L’acciaio nell’orologeria: tipologie, acciai sovietici/russi e confronti internazionali

Introduzione

L’acciaio è da decenni il materiale protagonista nell’orologeria, soprattutto per casse e bracciali di orologi da polso. La sua diffusione è legata alla resistenza alla corrosione, alla robustezza e alla relativa economicità rispetto ai metalli preziosi. In questo articolo approfondiremo le diverse tipologie di acciaio inossidabile impiegate negli orologi – dal comunissimo 316L al ricercato 904L – con un focus speciale sugli acciai utilizzati nell’orologeria sovietica e russa, sia in modelli storici che moderni. Analizzeremo le proprietà tecniche di questi acciai (corrosione, durezza, lavorabilità), come influenzano design e durabilità, e li confronteremo con quelli impiegati dai marchi svizzeri (es. Rolex, Omega), giapponesi (Seiko, Citizen), americani e italiani. Il tono sarà intermedio tra tecnico e divulgativo, adatto agli appassionati, con dati, esempi e riferimenti a standard metallurgici (es. sigle GOST sovietiche) ove possibile.

Tipologie di acciaio inossidabile usate negli orologi

Gli orologi di qualità utilizzano quasi esclusivamente acciai inossidabili austenitici, caratterizzati da alto contenuto di cromo e nichel, che formano uno strato superficiale passivante contro la ruggine. Le leghe più comuni sono:

  • AISI 304 – Denominata anche 18/8 (18% Cr, 8% Ni circa), è l’acciaio inox più diffuso negli oggetti di uso quotidiano (posate, pentole, ecc.). In orologeria è impiegato da alcuni produttori per casse e bracciali di fascia economicafratellowatches.com. Ha buona resistenza alla corrosione in ambiente normale, ma non contiene molibdeno, elemento che migliora la tenuta in ambiente marinofratellowatches.com. Ciò significa che un orologio in 304 tollera acqua salata e cloro senza grossi problemi, purché venga risciacquato dopo l’uso in immersionereddit.com. Curiosamente, avendo un leggero tenore di carbonio più alto rispetto al 316L, il 304 può apparire un filo più scuro come tonalità di lucidofratellowatches.com. È apprezzato per la lavorabilità: essendo meno duro, si lavora al tornio “come il burro” rispetto a leghe più resistentifratellowatches.com, riducendo i tempi di produzione.
  • AISI 316L – Chiamato spesso acciaio chirurgico o acciaio marino, è lo standard di fatto nell’orologeria contemporanea di medio-alto livellofratellowatches.com. Si tratta di un acciaio 17% Cr, ~12% Ni, con ~2-2,5% di molibdeno che aumenta la resistenza alla corrosione pitting (da cloruri). La sigla “L” indica basso carbonio (Low Carbon, ≤0,03%), riducendo la sensibilità alla corrosione intergranulare (importante nelle saldature, anche se nelle casse d’orologio raramente vi sono saldature critiche). Il 316L offre un eccellente compromesso: è altamente resistente alla ruggine, anche in acqua marina prolungata, è anallergico per la maggior parte delle persone, ed ha durezza e resistenza meccanica adeguate per resistere a urti e graffi moderati. Non a caso, la maggioranza degli orologi in acciaio utilizza il 316Lfratellowatches.com: dai segnatempo svizzeri (Omega, IWC, Longines, ecc.) ai giapponesi (Seiko, Citizen) e a molti microbrand internazionali. Spesso viene enfatizzato nelle specifiche come “acciaio 316L anticorrosione e antimagnetico” (quest’ultimo attributo dovuto alla struttura austenitica non ferromagnetica).
  • AISI 904L – È un acciaio inossidabile super-austenitico ad altissima resistenza alla corrosione, contenente circa 20-21% Cr, 25% Ni, 4-5% Mo e aggiunte di rame. In orologeria è noto soprattutto per l’uso che ne fa Rolex: nel 1985 Rolex fu il primo marchio ad adottare il 904L al posto del 316L per le casse degli orologi sportivibobswatches.com, evidenziandone le superiori proprietà anti-corrosione e la lucentezza particolare. In effetti il 904L ha una percentuale di cromo e nichel molto elevata: una volta lucidato, appare più brillante del 316L grazie all’alto contenuto di Crchrono24.it e assume quella che Rolex chiama una finitura “Oystersteel” esclusivabobswatches.com. La resistenza alla corrosione di 904L in presenza di acidi e acqua salata è eccellente – paragonabile in alcuni contesti a quella di leghe a base di titaniofratellowatches.com – tuttavia i vantaggi pratici rispetto al 316L si manifestano solo in condizioni estreme (esposizione continua a liquidi acidi). Per l’utente quotidiano, la differenza in ambiente marino o nel sudore è minima, a meno di una permanenza prolungata per anni senza sciacquare l’orologiofratellowatches.com. Va notato che il 904L, pur più nobile, risulta più tenero del 316L: ha una durezza Rockwell di ~90 HRB contro ~95 HRB del 316Lfratellowatches.com. In termini pratici, è più facile da lucidare a specchio, ma si graffia un po’ più facilmentefratellowatches.com. Inoltre l’altissimo contenuto di cromo/nichel può rendere difficile ottenere spigoli netti nelle alternanze lucido/satinato, poiché il materiale tende a “tirare” microscopicamente in lavorazionefratellowatches.com. Questo è un motivo per cui le casse Rolex (in 904L) prediligono design con superfici curve e meno spigoli vivi rispetto, ad esempio, a certi orologi di altri marchi: il materiale premia le superfici continue e bombate in termini di finitura. Dal punto di vista allergologico, il 904L è meno indicato per i soggetti allergici al nichel, poiché ne contiene una quantità elevata (~25%). Al contrario, il 316L (con ~10-12% Ni) dà problemi di allergia assai più raramente.
  • Altri acciai – Oltre ai tre grandi protagonisti, esistono leghe e denominazioni particolari impiegate più raramente. Ad esempio, negli anni ‘20-’30 alcuni orologi impiegavano acciai inossidabili pionieristici come il “Staybrite”, un marchio di acciaio 18/8 brevettato in Svizzera (simile all’odierno 304) che sapeva coniugare resistenza e ottima lucidabilitàforums.timezone.com. In tempi moderni, alcuni marchi utilizzano acciai arricchiti o processi di trattamento superficiale: Citizen ad esempio impiega tecnologie Duratect per indurire la superficie dell’acciaio, Seiko adotta rivestimenti Dia-Shield per ridurre i graffi, e case tedesche come Sinn usano uno speciale “acciaio U-Boat” (derivato dall’acciaio per sommergibili, a elevatissima resistenza alla corrosione e con trattamento di indurimento tegiment). Si segnalano anche acciai cosiddetti “duplex” o altre leghe innovative in orologeria specialistica, ma generalmente la stragrande maggioranza degli orologi utilizza acciai austenitici standard 300-series (AISI 304/316L) o al massimo varianti migliorate di questi.

