Gli aerei hanno bisogno di motori per poter volare.
Sembra banale, ma è meno scontato di quanto si possa credere. A meno di essere una mongolfiera, un aliante o un deltaplano per volare c’è bisogno di un motore, a volte più motori. A volte piccolo, a volte grosso, a volte a reazione o a elica, ma se si tratta di jet militari, deve essere un motore decisamente potente.
Chi costruisce i motori, ad esempio per il MiG-21, il MiG-25 o il Tu-104?
La risposta è semplice, anche se il nome è complicato… Si tratta del Авиамоторный научно-технический комплекс «Союз» abbreviato АМНТК “Союз” che tradotto in inglese è Aero-engine Scientific and Technical Complex «Soyuz». Storico istituto prima sovietico e poi russo che si dedica alla manutenzione e alla realizzazione di motori per elicotteri, missili e aeromobili.
Il quadrante dell’orologio АМНТК “Союз”
Il quadrante di questo orologio è semplice e facilmente interpretabile. Siamo nel 1993 e il Mikoyan-Gurevich MiG-25 è un aereoplano incredibilmente veloce e potente, controparte dell’F1 Strike Eagle americano. Quando parliamo di velocità stiamo parlando di Mach 2,83. Nel momento in cui scrivo dovrebbe essere ancora il caccia intercettore operativo più veloce al mondo. dotato di due turbogettoTumanskijR-15B-300 con postbruciatore.
QUI potete trovare informazioni riguardo ai motori della АМНТК Союз compreso appunto il TumanskijR-15B-300 che equipaggia il MiG-25.
E’ quindi naturale che l’istituto che ha costruito motori di tale fama e tanta potenza ne sia giustamente orgogliosa e lo metta sull’orologio che commemora i 50 anni della fondazione.
Slava АМНТК Союз
Il АМНТК Союз fu creato con la Risoluzione del Comitato di Difesa dello Stato n. 2916 del 18 febbraio 1943 sulla riva del fiume Moscova a Luzniki, in una fabbrica che era stata evacuata a Kuibyshev, l’odierna Samara, durante la grande guerra patriottica.
La fabbrica di motori oggi
Oggi la АМНТК Союз è una società per azioni quotata in borsa e le sue attività si concentrano in due direzioni principali. La lavorazione dei turbogetti per aeromobili e la lavorazione di azionamenti a turbina a gas per elettrogeneratori e pompe di gas. L’istituto è quindi attivo da ben 78 anni.
QUI è possibile arrivare direttamente al sito internet dell’istituto dove è possibile avere alcune informazioni riguardanti i motori progettati e la storia dell’istituto.
L’orologio Slava
Si tratta di un semplice orologio Slava con quadrante personalizzato mosso da un calibro Slava 2414 standard meccanico a carica manuale con data. La cassa è una 3991XXX cromata, la stessa dei modelli Perestroika destinati al mercato italiano. La lancetta dei secondi é caratterizzata da un grosso pallino rosso verso l’estremità, tipico di alcuni orologi Slava.
Slava АМНТК Союз 2414 caliber
Nulla di particolare sul fondello se non la presenza del seriale n° 419 (non c’entra nulla, ma Cosmos 419 è un satellite artificiale russo). Il fondello é in acciaio inossidabile.
Slava АМНТК Союз caseback
Personali conclusioni sui motori.
Anche questa volta un semplice orologio Slava mi ha permesso di approfondire un aspetto spesso trascurato. Quando un profano come me guarda un jet militare (e pensare che ho fatto il militare in un aeroporto operativo nel 1994) difficilmente pensa ai motori e alle loro caratteristiche. Ci si sofferma sulla carlinga, sulle forme, ma i motori, che sono nascosti nell’aereo rimangono per i più un mistero. Felice di aver avuto l’occasione di potermi interessare, seppur in maniera superficiale, all’argomento. Probabilmente guarderò con occhio diverso gli aerei in futuro.
50 anni di medicina dedicata alle attività spaziali e aeronautiche
Un classico Vostok Komandirskie con cassa rifinita al TiN che mi ha da subito incuriosito, in primis per la particolarità del suo quadrante e poi anche perchè, pur non amando particolarmente gli orologi rifiniti color oro, questo risulta decisamente gradevole. Probabilmente il quadrante bianco riesce a bilanciare bene il tutto.
