Il-2 Shturmivk. Un Caccia Ilyushin a Samara?

Il-2 Shturmivk. Un Caccia Ilyushin a Samara?

A Samara c’è un importante monumento realizzato con un caccia Il-2 Shturmovik. si trova in una delle piazze più importanti della città e ha una storia molto curiosa.

monument of aircraft Il-2 in Samara

L’Ilyushin Il-2 Šturmovik (codice NATO Bark)  era un monomotore da attacco al suolo ad ala bassa prodotto in più di 26.000 esemplari e largamente utilizzato durante la Seconda Guerra Mondiale. Per la sua grande versatilità si dimostrò come una della risorse aeree decisive nei combattimenti.

L’orologio ZIM

Sul quadrante di questo orologio ZIM, commemorativo dei 400 anni della città di Samara, si può leggere la scritta “400 лет Куйбышев”. Mentre nella parte superiore è presente un disegno stilizzato del monumento realizzato usando un vero Il-2 restaurato.

orologio russo Zim con il quadrante commemorativo del monumento dedicato all'aeroplano Il-2 a Samara
Zim 400 years Kuybichev – Il-2 monument

Si tratta di uno dei principali monumenti della città di Samara famosa sia per il monumento alla Gloria che per il monumento dedicato a Chapaev.

L’importante ruolo che ebbe la città di Samara durante il conflitto giustifica la presenza di molti monumenti commemorativi della Seconda Guerra Mondiale.

I monumenti della città di Samara

All’inizio della guerra, molte attività che avevano sede nelle città prossime alle zone di guerra vennero riallocate nelle regioni più ad est dell’Unione Sovietica tra cui le fabbriche n° 1 di Mosca e la fabbrica n° 18 di Voronezh che vennero spostate a Samara che all’epoca era chiamata. Kuybichev. Entrambe, iniziarono nel 1941 una produzione di massa dell’Il-2.

Il restauro dell’Il-2

Circa 25 anni dopo la fine della guerra venne deciso di realizzare un monumento commemorativo. Si iniziò quindi la ricerca di un esemplare di Il-2 da utilizzare. Sfortunatamente non fu possibile recuperare nessun aereo utilizzabile nelle fabbriche e negli hangar dell’Unione Sovietica. Un esemplare ben preservato venne individuato nelle paludi vicino alla città di Murmansk. Le vecchie maestranze della fabbrica n° 18 si occuparono del restauro dell’esemplare.

In occasione del 30° anniversario della fine della guerra, nel 1975, il monumento con l’Il-2 restaurato fu installato in una piazza centrale della città di Samara.

DISCLAIMER

Questo orologio fa parte della collezione Sovietaly™. Si prega di chiedere l’autorizzazione per l’utilizzo delle fotografie dell’orologio.

Precisione orologi russi, la mia opinione.

Precisione orologi russi, la mia opinione.

Qual é la precisione degli orologi russi? Questa è una delle domande che più di frequente mi viene rivolta dagli appassionati di orologeria russa e sovietica.

Nei forum, nei gruppi Facebook, come ad esempio “Orologi russi che passione”, o direttamente per messaggio spesso mi vengono chieste delle opinioni a riguardo.

L’argomento è chiaramente ampio ed è difficile dare una risposta corretta. Quello che dico di solito è: “Dipende da cosa intendi per precisione…”

Iniziamo sfatando alcuni miti che riguardano la precisione degli orologi meccanici, o per meglio dire dei calibri degli orologi, andando nel paese dell’orologeria per definizione, la Svizzera.

Il C.O.S.C.

L’ente svizzero preposto alla verifica della precisione dei calibri è il C.O.S.C. (Controle Officiel Suisse des Chronomètres) ed è sicuramente il più conosciuto e il più nominato dagli appassionati di orologi.

Marchio svizzero di precisione COSC

Esiste dal 1973 e certifica la qualità dei calibri nel momento in cui escono dai laboratori d’analisi. Fate quindi attenzione, dai laboratori d’analisi e non dal ciclo produttivo dell’orologio.

Per quanto riguarda la precisione si deve considerare che il movimento deve avere uno scarto medio di marcia giornaliera compreso tra -4 e +6 secondi.

I movimenti vengono controllati a temperature di 8, 23 e 38 gradi celsius, con tolleranze di +/-1 grado e in diverse posizioni per 15 giorni. Se i test vengono superati viene rilasciato un certificato.

Come si può vedere quindi stiamo parlando di scarti medi di alcuni secondi al giorno. Spesso nell’immaginario comune ci si immagina precisioni molto più alte e vicine alla precisione assoluta.

Ridurre quei pochi secondi di scarto medio e quindi sorpassare la “semplice” certificazione di cronometro richiede uno sforzo progettuale e costruttivo altissimo e ben pochi calibri ci riescono.

Il marchio di qualità sovietico GOST

Tornando alla precisione degli orologi russi iniziamo col dire che anche in Unione Sovietica esisteva un marchio di qualità dei prodotti industriali, tra cui gli orologi, che si chiamava “ГOСT” (GOST), acronimo che deriva dalle parole russe Государственный Стандарт (Standard Statale).

Marchio sovietico di qualità GOST

Nato nel 1967 su delibera ufficiale del governo di Brezhnev si poneva come obiettivo il miglioramento dei prodotti realizzati in Unione Sovietica. Aveva la durata di tre anni e le pene in caso di apposizione del marchio senza una effettiva certificazione valida erano severissime.

Il marchio si trova negli orologi spesso qul quadrante o impresso sul fondello. Non mancano però esempi cin cui il marchio veniva apposto sul cartellino o sulla confezione esterna.

Orologio sovietico raketa con marchio GOST

Col senno di poi gli esperti affermano che uno dei difetti principali del marchio GOST era di certificare il prodotto e non il processo produttivo. Certificare il processo produttivo tende a garantire un migliore risultato all’uscita e permette quindi di essere più sicuri della bontà del risultato finale.

La precisione degli orologi russi e sovietici

Ma quindi, dopo tutte queste informazioni, quanto sono precisi gli orologi russi?

Se li paragoniamo ad un cronometro svizzero non molto. Il range che va da -20 a +40 secondi al giorno ad una temperatura di 20° (+/- 5°) è tipico, ad esempio, di un calibro Vostok 2414A .

Le misure sono riportate anche sul passaporto che accompagnava l’orologio al momento della vendita.

Dettaglio del passaporto di un orologio russo in cui viene indicata la precisione

Come si può vedere quindi un range che si discosta parecchio dai paramentri del C.O.S.C.

In casi determinati però la precisione degli orologi russi è anche frutto di una una serie di fortuite circostanze. Singoli orologi risultano essere spesso molto precisi.

Lungi da me fare di tutta l’erba un fascio, i criteri di produzione e di qualità differivano molto, a seconda delle fabbriche e del periodo di produzione. I singoli calibri inoltre sono in qualche caso più portati ad un maggior livello di precisione rispetto ad altri.

Consideriamo inoltre che gli orologi russi e sovietici venivano costriuiti per garantire livelli di robustezza e di longevità di tutto rispetto. Dieci anni era il tempo necessario indicato sul passaporto prima di una revisione

La maggior parte degli orologi che giungono nelle nostre collezioni, per lo meno parlo per la mia, sono stati in molti casi rimaneggiati, assemblati, riparati. Tranne rarissimi casi non danno evidenze di verifiche o revisioni periodiche.

La stragrande maggioranza degli orologi russi nella mia collezione marcia con lo scarto dichiarato nonostante non abbia mai visto una revisione o un orologiaio.

Personali conclusioni sulla precisione degli orologi russi.

Nella vita quotidiana quando voglio sapere l’ora automaticamente guardo il cellulare e solo in rari casi l’orologio. Direi che quindi, con tutta la tecnologia che ci circonda la funzione principale di segnare l’ora ai giorni nostri possa considerarsi superata. Anche quando si porta al polso un orologio molto preciso, come ad esempio un cronometro, possiamo considerarlo un di più, quasi in segno di prestigio più che di effettiva utilità.

Il mio bisnonno, che è cresciuto in campagna basava la sua giornata sui rintocchi delle campane della chiesa dato che non poteva permettersi un orologio da polso. Per molto tempo la il concetto di precisione è stato molto, molto più labile di quello odierno.

dettaglio dello schermo di un cronocomparatore per la misura della precisione degli orologi russi

Ciononostante è sempre buona regola verificare il corretto funzionamento dell’orologio quando si fa un acquisto e verificare che nelle varie descrizioni non sia indicato come non funzionante. Personalmente do per scontato che un orologio usato non sia precisissimo e per questo motivo ho comprato un cronocomparatore e nel corso del tempo ho imparato a regolare il calibro per cercare di ottimizzarlo il più possibile.

Importante sì quindi ma con il dovuto distacco.

Il servizio postale sovietico e un orologio Luch commemorativo.

Il servizio postale sovietico e un orologio Luch commemorativo.

Il servizio postale militare, nelle due Guerre Mondiali, si è rivelato un servizio essenziale per mantenere alto il morale delle truppe. Spesso era l’unica maniera di mantenere i contatti con le persone care per mesi se non addirittura per anni.

Orologio Luch da donna commemorativo del servizio postale militare russo durante la Seconda Guerra Mondiale
Orologio Luch da donna commemorativo del servizio postale militare russo durante la Seconda Guerra Mondiale

L’importanza del servizio postale militare

In qualche caso l’urgenza della mobilitazione non dava neanche la possibilità di salutare i propri cari. E’ proprio per questo motivo che in tutte le guerre è sempre stata data molta importanza all’efficienza del servizio postale. Spesso ricevere una lettera o una cartolina significava semplicemente che il proprio caro era ancora vivo. Di contro avere notizie dei propri cari sfollati spesso in zone remote e lontane dal fronte ravvivava nei soldati il desiderio di combattere per proteggere i propri cari dal nemico invasore.

Il servizio postale vale come il trasporto munizioni

Vagoni ferroviari appositamente allestiti erano destinati esclusivamente al trasporto delle lettere. Il servizio era gratuito. La priorità della corrispondenza era la stessa data ai rifornimenti e alle munizioni. In alcune aree del paese, dove la consegna era particolarmente pericolosa o difficile la posta o, in qualche caso dei messaggi segreti, veniva affidata a dei piccioni viaggiatori. I tedeschi spesso sparavano ai piccioni cercando di intercettare la posta. Falchi appositamente addestravi inoltre uccidevano i piccioni viaggiatori.

Da dove viene il triangolo?

La lettera triangolare in Russia o per meglio dire nei paesi dell’ex blocco sovietico era un simbolo del servizio postale militare, delle lettere di guerra.

Molti erano i formati delle lettere inviate da e per il fronte ma la lettera triangolare è sicuramente la più famosa e simbolica. Si dice che tutti i bambini sapessero piegare correttamente un foglio di carta.

La censura controllava tutte le lettere che transitavano. Il sistema di piegatura delle lettere a triangolo permetteva l’apertura e la chiusura delle lettere in maniera rapida e sicura.

Come piegare le lettere a triangolo

L’orologio Luch

Un orologio da donna con un quadrante molto carino. Si possono vedere 3/4 lettere triangolari e su di essere un timbro postale di colore rosso con le scritte CCCP e Vittoria in russo. L’orologio è del 1995 e realizzato per commemorare i cinquant’anni dalla fine della Grande Guerra Patriottica, come viene chiamata la Seconda Guerra Mondiale in Russia.

Quadrante orologio Luch commemorativo del servizio postale sovietico di guerra

Monumento al postino di prima linea

Esiste nella città di Voronezh un monumento dedicato ai postini di prima linea. La statua si ispira al caporale Ivan Leontiev morto durante la guerra mentre consegnava la posta in prima linea e insignito della medaglia “Al merito militare“.

DISCLAIMER

Questo orologio fa parte della collezione Sovietaly™. Si prega di chiedere l’autorizzazione per l’utilizzo delle fotografie dell’orologio.

Slava АМНТК Союз – chi costriusce i motori per aviogetti?

Slava АМНТК Союз – chi costriusce i motori per aviogetti?

Gli aerei hanno bisogno di motori per poter volare.

Sembra banale, ma è meno scontato di quanto si possa credere. A meno di essere una mongolfiera, un aliante o un deltaplano per volare c’è bisogno di un motore, a volte più motori. A volte piccolo, a volte grosso, a volte a reazione o a elica, ma se si tratta di jet militari, deve essere un motore decisamente potente.

Chi costruisce i motori, ad esempio per il MiG-21, il MiG-25 o il Tu-104?

La risposta è semplice, anche se il nome è complicato… Si tratta del Авиамоторный научно-технический комплекс «Союз» abbreviato АМНТК “Союз” che tradotto in inglese è Aero-engine Scientific and Technical Complex «Soyuz». Storico istituto prima sovietico e poi russo che si dedica alla manutenzione e alla realizzazione di motori per elicotteri, missili e aeromobili.

Il quadrante dell’orologio АМНТК “Союз”

Il quadrante di questo orologio è semplice e facilmente interpretabile. Siamo nel 1993 e il Mikoyan-Gurevich MiG-25 è un aereoplano incredibilmente veloce e potente, controparte dell’F1 Strike Eagle americano. Quando parliamo di velocità stiamo parlando di Mach 2,83. Nel momento in cui scrivo dovrebbe essere ancora il caccia intercettore operativo più veloce al mondo. dotato di due turbogetto Tumanskij R-15B-300 con postbruciatore.

MiG25

QUI potete trovare informazioni riguardo ai motori della АМНТК Союз compreso appunto il Tumanskij R-15B-300 che equipaggia il MiG-25.

R15B-300

E’ quindi naturale che l’istituto che ha costruito motori di tale fama e tanta potenza ne sia giustamente orgogliosa e lo metta sull’orologio che commemora i 50 anni della fondazione.

russian watch Slava АМНТК Союз
Slava АМНТК Союз

Il АМНТК Союз fu creato con la Risoluzione del Comitato di Difesa dello Stato n. 2916 del 18 febbraio 1943 sulla riva del fiume Moscova a Luzniki, in una fabbrica che era stata evacuata a Kuibyshev, l’odierna Samara, durante la grande guerra patriottica.

La fabbrica di motori oggi

Oggi la АМНТК Союз è una società per azioni quotata in borsa e le sue attività si concentrano in due direzioni principali. La lavorazione dei turbogetti per aeromobili e la lavorazione di azionamenti a turbina a gas per elettrogeneratori e pompe di gas. L’istituto è quindi attivo da ben 78 anni.

QUI è possibile arrivare direttamente al sito internet dell’istituto dove è possibile avere alcune informazioni riguardanti i motori progettati e la storia dell’istituto.

L’orologio Slava

Si tratta di un semplice orologio Slava con quadrante personalizzato mosso da un calibro Slava 2414 standard meccanico a carica manuale con data. La cassa è una 3991XXX cromata, la stessa dei modelli Perestroika destinati al mercato italiano. La lancetta dei secondi é caratterizzata da un grosso pallino rosso verso l’estremità, tipico di alcuni orologi Slava.

Russian Slava watch Soyuz caliber
Slava АМНТК Союз 2414 caliber

Nulla di particolare sul fondello se non la presenza del seriale n° 419 (non c’entra nulla, ma Cosmos 419 è un satellite artificiale russo). Il fondello é in acciaio inossidabile.