Nella tabella seguente riassumiamo alcune caratteristiche chiave delle leghe più citate:

Lega (Sigla)Composizione tipicaDurezza<br/>(circa)Resistenza a corrosioneImpieghi e note
304 (X5CrNi18-10)~18% Cr, 8% Ni, <0,08% C~70 HRB (150 HV)Buona in acqua dolce; moderata in acqua marina (assenza Mo)fratellowatches.com.Orologi economici; utilizzato storicamente come “Staybrite” in passato. Più facile da lavorarefratellowatches.com.
316L (X2CrNiMo17-12-2)~17% Cr, 12% Ni, 2% Mo, <0,03% C~95 HRB (170 HV)Ottima in acqua salata (acciaio “marino”); molto resistente alla ruggine.Standard attuale per la maggior parte degli orologi di qualità (Omega, Seiko, ecc.). Equilibrio tra costo e prestazioni.
904L (NW 1.4539)~20% Cr, 25% Ni, 4.5% Mo, ~1.5% Cu~90 HRB (160 HV)Eccellente anche in ambienti acidi; resiste alla nebbia salina prolungatafratellowatches.com.Usato da Rolex (Oystersteel) e pochi altri. Molto lucido e anticorrosivo, ma più costoso e leggermente più tenero (si riga più facilmente)fratellowatches.com.
12Х18Н9 (GOST URSS)~18% Cr, 9% Ni, ≤0,12% C (simile a 302/304)td-mc.rutd-mc.ru~70–80 HRB (stimato)Buona, inferiore al 316L (assenza molibdeno). Paragonabile all’AISI 304.Acciaio inossidabile sovietico usato per casse dal tardo anni ‘60 in poi. Elevata lavorabilità, leggermente più resistente (più C) di un 304 standardtd-mc.ru.
Altri (Duplex, etc.)Esempio: Ever-Brilliant Steel (GS) ~ 20% Cr, +Mo, +N (specifica esatta proprietaria)~95 HRB (simile a 316L)Estremamente alta (PREN ~40, ~1,7× il 316L)grandseikogs9club.comgrandseikogs9club.com.Leghe speciali (es. Grand Seiko “Ever-Brilliant”) con resistenze eccezionali e colore più biancograndseikogs9club.com. Poco usate, più costose/difficili da lavorare.

(Note: HRB = durezza Rockwell B; HV = durezza Vickers; PREN = Pitting Resistance Equivalent Number, indice empirico di resistenza alla corrosione puntiforme)

L’orologeria sovietica: dagli ottoni agli acciai

Nei primi decenni dell’orologeria sovietica (anni ’30-’50), l’uso dell’acciaio inossidabile per le casse era raro. La maggior parte degli orologi prodotti in URSS aveva casse realizzate in ottone o altre leghe di rame, successivamente placcate in cromo o nichel per dare l’aspetto argentatomroatman.wixsite.commroatman.wixsite.com (oppure placcate oro per i modelli più prestigiosi). Questa scelta era dovuta a vari fattori: l’ottone è più tenero e facile da lavorare, e soprattutto negli anni bellici e post-bellici l’URSS doveva destinare l’acciaio di qualità ad usi strategici. L’acciaio inox, pur apprezzato per la robustezza e la resistenza alla corrosione, poneva difficoltà produttive significative: la lavorazione e stampaggio di casse in acciaio richiedeva macchinari e competenze metallurgiche di alto livello, che l’industria sovietica dell’epoca stava ancora sviluppandomroatman.wixsite.commroatman.wixsite.com.

Solo verso la metà degli anni ’60 si iniziò a vedere un cambiamento. In quel periodo la domanda di orologi più resistenti crebbe (sia internamente che nei mercati di esportazione), spingendo a investire nell’acciaio. Inizialmente, la produzione di casse in acciaio venne persino esternalizzata all’estero (probabilmente presso fornitori dei paesi del blocco socialista o altrove) mentre gli ingegneri sovietici lavoravano per mettere a punto tecniche propriemroatman.wixsite.com.

I primi orologi sovietici in acciaio: Vostok Amphibia & co.

Il punto di svolta avvenne nel 1967, anno in cui fece il suo debutto il primo orologio sovietico pensato sin dall’inizio con cassa in acciaio inossidabile: il leggendario Vostok Amphibiamroatman.wixsite.com. Si trattava di un orologio subacqueo (diver) progettato per l’uso militare e civile, con impermeabilità garantita fino a 200 metri. La sua realizzazione non fu priva di compromessi: i progettisti affrontarono notevoli difficoltà nel produrre casse monoblocco con anse in acciaio – tanto che le prime serie di Amphibia adottavano un’originale soluzione a anse mobili (dette “swing lugs”), ossia alette in acciaio separate avvitate al corpo tondo della cassamroatman.wixsite.commroatman.wixsite.com. In questo modo si aggirava temporaneamente il problema della formatura dell’acciaio in sagome complesse. Tale caratteristica divenne un elemento distintivo dei primissimi Amphibia e di altri orologi sub sovietici coevi. Nel giro di pochi anni, comunque, i tecnici sovietici perfezionarono i processi di stampaggio e lavorazione: attorno al 1970 furono finalmente in grado di produrre casse in acciaio con anse integrate in modo affidabilemroatman.wixsite.com, mandando in pensione le anse avvitate.

Negli anni ’70 e ’80, altre fabbriche sovietiche seguirono l’esempio per applicazioni specifiche. Si sviluppò una notevole varietà di casse in acciaio di diversi design, ma va sottolineato che rimasero quasi esclusivamente appannaggio di orologi subacquei o militarimroatman.wixsite.com. La stragrande maggioranza degli orologi da polso sovietici “civili” continuò a impiegare casse in ottone cromato: l’acciaio infatti era riservato ai modelli in cui la robustezza e l’ermeticità erano requisiti imprescindibili (sub, pilot/militari, cronografi per l’esercito, ecc.). Ancora negli anni ’80, un orologio sovietico completamente in acciaio era relativamente raro e spesso indicativo di un modello speciale. Ad esempio, oltre al Vostok Amphibia, possiamo citare:

  • Raketa Amphibian (Amfibia) – Negli anni ’70 la fabbrica Raketa di Petrodvorets realizzò alcuni orologi sub da 200m analoghi concettualmente all’Amphibia di Vostokmroatman.wixsite.com. Anche in questo caso venne impiegata la cassa in acciaio inossidabile, data la destinazione d’uso subacquea. Questi modelli Raketa “diver” sono oggi rari e da collezione.
  • Cronografi militari Poljot/Okean – Il celebre cronografo “Okean” fornito alla Marina Sovietica (calibro 3133 derivato Valjoux) era dotato di cassa in acciaio, così come altri cronografi Poljot di uso aeronautico/militaremroatman.wixsite.commroatman.wixsite.com. La robustezza dell’acciaio era necessaria per resistere a sollecitazioni e garantire la durata dello strumento.
  • Sekonda De Luxe – Sekonda era un marchio di esportazione per orologi sovietici (specie verso il Regno Unito). Alcuni modelli “De Luxe” degli anni ’60-’70 vennero prodotti con casse in acciaio inox, ad indicare un posizionamento più alto di gamma per i mercati occidentalimroatman.wixsite.commroatman.wixsite.com. Allo stesso modo, edizioni “De Luxe” di altri marchi sovietici (es. alcune Chaika, ZIM) a volte presentavano casse in acciaio per attrarre i clienti esteri che richiedevano materiali più durevoli.
  • Sturmanskie e altri orologi militari – Diversi orologi destinati a reparti militari specifici (Aeronautica, Marina, Cosmonauti) beneficiarono di casse acciaio. Ad esempio, alcune versioni dello Sturmanskie (orologio da pilota) e del Komandirskie in edizioni speciali erano in acciaio, soprattutto se destinate a impieghi gravosi o a vendita nei mercati occidentali. Tuttavia, i comuni Komandirskie per uso interno restavano tipicamente in ottone cromato.