Vostok Komandirskie Central Research Aviation Hospital
Un orologio molto ben fatto
L’orologio sembra costruito con molta cura e senza particolari risparmi. La classica cassa 347XXX con ghiera a pallini rossi e neri, il quadrante stampato con cura e soprattutto gli indici a rilievo ne fanno un orologio interessante e realizzato con molta attenzione. Il 50 color rosso che spicca al centro del quadrante sono la base di partenza per comprendere cosa commemori questo orologio russo.
Vi anticipo che la questione si farà interessante durante le difficili ricerche e che anche Yuri Gagarin verrà citato di seguito in quanto collegato all’istituto che, probabilmente, negli anni ’90 ha commissionato l’orologio alla Vostok.
La ricerca sugli elementi del quadrante
Gli elementi chiave per la ricerca sono:
la sigla in cirillico ЦВНИАГ
la presenza di una sagoma di un aeroplano militare
il numero 50 in rosso con la scritta лет (anni in russo)
le ali azzurre a lato del numero 50
Da subito la ricerca non è facilissima, dato che spesso gli acronimi in cirillico significano moltissime cose, ma dopo un po’ di smanettamenti su yandex.ru qualche informazione salta fuori. Queste le principali fonti di informazione per chi volesse approfondire la ricerca:
La sigla ЦВНИАГ presente sul dial e la coppa di Igea fanno subito pensare ad una qualche istituzione sanitaria. Le ricerche mi portano al Central Military Clinical Aviation Hospital N° 7 di Mosca, fondato il 7 maggio 1942 dal Ministero della Difesa Russo. Nel corso della sua storia ha subito diverse riorganizzazioni e ha cambiato leggermente nome nel corso del tempo. Nel luglio 1942 fu rinominato Central Aviation Hospital Of the USSR, e nel gennaio 1946 Central Research Aviation Hospital. Nel 1982 la parola militare viene aggiunta al nome, e nell’agosto 1999 l’ospedale cambia il suo status da “ricerca scientifica” a “clinica” diventando un ospedale a tutti gli effetti. A ben guardare le valutazioni sui vari siti non sono proprio eccellenti…
Un orologio a tema spaziale?
Una delle cose più curiosi trovate a riguardo è che dall’ottobre 1959, il 7° ospedale militare centrale della clinica dell’aviazione russa (inizio a capire perchè abbreviano tutto) è impegnato nella selezione e nel supporto medico dell’addestramento della prima squadra di cosmonauti, che includeva Yuri Gagarin. Qui una foto dell’epoca del team medico dell’ospedale con Y. Gagarin nel centro:
Le principali informazioni riguardanti l’attività dell’istituzione per il supporto dei primi astronauti è consultabile QUI.
Come stabilire la data di realizzazione?
Difficile comprendere se la data di commemorazione dei 50 anni sia considerata il 1942 o il 1946. Dalla mia personale esperienza sarei propenso a considerare il 1992 come data e quindi il 1992 come data di realizzazione dell’orologio. La mancanza di qualsiasi riferimento a CCCP o Russia supporta inoltre la mia ipotesi. Questa immagine del 2017 trovata in Google di una delle entrate dell’ospedale non può che confermare la mia ipotesi del 1992 come data di realizzazione dell’orologio. Commissionato e relaizzato probabilmente in periodo sovietico e distribuito o più probabilmente regalato in periodo post sovietico.
La ricorrenza dei 50 anni
Cinquant’anni sono sicuramente un momento importante sia per le persone che per le istituzioni. Per i matrimoni sono le nozze d’oro mentre per le istituzioni quel gradino che tranquillizza sulla solidità dell’azienda o dell’istituzione. Molto è stato fatto, nonostante la caduta dell’URSS del 1991, per commemorare quel momento e una semplice ricerca in internet mostra molti oggetti realizzati a riguardo. Qui sotto ad esempio una delle milioni, forse miliardi di spille commemorative realizzate dall’unione sovietica e successivamente dall’URSS.
Come è possibile vedere i riferimenti sono gli stessi e perfino la sigla tanto difficile da trovare in forma esatta è la stessa. Nella spilla è possibile vedere anche il n°7 che accompagna la sigla a conferma che si tratti del 7-й военный авиационный госпиталь.
L’orologio Vostok Komandirskie
Siamo di fronte ad un classico Vostok Komandirskie rifinito come già detto al Nitruro di titanio (TiN).