Russian Slava watch Soyuz backcase
Slava АМНТК Союз caseback

Personali conclusioni sui motori.

Anche questa volta un semplice orologio Slava mi ha permesso di approfondire un aspetto spesso trascurato. Quando un profano come me guarda un jet militare (e pensare che ho fatto il militare in un aeroporto operativo nel 1994) difficilmente pensa ai motori e alle loro caratteristiche. Ci si sofferma sulla carlinga, sulle forme, ma i motori, che sono nascosti nell’aereo rimangono per i più un mistero. Felice di aver avuto l’occasione di potermi interessare, seppur in maniera superficiale, all’argomento. Probabilmente guarderò con occhio diverso gli aerei in futuro.

Vostok Komandirskie – 50 anni ЦВНИАГ – Central Military Aviation Research Hospital

Vostok Komandirskie – 50 anni ЦВНИАГ – Central Military Aviation Research Hospital

50 anni di medicina dedicata alle attività spaziali e aeronautiche

Un classico Vostok Komandirskie con cassa rifinita al TiN che mi ha da subito incuriosito, in primis per la particolarità del suo quadrante e poi anche perchè, pur non amando particolarmente gli orologi rifiniti color oro, questo risulta decisamente gradevole. Probabilmente il quadrante bianco riesce a bilanciare bene il tutto.

russian watch Vostok Komandirskie Central Research Aviation Hospital
Vostok Komandirskie Central Research Aviation Hospital

Un orologio molto ben fatto

L’orologio sembra costruito con molta cura e senza particolari risparmi. La classica cassa 347XXX con ghiera a pallini rossi e neri, il quadrante stampato con cura e soprattutto gli indici a rilievo ne fanno un orologio interessante e realizzato con molta attenzione. Il 50 color rosso che spicca al centro del quadrante sono la base di partenza per comprendere cosa commemori questo orologio russo.

Vi anticipo che la questione si farà interessante durante le difficili ricerche e che anche Yuri Gagarin verrà citato di seguito in quanto collegato all’istituto che, probabilmente, negli anni ’90 ha commissionato l’orologio alla Vostok.

La ricerca sugli elementi del quadrante

Gli elementi chiave per la ricerca sono:

  • la sigla in cirillico ЦВНИАГ
  • la presenza di una sagoma di un aeroplano militare
  • la sagoma di quello che sembra un vettore Soyuz
  • la coppa di Igea
  • il numero 50 in rosso con la scritta лет (anni in russo)
  • le ali azzurre a lato del numero 50

Da subito la ricerca non è facilissima, dato che spesso gli acronimi in cirillico significano moltissime cose, ma dopo un po’ di smanettamenti su yandex.ru qualche informazione salta fuori. Queste le principali fonti di informazione per chi volesse approfondire la ricerca:

La sigla ЦВНИАГ presente sul dial e la coppa di Igea fanno subito pensare ad una qualche istituzione sanitaria. Le ricerche mi portano al Central Military Clinical Aviation Hospital N° 7 di Mosca, fondato il 7 maggio 1942 dal Ministero della Difesa Russo. Nel corso della sua storia ha subito diverse riorganizzazioni e ha cambiato leggermente nome nel corso del tempo. Nel luglio 1942 fu rinominato Central Aviation Hospital Of the USSR, e nel gennaio 1946 Central Research Aviation Hospital. Nel 1982 la parola militare viene aggiunta al nome, e nell’agosto 1999 l’ospedale cambia il suo status da “ricerca scientifica” a “clinica” diventando un ospedale a tutti gli effetti. A ben guardare le valutazioni sui vari siti non sono proprio eccellenti…

Un orologio a tema spaziale?

Una delle cose più curiosi trovate a riguardo è che dall’ottobre 1959, il 7° ospedale militare centrale della clinica dell’aviazione russa (inizio a capire perchè abbreviano tutto) è impegnato nella selezione e nel supporto medico dell’addestramento della prima squadra di cosmonauti, che includeva Yuri Gagarin. Qui una foto dell’epoca del team medico dell’ospedale con Y. Gagarin nel centro:

 

Le principali informazioni riguardanti l’attività dell’istituzione per il supporto dei primi astronauti è consultabile QUI.

Come stabilire la data di realizzazione?

Difficile comprendere se la data di commemorazione dei 50 anni sia considerata il 1942 o il 1946. Dalla mia personale esperienza sarei propenso a considerare il 1992 come data e quindi il 1992 come data di realizzazione dell’orologio. La mancanza di qualsiasi riferimento a CCCP o Russia supporta inoltre la mia ipotesi. Questa immagine del 2017 trovata in Google di una delle entrate dell’ospedale non può che confermare la mia ipotesi del 1992 come data di realizzazione dell’orologio. Commissionato e relaizzato probabilmente in periodo sovietico e distribuito o più probabilmente regalato in periodo post sovietico.

La ricorrenza dei 50 anni

Cinquant’anni sono sicuramente un momento importante sia per le persone che per le istituzioni. Per i matrimoni sono le nozze d’oro mentre per le istituzioni quel gradino che tranquillizza sulla solidità dell’azienda o dell’istituzione. Molto è stato fatto, nonostante la caduta dell’URSS del 1991, per commemorare quel momento e una semplice ricerca in internet mostra molti oggetti realizzati a riguardo. Qui sotto ad esempio una delle milioni, forse miliardi di spille commemorative realizzate dall’unione sovietica e successivamente dall’URSS.

Come è possibile vedere i riferimenti sono gli stessi e perfino la sigla tanto difficile da trovare in forma esatta è la stessa. Nella spilla è possibile vedere anche il n°7 che accompagna la sigla a conferma che si tratti del 7-й военный авиационный госпиталь.

L’orologio Vostok Komandirskie

Siamo di fronte ad un classico Vostok Komandirskie rifinito come già detto al Nitruro di titanio (TiN).

Il fondello in acciaio riporta il tema del sole nascente e non presenta numeri seriali.

vostok komandirskie 50 anni military aviation research hospital back
vostok komandirskie 50 anni military aviation research hospital back

Il calibro è il ben noto e collaudato Vostok 2414A con indicazione della data senza cambio rapido (motivo per cui non metto mai a posto la data negli orologi russi). Per fortuna è funzionante.

vostok komandirskie 50 anni military aviation research hospital 2414H caliber
vostok komandirskie 50 anni military aviation research hospital 2414H caliber

Conclusioni

A volte l’inaspettato è proprio dietro l’angolo e gli intrecci delle attività militari in Russia e Unione Sovietica con l’avventura spaziale è sempre interessantissima. Sono propenso ad affermare che l’orologio è originale e senza alcuna modifica, in quanto tutto sembra avere senso a partire dalla lancetta dei secondi rossa con la scritta 50 agli indici dorati a rilievo che ben si sposano con le lancette dorate e la cassa in TiN.

Zaporizhzhia NPP, un Raketa dal quadrante misterioso?

Zaporizhzhia NPP, un Raketa dal quadrante misterioso?

 

Il quadrante misterioso

Zaporizhzhia, questa sarà la risposta al quesito che ha appassionato più di una persona per parecchio tempo. Il giorno 31 dicembre 2020 sul Gruppo Facebook: “Orologi Russi che passione” l’utente Gianfranco ha postato il seguente orologio chiedendo informazioni:

 

Russian watch Raketa 10 years Nuclear Power Plant Zaporizhzhia

Il quadrante non riporta informazioni esplicite riguardo a cosa sia riferita la grafica del quadrante ma solo le date 1984 – 1994. Ad un primo sguardo si nota immediatamente una sagoma nera al centro del quadrante con una specie di cupola trasparente, in seconda battuta delle linee gialle e nere verticali.

Svariate sono state le risposte dei membri del gruppo e di altri collezionisti interpellati. Ne riassumo alcune per curiosità:

 

  1. Osservatorio astronomico
  2. Uno strumento di precisione
  3. Un obiettivo fotografico
  4. Telaio per i tessuti
  5. Microcircuito

Nessuno di queste ipotesi si è però rivelata esatta.

La soluzione si è presentata per caso mentre stavo scrivendo in questo stesso Blog la descrizione di un orologio commemorativo dei 10 anni di attività della centrale nucleare di Zaporizhzhia (LINK all’articolo)

 

russian watch Raketa 10 years Zaporizhzhia
Raketa 10 years Zaporizhzhia

 

La scoperta dell’anello mancante e l’arrivo alla centrale di Zaporizhzhia

Le ricerche mi hanno portato a questa pagina del noto forum WUS dove l’utente “phd” chiede informazioni, nel lontano 2008 su di un orologio Raketa:

 

Anyone recognize this logo on a Raketa?

L’orologio su cui chiedeva informazioni è questo:

 

10 years Zaporizhzhia Nuclear Power Plant
Orologio commemorativo 10 anni della NPP Zaporizhzhia

Grazie a questo anello mancante il quadrante misterioso ha ora una soluzione. si tratta di uno dei Raketa commemorativi dei 10 anni di attività dell’impianto nucleare di Zaporizhzhia.

 

La soluzione: la centrale nucleare di Zaporizhzhia

La sagoma nera rappresentano gli edifici contenenti i reattori nucleari. Nella foto sottostante è possibile vedere come abbiano una cupola sulla sommità e a lato un edificio più basso, probabilmente sede delle turbine a vapore. Anche l’edificio che contiene il reattore ha una forma particolare che ricalca la sagoma presente sul quadrante dell’orologio:

 

Zaporizhzhia Nuclear Power Plant

I raggi gialli e neri verticali che sembrano attraversare la sagoma nera probabilmente rappresentano l’energia nucleare o l’energia in senso generale.

Come si evince dalla timeline presente sul sito ufficiale della centrale nucleare di Zaporizhzhia il primo reattore nucleare è entrato in funzione nel 1994 che corrisponde alla prima delle date sul quadrante.

Raketa ЗАЭС- 10 anni centrale nucleare Zaporizhzhia

Raketa ЗАЭС- 10 anni centrale nucleare Zaporizhzhia

Energia atomica, orologi russi e diaspro rosso.

Tra gli orologi russi e sovietici che preferisco ci sono i Raketa con quadrante in pietra. Ne posseggo diversi e ognuno è unico proprio per la particolare trama della pietra. Le due pietre più usate sono il Diaspro (Jasper in inglese) e la Nefrite (Nephrite in inglese).

In prima battuta ci si potrebbe chiedere come mai vengano prodotti dalla Raketa orologi con il quadrante in pietra. La motivazione è decisamente semplice e nasce dalle origine della fabbrica di orologi di Petrodvorets. La fabbrica in origine era denominata Officina imperiale per la lavorazione di pietre preziose e venne realizzata per volontà dello zar Pietro il Grande alla fine del 1721.

E’ quindi normale che la capacità di lavorazione delle pietre preziose e semi-preziose venga applicata anche agli orologi. Nella pagina del sito dedicata al marchio Raketa è possibile trovare diversi esempi sia in Nefrite che in Diaspro (LINK DIRETTO).

russian watch Raketa 10 years Zaporizhzhia
Raketa 10 years Zaporizhzhia

Il quadrante del Raketa ЗАЭС stone dial

Di questo orologio ne esistono almeno due versioni conosciute. Una generica e un’altra commemorativa per i 10 anni della centrale nucleare di Zaporizhzhia. L’orologio in mio possesso è la versione commemorativa dei 10 anni in quanto è presente un 10 romani (X) sul quadrante in bianco. Nella versione standard tale X non è presente. Dalle informazioni che si possono ricavare dalla pagina ABOUT US dal sito ufficiale della centrale nucleare (Home page | ZNPP) la partenza del primo reattore è avvenuta nel 1984 di conseguenza l’orologio Raketa ЗАЭС commemorativo dei 10 anni è del 1994 in periodo post-sovietico.

Esistono almeno altri due quadranti commemorativi dei 10 anni della centrale atomica realizzati dalla Raketa con quadranti metallici che riportano chiaramente queste date a conferma.

Sul quadrante in pietra sono presenti due sovrastampe ( la tipica tecnica usata per i quadranti in pietra). La prima, dorata, con l’indicazione dei minuti nella parte esterna del quadrante, il simbolo dell’atomo e la scritta ЗАЭС sopvrapposta a delle righe orizzontali. La seconda di colore bianco che riporta gli indici delle ore in numeri arabi tranne ad ore 6 e 12 in cui viene riportato una sorta di ingranaggio/sole . In bianco anche il 10 in numeri romani (X) ad indicare i 10 anni di attività della centrale nucleare.

Запорожская АЭС

Questo il nome della Zaporizhzhia Nuclear Power Plant ossia della centrale nucleare di Zaporizhzia nella attuale Ucraina. La centrale è di origine sovietica e la sua costruzione è stata decisa nel 1977. Attualmente (2021) è ancora in funzione ed è previsto il suo spegnimento in varie fasi tra il 2030 e il 2041.

Запорожская АЭС

La centrale nucleare di Zaporizhzhia è la più grande centrale d’Europa e una della 10 più grandi al mondo.

Questi i tre link principali che forniscono le informazioni sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia:

L’orologio Raketa ЗАЭС

Inconfondibile la sagoma della cassa Raketa Zero odrata usata per impreziosire questo orologio. Le forme semplici della cassa ben si sposano con la complessità del quadrante. Le lancette sono di conseguenza dorate e sottili.

il retro dell’orologio è semplice con il fondello in acciaio inossidabile e il seriale n° 885 inciso sul fondello.

Zaporizhzhia Nuclear Power Plant
Zaporizhzhia Nuclear Power Plant

Il calibro è un Raketa R2609 19 rubini con scritte in inglese pensato per l’esportazione.

raketa stone dial zaporizhzhia nuclear power plant ЗАЭС R2609 claiber
raketa stone dial zaporizhzhia nuclear power plant ЗАЭС R2609 claiber

Uno degli stone dial più belli presenti nella mia collezione e un orologio abbastanza difficile da trovare, soprattutto in versione commemorativa del 1994. Probabilmente un omaggio agli azionisti o al personale della centrale nucleare

Raketa Zero – Un po’ di KGB nella cosmogonia indiana

Raketa Zero – Un po’ di KGB nella cosmogonia indiana

Quale può essere il significato del Cremlino su quattro elefanti che poggiano sul KGB?

Ad un primo sguardo questo Raketa Zero postsovietico sembra pura follia.

 

russian watch Raketa KGB Cosmogony
Raketa KGB Cosmogony

La cosa che si nota per prima sono i tre elefanti grigi sul quadrante e già ci si inizia a chiedere a che cosa possano servire degli elefanti su di un quadrante di un orologio russo Raketa? In seconda battuta salta subito all’occhio la scritta in cirillico KGB che sembra in pietra grezza, sotto gli elefanti. Per ultimo salta all’occhio quello che c’è sopra gli elefanti, una specie di terra piatta erbosa con quella che è la rappresentazione stilizzata del Cremlino. In ultima analisi un insieme di cose che sembrano senza senso oppure una specie di scherzo giusto per infastidire chi lo vede. Il tutto sembra anche sostenuto dal fatto che le lancette nere e sottili, che sovrastano un disegno fitto e tendente ai colori scuri, diventino quasi invisibili.