In generale, possiamo affermare che negli ultimi decenni sovietici le casse in acciaio erano l’eccezione piuttosto che la regolamroatman.wixsite.com. Ciò rende oggi questi modelli ricercati dai collezionisti. La ragione della loro scarsità fu principalmente economica: l’URSS poteva produrre orologi robusti a costi inferiori continuando con casse in ottone (sostituibili e riparabili facilmente) per l’uso quotidiano della popolazione, mentre riservava l’acciaio a quegli orologi “strumento” dove era strettamente necessario.

Acciai sovietici: sigle GOST e caratteristiche tecniche

Quali tipi di acciaio inossidabile venivano effettivamente utilizzati negli orologi sovietici? Le fonti dirette al riguardo sono scarse, ma possiamo dedurlo incrociando le sigle GOST (lo standard statale sovietico) con gli equivalenti occidentali. Uno degli acciai austenitici più comuni nell’industria metalmeccanica sovietica era la lega 12Х18Н9 (traslitterato 12Kh18N9), normata da GOST 5632-72td-mc.rutd-mc.ru. La sigla indica approssimativamente la composizione: ~12% di elementi leganti principali, 18% Cr, 9% Ni. In pratica, la 12X18H9 è molto simile all’acciaio AISI 302/304 (18% Cr, 8-10% Ni), ma con un tenore di carbonio leggermente più alto (fino a 0,12%) rispetto al 304 standardtd-mc.rutd-mc.ru. Ciò conferisce una maggiore resistenza meccanica e durezza al grezzo, a scapito di una minore resistenza alla corrosione intergranulare se saldato (in contesti di orologeria, quest’ultimo aspetto è ininfluente).

È probabile che le casse di orologi sovietici in acciaio fossero realizzate proprio in 12X18H9 o acciai analoghi, prodotti internamente. Documentazione indiretta lo conferma: ad esempio, il moderno sito della fabbrica Vostok (erede dell’epoca sovietica) elenca tra i materiali lavorati la sigla “12х18н9” accanto a ottone e bronzovostokinc.com, segno che ancora oggi gli orologi Vostok Amphibia impiegano quell’acciaio di tradizione sovietica. Un’altra sigla che talvolta compare è 08Х18Н10 (0,08% C, 18% Cr, 10% Ni), di fatto la versione a basso carbonio equivalente al nostro 304Ltd-mc.ru. Non si esclude che col progredire degli anni ’80 potessero essere state usate anche leghe contenenti molibdeno (analoghe al 316) per i modelli subacquei di punta, ma le difficoltà di approvvigionamento di elementi come il Mo nell’URSS fanno pensare che ci si sia affidati principalmente al collaudato 18-8 senza Mo.

Dal punto di vista delle proprietà tecniche, l’acciaio sovietico 12X18H9 offriva:

  • Resistenza alla corrosione: notevolmente superiore agli acciai comuni al carbonio (migliaia di volte più resistente della normale lamiera d’acciaio) e anche molto migliore dell’ottone e dell’alluminiotd-mc.rutd-mc.ru. Nell’uso quotidiano, una cassa in 12X18H9 non si ossida né macchia. Tuttavia, in condizioni estreme (es. immersione prolungata in acqua marina stagnante) può mostrare fenomeni di ruggine superficiale più facilmente di un 316L, data l’assenza di molibdeno. Nei manuali d’epoca si raccomandava infatti di sciacquare in acqua dolce gli orologi sub dopo l’uso in mare – una buona pratica valida per qualunque orologio, ma ancor più rilevante nel caso di acciai tipo 304reddit.com.
  • Lavorabilità e durezza: l’assenza di Mo e la composizione austenitica rendono questo acciaio abbastanza morbido e ben lavorabile in truciolatura e stampaggio. Ciò era essenziale per l’industria sovietica che disponeva di macchine utensili non sempre allo stato dell’arte: un materiale “che si lascia lavorare” facilitava la produzione in serie. La controparte è una durezza non elevatissima (intorno a 150-160 Vickers): le casse sovietiche in acciaio potevano graffiarsi con relativa facilità, anche se comunque molto meno rispetto alle placcature cromate che mostravano vistosamente l’ottone sottostante se abrase. Va detto che la finitura superficiale degli orologi in acciaio URSS era spesso spazzolata o satinata (per mascherare piccoli difetti e micro-graffi); alcune parti erano lucidate (lunette lucide degli Amphibia, carrure lucide in modelli De Luxe) ma raramente con la brillantezza a specchio degli orologi svizzeri, sia per limiti tecnologici sia per gusto estetico dell’epoca.
  • Impatti sul design: come accennato, un esempio di impatto progettuale fu quello delle anse mobili sull’Amphibia 1967, diretta conseguenza della sfida posta dall’acciaiomroatman.wixsite.com. Un altro effetto tangibile fu la maggior robustezza strutturale: casse impermeabili a vite, fondelli serrati e spessi, spessori generosi – tutti elementi resi possibili dall’uso dell’acciaio che consentiva tolleranze più strette e tenuta delle guarnizioni anche ad alte pressioni. Questo si tradusse in orologi sovietici “tool-watch” piuttosto massicci ma affidabili nelle rispettive specifiche (si pensi all’Amphibia stesso, famoso per la sua capacità di reggere urti e pressioni grazie a soluzioni ingegnose come il fondello e il vetro volutamente flessibili che migliorano la tenuta all’aumentare della pressione).

In conclusione, negli ultimi decenni dell’era sovietica l’adozione dell’acciaio inossidabile – pur limitata a nicchie – segnò un progresso importante. La transizione dall’ottone cromato all’acciaio permise all’URSS di produrre orologi adatti a usi professionali gravosi (subacquei, militari, scientifici) senza dover dipendere da importazioni. Gli standard GOST garantirono uniformità nelle leghe (ad es. GOST 5632-72 per acciai inossidabili altolegatitd-mc.ru), allineando in qualche misura l’industria sovietica alle controparti occidentali sul piano metallurgico, anche se con un paio di decenni di ritardo.

Acciai negli orologi russi post-sovietici (anni ’90-oggi)

Con la dissoluzione dell’Unione Sovietica nel 1991, molte fabbriche orologiere si ridimensionarono o chiusero. Quelle sopravvissute – come la Chistopol Watch Factory “Vostok”, la Raketa di San Pietroburgo, e alcuni marchi eredi di Poljot – dovettero adattarsi all’economia di mercato e agli standard internazionali. Ciò ha avuto un impatto anche nei materiali utilizzati: gradualmente, i produttori russi hanno iniziato ad impiegare gli stessi acciai inossidabili di qualità usati nel resto del mondo, in primis il 316L.