Il fondello in acciaio riporta il tema del sole nascente e non presenta numeri seriali.
vostok komandirskie 50 anni military aviation research hospital back
Il calibro è il ben noto e collaudato Vostok 2414A con indicazione della data senza cambio rapido (motivo per cui non metto mai a posto la data negli orologi russi). Per fortuna è funzionante.
vostok komandirskie 50 anni military aviation research hospital 2414H caliber
Conclusioni
A volte l’inaspettato è proprio dietro l’angolo e gli intrecci delle attività militari in Russia e Unione Sovietica con l’avventura spaziale è sempre interessantissima. Sono propenso ad affermare che l’orologio è originale e senza alcuna modifica, in quanto tutto sembra avere senso a partire dalla lancetta dei secondi rossa con la scritta 50 agli indici dorati a rilievo che ben si sposano con le lancette dorate e la cassa in TiN.
Zaporizhzhia, questa sarà la risposta al quesito che ha appassionato più di una persona per parecchio tempo. Il giorno 31 dicembre 2020 sul Gruppo Facebook: “Orologi Russi che passione” l’utente Gianfranco ha postato il seguente orologio chiedendo informazioni:
Il quadrante non riporta informazioni esplicite riguardo a cosa sia riferita la grafica del quadrante ma solo le date 1984 – 1994. Ad un primo sguardo si nota immediatamente una sagoma nera al centro del quadrante con una specie di cupola trasparente, in seconda battuta delle linee gialle e nere verticali.
Svariate sono state le risposte dei membri del gruppo e di altri collezionisti interpellati. Ne riassumo alcune per curiosità:
Osservatorio astronomico
Uno strumento di precisione
Un obiettivo fotografico
Telaio per i tessuti
Microcircuito
Nessuno di queste ipotesi si è però rivelata esatta.
La soluzione si è presentata per caso mentre stavo scrivendo in questo stesso Blog la descrizione di un orologio commemorativo dei 10 anni di attività della centrale nucleare di Zaporizhzhia (LINK all’articolo)
Raketa 10 years Zaporizhzhia
La scoperta dell’anello mancante e l’arrivo alla centrale di Zaporizhzhia
Le ricerche mi hanno portato a questa pagina del noto forum WUS dove l’utente “phd” chiede informazioni, nel lontano 2008 su di un orologio Raketa:
Orologio commemorativo 10 anni della NPP Zaporizhzhia
Grazie a questo anello mancante il quadrante misterioso ha ora una soluzione. si tratta di uno dei Raketa commemorativi dei 10 anni di attività dell’impianto nucleare di Zaporizhzhia.
La soluzione: la centrale nucleare di Zaporizhzhia
La sagoma nera rappresentano gli edifici contenenti i reattori nucleari. Nella foto sottostante è possibile vedere come abbiano una cupola sulla sommità e a lato un edificio più basso, probabilmente sede delle turbine a vapore. Anche l’edificio che contiene il reattore ha una forma particolare che ricalca la sagoma presente sul quadrante dell’orologio:
I raggi gialli e neri verticali che sembrano attraversare la sagoma nera probabilmente rappresentano l’energia nucleare o l’energia in senso generale.
Tra gli orologi russi e sovietici che preferisco ci sono i Raketa con quadrante in pietra. Ne posseggo diversi e ognuno è unico proprio per la particolare trama della pietra. Le due pietre più usate sono il Diaspro (Jasper in inglese) e la Nefrite (Nephrite in inglese).
In prima battuta ci si potrebbe chiedere come mai vengano prodotti dalla Raketa orologi con il quadrante in pietra. La motivazione è decisamente semplice e nasce dalle origine della fabbrica di orologi di Petrodvorets. La fabbrica in origine era denominata Officina imperiale per la lavorazione di pietre preziose e venne realizzata per volontà dello zar Pietro il Grande alla fine del 1721.
E’ quindi normale che la capacità di lavorazione delle pietre preziose e semi-preziose venga applicata anche agli orologi. Nella pagina del sito dedicata al marchio Raketa è possibile trovare diversi esempi sia in Nefrite che in Diaspro (LINK DIRETTO).
