali del secondo Novecento. In particolare, l’epoca industriale ha visto la nascita di marchi locali emblematici – su tutti HMT (Hindustan Machine Tools) – che hanno scandito il tempo di una nazione, seguiti dall’ascesa di nuovi attori come Titan e dal successivo declino dell’industria orologiera pubblica. Nel presente report esploriamo questo percorso storico a 360°, focalizzandoci sulla produzione locale indiana (HMT e altri marchi nazionali) e sul ruolo delle principali importazioni e collaborazioni internazionali, fino alla “piaga” recente degli orologi assemblati e falsificati venduti online. Verranno forniti riferimenti in inglese e in lingue indiane per offrire una prospettiva completa e autorevole sull’argomento.
👑 Dai Maharaja ai primi orologiai
Già in epoca coloniale gli orologi europei – prima inglesi, poi svizzeri – erano molto diffusi in India, specialmente tra i regnanti locali e l’élite. Nel 1931, ad esempio, Jaeger-LeCoultre creò il celebre modello Reverso appositamente per gli ufficiali britannici di stanza in India, affinché potessero proteggere il quadrante durante le partite di polo.
🏭 HMT – “l’orologio dell’India”
Nel 1961 nasce HMT, la prima fabbrica di orologi indiana, in collaborazione con Citizen. Il primo orologio HMT fu presentato nel 1963 al Primo Ministro Jawaharlal Nehru, che lo definì “l’orologio dell’India” – diventando un simbolo di orgoglio nazionale.
📉 Declino e resurrezione?
Negli anni ’90 la concorrenza di Titan (privata) e l’onda del quarzo misero in crisi HMT e Allwyn (pubbliche). HMT cessò la produzione nel 2016, ma l’interesse per gli orologi indiani vive ancora grazie ai collezionisti – e purtroppo anche attraverso i cosiddetti “Mumbai Special”, orologi assemblati con parti d’epoca e rivenduti online spacciandoli per vintage originali.
Le radici: dall’era coloniale all’indipendenza (fino al 1947)
Prima dell’industrializzazione, l’India non aveva una produzione indigena di orologi, ma disponeva di una vivace cultura dell’orologeria importata. Già dal XVI-XVII secolo gli orologi meccanici arrivarono in India tramite i mercanti portoghesi e francesi, sebbene fossero oggetti rari. Fu però nell’Ottocento, sotto il Raj britannico, che gli orologi divennero beni ambiti: i produttori inglesi dominavano il mercato indiano a metà ‘800, specialmente con orologi da tasca di alta qualità (spesso arricchiti da complicazioni come calendari e fasi lunari) destinati ai nobili e funzionari dell’Impero. Verso la fine del XIX secolo, gli orologi svizzeri iniziarono a soppiantare quelli inglesi: erano meno costosi e più accessibili, e riscossero enorme successo presso i sovrani indiani (i Maharaja di Patiala, Mysore, Hyderabad, ecc., figuravano tra i principali patroni). Un noto esempio di questa influenza è la creazione del Jaeger-LeCoultre Reverso nel 1931, progettato per gli ufficiali di stanza in India – un orologio con cassa girevole pensato per resistere ai colpi durante il polo. [marcksandco.in], [marcksandco.in][marcksandco.in]
Entro gli anni ’30 e ’40 del Novecento, gli orologi da polso avevano ormai sostituito quelli da tasca in popolarità anche in India. Tuttavia, fino all’indipendenza (1947) e per alcuni anni ancora, quasi tutti gli orologi in India erano di produzione estera. I marchi svizzeri (Rolex, Omega, Longines, West End, ecc.) e giapponesi penetravano il mercato tramite importazioni ufficiali o contrabbando. Va notato che negli anni del protezionismo economico post-indipendenza, l’India impose forti restrizioni alle importazioni: si stima che negli anni ’70 circa l’80% degli orologi venduti in India provenisse dal mercato nero (pezzi introdotti illegalmente da Svizzera, Giappone, ecc.), dato che la produzione locale non soddisfaceva la domanda interna. [marcksandco.in][thehindubu…ssline.com], [thehindubu…ssline.com]