Per esempio, la Raketa attuale (rilanciata come marchio di lusso “Raketa – Петродворец”) dichiara per i suoi modelli recenti casse in acciaio inox “marine grade” 316L, con trattamento antigraffio sulle superfici. Analogamente, marchi come Vostok-Europe (brand lituano che utilizza movimenti Vostok) costruiscono le casse in acciaio 316L per i loro orologi subacquei da esportazione. In Russia, la Vostok di Chistopol continua a produrre la storica Amphibia quasi immutata – infatti il modello base odierno adotta ancora l’acciaio 12X18H9 di tradizione sovieticavostokinc.com, segno di continuità – ma affiancando a catalogo versioni con rivestimenti PVD e casse in ottone per modelli economici (linea Komandirskie). Nel complesso, i segnatempo russi contemporanei destinati al mercato globale adottano quasi sempre acciai 316L, per stare al passo con le aspettative di qualità. Laddove vengano usati acciai differenti (come il 304 in alcuni componenti interni, oppure leghe economiche in orologi souvenir), ciò viene percepito come un compromesso al ribasso e in genere comunicato poco chiaramente.

Un fenomeno interessante è che alcuni micro-produttori russi indipendenti hanno iniziato a sperimentare materiali particolari: ad esempio, il famoso orologiaio indipendente Konstantin Chaykin utilizza talora acciai damascati o leghe speciali per pezzi unici, mentre altri brand hanno proposto orologi in titanio o bronzo, seguendo trend globali. Ma nel panorama mainstream russo, l’acciaio rimane quello standard austenitico. Si può dire che oggi l’industria orologiera russa, pur con una produzione di nicchia, si è allineata agli standard occidentali: un orologio “Made in Russia” moderno utilizza tipicamente gli stessi materiali di uno svizzero o giapponese comparabile. Ciò rappresenta un cambiamento netto rispetto ai tempi sovietici, in cui i materiali riflettevano anche le limitazioni di un’economia pianificata.

È interessante notare un ultimo retaggio: alcuni orologi meccanici russi economici mantengono la soluzione cassa in ottone cromato + fondello in acciaio (inox). Questo approccio era comune nei vecchi Komandirskie e in molti orologi sovietici civili, e si ritrova talvolta in orologi russi a basso costo odierni, nonché in orologi di moda o economici prodotti ovunque (anche marchi americani come Timex hanno spesso fatto casse in ottone con fondelli in acciaio). Il fondello in acciaio garantisce protezione dalla corrosione sulla superficie a contatto con la pelle e migliore tenuta alla chiusura, mentre la carrure in ottone riduce i costi. È una soluzione ibrida meno prestigiosa dell’acciaio pieno, ma che illustra come la scelta del materiale sia anche una leva di costo.

Acciai negli orologi svizzeri: dal 316L all’Oystersteel

La Svizzera ha svolto un ruolo pionieristico nell’utilizzo dell’acciaio in orologeria. Già negli anni ’30, come accennato, aziende elvetiche brevettarono leghe inossidabili come il “Staybrite” per le casse degli orologi, segnando il passaggio dagli orologi in argento o cromati a quelli in acciaio massiccioforums.timezone.com. Tuttavia, l’acciaio inossidabile divenne realmente popolare dopo la crisi del 1929, quando il calo della domanda di orologi in oro/argento rese appetibile l’opzione più economica dell’acciaiochrono24.it. Negli anni ’40-’50 quasi tutti i marchi svizzeri avevano a catalogo modelli in acciaio. Già allora era apprezzata la difficoltà di lavorazione: è noto che le prime casse in acciaio temprarono l’abilità dei casemakers elvetici (la durezza del materiale richiese utensili e tecniche nuove)chrono24.it. Superate quelle sfide, l’acciaio divenne “il metallo prediletto” per l’orologeria di massachrono24.it, grazie alla sua versatilità.

Il dominio del 316L

Dalla seconda metà del ’900 fino ad oggi, l’acciaio 316L è lo standard assoluto nell’orologeria svizzera (escludendo orologi di lusso in oro o materiali esotici). Praticamente tutti i grandi nomi – Omega, TAG Heuer, Breitling, IWC, Patek Philippe (nelle referenze in acciaio), Audemars Piguet, ecc. – usano casse e bracciali in acciaio 316L. Questo materiale è talmente affidabile e anticorrosione che anche orologi estremi, come i subacquei professionali (Omega Seamaster, Blancpain Fifty Fathoms, ecc.), ne fanno uso senza problemi. Le case svizzere a volte sottolineano la propria scelta: ad esempio, negli anni 1990s Omega pubblicizzava i suoi orologi come realizzati in “acciaio inossidabile 316L chirurgico”, per evidenziarne la qualità ipoallergenica e la resistenza nel tempo.

Dal punto di vista estetico, il 316L offre un bilanciamento ottimale: abbastanza duro da mantenere finiture satinate uniformi e spigoli vivi (importanti per design come il Royal Oak di Audemars Piguet o il Nautilus di Patek, celebri per i loro spigoli netti in acciaio lucido/satinato), ma anche lucidabile a specchio con ottimi risultati. Inoltre ha una tonalità di colore “acciaio” classica, neutra, che funge da tela perfetta per vari trattamenti (bruniture PVD, rivestimenti, ecc.).

Un vantaggio spesso citato è la bassa allergenicità: il 316L, contenendo poco nichel libero e avendo una superficie molto stabile, raramente causa dermatiti (diversamente da alcuni acciai di grado inferiore). Come conferma un’analisi, la problematica allergia al nichel “è meno frequente con l’acciaio 316L che contiene una quantità inferiore di nichel” rispetto ad altre leghe come il 904L. Questo lo rende adatto a un uso prolungato sulla pelle.

Rolex e il 904L (Oystersteel)

Un capitolo a parte merita Rolex, che è l’unico grande marchio ad aver abbandonato il 316L in favore del 904L per tutta la sua produzione in acciaio. Come visto, nel 1985 Rolex introdusse il 904L (prima sul Sea-Dweller 16660, poi gradualmente su Submariner e altri modelli)bobswatches.com, fino a impiegarlo su tutti gli orologi professionali e persino sui Datejust e Oyster Perpetual entro i primi anni 2000. Nel 2018 la casa ha coniato il termine proprietario “Oystersteel” per indicare il suo 904L selezionatobobswatches.com, segno dell’importanza attribuita al materiale nella comunicazione del brand.

Rolex scelse il 904L principalmente per due motivi: la resistenza alla corrosione e la lucentezza estetica. Dal punto di vista tecnico, il 904L è talmente resistente all’ossidazione che comparabile ai metalli preziosi in certi ambienti estreminewsroom-content.rolex.com. Rolex vantava (e vanta tutt’oggi) che il proprio acciaio può essere considerato “un metallo prezioso” per la sua stabilità chimicachrono24.it. Questo trova riscontri pratici: ad esempio, sulle casse Rolex non compare praticamente mai quella leggerissima “ombreggiatura” di ossidazione che talvolta si nota all’interfaccia fra cassa e fondello in alcuni orologi 316L dopo decenni; un Rolex in 904L può passare generazioni senza mostrare punti di ossido. In applicazioni reali tuttavia, come già detto, in ambiente marino anche il 316L non ha problemi per decenni – entrambe le leghe sono eccellenti, e il vantaggio del 904L si manifesta in casi limite (ambienti acidi o salini estremi)fratellowatches.com.