In ogni caso mai demordere! Spesso è proprio nelle cose senza senso che si riesce a trovarne uno.

La ricerca tra la cosmologia, elefanti e tartarughe

Iniziamo da una rapida ricerca perchè nel mio retrocranio una vocina continuava a dirmi che la cosa aveva un senso. Gli elefanti sopra qualcosa è una immagine familiare, ma che non riuscivo esattamente ad identificare. La prima cosa che mi è venuta in mente è stato collegare gli elefanti con una qualche religione indiana (Indiana Jones e il Tempio Maledetto visto al cinema qualche annetto fa ha probabilmente contribuito a questi ricordi).

La prima ricerca che mi fornisce indizi concreti è da questo sito:

Tra fede e Scienza

Questo il passaggio che mi permette di andare avanti nella ricerca:

La raffigurazione più comune nella cosmologia induista è quella che vede una tartaruga sorreggere sul suo guscio un elefante, il quale a sua volta regge il mondo. L’elefante è il principio maschile, la tartaruga quello femminile. Insieme rappresentano l’unione degli opposti, lo yin e lo yang.

Successivamente a quest’indizio le ricerche si sono fatte più mirate e ho subito individuato la pagina di Wikipedia che tratta l’argomento e che fa riferimento direttamente alla mitologia Hindu:

https://en.wikipedia.org/wiki/World_Turtle

World turtle indian cosmogony Raketa KGB

In realtà la stessa rappresentazione è possibile trovarla oltre che nella mitologia indiana anche in quella cinese e nativa americana. A questo punto è facile individuare decine di pagine che trattano l’argomento e che possono essere facilmente approfondite. Per chiudere il capitolo ricerce e passare successivamente al significato dell’immagine sul quadrante di questo raketa Zero KGB vi segnalo due link che esulano un po’ da una ricerca razionale:

  • Questo link per chi si chiedesse su cosa poggia la tartaruga:

https://it.wikipedia.org/wiki/Ogni_tartaruga_poggia_su_un%27altra_tartaruga

  • Questo link per gli appassionati di genere Fantasy:

https://en.wikipedia.org/wiki/Discworld

Discworld

 

Il quadrante del Raketa Zero KGB

Dopo aver raccolto tutte queste informazioni il significato del quadrante è decisamente più chiaro.

Il mito Hindu conosciuto come Akupāra parla di una tartaruga di incredibile potenza che sorregge 4 elefanti che sorreggono a loro volta un mondo piatto.

Se sostituiamo il mondo piatto con un mondo piatto rappresentato dal Cremlino e la tartaruga di indicibile forza con un simbolo del KGB il significato è presto detto.

Il messaggio che voleva dare chi ha  disegnato il quadrante di questo Raketa Zero KGB è probabilmente che il KGB sia la base portante il sostegno della Russia. In alternativa, trattandosi di cosmogonia che il KGB sia le fondamenta su cui è nata la Russia.

L’orologio – Raketa Zero KGB

Da un primo sguardo si riconosce subito la sagoma inconfondibile delle casse cromate del Raketa Zero. Dal quadrante si desume che la realizzazione sia stata fatta in periodo post-sovietico.

Il retro dell’orologio non ha particolari segni se non il seriale n° 108 sul fondello in acciaio.

raketa zero KGB elephant cremlin back
raketa zero KGB elephant cremlin back

Il calibro del Raketa Zero KGB

Il calibro è un Raketa 2609 HA con l’indicazione SU su uno dei ponti. E’ quindi stato usato un calibro costruito in periodo sovietico. La mancanza di indicazioni relative al “MADE IN…” fanno propendere per i primi anni ’90, momento storico in cui esisteva ancora l’apparato del KGB e in cui i magazzini della Raketa erano ancora pieni di calibri sovietici.

raketa zero KGB elephant cremlin 2609HA caliber
raketa zero KGB elephant cremlin 2609HA caliber

Ancora una volta sono riusciti a stupirmi. Un orologio inaspettato che ancora una volta è riuscito a far scattare in me la curiosità. Un Raketa Zero KGB diverso dagli altri e sicuramente unico!

Orologio Zim – Monumento alla Gloria di Samara

Orologio Zim – Monumento alla Gloria di Samara

Uno Zim che racconta una storia gloriosa

Una delle cose che mi piace di più fare con gli orologi che colleziono è scoprire cosa commemorino o rappresentino. Un’occasione ghiotta mi si è presentata a novembre del 2020, quando ho trovato questo orologio sovietico Zim con un quadrante champagne e uno strano, almeno per me, monumento rappresentato.

russian watch Zim 400 years Kuibyshev monument of Glory
Zim 400 years Kuibyshev monument of Glory

Il quadrante risulta pieno, ma molto gradevole a mio parere e gli elementi principali ben distinguibili.

Si tratta sicuramente di un orologio commemorativo e dopo qualche ricerca sono riuscito a trovare il monumento rappresentato.

Si tratta del Monumento alla Gloria, presente nella città di Samara, capitale dell’omonimo Oblast russo, nonchè una delle città più grosse della Russia.

Sul quadrante è presente la scritta Kuybyshev, che è il nome che ebbe la città di Samara dal 1935 al 1991, in onore del leader bolscevico Valerian Kuybyshev.

 

Il monumento alla Gloria di Kuybyshev

Il monumento ha una storia molto particolare. E’ stato realizzato dal 1968 al 1971 in onore dei lavoratori dell’industria aerea della città di Kuybyshev per l’impegno e il lavoro durante la grande guerra partiottica. Il progetto di questo monumneto in una lega di acciaio inossidabile alto più di trenta metri fu sviluppato da Pavel Bondarenko, Oleg Kiryuhin e l’architetto A. Samsonov. Per la realizzazione del monumento ciascun lavoratore poté donare un rublo.  L’inaugurazione è avvenuta il 5 novembre 1971.

Le immagini storiche del Monumento alla gloria

Qui sotto una carrellata di immagini storiche dove è possibile apprezzare il monumento in periodi diversi dal nostro. La prima immagine è probabilmente stata scattata durante i lavori di realizzazione nel 1971.

 

Samara Monumento alla Gloria 1971
Samara Monumento alla Gloria 1971

Monument of glory Samara

Monument of Glory Samara

Il Monumento alla Gloria oggi

Il monumento è decisamente affascinante e più avanti ne apprezzeremo i dettagli. La posizione scelta è piazza Slavy in una posizione che permette di avere sullo sfondo il fiume Volga. Particolare interessante dell’orologio è che sul quadrante, tra le ore tre e le ore 9, sono presenti le onde del fiume Volga.

A questo link è possibile avere una visuale della piazza Slavy di Samara

Monument of glory Samara Slavy Square

Monument of Glory Samara

Il monumento è a mio parere bellissimo. Il materiale con cui è realizzato, una lega di acciaio aeronautica, rende il tutto molto suggestivo. Le linee verticali sulla base del monumento e l’acciaio lucido rappresentano raggi di luce che vanno verso il cielo. La statua, alta da sola 13 metri, sulla sommità regge due ali spiegate verso il cielo.

Samara monumento alla gloria dettaglio
Samara monumento alla gloria dettaglio

Monumet of glory Samara detail

La maestosità della piazza e del monumento

In rete ci ono diversi video che mostrano la maestosità del Monumento alla Gloria e della enorme piazza annessa. Qui di seguito ne propongo uno del 2019 che mi sembra molto ben realizzato.

La città di Samara

Sul quadrante dell’orologio è riportata la data presunta di fondazione della città di Samara, il 1586. Curioso scoprire che la prima rappresentazione della città, che precedentemente era ritenuto semplicemente un covo di pirati, è su di una cartina italiana del XIV secolo.

Le due date sul quadrante fanno quindi riferimento ai 400 anni della città (1586 –> 1986).

zim monument of glory samara kuybyshev front
zim monument of glory samara kuybyshev front

L’orologio

Si tratta di uno Zim sovietico ben tenuto con probabilmente il vetro in plexiglass sostituito. Le lancette, compresa quella dei secondi piccoli, hanno coeenza con il quadrante e probabilmente sono quelle originali. Il quadrante è decisamente ben tenuto ma l’orologio per lo stato in cui si trova è stato probabilmente usato.

zim monument of glory samara kuybyshev rear
zim monument of glory samara kuybyshev rear

Sulla parte posteriore della cassa sono presenti segni di usura che hanno tolto la cromatura e messo a vista l’ottone della cassa.

Il fondello, in acciaio inox è tenuto nella cassa con un anello a vite anch’esso in acciaio.

Sul fondello è presente un numero seriale: 524715

I numeri seriali degli orologi sovietici sembrano non avere un particolare significato, come ad esempio dei Seiko, ma dovrebbero essere solo un riferimento per l’identificazione tramite i passaporti di cui gli orologi venivano corredati.

 

Il cuore pulsante dell’orologio è un semplice calibro Pobeda 2602 senza antishock.

Qui è possibile trovare tutte le caratteristiche del calibro.

zim monument of glory samara kuybyshev 2602 caliber
zim monument of glory samara kuybyshev 2602 caliber

Questo è sicuramente uno degli orologi che mi fa amare collezionare orologi russi e sovietici. Sembra di poter fare, tramite loro un viaggio nel tempo e nello spazio e visitare momenti storici e luoghi solo guardando il quadrante di un orologio.

Forze Militari Spaziali Russe, un nuovo Vostok in collezione.

Forze Militari Spaziali Russe, un nuovo Vostok in collezione.

INTRODUZIONE

Un orologio che rientra a pieno diritto nella sub-collezione di orologi dedicati allo spazio. Tema principale sono infatti le Forze Spaziali Militari Russe.

Arrivato questa mattina tramite Deutsche Post è frutto di una asta poco combattuta su eBay.de. La descrizione era abbastanza povera e questo ha permesso di non finire nelle normali ricerche dei collezionisti.

L’OROLOGIO VOSTOK FORZE MILITARI SPAZIALI RUSSE

  • Marca: VOSTOK – KOMANDIRSKIE
  • Categoria: SPAZIO – MILITARI
  • Calibro: MECCANICO AUTOMATICO
  • Diffusione: RARO

QUADRANTE

Il quadrante è sicuramente la parte più interessante dell’orologio.  Il quadrante è abbastanza complesso e pieno. Possiamo distinguere due parti concentriche ben distinte di forma rotonda.

russian watch Vostok Generalskie Russian Space Forces
Vostok Generalskie Russian Space Forces

LA PARTE ESTERNA

Di colore marrone chiaro con indici bianchi a numeri arabi, privi del numero 3, per via della finestrella della data, dei numeri 6, 9 e del numero 12. Questi indici sono sostituiti da una stella a quattro punte di colore bianco con una parte interna di colore marrone. L’altezza della stella è la medesima dei numeri.

Sono presenti gli indici piccoli dei minuti e le ore hanno un punto luminoso in luminova di colore giallo/verde. Ad ore 12 sono presenti due punti luminosi.

Non è presente nessuna scritta il che fa pensare ad un orologio di epoca transizionale.

LA PARTE INTERNA

Di colore azzurro carta da zucchero ha al suo interno molte informazioni.

Nella parte alta è presente la scritta in cirillico: Военно Космические Силы che significa: Forze Spaziali Militari

Nella parte più interna le abbreviazioni: МО РФ che significa: del Ministero della difesa della Federazione Russa

Immediatamente sotto è presente uno degli stemmi alati delle Forze Aerospaziali Militari.

Nella parte inferiore è presente il simbolo della Vostok e la scritta Komandirskie, anche se vedremo che la cassa è chiaramente Generalskie.

E’ probabile che il quadrante sia virato nel corso del tempo in quanto la parte centrale dello stemma dovrebbe essere di colore azzurro. E? quindi probabile che la parte esterna fosse di un colore più vicino all’azzurro che al marrone.

Non sono presenti ulteriori particolari sul quadrante.

LANCETTE

Le lancette delle ore e dei minuti sono di colore dorato e con la classica forma degli orologi Komandirskie. La pasta luminosa è, coerentemente con il quadrante di colore giallo/verde.

La lancetta dei secondi è di colore rosso senza pallino.

CASSA e CORONA

La cassa è di tipo 097XXX quindi Generalskie rifinita al TiN.

La corona è a vite rifinita anch’essa al TiN con la parte esterna bombata.

Non presenta particolarità di rilievo.

GHIERA

La Ghiera, di colore dorato come la cassa, rifinita quindi al TiN, è una ghiera standard con 5 pallini rossi di cui uno più grosso e i rimanenti 7 di colore nero. Bidirezionale senza scatti.

FONDELLO

Il fondello di questo specifico orologio è stato sostituito con uno in vetro minerale trasparente. Non è quindi possibile sapere quale fosse il fondello originale dell’orologio. Probabile che si trattasse di un fondello standard.

 

CALIBRO

Il calibro è un Vostok 2416Б  meccanico automatico con la possibilità di carica manuale.

Sul bilancere il simbolo della Vostok.

Rubini: 31 jewels
Alternanze: 19800 A/h
riserva di carica: 40h

NOTE STORICHE SULLE FORZE MILITARI SPAZIALI RUSSE

Le Forze Militari Spaziali Russe (in russo: Космические войска: воздушно-космические силы; translitterato: Vozdušno-Kosmičeskie Sily Rossii) erano una branca delle forze armate della Federazione Russa incaricate delle operazioni militari che riguardano lo spazio. Il comando militare ha base a Mosca.

Le Forze Militari Spaziali sono state fondate il 10 agosto 1982, come una branca separata delle forze armate sovietiche. Il corpo entrò ufficialmente nelle forze militari della neonata Federazione Russa il 7 maggio 1992. Successivamente, nel 1997 le VKS furono incorporate nelle Forze Missilistiche Strategiche.
Nel giugno del 2001 vennero ufficialmente ricostituite come sezione indipendente delle forze armate russe.

Il 1º agosto 2015 sono state assorbite, assieme all’Aeronautica, nelle Forze Aerospaziali Militari.

CURIOSITA’ SULLE FORZE SPAZIALI MILITARI RUSSE

Lo stemma delle Forze Militari spaziali, presente sul quadrante dell’orologio e comune a molti orologi di produzione sovietica, russa e moderna, è abbastanza particolare e non è semplicissimo trovare un riscontro credibile con delle semplici ricerche sui consueti motori di ricerca. Dopo qualche approfondimento però ho trovato un forum in russo di antiquariato in cui se ne parlava in maniera credibile: https://forum.ww2.ru/index.php?showtopic=46257

In un post del 2007 un utente riportava quanto segue:

Приложение к Приказу Министра обороны СССР 1989 г. №160
ОПИСАНИЕ нагрудного знака для классных специалистов из числа лиц офицерского состава, прапорщиков и мичманов, проходящих службу в соединениях, частях и учреждениях Управления начальника космических средств Министрерства обороны СССР.
Нагрудный знак представляет собой развернутые крылья золотистого цвета. В центре знака на фоне вселенной темно-синего цвета – изображение земного шара светло-голубого цвета. Земной шар опоясан золотистой орбитой спутника. Контур вселенной обрамлен лавровыми ветвями, на крайнюю часть которых наложена пятиконечная звезда, покрытая красной эмалью, на нижнюю часть – ромб, в центре которого соответственно классу расположены цифры – 1, 2, 3 или буква “М”, покрытые белой эмалью.