La nascita dell’orologeria indiana industriale: HMT (anni ‘50-’60)
Dopo l’indipendenza, il governo indiano mirò a costruire un’industria nazionale in vari settori per ridurre la dipendenza dalle importazioni. HMT (Hindustan Machine Tools) fu fondata proprio con questo scopo: nata nel 1953 come impresa pubblica (PSU) per produrre macchinari utensili, venne presto individuata come il veicolo ideale per avviare la produzione domestica di orologi economici e robusti. Come ricorda uno slogan dell’epoca, le nuove industrie pubbliche erano i “templi della moderna India” voluti dal Primo Ministro Jawaharlal Nehru. [argoswatch.in]
- Collaborazione con Citizen (1961): Per acquisire il know-how, HMT siglò una partnership tecnica con la giapponese Citizen Watch Co.. Nel 1961 venne istituita a Bangalore la prima fabbrica di orologi HMT, con tecnologia Citizen, per produrre orologi meccanici a carica manuale. Il calibro di base era un movimento Citizen semplice e robusto (17 rubini) adatto a funzionare per anni senza manutenzione. [argoswatch.in]
- Il primo orologio “Made in India” (1962-63): In pochi anni HMT assemblò i suoi primi esemplari. Nel 1962 fu completato il primo orologio HMT, immediatamente presentato a Jawaharlal Nehru. Nehru rimase così colpito da battezzarlo “orologio dell’India”, conferendo al prodotto un forte valore simbolico. Nel 1963 HMT lanciò ufficialmente sul mercato i primi modelli: tra questi, l’HMT “Citizen” (da uomo) e l’HMT “Sujata” (da donna), nomi che richiamavano l’origine giapponese e la cultura indiana rispettivamente. Si trattava delle prime vere “swadeshi” (indigene) wristwatch per il pubblico indiano. Il lancio fu un momento storico: il Primo Ministro Nehru indossò egli stesso un’HMT, definendola “The Timekeeper of the Nation” (Il Segnatempo della Nazione). [yuvainsight.com][argoswatch.in][hindi.news18.com]
1947: Indipendenza dell’India
Dopo la fine del dominio britannico, l’India libera punta all’autosufficienza industriale. Il mercato degli orologi è dominato dalle importazioni (spesso illegali) di pezzi svizzeri e giapponesi.
1961: Fondazione di HMT Watches
Hindustan Machine Tools avvia a Bangalore la prima fabbrica di orologi indiana, in collaborazione tecnica con Citizen (Giappone).
1963: Nehru inaugura il primo HMT
Presentato il primo orologio HMT a Jawaharlal Nehru, che lo celebra come “l’orologio dell’India”. HMT lancia i modelli “Citizen” (uomo) e “Sujata” (donna).
1975: Espansione produttiva
HMT apre un terzo stabilimento (dopo Bangalore) nello Stato di Jammu & Kashmir, arrivando a produrre centinaia di migliaia di orologi meccanici all’anno. A fine anni ’70 il marchio copre solo in parte la domanda interna, col resto soddisfatto dal mercato nero.
1981: Entra Allwyn (con Seiko)
L’azienda pubblica Hyderabad Allwyn avvia una divisione orologi in joint-venture con Seiko, diventando il primo concorrente domestico di HMT.
1984: Nasce Titan (Tata)
Da una joint-venture tra il gruppo Tata e lo Stato Tamil Nadu nasce Titan, impresa privata che introdurrà design moderni e orologi al quarzo su larga scala.
1995: Allwyn chiude
La divisione orologi di Allwyn, in crisi finanziaria, cessa le attività. Il settore resta dominato da Titan e dalla residua HMT.
2016: Chiusura di HMT Watches
Dopo anni di perdite e calo di vendite, il governo indiano chiude definitivamente HMT Watches (incluso il marchio minore HMT Chinar), segnando la fine di un’era.