L’aspetto estetico invece è più immediatamente percepibile: il 904L “prende il lucido” in modo splendido, grazie alla maggior dolcezza della lega e all’alto cromo. Un Rolex lucido ha un bagliore particolarmente bianco e brillante, che la maison considera un elemento di pregiochrono24.it. Alcuni appassionati sostengono di notare a occhio la differenza di lustro tra un Rolex e un altro orologio in 316L – anche se è difficile dire quanto ciò dipenda dal materiale o dalla qualità della lucidatura eseguita. In ogni caso, il 904L permette a Rolex di distinguersi e di poter affermare (a ragione) di usare un acciaio “speciale” che quasi nessun altro impiega su larga scala.

Di contro, come evidenziato nella sezione precedente, il 904L presenta delle sfide produttive. Rolex dovette investire in nuovi macchinari e utensili per lavorarlo: ad esempio, le tolleranze e l’asportazione di truciolo richiedono parametri diversi a causa dell’alto contenuto di cromo, che tende a indurire il materiale e provocare microfratture durante la fresaturafratellowatches.com. Questo complica la realizzazione di spigoli netti e transizioni lucido/satinato impeccabilifratellowatches.com. Molti design Rolex in effetti evitano cambi di finitura troppo drastici su una stessa superficie e prediligono forme arrotondate (lunette bombate, fianchi curvi) in cui il 904L eccelle nel riflettere la luce senza mostrare imperfezioni. Un altro effetto collaterale è la tenerezza relativa: come abbiamo visto, la durezza è leggermente inferiore a quella del 316L e i graffi possono formarsi più facilmentefratellowatches.com. Rolex minimizza questo problema grazie all’accurata tempra e ai trattamenti di superficie, ma l’utente avanzato sa che un bracciale Oystersteel lucido si segnerà con l’uso quotidiano tanto quanto – se non un po’ più – un bracciale in 316L. Va detto che i graffi superficiali su 904L possono però essere lucidati con relativa facilità proprio grazie alla duttilità del metallo.

Un ulteriore aspetto da considerare è il costo: il 904L è più costoso del 316L sia come materia prima (anche 3-5 volte di più, a seconda del lottofratellowatches.com) sia come lavorazione (per via di utensili speciali e maggiore usura). Rolex può assorbire questi costi grazie ai volumi e al posizionamento di prezzo elevato dei suoi orologifratellowatches.com. Fino a poco tempo fa, i marchi più piccoli evitavano il 904L proprio per l’ostacolo economico e tecnico. Oggi però si iniziano a vedere alcuni brand indipendenti adottarlo – ad esempio Ball Watch o Milus hanno presentato modelli in 904Lfratellowatches.comfratellowatches.com – segno che la filiera produttiva (spesso cinese, per queste realtà) sta rendendo più accessibile l’uso di Oystersteel anche fuori da Rolexfratellowatches.com. Resta il fatto che per Omega, Breitling, Tag Heuer e quasi tutti gli altri, 316L rimane la scelta ideale: offre il 95% delle prestazioni del 904L a un costo molto inferiore e con minori complicazioni tecniche.

Altre eccellenze svizzere

Oltre al caso Rolex, la Svizzera ha mostrato la via in qualche altra innovazione materiale: si pensi ad esempio agli orologi IWC “Ingenieur” anni ’70 con cassa in acciaio amagnetico (anche se in realtà era un comune acciaio dolce rivestito internamente da una gabbia, più un concetto di design che di lega speciale) oppure alla Audemars Piguet Royal Oak del 1972, che nobilitò l’acciaio al rango di materiale di lusso – fu uno shock, un orologio extralusso in “semplice” acciaio venduto al prezzo dell’oro, ma il tempo ha dato ragione a quella visione. Da allora gli orologi sportivi di alta gamma (Patek Nautilus, Vacheron Overseas, ecc.) hanno dimostrato che l’acciaio può essere prezioso per fattura e design. In quelle creazioni, più che la lega contano le finiture: spesso è il saper satinare e lucidare alla perfezione l’acciaio a determinare il valore percepito, più che la differenza tra 316L o altro. Un case study interessante è Panerai: storico marchio (di origini italiane) che già negli anni ’30 realizzava orologi subacquei per la Marina Militare in collaborazione con Rolex, usando casse in acciaio di altissima qualità per l’epoca. Oggi Panerai continua con casse in acciaio (AISI 316L) per molti modelli Luminor e Radiomir, accanto a versioni in titanio o materiali innovativi. Il fatto che un Panerai contemporaneo in acciaio venda a migliaia di euro testimonia come in orologeria non sia tanto il materiale in sé a fare il lusso, ma come viene impiegato.

In sintesi, l’industria svizzera ha standardizzato il 316L come materiale di riferimento e, salvo eccezioni come Rolex, vi è rimasta fedele per decenni. Questo ha garantito una uniformità di prestazioni: un orologio svizzero d’acciaio non arrugginisce, tiene la lucidatura, non dà irritazioni, attraversa i decenni con minimi segni di ossidazione.

L’acciaio nell’orologeria giapponese: Seiko, Citizen e innovazione metallurgica

I marchi giapponesi, a partire dagli anni ’60, sono diventati grandi protagonisti dell’orologeria, e anch’essi hanno sfruttato largamente le qualità dell’acciaio inossidabile. Seiko introdusse già nel 1965 il suo primo diver 150m (6217 “62MAS”) con cassa in acciaio inossidabile, mostrando che anche in Giappone si padroneggiava la lavorazione di questo metallo per uso orologiero professionale. Negli anni ’70 Seiko e Citizen produssero milioni di orologi – sia meccanici che al quarzo – con casse in acciaio massiccio, destinati al mercato globale. Tipicamente si trattava di acciaio 316L o equivalente (talvolta indicato come “Stainless Steel” semplicemente sulle casse). La qualità nipponica in questo senso non è mai stata inferiore a quella svizzera: un Seiko subacqueo vintage, ad esempio, mostra la stessa resistenza alla corrosione di un analogo Swiss Made, grazie all’uso di materiali simili e a controlli qualità rigorosi.