Qui tradotto con un traduttore automatico:

Appendice all’Ordine del Ministro
della Difesa dell’URSS 1989 N. 160 DESCRIZIONE della corazza per specialisti di classe tra gli ufficiali, warrant ufficiali e guardiamarino in servizio nei composti, parti e istituzioni dell’Ufficio del Capo del Personale Spaziale del Ministero della Difesa dell’URSS.
La corazza è un’ala estesa color oro. Al centro del segno sullo sfondo dell’universo del blu scuro – l’immagine del globo azzurro. Il globo è cinturato dall’orbita dorata del satellite. Il contorno dell’universo è incorniciato da rami di alloro, sulla cui parte estrema è sovrapposta una stella a cinque punte, ricoperta di smalto rosso, nella parte inferiore – un diamante, al centro del quale rispettivamente la classe sono numeri – 1, 2, 3 o la lettera “M” ricoperta di smalto bianco.

Aerospace Military force
Space Military Force

COLLEZIONE

L’orologio si inserisce nelle sub-collezioni di orologi sia a tema spaziale che a tema militare.

GLI ARTICOLI: Al polo Nord con lo Yamal – qui Touring n° 113 – Novembre 2007 –

GLI ARTICOLI: Al polo Nord con lo Yamal – qui Touring n° 113 – Novembre 2007 –

ESCLUSIVO: Al polo Nord con lo Yamal

Una rivista recuperata ad un mercatino qualche mese fa.

Si tratta della rivista “qui TOURING” n° 113 di novembre 2007.

 

All’interno della rivista è presente un articolo da Jacopo Pasotti ( che ha quindi tutti i diritti su quanto scritto). Il diario di viaggio presente sulla rivista dal titolo “Polo d’attrazione” ha una forte correlazione con gli orologi russi e sovietici.

La Raketa e la Vostok hanno più volte realizzato orologi commemorativi correlati ai rompighiaccio atomici della Atomflot tra cui spicca lo Yamal.

Qui è possibile trovare qualche informazione sui rompighiaccio atomici: https://it.wikipedia.org/wiki/Rompighiaccio_a_propulsione_nucleare

Qui è possibile trovare qualche informazione relativa allo Yamal ( o Jamal): https://en.wikipedia.org/wiki/Yamal_%28icebreaker%29

L’articolo è sostanzialmente un diario di viaggio in cui l’autore descrive l’esperienza relativa al viaggio sul rompighiaccio a propulsione nucleare Yamal.

Ad oggi è ancora possibile effettuare un viaggio turistico sul rompighiaccio a propulsione nucleare Yamal ma la cifra ad oggi si aggira intorno ai 25.000€.

Qui di seguito alcuni esempi di orologi russi e sovietici commemorativi del rompighiaccio a propulsione nucleare Yamal ( o Jamal). Esattamente quello di cui si parla nel diario di viaggio di Pasotti.

Qui di seguito la trascrizione dell’articolo e le scannerizzazioni delle pagine della rivista (tutti i diritti intellettuali appartengono chiaramente all’autore, l’articolo viene qui riportato per soli fini informativi):

ARTICO

Polo d’attrazione

 

TESTO E FOTO DI JACOPO PASOTTI

Esclusivo: nell’Anno internazionale dei poli, un inviato di Qui Touring raggiunge l’estremo Nord a bordo dell’unico rompighiaccio autorizzato al trasporto dei turisti. Ecco il suo diario di viaggio

 

Lascio Murmansk e i suoi palazzi grigi per imbarcarmi sullo Yamal, la mia casa per le prossime due settimane. Non c’è rompighiaccio più potente, al mondo. Ma anche il comfort non è da meno

 

21 luglio

Chi avrebbe detto che il sogno di raggiungere il polo, che per secoli ha sedotto scienziati ed esploratori, sarebbe diventato accessibile a tutti? Incredibile: andrò al polo Nord. E ci andrò con un rompighiaccio nucleare russo.

Sono a Murmansk, il più grande scalo marittimo dell’Artico: qui convergono il gas, il carbone e il petrolio siberiani, che vengono stivatí su possenti navi cisterna e spediti in tutto il mondo. I palazzi della città sono aggrediti dal tempo e mostrano i segni di una costruzione frettolosa, dettata dalla necessità; la città è stata rasa al suolo dall’aviazione tedesca durante la seconda guerra mondiale. In seguito il regime sovietico l’ha ricostruita. “E ha chiamato forza lavoro promettendo uno stipendio doppio”, spiega Katrina, la nostra guida locale. La proposta salariale è più che meritata, vista la durezza dell’ambiente. In inverno il sole non si vede per quasi due mesi.

Quando arriviamo al porto siamo sottoposti a un minuzioso controllo dei passaporti. Il molo a cui sono attraccate tre delle cinque navi nucleari della Compagnia navale di Murmansk è zona militare. È proibito fotografare. Il nostro rompighiaccio, lo Yamal (o Jamal, con una traslitterazione più corretta), è lì, ci attende con le fauci spalancate pitturate sulla chiglia nera e i ponti colorati di rosso. Alla luce di un tramonto che non avviene mai, visto che qui il sole non scenderà sotto l’orizzonte per ancora due settimane, la nave ha un aspetto accogliente. Salgo a bordo. “Quella in fondo al molo è l’Arktika, il primo rompighiaccio ad aver raggiunto il polo” indica Harald, un compagno di viaggio che ha già partecipato a spedizioni di questo tipo. “Sono passati trent’anni dalla sua impresa”.

 

22 luglio

Superare il circolo Polare artico significa entrare nel mondo del giorno perpetuo. Dormire è una decisione che devo impormi razionalmente: l’istinto mi farebbe attendere il crepuscolo e poi l’oscurità della notte. Così, dopo una cena a base di pesce preparata dai cuochi austriaci, salgo sul ponte di comando. Vorrei dare un ultimo sguardo serale a questo mare, per secoli territorio di pesca di balenieri britannici e olandesi, ma mi scopro ancora sveglio alle tre di notte, il sole alto sull’orizzonte. Gli ufficiali russi controllano la rotta sulla carta nautica distesa su un piano. Il cirillico non facilita la comprensione, ma la forma della penisola di Kola, delle isole Svalbard, dell’arcipelago di Francesco Giuseppe e le linee dei meridiani disegnano profili noti. Insieme agli ufficiali faccio scorrere l’indice sulla carta, dalle coste fino alla meta: il polo Nord geografico, il punto che è sotto la Stella Polare e attraverso cui passano gli oltre dodicimila chilometri di asse di rotazione del nostro pianeta.

 

23 luglio

Abbiamo appena superato gli 80 gradi di latitudine quando Laurie Dexter, il capo della spedizione, annuncia al microfono: “A ore nove stiamo per incrociare un iceberg!”. La montagna di ghiaccio alla deriva è il primo autentico incontro con l’alto Artico da quando abbiamo lasciato la Russia. In pochi istanti i ponti della nave si riempiono. Siamo tutti in ammirazione del megalitico blocco di ghiaccio celeste.

 

25 luglio

Cinquecento chilometri dal polo. Ormai siamo totalmente circondati dalla banchisa. La nave avanza a dieci, al massimo quindici nodi, meno di trenta chilometri all’ora. É come se si aprisse la strada a spallate. Ogni tanto rimane incastrata in uno spesso strato di ghiaccio, fa marcia indietro, e poi balza con la prua sulla lastra, sfondandola. Si ode un grande tonfo, la superficie va in pezzi, e si procede tra due muri di ghiaccio azzurro sollevati dallo scafo. A poppa della nave la cicatrice della banchisa si richiude. In un paio di giorni, dicono, scompare traccia della ferita. 

A mezzogiorno, l’ingegnere capo mi mostra, da una finestrella schermata, i due reattori nucleari della nave. Due chili di uranio sono sufficienti per frantumare per quindici giorni lastre di ghiaccio grandi come un campo di calcio e spesse tre metri. “Lo Yamal è tra le navi più potenti al mondo” spiega. “Le sue eliche sprigionano una potenza di 75mila cavalli”. Verso sera una nuova sorpresa richiama sul ponte tutti i viaggiatori, capitano compreso. Un orso bianco, per nulla intimorito dal gigante rosso e nero che si avvicina fragorosamente, continua la sua caccia quotidiana. Il capitano ferma la nave. L’orso ci osserva curioso. Anche per lui, si capisce, questo incontro é una sorpresa. Poi si gira, attraversa a nuoto un’apertura nel ghiaccio, e se ne va. Intorno a noi c’è una monotona distesa di ghiaccio, acqua e cielo, dominati dalle sfumature di grigio e dalle delicate tinte di ciano marino.

27 luglio

 

Mi accorgo di passare ore, e poi giorni, a prua della nave, osservando la distesa irregolare di pozze e laghetti che si aprono sulla banchisa. Quando infine raggiungiamo il polo è come se stessi celebrando un punto qualunque di questo mondo ghiacciato. Non c’è nulla di diverso rispetto alle centinaia di chilometri che abbiamo percorso. Ma il Gps mostra un eloquente 90°00’00” N. Questo è il punto preciso attorno al quale ruota il mappamondo di casa. È il tetto dell’emisfero boreale. Non conta in quale direzione mi volti, il mio sguardo volge sempre a meridione. In fondo, penso, è giusto che il polo Nord abbia un aspetto così dimesso. E un gesto di umiltà planetario.

 

È solo un punto qualsiasi in una distesa di ghiaccio, il polo Nord. Ma che bello sotto la stella Polare. Girarsi e guardare sempre a sud. E poi, fare il giro del mondo in quattro balzi

 

Quale futuro per L’Artico?

Chiedere a uno scienziato quale futuro si prospetta per l’Artico significa metterlo in imbarazzo. Non ci sono risposte certe. Anzi gli ultimi due anni di ricerche mostrano che agli scenari ipotizzati, già poco rassicuranti, erano frutto di un ingiustificato ottimismo. I primi rapporti dell Intergovernmental Panel on Climate Change prospettavano un Artico privo di banchisa nel periodo estivo intorno a 2070. Verso il 1996 la cifra è stata corretta al 2050. E l’anno scorso gli scienziati della Agenzia Spaziale europea hanno detto che forse si potrà navigare fino al polo già nel 2035. Le immagini satellitari mostrano che l’estensione del ghiaccio artico si è ridotta di più del 7% in dieci anni. Fatto che attira sempre più le compagnie petrolifere, cui interessano le riserve di idrocarburi: il 25% dei giacimenti mondiali di gas e petrolio si trovrebbe infatti sotto la coltre di ghiaccio. I Paesi circumpolari iniziano ad accampare le loro pretese. Ma la riduzione della banchisa comporta anche il collasso dall’habitat di molti pesci e invertebrati, di cui si cibano uccelli e foche, che sono a loro volta prede di orsi bianchi. Ciò cui assisteremo sarà un aggiustamento della catena alimentare e della distribuzione delle specie.

 

Incrociamo le isole Francesco giuseppe, ultimo arcipelago a essere stato esplorato. Brevi sprazzi di sole tingono dei colori del crepuscolo la terra e i ghiacciai, persi tra i banchi di nebbia

28 luglio

Con il procedere del viaggio approfondisco la conoscenza con Laurie Dexter. II polo non solo e l’habitat naturale dell’orso bianco, ma anche di questo gentleman canadese. Scozzese di origine, è un personaggio incredibile: ha vissuto una quindicina d’anni in una comunità inuit, imparandone la lingua e il modo di vita; è capace di inseguire e cacciare le foche, nutrendosi del corpo ancora caldo della preda; membro onorario della Royal Geographic Society, tra le sue imprese c’è anche l’attraversamento con gli sci del polo Nord. Novantun giorni nel gelo artico, dalla Siberia, fino al Canada.

 

29 luglio

Dopo una settimana di navigazione, lo Yamal fa nuovamente rotta verso la terraferma. Ancora due giorni nel ghiaccio e poi incrociamo le isole di Francesco Giuseppe, l’ultimo arcipelago del pianeta a essere stato esplorato. Intorno a questi frammenti di terra persi nel mar Glaciale artico si sono arenate decine di spedizioni, tra il Settecento e i primi del Novecento, incapaci di penetrare nel mondo congelato che sigillava le coste siberiane. II rompighiaccio naviga silenziosamente tra le isole piatte e allungate all’orizzonte. Alcuni sprazzi di sole tingono dei colori del crepuscolo la terra e i ghiacciai, persi tra i banchi di nebbia. “Le isole sono praticamente disabitate”, spiega Laurie. L’arcipelago è coperto da gigantesche calotte glaciali, alcune delle quali raggiungono la costa e liberano iceberg trascinati alla deriva dalle correnti. Le 190 isole sono il rifugio estivo di una quindicina di specie di uccelli che nidificano tra gli anfratti di scogliere basaltiche grigio-nere. “Troveresti più specie di uccelli nel tuo giardino di casa!” dice Laurie ridendo, “la differenza è che queste sono colonie di milioni di individui!”. Sceso a terra a Cape Flora, risalgo il pendio muschioso alla base di una parete verticale da cui arriva lo stridio di una infinità di gazze marine minori, uccelli bianchi e neri di piccole dimensioni, parenti dei più noti pulcinella di mare. Alla fine sono respinto da un gabbiano glauco, che compie su di me picchiate aggressive per difendere il suo nido. Mi siedo. Ascolto l’attivissima colonia di uccelli: è un chiacchiericcio vivace, ricorda il vociare dei bambini nel cortile di un asilo.

 

2 agosto

Dopo due settimane di navigazione nell’oceano polare il rompighiaccio attracca nuovamente nel porto di Murmansk. E difficile credere di essere stato al polo Nord, dopo anni di sogni e fantasie. Prima di partire era un “altro mondo” remoto e ostile. Ora, grazie allo Yamal, è diventato quasi familiare.

 

Da sapere

Documenti: passaporto con validità di sei mesi; visto russo.

Clima: anche se il sole non tramonta mai in giugno e luglio al polo Nord fa freddo. Ma non freddissimo: la temperatura si aggira sui -2 gradi centigradi. Se c’è vento, può arrivare a -15. 

 

Arrivare

Non esistono voli diretti pe Murmansk dall’Italia; è necissario passare per Helsinki o San Pietroburgo. Al polo Nord si giunge unicamente con il rompighiaccio russo Yamal

 

Altre info

La spedizione sullo Yamal è organizzata da Quark Expeditions, società americana specializzata in Artico e Antartide tel. 001.203.6560499;

www.quarkexpeditions.com. Tre le date già programmate per il 2008: 23/6-8/7; 6/-21/7; 19/7-4/8. Costo tutto compreso, con partenza e arrivo a Helsinki, a partire da 16mila euro. tra i tour operator italiani che hanno in catalogo il tour, Antartica – tel. 011.6696581; www.antartica.it – e Kuoni Discovery – tel 010.5968350; www.kuoni.it

Copertina qui touring 113 novembre 2007 Yamal
Copertina qui Touring 113

 

Qui touring pagina 82 rompighiaccio Yamal
Polo d’attrazione – pagina 82

Qui touring 113 pagina 83
Qui Touring 133 pagina 83

Qui Touring 133 pagina 84
Qui Touring 133 pagina 84

Qui Touring 133 pagina 85
Qui Touring 133 pagina 85

Qui Touring 133 pagina 86
Qui Touring 133 pagina 86

Qui Touring 133 pagina 87
Qui Touring 133 pagina 87

Qui Touring 133 pagina 88
Qui Touring 133 pagina 88

Qui Touring 133 pagina 89
Qui Touring 133 pagina 89

Qui Touring 133 indice
Qui Touring 133 indice

MDW 2020 (Milano Digital Week) – Orologi Russi che passione

MDW 2020 (Milano Digital Week) – Orologi Russi che passione

Come tutti gli anni si svolge a Milano la MDW ( Milano Digital Week), quest’anno in una eccezionale versione completamente online per via delle restrizioni sanitarie dovute al COVID-19.