Raketa 10 years Zaporizhzhia
Il quadrante del Raketa ЗАЭС stone dial
Di questo orologio ne esistono almeno due versioni conosciute. Una generica e un’altra commemorativa per i 10 anni della centrale nucleare di Zaporizhzhia. L’orologio in mio possesso è la versione commemorativa dei 10 anni in quanto è presente un 10 romani (X) sul quadrante in bianco. Nella versione standard tale X non è presente. Dalle informazioni che si possono ricavare dalla pagina ABOUT US dal sito ufficiale della centrale nucleare (Home page | ZNPP) la partenza del primo reattore è avvenuta nel 1984 di conseguenza l’orologio Raketa ЗАЭС commemorativo dei 10 anni è del 1994 in periodo post-sovietico.
Esistono almeno altri due quadranti commemorativi dei 10 anni della centrale atomica realizzati dalla Raketa con quadranti metallici che riportano chiaramente queste date a conferma.
Sul quadrante in pietra sono presenti due sovrastampe ( la tipica tecnica usata per i quadranti in pietra). La prima, dorata, con l’indicazione dei minuti nella parte esterna del quadrante, il simbolo dell’atomo e la scritta ЗАЭС sopvrapposta a delle righe orizzontali. La seconda di colore bianco che riporta gli indici delle ore in numeri arabi tranne ad ore 6 e 12 in cui viene riportato una sorta di ingranaggio/sole . In bianco anche il 10 in numeri romani (X) ad indicare i 10 anni di attività della centrale nucleare.
Questo il nome della Zaporizhzhia Nuclear Power Plant ossia della centrale nucleare di Zaporizhzia nella attuale Ucraina. La centrale è di origine sovietica e la sua costruzione è stata decisa nel 1977. Attualmente (2021) è ancora in funzione ed è previsto il suo spegnimento in varie fasi tra il 2030 e il 2041.
La centrale nucleare di Zaporizhzhia è la più grande centrale d’Europa e una della 10 più grandi al mondo.
Questi i tre link principali che forniscono le informazioni sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia:
Inconfondibile la sagoma della cassa Raketa Zero odrata usata per impreziosire questo orologio. Le forme semplici della cassa ben si sposano con la complessità del quadrante. Le lancette sono di conseguenza dorate e sottili.
il retro dell’orologio è semplice con il fondello in acciaio inossidabile e il seriale n° 885 inciso sul fondello.
Zaporizhzhia Nuclear Power Plant
Il calibro è un Raketa R2609 19 rubini con scritte in inglese pensato per l’esportazione.
raketa stone dial zaporizhzhia nuclear power plant ЗАЭС R2609 claiber
Uno degli stone dial più belli presenti nella mia collezione e un orologio abbastanza difficile da trovare, soprattutto in versione commemorativa del 1994. Probabilmente un omaggio agli azionisti o al personale della centrale nucleare
Vostok Cosmopolis, uno degli orologi che ho cercato per più tempo.
Ho spesso visto questo orologio associato al Cosmodromo di Baikonur. Leggendo i vari forum sia nazionali che internazionali mi ero fatto l’idea fosse un orologio a tema spaziale e quindi assolutamente di mio interesse.
Si tratta di un Amphibia con cassa tonda con un particolare quadrante che mostra un grosso occhio, o così sempra, colorato di blu e di rosso su di un rettangolo con delle righe di diversi spessori verde.
In alto sulla destra del rettangolo è riportata la scritta in cirillico: КОСМОПОЛИС e in basso sulla sinistra la scritta in caratteri latini COSMOPOLIS. Da qui il nome Vostok Cosmopolis.
Si tratta di un Vostok di periodo sovietico con le classiche lancette degli Amphibia, quella delle ore a forma di freccia, metre quella dei minuti lineare e la lancetta dei secondi rossa con pallino fluorescente. La ghiera girevole bidirezionale esterna con il classico dot luminescente.
Vostok Amphibia Cosmopolis
LE ATTUALI TEORIE
1) IL COSMODROMO DI BAIKONUR
Quella più semplice fa riferimento al Cosmodromo di Baikonur in Kazakistan. La scritta in cirillico e in latino fa spaziare la fantasia ponendo l’occhio come uno sguardo al futuro e via dicendo, però rimane la teoria più debole in assoluto in quanto credo che sarebbero stati più espliciti in periodo sovietico nei riferimenti all’avventura spaziale.
2) LE CITTA’ DELLO SPAZIO
Un’altra teoria la si può trovare sul forum WUS con un thread lanciato nel 2006 da Mark gordon e che è possibile trovare qui: https://forums.watchuseek.com/f10/you-say-cosmopolis-i-say-kosmopolis-31272.html Nei vari scambi si parla di una città dello spazio e si fanno ipotesi fantasiose che anche in questo caso riportano in qualche modo al Cosmodromo di Baikonur.