Dove il Giappone ha brillato è nell’innovazione e nel trattamento dei materiali. Ad esempio:

  • Grand Seiko “Zaratsu” – Grand Seiko (marchio high-end di Seiko) è noto per le sue straordinarie finiture a specchio, ottenute tramite la lucidatura Zaratsu. Questo trattamento viene effettuato su casse in acciaio (316L) portandole a un livello di perfezione riflettente straordinario. Segnaliamo che per ottenere superfici così lisce, la purezza dell’acciaio e l’assenza di inclusioni sono cruciali: Grand Seiko seleziona accuratamente le sue leghe 316L per assicurare uniformità di struttura e durezza, così da poter lucidare senza difetti. Le faccette dei Grand Seiko, lucidate a mano su platorelli, sono un esempio di come lo stesso materiale, l’acciaio, possa raggiungere vette di qualità diverse a seconda del know-how applicato.
  • Ever-Brilliant Steel – Nel 2020 circa, Seiko/Grand Seiko hanno annunciato l’impiego di una nuova lega in alcuni modelli subacquei e Grand Seiko, definita commercialmente “Ever-Brilliant Steel”. Si tratta di un acciaio inossidabile austenitico con resistenza alla corrosione ancora superiore al 316L: in termini di indice PREN, ha un valore circa 1,7 volte maggioregrandseikogs9club.comgrandseikogs9club.com, il che indica l’uso di percentuali di cromo e molibdeno molto elevate (alcune fonti ipotizzano sia un acciaio della serie 920 con ~25%Cr e ~7%Mo, tipico per applicazioni in ambienti marini estremi). Grand Seiko lo presenta come “il più resistente acciaio inossidabile al mondo” e ne sottolinea anche la bellezza: ha un colore più bianco e brillante del normale acciaiograndseikogs9club.com, conferendo agli orologi un aspetto lucente particolare. Di fatto, confrontando un GS in Ever-Brilliant con uno in 316L, si nota che il primo tende a riflettere la luce in modo più “chiaro”, con meno tonalità grigie. La durezza dichiarata è simile al 316L (quindi lavorabilità paragonabile), ma la finitura richiede ancora più cura data l’estrema resistenza alla corrosione che rende il materiale tenace sulle mole di lucidaturagrandseikogs9club.com. Ever-Brilliant è usato su alcuni modelli Grand Seiko Elegance e Sport e su edizioni speciali (es. diver commemorativi dei 55 anni Seiko Diver). Ciò mostra come il Giappone spinga oltre i limiti, cercando materiali sempre migliori in un’ottica di perfezionismo.
  • Citizen Duratect e Super Titanium – Citizen, oltre a essere leader nelle casse in titanio (materiale che per inciso supera qualsiasi acciaio in resistenza all’acqua di mare e biocompatibilità), ha sviluppato anche per l’acciaio dei trattamenti di indurimento superficiale. Con marchi come Duratect o Cermet, Citizen propone orologi in acciaio il cui strato esterno è indurito via tempra o rivestimento, raggiungendo durezze molto alte (HV 1000+) per prevenire graffi, pur mantenendo il nucleo in acciaio tenace. Questo approccio consente orologi esternamente quasi inossidabili ai graffi ma con la robustezza dell’acciaio tradizionale (è una filosofia diversa da quella svizzera, dove di solito ci si affida alle caratteristiche omogenee della lega stessa senza trattamenti). Ad esempio, il Citizen Series 8 e altri modelli impiegano tali tecniche per offrire casse “perpetuamente lucide”. Anche Seiko ha utilizzato concetti simili (ad es. la tecnologia Dia-shield sulle linee Prospex, che riduce i micrograffi mediante un rivestimento trasparente duro).

In termini di confronto con l’Occidente, l’orologeria giapponese utilizza gli stessi acciai di base (304, 316L) per la produzione mainstream, ma ha introdotto idee innovative per migliorarne le prestazioni estetiche e funzionali. Un classico Seiko 5 anni ’90 ha una cassa in acciaio 316L paragonabile a un qualsiasi orologio svizzero base; un Grand Seiko moderno in Ever-Brilliant o un Citizen con Duratect rappresentano invece l’uso dell’acciaio portato a un livello superiore di specializzazione. Vale la pena notare che i consumatori giapponesi sono molto attenti alla qualità dei materiali (il concetto di “Pure Material” è spesso menzionato nei cataloghi GS), quindi c’è anche una spinta di mercato interna a innovare sui materiali.

L’acciaio negli orologi americani e italiani

Stati Uniti e Italia non hanno oggi un’industria orologiera paragonabile per dimensioni a quella svizzera o giapponese, ma storicamente hanno contribuito e continuano a partecipare con propri marchi e peculiarità. Riguardo l’uso dell’acciaio:

  • Orologeria americana: durante la prima metà del ’900, gli USA ospitavano grandi produttori di orologi (Hamilton, Elgin, Waltham, Bulova – quest’ultima fondata negli USA sebbene con produzione mista). Molti orologi americani d’epoca avevano casse in oro o in ottone cromato per i modelli economici. Tuttavia, quando si trattava di orologi militari o tecnici, veniva impiegato l’acciaio. Un esempio lampante sono gli orologi forniti all’esercito USA durante la Seconda Guerra Mondiale (i “hack watch” A-11 fabbricati da Hamilton e altri): presentavano casse in acciaio inox robusto per resistere nelle condizioni belliche. Dopo gli anni ’60 la produzione di orologi meccanici negli USA è calata, e oggigiorno la maggior parte dei brand americani (Timex, Hamilton – che ormai è parte del gruppo Swatch svizzero, etc.) utilizza casse fornite da terzi, quasi sempre in 316L. Timex, in particolare, per molti modelli ha continuato la tradizione delle casse in ottone cromato (un esempio recente sono i popolari Timex Weekender o Peanuts, con cassa cromata economica e fondello in acciaio), mentre per linee più costose impiega l’acciaio massiccio. Alcuni microbrand emergenti statunitensi (es. RGM, Weiss) producono in piccola serie orologi di alta qualità: in tali prodotti troviamo invariabilmente casse in acciaio 316L, talvolta rifinite a mano negli Stati Uniti ma spesso fabbricate su specifiche in Svizzera o Asia. Una curiosità: c’è chi negli USA ha sperimentato materiali alternativi in edizioni limitate – ad esempio RGM fece un modello utilizzando acciaio damasco per la cassa (accostando strati di acciaio dolce e duro per un effetto zebrato), oppure orologi commemorativi con acciaio ricavato da oggetti storici (p.es. acciaio di navi, aerei, ecc.). Queste però sono eccezioni artistiche più che tendenze industriali.
  • Orologeria italiana: l’Italia, pur avendo avuto un ruolo storico (con Panerai su tutti) e avendo oggi alcuni marchi/modelli noti (es. Officine Panerai, Anonimo, U-Boat, Locman, alcuni microbrand come Unimatic), non produce acciai orologieri custom – solitamente si affida ai materiali standard. Panerai, nella sua fase storica pre-1950, si appoggiava a Rolex per le casse in acciaio, che erano essenzialmente acciaio svizzero di alta qualità (negli anni ’30 probabilmente un equivalente di 316 non L, chiamato “Staybrite”, come quello usato da Rolex nei propri Oyster). Nel rilancio moderno sotto il gruppo Richemont, Panerai ha utilizzato regolarmente acciaio 316L per le sue referenze (spesso dichiarato come “AISI 316L” nelle specifiche), a volte in versioni specificate come acciaio 316L antimagnetico o con trattamento vintage. Un esempio particolare: alcune edizioni speciali di Panerai hanno usato materiali insoliti – ad esempio la serie Panerai Luminor Submersible Bronzo in bronzo, o la Panerai Luminor Marina 1950 3 Days “Left-Handed” che utilizzava acciaio ottenuto da un lotto storico (si favoleggia di acciaio ricavato da vecchi strumenti navali per conferire un’aura vintage, ma è più marketing che differenza tecnica). Un altro marchio fiorentino, Anonimo (nato da ex-dipendenti Panerai), ha prodotto orologi subacquei come il Millemetri con casse in acciaio 316L micro-sabbiato e persino versioni in acciaio trattato per essere amagnetico (definito AISI 316L “Plus” amagnetico nelle specifiche)orologi.it. Questo indica un possibile uso di acciai leggermente modificati (ad esempio 316F con zolfo per lavorabilità, o 316LN con azoto per amagnetismo), ma sostanzialmente sempre nell’alveo del 316. U-Boat e altri marchi di design italiani producono orologi massicci spesso in acciaio 316L anch’essi, talvolta con finiture PVD nere o brunite per assecondare lo stile “militare” o vintage. Locman (marchio dell’Isola d’Elba) per molti modelli preferisce casse in titanio o materiali compositi, ma ha comunque in gamma orologi in acciaio 316L.