Prevista inizialmente per il mese di aprile all’interno di un palinsesto organizzato per conto della piattaforma digitale Facebook l’intervento, incentrato sull’importanza delle Community nel mondo di oggi, ha visto realizzarsi in formato completamente digitale la presentazione della Communty “Orologi Russi che passione”

Questo il link dell’intervento all’interno del palinsesto della MDW 2020:

https://milanodigitalweek.com/orologi-russi-che-passione-orologi-russi-passione-e-community

L’intervento LIVE è stato da me registrato direttamente dal PC in maniera tale da potervelo riproporre

GLI ARTICOLI: Orologi da polso – 1989 anno III n°9 – Il Tempo del Cremlino

GLI ARTICOLI: Orologi da polso – 1989 anno III n°9 – Il Tempo del Cremlino

Ho da poco recuperato una rivista di orologi risalente alla fine degli anni ’80.

Si tratta di “Orologi da Polso” Anno III – N° 9 risalente a Marzo – Aprile del 1989 della Edizioni Studio Zeta di Monza.

In questa uscita è presente un interessante articolo, di seguito trascritto per permetterne la traduzione in diverse lingue, sull’orologeria sovietica e le relazioni con alcuni paesi europei tra cui l’Italia.

La cosa interessante è il punto di vista dell’epoca e alcune informazioni sui grossisti e rivenditori italiani.

Qui di seguito la trascrizione dell’articolo e le scannerizzazioni delle pagine della rivista (tutti i diritti intellettuali appartengono all’autore Arturo Chiti):

Anche se il Congresso sovietico del ’25 proclamava per l’URSS l’obiettivo dell’autosufficienza economica, la trasformazione da paese importatore di macchine e attrezzature a paese che voleva produrre in proprio, sino a qualche anno fa sarebbe stato impensabile che un orologio sovietico diventasse non solo di moda, ma quasi fenomeno di costume.

Pure la storia dell’orologeria russa ha antenati illustri. Gli orologi da torre del Cremlino furono costruiti agli inizi del Quattrocento da Lazar Serbin, mentre per i carillon della torre del Salvatore, restaurati nel secolo scorso, lo Zar si rivolse a due fratelli russi, gli orologiai Butenop. E ancora sotto uno Zar, Pietro il Grande, che aveva chiamato famosi artigiani francesi, si sviluppò una scuola di orologeria, anche se i francesi sembra avessero maggiori privilegi degli artigiani locali. Preziosi orologi di Ivan Kulihin, che visse nel ‘700, sono all’Hermitage di Leningrado e musei moscoviti e di altre città hanno sezioni dedicate all’orologeria. Nello scorso autunno ci fu un’esposizione a Firenze di alcuni splendidi pezzi delle collezioni dei Romanoff e sfogliando antichi libri si apprende che nella storia dell’orologio russo la famiglia dei Bronnikov era famosa per i suoi orologi in legno (filie molle erano in metallo) e che rivestirono un ruolo importante per i miglioramenti apportati alla meccanica, gli orologiai Tolstoj e Nosov.

Prima della rivoluzione si importavano parti e meccanismi dalla Svizzera provvedendo poi al loro assemblaggio. A cavallo del secolo la Francia fece diversi investimenti nei domini dello Zar e dopo la prima Guerra mondiale, per recuperare parte dei capitali, pretese che l’Italia acquistasse orologi russi da tasca che furono poi dati in dotazione al personale delle Ferrovie. 

«Le prime industrie sovietiche di orologi risalgono solo agli anni Trenta» dice Jacopo Marchi, P.R. dell’Artime, che è andato a Mosca nello scorso dicembre dopo che l’azienda napoletana aveva sottoscritto un accordo di collaborazione con la Boctok (ma si legge Vostok). Dal viaggio in Russia Marchi ha riportato molte notizie, tanto che per il lancio dei «Komandirskie» ha realizzato per Time Trend, distributore del prodotto, un tabloide sulla storia dell’Armata rossa e dei suoi orologi.

Due industrie (una di orologi preziosi e l’altra di orologi con casse di legno) vennero convertite in aziende belliche negli anni ’40, per tornare poi alle funzioni originali. L’industria principale di Mosca diede vita nel ’42 alla Boctok, una delle più importanti e tra le poche di cui per le strade moscovite si possono vedere cartelloni pubblicitari. Dopo la fine della guerra altre industrie furono aperte a Serdobsk, Yerevan, Petrodvoretes e Uglich. Venne creato un istituto per la ricerca e il design nelle lavorazioni meccaniche. Nel 1962 furono anche prodotti i primi orologi a diapason.

Oggi in URSS operano oltre quindici fabbriche di orologi, molte delle quali specializzate in produzioni particolari. Tra le più note ricordiamo Chaika, Poljot, Zaria, Paketa, Slava e Penza, quest’ultima destinata alla produzione di orologi da polso femminili. Il quantitativo di orologi prodotti è imponente. Intorno agli anni Cinquanta iniziò anche l’esportazione destinata per lo più a nazioni aderenti al patto di Varsavia. Erano orologi di buon livello con prezzi politicamente differenziati. È di quegli anni il Mark che pubblichiamo e il cui quadrante è simile a quello del Poljot. È un orologio con una storia romantica. Fu donato a un nostro collega, allora bambino, da una signora italiana che aveva sposato un russo che, per le leggi staliniane, non poteva venire a vivere in Italia e i due erano costretti così a vedersi di tanto in tanto solo come turisti. La prima importazione di orologi russi in Italia è stata fatta da Orazio Occhipinti della Mirabilia di Milano che nella seconda metà del 1988 ha iniziato sul territorio nazionale la distribuzione dei Paketa fabbricati a Pietrogrado. Paketa in russo significa «razzo» e si legge «raketa», La bontà dell’idea, complice anche l’apertura generale verso Gorbaciov, è stata ampiamente confermata dalla vera e propria corsa all’orologio russo che si è scatenata in seguito. Vien da pensare a questo proposito che solo pochi anni or sono un dirigente di una grande azienda europea, dopo un viaggio in Unione Sovietica durante il quale era rimasto colpito dagli orologi, ne propose l’importazione ma si sentì chiedere dai suoi se aveva voglía di scherzare. Dunque i primi russi che hanno rotto il ghiaccio sul nostro mercato sono stati i Paketa. Oggi sono disponibili nove versioni che si differenziano sia per il design del quadrante per le funzioni. Sono meccanici a carica manuale e cassa antishock. Alla fiera di Vicenza Mirabilia ha presentato anche i Poljot prodotti a Leningrado, un cronografo e uno svegliarino, a carica manuale, proposti in quattro versioni. Gli orologi dell’Armata rossa, i Boctok, sono disponibili in cinque modelli con quadranti realizzati per le specializzazioni dell’esercito al quale sono destinati. Sono orologi meccanici a carica manuale, impermeabili a 10 atmosfere, hanno la ghiera girevole con indici e lancette fosforescenti.

Ci sono poi orologi con meccanismo di fabbricazione russa e cassa e quadrante costruiti in Italia per accostare un «cuore» russo al design italiano, come il Soviet, disponibile in vari colori di cassa e quadrante. È un orologio quarzo impermeabile a 3 atm. E ancora i sei modelli della collezione Perestrojka (quattro al quarzo e due cronografi meccanici) che la Elmitex ha presentato sia a Vicenza sia a Mosca come un prodotto «italorusso».

Il sesto orologio con la stella rossa è quello proposto dalla I. Binda S.p.A. Il marchio BREMA, con la A che è una R rovesciata, si legge Vremia e significa Tempo. Sono orologi meccanici disponibili in tre modelli (normale, con suoneria e un cronografo) proposti in 17 versioni. I quadranti sono di ispirazione anni ’30 seguendo la tendenza culturale in voga in Russia e battezzata «strutturalista».

L’articolo è distribuito su 4 pagine in cui spicca il vostok rising sun distribuito dalla time Trend in Italia.

Rivista orologi da polso marzo aprile 1989 n9 anno 3 copertina
Orologi da polso 1989 Copertina

Rivista orologi da polso marzo aprile 1989 n9 anno 3 pagina 1
Orologi da polso 1989 pagina 62

Rivista orologi da polso marzo aprile 1989 n9 anno 3 pagina 2
Orologi da polso 1989 pagina 63

Rivista orologi da polso marzo aprile 1989 n9 anno 3 pagina 3
Orologi da polso 1989 pagina 64

Rivista orologi da polso marzo aprile 1989 n9 anno 3 pag 4
Orologi da polso 1989 pagina 65

Rivista orologi da polso marzo aprile 1989 n9 anno 3 indice
Orologi da polso 1989 indice

La collezione di orologi russi di Marco Lucchini

La collezione di orologi russi di Marco Lucchini

Le collezioni di orologi russi dei collezionisti

Diamo inizio con questo video ad una serie di chiacchierate informali con diversi collezionisti di orologi russi e sovietici italiani e in questa prima intervista abbiamo la possibilità di vedere l’incredibile collezione di Marco Lucchini (A questo LINK il sito dell’attività di Marco).

Una collezione eccezionale

La collezione di Marco Lucchini non è fatta solo di pezzi rari ma anche da un’incredibile varietà di corredi originali.

Scatole in legno, in cartone, incise, pirografate, stampate.

Scatole in legno con placche in rame e custodie in legno per orologi da tasca. Krasnikoff e Molnija in edizione limitata dipinti a mano da artisti russi.

Pezzi più che rari, unici.

Molti dei pezzi in possesso, dagli anni ’90, sono pezzi più unici che rari. Anche io personalmente in più di 25 anni di collezionismo ho visto corredi particolari come quelli di Marco.

L’intervista a Marco Lucchini:

Fatta il 15 maggio 2020 via internet, a causa delle restrizioni di movimento sul territorio nazionale dovute alla Pandemia in atto.

Questo il LINK diretto all’intervista

Sovietaly - Le interviste: Marco Lucchini

L’orologio russo ZIM Pobeda Sputnik I

L’orologio russo ZIM Pobeda Sputnik I

Lo Sputnik I è forse una delle icone spaziali più conosciute in assoluto. Anche un non appassionato riesce a riconoscere facilmente la silhouette dello Sputnik I quando la vede.

Per i più distratti ricordiamo che è stato il primo satellite artificiale messo in orbita intorno alla Terra. Venne lanciato il 4 ottobre 1957 dal cosmodromo di Baikonur (oggi in Kazakistan) e rimase in orbita ellittica bassa per tre settimane prima che le batterie si esaurissero. Dopo un paio di mesi l’orbita è decaduta ed è rientrato nell’atmosfera distruggendosi.

Tutto ciò rappresenta un primato assoluto per l’Unione Sovietica nella corsa allo spazio e quindi è normale che siano molti gli orologi sia da polso che da tavolo che commemorano questa impresa.

L’ultimo arrivato nella collezione Sovietaly™ è un Pobeda Zim commemorativo per i 45 anni del lancio dello Sputnik I dal cosmodromo di Baikonur.

Facendo due conti l’orologio dovrebbe essere del 2002 quindi.

L’OROLOGIO

russian watch Pobeda 45 years Baikonur
Pobeda 45 years Baikonur

L’ASPETTO ESTERNO

L’orologio in questione ha una cassa cromata di forma rotonda. Non ho mai visto altri orologi con questo quadrante quindi non so dire se esistano delle varianti. L’orologio ha il fondello a pressione, il vetro in plexiglass e la corona non ha particolari protezioni. E’ chiaramente non impermeabilizzato.

Le anse sono di misura 18mm.

IL FONDELLO

Il fondello è in classico tondo in acciaio senza segni, incisioni o altri segni caratteristici. E’ montato a pressione sulla cassa cromata.

IL QUADRANTE

Il quadrante è sicuramente la caratteristica principale di questo orologio russo Pobeda Zim

Si possono distinguere le seguenti caratteristiche principali

  • Il quadrante ha uno sfondo di colore blu che si schiarisce mano mano che si va verso la parte bassa
  • Indici in rilevo tondi di color oro in corrispondenza delle ore.
  • Gli indici dei minuti sono di colore grigio chiaro
  • Nella parte superiore del quadrante appena sotto l’indice delle ore 12 è presente il simbolo dell’aquila bicipite coronata che regge nella zampa destra una spada e nella zampa sinistra una corona di alloro. L’aquila sul petto ha una sorta di pettorina rossa.
  • In corrispondenza delle ore 10 abbiamo la scritta in cirillico “45 лет” che significa “45 anni”
  • In corrispondenza delle ore 2 abbiamo l’immagine dello Sputnik I con quella che sembra essere una stella rossa nella parte frontale
  • Nella parte inferiore del quadrante una immagine stilizzate del globo terrestre. In corrispondenza del cosmodromo di Baikonur, indicato in rosso si vede una scia che gira intorno alla terra di colore dorato e che si collega alla parte posteriore dello Sputnik I in corrispondenza di ore 2.
  • Sopra la parte sinistra del globo Terreste un’immagine stilizzata di quello che è il vettore R-7 (Semyorka) che nel 1957 ha portato in orbita lo Sputnik I.
  • Nella parte bassa del quadrante, tra gli indici e la cassa, la scritta rossa in cirillico maiuscolo “БАЙКОНУР” che significa “Baykonur” o “Baikonur” a seconda delle translitterazioni
  • Il quadrante è privo di pasta luminescente.

LE LANCETTE

Le lancette delle ore e dei minuti di color dorato senza pasta luminescente hanno una forma rettangolare con angoli a 90°

La lancetta dei secondi piccola in corrispondenza di ore 6 è anch’essa di colore dorato.

 

IL CALIBRO

L’orologio monta un classico Pobeda Zim 2602 di fattura molto semplice e poco rifinita con pitone fisso. Il rubino dell’asse del bilanciere è privo di antishock.

IL VETTORE R-7 SEMËRKA O SS-6 SAPWOOD

La parte interessante del quadrante di questo orologio è sicuramente la presenza, al di là dello Sputnik I dell’immagine del vettore a due stadi R-7 “Semërka” (o “Semyorka”), nome in codice NATO SS-6 Sapwood.

Nato come il primo ICBM (intercontinental ballistic missile), altro primato raggiunto dall’Unione Sovietica, fu utilizzato, in una versione modificata l’ 8K71PS, per portare nel 1957 nello spazio lo Sputnik I.

Successivamente lo stesso vettore mise in orbita anche lo Sputnik 2 con a bordo la cagnetta Laika, o meglio, Kudrjavka (ricciolina) di razza Laika.