3) IL COSMISMO
Un altra interessante spiegazione la si può trovare nel forum italiano OROLOGIKO nel thread dedicato agli orologi spaziali. Tra i vari partecipanti l’utente “Mchap” lancia la teoria del “Cosmismo” il 22 giugno 2010:
Il “cosmismo”, finalmente ho ricordato, ha avuto tar i suoi sostenitori molti grandi scienziati russi tra i quali Konstantin Ziolkovsky, riconosciuto come il padre dell’astronautica russa. A partire dalle indicazioni su wikipedia si possono trovare molte informazioni. Lo stesso “Yuri Gagarin, il primo uomo lanciato nello spazio, nel corso del suo primo volo intorno alla Terra trasmise un imbarazzante (per le autorità sovietiche del tempo) messaggio di saluto a Nikolai Kostantinovic Rerikh (1874 -1947), pittore ed occultista russo che aveva vissuto nella regione dell’ Himalaya (5). Rerikh era un teosofo e membro dell’ A.M.O.R.C. (un’organizzazione rosacruciana), studioso di Yoga e vicino al cosmismo.” (http://www.estropico.com/id209.htm)
Konstantin Ziolkovsky viene considerato il fondatore dell’ilozoismo, cosa che mi pare errata, basta leggere cosa ne dice wikipedia:
Il termine ilozoismo (composto dal greco hýlē, “materia”, e zōé “vita”) riguarda la dottrina che concepisce la materia come una forza dinamica vivente che ha in se stessa animazione, movimento e sensibilità senza alcun intervento di principi animatori esterni. Il termine fu coniato dal filosofo inglese di impostazione platonica Ralph Cudworth (1617-1688)[1] che lo riferì al pensiero materialista di Stratone di Lampsaco e di Spinoza. Il termine fu usato anche da Kant, a proposito del giudizio teleologico, che lo intese come la dottrina che «fonda i fini della natura sull’analogo di una facoltà che agisce con intenzione, la vita della materia» Questa dottrina filosofica è presente nei filosofi presocratici, per i quali la sostanza primordiale è materiale e vivente, e negli stoici che teorizzano l’esistenza di un fuoco originario come principio animatore dell’universo. All’ilozoismo possono riportarsi i filosofi della natura rinascimentali quali Bernardino Telesio, Giordano Bruno e Tommaso Campanella i quali condividono l’idea che vi sia un sostrato materiale, di per sè inerte, che riceve vita e movimento da due forze materiali: il caldo e il freddo. Nel XIX secolo l’ilozoismo ricomparve in alcuni autori materialisti che ritenevano animati gli atomi e l’etere.
Detto questo mi sono letto il seguente pezzo da qui:
In understanding of the dialectical “One Love” we begin with an understanding of hylozoism. Hyle serves as the first principle out of which the objective Universe was formed. Hylozoism leads to pantheism, with its different forms, and finally to a philosophy called Dialectical Incarnation where “God is love and the totality of reality.” Inorganic and organic, inanimate and animate, matter and spirit, immanent and transcendent, many of our western philosophies have succumbed to dualism since philosophy’s written origin. The philosophy of hylozoism, like that of the Aum and the Tao, breaks down major elements of this dualistic understanding when it states that all material things possess life. The inanimate/animate, inorganic/organic separation is over. Most simply explained, hylozoism states that there is no such thing as inorganic matter, and everything has life. For too long humanity has believed that there is a separation between matter, as “void oflife,” and that which is “living.” This inorganic/ organic separation has been a major factor in the way modern humanity views existence. Some ancient philosophies understand that there is only One Life in all of creation, and that the universe (and all that it contains) is the outward expression of that One Life. In our western framework we call this universal entity God. It is not God and creation but God as creation that is at the root of this thought. We can see why it is, therefore, that the inorganic/organic duality is illusionary. For if there is only One Life manifesting as, and through, the cosmos, then nothing can escape the livingness of that One Life, not even “inorganic” matter.