In sintesi, l’apporto italiano e americano sull’uso dell’acciaio sta più nel design e nella finitura che nella metallurgia: utilizzano l’acciaio standard come tela su cui dipingere idee stilistiche. Un Panerai o un Anonimo in acciaio 316L può distinguersi non per la lega in sé, ma per la forma della cassa, le dimensioni imponenti o il trattamento superficiale (sabbiato per un look tattico, lucidato per un look rétro anni ’50, etc.).

Una nota storica: l’Italia fu tra i primi paesi a utilizzare acciaio per orologi da immersione grazie a Panerai, e gli USA lo adottarono presto in contesti militari. Dunque entrambe le nazioni riconobbero il valore dell’acciaio in orologeria fin dagli albori dell’inox, ma non svilupparono mai standard propri differenti da quelli internazionali. Oggi un orologio “Swiss Made”, “Japan Made”, “USA made” o “Italy made” di fascia comparabile utilizzerà molto probabilmente la medesima qualità di acciaio (316L per quasi tutti, 904L solo per Rolex o pochi altri, ecc.), garantendo così prestazioni analoghe.

Confronto di prestazioni, costi ed estetica degli acciai

Dopo questo excursus, è utile ricapitolare i pro e contro dei vari tipi di acciaio in orologeria, mettendoli a confronto su aspetti chiave:

  • Resistenza alla corrosione: l’acciaio 904L e leghe speciali (Ever-Brilliant) sono i vincitori assoluti – virtualmente immuni alla ruggine anche nelle condizioni più ostili (acqua di mare calda, ambienti chimicamente aggressivi)fratellowatches.com. A seguire c’è il 316L, che offre un’ottima resistenza in quasi tutti gli usi reali (un 316L può restare immerso in acqua salata per anni senza corrosione significativa, salvo condizioni estreme)fratellowatches.com. Un gradino sotto troviamo l’acciaio 304 (o equivalenti sovietici tipo 12X18H9): in ambiente marino può sviluppare puntini di ruggine se trascurato, ma per uso quotidiano “sulla terraferma” va benissimoreddit.com. In pratica, per un utente medio la differenza tra 304, 316L e 904L in termini di resistenza all’acqua e al sudore è marginale – tutti andranno bene, magari con la precauzione di un risciacquo per il 304 se bagnato in mare. Le differenze emergono su lunghi periodi: dopo decenni, un 904L potrebbe apparire come nuovo, un 316L quasi identico, un 304 forse mostrare qualche segno di ossidazione in più.
  • Resistenza ai graffi e usura: qui conta la durezza. L’ordine (in condizioni standard di lega ricotta) è grosso modo: 316L ≥ 304 > 904L, con differenze comunque moderate (tutti oscillano sui 150-190 HV). Il 316L essendo un po’ più duro tende a graffiarsi leggermente meno del 904Lfratellowatches.com. Nella pratica, sia 316L che 904L prendono micrograffi nell’uso quotidiano (soprattutto sulle superfici lucide a specchio); il 304 analogamente. Va detto che i graffi dipendono molto anche dai trattamenti: per es., la stessa lega 316L se sabbiata o satinata mostrerà meno i graffi rispetto a una superficie a specchio. Alcune aziende ovviano al problema indurendo la superficie (es. trattamenti Citizen Duratect portano l’acciaio oltre 1000 HV in superficie: queste casse sono estremamente resistenti ai segni, ma è un caso speciale). In generale, nessuno degli acciai inox tradizionali è “duro” quanto vetro o ceramica, dunque i graffi fanno parte del gioco e la differenza tra un tipo e l’altro non è drammatica. Una particolarità: un acciaio più tenero (come il 904L) si graffia più facilmente ma i graffi sono anche più facili da lucidare via, mentre uno più duro (316L) potrebbe rigarsi meno ma richiedere più sforzo per essere rilucidato.
  • Lavorabilità e costo industriale: da questo punto di vista, l’acciaio 304 vince, essendo facile da tagliare e deformarefratellowatches.com e meno costoso come materia prima. Il 316L è un po’ più impegnativo da lavorare (il Mo indurisce la matrice), con tempi macchina leggermente maggiori e usura utensili superiorefratellowatches.com. Il 904L è il più esigente: come riportato, richiede macchine dedicate e accorgimenti a causa dell’alto Cr/Nifratellowatches.com, e la sua materia prima può costare diversi multipli del 316Lfratellowatches.com. Questo impatta sul prezzo finale: ecco perché orologi in 904L sono di norma più costosi o prodotti da brand di lusso. In termini di scarti, l’acciaio è completamente riciclabile, ma leghe come 904L possono essere meno disponibili sul mercato dei rottami, quindi meno economiche se non si comprano in grandi lotti. Per un produttore medio, passare al 904L significa investire e aumentare i costi di produzione – spesso non giustificabile se il mercato non lo richiede espressamentefratellowatches.com.
  • Impatto estetico e di design: la scelta dell’acciaio può influire sul look finale. Ad esempio, come menzionato, un 904L lucidato appare con una tonalità più “bianco brillante” rispetto a un 316L lucidato che può avere una sfumatura più grigiachrono24.it. Sono differenze sottili, percepite più dagli occhi esperti; tuttavia brand come Rolex e Grand Seiko le sfruttano per dare una firma visiva ai propri prodotti. Un altro aspetto di design è la precisione degli spigoli: un 316L ben lavorato tiene spigoli vivi in modo netto, mentre con un 904L è più difficile ottenere linee taglienti a causa delle micro-fratture di lavorazionefratellowatches.com. Ciò può influenzare lo stile: orologi con tante sfaccettature (es. AP Royal Oak) preferiscono un materiale duttile il giusto (316L) per gestire le alternanze lucido/satinato con definizione. Al contrario, orologi dalle forme morbide possono sfruttare la “setosità” del 904Lfratellowatches.com. Dal punto di vista delle finiture, tutti questi acciai possono essere lucidati o satinati con risultati eccellenti; alcune tecniche però sono riservate a leghe specifiche (ad es. la zaratsu di Grand Seiko viene ottimizzata per il 316L e il loro Ever-Brilliant, richiedendo parametri diversi per ciascuno). Anche l’invecchiamento estetico varia: l’acciaio non sviluppa patine “nobili” come fa il bronzo o l’argento – al massimo opacizza leggermente col tempo. Un 904L tenderà a opacizzarsi un po’ meno nel lungo termine, mantenendo più a lungo la brillantezza di fabbrica. Il 316L può, dopo decenni, presentare lievissime tracce di ossidazione nelle fessure o nei punti di giunzione (ad es. tra le maglie di un bracciale) laddove il cromo passiva meno per mancanza di ossigeno, ma parliamo di dettagli quasi invisibili.
  • Peso: tutti gli acciai austenitici hanno densità simile (~8 g/cc). Non c’è differenza apprezzabile di peso specifico tra 304, 316L, 904L (sono tutte intorno a 7.9-8.0 g/cc)forums.timezone.com. Quindi la scelta dell’acciaio non incide sul peso dell’orologio in modo sensibile (a meno di passare a titanio, che è ~4.5 g/cc e quindi quasi la metà del peso, ma è un altro materiale).
  • Magnetismo: 304, 316L e 904L sono non magnetici (paramagnetici) in stato ricotto, il che è ideale per orologi in quanto non perturbano il movimento meccanico. Attenzione però: la lavorazione a freddo può indurre ferromagnetismo residuo (trasformazione di fase parziale). Ad esempio, alcuni hanno notato che maglie di bracciale in 316L fortemente laminate possono attrarre leggermente una calamita. In ogni caso, la scelta tra questi acciai non è determinata dal magnetismo, che li vede tutti molto simili. In ambito sovietico, va detto che esisteva l’acciaio 12X18H10T stabilizzato al titanio (analogo al 321 occidentale) usato talvolta per componenti antimagnetici, ma non risulta impiegato specificamente per casse di orologi (più per strumenti avionici ecc.). Se l’antimagneticità estrema è richiesta, di solito si ricorre a casse interne in materiali ferromagnetici dolci (gabbie di Faraday) più che a cambiare la lega della cassa esterna.