L’età d’oro: HMT negli anni ’60-’80, “Timekeeper of the Nation”
Tra gli anni Sessanta e Settanta, HMT divenne sinonimo di orologio in India. La sua semplicità, robustezza e prezzo accessibile ne fecero un oggetto presente in tutte le famiglie, dalla città al villaggio. Ricevere un’orologio HMT come regalo – ad esempio al primo stipendio, in occasione di una promozione o al matrimonio – era motivo di orgoglio e rito di passaggio nella classe media indiana. Alcuni modelli meccanici HMT entrarono nel mito per affidabilità e design essenziale, ad esempio: [hindi.news18.com], [hindi.news18.com]
- HMT “Janata” (il cui nome significa “popolo” in hindi) – un segnatempo semplice a carica manuale, cassa in acciaio, con quadrante pulito – fu uno degli orologi più venduti, divenendo parte della quotidianità di milioni di persone. [thehawknews.com], [yuvainsight.com]
- HMT “Pilot” – inizialmente concepito per l’aeronautica militare indiana – divenne un altro modello iconico, noto per la sua lancetta dei secondi arrestabile per sincronizzare il tempo (funzione utile in ambito militare). Col tempo entrò anche nel mercato civile e ancora oggi è ricercato dai collezionisti. [argoswatch.in], [argoswatch.in]
- Altri modelli degni di nota furono “Kanchan”, “Sona”, “Kohinoor”, spesso disponibili sia in versione meccanica sia (più tardi) in versione quarzo. Negli anni ’70 HMT introdusse anche alcune linee di orologi al quarzo, ad esempio la HMT Sona Quartz e HMT Vijay, sebbene la produzione principale restasse quella di orologi meccanici tradizionali. [yuvainsight.com]
Durante questo “periodo d’oro”, HMT beneficiò anche di ampio supporto governativo: in quanto azienda statale, aveva canali di vendita agevolati (spesso gli orologi HMT erano venduti nelle cooperative statali) e fungeva da simbolo di orgoglio nazionale e autosufficienza tecnologica. La sua rete di assistenza copriva l’intero territorio indiano, garantendo riparazioni e parti di ricambio ovunque. La pubblicità celebrava HMT come “Desh ki dhadkan” (il “battito del paese”), sottolineando quanto fosse radicata nella vita quotidiana degli Indiani. [yuvainsight.com]
Grazie alla collaborazione con Citizen, HMT riuscì a raggiungere un notevole grado di integrazione verticale: entro il 1985 l’azienda produceva internamente la quasi totalità dei componenti dei propri orologi (dal taglio dell’acciaio per le casse alla realizzazione dei quadranti e ingranaggi). Questo traguardo segnò l’apice dell’autosufficienza tecnica di HMT e, per esteso, dell’orologeria industriale indiana. [argoswatch.in]
Dal lato della distribuzione commerciale, tuttavia, permase un’ombra: la forte richiesta di orologi non poteva essere colmata interamente dalle pur numerose fabbriche HMT. La produzione pubblica era spesso inferiore alla domanda, e ciò teneva alto il prestigio di HMT (bene desiderato, a volte non immediatamente disponibile) ma apriva anche spazi al mercato grigio: come accennato, fino agli anni ’70 inoltrati un’enorme quantità di segnatempo entrava illegalmente nel paese. Si calcola che nei primi anni ’80 circa il 75-80% degli orologi venduti in India fossero di contrabbando (soprattutto modelli digitali o analogici al quarzo esteri, all’epoca non prodotti localmente). Questo dato paradossale – un fiorente mercato orologiero nazionale in cui la stragrande maggioranza dei pezzi non passava per canali ufficiali – anticipa le sfide che HMT avrebbe dovuto affrontare nel decennio successivo. [thehindubu…ssline.com]
I nuovi protagonisti degli anni ’80: Titan e Allwyn
Verso l’inizio degli anni ’80, il panorama orologiero indiano iniziò a cambiare. Due fattori principali scossero il dominio indisturbato di HMT:
- La rivoluzione del quarzo a livello mondiale, con la diffusione di orologi più precisi, economici da produrre e con design innovativi.
- L’ingresso di nuovi produttori in India, sia pubblici che privati, che introdussero concorrenza sul mercato interno.