If God is supposed to be unlike human beings with respect to his (outward) form, then Xenophanes’s detractors no doubt would ask, What then is God’s form? In the surviving fragments nothing is said about the issue, but later writers say that Xenophanes teaches that the outward form of God is spherical. Simplicius reports that Xenophanes’ view about God was that “Being homogeneous throughout he is a sphere in form”. Later Diogenes Laertius writes that for Xenophanes, “The substance of God is spherical, in no way resembling man” (Lives IX. 19). Likewise, Hippolytus comments, “He [Xenophanes] says that the God is eternal and one and similar in all directions and spherical and sentient” (Refut. 1. 12) (see also MXG, 977b 1 [A 28]; Sextus, A 35; Theodoret, A 36). As spherical, God is finite, because a sphere needs boundaries or limits (i.e., finitude) in order to be a sphere. Xenophanes’s assertion that God is spherical is puzzling, until one realizes that for him God is actually identical to the cosmos, which is a sphere; in other words, God and the cosmos are synonyms. Xenophanes’s conception of God, therefore, is pantheistic and his conception of the cosmos is monistic. Aristotle explains, “While Xenophanes, the first of these partisans of the One (for Parmenides is said to have been his pupil), gave no clear statement, nor does he seem to have grasped the nature of either of these causes, but with reference to the whole material universe he says the One is God” (Metaphysics, 986b 21-25). Aristotle does not say much about Xenophanes’ views because he considers him to be an inferior thinker, yet what he does says indicates that he knew Xenophanes to be a “partisan of the One,” as understanding the cosmos as one entity. Moreover, according to Aristotle, for Xenophanes the one cosmos is God; the all is divine. Similarly, Theodoret says about Xenophanes, “He said that the all was one, spherical and finite, not generated but eternal, and altogether unmoved” (A 36). Since the attributes of the all are the attributes of God, it follows that the all is another name for God. As God, the cosmos is sentient (as Hippolytus reports); in a sense, the cosmos is alive, aware of itself as the cosmos in all its diversity, and capable of volition. In other words, Xenophanes espouses another form of hylozoism, that matter is alive. The identification of the cosmos with God, by the way, explains why God is motionless: if God is the all, where could God go?
Allora la scritta “Cosmopolis”, città del cosmo, potrebbe essere collegata all’ilozoismo e non a Baikonur e l’occhio potrebbe essere veramente quello “cosmico”, cioè quello di Dio, dato che Cosmo e Dio sono la stessa cosa…
Citazione forum Orologiko “mat939” venerdì 16 gennaio 2009, 8:36
In rete non ho trovato molto a riguardo, almeno in inglese e in italiano.
Le informazioni riportate si possono quindi trovare a questi link:
Queste erano le uniche informazioni che fino ad oggi mi permettevano di dare un senso al quadrante dell’orologio.
LA NUOVA TEORIA
Questa mattina come al solito ho condiviso l’orologio da poco arrivato in un gruppo di collezionisti su VK chiedendo se qualcuno avesse qualche informazione riguardo al Vostok Cosmopolis in questione nonostante non avessi molte speranze a riguardo.
Mi ha invece risposto l’utente “Boshdan Boshomolov” dandomi una risposta interessante che ha scatenato una serie di ricerche che hanno portato ad una nuova teoria decisamente plausibile.
La risposta al mio Post in VK è stata la seguente:
Скорее всего на цифере логотип книжного издательства “Космополис” (примерно 1990-1991 годов). На закате СССР любили громкие названия. Вот пример изданной ими книги: “Коммерческие банки / Э. Рид, Р. Коттер, Э. Гилл, Р. Смит ; пер. с англ. А. А. Кандаурова и др.; под ред. В. М. Усоскина. – 2-е изд. – Москва : Космополис, 1991. – 480 с. : ил., табл. – Библиогр.: с. 469. – Указ. имен., предм.: с. 470-473. – Пер. изд.: Commercial banking / E. W. Reed. – ISBN 5-7008-0012-8”
citazione Boshdan Boshomolov VK 27/11/2019
Che tradotto con Google translator in italiano suona più o meno così:
Molto probabilmente, il logo della casa editrice di libri Cosmopolis (circa 1990-1991) è su un numero digitale. Al tramonto, l’URSS adorava i grandi nomi. Ecco un esempio di un libro che hanno pubblicato: “Commercial Banks / E. Reed, R. Cotter, E. Gill, R. Smith; tradotto dall’inglese di A. A. Kandaurov e altri; a cura di V. M. Usoskin. – 2a edizione – Mosca: Cosmopolis, 1991. – 480 p .: Ill., Tab. – Bibliografia: p. 469. – Nomi indicati, soggetto: pp. 470-473. – Per. : Commercial banking / EW Reed. – ISBN 5-7008-0012-8 “
L’occhio sul quadrante credo sia semplicemente il logo della casa editrice. Ben si sposa con il concetto di lettura per chi di lavoro vende libri. I colori bianco, rosso e blu all’interno dell’occhio potremmo in maniera un po’ azzardata ricondurli alla bandiera degli USA ( un po’ debole come richiamo ma non si sa mai)
In quegli anni non credo che fosse necessario depositare o registrare un logo presso qualche istituto e i metodi di stampa di allora non è detto permettessero riproduzioni di loghi in maniera semplice. La ricerca continua, ma al momento non ho la conferma che la casa editrice avesse un proprio logo.