Tirando le somme, ogni lega d’acciaio è un bilanciamento di proprietà: i progettisti di orologi scelgono quella che meglio si adatta alla filosofia del prodotto. Un diver militare russo anni ’70 poteva accontentarsi di un onesto acciaio tipo 304 che “fa il suo dovere” a basso costoreddit.com. Un elegante orologio svizzero moderno può restare sul collaudato 316L sapendo che offrirà zero problemi al cliente. Un brand di lusso può spingersi sul 904L per distinguersi, accettandone i maggiori costi e difficoltàfratellowatches.com. Un marchio innovativo giapponese sperimenta un nuovo acciaio per offrire quel qualcosa in più (longevità e brillantezza superiori)grandseikogs9club.comgrandseikogs9club.com.

In termini di costi, all’utente finale l’impatto si traduce nel prezzo dell’orologio: poiché il materiale incide relativamente poco sul costo totale (molto più determinante è il movimento, la manodopera, il marchio, ecc.), vedere 904L o Ever-Brilliant su orologi più costosi è più una conseguenza del loro posizionamento che una causa – in altri termini, un Rolex costa di più per tanti motivi, l’acciaio pregiato è uno di questi ma non l’unico, e d’altro canto Rolex può permettersi quell’acciaio proprio perché il suo margine lo consente. Nei segmenti medi, l’uso quasi universale del 316L garantisce che anche un orologio da poche centinaia di euro oggi abbia la qualità materiale di base che 50 anni fa era riservata a ben altri pezzi: una democratica evoluzione che fa felici gli appassionati.

Conclusione

L’acciaio ha rivoluzionato l’orologeria permettendo la creazione di orologi robusti, durevoli e accessibili. Dalle sperimentazioni pionieristiche del secolo scorso fino alle leghe high-tech odierne, questo materiale ha accompagnato l’evoluzione del settore rimanendo insostituibile. L’analisi degli acciai sovietici e russi ci ha mostrato come, pur con qualche difficoltà iniziale, anche nell’URSS l’acciaio sia diventato simbolo di progresso tecnico in orologi come il Vostok Amphibiamroatman.wixsite.com, consentendo prestazioni prima impensabili con le casse in ottone. Oggi la Russia, come il resto del mondo, fa largo uso del 316L standard e solo chi vuole distinguersi impiega alternative come il 904L – segno che il 316L resta un punto di equilibrio fenomenale.

Il confronto con gli acciai svizzeri, giapponesi, americani e italiani evidenzia che, al di là di qualche eccezione, l’industria intera converge sugli stessi materiali per ragioni di affidabilità. Le differenze stanno nei dettagli: Rolex ha fatto del 904L un mantra di eccellenzabobswatches.com, Grand Seiko ha sviluppato l’Ever-Brilliant per rincorrere la perfezionegrandseikogs9club.com, mentre molti altri affinano l’arte di lavorare e finire il consolidato 316L. In ogni caso, per noi appassionati è affascinante sapere che dietro la cassa luccicante di un orologio c’è un intero mondo metallurgico: percentuali di elementi, standard internazionali (AISI, DIN) e sovietici (GOST), segreti di lavorazione e anni di evoluzione tecnologica. Tutto questo per ottenere quell’oggetto al polso che non solo segna il tempo, ma lo sfida – resistendo agli anni che passano con la forza dell’acciaio.

Fonti:

  • M. Oatman, “Stainless Steel Cases – Watches of the USSR”, Watches-of-the-USSR (approfondimento sull’uso delle casse in acciaio nell’industria sovietica)mroatman.wixsite.commroatman.wixsite.com.
  • Tabella comparativa acciai, Tubes International (equivalenze AISI–GOST, composizioni)tubes-international.comtubes-international.com.
  • Discussione tecnica “Difference between 316L and 904L steel”, Fratello Watches (commenti di D. Sergeant) – dettagli su durezza, lavorazione e corrosione di 904L vs 316Lfratellowatches.comfratellowatches.com.
  • Articolo “Resistenti, eleganti e sempre attuali: storia degli orologi in acciaio inox”, Chrono24 Magazine (storia generale, differenze 316L vs 904L)chrono24.it.
  • Post Reddit r/Vostok – utenti confermano uso di acciaio tipo 304 nell’Amphibia moderna e note su corrosione in acqua marinareddit.com.
  • Grand Seiko GS9 Club, “What is Ever-Brilliant Steel?” – informazioni su PREN 1,7× e caratteristiche dell’acciaio GSgrandseikogs9club.comgrandseikogs9club.com.
  • Documentazione GOST/TDMC, acciaio 12X18H9 – composizione e proprietà (sito tecnico russo)td-mc.rutd-mc.ru.
  • Sito ufficiale Vostok (Chistopol) – sezione produzione con materiali lavorati (incluso 12X18H9)vostokinc.com.
  • Bob’s Watches, “Rolex Material Milestones” – cronologia introduzione 904L nel 1985 e Oystersteelbobswatches.combobswatches.com.
  • Approfondimenti vari su forum e risorse orologiere (Anonimo, Panerai, etc.) per conferma di specifiche materialiorologi.it.

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