Si tratta di un vettore a due stadi progettato da Sergei Korolev alto 34 metri e del peso di 264 tonnellate. Capace di portare un peso di 500 Kg. Come razzo ad utilizzo bellico si rivelò un fallimento ma al contrario fu utilizzato con successo come vettore spaziale.

Per quanto ne sappia al momento è l’unico orologio russo che riporti il vettore R-7 sul quadrante.

LINK PER APPROFONDIMENTI

Qui sotto è possibile avere alcuni riferimenti se si volesse approfondire l’argomento:

 

LA COLLEZIONE DI OROLOGI SOVIETICI E RUSSI SOVIETALY

 

L’orologio è entrato quasi per caso nella mia collezione. Acquistato su un sito di aste spagnolo era descritto semplicemente come “Reloj Ruso”.

Ben si inserisce comunque all’interno della sub-collezione relativa agli orologi spaziali. La presenza sul quadrante del vettore R-7 lo rende sicuramente un pezzo interessate. Le condizioni generali dell’orologio son decisamente buone. Pur non potendo considerarlo NOS è un orologio che non è credo mai stato utilizzato. Solo non conservato in maniera ottimale.

 

Andrea

LINK ESTERNI SULL’ARGOMENTO

Al momento non ho trovato nessun riferimento a quest’orologio nei vari forum o social. Aggiornerò la sezione in caso di qualche evidenza.

 

Come sempre, qualsiasi ulteriore informazione è la benvenuta, e verrà riportata con le dovute note e riferimenti nel testo.

Le poche fotografie degli oggetti non di mia proprietà sono riportate come link diretto all’immagine.

Gli orologi sovietici sono solo orologi da polso?

Gli orologi sovietici sono solo orologi da polso?

Certo che NO, ci sono anche altri orologi russi e sovietici bellissimi e inattesi…

La produzione di orologi sovietici non è caratterizzata solo dagli orologi da polso, ma anche da una immensa produzione di orologi da tavolo, da parete, cucù e sveglie. Dalle forme particolari e molto spesso leggere e aggraziate. Premetto che non sono un esperto in materia, ma vorrei parlarvi per quanto possibile, di una mia interessante esperienza personale, che mi ha fatto apprezzare moltissimo questa produzione di orologi.

Il contesto storico

Credo che sia necessario contestualizzare la realtà dell’Europa e dell’Unione Sovietica principalmente nel dopoguerra. Una sveglia meccanica o un orologio da parete non erano uno sfizio come ai giorni nostri, ma una reale necessità della famiglia. Un affidabile orologio meccanico a muro o sul comodino era, insieme all’orologio del campanile o della piazza del comune, quella cosa che scandiva le giornate e sincronizzava la vita degli abitanti della comunità. Gli orologi da polso in qualche caso erano difficili e costosi da reperire, soprattutto nelle regioni più remote e meno industrializzate. Nell’economia pianificata anche questa esigenza era compresa e industrializzata.

La mia esperienza personale

Questo scritto nasce da un incontro casuale avvenuto nel mondo dei social. Rispetto alla data in cui scrivo ho da poco ripreso in mano con un piano un po’ più definito la gestione della mia pagina Facebook e Instagram. Durante l’esplorazione del feed giornaliero di Instagram mi sono imbattuto in alcune immagini di un bellissimo orologio da tavolo in riparazione. La cosa mi ha immediatamente colpito.

In un flusso continuo di immagini di orologi russi da polso, vedere questi grossi meccanismi così diversi da quelli a cui sono abituato, mi ha immediatamente colpito. Piacevolmente colpito.

L’account su Instagram di cui vi sto parlando è: old_clock_ussr (link diretto al profilo). Consiglio a tutti quelli che stanno leggendo di andarci a curiosare.

Incuriosito mi sono messo in contatto con la persona che sta dietro l’account e dopo qualche messaggio ho scoperto un vero appassionato capace di ridare vita a questi gioielli di un’epoca passata.

 

Chi è old_clock_ussr?

Il suo nome è Roman e mi sembra giusto, visto che stiamo parlando di lui e della sua passione, lasciargli lo spazio per presentarsi in autonomia:

 

Posso parlarvi un po’ di me e di come è iniziato il mio hobby.
Tutto iniziò nella mia prima infanzia, probabilmente da qualche parte nel subconscio mi sono ricordato di come mio padre era impegnato nella riparazione degli orologi. Ho vissuto e vivo tutt’ora nella città di Samara (Kuibyshev), in questa città si trovava una delle più grandi fabbriche di orologi, la ZIM, dove lavorava mio padre.
Dopo il crollo dell’Unione Sovietica, tutte le industrie hanno iniziato a saccheggiare e chiudere, è stato doloroso vedere come le persone, un tempo grandiose e il paese iniziarono a sprofondare nella povertà e nell’ingiustizia. Bene, ma non parliamone qui. Passarono gli anni e sono cresciuto, sono diventato un capo famiglia e io e mia moglie abbiamo avuto un figlio. Ora ha 3 anni. Durante questo periodo, ho studiato ingegneria civile e sono salito alla posizione di responsabile.
Proprio l’anno scorso, il 25 agosto, mentre passeggiavo per il mercato delle pulci con la mia famiglia, un sabato mattina presto ho visto un orologio in un banchetto di un signore anziano che giaceva in un mucchio di cianfrusaglie, era magnifico, le condizioni erano stupende, il design degli anni ’70 mi ha colpito immediatamente. Ho preso questo orologio da scrivania e sono rimasto piacevolmente sorpreso dal fatto che funzionasse non con una batteria, ma con l’aiuto della meccanica.
Dopo 2 mesi ho avuto purtroppo un attacco di cuore, ero in terapia intensiva e ho pensato a quanto ero fortunato a rimanere in vita e che sarei stato presto con la mia famiglia: mio figlio, mia moglie e i genitori. Durante il tempo trascorso in ospedale, mi è mancato davvero il molto mio hobby.
Prima della mia malattia, avevo solo tre orologi nella mia collezione. Ma in pochi mesi, più precisamente in tre, è cresciuto fino a 30 pezzi. Mi piace il mio hobby e in questo la mia famiglia mi supporta in tutto. Compro orologi che necessitano di riparazioni, abbandonati, rotti, li porto a casa mia e gli do una seconda vita. Spero tanto che mio figlio sarà interessato a questo quando crescerà, perché alcuni di questi orologi avranno 100 anni e più ? !!!

 

Sul suo profilo Instagram facilmente trovabile è possibile vedere molti dei suoi orologi e seguirlo nelle varie riparazioni. Nello smontaggio, pulizia, ri-assemblaggio dei vari orologi. Vi assicuro che sono uno spettacolo!

Gli orologi sovietici non da polso.

Le tipologie sono talmente tante che diventa veramente difficile trovare un titolo per rappresentarle tutte. Iniziamo col dire che possono essere riunite in diverse macro-categorie, che a loro volta potrebbero essere declinate in categorie più piccole:

  • Orologi da tavolo
  • Orologi da parete
  • Orologi a pendolo
  • Sveglie da comodino
  • Sveglie da viaggio
  • Orologi da strada
  • Orologi per municipi e campanili

Nella industria pianificata sovietica vi erano interi reparti di fabbrica destinati alla progettazione e alla realizzazione di questi orologi. Qui sotto un elenco NON esaustivo delle marche di orologi:

  • Slava
  • Jantar
  • Vesna
  • Druzhba
  • ОЧЗ (Oryol Watch Factory)
  • Rostov
  • Vostok

L’elenco credo si possa allungare non da poco e se consideriamo anche alcuni orologi da scrivania che utilizzano calibri di orologi da polso (quelli ad esempio utilizzati dai maestri a scuola) possiamo aggiungere anche marche come Raketa e Zim.

I calibri degli orologi

Qui devo ammettere la mia ignoranza in materia. Li guardo, posso intuirne le parti e il funzionamento, ma finisce lì. Chiaramente i calibri di questa tipologia di orologi sono molto diversi da quelli da polso, potendosi permettere dimensioni maggiori e di conseguenza anche una semplicità costruttiva maggiore. Le maggiori dimensioni e la staticità intrinseca dell’orologio permettono anche di avere una buona precisione. I movimenti hanno diversi rubini che ne garantiscono la marcia, spesso il numero è inferiore a quelli da polso.

Qui è possibile vedere alcuni esempi di calibri:

Un’altra delle caratteristiche che rendono, a mio parere, questi orologi bellissimi è la presenza spesso della suoneria delle ore e delle sveglie, spesso con 3 o 4 note musicali. Il calibro si complica quindi nella gestione della suoneria e del jingle musicale proposto.

SCORRETE FINO IN FONDO PER VEDERE ALCUNI ESEMPI

Sono presenti anche orologi a cucù con delle caratteristiche estetiche molto peculiari che li rendono facilmente distinguibili da quelli più comuni di produzione tedesca ad esempio

E io?

La mia personale collezione di orologi da tavolo e sveglie sovietica non è lontanamente paragonabile a quella di old_clock_ussr. Reperire questa tipologia di orologi in Italia è abbastanza complesso sia per via delle dimensioni che del peso. Le poche che ho però fanno bella mostra di sé in casa in quanto le ritengo pezzi decisamente interessanti. Non escludo in futuro di cercare di entrare in possesso di qualche orologio da tavolo.

 

LINKS E ALTRE RISORSE

Vesna table clock jingle alarm

Wall clock jingle

Woodpeaker Jantar Clock

Vostok Komandirskie Apollo Soyuz

Vostok Komandirskie Apollo Soyuz

Storia di un orologio pubblicitario russo di una marca di sigarette che si crede un orologio spaziale.

 

Uno degli orologi che ho cercato per più tempo è il Vostok Komandirskie Apollo Soyuz (Восток Командирские Союз Аполлон) che per un appassionato di orologi russi e sovietici a tema “spazio” è una pietra miliare da avere assolutamente in collezione. Purtroppo non è così facile da reperire, e, quando si presenta, ha spesso un costo che lo rende difficilmente abbordabile. In tanti anni di collezionismo mi è capitato di vederne qualcuno e, dopo tanto tempo, sono riuscito finalmente ad averlo in almeno due delle versioni prodotte. Quella con cassa cromata e quella con cassa rifinita al TiN (Nitruro di Titanio)

russian watch Vostok Komandirskie Apollo Soyuz
Vostok Komandirskie Apollo Soyuz

russian watch Vostok Komandirskie Apollo Soyuz
Vostok Komandirskie Apollo Soyuz

L’OROLOGIO

L’ASPETTO ESTERNO

L’orologio è un classico Vostok Komandirskie con cassa 43XXXX in ottone rifinita al TiN o cromata. La cassa è quindi simmetrica con la protezione della corona sul lato destro. La ghiera di questo Vostok Apollo Soyuz, rifinita come la cassa a seconda delle versioni è caratteristica e non comunissima, anche se siamo ben lontani dalla rarità. La ghiera riporta numeri arabi di colore nero per i minuti 10 – 20 – 30 mentre i minuti 40 e 50 sono di colore rosso come anche il dot non inserito a ore 12. Alcuni esemplari sono stati visti anche con una cassa di tipo 21XXXX.

Le anse sono di misura 18mm e la corona di dimensioni piccole ha il lato più esterno a cupola, tipico delle produzioni a partire della seconda metà degli anni ’90.

IL FONDELLO

Il fondello è una delle caratteristiche peculiari di quest’orologio russo e lo rende unico nel suo genere; è da considerarsi una delle caratteristiche che definiscono chiaramente l’orologio.

Come per tutti i Vostok Komandirskie il fondello è in acciaio ma riporta 5 righe con dei simboli e delle scritte peculiari e caratteristiche di questo modello.

back russian watch Apollo soyuz cigarettes advertising chromed

Backl russian watch Apollo soyuz cigarettes advertising TiN

Partendo dall’alto verso il basso:

  1. Una stella a cinque punte impressa
  2. La scritta in cirillico – эксклюзивный che significa: “in esclusiva”
  3. La scritta in cirillico – выуск che significa: “edizione”
  4. Un numero seriale composto da 6 cifre
  5. Una stella a cinque punte impressa

Chiaramente il fondello indica l’esclusività dell’orologio prodotto in una sorta di serie limitata anche se non si hanno notizie certe riguardo alla numerica prodotta, in quanto i seriali di questo Vostok Apollo Soyuz potrebbero non essere semplicemente il conteggio degli orologi prodotti. Sul fondello non è presente il numero relativo alla tiratura dei pezzi.

IL QUADRANTE

Il quadrante di colore nero senza elementi in rilievo è sicuramente la caratteristica principale relativa a quest’orologio russo e tutti quelli che ho visto in questi anni hanno sempre le medesime caratteristiche; si differenziano spesso solo per la tonalità delle parti stampate in rosso. Il cambio di colore, che tende all’arancione, potrebbe essere semplicemente dovuto ad una differenza della miscela dell’inchiostro di stampa oppure, più probabilmente, ad un invecchiamento del pigmento per via dell’esposizione alla luce.

Si possono distinguere le seguenti caratteristiche principali

  • Sono presenti gli indici dei minuti e delle ore
  • Gli indici dei minuti di forma lineare sono di colore bianco
  • Gli indici delle ore sono di colore bianco e di forma circolare tranne quelli ad ore 12, 6 e 9 che sono di colore rosso.
  • Gli indici vicini ad ore 3 sono mancanti per la presenza della finestra che indica la data
  • In corrispondenza degli indici circolari rossi delle ore sono presenti delle stelle a cinque punte bianche.
  • La scritta in cirillico Союз (Soyuz) di colore bianco
  • La scritta in cirillico Аполлон (Apollo) di colore rosso
  • L’immagine delle navicelle Soyuz e Apollo unite di colore azzurro contornato di bianco e ciascuna con una riga curva di colore bianco per la Soyuz e rossa per la Apollo. Da notare quindi come i colori rispetto alle scritte siano invertiti
  • La scritta in cirillico ОСОБЫЕ che significa: “SPECIALE”
russian watch Vostok Komandirskie Apollo Soyuz
Vostok Komandirskie Apollo Soyuz

LE LANCETTE

Le lancette delle ore e dei minuti di color acciaio con pasta luminescente di colore chiaro sono le classiche lancette dei Vostok Komandirskie. La lancetta dei secondi senza pallini o altre caratteristiche è di colore rosso

IL CALIBRO

L’orologio ha al suo interno il classico calibro Vostok 2414 meccanico a carica manuale con data. Non ha quindi caratteristiche peculiari o segni riconoscibili. Da quanto si può vedere nei modelli in mio possesso si tratta di un calibro Vostok standard per Komandirskie

vostok 2414 holographic airplane caliber
vostok 2414 holographic airplane caliber

LA STORIA E L’EQUIVOCO

La parte interessante, al di là dell’edizione speciale e alla rarità dell’orologio è proprio l’equivoco creato dal quadrante, ma andiamo per Ordine:

APOLLO-SOYUZ TEST PROJECT (ASTP) – программа «Союз — Аполлон» (ЭПАС)

L’incontro tra le navicelle spaziali Apollo e Soyuz, avvenuto nel 1975, rappresenta un importante evento nella storia dell’esplorazione spaziale e delle relazioni internazionali. Questo evento ha segnato la prima volta in cui astronauti americani e sovietici hanno collaborato in una missione congiunta nello spazio.