Hyderabad Allwyn – un’alternativa pubblica (1981)
Nel 1981 un’altra azienda pubblica indiana fece il suo ingresso nel settore: la Hyderabad Allwyn (già affermata in altri settori come frigoriferi e autobus) avviò una divisione orologi in joint-venture con la giapponese Seiko. Questo progetto, sostenuto dallo stato dell’Andhra Pradesh, portò la tecnologia Seiko nella manifattura orologiera di Hyderabad. Allwyn cominciò a produrre sia orologi meccanici sia al quarzo a marchio proprio, con movimenti e componenti forniti in parte dal partner giapponese. [en.wikipedia.org]
Per HMT, l’arrivo di Allwyn significava la fine del monopolio statale: ora c’era un secondo marchio “Made in India” sugli scaffali, spesso con design leggermente diversi e l’appeal della precisione giapponese. Nonostante ciò, nell’immediato Allwyn non erose significativamente la quota di HMT. Nei primi anni ’80 la produzione Allwyn era ancora modesta rispetto alla domanda nazionale e HMT manteneva la leadership. Tuttavia, Allwyn trovò la sua nicchia: divenne popolare in particolare in alcune regioni (ad esempio, nell’India meridionale, essendo prodotta a Hyderabad) e introdusse modelli ricordati con affetto, come l’Allwyn “Trendy” (linea giovanile pubblicizzata con una colonna sonora composta da un giovane A.R. Rahman nel 1987) e altri orologi con il caratteristico logo Charminar sul quadrante (un riferimento al monumento simbolo di Hyderabad). Allwyn, insieme a HMT e Titan (che stava per arrivare), costituirà a metà anni ’80 il terzetto di brand nazionali dominanti, seppur con risultati commerciali molto diversi l’uno dall’altro. [thehindubu…ssline.com][en.wikipedia.org][capitaltim…intage.com][en.wikipedia.org], [en.wikipedia.org]
Titan – la spinta privata e la rivoluzione del design (dal 1984)
Il vero punto di svolta fu l’ingresso di Titan sul mercato. Titan Company (inizialmente Titan Industries) nacque nel 1984 come joint-venture tra il conglomerato privato Tata Group e un’agenzia governativa locale (TIDCO, Tamil Nadu Industrial Development Corporation). L’obiettivo dichiarato era creare un grande marchio di orologi per l’India moderna. Titan rappresentò subito qualcosa di innovativo rispetto ai produttori statali: [fortuneindia.com]
- 100% Quarzo fin dall’inizio: Titan decise di puntare esclusivamente su orologi al quarzo analogici, evitando completamente i movimenti meccanici tradizionali. Questa scelta fu in parte guidata dall’esperienza di ex-dirigenti HMT passati a Titan: costoro convinsero la nuova azienda che il futuro era del quarzo e che i meccanici sarebbero presto diventati di nicchia. Di conseguenza, Titan poté impostare linee produttive più snelle e prodotti a basso costo di manutenzione. [thehindubu…ssline.com], [thehindubu…ssline.com][thehindubu…ssline.com]
- Design e marketing aggressivo: Titan investì moltissimo sul design industriale e sulla comunicazione. Creò un moderno studio di design e assunse designer di talento per dare ai suoi orologi un aspetto più elegante, leggero e al passo coi gusti anni ’80. In parallelo, lanciò campagne pubblicitarie memorabili: famoso è il “Titan Tune”, un jingle pubblicitario basato su una sinfonia di Mozart, che divenne riconoscibilissimo in tutta l’India. Titan comprese che l’orologio poteva essere vissuto non solo come strumento necessario, ma anche come accessorio di moda e status symbol; questa mentalità era un cambiamento radicale per il mercato indiano. [fortuneindia.com][hindi.news18.com]
- Ampia gamma e segmentazione: Negli anni successivi Titan diversificò l’offerta creando sottomarche: ad esempio Sonata (orologi economici) e Fastrack (orologi e accessori rivolti ai giovani). Fu anche pioniera nel lanciare collezioni specifiche per il pubblico femminile, intercettando un segmento poco servito fino ad allora. Questa strategia multi-target aumentò enormemente la penetrazione del marchio. [fortuneindia.com], [fortuneindia.com][fortuneindia.com]
Grazie a questi fattori, dalla fine degli anni ’80 Titan conquistò rapidamente quote di mercato, sottraendo clienti ad HMT e posizionandosi come il brand “aspirazionale” per la nuova classe media urbanizzata. Un ex dirigente Titan ricordò che all’epoca “HMT era il cronometrista della nazione, Titan ne divenne lo stilista da polso”, sottolineando come Titan ridesse importanza all’estetica e alla varietà. [hindi.news18.com][thehindubu…ssline.com]
Entro i primi anni ’90, Titan si affermò come leader del mercato indiano: la liberalizzazione economica del 1991 rese più facile l’espansione delle imprese private e l’importazione di componenti, favorendo Titan. Nel contempo, HMT e Allwyn mostrano segnali di rallentamento di fronte al cambiamento.