Non quindi un omaggio al cosmodromo di Baikonur o a qualche religione esoterica ma il Vostok Cosmopolis commemora più semplicemente una casa editrice dalla vita molto breve a Mosca, all’inizio degli anni ’90.
Chiaramente non è possibile avere la certezza di quanto affermato, servirebbe la testimonianza di qualcuno che abbia avuto a che fare con la casa editrice Cosmopolis all’epoca o chi ha realizzato la bozza per l’orologio Vostok Cosmopolis. Rimane comunque per me uno degli orologi più misteriosi e affascinanti della produzione sovietica Vostok.
E’ iniziata quindi una ricerca approfondita su diversi motori di ricerca anche russi per venire a capo di questa affermazione e comprendere se rappresentasse una teoria valida.
Le informazioni riguardanti questo libro è possibile averle a QUESTO LINK
Questo libro mi ha permesso di trovare, dopo svariate ricerche, questo sito:
123308, Москва, Мневники, 7 — 1, Космополис тел. 946-45-51 факс 411253 MOTUR SU
fantlab.ru
Estratto dal sito web della Camera del libro russo: 978-5-7008 – Cosmopolis – Impresa congiunta sovietico-americana. – (M .: Cosmopolis) 123308, Mosca, Mnevniki, 7 – 1, Cosmopolis tel. 946-45-51 fax 411253 MOTUR SU
L’ultimo “В то время я гостила на земле” del 1991 è in assoluto quello che mi ha convinto di più relativamente alla teoria di un orologio commemorativo della casa editrice Cosmopolis.
Il dettaglio riguarda una delle pagine visibili dal sito e che riporta le scritte in cirillico e latino relative alla scritta Cosmopolis molto, ma molto simili a quelle riportate sul quadrante dell’orologio
Анна Ахматова В то время я гостила на землеCosmopolis 1991
Un facile confronto permette di vedere come le scritte si assomiglino e la presenza di entrambi i caratteri, dovuti probabilmente alla doppia anima dell’editore, che ricordiamo essere una società americano/sovietica, unito alla presenza della data: 1991 compatibile con il periodo dell’orologio su cui è presente la scritta in cirillico “Made in USSR”, mi fa pensare che il Vostok Cosmopolis sia in realtà un orologio commemorativo della Casa Editrice Cosmopolis di Mosca.
L’occhio sul quadrante credo sia semplicemente il logo della casa editrice. Ben si sposa con il concetto di lettura per chi di lavoro vende libri. I colori bianco, rosso e blu all’interno dell’occhio potremmo in maniera un po’ azzardata ricondurli alla bandiera degli USA ( un po’ debole come richiamo ma non si sa mai)
In quegli anni non credo che fosse necessario depositare o registrare un logo presso qualche istituto e i metodi di stampa di allora non è detto permettessero riproduzioni di loghi in maniera semplice. La ricerca continua, ma al momento non ho la conferma che la casa editrice avesse un proprio logo.
Non quindi un omaggio al cosmodromo di Baikonur o a qualche religione esoterica ma il Vostok Cosmopolis commemora più semplicemente una casa editrice dalla vita molto breve a Mosca, all’inizio degli anni ’90.
Chiaramente non è possibile avere la certezza di quanto affermato, servirebbe la testimonianza di qualcuno che abbia avuto a che fare con la casa editrice Cosmopolis all’epoca o chi ha realizzato la bozza per l’orologio Vostok Cosmopolis. Rimane comunque per me uno degli orologi più misteriosi e affascinanti della produzione sovietica Vostok.
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