L’incontro tra le due navicelle è stato possibile grazie all’accordo tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica, firmato nel 1972, noto come “Accordo Apollo-Soyuz”. L’obiettivo della missione era quello di dimostrare la possibilità di un’operazione congiunta tra le due superpotenze, nonostante le tensioni politiche e ideologiche dell’epoca.

La missione è iniziata il 15 luglio 1975, quando la navicella spaziale americana Apollo, con a bordo i tre astronauti Thomas P. Stafford, Vance D. Brand e Donald K. Slayton, è stata lanciata dalla base di Cape Canaveral in Florida. Due giorni dopo, la navicella spaziale sovietica Soyuz, con a bordo i cosmonauti Alexei Leonov e Valery Kubasov, è stata lanciata dalla base di Baikonur in Kazakistan.

Dopo il lancio, le due navicelle hanno raggiunto un’orbita simile attorno alla Terra, avvicinandosi gradualmente l’una all’altra. L’incontro tra le navicelle è avvenuto il 17 luglio 1975, quando l’Apollo e la Soyuz si sono unite in un abbraccio spaziale, noto come “abbraccio dei gemelli”. Questo storico momento è stato trasmesso in diretta televisiva in tutto il mondo, suscitando grande emozione e ammirazione.

Durante l’incontro, gli astronauti americani e i cosmonauti sovietici hanno lavorato insieme per effettuare una serie di esperimenti scientifici, dimostrando la possibilità di collaborazione internazionale nello spazio. Tra i principali esperimenti c’è stata la verifica della compatibilità tra i sistemi di comunicazione e di controllo delle due navicelle, nonché la prova dell’utilizzo di un sistema di aggancio comune.

Inoltre, gli astronauti e i cosmonauti hanno scambiato regali e messaggi di amicizia e cooperazione tra i loro paesi, dimostrando che la collaborazione internazionale nello spazio può contribuire a superare le divisioni politiche e ideologiche.

Dopo l’incontro, le due navicelle si sono separate e hanno continuato la loro missione indipendentemente. L’Apollo ha completato una serie di esperimenti scientifici, mentre la Soyuz ha continuato a monitorare la Terra e a raccogliere dati scientifici.

L’incontro tra le navicelle Apollo e Soyuz ha rappresentato un importante passo avanti nella storia dell’esplorazione spaziale e delle relazioni internazionali. Questo evento ha dimostrato che la collaborazione internazionale nello spazio è possibile, nonostante le tensioni politiche e ideologiche, e ha aperto la strada a futuri progetti congiunti tra i paesi.

Le informazioni presenti in internet sono tantissime e qui riporto per comodità solo alcuni delle centinaia di link presenti:

 

LE SIGARETTE SOYUZ-APOLLO

La cosa che rende in assoluto più caratteristica questo orologio russo è che in realtà è stato prodotto come orologio pubblicitario della marca di sigarette APOLLO-SOYUZ.

Sì, avete letto bene.

Prodotte dalla “Java Tobacco Factory” di Mosca per il mercato dell’unione sovietica e dalla Philip Morris USA per il mercato statunitense erano una marca di sigarette sovietiche.

Il nome chiaramente cambiava, come anche i caratteri a seconda del paese di commercializzazione.

  • APOLLO SOYUZ per il mercato statunitense
  • СОЮЗ АПОЛЛОH per il mercato sovietico

Qui sotto alcuni link riguardo a questa marca di sigarette:

Le sigarette Apollo-Soyuz sono comunque a tutti gli effetti un brand commemorativo dell’evento avvenuto nello spazio nel 1975. Si può notare anche la presenza sul pacchetto della scritta: COMMEMORATIVE BRAND

Un collezionista russo mi ha detto che si ricorda di aver ricevuto uno degli orologi a seguito di un concorso indetto alla fine degli anni ’90. Non ho però alcuna prova concreta  dell’esistenza di questo concorso purtroppo.

LA COLLEZIONE DI OROLOGI SOVIETICI E RUSSI SOVIETALY

 

L’orologio Apollo-Soyuz o Soyuz-Apollo, come lo vogliate chiamare, in base alla mia esperienza è stato prodotto in almeno due modelli.

Nel corso degli anni ho avuto la fortuna di riuscire ad averli entrambi. Pur non essendo in maniera diretta un orologio a tema spaziale, ricordiamo che è un orologio pubblicitario della marca di sigarette sovietica Apollo-Soyuz, lo ritengo uno degli orologi più belli che ho la fortuna di avere in collezione.

 

Andrea

LINK ESTERNI SULL’ARGOMENTO

 


Come sempre, qualsiasi ulteriore informazione è la benvenuta, e verrà riportata con le dovute note e riferimenti nel testo.

Le poche fotografie degli oggetti non di mia proprietà sono riportate come link diretto all’immagine.


Orologio russo Poljot Khrunichev Space Center P1656H

Orologio russo Poljot Khrunichev Space Center P1656H

L’OROLOGIO

Negli anni ’90 la Poljot, in pieno periodo di transizione dall’Unione Sovietica alla CSI ha prodotto su richiesta una serie di orologi molto semplici con quadrante commemorativo.

A QUESTA PAGINA E’ POSSIBILE TROVARE GLI ALTRI OROLOGI POLJOT DELLA COLLEZIONE

 

Poljot Russian Watch Space Center Khrunichev
Poljot Space Center Khrunichev

 

Si tratta di un orologio russo Poljot dalle dimensioni non eccessive sul cui quadrante è possibile vedere:

  • Una rappresentazione stilizzata dell’emisfero boreale con l’indicazione dei paralleli e dei meridiani.
  • Lo spazio interstellare con una rappresentazione stilizzata delle stelle.
  • La stazione orbitante MIR che all’epoca della produzione dell’orologio era ancora attiva.
  • La scritta in inglese “SPACE CENTER KHRUNISHEV”.
  • Indici metallici a rilievo.

Il tutto proposto in cassa tonda in acciaio con doppia finitura satinata e dorata con quadrante fondamentalmente bicolore: bianco e azzurro. Lancette dorate  con secondi centrali.

Il retro è invece molto semplice e senza particolari se non un semplice seriale:118218.

Sul fondello sono purtroppo presenti evidenti segni di una incauta apertura da parte di una persona poco esperta. Il tutto probabilmente provocato per la sostituzione della batteria.

IL CALIBRO

L’orologio è mosso da un semplice calibro al quarzo Poljot di dimensioni ridotte. Si tratta del P1656H che utilizza una semplice batteria a bottone AG1. Il calibro , come si può vedere facilmente, è fermato all’interno della cassa da un componente in plastica bianco. Non sono presenti rubini del calibro a differenza dei quarzi sovietici.

IL CHRUNICHEV SPACE CENTER

L’orologio russo di oggi commemora una delle società russe più importanti per quanto riguarda l’attività tecnologica spaziale.

Si tratta del Khrunichev Space Center, altrimenti scritto GKNPC Chruničev. Si tratta di una delle più importanti società federali di ricerca e produzione di vettori e moduli delle stazioni spaziali. Ancora oggi è uno dei principali fornitori della Roscosmos, l’agenzia spaziale russa (федеральное космическое агентство).

Per avere maggiori informazioni consiglio la lettura della pagina di wikipedia: GKNPC Chruničev

La vastità delle attività portate avanti dalla società è impressionante e se ne può avere un assaggio curiosando sulla versione inglese del loro sito internet a questo link: Khrunichev.ru

L’avventura di questa unità di produzione nasce nel 1916 fuori Mosca.

Nel tempo dalle automobili a marchio “Russo-Baltique” si passò alla produzione di aeroplani (Ilyushin Il-4 e Tu-2) per passare negli anni ’60 alla produzioni di missili e all’inizio dell’avventura spaziale.

La società ha prodotto nel corso del tempo moduli per la stazione spaziale MIR, SALYUT, e l’attuale ISS. Vettori come il PROTON a tutt’oggi utilizzato.

Qui alcune immagini delle produzioni effettuate dalla società Khrunichev.

E’ possibile cliccare sui nomi delle stazioni per avere maggiori informazioni

 

MIR:

MIR station


ALMAZ:

Almaz station


SALYUT:

Salyut station


ISS:

ISS station


PROTON:

proton launcher

 

LA COLLEZIONE DI OROLOGI RUSSI SOVIETALY(TM)

Questo orologio ben si inserisce all’interno della collezione di orologi a tema spaziale e dona un tocco di modernità essendo la società a tutt’oggi un cardine dell’attività spaziale russa.

L’orologio russo in questione è stato acquistato tramite un intermediario su di un sito di aste per una cifra intorno ai 20€.

Le condizioni dell’orologio come si può vedere sono molto buone nonostante alcuni segni d’uso specialmente sul fondello.

Questa tipologia di modello di orologio russo è stata usata diverse volte per commemorare eventi o società. Probabilmente l’utilizzo di on calibro al quarzo e le dimensioni ridotte dell’orologio hanno permesso di ridurre i costi di realizzazione. Cosa non trascurabile in un periodo difficile per molte società ex sovietiche.

La presenza della stazione russa MIR sul quadrante permette una datazione dell’orologio abbastanza semplice. La stazione è operativa dal febbraio 1986 ma l’utilizzo di un calibro al quarzo e la mancanza di indicazioni relative all’unione sovietica fanno pensare ad una produzione post 1992. La messa in orbita della ISS avvenuta nel 1998 e la distruzione programmata della MIR nel 2001 (VIDEO) fanno pensare ad una produzione quindi che sia tra il 1992 e il 1998.

Vostok Cosmopolis, il mistero svelato…

Vostok Cosmopolis, il mistero svelato…

UNA NUOVA TEORIA PER L’AMPHIBIA VOSTOK COSMOPOLIS

 

Vostok Cosmopolis, uno degli orologi che ho cercato per più tempo.

Ho spesso visto questo orologio associato al Cosmodromo di Baikonur. Leggendo i vari forum sia nazionali che internazionali mi ero fatto l’idea fosse un orologio a tema spaziale e quindi assolutamente di mio interesse.

Si tratta di un Amphibia con cassa tonda con un particolare quadrante che mostra un grosso occhio, o così sempra, colorato di blu e di rosso su di un rettangolo con delle righe di diversi spessori verde.

In alto sulla destra del rettangolo è riportata la scritta in cirillico: КОСМОПОЛИС e in basso sulla sinistra la scritta in caratteri latini COSMOPOLIS. Da qui il nome Vostok Cosmopolis.

 

Si tratta di un Vostok di periodo sovietico con le classiche lancette degli Amphibia, quella delle ore a forma di freccia, metre quella dei minuti lineare e la lancetta dei secondi rossa con pallino fluorescente. La ghiera girevole bidirezionale esterna con il classico dot luminescente.

russian watch Vostok Amphibia Cosmopolis
Vostok Amphibia Cosmopolis

 

LE ATTUALI TEORIE

1) IL COSMODROMO DI BAIKONUR

Quella più semplice fa riferimento al Cosmodromo di Baikonur in Kazakistan. La scritta in cirillico e in latino fa spaziare la fantasia ponendo l’occhio come uno sguardo al futuro e via dicendo, però rimane la teoria più debole in assoluto in quanto credo che sarebbero stati più espliciti in periodo sovietico nei riferimenti all’avventura spaziale.

2) LE CITTA’ DELLO SPAZIO

Un’altra teoria la si può trovare sul forum WUS con un thread lanciato nel 2006 da Mark gordon e che è possibile trovare qui: https://forums.watchuseek.com/f10/you-say-cosmopolis-i-say-kosmopolis-31272.html
Nei vari scambi si parla di una città dello spazio e si fanno ipotesi fantasiose che anche in questo caso riportano in qualche modo al Cosmodromo di Baikonur.

3) IL COSMISMO

Un altra interessante spiegazione la si può trovare nel forum italiano OROLOGIKO nel thread dedicato agli orologi spaziali. Tra i vari partecipanti l’utente “Mchap” lancia la teoria del “Cosmismo” il 22 giugno 2010:

 

Il “cosmismo”, finalmente ho ricordato, ha avuto tar i suoi sostenitori molti grandi scienziati russi tra i quali Konstantin Ziolkovsky, riconosciuto come il padre dell’astronautica russa.
A partire dalle indicazioni su wikipedia si possono trovare molte informazioni.
Lo stesso “Yuri Gagarin, il primo uomo lanciato nello spazio, nel corso del suo primo volo intorno alla Terra trasmise un imbarazzante (per le autorità sovietiche del tempo) messaggio di saluto a Nikolai Kostantinovic Rerikh (1874 -1947), pittore ed occultista russo che aveva vissuto nella regione dell’ Himalaya (5). Rerikh era un teosofo e membro dell’ A.M.O.R.C. (un’organizzazione rosacruciana), studioso di Yoga e vicino al cosmismo.” (http://www.estropico.com/id209.htm)

Interessanti anche:
http://www.ariannaeditrice.it/articolo. … colo=27966
… no%201.htm
http://saj.matf.bg.ac.rs/159/pdf/105-109.pdf
Insomma è una traccia da non trascurare, qualcosa poteva essere presente nell’immaginario o, addirittura, nelle convizioni di chi ha disegnato quell’orologio.

Citazione forum Orologiko Mchap martedì 22 giugno 2010, 2:44

 

4) L’ ILOZOISMO

Sempre nello stesso thread di Orologiko l’utente “mat939” il 16 gennaio 2009 riporta la seguente ipotesi:

 

Avrei una nuova ipotesi per l’occhio cosmico.
Non ha a che fare con la conquista dello spazio se non indirettamente.
Intanto c’è da dire che qui:

http://www.estropico.com/id209.htm

Konstantin Ziolkovsky viene considerato il fondatore dell’ilozoismo, cosa che mi pare errata, basta leggere cosa ne dice wikipedia:

Il termine ilozoismo (composto dal greco hýlē, “materia”, e zōé “vita”) riguarda la dottrina che concepisce la materia come una forza dinamica vivente che ha in se stessa animazione, movimento e sensibilità senza alcun intervento di principi animatori esterni.
Il termine fu coniato dal filosofo inglese di impostazione platonica Ralph Cudworth (1617-1688)[1] che lo riferì al pensiero materialista di Stratone di Lampsaco e di Spinoza.
Il termine fu usato anche da Kant, a proposito del giudizio teleologico, che lo intese come la dottrina che «fonda i fini della natura sull’analogo di una facoltà che agisce con intenzione, la vita della materia»
Questa dottrina filosofica è presente nei filosofi presocratici, per i quali la sostanza primordiale è materiale e vivente, e negli stoici che teorizzano l’esistenza di un fuoco originario come principio animatore dell’universo.
All’ilozoismo possono riportarsi i filosofi della natura rinascimentali quali Bernardino Telesio, Giordano Bruno e Tommaso Campanella i quali condividono l’idea che vi sia un sostrato materiale, di per sè inerte, che riceve vita e movimento da due forze materiali: il caldo e il freddo.
Nel XIX secolo l’ilozoismo ricomparve in alcuni autori materialisti che ritenevano animati gli atomi e l’etere.