Il declino dell’industria orologiera indiana pubblica (anni ’90-2000)
La metà degli anni ’90 segnò la fine di un’epoca: i due storici produttori pubblici entrarono in crisi irreversibile, mentre Titan e altri attori privati dominavano ormai la scena.
Allwyn (Hyderabad Allwyn): accumulò perdite significative all’inizio degli anni ’90, complice la gestione pubblica inefficiente e la competizione con Titan. Già nel 1993 Allwyn era in grave dissesto finanziario e fu dichiarata “industria malata” dagli enti competenti. La parte relativa agli orologi venne separata dal resto dell’azienda, nel tentativo di salvarla, ma senza successo. Nel 1995 Allwyn Watches chiuse definitivamente i battenti. Il marchio Allwyn scomparve così dal mercato, rimanendo solo nei ricordi e nei cassetti di chi ne possedeva un esemplare. La casa madre Hyderabad Allwyn Ltd cessò di esistere pochi anni dopo, smembrata e parzialmente privatizzata in altre divisioni (frigoriferi ceduti a Voltas, ecc.). [en.wikipedia.org][thehindubu…ssline.com][en.wikipedia.org], [en.wikipedia.org]
HMT Watches: rispetto ad Allwyn, HMT sopravvisse più a lungo, ma andò incontro a un lento declino. Già alla fine degli anni ’80, HMT faticava a innovare: l’azienda continuò a puntare principalmente su orologi meccanici tradizionali, introducendo tardi e in modo poco convinto i modelli al quarzo. La sua natura di ente pubblico rallentava ogni cambiamento: come evidenziato in analisi retrospettive, HMT ignorò per anni la necessità di rinnovare design e strategie, confidando nella lealtà di una clientela consolidata. Ma negli anni ’90 il consumatore indiano si stava evolvendo: l’orologio diventava un accessorio di moda e status, e Titan incarnava meglio queste nuove aspettative. [thehindubu…ssline.com], [thehindubu…ssline.com][hindi.news18.com]
Altri fattori contribuirono al declino di HMT negli anni ’90-2000:
- Burocrazia e lentezza: In HMT, essendo statale, ogni decisione manageriale richiedeva approvazioni ministeriali lente; questo rendeva arduo reagire rapidamente al mercato. Ad esempio, mentre Titan lanciava decine di nuovi modelli ogni anno, HMT rimaneva con cataloghi quasi immutati. [hindi.news18.com]
- Nessun investimento in marketing: Convinta della propria reputazione, HMT spese poco in pubblicità o branding negli anni ’90. Titan invece martellava sui media, conquistando le nuove generazioni. [hindi.news18.com]
- Arrivo di importazioni legali: Dopo la liberalizzazione, marchi stranieri poterono vendere legalmente in India. Senza più il “vantaggio” di una barriera protezionistica, HMT dovette competere anche con orologi giapponesi e svizzeri economici legalmente importati.