Detto questo mi sono letto il seguente pezzo da qui:

www.cavehill.uwi.edu/fhe/histphil/Philo … schade

Hylozoism

In understanding of the dialectical “One Love” we begin with an understanding of hylozoism. Hyle serves as the first principle out of which the objective Universe was formed. Hylozoism leads to pantheism, with its different forms, and finally to a philosophy called Dialectical Incarnation where “God is love and the totality of reality.”
Inorganic and organic, inanimate and animate, matter and spirit, immanent and transcendent, many of our western philosophies have succumbed to dualism since philosophy’s written origin. The philosophy of hylozoism, like that of the Aum and the Tao, breaks down major elements of this dualistic understanding when it states that all material things possess life. The inanimate/animate, inorganic/organic separation is over. Most simply explained, hylozoism states that there is no such thing as inorganic matter, and everything has life.
For too long humanity has believed that there is a separation between matter, as “void oflife,” and that which is “living.” This inorganic/ organic separation has been a major factor in the way modern humanity views existence.
Some ancient philosophies understand that there is only One Life in all of creation, and that the universe (and all that it contains) is the outward expression of that One Life. In our western framework we call this universal entity God. It is not God and creation but God as creation that is at the root of this thought. We can see why it is, therefore, that the inorganic/organic duality is illusionary. For if there is only One Life manifesting as, and through, the cosmos, then nothing can escape the livingness of that One Life, not even “inorganic” matter.

E poi quest’altro da qui:

http://www.crandallu.ca/courses/grphil/Xenophanes.htm

3.3. God as Spherical and the Cosmos

If God is supposed to be unlike human beings with respect to his (outward) form, then Xenophanes’s detractors no doubt would ask, What then is God’s form? In the surviving fragments nothing is said about the issue, but later writers say that Xenophanes teaches that the outward form of God is spherical. Simplicius reports that Xenophanes’ view about God was that “Being homogeneous throughout he is a sphere in form”. Later Diogenes Laertius writes that for Xenophanes, “The substance of God is spherical, in no way resembling man” (Lives IX. 19). Likewise, Hippolytus comments, “He [Xenophanes] says that the God is eternal and one and similar in all directions and spherical and sentient” (Refut. 1. 12) (see also MXG, 977b 1 [A 28]; Sextus, A 35; Theodoret, A 36). As spherical, God is finite, because a sphere needs boundaries or limits (i.e., finitude) in order to be a sphere.
Xenophanes’s assertion that God is spherical is puzzling, until one realizes that for him God is actually identical to the cosmos, which is a sphere; in other words, God and the cosmos are synonyms. Xenophanes’s conception of God, therefore, is pantheistic and his conception of the cosmos is monistic. Aristotle explains, “While Xenophanes, the first of these partisans of the One (for Parmenides is said to have been his pupil), gave no clear statement, nor does he seem to have grasped the nature of either of these causes, but with reference to the whole material universe he says the One is God” (Metaphysics, 986b 21-25). Aristotle does not say much about Xenophanes’ views because he considers him to be an inferior thinker, yet what he does says indicates that he knew Xenophanes to be a “partisan of the One,” as understanding the cosmos as one entity. Moreover, according to Aristotle, for Xenophanes the one cosmos is God; the all is divine. Similarly, Theodoret says about Xenophanes, “He said that the all was one, spherical and finite, not generated but eternal, and altogether unmoved” (A 36). Since the attributes of the all are the attributes of God, it follows that the all is another name for God. As God, the cosmos is sentient (as Hippolytus reports); in a sense, the cosmos is alive, aware of itself as the cosmos in all its diversity, and capable of volition. In other words, Xenophanes espouses another form of hylozoism, that matter is alive. The identification of the cosmos with God, by the way, explains why God is motionless: if God is the all, where could God go?

Allora la scritta “Cosmopolis”, città del cosmo, potrebbe essere collegata all’ilozoismo e non a Baikonur e l’occhio potrebbe essere veramente quello “cosmico”, cioè quello di Dio, dato che Cosmo e Dio sono la stessa cosa…

Citazione forum Orologiko “mat939” venerdì 16 gennaio 2009, 8:36

In rete non ho trovato molto a riguardo, almeno in inglese e in italiano.

Le informazioni riportate si possono quindi trovare a questi link:

OROLOGIKO: http://www.orologiko.it/forum/viewtopic.php?f=131&t=10772
WUS: https://forums.watchuseek.com/f10/you-say-cosmopolis-i-say-kosmopolis-31272.html

Queste erano le uniche informazioni che fino ad oggi mi permettevano di dare un senso al quadrante dell’orologio.

LA NUOVA TEORIA 

Questa mattina come al solito ho condiviso l’orologio da poco arrivato in un gruppo di collezionisti su VK chiedendo se qualcuno avesse qualche informazione riguardo al Vostok Cosmopolis in questione nonostante non avessi molte speranze a riguardo.

Mi ha invece risposto l’utente “Boshdan Boshomolov” dandomi una risposta interessante che ha scatenato una serie di ricerche che hanno portato ad una nuova teoria decisamente plausibile.

La risposta al mio Post in VK è stata la seguente:

 

Скорее всего на цифере логотип книжного издательства “Космополис” (примерно 1990-1991 годов). На закате СССР любили громкие названия. Вот пример изданной ими книги: “Коммерческие банки / Э. Рид, Р. Коттер, Э. Гилл, Р. Смит ; пер. с англ. А. А. Кандаурова и др.; под ред. В. М. Усоскина. – 2-е изд. – Москва : Космополис, 1991. – 480 с. : ил., табл. – Библиогр.: с. 469. – Указ. имен., предм.: с. 470-473. – Пер. изд.: Commercial banking / E. W. Reed. – ISBN 5-7008-0012-8”

citazione Boshdan Boshomolov VK 27/11/2019

Che tradotto con Google translator in italiano suona più o meno così:

Molto probabilmente, il logo della casa editrice di libri Cosmopolis (circa 1990-1991) è su un numero digitale.  Al tramonto, l’URSS adorava i grandi nomi.  Ecco un esempio di un libro che hanno pubblicato: “Commercial Banks / E. Reed, R. Cotter, E. Gill, R. Smith; tradotto dall’inglese di A. A. Kandaurov e altri; a cura di V. M. Usoskin. –  2a edizione – Mosca: Cosmopolis, 1991. – 480 p .: Ill., Tab. – Bibliografia: p. 469. – Nomi indicati, soggetto: pp. 470-473. – Per.  : Commercial banking / EW Reed. – ISBN 5-7008-0012-8 “

confronto scritte editore cosmopolis vostok amphibia sovietaly mister
Anche a questo sito è possibile vedere che la casa editrice del libro è la russa Cosmopolis: https://www.soyuz.ru/literature/1087004

L’occhio sul quadrante credo sia semplicemente il logo della casa editrice. Ben si sposa con il concetto di lettura per chi di lavoro vende libri.
I colori bianco, rosso e blu all’interno dell’occhio potremmo in maniera un po’ azzardata ricondurli alla bandiera degli USA ( un po’ debole come richiamo ma non si sa mai)

In quegli anni non credo che fosse necessario depositare o registrare un logo presso qualche istituto e i metodi di stampa di allora non è detto permettessero riproduzioni di loghi in maniera semplice. La ricerca continua, ma al momento non ho la conferma che la casa editrice avesse un proprio logo.

Non quindi un omaggio al cosmodromo di Baikonur o a qualche religione esoterica ma il Vostok Cosmopolis commemora più semplicemente una casa editrice dalla vita molto breve a Mosca, all’inizio degli anni ’90.

 

Chiaramente non è possibile avere la certezza di quanto affermato, servirebbe la testimonianza di qualcuno che abbia avuto a che fare con la casa editrice Cosmopolis all’epoca o chi ha realizzato la bozza per l’orologio Vostok Cosmopolis.
Rimane comunque per me uno degli orologi più misteriosi e affascinanti della produzione sovietica Vostok.

 

E’ iniziata quindi una ricerca approfondita su diversi motori di ricerca anche russi per venire a capo di questa affermazione e comprendere se rappresentasse una teoria valida.

Le informazioni riguardanti questo libro è possibile averle a QUESTO LINK

Questo libro mi ha permesso di trovare, dopo svariate ricerche, questo sito:

https://fantlab.ru/publisher1390

Al suo interno alcune interessanti informazioni riguardo alla casa editrice “Cosmopolis” di Mosca.
Sembra essere una società sovietico/americana:

 

Выписка с сайта Российской книжной палаты:

978-5-7008 — Космополис — Совместное советско-американское предприятие. — (М.: Космополис)

123308, Москва, Мневники, 7 — 1, Космополис тел. 946-45-51 факс 411253 MOTUR SU

fantlab.ru

Estratto dal sito web della Camera del libro russo: 978-5-7008 – Cosmopolis – Impresa congiunta sovietico-americana. – (M .: Cosmopolis) 123308, Mosca, Mnevniki, 7 – 1, Cosmopolis tel. 946-45-51 fax 411253 MOTUR SU

Ulteriori informazioni riguardo alla casa editrice Cosmopolis si possono trovare a questo link: https://okpo.ru/egrul_492392255b.html

Sul sito https://fantlab.ru, verificando cosa sia presente per editore, si possono vedere quattro libri.

Non posso che constatare inoltre che si tratta di quattro libri di fantascienza. Il nome Cosmopolis é quindi in un certo qual senso azzeccato.

 

 

L’ultimo “В то время я гостила на земле” del 1991 è in assoluto quello che mi ha convinto di più relativamente alla teoria di un orologio commemorativo della casa editrice Cosmopolis.

Il dettaglio riguarda una delle pagine visibili dal sito e che riporta le scritte in cirillico e latino relative alla scritta Cosmopolis molto, ma molto simili a quelle riportate sul quadrante dell’orologio

 

Анна Ахматова В то время я гостила на земле
Анна Ахматова В то время я гостила на земле
Casa editrice Cosmopolis Mosca 1991
Cosmopolis 1991

 

 


Un facile confronto permette di vedere come le scritte si assomiglino e la presenza di entrambi i caratteri, dovuti probabilmente alla doppia anima dell’editore, che ricordiamo essere una società americano/sovietica, unito alla presenza della data: 1991 compatibile con il periodo dell’orologio su cui è presente la scritta in cirillico “Made in USSR”, mi fa pensare che il Vostok Cosmopolis sia in realtà un orologio commemorativo della Casa Editrice Cosmopolis di Mosca.

 

confronto scritte editore cosmopolis vostok amphibia sovietaly mister
Anche a questo sito è possibile vedere che la casa editrice del libro è la russa Cosmopolis: https://www.soyuz.ru/literature/1087004

L’occhio sul quadrante credo sia semplicemente il logo della casa editrice. Ben si sposa con il concetto di lettura per chi di lavoro vende libri.
I colori bianco, rosso e blu all’interno dell’occhio potremmo in maniera un po’ azzardata ricondurli alla bandiera degli USA ( un po’ debole come richiamo ma non si sa mai)

In quegli anni non credo che fosse necessario depositare o registrare un logo presso qualche istituto e i metodi di stampa di allora non è detto permettessero riproduzioni di loghi in maniera semplice. La ricerca continua, ma al momento non ho la conferma che la casa editrice avesse un proprio logo.


Non quindi un omaggio al cosmodromo di Baikonur o a qualche religione esoterica ma il Vostok Cosmopolis commemora più semplicemente una casa editrice dalla vita molto breve a Mosca, all’inizio degli anni ’90.

 

Chiaramente non è possibile avere la certezza di quanto affermato, servirebbe la testimonianza di qualcuno che abbia avuto a che fare con la casa editrice Cosmopolis all’epoca o chi ha realizzato la bozza per l’orologio Vostok Cosmopolis.
Rimane comunque per me uno degli orologi più misteriosi e affascinanti della produzione sovietica Vostok.

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

Vostok Komandirskie 45 anni unità militare 3375 di protezione MPSR, VGO e SG

Vostok Komandirskie 45 anni unità militare 3375 di protezione MPSR, VGO e SG

L’orologio ha attirato la mia attenzione per tre motivi principali:

1) Il quadrante azzurro olografico non comunissimo nei Vostok

2) La forma della cassa, anche questa non comune a differenza della ghiera fastidiosamente comune

3) Le scritte incirillico di primo acchito difficilmente comprensibili

Il quadrante olografico, tipico dei primi anni ’90 non è comunissimo nei Vostok. Un po’ più diffuso su alcuni quadranti di orologi russi Raketa rappresenta un elemento curioso. Chiaramente di dubbio gusto, ma pur sempre caratteristico.

La fonte di informazioni principali è stata questo sito russo: https://topwar.ru/73794-27-aprelya-den-specchastey-vv-mvd-rf-po-ohrane-mpsr-vgo-i-sg.html

Come si può leggere nell’aprile del 1946 fu creata “una struttura speciale come parte del Dipartimento per la protezione delle importanti imprese industriali, che fu chiamato a proteggere quegli istituti di ricerca e quei laboratori dell’Accademia delle Scienze che erano impegnati in sviluppi nel settore dell’energia nucleare“.

https://topwar.ru/uploads/posts/2015-04/1429810315_281.jpg

Nel tentativo di tradurre quanto scritto sul quadrante mi sono imbattuto intre sigle in cirillico che mi hanno posto qualche difficoltà di interpretaione.

Nella parte superiore si può vedere la scritta: ПО ОХРАНЕ МПСР ВГО И СГ che tradotto significa sostanzialmente : RIGUARDO ALLA PROTEZIONE DI MPSR VGO E SG

MPSR (МПСР) – sigla che indica i “luoghi speciali di lavoro”

VGO (ВГО) – sigla che indica le “Importanti strutture statali”

SG (СГ) – sigla che indica le “merci speciali”

Aggiungiamo la presenza di un missile e di un simbolo stilizzato di un atomo complesso ad indicare l’energia atomica creano uno scenario interessante.

Il simbolo dell’orso polare, animale presente solo nell’emisfero boreale indica la presenza dell’attività in terra siberiana. Il simbolo dell’orso polare viene spesso usato sui quadranti degli orologi russi. Vedi ad esempio QUI

Nel momento in cui scrivo sto cercando di capire anche se il simbolo dell’orso polare abbia anche altri significati oltre ad indicare l’emisfero boreale.

Nella parte inferiore è presente la scritta: ВОИСКВАЯ ЧАСТЬ 3375 che significa: UNITA’ MILITARE 3375

L’orologio commemora i 45 anni di attività dell’unità militare 3375 quindi è del 1991.

Se si cerca su VK si possono trovare diversi riferimenti a questa unità militare. Ad esempio si trova facilmente una Community con 180 membri ancora attiva nel momento in cui scrivo.

Bisogna a mio parere pensare ad un momento storico particolare, appena dopo la guerra si è iniziato ad effettuare ricercehe segrete per lo sviluppo dell’energia e degli armamenti atomici. E’ quindi naturale che siano state create delle unità speciali a protezione delle installazioni e delle merci. Persone addestrate e ingaggiate per riuscire a mantenere il controllo in un momento in cui lo spionaggio per la supremazia tecnologica era argomento quotidiano.

Militari delle unità speciali sopra menzionate furono anche tra i primi militari, insieme ai vigili del fuoco, ad intervenire durante il disastro nucleare di Chernobyl.

0 Item | 0,00 
View Cart
Verified by MonsterInsights