- Struttura di costi pesante: HMT aveva migliaia di dipendenti e impianti progettati per la meccanica tradizionale. Convertirsi alla produzione di massa di orologi al quarzo (meno labor-intensive) avrebbe richiesto riduzioni di personale e riorganizzazioni impopolari, che l’azienda non attuò in tempo. [thehindubu…ssline.com], [thehindubu…ssline.com]
Di conseguenza, HMT iniziò ad accumulare perdite. Dopo il 2000 la situazione peggiorò ulteriormente: le vendite erano crollate per la concorrenza di Titan (divenuta un colosso, attivo persino nella gioielleria con il marchio Tanishq) e di produttori esteri a basso costo. Il governo dapprima ridusse le attività: alcuni stabilimenti HMT furono chiusi tra il 2000 e il 2010, e il personale ridimensionato con piani di pensionamento volontario. Infine, nel 2016 arrivò la chiusura definitiva di HMT Watches: il governo indiano decise di interrompere le operazioni della divisione orologi, ponendo fine a oltre 50 anni di produzione ininterrotta. Le fabbriche vennero silenziate, “un super brand nazionale rimase solo un ricordo”, come scrisse la stampa riferendosi a HMT. [hindi.news18.com][thehawknews.com], [hindi.news18.com]
Va notato che Titan, invece, continuò a prosperare: oggi Titan Company è uno dei primi 5 produttori di orologi al mondo integrati verticalmente, esporta in oltre 30 paesi ed è divenuto un marchio globale del lusso accessibile indiano. Titan ha perfino acquisito uno storico brand svizzero, Favre-Leuba, nel 2011, riportandolo sul mercato come proprio marchio di alta gamma – un simbolico capovolgimento di ruoli, dove un’azienda indiana “salva” un’antica casa svizzera. [marcksandco.in][fortuneindia.com], [fortuneindia.com]
Ecco una tabella riepilogativa dei principali marchi e attori citati, con il loro periodo di attività e ruolo nella storia orologiera indiana:
Principali Marchi / Entità nell’orologeria indiana (industria locale e importazioni chiave)
| Marchio / Entità | Periodo di attività (orologi) | Descrizione e note principali |
|---|---|---|
| HMT (Hindustan Machine Tools) | 1961 – 2016 (produzione orologi) | Fondata nel 1953 (PSU); prima fabbrica di orologi nel 1961 con Citizen [argoswatch.in]. Marchio simbolo (“Timekeeper of the Nation” [hindi.news18.com]) con modelli iconici come Janata, Pilot, Kanchan. Dominante anni ’60-’80; incapace di adattarsi all’era quarzo, chiude nel 2016 [hindi.news18.com]. |
| Hyderabad Allwyn | 1981 – 1995 (divisione orologi) | Azienda pubblica fondata 1942; entra negli orologi in collaborazione con Seiko nel 1981 [en.wikipedia.org]. Produttrice di orologi meccanici e quarzo, nota per modelli eleganti (logo Charminar). Raggiunge un ruolo di nicchia; chiude per perdite nel 1995 [en.wikipedia.org], [thehindubu…ssline.com]. |
| Titan Company | 1984 – presente | Fondata 1984 (JV Tata Group + TIDCO) [fortuneindia.com]; prima grande manifattura privata. Introduce produzione 100% quarzo e design innovativo su larga scala [thehindubu…ssline.com]. Conquista il mercato negli anni ’90 [hindi.news18.com]. Oggi è il più grande produttore indiano, diversificato in gioielli, occhiali, etc. [fortuneindia.com]. |
| Citizen (Giappone) & Seiko (Giappone) | Collaborazioni: 1961 e 1981 | Fornitori di tecnologia: Citizen fu partner tecnico di HMT [thehawknews.com], Seiko di Allwyn [en.wikipedia.org]. Le loro competenze permisero l’avvio dell’industria indiana. Al contempo, orologi Citizen e Seiko (originali) sono stati a lungo importati molto richiesti sul mercato indiano. |
| Marchi svizzeri storici (Omega, Rolex, Longines, West End, Favre-Leuba, ecc.) | Importazioni (1850s – oggi) | Dominanti nel periodo pre-1950s in India (molto popolari fra i Maharaja [marcksandco.in]). Negli anni del divieto di importazione, molti di questi arrivavano per via ufficiosa (contrabbando). Favre-Leuba fu tra le più diffuse nel ‘900 in India; nel 2011 Titan ne ha acquisito il marchio. |
Eredità, collezionismo e fenomeni attuali (anni 2010-2020)
Sebbene l’industria orologiera pubblica indiana sia tramontata con la chiusura di HMT, l’eredità di quei decenni rimane viva. Titan continua come campione nazionale nel settore, e accanto ad esso negli ultimi anni sono emerse anche piccole realtà imprenditoriali indiane che strizzano l’occhio agli appassionati di orologi meccanici: ad esempio, marchi come Bangalore Watch Company, Jaipur Watch Company, HMT Heritage (iniziative private per riesumare vecchi stock) e altri micro-brand locali hanno iniziato a produrre serie limitate di orologi che celebrano temi indiani, cercando di rinverdire la tradizione nazionale in chiave moderna. [marcksandco.in]
Inoltre, sorprendentemente, HMT non è scomparsa del tutto dal mercato. Sulla scia del forte interesse dei collezionisti, la società ha in qualche modo ripreso a produrre (o meglio, ad assemblare) piccole quantità di orologi. Nel 2019, HMT Limited – pur avendo dismesso le fabbriche – annunciò di aver rimesso in vendita alcuni modelli classici attraverso il proprio sito web, assemblati con parti di magazzino rimaste e movimenti importati (ad esempio Citizen/Miyota). Questa operazione su scala ridotta indica quanto la nostalgia per il marchio sia ancora presente: modelli come Janata e Pilot in nuove edizioni limitate hanno trovato acquirenti entusiasti tra gli appassionati. Parallelamente, il governo indiano ha valutato proposte per un possibile rilancio su scala più ampia di HMT: notizie del 2025 riferiscono di piani per riattivare un impianto HMT nello stato del Kerala, nell’ambito dell’iniziativa “Make in India” e Atmanirbhar Bharat (autosufficienza). Non è ancora chiaro se questo porterà a una vera rinascita industriale, ma indica la risonanza simbolica del marchio. [hindi.news18.com], [hindi.news18.com][thehawknews.com], [thehawknews.com]
Un lato negativo di questa rinnovata attenzione verso gli orologi indiani d’epoca è la proliferazione di quello che i collezionisti chiamano “la piaga dei Mumbai special”. Con questa espressione gergale ci si riferisce ai numerosi orologi assemblati o falsificati in India e venduti su piattaforme online (soprattutto eBay) come presunti “vintage” autentici. In pratica, alcuni venditori senza scrupoli recuperano vecchi movimenti e casse – spesso di HMT, ma anche di Citizen e Seiko d’epoca – e li ricondizionano con quadranti di nuova fattura recanti marchi o design accattivanti, per poi proporli ai compratori internazionali. Questi orologi non corrispondono a modelli storicamente prodotti, ma vengono spacciati come rari pezzi vintage, talora utilizzando denominazioni di fantasia (ad esempio, molte inserzioni “vintage” dall’India presentano fantomatici orologi di marca Oris, Citizen, Seiko, ecc., con quadranti ridipinti e componenti misti). Si tratta dunque di frankenwatch (orologi compositi) che possono avere un certo fascino “artigianale” ma che ingannano gli acquirenti sulla loro autenticità. La comunità di appassionati internazionale mette in guardia: l’acquisto di presunti orologi vintage dall’India richiede cautela, poiché la maggior parte degli HMT o Seiko anni ‘60-’70 a basso prezzo su eBay sono in realtà “Mumbai special” con quadrante ristampato. Questo fenomeno, pur essendo marginale in termini economici, è abbastanza diffuso da costituire un “ecosistema” parallelo: da un lato mantiene vivo l’interesse per l’orologeria indiana (sia pure in modo distorto), dall’altro ne offusca la reputazione, confondendo i nuovi collezionisti. [watchcrunch.com][watchuseek.com]
In sintesi, la storia dell’orologeria indiana è fatta di grandezze e declini: dall’orgoglio industriale di HMT – che per decenni portò l’ora esatta a milioni di polsi indiani – all’evoluzione verso un mercato orientato al design e al quarzo con Titan, fino alla fine delle produzioni su larga scala statali negli anni 2000. Oggi rimane un’eredità inestimabile: gli orologi vintage indiani sono pezzi di storia, ricercati per il loro valore culturale oltre che collezionistico. E mentre Titan preserva la presenza dell’India nell’orologeria globale, nuovi piccoli marchi e iniziative di revival continuano a testimoniare che la passione per i segnatempo “Made in India” non si è spenta. Come le lancette di un vecchio HMT rimesso a nuovo, la tradizione orologiera indiana potrebbe un giorno tornare a ticchettare con vigore, ricordando al mondo la stagione in cui “anche il tempo era indiano”. [yuvainsight.com]
Contents
- 1 Le radici: dall’era coloniale all’indipendenza (fino al 1947)
- 2 La nascita dell’orologeria indiana industriale: HMT (anni ‘50-’60)
- 3 L’età d’oro: HMT negli anni ’60-’80, “Timekeeper of the Nation”
- 4 I nuovi protagonisti degli anni ’80: Titan e Allwyn
- 5 Il declino dell’industria orologiera indiana pubblica (anni ’90-2000)
- 6 Eredità, collezionismo e fenomeni attuali (anni 2010-2020)
